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05 Febbraio 2010 01:45 NEW YORK
TITOLI DI STATO USA: TUTTI DOVREMMO SHORTARLI
di WSI
Lo sostiene l'autore de "Il cigno nero". L'analisi di
Taleb si basa sull'operato di Fed e Tesoro. "Sul lungo
termine ognuno dovrebbe scommettere su questa
previsione".
"Ogni essere umano" dovrebbe scommettere su un prossimo
deprezzamento dei Titoli di Stato americani, basandosi
semplicemente sulle politiche attuate dal numero uno
della Fed Ben Bernanke e dall’amministrazione Obama.
A lanciare la sfida e’ l’autore de "Il cigno nero"
Nassim Nicholas Taleb. Lo ha fatto parlando direttamente
da Mosca, dove quest’oggi il capo della Universa
Investments LP di Santa Monica (California) ha tenuto
una conferenza. "Non bisogna pensarci su molto", ha
detto, "chiunque dovrebbe effettuare operazioni short
sui titoli di stato Usa".
Insomma, bisognerebbe scommettere sul lungo termine su
un rialzo dei rendimenti dei Titoli di Stato a stelle e
strisce, con un conseguente movimento inverso sul fronte
dei prezzi. Almeno fino a quando Bernanke e il
consulente economico alla Casa Bianca Lawrence Summers
resteranno ai loro posti, senza per altro essere piu’
precisi di quanto non lo siano stati fino ad ora.
Banca centrale americana e agenzie specializzate hanno
prestato, speso o garantito $9.66 trillioni per
risollevare l’economia dalla peggior crisi dal 1929,
come riportato da Bloomberg. Il presidente Obama ha
portato il debito degli States alla quota record di
$7.27 trillioni.
05 Febbraio 2010 03:15 NEW YORK
TORNA L'AVVERSIONE AL RISCHIO. DOVE PUNTARE?
di WSI
Le vendite diffuse sui listini azionari e i nuovi timori
sullo stato di salute dell'economia (e delle casse di
alcuni Stati) riaccendono i timori tra gli operatori.
Dove trovare riparo? Gli Hedge Fund possono essere presi
in considerazione?
Dove e come investire con l’avversione al rischio ormai
alle porte? Una buona opportunita’ passa attraverso
un’osservazione attenta della volatilita’(soltanto ieri
cresciuta di oltre il 17%, il maggior rialzo delle
ultime due settimane, ndr). Lo sostiene Al Wilkinson, il
principale portfolio manager di Pengana Global
Volatility Fund.
Per l’indicatore che fornisce un quadro della paura tra
gli operatori il target individuato dall’esperto si
colloca tra un livello massimo di 45 e un minimo di 15
da qui a fine agosto. D’altra parte, ricorda, "siamo
abituati a oscillazioni repentine anche all’interno di
un solo giorno.
05 Febbraio 2010 04:42 NEW YORK
L'ITALIA NEI P.I.I.G.S TRA I PAESI A RISCHIO
di WSI
La Tv americana manda in onda servizi allarmanti sulle
economie europee. NBC News accusa in prime time i debiti
dei P.I.I.G.S. (letteralmente "porci") e cioe'
Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna, che hanno
affossato le borse.
Tutte le televisioni degli Stati Uniti hanno mandato in
onda ieri sera nei telegiornali delle 6:30 news e
commenti sul forte calo a Wall Street, attribuito
coralmente allo stress sui mercati finanziari derivato
in Europa dai paesi ad alto debito e deficit pubblico,
con problemi di "rischio sovrano". In particolare il TG
di NBC, Nightly News, guidato da Brian Williams, ha
lanciato l'allarme segnalando le turbolenze che vengono
dai paesi P.I.I.G.S. (un acronimo che richiama la parola
PIGS, letteralmente "porci") che corrisponde nel gergo
della finanza di Wall Street alle iniziali delle nazioni
piu' deboli dell'Unione Europea, cioe' Portogallo,
Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. Il giornalista in
studio, David Faber, ha parlato di "enormi deficit di
bilancio, proprio come negli Stati Uniti e peggio che
negli Stati Uniti, per paesi che spendono fino al 40% di
quel che incassano in tasse solo per pagare gli
interessi sul debito".
Borsa di Tokyo: Chiusura negativa, Nikkei -2,9%
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in forte ribasso. Il
Nikkei ha perso il 2,9% a 10.057,09 punti ed il Topix il
2,1% a 891,78 punti. Le nuove richieste di sussidi alla
disoccupazione sono aumentate la scorsa settimana negli
USA, il principale partner commerciale del Paese del Sol
Levante, ai loro più alti livelli da quasi due mesi.
Anche sul mercato azionario giapponese hanno pesato
inoltre i crescenti timori relativi ai conti pubblici di
alcuni paesi europei. Lo yen si è apprezzato oggi in
Asia sia rispetto al dollaro che all'euro. Tra gli
esportatori Honda (JP3854600008) ha perso il 3,7%,
Nissan (JP3672400003) il 3,9%, Canon (JP3242800005) il
3,5% e Panasonic (JP3866800000) il 3,1%. Dopo le forti
perdite delle scorse sedute Toyota (JP3633400001) ha
guadagnato l'1,1%. Il colosso dell'auto ha pubblicato
ieri dei dati di bilancio migliori delle attese ed
alzato le sue stime per l'intero esercizio.
Tra i minerari Sumitomo Metal Mining (JP3402600005) ha
perso il 3,3%, Mitsui Mining & Smelting (JP3888400003)
il 3,7% e Mitsubishi Materials (JP3903000002) il 4,6%.
Il prezzo dell'oro ha perso ieri a New York il 4,4%,
quello del rame il 3,2%. Tra i petroliferi Nippon Oil
(JP3679700009) ha perso l'1,7%, Cosmo Oil (JP3298600002)
il 2,8% e Inpex (JP3294430008) l'1,3%. Il prezzo del
petrolio ha chiuso ieri a New York in ribasso del 4,9%.
Hitachi (JP3788600009) ha guadagnato il 3,3%. Il
conglomerato è tornato lo scorso trimestre all'utile e
migliorato il suo outlook sul corrente anno fiscale.
Redazione Borsainside 07:34
05 Febbraio 2010 09:54 NEW YORK
EL PAIS: ALLARME, QUASI PANICO SU BORSA SPAGNOLA
di APCOM
E' questo il titolo dell'editoriale del quotidiano
all'indomani dell'ondata di vendite che ha colpito il
listino. "La realtà nuda e cruda è che gli investitori
hanno collegato la situazione greca alla debolezza della
finanza spagnola", si legge.
"Allarme, quasi panico": questo il titolo
dell'editoriale del quotidiano spagnolo El Pais il
giorno dopo la caduta della Borsa spagnola, trascinata
al ribasso dai timori di una grave crisi della finanza
pubblica di Madrid.
E' probabile che questa situazione si prolunghi se il
governo o qualcuno dotato di sufficiente autorità presso
i mercati non convincerà gli investitori del fatto che i
conti pubblici potranno essere stabilizzati in un
periodo di tempo ragionevole, avverte l'editoriale del
quotidiano progressista, che sottolinea come "la realtà
nuda e cruda è che gli investitori hanno collegato la
situazione greca alla debolezza della finanza spagnola".
I mercati, conclude El Pais, non si fidano della Spagna
per tre motivi: perché un tasso di disoccupazione del
19% non può essere finanziato per un periodo prolungato;
perché non credono che i vaghi piani presentati dal
governo - come "una vacillante riforma delle pensioni o
un piano di austerità che non congela ai salari della
pubblica amministrazione" - garantiscano la solvibilità;
perché "si rendono conto della debolezza politica del
governo (e della sua mancanza di rigore) che gli
impedisce per esempio di mettere un freno alla spesa
regionale".
Intanti, sembra limitare le perdite la Borsa di Madrid,
che dopo un'apertura in calo è risalita, contenendo il
segno negativo a 1,38%, ovvero 10.1000 punti sull'indice
Ibex-35.
Le prime battute della sessione odierna avevano fatto
temere il peggio, con un ulteriore calo del 3,17% dopo
il pesantissimo crollo di ieri - quasi -6% - a causa
delle preoccupazioni sullo stato delle finanze
pubbliche.
Francia: deficit 2009 a livelli record
venerdì, 5 febbraio 2010 10:01 PARIGI
(ANSA) - ROMA, 5 FEB - Il deficit statale della Francia
a dicembre ha raggiunto il livello record di 137,99
miliardi di euro (contro i 56,27 miliardi del 2008). Lo
riferisce Bloomberg, citando i dati diffusi dal
ministero del Bilancio. Sui conti pubblici francesi ha
pesato la crisi economica globale e la riduzione delle
entrate fiscali. Anche per il 2010 le stime del governo
francese prevedono per il deficit un livello record a
quota 149,2 miliardi di euro.
05 Febbraio 2010 10:20 NEW YORK
LA SVIZZERA CORRE IN SOCCORSO DELL'EURO
di AGI
Secondo tre voci bene informate l'istituto è intervenuto
sul mercato asiatico dei cambi per vendere franchi e
comprare la moneta unica. La valuta aveva toccato in
precedenza il minimo degli ultimi otto mesi, a 1,3670
dollari.
La banca centrale svizzera e' intervenuta sul mercato
asiatico dei cambi per vendere franchi e comprare euro.
Lo rivelano tre fonti bene informate. L'euro e' risalito
a un massimo di 1,4905 franchi svizzeri da 1,4700. In
precedenza l'euro aveva toccato un minimo da 15 mesi di
1,4551 franchi.
Sul mercato valutario l'euro ha aperto debole sotto 1,37
dollari, ma è risalito grazie alle voci dell'intervento
della banca centrale svizzera.
La moneta europea passa di mano a 1,3689 dollari, dopo
aver toccato in precedenza un minimo da 8 mesi a 1,3670
dollari. L'euro risente dello spavento dei mercati per
il debito di molti paesi dell'Eurozona.
Borse Asia-Pacifico
negative, Hong Kong affonda al di sotto di 20.000 punti
Tutte le principali borse della regione Asia-Pacifico
hanno chiuso oggi in forte ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso l'1,9% a 2.939,40 punti.
Anche sul mercato azionario cinese hanno pesato i timori
legati alle prospettive dell'economia statunitense e ai
conti pubblici dei paesi "più deboli" della zona euro.
Tra i bancari Industrial and Commercial Bank
(CN000A0LB42) ha perso l'1,2%, Bank of China
(CN000A0J3PX9) lo 0,5% e China Construction Bank
(CN000A0HF1W3) il 2,1%. Secondo quanto riporta il "China
Securities Journal" le autorità cinesi avrebbero chiesto
ad alcune banche di valutare attentamente la concessione
di nuovi prestiti durante il mese di febbraio. Il calo
dei prezzi dei metalli ha penalizzato i minerari.
Aluminum Corporation of China (CNE1000001T8) ha chiuso
in ribasso del 3%, Jiangxi Copper (CN0009070615) del
3,5% e Zijin Mining (CNE100000502) del 2,4%. Air China
(CNE1000001S0) e China Southern Airlines (CN0009084145)
hanno guadagnato rispettivamente l'1,9% e l'1,5%. La
prossima settimana iniziano le vacanze del Capodanno
cinese. Il mercato specula su un forte aumento del
traffico delle linee aeree.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso del 3,3% a
19.665,08 punti. Bank of Communications (CN000A0ERWC7)
ha perso il 2,8%. Secondo delle voci di stampa la banca
cinese potrrebbe raccogliere circa $3 miliardi
attraverso un'emissione di nuove azioni. Tra gli altri
titoli del settore HSBC (GB0005405286) ha perso il 3,8%,
Hang Seng Bank (HK0011000095) l'1,3% e BOC Hong Kong
(HK2388011192) l'1,8%. Tra i petroliferi PetroChina
(CN0009365379) ha perso il 5,8%, Sinopec (CN0005789556)
il 3,9% e CNOOC (HK0883013259) il 4%. Il prezzo del
petrolio ha perso ieri a New York quasi il 5%. Esprit
(BMG3122U1457) ha chiuso in ribasso del 4,5%.
L'ex-Presidente di Esprit ha venduto azioni della catena
d'abbigliamento casual per HKD 4,67 miliardi.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha perso il 2,3%, il Taiex a Taipei il 4,3%, lo
Straits Times a Singapore il 2,2% e il Kospi a Seul il
3,1%.
Redazione Borsainside 12:09
Bank of America: era
Lehman, non Merrill, il vero obiettivo
BlueTG.it - venerdì, 5 febbraio 2010 - 13:19 CET
Alcune mail venute all’attenzione del Procuratore
Distrettuale di New York, Andrew Cuomo, proverebbero che
quando il Cda di Bank of America si riunì il 15
settembre 2008 per decidere sull’eventuale acquisizione
di un concorrente in difficoltà, i top manager
dell’istituto pensavano si sarebbe trattato di Lehman
Brothers e non di Merrill Lynch (che venne poi acquisita
dopo averne esaminato i libri appena per 25 ore, accusa
ora Cuomo).
Lo riferisce l’agenzia Bloomberg, ricordando come Cuomo
abbia messo sotto accusa l’ex Ceo di Bank of America,
Kenneth Lewis, e l’ex direttore finanziario del gruppo,
Joe Price, a causa dei comportamenti tenuti nel corso
delle trattative che portarono all’acquisizione di
Merrill Lynch.
Eurozona: Grecia e Spagna
Tra i 20 Paesi Piu' Rischiosi Al Mondo
venerdì, 5 febbraio 2010 13:42 ROMA
(ASCA) - Roma, 5 feb - Pigs dell'Eurozona (Portogallo,
Irlanda, Grecia e Spagna) affondano le borse e l'euro.
Va detto che nella famiglia dei Pigs c'era anche
l'Italia, ora rimpiazzata dall'Irlanda. I quattro
cavalieri dell'Apocalisse finanziaria sono tutti
afflitti da crescenti debiti e deficit pubblici, forte
dipendenza delle finanze pubbliche dai capitali esteri,
bassa propensione al risparmio delle famiglie ed elevata
disoccupazione. Nel mercato che quota le probabilita' di
insolvenza, su 16 paesi dell'Eurozona ben 3 figurano tra
i 20 piu' rischiosi del mondo. Un scenario fotografato
dai Cds, cioe' i premi che gli operatori finanziari
pagano per assicurarsi contro l'insolvenza degli
emittenti di titoli di debito, in questo caso titoli di
stato. I Cds sulla Grecia quotano 428 punti, cioe' si
paga un assicurazione di 428 mila euro per assicurare 10
milioni di euro di titoli quinquennali emessi dalla
Grecia. Un premio assicurativo che colloca la Grecia al
5* tra i paesi piu' rischiosi del mondo. Peggio solo
Argentina, Venezuela, Ucraina e Dubai. Su Atene pesa non
solo l'andamento dei conti pubblici (12,7% deficit/Pil e
120% debito/pil) ma soprattutto l'aver ''taroccato''
iconti presentati alla Commissione Lue. Un grave vulnus
di credibilita' per l'architettura istituzionale
dell'Europa.
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Grecia -
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Spagna -
Edizione
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Portogallo - Edizione
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Eurozona: Bruxelles e Bce
Non Possono Rischiare Effetto Contagio Grecia
venerdì, 5 febbraio 2010 13:44 BRUXELLES
(ASCA) - Roma, 5 feb - Dopo molti anni di politiche
insufficienti la Grecia sta affrontando una seria crisi
di liquidita' e potenzialmente di solvibilita' e da
alcune settimane la domanda che attraversa i mercati e'
se un'economia che pesa solo per il 3,5% del pil
dell'Eurozona possa minare alle fondamenta la casa della
moneta europea. Sembra uno scenario da fantafinanza a
causa delle profonde differenze tra i paesi che adottano
l'euro. Ma il rischio di contagio ai paesi considerati
piu' deboli dell'area euro e' elevato. Spagna,
Portogallo e anche Irlanda sono finiti nell'occhio del
ciclone e sembra tornare indietro di 18 anni quando nel
2002 la speculazione internazionale guidata da George
Soros porto' alla svalutazione della lira e della
sterlina. L'Eurozona si trova ad affrontare la sfida
piu' delicata dalla nascita dell'euro e la crisi greca
rappresenta un importante test per verificare la
capacita' dell'architettura istituzionale dell'Europa di
rispondere con efficacia a crisi locali che possono
contagiare il resto della casa europea. La Grecia nel
2010 necessita di 55 miliardi di euro per fronteggiare
il costo del debito e obbligazioni in scadenza e circa
meta' dell'ammontare servira' entro maggio, tra cui 17
miliardi per ammortamenti su debiti a lungo termine.
Considerando l'ampliamento consistente dello spread dei
titoli pubblici della Grecia, il governo di Atene dovra'
trovare ulteriori 10-15 miliardi di euro. Le istituzioni
europee e i vari paesi dell'area euro hanno finmora
sempre smentito la possibilita' di un soccorso a favore
della Grecia attraverso prestiti e garanzie per ridurre
il costo dell'indebitamento della Grecia. La via maestra
rimane il piano di aggiustamento che ogni paese deve
formulare ed e' solo questo strumento che puo'
persuadere gli investitori a ridurre il premio sul
rischio Grecia.
Eurozona: Per Madrid
Deficit a Due Cifre. Il Declino Del Mito Spagnolo
venerdì, 5 febbraio 2010 13:46 MADRID
(ASCA) - Roma, 5 feb - La crisi di liquidita' della
Grecia ha fatto scattare l'allarme sui mercati
finanziari anche per altri paesi dell'area euro oggi
ritenuti piu' a rischio e cioe' Spagna, Portogallo e
Iralanda. L'euro si trova ad affrontare la prima
difficile sfida dalla nascia della moneta comune,
evitare che le difficolta' della Grecia possano
infettare l'intera area euro. I timori sulla tenuta dei
conti pubblici sono subito scattati nei confronti di
quei paesi dove la crisi finanziaria ed economica ha
fatto esplodere il deficit pubblico. La Spagna in
particolare si trova sotto i riflettori. Nell'ultimo
decennio la robusta crescita della Spagna e' diventata
un modello di riferimento e anche in Italia ha trovato
molti estimatori. La crisi finanziaria e poi la
recessione hanno pero' travolto un'economia
caratterizzata dalla bolla immobiliare, una modesta
industria manifatturiera, elevata disoccupazione. Nel
breve volgere di pochi mesi nessuno parla piu' della
Spagna come modello da copiare, mentre la crisi ha fatto
riscoprire l'importanza dell'impresa manifatturiera e
soprattutto della capacita' di risparmio delle famiglie.
Bruxelles e Bce sollecitano robuste correzioni dei conti
pubblici per scongiurare i rischi ed i costi che finanze
pubbliche fuori controllo comportano per l'intera area
euro. In questa fase le attenzioni dei mercati sono
rivolte al deficit pubblico e la Spagna archivia il 2009
con un disavanzo all'11,4% del pil, la Grecia al 12,7%,
il Portogallo al 9,3% e l'Irlanda all'11,6%. La Spagna
puo' vantare tuttavia un debito contenuto, appena il 55%
del pil rispetto al 113,4% della Grecia, garanzia di
spazi di manova consistenti per politiche di rientro. Il
programma approvato l'altro giorno dal governo Zapatero
tuttavia indica che il 90% del deficit ha carattere
strutturale e puo' essere ridotto dal ciclo economico.
Il governo ha varato tagli addizionali di spesa pari
allo 0,5% rispetto al precedente 1,7% previsto per il
2010. ''Il piano spagnolo di rientro e' credibile -
afferma un analista - ma in questa fase con i mercati
che vigilano attentamente ogni sviluppo il governo di
Madrid deve soprattutto salvaguardare la credibilita' e
saper intervenire con correzioni per qualsiasi
deviazione''.
Usa: disoccupazione cala
al 9,7%
venerdì, 5 febbraio 2010 15:44 NEW YORK
(ANSA) - ROMA, 5 FEB - Il tasso di disoccupazione
statunitense e' sceso inaspettatamente a gennaio dal 10%
al 9,7%. E' il livello piu' basso da agosto scorso.
Contro tutte le stime, l'economia americana ha perso
pero' 20.000 posti di lavoro a gennaio dopo averne
bruciati 150.000 il mese precedente (dato rivisto al
rialzo da 85.000). Lo riferisce il Dipartimento del
Lavoro Usa. Le previsioni erano per una creazione di
15.000 posti di lavoro a gennaio.
05 Febbraio 2010 16:00 NEW YORK
ALERT: SIAMO DI FRONTE ALLA PIU' GROSSA BOLLA DELLA
STORIA
di WSI
Non solo immobiliare, ma anche azionario e mercato del
credito. In Cina sono pero' i $2400 miliardi di riserve
valutarie, pari al PIL della Norvegia, a dover
preoccupare. Sistema piramidale enorme, che non riguarda
solo Pechino ma tutta l'Asia.
Mercato del credito, azionario e immobiliare. La Cina
deve vedersela con piu' di una bolla. Ma stranamente
nessuno sta degnando della minima attenzione la peggiore
di tutte, quella che sta crescendo a ritmo esponenziale
e rischia di esplodere prima delle altre.
Basti pensare che nel 2009 le riserve valutarie di
Pechino sono cresciute piu' del prodotto interno lordo
della Norvegia. I $2400 miliardi di riserve sono una
bolla che sta aumentando di dimensioni davanti ai nostri
occhi.
Crisi: Stiglitz, Ue Aiuti
Paesi Deboli. In Italia Rischio Speculazione
venerdì, 5 febbraio 2010 16:47 NEW YORK
(ASCA) - Roma, 5 feb - L'Europa deve aiutare i Paesi
come Grecia, Spagna e Portogallo, che stanno
attraversando un periodo difficile di crisi. ''L'Europa
prima o poi deve aiutare questi Paesi, e credo che prima
lo fara', meglio sara'''. A parlare e' il premio Nobel
per l'economia, Joseph E. Stiglitz, intervenuto
all'inaugurazione dell'anno accademico della Luiss che
gli ha conferito la Laurea Honoris Causa. La situazione
di Spagna e Grecia puo' avere un ''effetto domino, anzi,
un po' c'e' gia' stato - ha aggiunto Stiglitz - e non
sempre la motivazione e' razionale. Succede qualcosa in
Russia, poi magari in Brasile. E questo e' la
dimostrazione che il mercato non e' razionale. A volte
e' una cosa seria, a volte speculazione''. L'Italia, ha
aggiunto l'economista, e' uno dei Paesi piccoli in cui
''possono verificarsi attacchi speculativi''. Secondo
Stiglitz mettere in atto oggi le cosidette 'exit
strategy' dalle misure di stimolo dell'economia potrebbe
non essere opportuno. ''Il rischio che sia prematuro
esiste e cio' avra' ricadute sulla ripresa''. Stiglitz
ha sostenuto che la ripresa non ha ancora contorni
robusti, anzi, ''tra la fine del 2010 e l'inizio del
2011, la crescita sara' senz'altro lenta, poi potrebbe
ritornare negativa. Se la Fed continua ad acquisire
mutui spazzatura, e ha detto che lo fara', si presenta
il rischio di un aumento dei tassi, di un aumento del
costo delle abitazioni e di un aumento degli
inadempienti. C'e' chi dice che potrebbe verificarsi un
ritorno alla recessione''.
Deficit, le
preoccupazioni dei Paesi della zona euro
venerdì, 5 febbraio 2010 - 18:26 CET
(Reuters) - I politici europei oggi si sono affrettati a
rassicurare i mercati circa la stabilità della zona
euro, dopo che i listini azionari europei sono stati
colpiti dalle vendite per il secondo giorno consecutivo
sui timori della situazione debitoria di paesi come
Grecia e Portogallo.
Sono forti le pressioni su Grecia, Spagna e Portogallo
affinchè mettano in ordine i propri conti pubblici, in
modo da tranquillizzare i mercati preoccupati per un
loro possibile default.
Qui di seguito un riepilogo delle principali notizie
dell'ultima settimana su questi tre paesi:
*PORTOGALLO:
-- Il parlamento, dominato dall'opposizione, ha
approvato oggi una proposta di legge sui fondi
regionali. Il governo socialista era contrario poichè il
provvedimento aumenterà il deficit di bilancio che già
spaventa gli investitori
-- Mercoledì prossimo inizierà in parlamento la
discussione del progetto di bilancio 2010. La bozza
presentata dal governo socialista punta a ridurre il
deficit all'8,3% del Pil dal 9,3% raggiunto nel 2009 e
dovrebbe essere approvata con l'astensione del partito
socialdemocratico di centro-destra.
-- Gli analisti tuttavia temono che l'accordo con
l'opposizione sia a rischio dopo che il governo si è
opposto alla proposta di legge avanzata dall'opposizione
sui fondi regionali.
-- Il Parlamento continuerà la discussione e voterà il
progetto di bilancio giovedì prossimo. Il voto finale
sul bilancio avrà luogo in marzo.
-- Venerdì prossimo, il 12 febbraio, l'istituto
nazionale di statistica portoghese pubblicherà la stima
preliminare del Pil del quarto trimestre 2009.
*GRECIA:
-- Il maggior sindacato del settore pubblico, l'ADEDY,
ha proclamato per il 10 febbraio uno sciopero nazionale
di 24 ore contro le misure di austerità.
-- Lo sciopero è visto come una prima importante prova
per il governo nei rapporti con i sindacati. La
partecipazione alla protesta darà un'indicazione sulla
pressione che il governo socialista dovrà affrontare
nelle prossime settimane.
-- Fino ad ora, solo gruppi isolati e gli agricoltori
hanno bloccato le strade e solo i funzionari del Fisco
hanno portato avanti giornate di sciopero contro le
misure di austerità.
-- Il piano triennale della Grecia per tagliare il
deficit di bilancio dal 12,7% del 2009 a sotto il 3% nel
2012 ha ottenuto il via libera condizionato di
Bruxelles, che però ha sottolineato la necessità di
ulteriori tagli alla spesa.
-- ADEDY presenterà le proprie richieste il prossimo 8
febbraio. Il sindacato si aspetta un taglio del 4% nei
salari reali. I lavoratori del settore privato hanno
programmato uno sciopero per il 24 febbraio.
-- La prossima settimana il governo dovrebbe presentare
un progetto di legge sui salari e sulla politica
fiscale.
*SPAGNA:
-- I sindacati spagnoli sono sul piede di guerra contro
il primo ministro Jose Luis Rodriguez Zapatero che ha
proposto un innalzamento dell'età pensionabile da 65 a
67 anni.
-- I problemi con i rappresentanti dei lavoratori
arrivano proprio nel momento in cui Zapatero deve
cercare un accordo con i sindacati per concordare
riforme del mercato del lavoro che permettano di ridurre
la disoccupazione, ora al 20%.
-- Il fallimento di una riforma del mercato del lavoro
darebbe un segnale negativo e alimenterebbe i dubbi dei
mercati sulla capacità del governo di portare avanti il
piano di austerità da 50 miliardi e di tagliare il
deficit sotto il 3% del Pil entro il 2013.
* UE:
-- I leader dell'Unione europea si incontreranno il
prossimo 11 febbraio a Bruxelles.
-- Il punto principale sarà la definizione di una
strategia UE per sostenere la crescita e rendere
l'economia europea più competitiva. Ma potrebbero essere
affrontati anche altre questioni, come i problemi
finanziari della Grecia.
Borsa: Europa brucia 218
mld in 2 sedute
venerdì, 5 febbraio 2010 18:33 MILANO
(ANSA) - MILANO, 5 FEB - Ancora una seduta da scordare
per le Borse europee che in soli due giorni hanno
bruciato quasi 220 miliardi di capitalizzazione. Al
termine della seduta odierna i mercati del Vecchio
Continente hanno visto l'indice paneuropeo Dj Stoxx 600
perdere l'1,92% a 238 punti, tornando ai livelli dello
scorso novembre. In particolare, con la seduta odierna
sono andati in fumo 90 miliardi di capitalizzazione che
si aggiungono ai 128 della seduta precedente. Ovvero 218
miliardi in due giornate.
Le borse europee
continuano a soffrire, nuova pioggia di vendite sui
bancari
I principali listini azionari europei hanno registrato
anche oggi delle forti perdite. Il FTSE 100 a Londra ha
perso l'1,5%, iI DAX a Francoforte l'1,8%, il CAC40 a
Parigi il 3,4%, il FTSE MIB a Milano il 2,8% e lo SMI a
Zurigo il 2,1%. I dati sull'occupazione negli USA hanno
potuto frenare solo moderatamente il declino delle borse
del Vecchio Continente. Gli Stati Uniti hanno bruciato
anche lo scorso trimestre posti di lavoro, il tasso di
disoccupazione è sceso però a sorpresa al di sotto del
10%. Sul mercato continua ad esserci un'elevata
insicurezza a causa dei conti pubblici dei paesi "più
deboli" della zona euro. La Borsa di Atene è andata
anche oggi a picco. Madrid e Lisbona hanno invece potuto
stabilizzarsi.
I bancari sono stati sommersi da una nuova pioggia di
vendite. Lloyds Banking Group (GB0008706128) ha perso il
5,7%, Royal Bank of Scotland (GB0006764012) il 3,2%,
Deutsche Bank (DE0005140008) l'1,6%, Société Générale
(FR0000130809) il 4,2%, Intesa Sanpaolo (IT0000072618)
il 4%, Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (ES0113211835) il
2,6% e Credit Suisse (CH0012138530) l'1,9%.
Ancora male anche i titoli dei produttori di materie
prime. Nel settore minerario BHP Billiton (GB0000566504)
ha perso l'1,6%, Rio Tinto (GB0007188757) l'1,9% e
Xstrata (GB0031411001) il 5,2%. Tra i petroliferi BP
(GB0007980591) ha chiuso in calo dello 0,9%, Eni
(IT0003132476) del 3,1%, Total (FR0000120271) del 3,5%.
Renault (FR0000131906) ha perso il 4,7%. Royal Bank of
Scotland ha tagliato il suo rating sul titolo
dell'impresa francese da "Buy" a "Hold".
LVMH (FR0000121014) ha chiuso in ribasso del 4%. Gli
utili del gigante del lusso sono scesi lo scorso anno
del 13%.
Deutsche Telekom (DE0005557508) ha potuto limitare le
perdite (-0,3% a €9,21). Secondo delle voci di stampa il
gruppo tedesco starebbe studiando una IPO di T-Mobile
USA.
Compass (GB0005331532) ha guadagnato a Londra il 5,2%.
Il declino dei ricavi del leader mondiale dei servizi
per la ristorazione collettiva ha rallentato lo scorso
trimestre.
ICAP (GB0033872168) è crollato del 19,5%. Il leader
mondiale dei servizi di brokeraggio per le banche
d'affari ha tagliato le sue stime per l'intero
esercizio.
Redazione Borsainside 18:46
05 Febbraio 2010 18:59
NEW YORK
IL G7 NEL WEEKEND PER EVITARE IL DEFAULT GRECO?
di WSI
Rumors incontrollati in circolazione nelle sale trading
di grandi banche a New York fanno salire alle stelle le
speculazioni su possibili interventi UE per risolvere la
questione del debito greco, aggravata dai cali mondiali
delle borse e dall'allarme sui paesi definiti in America
con spregio P.I.I.G.S. La riunione dei ministri delle
finanze del G7, in corso oggi, sabato e domenica a
Iqualit, Canada, in una zona con temperature polari da
14 gradi sotto zero (-25 col fattore vento). Qualcuno
dice per tenere lontano le proteste dei manifestanti
no-global.
Iqaluit (in Inuktitut: "Là dove ci sono i pesci") è la
capitale del Territorio del Nunavut, separatosi dai
Territori del Nord-Ovest del Canada il 1º aprile 1999.
Con una popolazione di circa 6.000 abitanti è il
principale centro abitato del Territorio, ed è situato
sull'isola di Baffin.
Secondo le interpretazioni di alcune fonti a Wall
Street, anche se il trattato UE non permette il bailout
dei paesi membri in difficolta' finanziaria, la
situazione attuale comporta un rischio troppo alto di
contagio nelle nazioni cosiddette periferiche (P.I.I.G.S.
= Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) dovuto ad
eventuali attacchi speculativi, perche' i ministri delle
finanze e i banchieri centrali del G7 possano
permettersi il lusso di rinunciare a una qualche forma
di intervento, soprattutto a fini "rassicurazione",
immagine e fiducia nei confronti del grande pubblico.
Per l'Italia sono presenti al meeting di Iqaluit il
ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il governatore
della Banca d'Italia Mario Draghi. Intanto in parallelo,
sotto l'incalzare delle voci su un meeting di emergenza,
lo stesso Jean-Claude Trichet ha dovuto smentire che la
BCE abbia in programma una riunione straordinaria della
Banca centrale europea per salvare la Grecia dal
default.
La riunione del G7 e i suoi effetti sono in corso di
valutazione in queste ore da parte degli strategist dei
magggiori investitori istituzionali globali, che cercano
di posizionare i propri portafogli in vista della
riapertura dei mercati lunedi'. I volumi maggiore di
scommesse e la conseguente volatilita', analizzati anche
dall'andamento dei contratti futures e options, sono al
momento sul valutario, con l'euro dato in ulteriore
ribasso nel cross con il dollaro (per i piu' accaniti e
"forti" speculatori l'obiettivo di lungo termine e' la
parita' 1 a 1 nel cambio EUR/USD). Secondo alcuni broker
la chiusura di Wall Street sara' positiva venerdi' e i
mercati post-G7 potrebbero rimbalzare, recuperando i
forti cali subiti questa settimana.
Borse dell'Europa
dell'Est negative, Mosca e Praga -3,6%
Le principali borse dell'Europa dell'Est hanno chiuso
anche oggi in forte ribasso.
L'indice RTS ha perso a Mosca il 3,6% a 1411,14 punti. I
volumi di scambio sono scesi sensibilmente rispetto a
ieri e sono stati poco al di sopra della media. I timori
legati ai conti pubblici di alcuni paesi europei e alle
prospettive dell'economia stanno spingendo sempre più
investitori ad uscire dai mercati emergenti. Sulla Borsa
di Mosca ha pesato inoltre il nuovo calo dei prezzi
delle materie prime. Tra le blue chips russe LUKoil
(RU0009024277) ha perso il 4,9%, Rosneft (RU000A0J2Q06)
il 5,6% e Sberbank (RU0009029540) il 2,9%. Gazprom
(RU0007661625) ha chiuso a San Pietroburgo in ribasso
del 4,4%a RUB 184,79.
Il BUX a Budapest ha perso il 2,8% a 20.224,74 punti.
Tutte le blue chips ungheresi hanno chiuso in ribasso
OTP Bank (HU0000061726) ha perso il 4,3%, Gedeon Richter
(HU0000067624) lo 0,2%, MOL (HU0000068952) il 4% e
Magyar Telekom (HU0000016522) il 2,1%.
Il PX a Praga ha chiuso in calo del 3,6% a 1.094,30
punti. Tra i titoli principali dell'indice ceco Komercni
Banka (CZ0008019106) ha perso il 5,4%, Erste Group Bank
(AT0000652011) il 2,5%, Ceske Energeticke Zavody
(CZ0005112300) il 4,2% e Telefónica O2 C.R.
(CZ0009093209) il 3,6%.
Il WIG a Varsavia ha perso il 3,3% a 37.502,90 punti. I
bancari hanno guidato la lista dei ribassi come su tutte
le altre piazze finanziarie europee. Bank Pekao
(PLPEKAO00016) ha perso il 4,6%, PKO Bank Polski
(PLPKO0000016) il 6%, BZW Bank (PLBZ00000044) il 3,9% e
BRE Bank (PLBRE0000012) il 4,9%. Telekomunikacja Polska
(PLTLKPL00017) è rimbalzato ed ha guadagnato il 6,1%. Il
titolo dell'operatore telefonico aveva registrato ieri
il suo più forte declino dal suo collocamento in borsa
nel 1998. La Borsa di Varsavia ha comunicato a proposito
che il crollo non è stato dovuto ad un ordine dato per
errore e non c'è alcun indizio che siano state violate
le regole di mercato.
Redazione Borsainside 21:10
Borse dell'America
Latina: Solo Città del Messico resiste alle vendite
Quasi tutte le borse dell'America Latina hanno chiuso
ieri in ribasso.
Il Bovespa a San Paolo ha perso l'1,8% a 62.762,70
punti. Ancora male i titoli dei produttori di materie
prime. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha perso il
2,4%, Vale (BRVALEACNPA3) l'1,1% e Gerdau (BRGGBRACNPR8)
il 2,5%. Nel settore della distribuzione Lojas
Americanas (BRLAMEACNPR6) ha perso il 4,7% e Lojas
Renner (BRLRENACNOR1) l'1,4%. I prezzi al consumo sono
cresciuti lo scorso mese in Brasile più di quanto atteso
dagli economisti. La notizia ha aumentato i timori del
mercato relativi alla futura politica monetaria della
Banca Centrale brasiliana. Un possibile rialzo dei tassi
penalizzerebbe in particolar modo il settore della
distribuzione.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in rialzo dello 0,1%
a 30.630,73 punti. Tra le blue chips messicane Cemex
(MXP225611567) ha guadagnato il 4,2%, América Móvil
(MXP001691213) è rimasto invariato e Wal-Mart de Mexico
(MXP810081010) ha perso l'1,4%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il
Merval a Buenos Aires ha perso il 3,2%, l'IPSA a
Santiago del Cile il 2,1%, il General a Lima l'1,6%, l'IBVC
a Caracas l'1,5% e l'IGBC a Bogotà l'1%.
Redazione Borsainside 00:31
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WALL
STREET: FUTURES MIGLIORANO DOPO IL REPORT
OCCUPAZIONALE
05 Febbraio 2010 15:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
Cifre contrastanti quelle
sul lavoro, ma il tasso di disoccupazione scende ai
minimi da agosto. Continuano tuttavia i licenziamenti.
Dubbi sulla solidita' e stabilita' della ripresa
economica. Nasdaq positivo. Il dollaro si prende una
pausa.
Si profila una seduta incerta a Wall Street. A mezz'ora
dal suono della campanella, i contratti sui principali
indici azionari scambiano contrastati. (vedi quotazioni
a fondo pagina).
Nei minuti che hanno seguito la pubblicazione delle
cifre relative al report occupazionale del governo, da
cui e' emersa l'inattesa perdita di 20000 posti di
lavoro in gennaio e la revisione al ribasso dei numeri
di dicembre a -150000 unita', il mercato e' leggermente
migliorato nonostante i dati deludenti. Il tasso
ufficiale di disoccupazione e' sceso al 9.7%, sui minimi
da agosto, mentre il consensus era per un livello
invariato al 10%.
Gli operatori continuano tuttavia ad essere preoccupati
per lo stato di salute delle economie di diversi Paesi
europei e in particolare i timori sul debito sovrano di
Grecia, Spagna e Portogallo.
Il governo ha inoltre pubblicato i dati rivisti delle
cifre relative al periodo compreso tra aprile 2008 e
marzo 2009, che hanno mostrato la scomparsa di 824 mila
posti, indice di come la recessione abbia colpito il
mercato del lavoro piu' di quanto non fosse dato sapere
sinora.
In ambito societario, Airgas fa un balzo di oltre il
35%, dopo che Air Products ha messo sul tavolo $5.1
miliardi, ovvero $60 per azione, per aggiudicarsi la sua
rivale.
Nel frattempo Toyota Motor avanza di circa il 2% dopo
che nel corso della sua prima conferenza da quando la
societa' e' stata tormentata da una serie di problemi
alle sue vettore, il presidente della casa giapponese ha
offerto le sue piu' sentite scuse per il caso dei
difetti agli impianti frenanti.
Sottile, come spesso accade di venerdi', il calendario
delle trimestrali: sono attese le cifre fiscali di Aetna,
Aon, Simon Properties, TECO Energy e Tyson Foods.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico quotazioni
del greggio piatte. I futures con consegna marzo sono
invariati a quota $73.14 al barile. Sul valutario la
moneta unica e' in recupero a $1.3731. Ancora in
contrazione l’oro dopo il tonfo di $49 di ieri:
attualmente le quotazioni valgono $1059.60 l’oncia
(-$3.40). In ribasso i prezzi dei Titoli di Stato, con
il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al
3.6200% dal 3.6100% di ieri.
Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future
sull'indice S&P500 e' in calo di 3.20 punti (-0.3%) a
1058.50.
Il contratto sull'indice Nasdaq 100 e' in progresso a
1.736.75 (+2.00 punti).
Il contratto sull'indice Dow Jones cede 24.00 punti
(-0.24%) a quota 9955.00.
WALL
STREET: POCO MOSSA, IN CERCA DI DIREZIONE
05 Febbraio 2010 15:30 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
Listini sostenuti dal calo
della disoccupazione sui minimi da agosto. Tuttavia e'
ancora presto per parlare di un rimbalzo dopo la batosta
di ieri. Le aziende dopo tutto stanno continuando a
licenziare. Bene le banche.
Partenza in cauto rialzo per la Borsa americana dopo i
pesanti cali della vigilia. Il Dow Jones avanza dello
0.25% a quota 10026.90, il Nasdaq guadagna lo 0.42% in
area 2134.37 punti, mentre l'S&P 500 si muove in
progresso dello 0.38% a quota 1067.13.
Bisognera' vedere se il Dow avra' la forza per rimanere
sopra quota 10000. Sul fronte dei ribassi si segnalano
le prove deboli di Merk, Kraft e Chevron, mentre a
guidare i rialzi sono Travelers, Bank of America e JP
Morgan.
Il catalizzatore di giornata e' arrivato dal fronte
macro: in gennaio i posti di lavoro sono diminuiti a
sorpresa di 20 mila unita', ma gli investitori hanno
accolto con una certa soddisfazione il calo del tasso di
disoccupazione dal 10% al 9.7%, che corrisponde ai
livelli piu' bassi da agosto. In seguito alla
pubblicazione di tali numeri il mercato ha gradualmente
ripreso forza.
Il governo ha inoltre pubblicato i dati rivisti delle
cifre relative al periodo compreso tra aprile 2008 e
marzo 2009, che hanno mostrato la scomparsa di 824 mila
posti, indice di come la recessione abbia colpito il
mercato del lavoro piu' di quanto non fosse dato sapere
sinora.
Nel frattempo il dollaro ha bruciato i guadagni iniziali
contro le principali concorrenti. Cio' ha indubbiamente
contribuito a risollevare il morale degli operatori,
anche se non si puo' per il momento parlare di un
rimbalzo dopo la batosta di ieri.
Gli operatori continuano tuttavia ad essere preoccupati
per lo stato di salute delle economie di diversi Paesi
europei e in particolare i timori sul debito sovrano di
Grecia, Spagna e Portogallo.
In ambito societario, Airgas fa un balzo di oltre il
35%, dopo che Air Products ha messo sul tavolo $5.1
miliardi, ovvero $60 per azione, per aggiudicarsi la sua
rivale.
Nel frattempo Toyota Motor avanza di circa il 2% dopo
che nel corso della sua prima conferenza da quando la
societa' e' stata tormentata da una serie di problemi
alle sue vettore, il presidente della casa giapponese ha
offerto le sue piu' sentite scuse per il caso dei
difetti agli impianti frenanti.
Sottile, come spesso accade di venerdi', il calendario
delle trimestrali: sono attese le cifre fiscali di Aetna,
Aon, Simon Properties, TECO Energy e Tyson Foods.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico quotazioni
del greggio in rialzo. I futures con consegna marzo
guadagnano $0.34 a quota $73.48 al barile. Sul valutario
la moneta unica ha virato in negativo a $1.3691. Ancora
in contrazione l’oro dopo il tonfo di $49 di ieri:
attualmente le quotazioni valgono $1060.70 l’oncia
(-$2.30). In ribasso i prezzi dei Titoli di Stato, con
il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al
3.6200% dal 3.6100% di ieri.
WALL
STREET: DOW FA A PUGNI CON I 10.000, BANCHE SU
05 Febbraio 2010 18:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
Gli investitori temono che
la rottura della quota rappresenti l'inizio di una fase
di contrazione. Il miglioramento del mercato del lavoro
c'e' ma procede a rilento. In denaro JP Morgan e BofA.
Depressi farmaceutici e societa' di vendite al
dettaglio.
Al giro di boa, sul mercato azionario si riscontra una
certa debolezza, con gli investitori che stanno cercando
di scavare a fondo nei numeri pubblicati dal governo
sull'occupazione, alla ricerca dei significati per l'intensita'
e durata della ripresa dell'economia.
Il Dow Jones ha tentato piu' volte di superare la soglia
dei 10000, ma invano. Il paniere delle blue chip fa
fatica a tenere un livello perche' gli investitori
temono che il selloff accusato di recente potrebbe
segnare in realta' l'inizio di una fase di correzione.
Tuttavia va segnalato che a meta' seduta rimangono ben
intonate banche e tecnologici, mentre retail e
farmaceutici sono i settori che perdono piu' terreno.
Tra i singoli titoli, vengono schiacciate in fondo al
Dow Merk, Kraft e Chevron, mentre Travelers, Bank of
America e JP Morgan si mantengono in vetta all'indice.
Dal report mensile sulla situazione occupazionale e'
emerso che in gennaio l'economia americana ha bruciato
inaspettatamente 20 mila posti di lavoro nel settore non
agricolo, mentre il tasso di disoccupazione e' sceso sui
minimi da agosto, al 9.7% dal 10% del mese precedente,
livello quest'ultimo che corrisponde con quello previsto
dagli analisti. Per quanto riguarda i posti di lavoro,
gli economisti sono invece rimasti delusi, in quanto si
attendevano la creazione di 15.000 posti.
Inoltre nei cinque mesi conclusisi a dicembre, i dati
sono stati rivisti al ribasso, mostrando che in realta'
245.000 americani piu' del previsto hanno perso il
posto. Tuttavia gli economisti non hanno battuto ciglio,
segnalando che il miglioramento del fronte occupazionale
e' evidente anche se va a rilento.
Le aziende attive nel settore delle costruzioni, dei
trasporti e dei magazzini hanno continuato ad apportare
tagli al personale, mentre le societa' di lavoro
temporaneo e vendite al dettaglio hanno creato posti di
lavoro.
Gli operatori continuano tra l'altro ad essere
preoccupati per lo stato di salute delle economie di
diversi Paesi europei e in particolare i timori sul
debito sovrano di Grecia, Spagna e Portogallo.
All'interno della sfera societaria, Standard & Poor's ha
deciso di mettere sotto osservazione i rating di Toyota
con possibile downgrade per i rischi "di perdita di
fiducia" della clientela. Oggi il numero uno del gruppo
ha rotto il silenzio con una conferenza stampa durante
la quale ha espresso le sue piu' sentite scuse per i
casi di difetti agli impianti frenanti delle auto.
A livello settoriale le migliori performance sono
segnate dai comparti:
Volatility-VXX +2.1%, Natural Gas-UNG +1.9%, Semis-SMH/IGW
+1.1%, REITs-IYR/ICF +0.8%, Livestock-COW +0.8% e
Dollar-UUP +0.7%. Le peggiori: Austria-EWO -3.7%,
Heating Oil-UHN -3.6%, RBOB Gasoline-UGA -3.6%,
France-EWQ -3.5%, Italy-EWI -3.4%, The Netherlands-EWN
-3.4%, Crude Oil-USO -3.0%, Silver-SLV -3.0%,
Belgium-EWK -3.0%, Global Shippers-SEA -2.9%,
Switzerland-EWL -2.8%, Brazil-EWZ -2.7%, Commodities-GSG
-2.6% e Solar Energy-TAN -2.3%.
Alle 18:45 circa il volume di scambio e' di 600 milioni
di pezzi al NYSE e 1.25 miliardi al Nasdaq. I titoli in
rialzo contro quelli in ribasso sono 851 a 2124 al Nyse
e 1023 a 1499 milioni al Nasdaq. I nuovi massimi contro
i nuovi minimi delle ultime 52 settimane sono: 20 a 19
al NYSE e 10 a 43 al Nasdaq.
WALL
STREET:
DOW RESTA SOPRA 10.000, ALLARME VOLATILITA'
05 Febbraio 2010 22:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
L'economia ha perso altri
20.000 posti di lavoro. Calo inatteso del tasso di
disoccupazione al 9.7%. Rally dei tecnologici. Banche ad
alti e bassi. Male societa' di vendite al dettaglio e
farmaceutici. Dollaro in rialzo. Dow +0.1%, Nasdaq
+0.74%
Con uno strappo sul finale Wall Street e' riuscita a
chiudere sopra i livelli della vigilia una seduta ad
alti e bassi segnata da un'elevata volatilita'. Il Dow
ha guadagnato lo 0.1% a 10012.23 punti, il Nasdaq lo
0.74% a quota 2141.12, mentre l'S&P 500 lo 0.29% in area
1066.19.
Dopo aver bucato non uno, ma ben due livelli chiave, il
Dow Jones ha trovato la forza di riportarsi sopra quota
10.000, con i timori legati alla ripresa dell'economia e
allo stato di salute delle finanze di Grecia, Spagna e
Portogallo, che si sono gradualmente placati.
E' andata ancora meglio al Nasdaq, trascinato al rialzo
da Applied Materials, Cisco Systems e Oracle. Cisco ha
conquistato anche la vetta del Dow, dove ai posti piu'
bassi del podio si sono piazzati Intel e Alcoa. Tra i
sottosettori migliori i semiconduttori.
All'interno della sfera finanziaria, comparto che ha
chiuso in lieve progresso a fine seduta con un rialzo
dello 0.3% (benchmark XLF), si mettono in evidenza Bank
of America e Citigroup, con guadagni superiori a un
punto percentuale.
La settimana si e' tuttavia chiusa in perdita per tutti
e tre gli indici principali. Il Dow ha perso lo 0.6% da
lunedi', il calo e' stato pari allo 0.7% per l'S&P e
allo 0.3% per il paniere composito.
"E' stato meno guidato da un'ondata di gente alla
ricerca di profitti e piu' dal fatto che i ribassisti
siano esausti", ha detto Art Hogan, chief market
strategist di Jefferies & C, commentando il recupero
realizzato sul finale dei listini. "La storia del debito
sovrano si fara' sentire a lungo, ma la reazione dei
mercati americani e' stata esagerata".
L'ultimo rapporto mensile sull'occupazione non ha
offerto che un barlume di speranza per il tartassato
mercato del lavoro Usa. In gennaio l'economia ha perso
inaspettatamente altri 20 mila posti di lavoro, ma allo
stesso tempo il tasso di disoccupazione e' sceso al 9.7%
dal 10% del mese scorso, livello quest'ultimo che
coincide anche con quello che era stato previsto dagli
analisti.
Tuttavia sul calo della disoccupazione ha influito il
fatto che un numero sempre piu' alto di americani, presi
dallo sconforto, ha di fatto smesso di cercare lavoro.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico quotazioni
del greggio in ribasso, ma ben sopra i minimi di seduta.
I futures con consegna marzo hanno ceduto $1.24 a quota
$71.90 al barile. Il greggio ha chiuso la settimana con
un calo dell'1.4%. Sul valutario la moneta unica ha
perso terreno sul dollaro a quota $1.3651, con il
biglietto verde ha raggiunto i massimi di otto mesi.
Ancora in contrazione l’oro dopo il tonfo di $49 di
ieri: ora le quotazioni valgono $1052.80 l’oncia
(-$10.20). Il metallo prezioso ha ceduto l'1.9%
nell'arco della settimana. In netto rialzo i prezzi dei
Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark
decennale che si attesta al 3.5400% dal 3.6100% di ieri.
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Venerdì
05 Febbraio 2010 |
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05 Febbraio 2010 |
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05 Febbraio 2010 |
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Giappone
- Edizione Tokyo |
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Regno
Unito - Edizione
Londra |
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Francia -
Edizione Parigi |
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PARTE 1 |
PARTE CRONOLOGICA |
PARTE 2 |
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