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A quando le mani forti ?
12
Gennaio 2002
Sintetizziamo l'attuale fase storica dei mercati:
- Il fattore esogeno che ha scatenato l’ultimo movimento di ribasso, e’
stato rimosso, ma i corsi continuano a non riprendere i valori ante attacco.
- Le banche centrali hanno agito
pesantemente sulla leva monetaria per favorire il movimento di espansione
economica, ma questa tarda ad arrivare.
- Le
aspettative di tutti gli operatori sono comunque positive, ed i commenti
che si fanno sono del tipo “ siamo scesi abbastanza, non possiamo che
riprenderci”;
questo discorso l’abbiamo sentito per tanti titoli, tipo “ha già perso il
50%, salirà”, mentre molti titoli perdono attualmente il 70-80% dal massimo.
- Nelle sale operative delle principali
banche e società di gestione, lavorano persone che hanno vissuto il più lungo
periodo di rialzo e di espansione economica dal dopoguerra. Questo
fa si che la forma mentis, e la view di queste persone sia “ tendenzialmente
rialzista”.
Un’inversione definitiva e duratura potrebbe cogliere molti operatori
impreparati, e con la forte tentazione di mediare, che in un mercato ribassista
porta alla rovina di molti investitori.
- Oggi, come 12 anni fa non abbiamo
l’esatta percezione delle conseguenze che la perdita di diverse
centinaia di migliaia di miliardi di capitalizzazione di borsa, ha avuto sui
bilanci dalle principali banche (quanti casi Enron ci saranno? )
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LE NOSTRE
CONCLUSIONI
La
situazione emotiva che stiamo vivendo oggi, somiglia in modo preoccupante a
quella vista nel passato. Lo stesso ottimismo, la stessa positività, la
stessa fiducia, “ ad ogni costo”, aleggiano su mercati che non possono, e
non vogliono, pensare ad una continuazione del trend ribassista.
Il trend
invece è ribassista. Il violento e
repentino rimbalzo che abbiamo visto dai minimi di settembre, non e’ stato
sufficiente per invertire la situazione.
Quel rimbalzo è scaturito soprattutto da ragioni tecniche (si veniva da –30%
in tre settimane, peggior risultato di sempre per il nostro indice) e da un
attestato di fiducia che ora vuole una controprova tangibile, che non arriva.
I players finali, cioè i partecipanti
al mercato che hanno comperato nell’ultima fase di rialzo, sono ancora esposti
con posizioni in pesante minusvalenza, di cui non si sono ancora
liberati.
La domanda fondamentale è: come
sono posizionati i players primari? Come si stanno comportando le mani forti che
hanno ceduto i titoli sul movimento di risalita?
E’
nostra opinione che, al momento, queste mani primarie siano ancora alla
finestra.
Statisticamente l’entrata di questi investitori avviene in concomitanza con
l’uscita dal mercato dei finali che, come detto, sono ancora presenti.
Spaventati, in pesante perdita, ma ancora con la speranza di rivedere i massimi
di due anni fa.
Una bolla
speculativa come quella appena vista, richiede molto tempo per essere
riassorbita e metabolizzata.
Ricordiamo a tal proposito che, l’ultima bolla che ha caratterizzato il nostro
mercato, risale al 1986, e solo per segnare i minimi ci vollero 6 anni
(settembre 1992), durante i quali assistemmo anche ad un buon rimbalzo, che
rimase però una correzione intermedia di un trend ribassista di medio.
Abbiamo
pertanto buoni motivi per ritenere
che nel medio/lungo periodo, il mercato azionario possa
seguire la falsa riga del Nikkei anni ’90, proseguendo la
correzione in essere, e andando a ricercare nuovi livelli di minimo.
Studio C.F.A.
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