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2 NOBEL sul futuro dell'economia USA |
2 NOBEL sul futuro dell'economia USA
14
Gennaio 2001
15:37
Rimini
Se la notizia che Greenspan ha dato al
mondo economico e finanziario americano sui tassi di interesse e sulla posizione
che assumerà prossimamente
Milton Friedman e Paul Samuelson sono due figure simbolo dell'America del XX° secolo ed oggi si trovano su posizioni discordanti per ciò che concerne la politica economica che il nuovo presidente, George W. Bush Jr., dovrà attuare nei prossimi mesi.
Friedman ha rappresentato per gli Stati Uniti l'uomo che,
dalla presidenza Regan degli anni 80, attraverso la sua impostazione
ultraliberale ha determinato il cambiamento dell'anima dei repubblicani.
"La
ritirata dello Stato è la più autentica espressione della libertà, la libertà
è innanzitutto non interferenza e non presenza dello Stato",
è con queste parole che il premio nobel per l'economia del
"La
ritirata dello Stato è la più autentica espressione della libertà, la libertà
è innanzitutto non interferenza e non presenza dello Stato",
è con queste parole che il premio nobel per l'economia del
Paul Samuelson, sostiene invece di essere, nell'età della
specializzazione, l'ultimo esempio di economista "generalist" che si
occupa dei più svariati settori, dalla matematica finanziaria al corrente
giornalismo finanziario. I suoi più grandi studi si sono concentrati sul problema
dell'inflazione ed in particolare della paura dell'inflazione come problema
caratterizzante tutto il XX° secolo: "Io ho
paura dell'inflazione ed ho paura della paura dell'inflazione".
In una recente
intervista i due nobel hanno espresso pareri discordanti sui provvedimenti che
Bush dovrà prendere all'inizio del suo mandato ed in particolare sulla
politica fiscale che dovrebbe aiutare gli Usa ad evitare la recessione. Friedman,
in linea con la sua impostazione liberista, è perfettamente concorde con
l'attuazione di una politica improntata al rigore
fiscale per evitare che il surplus del bilancio
possa cadere nelle mani dello Stato, anche se sostiene che sia la politica
fiscale, sia quella monetaria avrebbero un impatto limitato sull'economia:
"Il vero volano della crescita è il mercato e questi ultimi anni hanno
dimostrato che la straordinaria crescita economica è stata determinata
soprattutto dall'innovazione tecnologica aiutata dallo spirito di libertà che
l'ha circondata".
Di contro per Samuelson la
riduzione fiscale non avrebbe effetti immediati sull'economia reale che in
questo momento si trova in una situazione delicatissima e necessita di un cura
d'urto. Sarebbe invece salutare un intervento della Fed attraverso un taglio dei
tassi per incoraggiare la crescita ed evitare la recessione: "Le
iniziative fiscali di Bush non avrebbero alcun impatto sui prossimi 5 trimestri:
l'andamento a breve dipenderà dalle performance di alcuni settori
economici". Sempre secondo il professore di economia del Massachusetts
Institute of Technology, il problema valutario non rappresenterebbe motivo di
preoccupazione, e la sua grande fiducia sull'euro e sull'Europa risulta chiara
dalle sue parole: "Anche se l'economia americana dovesse rallentare, non vi
saranno conseguenze negative per l'Europa, perché gran parte della crescita
economica europea è generata all'interno dell'Uem".
Più prudente è, invece, Milton Friedman che non è
preoccupato per il futuro del dollaro, in quanto garantito dai numerosi
investimenti espressi col biglietto verde che se dismessi andrebbero a pesare
sul portafoglio degli stessi investitori. Inoltre
pur ammettendo che l'euro sia sottovalutato nei confronti del dollaro, è
ottimista su quest'ultimo perché, a suo modo di pensare, non ci saranno
movimenti traumatici, ma semplicemente aggiustamenti necessari fra le due monete.
Il ruolo di Bush nei prossimi mesi, quindi, risulta molto
delicato e sarà legato da una parte all'attuazione di una politica di bilancio
pragmatica, avallata da Greenspan e capace di non scuotere i mercati. Dall'altro
lato la sua azione sarà condizionata dalla forte tentazione di attuare una
ricetta reganiana dal forte significato storico-politico.
problema
dell'inflazione ed in particolare della paura dell'inflazione come problema
caratterizzante tutto il XX° secolo: "Io ho
paura dell'inflazione ed ho paura della paura dell'inflazione".
In una recente
intervista i due nobel hanno espresso pareri discordanti sui provvedimenti che
Bush dovrà prendere all'inizio del suo mandato ed in particolare sulla
politica fiscale che dovrebbe aiutare gli Usa ad evitare la recessione. Friedman,
in linea con la sua impostazione liberista, è perfettamente concorde con
l'attuazione di una politica improntata al rigore
fiscale per evitare che il surplus del bilancio
possa cadere nelle mani dello Stato, anche se sostiene che sia la politica
fiscale, sia quella monetaria avrebbero un impatto limitato sull'economia:
"Il vero volano della crescita è il mercato e questi ultimi anni hanno
dimostrato che la straordinaria crescita economica è stata determinata
soprattutto dall'innovazione tecnologica aiutata dallo spirito di libertà che
l'ha circondata".
Di contro per Samuelson la
riduzione fiscale non avrebbe effetti immediati sull'economia reale che in
questo momento si trova in una situazione delicatissima e necessita di un cura
d'urto. Sarebbe invece salutare un intervento della Fed attraverso un taglio dei
tassi per incoraggiare la crescita ed evitare la recessione: "Le
iniziative fiscali di Bush non avrebbero alcun impatto sui prossimi 5 trimestri:
l'andamento a breve dipenderà dalle performance di alcuni settori
economici". Sempre secondo il professore di economia del Massachusetts
Institute of Technology, il problema valutario non rappresenterebbe motivo di
preoccupazione, e la sua grande fiducia sull'euro e sull'Europa risulta chiara
dalle sue parole: "Anche se l'economia americana dovesse rallentare, non vi
saranno conseguenze negative per l'Europa, perché gran parte della crescita
economica europea è generata all'interno dell'Uem".
Più prudente è, invece, Milton Friedman che non è
preoccupato per il futuro del dollaro, in quanto garantito dai numerosi
investimenti espressi col biglietto verde che se dismessi andrebbero a pesare
sul portafoglio degli stessi investitori. Inoltre
pur ammettendo che l'euro sia sottovalutato nei confronti del dollaro, è
ottimista su quest'ultimo perché, a suo modo di pensare, non ci saranno
movimenti traumatici, ma semplicemente aggiustamenti necessari fra le due monete.
Il ruolo di Bush nei prossimi mesi, quindi, risulta molto
delicato e sarà legato da una parte all'attuazione di una politica di bilancio
pragmatica, avallata da Greenspan e capace di non scuotere i mercati. Dall'altro
lato la sua azione sarà condizionata dalla forte tentazione di attuare una
ricetta reganiana dal forte significato storico-politico.
Studio C.F.A.
BORSE: i mercati all'esame del Nyssa
17
Gennaio 2001
16:35 New
York (Michele Mondiello)
La New York Society of Security Analysts ha dichiarato la fine dell'era
Internet e dei 'soldi facili e raccomanda agli investitori di scegliere sui
listini con la massima attenzione.
Cosa preannuncia la recente volatilita’ nei titoli azionari?
Il Presidente della Federal Reserve Bank Alan Greespan ha messo in atto
un’azione audace, tagliando il tasso ufficiale di sconto di un quarto di punto
e i fondi federali di 50 punti base prima del meeting della Federal Reserve
fissato al
Molti ritengono che questa impennata iperbolica sia il risultato di
acquisti che diventeranno vendite nel breve termine, quindi un’impennata dalla
vita breve. Le stime sugli utili indicano che ulteriori riduzioni nei profitti
netti faranno proseguire il trend al ribasso delle equities nel nuovo anno,
nonostante nessuno per adesso anticipi questo movimento, come afferma Byron Wien,
Managing Director e Chief Investment Strategist di Morgan Stanley Dean Witter.
Abbiamo assistito alla piu’ lunga fase di espansione economica nella
storia degli Stati Uniti; la crescita del mercato senza precedenti del 25% annuo
negli ultimi 5 anni era insostenibile, e doveva finire prima o poi. Wien ritiene
che Greenspan abbia sbagliato a pompare troppo denaro nel mercato ad un tasso
sbalorditivo, e che in retrospettiva vedremo come si sia trattato di un errore
serio. Secondo Wien, l’economia si trova in uno stato di eccessivo
indebitamento poiche’ i privati cittadini e le societa’ hanno investito in
borsa senza essere coperti, e questo indebitamento dovrebbe persistere e
ritardare il cammino della crescita.
Azioni contro titoli di stato
Attualmente, il consenso degli analisti di Wall Street si attende un
ulteriore taglio dei tassi d’interesse di almeno 50-100 punti base.
Normalmente cio’ sarebbe molto positivo per i titoli di stato, ma ancora vi
e’ un rapporto rischio/guadagno migliore nei titoli azionari, come afferma
Phil Orlando, CFA e Chief Investment Officer di Value Line Asset Management.
Orlando aggiunge che, nonostante il prodotto interno lordo risulti dell’1,2% o
addirittura in negativo quest’anno, contro il 2,3% dell’anno scorso, lui
collocherebbe comunque i propri investimenti per l’80-85% in titoli azionari,
il 10-15% in titoli di stato e una modesta quantita’ in valuta.
Wien dichiara di aspettarsi che la crescita continui, ma ad un tasso
inferiore del 10%. Questa ritmo piu’ lento e’ in parte risultato di una
riduzione della spesa in tecnologia. Diversamente da quanto successo nel 1997,
1998 e 1999 (nell’ultimo caso in parte a causa del millennium bug), quest’anno
e i prossimi anni non vedremo altrettanta spesa. Le societa’ non hanno piu’
un’attitudine “dobbiamo per forza” quando si tratta di investire capitali
in tecnologia, e i budget senza lmiti sono stati eliminati.
Thomas Gallagher, Senior Managing Director of International Strategy and
Investment Group, afferma che i tagli dei tassi non sono un’indicazione
assoluta delle preoccupazioni della FED, ma piuttosto una via per evitare una
situazione di stallo a Washington. Gallagher ritene che la mossa della FED
potrebbe essere stata studiata per anticipare l’inizio della discussione al
Congresso del piano per la riduzione delle tasse; inoltre Greespan potrebbe
voler essere a bordo campo quando cio’ avviene. Il Congresso potrebbe stupire
tutti approvando i tagli alle tasse, facendo si che il primo anno di presidenza
di Bush sia quello in cui costui riesca a realizzare la parte piu’ importante
dei suoi progetti, contrariamente a quanto la gente si aspetta.
Dove verranno spesi i nuovi capitali?
Molti saranno occupati a ungere le ruote dei titoli azionari della Old
economy, afferma Berman. Le societa’ di brokeraggio investiranno nella
prossima e scontata maniera di servire al meglio la propria clientela e gestire
i propri capitali, non nella prossima ondata di nuove societa’, dal momento
che e’ ora noto che investire nelle nuove societa’ significa correre troppi
rischi a breve termine. Berman ha sottolineato che alcuni “elementi
selezionati” del comparto tecnologico continueranno a essere in cima alla
lista delle societa’ su cui si investe, perche’ gli investimenti andranno
sempre in quelle aree dove ci si aspetta alti rendimenti, in un breve lasso di
tempo. Le grosse societa’ si concentreranno ora sull’essere sicuri che il
loro utilizzo di Internet riguardi i propri clienti e i propri fornitori;
vorranno lavorare con societa’ a loro familiari o con cui hanno concluso
affari per molto tempo, non societa’ piccole e sconosciute senza un passato
sicuro.
Arnold Berman, CFA e Managing Director di SoundView Technology Group, ha
affermato che quando il Nasdaq si stava muovendo verso quota 5.000, il settore
tecnologico era percepito come meno sensibile agli investimenti di altri settori
del mercato. Il mercato era in uno stato di follia, realizzando ora che gli
investimenti basati su prospettive di crescita erano di gran lunga
sopravvalutati. Gli investitori hanno scoperto che e’ molto piu’ facile
mettere su un negozio che il suo marchio, secondo Berman. Egli inoltre aggiunge
che, 4 anni fa, vedevamo eccitati Amazon.com come una societa’ con potenziale
di crescita in un settore in espansione e quotazioni alle stelle. Ora vediamo
Amazon sulla copertina delle riviste e osserviamo il prezzo delle sue azioni
giu’ dell’85%.
Quando e’ stata l’ultima volta che avete sentito parlare del “New
Paradigm”?
Nessuno ha piu’ parlato del New Paradigm da quando il mercato ha
iniziato la sua Marcia al ribasso. Sembra che i vecchi tempi stiano tornando
indietro e c’e’ un ritorno alla normalita’, dove le valutazioni contano.
Le Dot.com che hanno dato alle societa’ del settore Internet una cattiva
reputazione stanno scomparendo. Il 2001 non sara’ piu’ “Dot.com contro
Internet”. Invece, sara’ definito piu’ chiaramente come la Old Economy
contro la New Economy. In questa prossima fase, la vecchia economia cambiera’
maggiormente attraverso le applicazioni, e in questo campo Internet
continuera’ a offrire sempre maggiore efficienza.
I dipendenti delle societa’ della nuova economia potrebbero tornare a
lavorare per societa’ della vecchia economia, dato che bassi salari e
pacchetti di benefit poco allettanti generano disinteresse. Questo flusso di
personale potrebbe forzare le societa’ della nuova economia a offrire salari
piu’ alti per trattenere i propri dipendenti, il che aumentera’ il periodo
di tempo necessario per raggiungere i profitti.
Non tutte le societa’ sono gia’ state estromesse dal campo di battaglia e Wien sente che in futuro ci saranno altri attriti. Wien aggiunge, dal momento che non siamo ancora arrivati a valutazioni appropriate, che i titoli di stato continueranno a rendere piu’ delle azioni nell’anno che abbiamo davanti. Ci dice di aspettarci una tremenda volatilita’ e a febbraio dovremmo vedere una spesa ingannatrice; mentre un miglioramento delle societa’ di personal computer e di comunicazione sorprenderebbe tutti. Internet continuera’ a crescere e a offrire opportunita’. Orlando ritiene che l’appropriata miscela di allocazioni delle attivita’ debba essere in titoli tecnologici (software o immaganizzazione dati di rete), servizi finanziari, energia, prodotti primari per i consumatori (specialmente quelli sanitari) e titoli selezionati di societa’ di vendita che sono caduti in disgrazia. Cercare opportunita’ nei titoli ora sotto pressione.
Fonte Wall Street Italia.com