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Mercati azionari: forse è orso forse no |
Mercati azionari: forse è orso forse no
16 Febbraio 2001 17:30 New York (WSI)
Quando
si può parlare di mercato all'insegna dell''orso"?
Sebbene
la regola generalmente adottata da Wall Street consideri "orso" un
mercato in cui gli indici siano in ribasso del 20% sui livelli massimi
dell'anno, ci sono molte altre definizioni che circolano tra gli operatori di
borsa e gli investitori.
Il
celebre professor Richard Sylla della Stern School of Business della New York
University sospetta ad esempio che la regola del 20% sia stata creata per
facilità di calcolo, ma che non tenga in conto la durata del calo del mercato,
elemento considerato essenziale per secoli, prima che la definizione 'ufficiale'
venisse coniata.
Alcuni
investitori, infatti, considerano un mercato 'orso' quando i titoli scendono
meno del 20% , ma rimangono in calo per lungo tempo - ad esempio 18 mesi.
C'e’
poi chi crede come noi in un mercato orso 'strisciante', dove il calo del 20%
colpisce un settore dopo un altro, o in un 'orso' che aggredisce di soppiatto,
quando i titoli sono in ribasso.
L'indice
Nasdaq, ricco di titoli tecnologici, è in ribasso del 48% sui
massimi dello scorso marzo. Si è quindi finalmente di fronte a un mercato 'orso'?
Seguendo la prima definizione citata, non ci sono dubbi.
Dubbi
però ne rimangono - persino il Wall
Street Journal si interroga sulla questione -
in quanto il più ampio mercato non ha seguito al ribasso il
Nasdaq. E' la prima volta nella storia dei mercati azionari che il settore
tecnologico, che è giunto persino a rappresentare 1/3 del valore del mercato,
è crollato senza trascinare con sé gli altri comparti. Il Dow Jones
Industrial
Average (grafico 3) ha infatti chiuso la scorsa settimana in calo di circa il
10% in meno dai massimi.
"Quello
che trasformerebbe il crollo del Nasdaq in un esteso mercato all'insegna
dell'orso è rappresentato secondo noi dal deterioramento nella fiducia degli
investitori" (peraltro elemento chiave nelle decisioni di politica
monetaria delle Banche centrali americana ed europea). Per ora, sebbene gli
investitori individuali stiano versando meno liquidità nei fondi comuni, non
abbandonano ancora il mercato. Ma ci
sono diversi segnali che ci inducono a trarre certe conclusioni non proprio
rassicuranti sul futuro dei mercati azionari:
il
Presidente della Federal Reserve Bank Alan Greespan ha messo in atto un’azione
audace, tagliando il tasso ufficiale di sconto di un quarto di punto e i fondi
federali di 50 punti base prima del meeting della Federal Reserve fissato al 31
gennaio 2000, dando vita così ad una esuberanza irrazionale. C’era il 100%
delle possibilità;
Perchè
tutta questa frenesia ? forse Mr. Greespan sa qualcosa che noi ancora non
sappiamo sul futuro prossimo dell’economia !
Molti
ritengono che questa impennata iperbolica delle borse sia il risultato di
acquisti che diventeranno vendite nel breve termine, quindi un’impennata dalla
vita breve. Le stime sugli utili indicano che ulteriori riduzioni nei profitti
netti faranno proseguire il trend al ribasso delle equities nel nuovo anno,
nonostante nessuno per adesso anticipi questo movimento.
Non
dimentichiamo che abbiamo assistito alla più lunga fase di espansione economica
nella storia degli Stati Uniti e del mondo; la crescita del mercato senza
precedenti del 25% annuo negli ultimi 5 anni era insostenibile, e doveva finire
prima o poi. Secondo noi Greenspan ha sbagliato a pompare troppo denaro nel
mercato ad un tasso sbalorditivo, e in
retrospettiva vedremo come si sia trattato di un errore serio. L’economia si
trova in uno stato di eccessivo indebitamento poichè i privati cittadini e le
società hanno investito in borsa senza avere i soldi per farlo, e questo
indebitamento dovrebbe persistere e ritardare il cammino della crescita.
Cosa
fare dunque nel frattempo ?
manteniamo un po’ di liquidità, manteniamo le posizioni consigliate fino ad
ora e continuiamo ad evitare i mercati azionari fino a quando non avremo un
chiaro segnale che i nostri timori sono effettivamente infondati.
16 Febbraio 2001 17:30 New York (WSI)