PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO - Venerdì 05 Febbraio 2010

PARTE  2

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05 Febbraio 2010 01:45 NEW YORK
TITOLI DI STATO USA: TUTTI DOVREMMO SHORTARLI
di WSI
Lo sostiene l'autore de "Il cigno nero". L'analisi di Taleb si basa sull'operato di Fed e Tesoro. "Sul lungo termine ognuno dovrebbe scommettere su questa previsione".
"Ogni essere umano" dovrebbe scommettere su un prossimo deprezzamento dei Titoli di Stato americani, basandosi semplicemente sulle politiche attuate dal numero uno della Fed Ben Bernanke e dall’amministrazione Obama.
A lanciare la sfida e’ l’autore de "Il cigno nero" Nassim Nicholas Taleb. Lo ha fatto parlando direttamente da Mosca, dove quest’oggi il capo della Universa Investments LP di Santa Monica (California) ha tenuto una conferenza. "Non bisogna pensarci su molto", ha detto, "chiunque dovrebbe effettuare operazioni short sui titoli di stato Usa".
Insomma, bisognerebbe scommettere sul lungo termine su un rialzo dei rendimenti dei Titoli di Stato a stelle e strisce, con un conseguente movimento inverso sul fronte dei prezzi. Almeno fino a quando Bernanke e il consulente economico alla Casa Bianca Lawrence Summers resteranno ai loro posti, senza per altro essere piu’ precisi di quanto non lo siano stati fino ad ora.
Banca centrale americana e agenzie specializzate hanno prestato, speso o garantito $9.66 trillioni per risollevare l’economia dalla peggior crisi dal 1929, come riportato da Bloomberg. Il presidente Obama ha portato il debito degli States alla quota record di $7.27 trillioni.

 

 

05 Febbraio 2010 03:15 NEW YORK
TORNA L'AVVERSIONE AL RISCHIO. DOVE PUNTARE?
di WSI
Le vendite diffuse sui listini azionari e i nuovi timori sullo stato di salute dell'economia (e delle casse di alcuni Stati) riaccendono i timori tra gli operatori. Dove trovare riparo? Gli Hedge Fund possono essere presi in considerazione?
Dove e come investire con l’avversione al rischio ormai alle porte? Una buona opportunita’ passa attraverso un’osservazione attenta della volatilita’(soltanto ieri cresciuta di oltre il 17%, il maggior rialzo delle ultime due settimane, ndr). Lo sostiene Al Wilkinson, il principale portfolio manager di Pengana Global Volatility Fund.
Per l’indicatore che fornisce un quadro della paura tra gli operatori il target individuato dall’esperto si colloca tra un livello massimo di 45 e un minimo di 15 da qui a fine agosto. D’altra parte, ricorda, "siamo abituati a oscillazioni repentine anche all’interno di un solo giorno.

 

 

05 Febbraio 2010 04:42 NEW YORK
L'ITALIA NEI P.I.I.G.S TRA I PAESI A RISCHIO
di WSI
La Tv americana manda in onda servizi allarmanti sulle economie europee. NBC News accusa in prime time i debiti dei P.I.I.G.S. (letteralmente "porci") e cioe' Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna, che hanno affossato le borse.
Tutte le televisioni degli Stati Uniti hanno mandato in onda ieri sera nei telegiornali delle 6:30 news e commenti sul forte calo a Wall Street, attribuito coralmente allo stress sui mercati finanziari derivato in Europa dai paesi ad alto debito e deficit pubblico, con problemi di "rischio sovrano". In particolare il TG di NBC, Nightly News, guidato da Brian Williams, ha lanciato l'allarme segnalando le turbolenze che vengono dai paesi P.I.I.G.S. (un acronimo che richiama la parola PIGS, letteralmente "porci") che corrisponde nel gergo della finanza di Wall Street alle iniziali delle nazioni piu' deboli dell'Unione Europea, cioe' Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. Il giornalista in studio, David Faber, ha parlato di "enormi deficit di bilancio, proprio come negli Stati Uniti e peggio che negli Stati Uniti, per paesi che spendono fino al 40% di quel che incassano in tasse solo per pagare gli interessi sul debito".

 

 

Borsa di Tokyo: Chiusura negativa, Nikkei -2,9%
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in forte ribasso. Il Nikkei ha perso il 2,9% a 10.057,09 punti ed il Topix il 2,1% a 891,78 punti. Le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione sono aumentate la scorsa settimana negli USA, il principale partner commerciale del Paese del Sol Levante, ai loro più alti livelli da quasi due mesi. Anche sul mercato azionario giapponese hanno pesato inoltre i crescenti timori relativi ai conti pubblici di alcuni paesi europei. Lo yen si è apprezzato oggi in Asia sia rispetto al dollaro che all'euro. Tra gli esportatori Honda (JP3854600008) ha perso il 3,7%, Nissan (JP3672400003) il 3,9%, Canon (JP3242800005) il 3,5% e Panasonic (JP3866800000) il 3,1%. Dopo le forti perdite delle scorse sedute Toyota (JP3633400001) ha guadagnato l'1,1%. Il colosso dell'auto ha pubblicato ieri dei dati di bilancio migliori delle attese ed alzato le sue stime per l'intero esercizio.
Tra i minerari Sumitomo Metal Mining (JP3402600005) ha perso il 3,3%, Mitsui Mining & Smelting (JP3888400003) il 3,7% e Mitsubishi Materials (JP3903000002) il 4,6%. Il prezzo dell'oro ha perso ieri a New York il 4,4%, quello del rame il 3,2%. Tra i petroliferi Nippon Oil (JP3679700009) ha perso l'1,7%, Cosmo Oil (JP3298600002) il 2,8% e Inpex (JP3294430008) l'1,3%. Il prezzo del petrolio ha chiuso ieri a New York in ribasso del 4,9%.
Hitachi (JP3788600009) ha guadagnato il 3,3%. Il conglomerato è tornato lo scorso trimestre all'utile e migliorato il suo outlook sul corrente anno fiscale.
Redazione Borsainside 07:34

 

 

05 Febbraio 2010 09:54 NEW YORK
EL PAIS: ALLARME, QUASI PANICO SU BORSA SPAGNOLA
di APCOM
E' questo il titolo dell'editoriale del quotidiano all'indomani dell'ondata di vendite che ha colpito il listino. "La realtà nuda e cruda è che gli investitori hanno collegato la situazione greca alla debolezza della finanza spagnola", si legge.
"Allarme, quasi panico": questo il titolo dell'editoriale del quotidiano spagnolo El Pais il giorno dopo la caduta della Borsa spagnola, trascinata al ribasso dai timori di una grave crisi della finanza pubblica di Madrid.
E' probabile che questa situazione si prolunghi se il governo o qualcuno dotato di sufficiente autorità presso i mercati non convincerà gli investitori del fatto che i conti pubblici potranno essere stabilizzati in un periodo di tempo ragionevole, avverte l'editoriale del quotidiano progressista, che sottolinea come "la realtà nuda e cruda è che gli investitori hanno collegato la situazione greca alla debolezza della finanza spagnola".
I mercati, conclude El Pais, non si fidano della Spagna per tre motivi: perché un tasso di disoccupazione del 19% non può essere finanziato per un periodo prolungato; perché non credono che i vaghi piani presentati dal governo - come "una vacillante riforma delle pensioni o un piano di austerità che non congela ai salari della pubblica amministrazione" - garantiscano la solvibilità; perché "si rendono conto della debolezza politica del governo (e della sua mancanza di rigore) che gli impedisce per esempio di mettere un freno alla spesa regionale".
Intanti, sembra limitare le perdite la Borsa di Madrid, che dopo un'apertura in calo è risalita, contenendo il segno negativo a 1,38%, ovvero 10.1000 punti sull'indice Ibex-35.
Le prime battute della sessione odierna avevano fatto temere il peggio, con un ulteriore calo del 3,17% dopo il pesantissimo crollo di ieri - quasi -6% - a causa delle preoccupazioni sullo stato delle finanze pubbliche.

 

 

Francia: deficit 2009 a livelli record
venerdì, 5 febbraio 2010 10:01 PARIGI
(ANSA) - ROMA, 5 FEB - Il deficit statale della Francia a dicembre ha raggiunto il livello record di 137,99 miliardi di euro (contro i 56,27 miliardi del 2008). Lo riferisce Bloomberg, citando i dati diffusi dal ministero del Bilancio. Sui conti pubblici francesi ha pesato la crisi economica globale e la riduzione delle entrate fiscali. Anche per il 2010 le stime del governo francese prevedono per il deficit un livello record a quota 149,2 miliardi di euro.

 

 


05 Febbraio 2010 10:20 NEW YORK
LA SVIZZERA CORRE IN SOCCORSO DELL'EURO
di AGI
Secondo tre voci bene informate l'istituto è intervenuto sul mercato asiatico dei cambi per vendere franchi e comprare la moneta unica. La valuta aveva toccato in precedenza il minimo degli ultimi otto mesi, a 1,3670 dollari.
La banca centrale svizzera e' intervenuta sul mercato asiatico dei cambi per vendere franchi e comprare euro. Lo rivelano tre fonti bene informate. L'euro e' risalito a un massimo di 1,4905 franchi svizzeri da 1,4700. In precedenza l'euro aveva toccato un minimo da 15 mesi di 1,4551 franchi.
Sul mercato valutario l'euro ha aperto debole sotto 1,37 dollari, ma è risalito grazie alle voci dell'intervento della banca centrale svizzera.
La moneta europea passa di mano a 1,3689 dollari, dopo aver toccato in precedenza un minimo da 8 mesi a 1,3670 dollari. L'euro risente dello spavento dei mercati per il debito di molti paesi dell'Eurozona.

 

 

Borse Asia-Pacifico negative, Hong Kong affonda al di sotto di 20.000 punti
Tutte le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno chiuso oggi in forte ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso l'1,9% a 2.939,40 punti. Anche sul mercato azionario cinese hanno pesato i timori legati alle prospettive dell'economia statunitense e ai conti pubblici dei paesi "più deboli" della zona euro. Tra i bancari Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) ha perso l'1,2%, Bank of China (CN000A0J3PX9) lo 0,5% e China Construction Bank (CN000A0HF1W3) il 2,1%. Secondo quanto riporta il "China Securities Journal" le autorità cinesi avrebbero chiesto ad alcune banche di valutare attentamente la concessione di nuovi prestiti durante il mese di febbraio. Il calo dei prezzi dei metalli ha penalizzato i minerari. Aluminum Corporation of China (CNE1000001T8) ha chiuso in ribasso del 3%, Jiangxi Copper (CN0009070615) del 3,5% e Zijin Mining (CNE100000502) del 2,4%. Air China (CNE1000001S0) e China Southern Airlines (CN0009084145) hanno guadagnato rispettivamente l'1,9% e l'1,5%. La prossima settimana iniziano le vacanze del Capodanno cinese. Il mercato specula su un forte aumento del traffico delle linee aeree.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso del 3,3% a 19.665,08 punti. Bank of Communications (CN000A0ERWC7) ha perso il 2,8%. Secondo delle voci di stampa la banca cinese potrrebbe raccogliere circa $3 miliardi attraverso un'emissione di nuove azioni. Tra gli altri titoli del settore HSBC (GB0005405286) ha perso il 3,8%, Hang Seng Bank (HK0011000095) l'1,3% e BOC Hong Kong (HK2388011192) l'1,8%. Tra i petroliferi PetroChina (CN0009365379) ha perso il 5,8%, Sinopec (CN0005789556) il 3,9% e CNOOC (HK0883013259) il 4%. Il prezzo del petrolio ha perso ieri a New York quasi il 5%. Esprit (BMG3122U1457) ha chiuso in ribasso del 4,5%. L'ex-Presidente di Esprit ha venduto azioni della catena d'abbigliamento casual per HKD 4,67 miliardi.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a Sydney ha perso il 2,3%, il Taiex a Taipei il 4,3%, lo Straits Times a Singapore il 2,2% e il Kospi a Seul il 3,1%.
Redazione Borsainside 12:09

 

 

Bank of America: era Lehman, non Merrill, il vero obiettivo
BlueTG.it - venerdì, 5 febbraio 2010 - 13:19 CET
Alcune mail venute all’attenzione del Procuratore Distrettuale di New York, Andrew Cuomo, proverebbero che quando il Cda di Bank of America si riunì il 15 settembre 2008 per decidere sull’eventuale acquisizione di un concorrente in difficoltà, i top manager dell’istituto pensavano si sarebbe trattato di Lehman Brothers e non di Merrill Lynch (che venne poi acquisita dopo averne esaminato i libri appena per 25 ore, accusa ora Cuomo).
Lo riferisce l’agenzia Bloomberg, ricordando come Cuomo abbia messo sotto accusa l’ex Ceo di Bank of America, Kenneth Lewis, e l’ex direttore finanziario del gruppo, Joe Price, a causa dei comportamenti tenuti nel corso delle trattative che portarono all’acquisizione di Merrill Lynch.

 

 

Eurozona: Grecia e Spagna Tra i 20 Paesi Piu' Rischiosi Al Mondo
venerdì, 5 febbraio 2010 13:42 ROMA
(ASCA) - Roma, 5 feb - Pigs dell'Eurozona (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) affondano le borse e l'euro. Va detto che nella famiglia dei Pigs c'era anche l'Italia, ora rimpiazzata dall'Irlanda. I quattro cavalieri dell'Apocalisse finanziaria sono tutti afflitti da crescenti debiti e deficit pubblici, forte dipendenza delle finanze pubbliche dai capitali esteri, bassa propensione al risparmio delle famiglie ed elevata disoccupazione. Nel mercato che quota le probabilita' di insolvenza, su 16 paesi dell'Eurozona ben 3 figurano tra i 20 piu' rischiosi del mondo. Un scenario fotografato dai Cds, cioe' i premi che gli operatori finanziari pagano per assicurarsi contro l'insolvenza degli emittenti di titoli di debito, in questo caso titoli di stato. I Cds sulla Grecia quotano 428 punti, cioe' si paga un assicurazione di 428 mila euro per assicurare 10 milioni di euro di titoli quinquennali emessi dalla Grecia. Un premio assicurativo che colloca la Grecia al 5* tra i paesi piu' rischiosi del mondo. Peggio solo Argentina, Venezuela, Ucraina e Dubai. Su Atene pesa non solo l'andamento dei conti pubblici (12,7% deficit/Pil e 120% debito/pil) ma soprattutto l'aver ''taroccato'' iconti presentati alla Commissione Lue. Un grave vulnus di credibilita' per l'architettura istituzionale dell'Europa.

 

 

 
  Venerdì 05 Febbraio 2010 ..... Venerdì 05 Febbraio 2010 ..... Venerdì 05 Febbraio 2010 .....
       
..... Grecia - Edizione Atene ..... Spagna - Edizione Madrid ..... Portogallo - Edizione Lisbona .....
 
 

 

Eurozona: Bruxelles e Bce Non Possono Rischiare Effetto Contagio Grecia
venerdì, 5 febbraio 2010 13:44 BRUXELLES
(ASCA) - Roma, 5 feb - Dopo molti anni di politiche insufficienti la Grecia sta affrontando una seria crisi di liquidita' e potenzialmente di solvibilita' e da alcune settimane la domanda che attraversa i mercati e' se un'economia che pesa solo per il 3,5% del pil dell'Eurozona possa minare alle fondamenta la casa della moneta europea. Sembra uno scenario da fantafinanza a causa delle profonde differenze tra i paesi che adottano l'euro. Ma il rischio di contagio ai paesi considerati piu' deboli dell'area euro e' elevato. Spagna, Portogallo e anche Irlanda sono finiti nell'occhio del ciclone e sembra tornare indietro di 18 anni quando nel 2002 la speculazione internazionale guidata da George Soros porto' alla svalutazione della lira e della sterlina. L'Eurozona si trova ad affrontare la sfida piu' delicata dalla nascita dell'euro e la crisi greca rappresenta un importante test per verificare la capacita' dell'architettura istituzionale dell'Europa di rispondere con efficacia a crisi locali che possono contagiare il resto della casa europea. La Grecia nel 2010 necessita di 55 miliardi di euro per fronteggiare il costo del debito e obbligazioni in scadenza e circa meta' dell'ammontare servira' entro maggio, tra cui 17 miliardi per ammortamenti su debiti a lungo termine. Considerando l'ampliamento consistente dello spread dei titoli pubblici della Grecia, il governo di Atene dovra' trovare ulteriori 10-15 miliardi di euro. Le istituzioni europee e i vari paesi dell'area euro hanno finmora sempre smentito la possibilita' di un soccorso a favore della Grecia attraverso prestiti e garanzie per ridurre il costo dell'indebitamento della Grecia. La via maestra rimane il piano di aggiustamento che ogni paese deve formulare ed e' solo questo strumento che puo' persuadere gli investitori a ridurre il premio sul rischio Grecia.

 

 

Eurozona: Per Madrid Deficit a Due Cifre. Il Declino Del Mito Spagnolo
venerdì, 5 febbraio 2010 13:46 MADRID
(ASCA) - Roma, 5 feb - La crisi di liquidita' della Grecia ha fatto scattare l'allarme sui mercati finanziari anche per altri paesi dell'area euro oggi ritenuti piu' a rischio e cioe' Spagna, Portogallo e Iralanda. L'euro si trova ad affrontare la prima difficile sfida dalla nascia della moneta comune, evitare che le difficolta' della Grecia possano infettare l'intera area euro. I timori sulla tenuta dei conti pubblici sono subito scattati nei confronti di quei paesi dove la crisi finanziaria ed economica ha fatto esplodere il deficit pubblico. La Spagna in particolare si trova sotto i riflettori. Nell'ultimo decennio la robusta crescita della Spagna e' diventata un modello di riferimento e anche in Italia ha trovato molti estimatori. La crisi finanziaria e poi la recessione hanno pero' travolto un'economia caratterizzata dalla bolla immobiliare, una modesta industria manifatturiera, elevata disoccupazione. Nel breve volgere di pochi mesi nessuno parla piu' della Spagna come modello da copiare, mentre la crisi ha fatto riscoprire l'importanza dell'impresa manifatturiera e soprattutto della capacita' di risparmio delle famiglie. Bruxelles e Bce sollecitano robuste correzioni dei conti pubblici per scongiurare i rischi ed i costi che finanze pubbliche fuori controllo comportano per l'intera area euro. In questa fase le attenzioni dei mercati sono rivolte al deficit pubblico e la Spagna archivia il 2009 con un disavanzo all'11,4% del pil, la Grecia al 12,7%, il Portogallo al 9,3% e l'Irlanda all'11,6%. La Spagna puo' vantare tuttavia un debito contenuto, appena il 55% del pil rispetto al 113,4% della Grecia, garanzia di spazi di manova consistenti per politiche di rientro. Il programma approvato l'altro giorno dal governo Zapatero tuttavia indica che il 90% del deficit ha carattere strutturale e puo' essere ridotto dal ciclo economico. Il governo ha varato tagli addizionali di spesa pari allo 0,5% rispetto al precedente 1,7% previsto per il 2010. ''Il piano spagnolo di rientro e' credibile - afferma un analista - ma in questa fase con i mercati che vigilano attentamente ogni sviluppo il governo di Madrid deve soprattutto salvaguardare la credibilita' e saper intervenire con correzioni per qualsiasi deviazione''.

 

 

Usa: disoccupazione cala al 9,7%
venerdì, 5 febbraio 2010 15:44 NEW YORK
(ANSA) - ROMA, 5 FEB - Il tasso di disoccupazione statunitense e' sceso inaspettatamente a gennaio dal 10% al 9,7%. E' il livello piu' basso da agosto scorso. Contro tutte le stime, l'economia americana ha perso pero' 20.000 posti di lavoro a gennaio dopo averne bruciati 150.000 il mese precedente (dato rivisto al rialzo da 85.000). Lo riferisce il Dipartimento del Lavoro Usa. Le previsioni erano per una creazione di 15.000 posti di lavoro a gennaio.

 

 


05 Febbraio 2010 16:00 NEW YORK
ALERT: SIAMO DI FRONTE ALLA PIU' GROSSA BOLLA DELLA STORIA
di WSI
Non solo immobiliare, ma anche azionario e mercato del credito. In Cina sono pero' i $2400 miliardi di riserve valutarie, pari al PIL della Norvegia, a dover preoccupare. Sistema piramidale enorme, che non riguarda solo Pechino ma tutta l'Asia.
Mercato del credito, azionario e immobiliare. La Cina deve vedersela con piu' di una bolla. Ma stranamente nessuno sta degnando della minima attenzione la peggiore di tutte, quella che sta crescendo a ritmo esponenziale e rischia di esplodere prima delle altre.
Basti pensare che nel 2009 le riserve valutarie di Pechino sono cresciute piu' del prodotto interno lordo della Norvegia. I $2400 miliardi di riserve sono una bolla che sta aumentando di dimensioni davanti ai nostri occhi.

 

 

Crisi: Stiglitz, Ue Aiuti Paesi Deboli. In Italia Rischio Speculazione
venerdì, 5 febbraio 2010 16:47 NEW YORK
(ASCA) - Roma, 5 feb - L'Europa deve aiutare i Paesi come Grecia, Spagna e Portogallo, che stanno attraversando un periodo difficile di crisi. ''L'Europa prima o poi deve aiutare questi Paesi, e credo che prima lo fara', meglio sara'''. A parlare e' il premio Nobel per l'economia, Joseph E. Stiglitz, intervenuto all'inaugurazione dell'anno accademico della Luiss che gli ha conferito la Laurea Honoris Causa. La situazione di Spagna e Grecia puo' avere un ''effetto domino, anzi, un po' c'e' gia' stato - ha aggiunto Stiglitz - e non sempre la motivazione e' razionale. Succede qualcosa in Russia, poi magari in Brasile. E questo e' la dimostrazione che il mercato non e' razionale. A volte e' una cosa seria, a volte speculazione''. L'Italia, ha aggiunto l'economista, e' uno dei Paesi piccoli in cui ''possono verificarsi attacchi speculativi''. Secondo Stiglitz mettere in atto oggi le cosidette 'exit strategy' dalle misure di stimolo dell'economia potrebbe non essere opportuno. ''Il rischio che sia prematuro esiste e cio' avra' ricadute sulla ripresa''. Stiglitz ha sostenuto che la ripresa non ha ancora contorni robusti, anzi, ''tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011, la crescita sara' senz'altro lenta, poi potrebbe ritornare negativa. Se la Fed continua ad acquisire mutui spazzatura, e ha detto che lo fara', si presenta il rischio di un aumento dei tassi, di un aumento del costo delle abitazioni e di un aumento degli inadempienti. C'e' chi dice che potrebbe verificarsi un ritorno alla recessione''.

 

 

Deficit, le preoccupazioni dei Paesi della zona euro
venerdì, 5 febbraio 2010 - 18:26 CET
(Reuters) - I politici europei oggi si sono affrettati a rassicurare i mercati circa la stabilità della zona euro, dopo che i listini azionari europei sono stati colpiti dalle vendite per il secondo giorno consecutivo sui timori della situazione debitoria di paesi come Grecia e Portogallo.
Sono forti le pressioni su Grecia, Spagna e Portogallo affinchè mettano in ordine i propri conti pubblici, in modo da tranquillizzare i mercati preoccupati per un loro possibile default.
Qui di seguito un riepilogo delle principali notizie dell'ultima settimana su questi tre paesi:

*PORTOGALLO:
-- Il parlamento, dominato dall'opposizione, ha approvato oggi una proposta di legge sui fondi regionali. Il governo socialista era contrario poichè il provvedimento aumenterà il deficit di bilancio che già spaventa gli investitori
-- Mercoledì prossimo inizierà in parlamento la discussione del progetto di bilancio 2010. La bozza presentata dal governo socialista punta a ridurre il deficit all'8,3% del Pil dal 9,3% raggiunto nel 2009 e dovrebbe essere approvata con l'astensione del partito socialdemocratico di centro-destra.
-- Gli analisti tuttavia temono che l'accordo con l'opposizione sia a rischio dopo che il governo si è opposto alla proposta di legge avanzata dall'opposizione sui fondi regionali.
-- Il Parlamento continuerà la discussione e voterà il progetto di bilancio giovedì prossimo. Il voto finale sul bilancio avrà luogo in marzo.
-- Venerdì prossimo, il 12 febbraio, l'istituto nazionale di statistica portoghese pubblicherà la stima preliminare del Pil del quarto trimestre 2009.

*GRECIA:
-- Il maggior sindacato del settore pubblico, l'ADEDY, ha proclamato per il 10 febbraio uno sciopero nazionale di 24 ore contro le misure di austerità.
-- Lo sciopero è visto come una prima importante prova per il governo nei rapporti con i sindacati. La partecipazione alla protesta darà un'indicazione sulla pressione che il governo socialista dovrà affrontare nelle prossime settimane.
-- Fino ad ora, solo gruppi isolati e gli agricoltori hanno bloccato le strade e solo i funzionari del Fisco hanno portato avanti giornate di sciopero contro le misure di austerità.
-- Il piano triennale della Grecia per tagliare il deficit di bilancio dal 12,7% del 2009 a sotto il 3% nel 2012 ha ottenuto il via libera condizionato di Bruxelles, che però ha sottolineato la necessità di ulteriori tagli alla spesa.
-- ADEDY presenterà le proprie richieste il prossimo 8 febbraio. Il sindacato si aspetta un taglio del 4% nei salari reali. I lavoratori del settore privato hanno programmato uno sciopero per il 24 febbraio.
-- La prossima settimana il governo dovrebbe presentare un progetto di legge sui salari e sulla politica fiscale.

*SPAGNA:
-- I sindacati spagnoli sono sul piede di guerra contro il primo ministro Jose Luis Rodriguez Zapatero che ha proposto un innalzamento dell'età pensionabile da 65 a 67 anni.
-- I problemi con i rappresentanti dei lavoratori arrivano proprio nel momento in cui Zapatero deve cercare un accordo con i sindacati per concordare riforme del mercato del lavoro che permettano di ridurre la disoccupazione, ora al 20%.
-- Il fallimento di una riforma del mercato del lavoro darebbe un segnale negativo e alimenterebbe i dubbi dei mercati sulla capacità del governo di portare avanti il piano di austerità da 50 miliardi e di tagliare il deficit sotto il 3% del Pil entro il 2013.

* UE:
-- I leader dell'Unione europea si incontreranno il prossimo 11 febbraio a Bruxelles.
-- Il punto principale sarà la definizione di una strategia UE per sostenere la crescita e rendere l'economia europea più competitiva. Ma potrebbero essere affrontati anche altre questioni, come i problemi finanziari della Grecia.

 

 

Borsa: Europa brucia 218 mld in 2 sedute
venerdì, 5 febbraio 2010 18:33 MILANO
(ANSA) - MILANO, 5 FEB - Ancora una seduta da scordare per le Borse europee che in soli due giorni hanno bruciato quasi 220 miliardi di capitalizzazione. Al termine della seduta odierna i mercati del Vecchio Continente hanno visto l'indice paneuropeo Dj Stoxx 600 perdere l'1,92% a 238 punti, tornando ai livelli dello scorso novembre. In particolare, con la seduta odierna sono andati in fumo 90 miliardi di capitalizzazione che si aggiungono ai 128 della seduta precedente. Ovvero 218 miliardi in due giornate.

 

 

Le borse europee continuano a soffrire, nuova pioggia di vendite sui bancari
I principali listini azionari europei hanno registrato anche oggi delle forti perdite. Il FTSE 100 a Londra ha perso l'1,5%, iI DAX a Francoforte l'1,8%, il CAC40 a Parigi il 3,4%, il FTSE MIB a Milano il 2,8% e lo SMI a Zurigo il 2,1%. I dati sull'occupazione negli USA hanno potuto frenare solo moderatamente il declino delle borse del Vecchio Continente. Gli Stati Uniti hanno bruciato anche lo scorso trimestre posti di lavoro, il tasso di disoccupazione è sceso però a sorpresa al di sotto del 10%. Sul mercato continua ad esserci un'elevata insicurezza a causa dei conti pubblici dei paesi "più deboli" della zona euro. La Borsa di Atene è andata anche oggi a picco. Madrid e Lisbona hanno invece potuto stabilizzarsi.
I bancari sono stati sommersi da una nuova pioggia di vendite. Lloyds Banking Group (GB0008706128) ha perso il 5,7%, Royal Bank of Scotland (GB0006764012) il 3,2%, Deutsche Bank (DE0005140008) l'1,6%, Société Générale (FR0000130809) il 4,2%, Intesa Sanpaolo (IT0000072618) il 4%, Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (ES0113211835) il 2,6% e Credit Suisse (CH0012138530) l'1,9%.
Ancora male anche i titoli dei produttori di materie prime. Nel settore minerario BHP Billiton (GB0000566504) ha perso l'1,6%, Rio Tinto (GB0007188757) l'1,9% e Xstrata (GB0031411001) il 5,2%. Tra i petroliferi BP (GB0007980591) ha chiuso in calo dello 0,9%, Eni (IT0003132476) del 3,1%, Total (FR0000120271) del 3,5%.
Renault (FR0000131906) ha perso il 4,7%. Royal Bank of Scotland ha tagliato il suo rating sul titolo dell'impresa francese da "Buy" a "Hold".
LVMH (FR0000121014) ha chiuso in ribasso del 4%. Gli utili del gigante del lusso sono scesi lo scorso anno del 13%.
Deutsche Telekom (DE0005557508) ha potuto limitare le perdite (-0,3% a €9,21). Secondo delle voci di stampa il gruppo tedesco starebbe studiando una IPO di T-Mobile USA.
Compass (GB0005331532) ha guadagnato a Londra il 5,2%. Il declino dei ricavi del leader mondiale dei servizi per la ristorazione collettiva ha rallentato lo scorso trimestre.
ICAP (GB0033872168) è crollato del 19,5%. Il leader mondiale dei servizi di brokeraggio per le banche d'affari ha tagliato le sue stime per l'intero esercizio.
Redazione Borsainside 18:46

 

 

05 Febbraio 2010 18:59 NEW YORK
IL G7 NEL WEEKEND PER EVITARE IL DEFAULT GRECO?
di WSI
Rumors incontrollati in circolazione nelle sale trading di grandi banche a New York fanno salire alle stelle le speculazioni su possibili interventi UE per risolvere la questione del debito greco, aggravata dai cali mondiali delle borse e dall'allarme sui paesi definiti in America con spregio P.I.I.G.S. La riunione dei ministri delle finanze del G7, in corso oggi, sabato e domenica a Iqualit, Canada, in una zona con temperature polari da 14 gradi sotto zero (-25 col fattore vento). Qualcuno dice per tenere lontano le proteste dei manifestanti no-global.
Iqaluit (in Inuktitut: "Là dove ci sono i pesci") è la capitale del Territorio del Nunavut, separatosi dai Territori del Nord-Ovest del Canada il 1º aprile 1999. Con una popolazione di circa 6.000 abitanti è il principale centro abitato del Territorio, ed è situato sull'isola di Baffin.
Secondo le interpretazioni di alcune fonti a Wall Street, anche se il trattato UE non permette il bailout dei paesi membri in difficolta' finanziaria, la situazione attuale comporta un rischio troppo alto di contagio nelle nazioni cosiddette periferiche (P.I.I.G.S. = Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) dovuto ad eventuali attacchi speculativi, perche' i ministri delle finanze e i banchieri centrali del G7 possano permettersi il lusso di rinunciare a una qualche forma di intervento, soprattutto a fini "rassicurazione", immagine e fiducia nei confronti del grande pubblico. Per l'Italia sono presenti al meeting di Iqaluit il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Intanto in parallelo, sotto l'incalzare delle voci su un meeting di emergenza, lo stesso Jean-Claude Trichet ha dovuto smentire che la BCE abbia in programma una riunione straordinaria della Banca centrale europea per salvare la Grecia dal default.
La riunione del G7 e i suoi effetti sono in corso di valutazione in queste ore da parte degli strategist dei magggiori investitori istituzionali globali, che cercano di posizionare i propri portafogli in vista della riapertura dei mercati lunedi'. I volumi maggiore di scommesse e la conseguente volatilita', analizzati anche dall'andamento dei contratti futures e options, sono al momento sul valutario, con l'euro dato in ulteriore ribasso nel cross con il dollaro (per i piu' accaniti e "forti" speculatori l'obiettivo di lungo termine e' la parita' 1 a 1 nel cambio EUR/USD). Secondo alcuni broker la chiusura di Wall Street sara' positiva venerdi' e i mercati post-G7 potrebbero rimbalzare, recuperando i forti cali subiti questa settimana.

 

 

Borse dell'Europa dell'Est negative, Mosca e Praga -3,6%
Le principali borse dell'Europa dell'Est hanno chiuso anche oggi in forte ribasso.
L'indice RTS ha perso a Mosca il 3,6% a 1411,14 punti. I volumi di scambio sono scesi sensibilmente rispetto a ieri e sono stati poco al di sopra della media. I timori legati ai conti pubblici di alcuni paesi europei e alle prospettive dell'economia stanno spingendo sempre più investitori ad uscire dai mercati emergenti. Sulla Borsa di Mosca ha pesato inoltre il nuovo calo dei prezzi delle materie prime. Tra le blue chips russe LUKoil (RU0009024277) ha perso il 4,9%, Rosneft (RU000A0J2Q06) il 5,6% e Sberbank (RU0009029540) il 2,9%. Gazprom (RU0007661625) ha chiuso a San Pietroburgo in ribasso del 4,4%a RUB 184,79.
Il BUX a Budapest ha perso il 2,8% a 20.224,74 punti. Tutte le blue chips ungheresi hanno chiuso in ribasso OTP Bank (HU0000061726) ha perso il 4,3%, Gedeon Richter (HU0000067624) lo 0,2%, MOL (HU0000068952) il 4% e Magyar Telekom (HU0000016522) il 2,1%.
Il PX a Praga ha chiuso in calo del 3,6% a 1.094,30 punti. Tra i titoli principali dell'indice ceco Komercni Banka (CZ0008019106) ha perso il 5,4%, Erste Group Bank (AT0000652011) il 2,5%, Ceske Energeticke Zavody (CZ0005112300) il 4,2% e Telefónica O2 C.R. (CZ0009093209) il 3,6%.
Il WIG a Varsavia ha perso il 3,3% a 37.502,90 punti. I bancari hanno guidato la lista dei ribassi come su tutte le altre piazze finanziarie europee. Bank Pekao (PLPEKAO00016) ha perso il 4,6%, PKO Bank Polski (PLPKO0000016) il 6%, BZW Bank (PLBZ00000044) il 3,9% e BRE Bank (PLBRE0000012) il 4,9%. Telekomunikacja Polska (PLTLKPL00017) è rimbalzato ed ha guadagnato il 6,1%. Il titolo dell'operatore telefonico aveva registrato ieri il suo più forte declino dal suo collocamento in borsa nel 1998. La Borsa di Varsavia ha comunicato a proposito che il crollo non è stato dovuto ad un ordine dato per errore e non c'è alcun indizio che siano state violate le regole di mercato.
Redazione Borsainside 21:10

 

 

Borse dell'America Latina: Solo Città del Messico resiste alle vendite
Quasi tutte le borse dell'America Latina hanno chiuso ieri in ribasso.
Il Bovespa a San Paolo ha perso l'1,8% a 62.762,70 punti. Ancora male i titoli dei produttori di materie prime. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha perso il 2,4%, Vale (BRVALEACNPA3) l'1,1% e Gerdau (BRGGBRACNPR8) il 2,5%. Nel settore della distribuzione Lojas Americanas (BRLAMEACNPR6) ha perso il 4,7% e Lojas Renner (BRLRENACNOR1) l'1,4%. I prezzi al consumo sono cresciuti lo scorso mese in Brasile più di quanto atteso dagli economisti. La notizia ha aumentato i timori del mercato relativi alla futura politica monetaria della Banca Centrale brasiliana. Un possibile rialzo dei tassi penalizzerebbe in particolar modo il settore della distribuzione.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in rialzo dello 0,1% a 30.630,73 punti. Tra le blue chips messicane Cemex (MXP225611567) ha guadagnato il 4,2%, América Móvil (MXP001691213) è rimasto invariato e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) ha perso l'1,4%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il Merval a Buenos Aires ha perso il 3,2%, l'IPSA a Santiago del Cile il 2,1%, il General a Lima l'1,6%, l'IBVC a Caracas l'1,5% e l'IGBC a Bogotà l'1%.
Redazione Borsainside 00:31


 

 

 
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WALL STREET: FUTURES MIGLIORANO DOPO IL REPORT OCCUPAZIONALE

05 Febbraio 2010 15:00 NEW YORK - WSI
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Cifre contrastanti quelle sul lavoro, ma il tasso di disoccupazione scende ai minimi da agosto. Continuano tuttavia i licenziamenti. Dubbi sulla solidita' e stabilita' della ripresa economica. Nasdaq positivo. Il dollaro si prende una pausa.
Si profila una seduta incerta a Wall Street. A mezz'ora dal suono della campanella, i contratti sui principali indici azionari scambiano contrastati. (vedi quotazioni a fondo pagina).

Nei minuti che hanno seguito la pubblicazione delle cifre relative al report occupazionale del governo, da cui e' emersa l'inattesa perdita di 20000 posti di lavoro in gennaio e la revisione al ribasso dei numeri di dicembre a -150000 unita', il mercato e' leggermente migliorato nonostante i dati deludenti. Il tasso ufficiale di disoccupazione e' sceso al 9.7%, sui minimi da agosto, mentre il consensus era per un livello invariato al 10%.

Gli operatori continuano tuttavia ad essere preoccupati per lo stato di salute delle economie di diversi Paesi europei e in particolare i timori sul debito sovrano di Grecia, Spagna e Portogallo.

Il governo ha inoltre pubblicato i dati rivisti delle cifre relative al periodo compreso tra aprile 2008 e marzo 2009, che hanno mostrato la scomparsa di 824 mila posti, indice di come la recessione abbia colpito il mercato del lavoro piu' di quanto non fosse dato sapere sinora.

In ambito societario, Airgas fa un balzo di oltre il 35%, dopo che Air Products ha messo sul tavolo $5.1 miliardi, ovvero $60 per azione, per aggiudicarsi la sua rivale.

Nel frattempo Toyota Motor avanza di circa il 2% dopo che nel corso della sua prima conferenza da quando la societa' e' stata tormentata da una serie di problemi alle sue vettore, il presidente della casa giapponese ha offerto le sue piu' sentite scuse per il caso dei difetti agli impianti frenanti.

Sottile, come spesso accade di venerdi', il calendario delle trimestrali: sono attese le cifre fiscali di Aetna, Aon, Simon Properties, TECO Energy e Tyson Foods.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico quotazioni del greggio piatte. I futures con consegna marzo sono invariati a quota $73.14 al barile. Sul valutario la moneta unica e' in recupero a $1.3731. Ancora in contrazione l’oro dopo il tonfo di $49 di ieri: attualmente le quotazioni valgono $1059.60 l’oncia (-$3.40). In ribasso i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.6200% dal 3.6100% di ieri.

Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull'indice S&P500 e' in calo di 3.20 punti (-0.3%) a 1058.50.

Il contratto sull'indice Nasdaq 100 e' in progresso a 1.736.75 (+2.00 punti).

Il contratto sull'indice Dow Jones cede 24.00 punti (-0.24%) a quota 9955.00.

 

 

 

WALL STREET: POCO MOSSA, IN CERCA DI DIREZIONE

05 Febbraio 2010 15:30 NEW YORK - WSI
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Listini sostenuti dal calo della disoccupazione sui minimi da agosto. Tuttavia e' ancora presto per parlare di un rimbalzo dopo la batosta di ieri. Le aziende dopo tutto stanno continuando a licenziare. Bene le banche.
Partenza in cauto rialzo per la Borsa americana dopo i pesanti cali della vigilia. Il Dow Jones avanza dello 0.25% a quota 10026.90, il Nasdaq guadagna lo 0.42% in area 2134.37 punti, mentre l'S&P 500 si muove in progresso dello 0.38% a quota 1067.13.

Bisognera' vedere se il Dow avra' la forza per rimanere sopra quota 10000. Sul fronte dei ribassi si segnalano le prove deboli di Merk, Kraft e Chevron, mentre a guidare i rialzi sono Travelers, Bank of America e JP Morgan.

Il catalizzatore di giornata e' arrivato dal fronte macro: in gennaio i posti di lavoro sono diminuiti a sorpresa di 20 mila unita', ma gli investitori hanno accolto con una certa soddisfazione il calo del tasso di disoccupazione dal 10% al 9.7%, che corrisponde ai livelli piu' bassi da agosto. In seguito alla pubblicazione di tali numeri il mercato ha gradualmente ripreso forza.

Il governo ha inoltre pubblicato i dati rivisti delle cifre relative al periodo compreso tra aprile 2008 e marzo 2009, che hanno mostrato la scomparsa di 824 mila posti, indice di come la recessione abbia colpito il mercato del lavoro piu' di quanto non fosse dato sapere sinora.

Nel frattempo il dollaro ha bruciato i guadagni iniziali contro le principali concorrenti. Cio' ha indubbiamente contribuito a risollevare il morale degli operatori, anche se non si puo' per il momento parlare di un rimbalzo dopo la batosta di ieri.

Gli operatori continuano tuttavia ad essere preoccupati per lo stato di salute delle economie di diversi Paesi europei e in particolare i timori sul debito sovrano di Grecia, Spagna e Portogallo.

In ambito societario, Airgas fa un balzo di oltre il 35%, dopo che Air Products ha messo sul tavolo $5.1 miliardi, ovvero $60 per azione, per aggiudicarsi la sua rivale.

Nel frattempo Toyota Motor avanza di circa il 2% dopo che nel corso della sua prima conferenza da quando la societa' e' stata tormentata da una serie di problemi alle sue vettore, il presidente della casa giapponese ha offerto le sue piu' sentite scuse per il caso dei difetti agli impianti frenanti.

Sottile, come spesso accade di venerdi', il calendario delle trimestrali: sono attese le cifre fiscali di Aetna, Aon, Simon Properties, TECO Energy e Tyson Foods.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico quotazioni del greggio in rialzo. I futures con consegna marzo guadagnano $0.34 a quota $73.48 al barile. Sul valutario la moneta unica ha virato in negativo a $1.3691. Ancora in contrazione l’oro dopo il tonfo di $49 di ieri: attualmente le quotazioni valgono $1060.70 l’oncia (-$2.30). In ribasso i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.6200% dal 3.6100% di ieri.

 

 

 

WALL STREET: DOW FA A PUGNI CON I 10.000, BANCHE SU

05 Febbraio 2010 18:00 NEW YORK - WSI
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Gli investitori temono che la rottura della quota rappresenti l'inizio di una fase di contrazione. Il miglioramento del mercato del lavoro c'e' ma procede a rilento. In denaro JP Morgan e BofA. Depressi farmaceutici e societa' di vendite al dettaglio.
Al giro di boa, sul mercato azionario si riscontra una certa debolezza, con gli investitori che stanno cercando di scavare a fondo nei numeri pubblicati dal governo sull'occupazione, alla ricerca dei significati per l'intensita' e durata della ripresa dell'economia.

Il Dow Jones ha tentato piu' volte di superare la soglia dei 10000, ma invano. Il paniere delle blue chip fa fatica a tenere un livello perche' gli investitori temono che il selloff accusato di recente potrebbe segnare in realta' l'inizio di una fase di correzione.

Tuttavia va segnalato che a meta' seduta rimangono ben intonate banche e tecnologici, mentre retail e farmaceutici sono i settori che perdono piu' terreno.

Tra i singoli titoli, vengono schiacciate in fondo al Dow Merk, Kraft e Chevron, mentre Travelers, Bank of America e JP Morgan si mantengono in vetta all'indice.

Dal report mensile sulla situazione occupazionale e' emerso che in gennaio l'economia americana ha bruciato inaspettatamente 20 mila posti di lavoro nel settore non agricolo, mentre il tasso di disoccupazione e' sceso sui minimi da agosto, al 9.7% dal 10% del mese precedente, livello quest'ultimo che corrisponde con quello previsto dagli analisti. Per quanto riguarda i posti di lavoro, gli economisti sono invece rimasti delusi, in quanto si attendevano la creazione di 15.000 posti.

Inoltre nei cinque mesi conclusisi a dicembre, i dati sono stati rivisti al ribasso, mostrando che in realta' 245.000 americani piu' del previsto hanno perso il posto. Tuttavia gli economisti non hanno battuto ciglio, segnalando che il miglioramento del fronte occupazionale e' evidente anche se va a rilento.

Le aziende attive nel settore delle costruzioni, dei trasporti e dei magazzini hanno continuato ad apportare tagli al personale, mentre le societa' di lavoro temporaneo e vendite al dettaglio hanno creato posti di lavoro.

Gli operatori continuano tra l'altro ad essere preoccupati per lo stato di salute delle economie di diversi Paesi europei e in particolare i timori sul debito sovrano di Grecia, Spagna e Portogallo.

All'interno della sfera societaria, Standard & Poor's ha deciso di mettere sotto osservazione i rating di Toyota con possibile downgrade per i rischi "di perdita di fiducia" della clientela. Oggi il numero uno del gruppo ha rotto il silenzio con una conferenza stampa durante la quale ha espresso le sue piu' sentite scuse per i casi di difetti agli impianti frenanti delle auto.

A livello settoriale le migliori performance sono segnate dai comparti:
Volatility-VXX +2.1%, Natural Gas-UNG +1.9%, Semis-SMH/IGW +1.1%, REITs-IYR/ICF +0.8%, Livestock-COW +0.8% e Dollar-UUP +0.7%. Le peggiori: Austria-EWO -3.7%, Heating Oil-UHN -3.6%, RBOB Gasoline-UGA -3.6%, France-EWQ -3.5%, Italy-EWI -3.4%, The Netherlands-EWN -3.4%, Crude Oil-USO -3.0%, Silver-SLV -3.0%, Belgium-EWK -3.0%, Global Shippers-SEA -2.9%, Switzerland-EWL -2.8%, Brazil-EWZ -2.7%, Commodities-GSG -2.6% e Solar Energy-TAN -2.3%.

Alle 18:45 circa il volume di scambio e' di 600 milioni di pezzi al NYSE e 1.25 miliardi al Nasdaq. I titoli in rialzo contro quelli in ribasso sono 851 a 2124 al Nyse e 1023 a 1499 milioni al Nasdaq. I nuovi massimi contro i nuovi minimi delle ultime 52 settimane sono: 20 a 19 al NYSE e 10 a 43 al Nasdaq.

 

 

 

WALL STREET: DOW RESTA SOPRA 10.000, ALLARME VOLATILITA'

05 Febbraio 2010 22:00 NEW YORK - WSI
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L'economia ha perso altri 20.000 posti di lavoro. Calo inatteso del tasso di disoccupazione al 9.7%. Rally dei tecnologici. Banche ad alti e bassi. Male societa' di vendite al dettaglio e farmaceutici. Dollaro in rialzo. Dow +0.1%, Nasdaq +0.74%
Con uno strappo sul finale Wall Street e' riuscita a chiudere sopra i livelli della vigilia una seduta ad alti e bassi segnata da un'elevata volatilita'. Il Dow ha guadagnato lo 0.1% a 10012.23 punti, il Nasdaq lo 0.74% a quota 2141.12, mentre l'S&P 500 lo 0.29% in area 1066.19.

Dopo aver bucato non uno, ma ben due livelli chiave, il Dow Jones ha trovato la forza di riportarsi sopra quota 10.000, con i timori legati alla ripresa dell'economia e allo stato di salute delle finanze di Grecia, Spagna e Portogallo, che si sono gradualmente placati.

E' andata ancora meglio al Nasdaq, trascinato al rialzo da Applied Materials, Cisco Systems e Oracle. Cisco ha conquistato anche la vetta del Dow, dove ai posti piu' bassi del podio si sono piazzati Intel e Alcoa. Tra i sottosettori migliori i semiconduttori.

All'interno della sfera finanziaria, comparto che ha chiuso in lieve progresso a fine seduta con un rialzo dello 0.3% (benchmark XLF), si mettono in evidenza Bank of America e Citigroup, con guadagni superiori a un punto percentuale.

La settimana si e' tuttavia chiusa in perdita per tutti e tre gli indici principali. Il Dow ha perso lo 0.6% da lunedi', il calo e' stato pari allo 0.7% per l'S&P e allo 0.3% per il paniere composito.

"E' stato meno guidato da un'ondata di gente alla ricerca di profitti e piu' dal fatto che i ribassisti siano esausti", ha detto Art Hogan, chief market strategist di Jefferies & C, commentando il recupero realizzato sul finale dei listini. "La storia del debito sovrano si fara' sentire a lungo, ma la reazione dei mercati americani e' stata esagerata".

L'ultimo rapporto mensile sull'occupazione non ha offerto che un barlume di speranza per il tartassato mercato del lavoro Usa. In gennaio l'economia ha perso inaspettatamente altri 20 mila posti di lavoro, ma allo stesso tempo il tasso di disoccupazione e' sceso al 9.7% dal 10% del mese scorso, livello quest'ultimo che coincide anche con quello che era stato previsto dagli analisti.

Tuttavia sul calo della disoccupazione ha influito il fatto che un numero sempre piu' alto di americani, presi dallo sconforto, ha di fatto smesso di cercare lavoro.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico quotazioni del greggio in ribasso, ma ben sopra i minimi di seduta. I futures con consegna marzo hanno ceduto $1.24 a quota $71.90 al barile. Il greggio ha chiuso la settimana con un calo dell'1.4%. Sul valutario la moneta unica ha perso terreno sul dollaro a quota $1.3651, con il biglietto verde ha raggiunto i massimi di otto mesi. Ancora in contrazione l’oro dopo il tonfo di $49 di ieri: ora le quotazioni valgono $1052.80 l’oncia (-$10.20). Il metallo prezioso ha ceduto l'1.9% nell'arco della settimana. In netto rialzo i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.5400% dal 3.6100% di ieri.

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 

 

 

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