08 Febbraio 2010 05:30 NEW YORK
L'EURO SOPRAVVIVERA' AL COLLASSO DELLA GRECIA
di WSI
Parla l'economista consulente del governo tedesco, che
ha richiamato l'attenzione sull'urgenza di creare un
nuovo ordine monetario mondiale. Giusto il pugno di
ferro dell'Ue per evitare di creare pericolosi
precedenti.
La Grecia e' sull'orlo del collasso, ormai e' sotto gli
occhi di tutti. L'incubo di un default ha spaventato i
mercati di tutto il pianeta, con gli investitori
consapevoli del fatto che un evento di questo tipo
rischia di mettere enormi pressioni sull'euro.
Non e' dello stesso avviso, tuttavia, Peter Bofinger,
consulente economico del governo tedesco, secondo cui la
moneta unica sopravvivera' ad un eventuale collasso di
Atene. Ma Bofinger non si e' limitato a fare previsioni.
In un'intervista alla versione online del quotidiano
tedesco Spiegel ha lanciato anche un appello per la
creazione di un nuovo ordine monetario mondiale.
La Commissione Europea ha prescritto un programma molto
severo, fatto di misure restrittive per la Grecia, cui
e' stato chiesto di ridurre il deficit di bilancio del
75% entro il 2012. Non e' previsto nessun aiuto da parte
della Ue. Sembrerebbe una scelta rischiosa da parte di
Bruxelles, dal momento che non e' ancora chiaro se Atene
sara' in grado di farcela con le sue forze.
Ma Bofinger ritiene che sia vero l'opposto: "Una presa
di posizione ferma contro la Grecia e' l'unico approccio
corretto da tenere. Un'iniezione di liquidita' da parte
di Bruxelles avrebbe creato un precedente pericoloso.
Avrebbe infatti dato a intendere ad altri Paesi alle
prese con simili problemi, vedi Spagna e Portogallo, che
quando le cose si mettono male, l'Unione Europea e'
pronta a correre in soccorso".
Un aiuto finanziario sembra tuttavia la scelta meno
dolorosa e piu' ovvia, quello di cui c'e' assoluto e
urgente bisogno al momento, visto che i problemi
finanziari dei Paesi meridionali dell'Ue (gli short piu'
accaniti includono anche l'Italia) stanno mettendo
pressioni sull'intera zona euro. Addirittura alcuni
economisti temono che un crash potrebbe innescare un
effetto domino e provocare un deprezzamento dell'euro
senza precedenti.
Secondo Bofinger chi la pensa cosi' esagera: "Se
confrontata con le altre aree monetarie, la zona euro si
sta comportando molto meglio di quanto molti invece
sostengano. Il debito nazionale dei Paesi membri e le
richieste di prestito sono di gran lunga inferiori a
quelli degli Stati Uniti. E in caso di emergenza
potrebbe persino superare una crisi come quella che
verrebbe a crearsi nell'eventualita' di un default della
Grecia. Una riprova decisiva? Basti pensare che Atene
contribuisce solo con il 2.6% al PIL della zona euro".
La Borsa di Tokyo chiude di nuovo in calo, pesa
l'apprezzamento dello yen
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi per la terza seduta di
fila in ribasso. Il Nikkei ha perso l'1,1% a 9.951,82
punti ed il Topix l'1% a 883,01 punti. Era dallo scorso
10 dicembre che il Nikkei non chiudeva al di sotto della
soglia dei 10.000 punti. Tra gli esportatori Toyota
(JP3633400001) ha perso l'1,1%, Honda (JP3854600008) il
2,1%, Canon (JP3242800005) l'1,5% e Sony (JP3435000009)
il 3,6%. Lo yen è salito oggi in Asia rispetto all'euro
ai suoi più alti livelli da circa un anno. Panasonic
(JP3866800000) ha chiuso in calo del 5,3%. Il leader
mondiale dell'elettronica di consumo ha generato lo
scorso trimestre un utile di ¥32,3 miliardi. Gli
analisti avevano atteso ¥46,5 miliardi. UBS ha
declassato oggi il titolo da "Buy" a "Neutral".
Casio (JP3209000003) ha perso il 5,3%. Il primo
produttore al mondo di orologi digitali ha tagliato le
sue stime per l'intero esercizio. Casio si attende ora
una perdita di ¥22 miliardi. In precedenza Casio aveva
previsto una perdita di ¥7 miliardi.
Kirin Holdings (JP3258000003) ha perso il 7,3%. Il
secondo produttore giapponese di birra ha annunciato di
aver messo fine alle trattative di fusione con Suntory a
causa di divergenze sulla governance.
Redazione Borsainside 07:33
Le borse di Shanghai e Hong Kong chiudono per la
terza seduta di fila in ribasso
Le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno
chiuso oggi contrastate.
Lo Shanghai Composite ha perso lo 0,1% a 2.935,17 punti.
Sul listino cinese ha pesato ancora una volta la debole
performance dei settori bancario ed immobiliare. Tra i
bancari Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) ha
chiuso in ribasso dello 0,4%, China Construction Bank
(CN000A0HF1W3) dello 0,5%, Bank of Communications
(CN000A0ERWC7) dello 0,9% e Bank of Beijing
(CNE100000734) dell'1,2%. Nel settore immobiliare China
Vanke (CN0008879206) ha perso lo 0,9%, Poly Real Estate
(CN000A0KE8T0) l'1,3% e Gemdale (CNE000001790) l'1,6%.
Yao Jingyuan, il capo economista dell'Ufficio Nazionale
di Statistica, ha dichiarato che la Banca Centrale
potrebbe chiedere alle banche di alzare ulteriormente le
loro riserve obbligatorie allo scopo di frenare il
mercato del credito. Suning Appliance (CNE000001KF2), la
maggiore catena cinese per la vendita di
elettrodomestici, ha chiuso in rialzo del 2,9%. Gli
investitori speculano su un forte aumento della domanda
di beni di consumo durante il periodo delle vacanze del
Capodanno cinese che inizia la prossima settimana.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso dello 0,5%
a 19.550,89 punti. Per il listino della città costiera
si è trattato della terza seduta negativa di fila. La
maggior parte dei bancari ha sofferto anche oggi. HSBC
(GB0005405286) ha perso l'1%, Bank of East Asia
(HK0023000190) lo 0,7% e Bank of China (CN000A0J3PX9)
l'1,4%. Ancora male anche i petroliferi. PetroChina
(CN0009365379) ha perso l'1,8%, Sinopec (CN0005789556)
l'1,7% e CNOOC (HK0883013259) l'1,7%. Il prezzo del
petrolio è caduto venerdì scorso a New York
temporaneamente al di sotto di quota $70. Il settore
delle telecomunicazioni ha beneficiato del suo carattere
difensivo. China Mobile (HK0941009539) ha guadagnato il
2,1% e China Unicom (HK0000049939) l'1%.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha guadagnato lo 0,2%, il Taiex a Taipei lo 0,1%
e lo Straits Times a Singapore lo 0,4%. Il Kospi a Seul
ha guadagnato lo 0,9%.
Redazione Borsainside 12:06
Germania, aumenta sostegno a Weber come erede
Trichet a capo Bce
reuters - lunedì, 8 febbraio 2010 - 12:52 CET
Un membro importante tra i conservatori del partito del
cancelliere Angela Merkel ha dato il suo aperto appoggio
a Axel Weber come prossimo banchiere centrale europeo,
un segno interpretato da molti come un crescente diffuso
sostegno al numero uno della Bundesbank.
La dichiarazione segue quella della settimana scorsa
della Csu-Unione cristiano sociale, la sorella bavarese
dei Cristiano-democratici (Cdu) della Merkel.
Secondo il giornale tedesco WirtschaftsWoche, che cita
fonti vicine alla banca centrale tedesca, anche Angela
Merkel sarebbe favorevole alla nomina di Axel Weber come
numero uno dell'Eurotower dopo la scadenza del mandato
dell'attuale presidente Jean-Claude Trichet il 31
ottobre 2011.
"Scegliere Weber sarebbe una garanzia per mantenere una
politica monetaria Bce stabile", ha dichiarato Kurt Lauk,
a capo del consiglio economico della Cdu. "Se il
dibattito si aprisse oggi, sosterrei sicuramente il
presidente della Bundesbank", ha detto, aggiungendo che
"in ogni caso, è tempo che una grande istituzione
europea sia diretta da un tedesco".
Per il momento non c'è formalmente alcun candidato alla
successione di Trichet, ma Weber, che ha 52 anni, e il
governatore di Banca d'Italia Mario Draghi, di 62 anni,
sono considerati tra i favoriti.
Risoluto avversario dell'inflazione, Axel Weber è a capo
della Buba dal 2004 e come tale fa parte di diritto del
Consiglio dei governatori della Banca centrale europea.
Ancora aperta anche la gara per la successione, a
partire da fine maggio, a Lucas Papademos come
vice-presidente Bce. La scelta dovrebbe ricadere su Yves
Mersch, sostenuto dal Lussemburgo, o sul portoghese
Vitor Constancio.
Secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, che non cita
però le sue fonti, i ministri europei dovrebbero
nominare Constancio nella prossima riunione del 15
febbraio,.
La designazione del successore di Trichet non dovrebbe
essere fatta prima di inizio 2011. Alcune fonti
diplomatiche sostengono che i due posti saranno
distribuiti tra il nord e il sud della zona euro. Vale a
dire che se Yves Mersh diventasse vice presidente
aumenterebbero le possibilità di Mario Draghi,
altrimenti sarebbe il falco Weber ad avere la strada
spianata per Francoforte.
Disoccupazione: Ocse, Stabile a Dicembre (8,8%).
In Italia Sale All'8,5%
lunedì, 8 febbraio 2010 - 12:53 CET
(ASCA) - Roma, 8 feb - Resta stabile il tasso di
disoccupazione nell'area OCSE, che a dicembre rimane
all'8,8%, invariato rispetto a novembre ma cresciuto di
1,8 punti percentuali rispetto al 2008. Nell'Eurozona,
invece, la disoccupazione sale al 10% (+0,1% rispetto a
novembre, +1,8% rispetto a dicembre 2008). In Italia la
disoccupazione e' all'8,5%, +0,2% rispetto a novembre e
+1,5% rispetto all'anno precedente; in Francia, sempre a
dicembre, la disoccupazione e' al 10%, stabile rispetto
a novembre ma cresciuta dell'1,5% rispetto al 2008;
tasso invariato anche in Germania (7,5%) e nel Regno
Unito (7,8%). Negli Stati Uniti, a gennaio 2010 si
registra un calo della disoccupazione, che scende al
9,7% dal 10% di dicembre (+2% rispetto al 2009); scende
anche in Canada (8,3% a gennaio, -0,1% rispetto al mese
precedente) e in Giappone (5,1% a dicembre, -0,1%
rispetto a novembre).
Il segreto della resurrezione di Ubs si chiama
Oswald Gruebel
BlueTG.it - lunedì, 8 febbraio 2010 - 13:18 CET
Occhi puntati sulla prossima trimestrale di Ubs, uno tra
gli istituti europei maggiormente colpiti dalla crisi
finianziaria che secondo l’agenzia Bloomberg potrebbe
registrare il primo utile su base annua dal 2006
quest’anno dopo aver scorporato oltre 38,7 miliardi di
dollari di asset tossici e aver tagliato 18.500
posizioni di lavoro, nominando 11 nuovi consiglieri di
amministrazione incluso un nuovo Ceo, Oswald Gruebel.
E proprio Gruebel potrebbe centrare un nuovo clamoroso
successo dopo aver guidato il turnaround di Credit
Suisse ed essersi ritirato nel 2007. Tanto che Ubs
potrebbe nuovamente superare la storica rivale, grazie
alle misure prese dal manager 66enne che ha puntato
sulla ripresa delle attività di banca d’investimento per
far crescere di almeno 15 miliardi di franchi svizzeri
l’utile ante imposte nell’arco di 3-5 anni.
Spagna: Tesoro Prevede Emissioni Titoli Di Stato
Per 97,1 Mld Euro
lunedì, 8 febbraio 2010 - 16:03 CET
(ASCA) - Roma, 8 feb - Nonostante la crisi economica e
la riduzione delle entrate fiscali, per il 2001 il
governo spagnolo prevede di collocare una minore
quantita' di titoli di stato rispetto alla scorso anno.
Il Tesoro stima emissioni di titoli di stato per 97,1
miliardi di euro, in calo rispetto ai 115,1 miliardi
dello scorso anno, ''grazie alla riduzione del
fabbisogno, ora stimanto a 76,8 miliardi rispetto ai
116,7 miliardi dello scorso anno'', spiega la nota del
Tesoro (NYSE: TSO - notizie) . Confermato l'utilizzo di
strumenti supplementari di raccola dei fondi, come i
programmi di ''funding'' attraverso l'emissione Euro
Medio Term Notes. Si tratta di titoli di debito
generalmente collocati tra investitori istituzionali.
''Prevediamo di emetterne per circa 3 miliardi di euro,
sebbene l'ammontare finalre sara' determinato dalle
opportunita' che si presenteranno in termini di risparmi
sul costo del debito'', conclude la nota.
08 Febbraio 2010 16:15
NEW YORK
IMMOBILIARE COMMERCIALE USA: PERDITE DI $150 MILIARDI
PER LE BANCHE
di WSI
La stima e’ dell’agenzia di rating Moody’s per il
periodo 2008-2011. Tutta colpa dei prestiti che gli
istituti a stelle e strisce hanno sottoscritto per
acquisire uffici e negozi. Ma i rating restano
invariati.
L’agenzia di rating Moody’s lo scrive nero su bianco: le
principali banche americane nel periodo che va dal 2008
all’anno prossimo rigistreranno perdite complessive da
$120 miliardi. Perdite legate ai prestiti accesi per
mettere un piede in immobili ad uso commerciale come
uffici e negozi. La meta’ di questi prestiti sono
riconducibili proprio a questi istituti. Se si prendono
in considerazione anche le banche senza una copertura da
parte dell’agenzia, il rosso lievita di altri $30
miliardi raggiungendo quota $150.
"Le banche su cui abbiamo un rating", ha dichiarato il
co-autore del report nonche’ assistente al
vicepresidente Joseph Pucella, "hanno messo a segno
perdite legate a investimenti immobiliari per $43
miliardi e altri $77 miliardi stanno per essere
registrate nel periodo che va dall’ultimo trimestre del
2009 a tutto il 2010 e anno successivo. Sulla base delle
nostre attese per l’intero settore immobiliare
commerciale, non vediamo pero’ la necessita’ di
bocciature sulle banche americane oltre a quelle gia’
realizzate".
Il problema semmai e’ ben piu’ grave per gli istituti su
cui Moody’s non ha copertura, ha fatto notare l’esperto.
Sotto il peso della loro esposizione al comparto
immobiliare commerciale, potrebbero rischiare infatti il
collasso: un numero molto ampio di istituti minori (che
rappresenta soltanto il 15% dell’intero settore
bancario) ha in bilancio la meta’ dei prestiti per
immobili di questo tipo.
Il costo di simili fallimenti dovra’ essere
inevitabilmente sostenuto dall’intero sistema
finanziario, ma difficilmente rappresenta un motivo per
metter mano ai rating dell’agenzia, ha concluso
l’analista.
Crisi: Spagna Non Teme Un
Contagio Dalla Grecia
lunedì, 8 febbraio 2010 - 17:29 CET
(AGI) - Londra, 8 feb. - Il sottosegretario di Stato per
l'Economia spagnolo Jose Manuel Campa ha affermato di
non essere preoccupato circa un contagio dalle vendite
di bond in Grecia dal medio al lungo termine. "E' un
cosa a breve termine", ha affermato Campa parlando ai
giornalisti a Londra dove e' per una due giorni per
promuovere il piano del governo sul debito 2010. Il
Tesoro spagnolo proprio oggi ha annunciato che intende
tagliare di 76,8 miliardi di euro le sue emissioni di
titoli del debito pubblico quest'anno, riducendole del
34% rispetto allo scorso anno
Le borse europee tornano a salire
I principali listini azionari europei hanno registrato
oggi una ripresa. Il FTSE 100 a Londra ha guadagnato lo
0,6%, iI DAX a Francoforte lo 0,9%, il CAC40 a Parigi
l'1,2%, il FTSE MIB a Milano lo 0,6% e lo SMI a Zurigo
l'1,3%. La lista dei rialzi è stata guidata dai titoli
dei produttori di materie prime. Xstrata (GB0031411001)
ha guadagnato a Londra il 3,6%. L'impresa mineraria ha
pubblicato dei dati di bilancio migliori delle attese
del mercato ed annunciato che riprenderà a versare un
dividendo. Sulla scia di Xstrata Anglo American
(GB00B1XZS820) ha guadagnato il 2,3%, BHP Billiton
(GB0000566504) l'1,8% e Rio Tinto (GB0007188757) l'1%.
In ripresa anche i petroliferi. BP (GB0007980591) ha
chiuso in rialzo dello 0,5%, Royal Dutch Shell
(GB00B03MLX29) dell'1,5%, Eni (IT0003132476) del 2,4% e
Total (FR0000120271) dell'1,9%. Dopo le forti perdite
delle scorse sedute il prezzo del petrolio ha potuto
oggi stabilizzarsi.
I bancari hanno chiuso contrastati. HSBC (GB0005405286)
ha guadagnato lo 0,1%, Commerzbank (DE0008032004) lo
0,4%, Crédit Agricole (FR0000045072) il 2,1% e UBS
(CH0024899483) il 2%. Barclays (GB0031348658) ha perso
lo 0,4%, Deutsche Bank (DE0005140008) lo 0,2% e Credit
Suisse (CH0012138530) lo 0,7%.
Deutsche Telekom (DE0005557508) ha guadagnato l'1,8%. Il
titolo ha beneficiato anche oggi della speculazione su
una possibile IPO di T-Mobile USA. Tra gli altri titoli
del settore BT Group (GB0030913577) ha chiuso in rialzo
dell'1,2%, France Télécom (FR0000133308) dell'1,6% e
Telefónica (ES0178430E18) del 2,1%.
International Power (GB0006320161) ha guadagnato a
Londra il 2,1%. Secondo delle voci di stampa GDF Suez
(FR0010208488) potrebbe fare una nuova offerta per la
rivale britannica.
Dexia (BE0003796134) ha guadagnato il 4,7%. L'Unione
Europea ha approvato il piano di ristrutturazione del
gruppo franco-belga.
SAP (DE0007164600) ha perso il 2,5%. L'impresa tedesca
ha annunciato a sorpresa che il suo CEO Leo Apotheker
lascerà con effetto immediato la guida del gruppo.
Redazione Borsainside 18:37
Gm: richiesta aiuti Stato per Opel
lunedì, 8 febbraio 2010 - 20:11 CET
(ANSA) - ROMA, 8 FEB - General Motors (NYSE: GM -
notizie) vuole presentare entro questa settimana una
richiesta formale per gli aiuti statali per la
ristrutturazione di Opel. Lo ha detto la casa
automobilistica tedesca. Secondo le stime di Gm, i costi
per riorganizzare Opel ammontano a 3,3 miliardi di euro.
Germania, Gran Bretagna, Spagna e Polonia, paesi in cui
e' presente uno stabilimento Opel, dovranno garantire
fino a 2,7 miliardi in aiuti, mentre la casa di Detroit
(DETROIT.SN - notizie) investira' nel piano 600 milioni
di euro.
A un mese dall'inaugurazione chiude la terrazza del Burj
Dubai
lunedì, 8 febbraio 2010 20:21 DUBAI
Dopo lo scoppio della bolla per i debiti del Dubai World
si aprono le prime crepe all'interno della Burj Dubai,
il più alto grattacielo del mondo inaugurato il 4
gennaio scorso. La terrazza situata al 124esimo dei 160
piani del grattacielo, è stata chiusa per "problemi
tecnici", ha spiegato Emaar Properties, il colosso
immobiliare dietro l'ambizioso progetto.
La balconata ha chiuso al pubblico domenica,
ufficialmente per una presenza di persone più forte del
previsto che ha causato problemi all'alimentazione
elettrica.
Dal giorno della sua apertura, la balconata era sempre
strapiena di visitatori. Migliaia di persone si
contendevano i biglietti d'entrata, disposti a pagarli
anche 10 dirhams (20 euro) su internet, quattro volte
più del costo all'ingresso. Più di 800 metri di vetro e
acciaio, costruiti in cinque anni, la torre Burj Khalifa
è costata 4,1 miliardi di dollari. L'inaugurazione era
stata seguita in diretta tv satellitare da almeno due
milioni di spettatori.
08 Febbraio 2010 20:29
NEW YORK
WALL
STREET VOLTA LE SPALLE A OBAMA
di APCOM
Solo due anni fa, Wall Street aveva supportato i
democratici con donazioni record, 89 milioni di dollari.
Ora le cose sono cambiate. JP Morgan taglia fondi a
democratici e finanzia il partito repubblicano. Voci
d'insofferenza da piu' parti.
Le banche americane cominciano a voltare le spalle al
partito democratico, innervosite dagli attacchi di
Barack Obama che ha più volte fatto pressioni per nuovi
controlli sulle attività del settore. JpMorgan ha
inviato un messaggio chiaro: la banca, che in passato
aveva concesso generose donazioni, quest'anno ha
tagliato i fondi ai democrotici sia alla Camera che al
Senato.
Anzi, per rendere ancora più esplicita la sua
insofferenza, ha finanziato, con 30.000 dollari, le
campagne di alcuni esponenti del partito repubblicano.
La mossa di JpMorgan dà la misura dello scontro tra il
settore finanziario e l'amministrazione di Barack Obama.
Solo due anni fa, Wall Street aveva supportato i
democratici con donazioni record, 89 milioni di dollari.
Ora le cose sono cambiate.
Alcuni dei maggiori alleati di Obama, ad esempio Jamie
Dimon, amministratore delegato di JpMorgan, si stanno
opponendo alle politiche del presidente. "Se Obama non
assume un atteggiamento più moderato, finirà per perdere
il loro supporto", spiega Kelly S. King, presidente e
amministratore delegato della banca BB&T Corporation.
"Capisco la rabbia degli americani", continua il
banchiere. "Il tasso reale di disoccupazione è al 17%,
la gente soffre, e vuole che qualcuno sia puniti per
questo. Ma la retorica polita non fa che inasprire gli
animi e non serve a nulla".
La scontro tra Obama e Wall Street è cominciato lo
scorso anno con la proposta di restrizioni sui compensi
dei manager e la creazione di una agenzia federale per
proteggere i consumatori.
Recentemente Obama ha definito "osceni" i bonus dei
banchieri. Mentre la sua ultima idea è quella di
istituire una tassa definita "di responsabilità
finanziaria" solo sulle grandi banche, e di limitare gli
investimenti che queste possono effettuare con i titoli
del loro patrimonio.
L'insofferenza per l'atteggiamento di Obama non viene
solo da JpMorgan. "Washington pensa di poter fare
qualsiasi cosa e di ottenere comunque delle donazioni da
Wall Street, ma non è così, le cose stanno cambiando",
ha detto un banchiere al New York Times, chiedendo di
restare anonimo. "Se il presidente vuole trasformare in
un repubblicano ogni democratico di Wall Street questa è
la strada giusta", ha aggiunto un'altro dirigente.
Borse dell'Europa
dell'Est: Sale solo Budapest
Tra le principali borse dell'Europa dell'Est solo
Budapest ha potuto chiudere oggi in rialzo.
L'indice RTS ha perso a Mosca il 2,5% a 1.375,34 punti.
I volumi di scambio sono aumentati fortemente rispetto a
venerdì scorso e sono stati molto alti. Sul mercato
continua ad esserci un'elevata incertezza a causa della
crisi della Grecia. A pesare sul sentiment degli
investitori a Mosca è stata inoltre la debolezza del
prezzo del petrolio. Tra le blue chips russe LUKoil
(RU0009024277) ha perso l'1,3%, Rosneft (RU000A0J2Q06)
il 2,7% e Sberbank (RU0009029540) il 4,4%. Gazprom
(RU0007661625) ha chiuso a San Pietroburgo in ribasso
del 5,3% a RUB 175.
Il BUX a Budapest ha guadagnato lo 0,4% a 20.300,11
punti. Dopo le forti perdite delle scorse sedute alcuni
titoli del listino ungherese hanno potuto registrare una
ripresa. MOL (HU0000068952) ha guadagnato l'1,2%, Gedeon
Richter (HU0000067624) l'1,7% e Egis (HU0000053947) il
3%. OTP Bank (HU0000061726) e Magyar Telekom
(HU0000016522) hanno perso rispettivamente lo 0,8% e
l'1,3%.
Il PX a Praga ha chiuso in calo dello 0,1% a 1.092,80
punti. Anche nella capitale ceca ci sono stati oggi dei
segni di stabilizzazione. Komercni Banka (CZ0008019106)
ha guadagnato il 2%, Ceske Energeticke Zavody
(CZ0005112300) lo 0,8% e Telefónica O2 C.R.
(CZ0009093209) lo 0,3%. Erste Group Bank (AT0000652011)
ha perso il 2,7% e Unipetrol (CZ0009091500) lo 0,5%.
Il WIG a Varsavia ha perso lo 0,4% a 37.337,28 punti. La
maggior parte delle blue chips polacche ha chiuso in
ribasso. Bank Pekao (PLPEKAO00016) ha perso l'1,9%,
Telekomunikacja Polska (PLTLKPL00017) lo 0,9% e PKN
Orlen (PLPKN0000018) lo 0,5%. PKO Bank Polski
(PLPKO0000016) ha guadagnato lo 0,3% e KGHM Polska Miedz
(PLKGHM000017) l'1,7%.
Redazione Borsainside 20:22
Le borse di San Paolo e
di Città del Messico chiudono in rialzo
Quasi tutte le borse dell'America Latina hanno chiuso
ieri in rialzo.
Il Bovespa a San Paolo ha guadagnato lo 0,6% a 63.153,09
punti. Il mercato azionario brasiliano ha beneficiato
della ripresa dei prezzi delle materie prime. Petroleo
Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha guadagnato lo 0,7%. Il
prezzo del petrolio ha chiuso ieri a New York in rialzo
dell'1%. Vale (BRVALEACNPA3) ha guadagnato l'1,1%. Il
prezzo del rame ha guadagnato ieri al NYMEX circa il 2%.
Gafisa (BRGFSAACNOR3) ha guadagnato il 4,2%. Secondo
delle voci di stampa il miliardario Sam Zell potrebbe
aumentare la sua partecipazione nell'impresa
immobiliare.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in rialzo dello 0,1%
a 30.649,44 punti. Tra le blue chips messicane Cemex
(MXP225611567) ha guadagnato l'1,9%, Grupo Mexico
(MXP370841019) il 2,2% e Wal-Mart de Mexico
(MXP810081010) il 2,6%. América Móvil (MXP001691213) ha
perso l'1,5%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il
Merval a Buenos Aires ha guadagnato l'1,1%, l'IPSA a
Santiago del Cile l'1%, l'IBVC a Caracas lo 0,7% e l'IGBC
a Bogotà lo 0,1%. Il General a Lima ha perso lo 0,4%.
Redazione Borsainside 00:23
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