indice articoli
Wall Street: la caduta dell'azionario picchia sui bilanci dei Big Brokers |
Rally di fine anno |
21
Dicembre 2001
17:12 (Ansa)
In
Argentina è il caos. Mentre il mondo finanziario si interroga sul futuro del
debito pubblico (e delle obbligazioni in mano ai risparmiatori) il Merval
continua a crescere.
Chi può credere che, nel momento stesso in cui si vedevano passare in
televisione le scene di disperazione degli argentini e di quella repressione
finita, per il momento, con oltre 20 morti e decine di feriti, a Buenos Aires
E’ di inizio dicembre la decisione dell’ormai dimissionario ministro
dell’economia Domingo Cavallo che vieta ai cittadini di prelevare più di 250
dollari a settimana dal conto corrente bancario, un piano lanciato dopo che in
poche ore centinaia di risparmiatori preoccupati per un'imminente bancarotta
dello Stato avevano iniziato a dare l’assalto alle banche per prelevare i
propri risparmi.
Di fronte a una crisi di liquidità di queste dimensioni, di fronte al pagamento
degli stipendi che avviene da settimane quasi esclusivamente in ticket per fare
la spesa,
Il Merval ha così guadagnato in un mese il 60%, passando da
Ai risparmiatori che in questi giorni assistono impotenti alla decurtazione del
prezzo delle obbligazioni emesse dallo Stato argentino e che aspettano, a
momenti, la dichiarazione di fallimento e dello stato di insolvenza del Governo
di Buenos Aires non faccia gola la situazione venutasi a creare in Borsa. Come
all’indomani dell’attentato dell’11 settembre contro le Torri Gemelle,
l’invito è a non speculare in situazioni drammatiche come quella che si è
venuta a creare in Argentina.
Wall
Street: la caduta dell'azionario picchia sui bilanci dei Big Brokers
20 Agosto 2001 19:08 New York (Ansa)
Non
è bastato il recente rimbalzo dei mercati azionari, dopo il bottom del 21
settembre, a risollevare i bilanci delle grandi case di brokeraggio. Goldman
Sachs, Lehman Brothers Holdings e Bear Stearns, infatti, hanno palesemente
accusato nell'ultimo esercizio trimestrale la flessione dei ricavi legati alle
attività di trading. A ciò si aggiunge un mercato delle IPO a dir poco
stagnante, e la rinnovata turbolenza sui listini americani potrebbe nuovamente
innescare rinvii tra le aziende in rampa di lancio per la quotazione al NYSE ed
al Nasdaq.
Secondo il parere degli esperti, tra l'altro, il 2002 sull'azionario Usa
potrebbe essere caratterizzato da guadagni modesti e dalle conseguenti difficoltà
per le case di brokeraggio, che potrebbero così ampliare il numero dei tagli al
personale.
L'industria finanziaria americana, in definitiva, ha risentito pesantemente dei
contraccolpi legati ai tragici attentati dell'11 settembre, dato che la sola
Lehman Brothers a causa del disastro è stata costretta ad annunciare
accantonamenti per ben $ 127 milioni.
Per far quadrare in qualche modo i bilanci, quindi, le case d'investimento sono
costrette a rivedere gioco forza le proprie strategie; A.G. Edwards, per
esempio, oltre a pianificare tagli al personale, ha annunciato che potrebbe
vendere alcune proprietà immobiliari per poter consegnare nel breve termine dei
bilanci apprezzabili.
20
Agosto 2001 19:08 New York
(Ansa)
14 Dicembre 2001 16:38 Milano (di *Germana Martano)
Con
il Mibtel
in perdita da inizio anno del 30% e i dati macroeconomici non positivi a livello
mondiale non c’è da aspettarsi un futuro brillante, almeno nel breve, per le
Borse mondiali, e tra queste per Piazza Affari. Se rialzo c’è stato dopo
l’11 settembre – e tutti gli indici, tranne quello giapponese, lo mostrano
molto è stato dovuto all’immissione di liquidità sui mercati, complici le
manovre sui tassi decise dalla Federal Reserve.
In breve, il rally a cavallo tra fine anno e inizio 2002, rally consueto per i
risparmiatori, abituati da anni ad assistere a fugaci o durature corse all’insù
degli indici, a seconda degli anni, questa volta non ci sarà. A meno di una
ventata di ottimismo proveniente dagli operatori di Wall Street, stretti tra
dati macroeconomici non positivi e la voglia sopita di una ripresa, trainata più
da fattori psicologici che non dai numeri.
In Europa, almeno, un po’ di ottimismo potrebbe portarlo
Tutto sommato, viene da dire, meglio così. Quello di gestori e operatori del
mercato, d’altronde, non è un segnale di pessimismo diffuso, quanto piuttosto
di una sana e necessaria pausa di riflessione, per sé e per gli altri. Se si
guarda al Sondaggio Morningstar effettuato a inizio dicembre tra i gestori
italiani, le previsioni, di qui a sei mesi, sono ottimistiche. In questo senso,
il pessimismo nel breve (a un mese) e l’ottimismo nel medio periodo (i sei
mesi del sondaggio) si bilanciano bene, facendo immaginare uno scenario di
“normalizzazione” delle fasi di borsa.
D’altronde, gli ultimi tre mesi quelli cominciati l’11 settembre hanno
avuto come unico driver proprio la liquidità, che, anche se ha spinto i mercati
all’insù, portandoli sopra i livelli dell’11 settembre, non è mai stata
sinonimo di una sana crescita delle Borse.
Con queste premesse rinunciamo volentieri al rally di inizio anno. La speranza
è che
*Germana
Martano è il Caporedattore di Morningstar.it.
14 Dicembre 2001 16:38 Milano (di *Germana Martano)
fonte Trendonline.it
IPO
2001, peggior risultato dal 1979
(Ansa)
Dopo un 2001 difficile, nel prossimo anno dovrebbe registrarsi un
incremento dal fronte americano delle IPO. Sono queste, infatti, le
aspettative per un 2002 che per gli analisti non sancirà comunque
l'inizio di una lunga fase di mercato toro.
|