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26 Gennaio 2010 01:23 NEW YORK
TASSI USA: UN RIALZO AVREBBE EFFETTI DISASTROSI
di WSI
Secondo Goldman non solo la Fed non alzera' i tassi, ma
farebbe meglio a non provarci. Altrimenti sarebbe un
disastro. I tempi sono prematuri. L'inflazione e' sotto
controllo e l'economia non ha ancora recuperato
abbastanza forza.
Non solo Goldman Sachs sostiene che la Fed non alzera' i
tassi. Gli analisti della banca d'affari si spingono
oltre, avvertendo che non dovrebbe nemmeno provarci.
Altrimenti sarebbe un disastro.
Cosi' facendo Goldman si e' messa in una posizione
privilegiata. Tutto da copione se la Fed non apportera'
nessuna modifica in fatto di politica monetaria. Ma se
Bernanke dovesse alzare i tassi prima di quanto previsto
dagli analisti, sara' lui ad aver commesso un grave
erroe, non certo loro.
Secondo gli analisti al momento gli Stati Uniti non sono
ancora pronti per una stretta monetaria. Se da un lato
e' vero che alcuni dati macroeconomici suggeriscono che
sia ormai giunto il momento di un rialzo dai livelli
minimi storici dove si trovano al momento i tassi guida,
le cifre riguardanti l'inflazione dimostrano che in
realta' non e' ancora giunto il momento propizio.
Lo scenario che fa' da sfondo alla riunione di due
giorni del Comitato di politica monetaria della banca
centrale sembra abbastanza incoraggiante per quegli
esponenti in favore di una graudale exit strategy dalle
misure straordinarie messe in atto per rilanciare
l'economia.
Nel quarto trimestre la crescita del PIL ha mostrato
un'accelerazione di quasi il 6% (su base annualizzata);
nonostante il rapporto occupazionale peggiore delle
attese in dicembre, le perdite di posti di lavoro sono
diminuite nettamente rispetto nell'ultimo anno. Il tasso
di disoccupazione e' rimasto invariato per gli ultimi
tre mesi e il mercato azionario e' in rialzo di oltre il
60% dai minimi toccati a marzo 2009.
I prezzi sono ancora bassi e l'economia non ha
recuperato abbastanza forza per giustificare l'inizio di
una vera e propria exit strategy, ovvero non solo
l'interruzione delle operazioni di supporto a livello di
liquidita' e di acquisto degli asset, ma anche una
stretta monetaria.
Non solo l'inflazione e' gia' sotto il target della Fed
dell'1.5%-2%, ma il livello di attivita' e' di gran
lunga inferiore al potenziale di cui c'e' bisogno per
parlare di una crescita forte per un periodo prolungato.
Quando questo evento si verifichera' allora si potra'
cominciare a parlare di un rialzo dei tassi.
La Borsa di Tokyo chiude in forte ribasso, male
gli esportatori, crolla KDDI
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi per la terza seduta di
fila in ribasso. Il Nikkei ha perso l'1,8% a 10.325,28
punti ed il Topix il 2% a 916,40 punti. Secondo quanto
riporta Reuters la Cina avrebbe chiesto a due delle sue
principali banche un aumento addizionale dello 0,5%
delle loro riserve obbligatorie. L'agenzia stampa Dow
Jones riporta da parte sua che le due banche in
questione avrebbero congelato la concessione di prestiti
per il resto di gennaio. I timori legati alla stretta
monetaria in Cina hanno spinto lo yen. Il dollaro è
sceso al di sotto della soglia dei ¥90. Tra gli
esportatori Toyota (JP3633400001) ha perso il 2,5%,
Honda (JP3854600008) il 2,7%,Canon (JP3242800005)
l'1,6%, Panasonic (JP3866800000) il 5,3% e Sony
(JP3435000009) il 4,8%.
Tra i bancari Mitsubishi UFJ Financial (JP3902900004) ha
perso il 3,1% e Mizuho Financial Group (JP3885780001)
l'1,7%.
Il calo dei prezzi delle materie prime ha penalizzato
anche oggi i titoli delle grandi holdings commerciali.
Mitsui & Co. (JP3893600001) ha perso lol 2,6% e
Mitsubishi Corp. (JP3898400001) l'1,5%.
KDDI (JP3496400007) ha chiuso in ribasso dell'8,6%. Il
secondo operatore giapponese di telefonia mobile ha
ridotto gli obiettivi per il suo utile netto per
l'intero esercizio ed annunciato l'acquisto per $4
miliardi della partecipazione di Liberty Global
(US5305551013) nell'operatore televisivo via cavo
Jupiter Telecommunications.
Redazione Borsainside 07:34
26 Gennaio 2010 08:50 NEW YORK
OBAMA:MEGLIO UN MANDATO BUONO CHE DUE MEDIOCRI
di Agi
Intervistato dall'ABC alla vigilia del Discorso sullo
Stato dell'Unione, il presidente americano ha
sintetizzato la sua filosofia e ha rassicurato anche che
non alzerà le tasse per chi guadagna meno di 250mila
dollari.
"Preferisco essere un presidente davvero buono per un
mandato, piuttosto che mediocre per due": alla vigilia
del Discorso sullo Stato dell'Unione, Barack Obama ha
sintetizzato cosi' la sua filosofia.
Pressato dalla critiche sulla riforma sanitaria e dalla
bruciante sconfitta elettorale in Massachusetts,
intervistato dall'ABC Obama ha anche escluso di
innalzare le tasse per quelli che guadagnano meno di
250mila dollari.
"Posso garantire che la peggior cosa che potrei fare e'
innalzare le tasse quando l'economia e' ancora cosi'
debole".
Usa, Obama propone congelamento spesa per tre
anni
REUTERS - martedì, 26 gennaio 2010 09:14 WASHINGTON
Il presidente Usa Barack Obama, sotto pressione per il
deficit, proporrà di congelare per tre anni la spesa
pubblica domestica nel progetto di bilancio 2011, una
misura che potrebbe portare a risparmiare 250 miliardi
entro il 2020. Lo hanno rivelato alcuni funzionari ieri
in tarda serata.
Obama delineerà lo stop alla spesa domani nel suo
discorso sullo Stato dell'Unione e lo illustrerà nel
dettaglio il prossimo 1 febbraio.
Il presidente Usa è al centro delle polemiche per il
deficit americano a livello record e ha lanciato una
commissione parlamentare bipartisan per valutare i tagli
alla spesa e l'innalzamento delle tasse per migliorare
la situazione finanziaria dello stato.
I risparmi sul fronte della spesa avranno bisogno
dell'approvazione del Congresso ed escluderanno la
Difesa, i Veterani, la Sicurezza interna e le spese per
gli Affari internazionali, hanno precisato i funzionari.
I funzionari non hanno rivelato quali agenzie o
programmi saranno colpiti da questa misura, ma hanno
detto che il generale congelamento delle spese
discrezionali non bloccherà gli investimenti in alcune
aree e sarà bilanciato con tagli in altri settori.
Considerando l'inflazione, il congelamento in realtà
significherà un taglio alle voci di spesa, hanno detto i
funzionari.
I repubblicani hanno criticato la mossa di Obama,
considerandola solo un paravento, dopo la "spesa senza
precedenti" dell'amministrazione Obama.
Il budget per il 2010 assegna 447 miliardi alle spese
discrezionali esclusa la Difesa, circa un ottavo
dell'intero budget. Le agenzie che potrebbero risentire
della stretta sono i dipartimenti del Commercio, degli
Interni, della Giustizia e del Lavoro e l'agenzia per la
protezione dell'Ambiente.
Nel 2009 gli Usa hanno registrato un deficit record di
1.400 miliardi di dollari. Il congelamento potrebbe
abbassare il deficit dai 10 ai 15 miliardi nel 2011, per
un totale di 250 miliardi entro il 2020, hanno detto i
funzionari.
Bce: Stark, Preoccupa Aumento Deficit Pubblici
In Area Euro
martedì, 26 gennaio 2010 - 9:39 CET
(ASCA) - Roma, 26 gen - ''Siamo seriamente preoccupati
sulle prospettive di crescita dei deficit pubblici'' nei
paesi dell'area euro. E' quanto afferma Jurgen Stark del
board della Bce in un intervento a un convegno a
Francoforte sottolineando inoltre che l'aumento del
debito pubblico mette pressione sul livello dei tassi di
interesse. Guardando al quadro congiunturale,
l'esponente della Bce ribadisce che resta elevata
l'incertezza sul trend dell'economia nell'anno in corso
anche se ''dall'economia reale arrivano indicazioni
incoraggianti''.
Gb: Fuori Dalla Recessione. Pil 4* Trim +0,1%,
Ma Nettamente Sotto Stime
martedì, 26 gennaio 2010 10:50 LONDRA
(ASCA) - Roma, 26 gen - Ultima tra le grandi economie
del Vecchio Continente anche la Gran Bretagna esce dalla
recessione. Nel 4* trimestre del 2009, il Pil ha
registrato una variazione congiunturale positiva pari a
+0,1%, dopo quasi 2 anni sottozero, l'ultimo segno piu'
si era visto nel primo trimestre del 2008. Il dato e'
inferiore sia alle previsioni degli economisti (+0,4%),
sia alle stime della Banca di Inghilterra (+0,6%).
Rispetto al corrispondente trimestre del 2008, la
contrazione su base annuale e' pari a -3,2%. Per
l'intero 2009, il Pil chiude a -4,8%, si tratta della
peggiore performance dell'economia britannica dal 1949.
I dati sono stati diffusi dall'ufficio statistico
nazionale.
Gb: King (Boe), d'Accordo Con Obama. Riformare
Banche In Modo Radicale
martedì, 26 gennaio 2010 11:07 LONDRA
(ASCA-MarketNews) - Londra, 26 gen - Mervyn King,
governatore della Banca di Inghilterra, si avvicina alla
posizioni espresse dalla Casa Bianca sulla riforma del
sistema bancario. Nel corso della sua audizione alla
Commissione Tesoro del parlamento britannico, il
governatore ha detto che ''occorre modificare la
struttura delle passivita' delle banche. Il discorso del
presidente Usa, Barack Obama, mostra che una riforma
radicale e' ormai in agenda''.
Germania, vola la fiducia delle imprese
martedì, 26 gennaio 2010 11:32 BERLINO
(ANSA) - ROMA, 26 GEN - Vola a gennaio l'indice di
fiducia delle imprese tedesche calcolato dall'istituto
di ricerche Ifo, mai cosi' alto dal luglio del 2008. E
l'ufficio di statistica inglese annuncia che la Gran
Bretagna e' uscita dalla recessione. Buone notizie anche
sul fronte della Francia: aumentano i consumi delle
famiglie per i beni durevoli, il dato migliore degli
ultimi 10 anni.
Giappone: S&P taglia outlook a negativo
martedì, 26 gennaio 2010 11:54 TOKYO
(ANSA) - TOKYO, 26 GEN - S&P rivede l'outlook sul debito
sovrano del Giappone, portandolo da stabile a negativo
in vista di un possibile declassamento. La misura
potrebbe essere presa per la minore flessibilita'
fiscale nella disponibilita' del governo. L'agenzia di
valutazione, confermando i rating 'AA' sul lungo termine
e 'A-1' sul breve, mette in guardia sulla 'diminuzione
di flessibilita' della politica economica da parte del
governo' che potrebbe essere motivo di downgrade.
Bce: Allocati 63,4
Miliardi a 7 Giorni. Tasso Fisso 1%
martedì, 26 gennaio 2010 - 11:59 CET
(ASCA) - Roma, 26 gen - Con una operazione di pronti
contro termine la Bce ha allocato al sistema bancariop
63,434 miliardi di euro a sette giorni, tasso fisso 1%.
Soddisfatte tutte le 83 richieste pervenute. Lo comunica
la Bce.
Le Borse della regione
Asia-Pacifico affondano
Tutte le principali borse della regione Asia-Pacifico
hanno chiuso oggi in forte ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso il 2,4% a 3.019,39 punti.
Era da quasi tre mesi che il listino cinese non chiudeva
a tali livelli. Secondo quanto riporta Reuters la Cina
avrebbe chiesto a due delle sue principali banche un
aumento addizionale dello 0,5% delle loro riserve
obbligatorie. L'agenzia stampa Dow Jones riporta da
parte sua che almeno tre grandi banche cinesi hanno
congelato la concessione di prestiti per il resto di
gennaio. Tra i bancari China Construction Bank
(CN000A0HF1W3) ha perso l'1,2%, Shanghai Pudong
Development Bank (CN0009282731) l'1,1% e China Merchants
Bank (CN000A0KFDV9) lo 0,9%. Nel settore immobiliare
China Vanke (CN0008879206) ha chiuso in calo del 3,2%,
Poly Real Estate (CN000A0KE8T0) del 4,8% e Gemdale
(CNE000001790) del 6,2%. Il calo dei prezzi delle
materie prime ha penalizzato i minerari ed i
petroliferi. Nel settore minerario Aluminum Corporation
of China (CNE1000001T8) ha perso il 3,4% e Jiangxi
Copper (CN0009070615) il 2,6%. Nel settore petrolifero
PetroChina (CN0009365379) ha chiuso in calo dell'1,8% e
Sinopec (CN0005789556) del 4%.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso del 2,4% a
20.10933 punti. La stretta al credito in Cina ha pesato
sui settori bancario ed immobiliare anche sulla piazza
finanziaria della città costiera. Tra i bancari HSBC
(GB0005405286) ha perso lo 0,2%, Hang Seng Bank
(HK0011000095) l'1,6%, Bank of East Asia (HK0023000190)
l'1,4% e Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) il
3,4%. Nel settore immobiliare Sun Hung Kai Properties
(HK0016000132) ha perso il 3,2%, Cheung Kong Holdings
(HK0001000014) l'1,9% e Henderson Land (HK0012000102)
l'1,5%. Foxconn (KYG365501041) è crollato dell'8,7%. Il
primo produttore al mondo di cellulari su contratto ha
lanciato un profit warning.
Tra gli altri listini della regione il Taiex a Taipei ha
perso il 3,5%, lo Straits Times a Singapore il 2,5% e il
Kospi a Seul il 2%. La Borsa di Sydney è rimasta oggi
ferma.
Redazione Borsainside 12:13
Ocse, ok il piano Obama
per le banche
martedì, 26 gennaio 2010 - 13:56 CET
(ANSA) - PARIGI, 26 GEN - Il piano di Obama per le
banche piace all'Ocse: potrebbe evitare nuove crisi,
risolvendo i rischi piu' grossi dell'attuale finanza.
Separare il nucleo del commercial banking da alcune
attivita' ad alto rischio nei grandi conglomerati
finanziari,e porre un freno ad ulteriori consolidamenti,
puo' aiutare a evitare una nuova crisi',afferma il
segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria che avverte:
'Alcuni dettagli devono essere chiariti prima che il
piano entri in vigore'.
Fmi: Ripresa Economica
Non Uniforme. Paesi Emergenti Nuove Locomotive
martedì, 26 gennaio 2010 15:10 NEW YORK
(ASCA) - Roma, 26 gen - Ripresa economica globale ''piu'
forte del previsto'', scrive il Fondo Monetario
Internazionale nel World Economic Outlook, tanto che
viene alzata la previsione sul Pil mondiale 2010 dal
+3,1% (stima formulata lo scorso mese di ottobre) a
+3,9%. Una ripresa destinata a proseguire anche nel 2011
e che porta il Fondo ad alzare la previsione sul Pil
mondiale del prossimo anno a +4,3% dal precedente +4,2%.
Ma la ripresa non e' uniforme, spiega il Fondo, e
crescono le divergenze tra economie sviluppate,
destinate a tassi di crescita piu' modesta, e le
economie emergenti, le nuove locomotive del pianeta. Le
economie delle ''diverse aree sono caratterizzate da
differenti velocita''. In particolare l'andamento lento
delle economie sviluppate viene ricondotto ''alla
debolezza della domanda ed alle restrizioni all'accesso
al credito'', spiega il Fondo. Uno scenario ben tradotto
dalle previsioni, l'insieme dei paesi sviluppati
crescera' nel 2010 del 2,1% e nel 2011 del 2,4%.
Tutt'altra musica per le economie emergenti: 6% nel 2010
e 6,3% nel 2011.
Fmi: Nel 2010 Cina Regina
Della Crescita +10%. Spagna Maglia Nera
martedì, 26 gennaio 2010 15:38 NEW YORK
(ASCA) - Roma, 26 gen - Il 2010 sara' ancora l'anno del
Dragone. E' quanto emerge dalle previsioni economiche
del Fondo Monetario Internazionale formulate nel
consueto World Economic Outlook. La Cina infatti
registrera' il piu' alto tasso di crescita del pianeta:
+10% nel 2010, +9,7% nel 2011. Nessuno meglio di Pechino
sia a livello di singoli paesi e sia rispetto alla
crescita economica media del pianeta: +3,9% nel 2010,
+4,3% nel 2011. Dietro la Cina, l'India: +7,7% nel 2010,
+7,8% nel 2011. Poi il gruppo di cinque paesi asiatici
dell'Asean (+4,7% nel 2010, +5,3% nel 2011). Sempre tra
gli emergenti bene Brasile (+4,7% nel 2010, +3,7% nel
2011), Messico (+4% nel 2010, +4,7% nel 2011), Russia
(+3,6% nel 2010, +4% nel 2011). Nel complesso il gruppo
dei paesi emergenti potrebbe crescere del 6% nel 2010 e
del 6,3% nel 2011. Molto piu' modesta la performance dei
paesi sviluppati, nel complesso + 2,1% nel 2010 e + 2,4%
nel 2011, guidati dagli Usa (+2,7% e +2,4% e dal Canada
+2,6% e +3,6%). Il Giappone crescera' dell'1,7% nel 2010
e del 2,2% nel 2011. L'Eurozona presentera' una
performance molto al di sotto delle media del pianeta:
+1% nel 2010 e +1,6% nel 2011. La parte della locomotiva
alla Germania con +1,5% e +1,9%. Tra i big 4
dell'Eurozona, l'Italia si presenta al 3* posto (+1% nel
2010, +1,3% nel 2011%), seguita dalla Spagna. A Madrid
la maglia nera del globo. Nel 2010 la Spagna sara'
l'unico paese a registrare una contrazione del Pil
(-0,6%), per poi salire a un modesto +0,9% nel 2011.
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Giappone - Edizione
Tokyo |
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Emirati Arabi - Edizione Dubai |
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India
- Edizione New Delhi |
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26 Gennaio 2010 16:15
LONDRA - Il Sole 24 ore
VISTI DA LONTANO / Draghi alla Bce, «salto nel buio» (Ft)
Nonostante i frequenti
elogi della stampa internazionale, Mario Draghi non
piace a tutti. Per Ralph Atkins, del Financial Times,
nominarlo presidente della Banca centrale europea
sarebbe «un salto nel buio» poiché «raramente parla di
politica monetaria». In sostanza, a suo parere, non si
sa come la pensi.
Nel blog del Ft "Money Supply", Atkins, capo
dell'ufficio di Francoforte del quotidiano londinese,
giudica «noiosamente convenzionale», almeno per ora, la
gara per la successione a Jean-Claude Trichet alla guida
della Bce. «Solo due possibili candidati vengono
menzionati», Axel Weber, presidente della Bundesbank, e
Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia.
Stando a quanto scritto dal Financial Times, Weber
sembra attualmente in vantaggio, ma «fortunatamente» c'è
ancora molto tempo prima della decisione, poiché Trichet
se ne andrà solo nel novembre 2011. Atkins si augura un
dibattito approfondito su come debba essere il
presidente della Bce del prossimo decennio.
Weber e Draghi, scrive, sono entrambi «attori stagionati
sulla scena internazionale» – il primo ha un passato
accademico, il secondo è stato vicepresidente di Goldman
Sachs International - ma «potrebbero non essere graditi
a tutti». Il presidente della Bce, argomenta il
giornalista, deve essere capace di decisioni dure,
assicurandosi nel contempo di avere dietro di lui un
forte consenso nel consiglio direttivo di 22 membri, che
tradizionalmente non vota.
Weber, secondo Atkins, ha opinioni decise
(conservatrici), ma non è necessariamente abile nel
costruire alleanze. «Mr Draghi – continua - raramente
parla di politica monetaria, nonostante il suo ruolo di
alto profilo come presidente del Financial Stability
Board, quindi nominarlo come presidente della Bce
sarebbe un salto nel buio».
Chi altro potrebbe essere un candidato? Atkins
suggerisce due nomi. Primo, il tedesco Klaus Regling, ex
capo della divisione degli affari economici e sociali
della Commissione europea. «Essendo tedesco, avrebbe
l'appoggio di Berlino». Inoltre, capisce «intimamente»
come funziona la politica dell'eurozona. Il secondo
candidato proposto è lo spagnolo Miguel Fernandez
Ordoñez, il governatore della banca centrale spagnola.
Secondo Atkins, ha già offerto una lezione mondiale di
regolamentazione, poiché le banche spagnole sono le meno
colpite dalla crisi finanziaria. Con l'economia spagnola
duramente colpita dalla recessione, conclude Atkins,
Ordoñez sarebbe in grado di comprendere il difficile
atto di equilibrio necessario per incoraggiare il
ritorno alla crescita senza creare nuove bolle
finanziarie.
Fmi: Megale (Cgil), Si
Allarga Divario Con Altri Paesi
martedì, 26 gennaio 2010 - 16:53 CET
(ASCA) - Roma, 26 gen - ''La verita' e' che nella crisi
il governo non sta facendo quanto necessario e intanto
si allarga il divario con gli altri paesi europei''. E'
quanto afferma il segretario confederale della Cgil,
Agostino Megale, in merito alle stime del Fondo
Monetario Internazionale (Fmi) nell'aggiornamento del
World Economic Outlook. ''Le previsioni del Fmi ci
dicono, infatti che senza interventi a difesa
dell'occupazione e di sostengo alla domanda interna, e
dunque ai redditi da lavoro e da pensione - prosegue
Megale -, saranno necessari 6/7 anni per tornare ai
livelli pre crisi''. Secondo il dirigente sindacale ''la
ragione principale di questa piu' bassa crescita
dell'economia italiana, rispetto a paesi come Germania,
Francia e Inghilterra, risiede nella totale assenza di
qualsiasi progetto di politica industriale, di sostegno
all'occupazione e di riforma fiscale''. Su questo ultimo
punto, in particolare, per Megale ''appare evidente la
tendenza del nostro governo a non stimolare equita' e
crescita attraverso provvedimenti di natura fiscale,
mentre tutti gli altri governi dei paesi
industrializzati hanno invece scelto la leva fiscale per
sostenere i redditi da lavoro e di conseguenza la
domanda interna''. Per questo la Cgil, ''soprattutto in
una fase cosi' dirimente come quella attuale, e con la
dovuta attenzione all'equilibrio dei conti pubblici, ha
aperto una vertenza con il governo per un fisco giusto:
una riforma fiscale basata su un principio di
redistribuzione del reddito e della ricchezza, gia'
visto nella storia di tutti i principali paesi europei,
anche in questa crisi, che porti in tre anni a
lavoratori dipendenti e pensionati 100 euro in piu' in
busta paga ogni mese, attraverso elementi di forte
solidarieta' generati da una vera, e non mediatica,
lotta all'evasione e da un'imposta su gli 'ultraricchi'''.
Una misura che ''sulle orme del governo inglese,
francese e di quelli scandinavi, permetta all'Italia di
ritrovare una crescita ed uno sviluppo tanto equilibrati
quanto in espansione. Solo cosi' - conclude Megale - il
nostro Paese puo' ambire ad una relazione diretta tra
lavoro, cittadinanza e stato. In una parola democrazia''
Cina, Fmi non vede un
serio rischio di bolle sul mercato
REUTERS - martedì, 26 gennaio 2010 17:03 NEW YORK
Il Fondo monetario internazionale non vede un serio
rischio di bolle speculative sul mercato cinese.
A sostenerlo, nel corso di una conferenza stampa nella
capitale statunitense, è Jorg Decressin, a capo della
divisione di studi economici mondiali
dell'organizzazione.
"I prezzi degli asset in diversi settori specifici di
alcune regioni della Cina potrebbero risultare in
lievitazione, ma sicuramente non c'è alcuna diffusa
bolla degli asset", ha affermato.
Poco prima, nell'aggiornamento del Global Financial
Stability Report, il Fondo monetario aveva rivelato che
l'aumento dei prezzi sui mercati di alcuni mercati
emergenti non poteva ancora considerarsi un fenomeno
eccessivo e diffuso.
Usa: Congresso, Deficit
Federale 2010 a 1.350 Mld Pari a 9,2% Del Pil
martedì, 26 gennaio 2010 17:04 WASHINGTON
(ASCA-MarketNews) - Washington, 26 gen - La Commissione
bilancio del Congresso Usa prevede una leggera
diminuzione del deficit federale per quest'anno. Il
disavanzo e' stimato a 1.350 miliardi di dollari, un
livello leggermente inferiore a quello del 2009 (1.400
miliardi). Nonostante questo impercettibile
miglioramento, il rapporto deficit/pil resta molto
elevato a quota 9,2%. Per il 2011 si prevede un calo del
disavanzo a 980 miliardi, nel 2012 a 650 miliardi, nel
2013 a 539 miliardi, nel 2014 a 475 miliardi. Per quanto
riguarda la dinamica del Pil: +2,1% nel 2010, +2,4% nel
2011. La disoccupazione dovrebbe scendere dal 10% di
quest'anno al 9,5% nel 2011 ed al 6,5% nel 2012. Nel
2010 il debito pubblico salira' al 60% del Pil, nel 2011
raggiungera' il 67%. Nel 2001 il rapporto debito/pil
degli Usa era appena il 33%.
Merrill Lynch, India
guida ripresa
martedì, 26 gennaio 2010 - 18:19 CET
(ANSA) - MILANO 26 GEN - Sono Cina e India i paesi di
punta della ripresa globale, con una crescita che nel
2010 dovrebbe attestarsi rispettivamente al 10% e al
17%. E' quanto emerge dal 'Merrill Lynch Wealth
Management Year Ahead 2010'. La crescita prevista,
sempre quest'anno, negli Stati Uniti e nell'area euro e'
piu' modesta e dovrebbe fermarsi, rispettivamente, al 3%
e al 2%. L'economia del Giappone, dopo una flessione
stimata di 6 punti percentuali nel 2009, dovrebbe
mettere a segno una crescita del 3%.
Usa: fiducia consumatori
a 55,9
martedì, 26 gennaio 2010 18:24 WASHINGTON
(ANSA) - ROMA, 26 GEN - L'indice che misura la fiducia
dei consumatori americani a gennaio ha segnato un rialzo
a 55,9 punti da 52,9 di dicembre (rivisto a 53,6). Lo
riferisce Bloomberg. Il dato e' superiore alle
previsioni degli analisti che indicavano un rialzo a
53,5 punti.
Le borse europee salgono
sulla scia di Wall Street, brilla Siemens
Dopo quattro sedute negative di fila i principali
listini azionari europei hanno chiuso oggi in rialzo. Il
FTSE 100 a Londra ha guadagnato lo 0,3%, iI DAX a
Francoforte lo 0,7%, il CAC40 a Parigi lo 0,7%, il FTSE
MIB a Milano lo 0,2% e lo SMI a Zurigo lo 0,5%. La
fiducia dei consumatori è salita a dicembre negli USA ai
suoi più alti livelli degli ultimi seidici mesi. La
notizia ha messo in ombra i timori legati alla stretta
creditizia in Cina e fatto tornare gli acquisti sulle
borse del Vecchio Continente.
Siemens (DE0007236101) ha guadagnato il 5,1%. Il gruppo
tedesco ha aumentato lo scorso trimestre a sorpresa il
suo utile operativo.
Molto bene anche Novartis (CH0012005267): +2,1% a CHF
56,85. L'impresa svizzera ha comunicato questa mattina
che il suo utile è aumentato lo scorso trimestre del
52%. Novartis ha inoltre annunciato un cambio del suo
CEO.
Novo-Nordisk (DK0060102614) ha guadagnato il 3,5%. La
FDA statunitense ha approvato il farmaco Victoza
dell'impresa danese per il trattamento del diabete di
tipo 2. Tra gli altri titoli del settore farmaceutico
AstraZeneca (GB0009895292) ha chiuso in rialzo
dell'1,5%, GlaxoSmithKline (GB0009252882) dell'1,5%,
Roche (CH0012032048) dell'1,2% e Sanofi-Aventis
(FR0000120578) dell'1,4%.
Peugeot (FR0000121501) ha guadagnato a Parigi il 2,1%.
Secondo delle voci di stampa le trattative tra l'impresa
francese e Mitsubishi Motors (JP3899800001) si
troverebbero in una fase di stallo e potrebbero anche
fallire.
Munich Re (DE0008430026) ha guadagnato l'1,2%. Il
leggendario finanziere Warren Buffett ha aumentato la
sua partecipazione nel gigante delle riassicurazioni al
di sopra del 3%.
La debolezza dei prezzi dei metalli ha penalizzato i
minerari. BHP Billiton (GB0000566504) ha perso l'1%, Rio
Tinto (GB0007188757) l'1,1% e Xstrata (GB0031411001)
l'1,7%.
La maggior parte dei bancari ha chiuso in ribasso.
Lloyds Banking Group (GB0008706128) ha perso il 2,3%,
Royal Bank of Scotland (GB0006764012) l'1,6%, Deutsche
Bank (DE0005140008) l'1,1%, Crédit Agricole
(FR0000045072) l'1%, UniCredit (IT0000064854) il 2,2% e
UBS (CH0024899483) l'1,7%.
Redazione Borsainside 18:44
Disoccupazione: Ilo, e' a
Cifre Record Nel Mondo, 212 Mln Nel 2009
martedì, 26 gennaio 2010 18:53 NEW YORK
(ASCA) - Roma, 26 gen - Disoccupazione record nel mondo:
e' arrivata a 212 milioni nel 2009 a seguito di un
incremento senza precedenti di 34 milioni rispetto al
2007, all'apice della crisi globale. E' quanto emerge
dal nuovo rapporto dell'Ufficio Internazionale del
Lavoro (ILO) sulle tendenze globali dell'occupazione.
Sulla base delle previsioni economiche del Fondo
Monetario Internazionale, l'ILO stima che la
disoccupazione globale tendera' a rimanere elevata anche
nel 2010. Nelle economie avanzate e nei paesi
dell'Unione Europea si calcola per il 2010 un incremento
dei disoccupati di 3 milioni di persone, mentre nelle
altre regioni i tassi si stabilizzeranno ai livelli
attuali o diminuiranno solo lievemente. L'ILO ha inoltre
affermato che il numero dei giovani disoccupati nel
mondo e' aumentato di 10,2 milioni tra il 2007 e il
2009, l'incremento piu' elevato dal 1991. Secondo l'ILO,
i lavoratori che hanno un'occupazione ''vulnerabile''
nel mondo sono oltre 1 miliardo e mezzo, ovvero piu'
della meta' (50,6 per cento) della manodopera mondiale.
Secondo le stime, questa cifra avrebbe registrato un
aumento di oltre 100 milioni tra il 2008 e il 2009. Il
Rapporto indica inoltre che 633 milioni di lavoratori e
le loro famiglie vivevano con meno di 1,25 dollari al
giorno nel 2008, con 215 milioni di lavoratori
addizionali a rischio poverta' nel 2009. Cosi', l'ILO
rimarca l'urgenza di ampliare la copertura degli schemi
di protezione sociale di base al fine di tutelare i
poveri dagli effetti devastanti delle improvvise
fluttuazioni dell'economia.
26 Gennaio 2010 19:27
DAVOS - Il Sole 24 ore
Davos, i manager sono ottimistie hanno fiducia nella
ripresa
Trai top manager c'è piu'
ottimismo sulla ripresa economica, anche se i timori su
una ricaduta dell'economia mondiale non sono del tutto
spariti. Anche perché le previsioni non poche volte sono
state smentite dai fatti.
Comunque, l'ottimismo emerge dal tredicesimo Global Ceo
Survey, elaborato da PricewaterhouseCooper (PwC) e
presentato alla vigilia dell'apertura del World Economic
Forum di Davos. L'81% dei 1.198 capitani d'impresa
interrogati da PwC ha fiducia in una ripresa economica
nei prossimi mesi. Il 40% indica anche di voler assumere
nella prossima fase.
I manager che hanno preso parte all'indagine
appartengono a 52 Paesi e, a proposito di assunzioni di
personale, i piu' determinati sono nell'area
Asia-Pacifico ed in Brasile.
Per quel che riguarda la sola Italia, il 95% degli
intervistati ritiene che vi sarà crescita nei prossimi
tre anni ed il 63% indica una crescita nel breve
periodo. Il 30% dei chief executive officer italiani
intende ampliare gli organici nel corso del 2010.
Tornando a livello mondiale, solo un quarto dei manager
prevede di ridurre gli impieghi quest'anno. Nel
complesso la visione dei ceo intervistati è molto meno
scura rispetto a quella di un anno fa, anche se una
certa prudenza rimane. Una ricaduta dell'economia e
dunque una lunga recessione è la voce principale sul
versante dei timori, indicata dal 65%. Alle spalle di
questa, una eccessiva regolamentazione delle attività
economiche, temuta dal 60%. Altri timori, a seguire: i
prezzi dell'energia, la instabilità dei mercati
finanziari. Il 61% dei manager appartenenti al settore
bancario e finanziario è cosciente della perdita di
fiducia subita dal comparto, dopo la recente crisi
finanziaria.
Usa: Dopo No Senato Obama
Vuole Task Force Casa Bianca
martedì, 26 gennaio 2010 - 19:39 CET
(AGI) - Washington, 26 gen. - Il presidente Usa Barack
Obama sta considerando la possibilita' di creare una
propria task force anti-deficit, dopo il no del Senato
alla proposta di istituire una commissione bipartisan
per ridurre il deficit federale. "E' certamente una
delle due, tre cose su cui abbiamo iniziato a discutere"
rivela il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs.
Gm: Conferma Accordo Con
Spyker Per Cessione Saab
martedì, 26 gennaio 2010 - 20:09 CET
(ASCA-AFP) - New York, 26 gen - La General motors
conferma le indiscrezioni lanciate dalla tv Cnbc
sull'accordo con l'olandese Spyker per la cessione della
casa automobilistica Saab (Stoccolma: SAABB.ST -
notizie) . ''Oggi - ha annunciato il vice presidente
corporate per la pianificazione e le alleanze di Gm
(NYSE: GM - notizie) , John Smith - annunciamo una
grande notizia sia per i dipendenti della Saab e i
rivenditori che per i milioni di clienti della casa
automobilistica, i fan sparsi per il mondo e per la
General motors stessa''. ''Gm, Spyker Cars (Amsterdam:
SPYKR.AS - notizie) e il governo svedese - ha aggiunto
Smith - hanno lavorato duramente e con creativita' per
raggiungere un accordo che assicurera' un futuro
sostenibile per un brand unico che rappresenta un'icona
per l'industria automobilistica''. Nella nota si spiega
che Spyker dara' vita a una nuova societa' che si
chiamera' Saab Spyker Automobiles alla quale verra'
associato il marchio Saab. L'accordo dovrebbe chiudersi
entro meta' febbraio
26 Gennaio 2010 20:18 NEW
YORK
FED: BERNANKE, IL VOTO A FINE SETTIMANA
di APCOM
La votazione per la riconferma del capo della Banca
Centrale Usa si potrebbe tenere giovedi' o venerdi'.
Molti i senatori contrari per la politica che ha portato
in crisi Wall Street e l'economia americana.
Il senatore democratico Harry Reid, leader di
maggioranza al Senato americano, ha detto di sperare in
un voto per la riconferma di Ben Bernanke alla guida
della Fed entro giovedì o venerdì.
Il capo della Banca Centrale americana è stato messo
clamorosamente in discussione negli ultimi giorni, con
molti senatori che hanno ritirato il loro appoggio ad un
suo secondo mandato. E' l'effetto della sconfitta
elettorale in Massachusetts per i democratici, che ha
riportato la politica in contatto con il risentimento e
le paure degli americani verso l'economia e la finanza.
Molti senatori hanno puntato il dito contro la politica
monetaria di Bernanke, ritenendola responsabile, se non
complice, della condotta che ha portato Wall Street e
l'economia americana sull'orlo del baratro.
Stando agli ultimi conteggi, Bernanke dovrebbe comunque
riuscire ad ottenere i 60 voti necessari per la
riconferma.
Borse dell'Europa
dell'Est: Chiusura negativa, Mosca -2,8%
Tutte le principali borse dell'Europa dell'Est hanno
chiuso oggi in ribasso.
L'indice RTS ha perso a Mosca il 2,8% a 1.444,33 punti.
I volumi di scambio sono aumentati rispetto a ieri e
sono stati al di sopra della media. I timori legati alla
stretta al credito in Cina ed il calo dei prezzi delle
materie prime hanno fatto scattare oggi una pioggia di
vendite sul mercato azionario russo. Tutte le blue chips
della Borsa di Mosca hanno registrato delle forti
perdite. LUKoil (RU0009024277) ha perso il 4,3%, Rosneft
(RU000A0J2Q06) il 5,2%, Gazprom (RU0007661625) il 2,5%,
Norilsk Nickel (RU0007288411) il 3,2% e Sberbank
(RU0009029540) il 2,5%.
Il BUX a Budapest ha perso l'1,1% a 21.649,55 punti. Tra
i titoli di maggior peso del listino ungherese OTP Bank
(HU0000061726) ha perso l'1,3%, Magyar Telekom
(HU0000016522) l'1,5% e MOL (HU0000068952) il 2,5%.
Gedeon Richter (HU0000067624) ha beneficiato del suo
carattere difensivo ed ha guadagnato lo 0,3%.
Il PX a Praga ha perso l'1% a 1.183,20 punti. Tutti i
titoli principali del listino ceco hanno riperso il
terreno guadagnato ieri. Komercni Banka (CZ0008019106)
ha chiuso in calo del 2,3%, Erste Group Bank
(AT0000652011) dello 0,3% e Ceske Energeticke Zavody
(CZ0005112300) dell'1,1%.
Il WIG a Varsavia ha perso l'1,3% a 39.998,71 punti. I
titoli dei produttori di materie prime hanno guidato la
lista dei ribassi. KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) ha
perso il 2,9%, PKN Orlen (PLPKN0000018) l'1,5% e Lotos
(PLLOTOS00025) il 2,8%. Bene controtendenza il settore
dei media. TVN (PLTVN0000017) ha guadagnato il 2,2%,
Agora (PLAGORA00067) il 2,8% e Cyfrowy Polsat
(PLCFRPT00013) lo 0,3%.
Redazione Borsainside 20:40
Banche: Ue, nel 2010
nuovo stress test
martedì, 26 gennaio 2010 20:59 BRUXELLES
(ANSA) - BRUXELLES, 26 GEN - Le banche del vecchio
Continente nel 2010 saranno di nuovo sottoposte ad uno
'stress test' coordinato a livello europeo. Lo ha detto
Giovanni Carosio, presidente del Cebs (Comitato europeo
di vigilanza bancaria), nel corso di un'audizione al
Parlamento europeo. Il nuovo stresso servira' a
verificare la solidita' finanziaria delle banche e la
loro resistenza di fronte a eventuali nuove crisi.
Le borse dell'America
Latina chiudono contrastate
Le borse dell'America Latina hanno chiuso ieri
contrastate.
Il Bovespa a San Paolo ha perso l'1,1% a 65.523,73
punti. Sul mercato azionario brasiliano ha pesato la
debole performance dei titoli dei produttori di materie
prime. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha chiuso in
ribasso del 2,5%. Il prezzo del petrolio è sceso ieri a
New York al di sotto di quota $75 al barile. Vale
(BRVALEACNPA3) ha perso il 2,6%. Il prezzo del rame ha
chiuso ieri al NYMEX in ribasso dell'1,6%.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in rialzo dello 0,6%
a 30.651,56 punti. Il listino messicano ha beneficiato
del positivo dato sulla fiducia dei consumatori negli
USA. Tra i titoli principali dell'IPC América Móvil
(MXP001691213) ha guadagnato il 2,2%, Cemex
(MXP225611567) il 3,8% e Grupo Mexico (MXP370841019) lo
0,1%. Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) ha perso l'1,5%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il
Merval a Buenos Aires ha perso lo 0,5% e il General a
Lima lo 0,3%. L'IBVC a Caracas ha guadagnato lo 0,7%, l'IGBC
a Bogotà lo 0,9% e l'IPSA a Santiago del Cile lo 0,2%.
Redazione Borsainside 00:55
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WALL
STREET: FUTURES USA DEBOLI A CAUSA DI GIAPPONE E
CINA
26 Gennaio 2010 14:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
Si teme per lo stato di
salute delle finanze giapponesi e per una stretta sul
credito a Pechino. Tiene il Nasdaq: Apple registra il
miglior trimestre della sua storia. Solidi anche i conti
di Texas Instruments. In forte calo i metalli.
Si preannuncia una seduta in lieve calo a Wall Street,
con i contratti sui principali indici azionari che
quando manca un'ora e mezzo all'inizio delle
contrattazioni scambiano sotto i livelli della vigilia
(vedi quotazioni a fondo pagina).
Sul mercato crescono le preoccupazioni per lo stato di
salute delle finanze della seconda maggiore economia
mondiale, il Giappone, e per le misure che la Cina
adottera' per limitare la forte crescita nazionale.
Intanto gli investitori aspettano con ansia di conoscere
la decisione della Fed sui tassi di interesse e su
eventuali exit srategy, la riconferma o meno del numero
uno della Banca Centrale, l'intervento di Obama alla
State of the Union e gli ulteriori sviluppi in materia
di sistema di controllo del settore finanziario.
L'agenzia Standard & Poor's ha rivisto l'outlook sul
debito sovrano del Giappone, portandolo da stabile a
negativo in vista di un possibile declassamento. A monte
della decisione il fatto che il governo del Partito
Democratico non sta agendo con tempismo per risolvere i
problemi finanziari interni.
In un primo momento tale
avvertimento ha spinto il dollaro in rialzo verso lo
yen, prima che il biglietto verde scivolasse nuovamente,
sfavorito da un incremento della propensione al rischio.
Nel frattempo i timori su una possibile stretta sui
prestiti in Cina ha inflitto un duro colpo ai mercati
asiatici.
E' entrata ormai nel vivo la stagione delle trimestrale,
con i risultati di colossi del calibro di Johnson &
Johnson, DuPont, Verizon e Travelers che verranno
pubblicati in giornata.
Malgrado le difficili condizioni economiche, Apple ha
registrato ieri a mercati chiusi il miglior trimestre
della sua storia. La societa' californiana ha venduto un
numero di iPhone superiore alle previsioni, ma ha detto
che tali cifre avrebbero potuto essere piu' alte, ma la
societa' ha voluto mantenere sotto controllo i livelli
delle scorte.
Sugli altri mercati, in forte calo i metalli, in
particolare il platino. Nel comparto energetico in
flessione le quotazioni del greggio. I futures con
consegna marzo cedono $0.62 attestandosi a quota $74.64
al barile. Sul valutario la moneta unica si indebolisce
a $1.4085. In calo anche l’oro a $1092.90 l’oncia
(-$3.90). Avanzano i prezzi dei Titoli di Stato, con il
rendimento sul benchmark decennale che e' sceso al
3.5800% dal 3.6120% di ieri.
Alle 14:00 (le 8:00 ora di New York) il contratto future
sull'indice S&P500 e' in ribasso di 2.50 punti (-0.23%)
a 10090.10.
Il contratto sull'indice Nasdaq 100 segna +1.75 (+0.10%)
a 1800.25.
Il contratto sull'indice Dow Jones cede 8.00 punti
(-0.08%) a quota 10132.00.
WALL
STREET: IN CALO, TIMORI SU ECONOMIA GLOBALE
26 Gennaio 2010 15:30 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
Malgrado i conti migliori
del previsto di componenti del Dow come Apple, DuPont e
Travelers, il mercato non riesce ad estendere i guadagni
di ieri. Pechino impone stretta sul credito. Gli
investitori non rischiano e cercano riparo nel dollaro.
Apertura in rosso per i listini americani, che stanno
cosi' vanificando i rialzi di ieri nonostante una nuova
serie di risultati trimestrali migliore delle stime. Il
Dow Jones cede lo 0.38% a 10157.72 punti, il Nasdaq lo
0.55% a 2198.60 punti, mentre l'S&P 500 lascia sul campo
lo 0.63% a quota 1089.86.
Le componenti del Dow Travelers, Verizon e Johnson &
Johnson hanno tutte riportato utili solidi, dopo che
ieri a mercati chiusi la produttrice di chip Texas
Instruments e il gigante informatico Apple hanno
presentato cifre piu' alte delle attese, rivedendo
inoltre al rialzo le linee guida.
A placare l'entusiasmo sulle cifre di Apple ha influito
un cambiamento nel modo di calcolare i numeri fiscali. I
risultati sono pero' stati sufficienti a far si' che
Citigroup alzasse il prezzo obiettivo dell'azienda
californiana, i cui titoli sono in progresso di circa
l'1.5%.
Il morale generale e' abbastanza basso a causa delle
notizie secondo cui la Cina ha imposto delle restrizioni
sulle attivita' di credito delle Banche, cui si e'
aggiunto il downgrade del rating sul debito sovrano del
Giappone da parte dell'agenzia S&P. Entrambe hanno
inflitto un duro colpo ai mercati asiatici. L'outlook
del Sol Levante e' passato da stabile a negativo.
Una minaccia di questo tipo ha convinto alcuni
investitori ad andare alla ricerca di beni sicuri, il
che ha spinto in rialzo il biglietto verde, attualmente
in progresso dello 0.5% contro le valute rivali. Questo
andamento non favorisce le materie prime, con l'indice
CRB Commodity che cede un punto percentuale.
E' entrata ormai nel vivo la stagione delle trimestrali,
con i profitti di colossi del calibro di Johnson &
Johnson e DuPont che sono risultati superiori delle
stime. L'azienda farmaceutica ha riportato cifre in
realta' contrastanti. Ad un utile piu' alto delle attese
hanno fatto da contraltare le previsioni poco
incoraggianti per l'anno prossimo. J&J ha emesso infatti
un outlook per il 2010 che ha raggiunto a mala pena le
previsioni di Wall Street.
La societa' chimica ha riportato utili migliori del
previsto nel quarto trimestre, grazie ad un balzo del
12.3% del fatturato. DuPont ha inoltre alzato l'outlook
sui profitti dell'anno appena iniziato. Da parte sua
l'operatore tlc Verizon ha archiviato il trimestre in
perdita, ma ha anche registrato una crescita dei clienti
nel settore della telefonia mobile.
Trimestre da record per Travelers. La compagnia
assicurativa newyorchese, aggiunta al Dow, ha registrato
un utile netto in rialzo del 60% a quota $1.29 miliardi,
ovvero $2.36 per aizone, dai $801 milioni, ossia $1.35,
del corrispondente periodo di un anno prima. La notizia
e' piaciuta al mercato, con i titoli che guadagnano
terreno.
Malgrado le difficili condizioni economiche, Apple ha
registrato ieri a mercati chiusi il miglior trimestre
della sua storia. La societa' californiana ha venduto un
numero di iPhone superiore alle previsioni, ma ha detto
che tali cifre avrebbero potuto essere piu' alte, ma la
societa' ha voluto mantenere sotto controllo i livelli
delle scorte. Al momento i titoli accelerano del 2%.
In ambito macro gli investitori hanno ricevuto notizie
da un certo punto di vista positive dal fronte
immobiliare: anche se leggermente inferiori alle stime,
in novembre i prezzi delle case (indice S&P/Case-Shiller)
sono migliorati rispetto al mese precedente per il sesto
mese consecutivo, dimostrando che per il mercato del
mattone il peggio dovrebbe essere ormai alle spalle.
Intanto che il mercato aspetta con ansia di conoscere la
decisione della Fed sui tassi di interesse e su
eventuali exit srategy, la riconferma o meno del numero
uno della Banca Centrale, l'intervento di Obama alla
State of the Union e gli ulteriori sviluppi in materia
di sistema di controllo del settore finanziario, alle 16
italiane vedra' pubblicati i dati relativi alla fiducia
dei consumatori in gennaio e all'indice dei prezzi delle
case relativo al periodo di novembre a cura della FHFA.
Sugli altri mercati, in forte calo i metalli, in
particolare il platino. Nel comparto energetico in
flessione le quotazioni del greggio. I futures con
consegna marzo cedono $1.18 attestandosi a quota $74.08
al barile. Sul valutario la moneta unica si indebolisce
a $1.4061. In calo anche l’oro a $1088.20 l’oncia
(-$8.60). Avanzano i prezzi dei Titoli di Stato, con il
rendimento sul benchmark decennale che e' sceso al
3.5900% dal 3.6120% di ieri.
WALL
STREET: VIRA IN POSITIVO INCORAGGIATA DAI CONSUMI
26 Gennaio 2010 18:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
I listini hanno invertito
rotta dopo la pubblicazione dei dati sulla fiducia dei
consumatori, salita sui massimi da un anno e mezzo. I
conti migliori del previsto delle aziende sono gia'
scontati sui prezzi dei titoli.
La borsa di New York reagisce dopo un avvio sottotono e
si porta sopra i livelli di parita', estendendo cosi' i
rialzi visti ieri. Ad innescare una corsa agli acquisti
sono state le notizie del terzo incremeneto consecutivo
mensile della fiducia dei consumatori.
L'inizio di seduta era stato caratterizzato da una certa
debolezza, dovuta in gran parte alle notizie di una
stretta sui requisiti per le attivita' di prestito
bancarie imposta in Cina, che ha pesato inevitabilmente
sui listini. A meta' seduta gli indici principali
viaggiano pero' intorno al +0.5%.
La fiducia dei consumatori ha raggiunto i livelli piu'
alti da settembre 2008, superando anche le attese degli
analisti. Se a queste cifre si uniscono quelle
confortanti pubblicate ieri secondo cui il peggio per il
settore delle vendite al dettaglio e' ormai alle spalle,
ecco che si capisce perche' i mercati hanno trovato la
forza per invertire rotta. Secondo gli ultimi dati a
disposizione, le vendite retail dovrebbero crescere del
2.5% quest'anno dopo la contrazione del 2.5% subita nel
2009.
La maggior parte delle trimestrali intanto e' risultata
migliore del previsto, ma questo non e' bastato a
sostenere il mercato e mettere in secondo piano le
preoccupazioni riguardanti l'economia, alimentate dalle
notizie provenienti dalla Cina, ma anche dal Giappone,
il cui rating sul debito sovrano e' stato tagliato a
negativo da stabile.
Le componenti del Dow Travelers, Verizon e Johnson &
Johnson hanno tutte riportato utili solidi, dopo che
ieri a mercati chiusi la produttrice di chip Texas
Instruments e il gigante informatico Apple hanno
presentato cifre piu' alte delle attese, rivedendo
inoltre al rialzo le linee guida. Tuttavia e' ormai
opinione diffusa tra gli investitori che numeri di
questo tipo siano gia' scontati nel valore dei titoli in
Borsa.
A placare, anche se solo in parte, l'entusiasmo sulle
cifre di Apple ha poi influito un cambiamento nel modo
di calcolare i numeri fiscali. I risultati sono pero'
stati sufficienti a far si' che Citigroup alzasse il
prezzo obiettivo dell'azienda californiana, i cui titoli
sono in progresso di circa l'3.5%.
Intanto il mercato aspetta con ansia di conoscere la
decisione della Fed sui tassi di interesse e su
eventuali exit srategy, la riconferma o meno del numero
uno della Banca Centrale Ben Bernanke, l'intervento del
presidente Barack Obama alla State of the Union e gli
ulteriori sviluppi in materia di sistema di controllo
del settore finanziario.
A livello settoriale le migliori performance sono
segnate dai comparti: Insurance-KIE +2.0% (TRV earnings),
Oil Services-OIH +2.0% (BHI earnings), Regional
Banks-KRE +1.8%(Oppenheimer upgrades/ZION earnings),
Solar Energy-TAN +1.7%, Mexico-EWW +1.3%, Retailers-RTH
+1.1%, NDAQ 100-QQQQ +1.1% e Metals and Mining-XME
+1.0%. Le peggiori: Silver-SLV -1.7%, Telecom-IYZ -1.6%,
Livestock-COW -1.5%, Natural Gas-UNG -3.4%, Spain-EWS
-2.0%, Taiwan-EWT -2.0%, Emerging Markets-EWX -1.9%,
South Korea-EWY -1.8%.
Alle 18:45 circa il volume di scambio e' di 455 milioni
di pezzi al NYSE e 1.08 miliardi al Nasdaq. I titoli in
rialzo contro quelli in ribasso sono 1508 a 1429 al Nyse
e 1195 a 1351 milioni al Nasdaq. I nuovi massimi contro
i nuovi minimi delle ultime 52 settimane sono: 57 a 6 al
NYSE e 34 a 14 al Nasdaq.
WALL
STREET:
BRUCIA I GUADAGNI CON I FINANZIARI
26 Gennaio 2010 22:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
La crescita della fiducia
dei consumatori sui massimi da settembre 2008 non e'
sufficiente a controbilanciare le perdite degli istituti
bancari (-1.5%). Denaro su Apple e Travelers, che chiude
in vetta al Dow. Euro in calo. Dow -0.03%, Nasdaq
-0.32%.
La Borsa di New York chiude in moderato ribasso una
seduta caratterizzata dall'incertezza. Non sono bastati
una serie di risultati societari migliori del previsto
cui si sono uniti dati macro confortanti.
I guadagni del pomeriggio si sono lentamente, ma
inesorabilmente ridotti sul finale, anche a causa del
peggioramento dei titoli finanziari (benchmark
settoriale XLF -1.5%). Il Dow Jones ha perso lo 0.03% a
quota 10193.46, il Nasdaq lo 0.32% a 2203.73 punti,
mentre l'S&P 500 ha lasciato sul campo lo 0.42%
attestandosi in area 1092.15.
Il mercato aveva aperto le contrattazioni in rosso,
preoccupato dalle ripercussioni che avra' sull'economia
mondiale il piano di Pechino per limitare i prestiti
bancari. Gli investitori statunitensi (e non solo loro)
temono che un eventuale rallentamento della poderosa
crescita cinese possa destabilizzare la ripresa degli
altri Paesi.
Ad attirare in un secondo momento acquirenti sul mercato
ha contribuito il miglioramento dell'outlook sulle
condizioni economiche da parte del Fondo Monetario
Internazionale.
Come dimostra la crescita della fiducia dei consumatori
in gennaio, gli americani sono sempre piu' ottimisti sul
futuro immediato. Il rialzo superiore alle previsioni
dei dati ha rilanciato le prospettive per una ripresa
solida dell'economia.
La maggior parte delle trimestrali intanto e' risultata
migliore del previsto, contribuendo a sostenere il
mercato e a mettere in secondo piano le preoccupazioni
riguardanti l'economia, alimentate dalle notizie
provenienti anche dal Giappone, il cui rating sul debito
sovrano e' stato tagliato a negativo da stabile.
Le componenti del Dow Travelers, Verizon e Johnson &
Johnson hanno tutte riportato utili solidi, dopo che
ieri a mercati chiusi la produttrice di chip Texas
Instruments e il gigante informatico Apple hanno
presentato cifre piu' alte delle attese, rivedendo
inoltre al rialzo le linee guida. Tuttavia e' ormai
opinione diffusa tra gli investitori che numeri di
questo tipo siano gia' scontati nel valore dei titoli in
Borsa.
A placare, anche se solo in parte, l'entusiasmo sulle
cifre di Apple ha poi influito un cambiamento nel modo
di calcolare i numeri fiscali. I risultati sono pero'
stati sufficienti a far si' che Citigroup alzasse il
prezzo obiettivo dell'azienda californiana, i cui titoli
sono in progresso di circa l'3.5%.
Intanto il mercato aspetta con ansia di conoscere la
decisione della Fed sui tassi di interesse e su
eventuali exit srategy, la riconferma o meno del numero
uno della Banca Centrale Ben Bernanke, l'intervento del
presidente Barack Obama alla State of the Union e gli
ulteriori sviluppi in materia di sistema di controllo
del settore finanziario.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico in
flessione le quotazioni del greggio. I futures con
consegna marzo cedono $0.56 attestandosi a quota $74.70
al barile. Sul valutario la moneta unica si indebolisce
a $1.4076. In calo anche l’oro a $1100.00 l’oncia
(+$3.20). Arretrano i prezzi dei Titoli di Stato, con il
rendimento sul benchmark decennale che e' salito al
3.6300% dal 3.5840% di ieri.
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Martedì 26 Gennaio 2010 |
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Germania - Edizione
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USA - Edizione Los Angeles |
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PARTE 1 |
PARTE CRONOLOGICA |
PARTE 2 |
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