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La capitolazione ci salverà

Bernstein (Merril Linch): Nasdaq verso quota 1000

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  La capitolazione ci salverà

19 Agosto 2001   13:34  Milano  (di E. Fares)

Una decisione di investimento è il risultato finale di tutta una serie di fattori culturali, strutturali, economici la cui interazione determina il comportamento della massa degli investitori. Se nella maggior parte dei casi si tratta di informazioni oggettive e quantificabili e, quindi, non suscettibili di varie interpretazioni, esistono, tuttavia, comportamenti irrazionali e soggettivi che influiscono in talune fasi di mercato nelle valutazioni delle quotazioni di un titolo.

La stessa corsa agli acquisti dei titoli del nuovo mercato che si è avuta a cavallo tra il 1999 e il 2000, che ha condotto il relativo indice di riferimento (Numtel) nel giro di 3/4 mesi da 6000 punti circa a 18000 punti, non può essere certamente spiegata da informazioni quantificabili (indici di produttività, redditività, ecc..) relative alle aziende in questione, quanto piuttosto, oltre che da una cattiva interpretazione delle stesse informazioni quantitative, da eccessive aspettative di apprezzamento espresse da nomi di spicco nel campo dell'informazione finanziaria, e mi riferisco alle più importanti case di investimento. Ad es. non dimentichiamoci dei target price su Seat P.G. (12€), o su Telecom (26€), o da chi si è espresso in un programma mandato in onda in un canale TV di informazione finanziaria dicendo: solo uno sprovveduto consegnerebbe Seat all'OPA di Colaninno a 4,20€ - il titolo quotava all'epoca 4,30/4,40€ -. Naturalmente, si tratta di valutazioni soggettive ed irrazionali basate su di un principio di analisi tecnica, purtroppo non sempre valido, che quando un titolo sale continuerà a salire ed ogni storno è un'occasione di acquisto.

L'atteggiamento della massa degli investitori ad ancorarsi ad un punto di riferimento (l'opinione di più grandi analisti), nella speranza che ciò possa aumentare le probabilità di successo dell'investimento, porta all'omogeneizzazione delle decisioni di investimento ingenerando circoli viziosi nel livello delle quotazioni dei titoli, che spesso arrivano a livelli lontano anni luce da qualsiasi tipo di valutazione oggettiva delle realtà aziendali. La cosa peggiore è che  l'omogeneizzazione dei comportamenti di massa non è di tipo orizzontale, cioè non coinvolge tutti nello stesso momento, ma la gran parte degli investitori si muove troppo tardi. ecco perchè, spesso, la maggior parte degli investitori si ritrova in portafoglio titoli acquistati a prezzi elevatissimi.

Oggi la situazione è perfettamente speculare a quella di un anno e mezzo fa. Il mercato scende e da più parti si ritiene che continuerà a scendere; ogni rimbalzo è visto come occasione di vendita. E' vero, dal punto di vista tecnico, la struttura di medio è ribassista, e non si è ancora completata del tutto. Ma, parafrasando un detto popolare, ritengo che "siamo alla frutta". Ormai alcuni titoli della new economy italiana, e sottolineo solo alcuni, - diverso è invece il discorso per la new economy a stelle e strisce - hanno raggiunto quotazioni da old economy. Ma manca qualcosa. Manca la capitolazione, manca l'adeguamento della massa dei risparmiatori, all'opinione negativa dominante. In conclusione, io dico di prepararci ad approfittare di questi forse ultimi momenti di depressione. Se sell-off ci sarà nei prossimi 2/3 mesi si tratterà di un'opportunità di entrata.

19 Agosto 2001   13:34  Milano  (di E. Fares)

Fonte Trend on Line

 

 

  Bernstein (Merril Linch): Nasdaq verso quota 1000

09 Agosto 2001   19:50  NEW YORK  (Sherrie Streit)

Ecco quello che ha detto Richard Bernstein, chief quantitive strategist di Merrill Lynch in esclusiva a Wall Street Italia, in occasione dell'incontro degli analisti al New York Society Analysts, dove si e' discusso circa le previsioni sui mercati:

Prospettive di mercato

Credo che il maggior problema del mercato oggi sia la convinzione generale che la Fed non possa fallire. Questa idea di “Non andare contro la Fed” sembra stia funzionando.

La ragione di cio’ e’ che in passato tutti andavano contro la Fed. Nel 1987, dopo il crollo, pochissime persone pensavano che la Fed avrebbe avuto successo nel tentativo di favorire il recupero dei mercati.

Nel 1990 e ancora nel 1995 gli investitori mostrarono alcuni dubbi riguardo la Fed. Ora gli investitori hanno imparato la lezione e cio’ e’stato particolarmente evidente nel caso della bolla dei titoli tecnologici. Il fattore principale nel processo decisionale degli investitori e' non andare contro la Fed.

I venditori allo scoperto sono piu’ rialzisti di quanto non lo siano stati negli ultimi 16 anni. I gestori dei fondi sono piu’ rialzisti di quanto non lo siano stati negli ultimi 8-9 anni. Tutti sono consapevoli che le cose non stanno andando bene in questo momento, ma ritengono che la situazione migliorera’.

Il Nasdaq verso quota 1.000

Non molto tempo fa avevo sostenuto che sarebbe stato positivo se il Nasdaq fosse sceso a quota 1.000, sulla correzione dell'eccesso di capacita' produttiva del settore high-tech.

Se sei un "technofilo" allora il consolidamento e' importante. La bolla tecnologica ha dato artificialmente un basso costo del capitale, senza barriere all'entrata. Fondamentalmente tutti quelli che nel settore high-tech richiedevano finanziamenti, riuscivano ad ottenerli. Ogni volta che si verifica un caso come questo, la conseguenza e' l'eccesso di capacita' produttiva.

Se il Nasdaq scendesse a quota 1.000, ci libererebbe da tutte queste societa' marginali; il mercato si sbarazzerebbe dell'eccesso di capacita' produttiva. Se andra' a quota 3.000, queste aziende marginali sopravviveranno. Per un vero investitore di lungo termine, e' piu' salutare se il Nasdaq va a quota 1.000, piu' che a 3.000.

Sulla Banca Centrale Europea (BCE)

Molti hanno commentato le decisioni della BCE di mantenere i tassi di interesse invariati nel mese scorso. Io credo che la BCE innondera' l'Europa di liquidita' nel quarto trimestre, appena prima del concreto passaggio all'euro.

Raccomandazioni

Sono rialzista sul settore alimentare, sulle utilities, l'aerospaziale e sui titoli finanziari di alta' qualita'. Sono sottopesato sui mercati emergenti, ma rialzista sull'Europa per il prossimo anno, dopo il concreto passaggio all'euro.

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Wall Street Italia ha intervistato in esclusiva anche Ralph Acampora, Director of Technical Analysis presso Prudential Securities, David Dreman di Dreman Value Management e Philip Roth, Chief Technical and Market Analyst presso Morgan Stanley Dean Witter.

09 Agosto 2001   19:50  NEW YORK  (Sherrie Streit)