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PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO - Martedì 20 Gennaio 2009

PARTE  2

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Crolla la ricchezza europea
(20/01/2009)
Era inevitabile, da piu' parti era stato ripetuto che la vecchia Europa aveva resistito meglio fino ad ora la gigantesca crisi economica mondaile ma che prima o poi l'onda lunga si sarebbe abbattuta anche su di noi. E cosi' sembra che stia per accadere.

L'ufficio statistico europeo, l'Eurostat, ha fatto le sue previsioni per il Prodotto interno lordo e il Vecchio Continente ne esce piuttosto malconcio.
Secondo Eurostat, infatti, nel 2009 si prevede un crollo del Pil dell'1,9%, anche se poi dice di sperare che entro la fine dell'anno possano vedersi gia' i segnali di una ripresa, con un 2010 che dovrebbe vedere un ritorno alla crescita, anche se contenuta a un modesto +0,4%.

Tra i principali paesi che aderiscono alla moneta unica, secondo Eurostat la Germania chiuderà il 2009 con una flessione del 2,3%, la Francia dell'1,8% e la Spagna, come l'Italia, con un Pil in calo a -2%.
E in un contesto di crisi (meno ricchezza e quindi meno entrate dalle tasse) ci sarà un maggiore intervento pubblico per stimolare l'economia (anche qui meno entrate e più spese) per cui alla fine molti paesi dovranno fare i conti con i debiti.

Secondo le stime, fra i paesi dell'area euro, il deficit piu' pesante rispetto al Pil sara' quello dell'Irlanda (11,0%), ma male anche la Spagna (6,2%), Francia (5,4%), e Portogallo (4,6%). Situazione piu' leggera per l'Italia (3,8%) e Grecia (3,7%), mentre restano sui limiti di Maastricht la Germania (2,9%) e il Belgio (3%).
Ma non mancano le tensioni anche al di fuori dei confini dell'area euro, in patrticolare colpisce la previsione sul Regno Unito (con un rapporto deficit Pil all'8,8%).

Tira per Eurostat una brutta aria anche sul fronte del mercato del lavoro, per il 2009 l'Istituto vede una forte crescita dei tassi di disoccupazione, che nell'area euro dovrebbe toccare quota 9,3%, si parla di qualcosa come 3 milioni e mezzo di posti di lavoro in meno. Situazione complicata anche in Italia, dove il tasso di disoccupazione dovrebbe passare nel 2009 all'8,2%, contro il 6,7% del 2008. Unica nota positiva ma inquietante, l'inflazione, che dovrebbe calare drasticamente in Italia a quota +1,2%, salvo poi ripartire con la ripresa econmica a +2,2% nel 2010.

 

 

20 Gennaio 2009 08:43
Borse Asia Pacifico pesanti, tiene soltanto Shanghai
MILANO (Reuters) - Le borse dell'area Asia-Pacifico si muovono in deciso ribasso depresse dai crescenti timori sulla situazione del settore finanzario, che potrebbe aggravare la crisi economica globale. L'ultima scintilla è arrivata da Royal Bank of Scotland, che ieri ha annunciato la maggiore perdita nella storia delle società britanniche, e dopo che il secondo piano di sostegno alle banche varato da Londra non sembra aver dato fiducia. La sterlina è scesa al minimo di sette anni, l'euro al minimo delle sei settimane. I futures Usa sono in calo, suggerendo una difficile giornata oggi a Wall Street. Dal clima di incertezza traggono beneficio gli asset considerati beni rifugio, come lo yen giapponese e i bond della regione. "Il mercato si sta rifocalizzando su un quadro più globale (di crisi)", mentre si prevede una deludente stagione di risultari societari e nonostante l'insediamento oggi del 44esimo presidente statunitense Barack Obama, spiega Justin Gallagher, responsabile a Sidney del sales trading di Abn Amro. L'indice regionale MSCI dell'azionario dell'Asia-Pacifico - che non comprende la borsa di Tokyo - intorno alle 8,30 cede quasi il 3%, mentre il Nikkei ha chiuso in calo di oltre il 2%. Le piazze dell'area registrano flessioni tra il 2 e il 3%. La peggiore al momento è SIDNEY, in flessione di oltre il 3% sui minimi dei due mesi appesantita da minerari e bancari. TAIWAN in chiusura è scesa al livello più basso dell'ultimo mese e mezzo, con TSMC che ha guidato i ribassi. Il produttore di chip ha detto di prevedere deludenti utili nel quarto trimestre. Unica nota postiva, in assoluta controtendenza quindi, SHANGHAI, che in chiusura ha toccato il massimo delle ultime quattro settimane per il secondo giorno consecutivo, sostenuta dai guadagni dei titoli di brokeraggio e di quelli legati all'acciaio.
 


 

20 Gennaio 2009 08:43
Borse Asia Pacifico pesanti, tiene soltanto Shanghai
MILANO (Reuters) - Le borse dell'area Asia-Pacifico si muovono in deciso ribasso depresse dai crescenti timori sulla situazione del settore finanzario, che potrebbe aggravare la crisi economica globale. L'ultima scintilla è arrivata da Royal Bank of Scotland, che ieri ha annunciato la maggiore perdita nella storia delle società britanniche, e dopo che il secondo piano di sostegno alle banche varato da Londra non sembra aver dato fiducia. La sterlina è scesa al minimo di sette anni, l'euro al minimo delle sei settimane. I futures Usa sono in calo, suggerendo una difficile giornata oggi a Wall Street. Dal clima di incertezza traggono beneficio gli asset considerati beni rifugio, come lo yen giapponese e i bond della regione. "Il mercato si sta rifocalizzando su un quadro più globale (di crisi)", mentre si prevede una deludente stagione di risultari societari e nonostante l'insediamento oggi del 44esimo presidente statunitense Barack Obama, spiega Justin Gallagher, responsabile a Sidney del sales trading di Abn Amro. L'indice regionale MSCI dell'azionario dell'Asia-Pacifico - che non comprende la borsa di Tokyo - intorno alle 8,30 cede quasi il 3%, mentre il Nikkei ha chiuso in calo di oltre il 2%. Le piazze dell'area registrano flessioni tra il 2 e il 3%. La peggiore al momento è SIDNEY, in flessione di oltre il 3% sui minimi dei due mesi appesantita da minerari e bancari. TAIWAN in chiusura è scesa al livello più basso dell'ultimo mese e mezzo, con TSMC che ha guidato i ribassi. Il produttore di chip ha detto di prevedere deludenti utili nel quarto trimestre. Unica nota postiva, in assoluta controtendenza quindi, SHANGHAI, che in chiusura ha toccato il massimo delle ultime quattro settimane per il secondo giorno consecutivo, sostenuta dai guadagni dei titoli di brokeraggio e di quelli legati all'acciaio.
 

 

20 Gennaio 2009 20:37 MILANO
Borsa: Europa in calo, tiene solo Londra
di ANSA
Con tempesta sul credito, complice pessimismo di Wall Street
(ANSA) - MILANO, 20 GEN - Sulle banche torna la paura e le Borse europee,complice il pessimismo di Wall Street,chiudono in perdita per il secondo giorno consecutivo. L'indice Dow Jones 600, che fotografa l'andamento dei maggiori titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha chiuso in calo del 2,12%, mentre Londra e' riuscita a contenere la discesa sotto il mezzo punto percentuale grazie alla tenuta di alcuni big dell'energia e delle materie prime. Dopo la caduta delle Borse asiatiche, i listini europei avevano iniziato la seduta nel segno dell'incertezza, ma i segnali ancora preoccupanti sul mondo del credito e le prime negative contrattazioni di settimana a Wall Street, chiusa alla vigilia per festivita' nazionale, hanno peggiorato progressivamente l'andamento degli indici europei. Il nucleo della tempesta e' ancora formato dal settore del credito, appesantito anche dai giudizi poco rassicuranti su Bnp Paribas. L'indice Dj stoxx di comparto ha ceduto il 6,84% finale, con le scivolate vistose del 17,16% di Barclays, del 13,67% di Societe' generale, del 13,33% della stessa Bnp e dell'11,21% di Royal Bank of Scotland. Molto male anche Fortis (-9,84%), Banco Santander (-7,57%), l'italiana Unicredit (-7,10%) e Credit Agricole (-6,98%). Sulle vendite di giornata ha pesato anche il crollo negli Stati Uniti di Bank of America, che dopo circa quattro ore di seduta a Wall Street cede il 19%.(ANSA).


 

20 Gennaio 2009 20:50 NEW YORK
EMERGENZA: BANK OF AMERICA HA BISOGNO DI ALTRI $80 MILIARDI
di WSI
Bank of America ha bisogno di altri $80 miliardi in nuovi capitali per far fronte alla crisi e all'enorme ammontare di assets in bilancio, secondo un rapporto pubblicato a Wall Street.
Ultimissime notizie dal fronte bancario: Bank of America ha bisogno di altri $80 miliardi in nuovi capitali per far fronte alla crisi e all'enorme ammontare di assets in bilancio, secondo un rapporto appena pubblicato da una banca di Wall Street.



 

 

 

WALL STREET: IN GINOCCHIO NEL GIORNO DI OBAMA

20 Gennaio 2009 22:03 NEW YORK - di WSI
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L'uscita di scena di Bush e il giuramento di Barack Obama non sono riusciti a distrarre Wall Street dalla gravita' dei problemi economici che l'America deve fronteggiare. Crollano i finanziari con State Street; ondata di Sell su Citi, Bofa, JP Morgan.
Dopo la pausa per la ricorrenza del Martin Luther King Day, gli operatori hanno ripreso le operazioni di trading accompagnati da un sentiment ribassista che ha spinto i listini azionari in forte calo. I nuovi problemi all’interno del settore bancario e le grigie previsioni sugli utili societari non hanno fatto altro che evidenziare la profondita’ della crisi economica ereditata dal nuovo presidente americano Barack Obama. Il Dow Jones, sotto la soglia degli 8000 punti, ha chiuso con un calo del 4.01% a 7949, l’S&P500 ha ceduto il 5.28%a 805, il Nasdaq e’ arretrato del 5.78% a 1440.
Il sell-off sui listini, deboli fin dall’avvio, si e’ intensificato subito dopo la chiusura della cerimonia per l’insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca. Nel discorso d’inaugurazione, il presidente Usa non ha fornito nuovi dettagli sul modo in cui la nuova amministrazione tentera’ di risolvere la pesante crisi economica in atto, gravando sull’umore degli operatori, gia’ nero per via delle cattive notizie sulle condizioni bancarie negli Stati Uniti ed in Europa.
"Penso che gli investitori si aspettassero qualcosa, un segnale, un piano, una speranza" ha affermato Joe Saluzzi, manager di Themis Trading. "Ma non si e’ sentito niente che gia’ non si conoscesse". Dalla vittoria delle elezioni a novembre, Wall Street ha puntato molto sui nuovi piani di Obama, fiduciosi sulla stabilizzazione dell’economia a sul blocco del continuo aumento del tasso di disoccupazione.
A gravare sulla performance dei listini e’ stata ancora una volta la diffusa debolezza dei titoli bancari, nel mirino di short e ribassisti. State Street, il piu’ grosso money manager al mondo per istituti finanziari, ha annunciato una perdita di $6.3 miliardi nel proprio portafoglio e ridotto le stime sui prossimi risultati fiscali. Il titolo ha lasciato sul terreno il 57%, trascinado al ribasso Citigroup (-18%), Bank of America (-27%), JP Morgan (-19%). Gli spider settoriali XLF e BKX (quest’ultimo ai minimi dal 1995) hanno ceduto rispettivamente il 15% e il 18%.
"Se le banche non invertono rotta, non c’e’ speranza di assistere ad un recupero dell’azionario" ha continuato Saluzzi. "Finche’ i bilanci di queste banche non verranno puliti, e ci vorranno diversi trimestri ancora, nessun comprera’ titoli del settore". La crisi non da’ segnali di cedimento neanche in Europa. Il governo britannico ha annunciato un secondo piano di salvataggio per le banche; Royal Bank of Scotland ha lanciato un allarme su una possibile maxi perdita di $42 miliardi per l’anno fiscale da poco conclusosi. Pesanti perdite anche per Lloyds Banking.
A New York si respira anche un certo clima di nervosismo in vista dei numerosi risultati trimestrali che verranno rilasciati in settimana. Colossi come Google, General Electric, US Bancorp, Microsoft, riporteranno i numeri fiscali nei prossimi giorni. Le stime non sono delle piu’ incoraggianti, considerate le attuali condizioni economiche e il deterioramento del mercato del lavoro. Numeri in chiaroscuro per Johnson & Johnson che ha riportato un profitto leggermente superiore alle attese ed un calo del 4.7% dei ricavi, peggiore del consensus. Subito dopo la chiusura delle borse sara’ la volta del gigante informatico IBM.
Sugli altri mercati, in rialzo il petrolio. I futures con consegna febbraio, all'ultimo giorno di scambi, hanno guadagnato $2.23 a $38.74. Sul valutario, calo dell’euro. Nel tardo pomeriggio di martedi' a New York il cambio nei confronti del dollaro e’ di 1.2887. In buon progresso l’oro: i futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno guadagnato $15.30 a $855.20 l’oncia. In calo i Titoli di Stato Usa. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 2.3450% dal 2.3040% di venerdi'.

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 

 

 

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