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Petrolio e dollaro: due protagonisti imprevedibili

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  Petrolio e dollaro: due protagonisti imprevedibili

20 Giugno 2001 11:12 Rimini (ITA)

Quello delle petrolio è un elemento di fondamentale importanza nell'ambito dello studio dei fenomeni macroeconomici mondiali e cercare di impostare un’analisi previsiva sul suo futuro potrebbe servire a svelare il futuro non solo delle economie occidentali ma anche dei mercati finanziari ad esso strettamente collegate.  L'andamento dell'ultima settimana del prezzo del petrolio in ribasso influenzerà positivamente il livello dei prezzi nelle prossime rilevazioni inflative (tanto seguite da Alan Greenspan); cerchiamo di comprendere come mai il prezzo dell'oro nero sia sceso di cinque dollari in quattro settimane.
Le principali ragioni sono a nostro avviso tre:
      

      - Speculazione;
      - rallentamento economico;
      - forza del dollaro.

   

 Esaminando l'andamento delle quotazioni del petrolio a Londra e New York si può osservare come ci sia una forte componente speculativa dietro le forti oscillazioni registrate, anche se ormai la speculazione la dobbiamo considerare parte integrante del nuovo sistema di mercato creatosi.
    Le ragioni delle forti variazioni non dipendono però soltanto dalla speculazione, ma anche dal rallentamento della locomotiva americana (gli U.S.A. infatti consumano circa il 33% del petrolio mondiale) che ha determinato, come conseguenza logica, una diminuzione della domanda di greggio e dei suoi derivati ed un'inevitabile incremento delle scorte di benzine.
    Infatti, secondo, il Dipartimento dell'Energia di Washington, nelle ultime quattro settimane il consumo americano sarebbe stato inferiore di quasi il 4,5% rispetto a quello dell'anno scorso, mentre gli stock di benzine sarebbero passati da un livello bassissimo a quello più alto registrato negli ultimi dieci anni.
    A completare l'analisi si deve considerare che la forza del dollaro, moneta di riferimento per la vendita e l'acquisto del greggio su tutti i mercati, ha indubbiamente scoraggiato all'acquisto molti degli abituali acquirenti europei ed asiatici.
    Di conseguenza, il prezzo si è attestato vicino ai $26, quota ritenuta ragionevole dell'Opec che auspica un prezzo ideale tra i $22 ed i $25. e ciò indurrà probabilmente lo stesso cartello dei Paesi produttori a non prendere iniziative riguardanti un aumento produttivo nella prossima imminente riunione di Vienna del 03 luglio.
    In tale data e sede dovrà, inoltre, essere risolta la controversia tra l'Onu e l'Iraq, con quest'ultimo che dal 04 giugno ha sospeso l'esportazione di petrolio, circa 2 milioni di barili al giorno, per protestare contro la decisione di Usa e Gran Bretagna di rinnovare il progetto "oil for food" mensilmente e non più semestralmente come è sempre avvenuto in passato. Sembra che il veto posto dalla Russia sulle nuove sanzioni possa far riprendere l'esportazione irachena.
Nel caso tutto andasse per il verso giusto e il petrolio calasse ai livelli indeali Opec ciò rappresenterebbe senz’altro un elemento positivo e chiaro nell’incerta congiuntura economica internazionale.

  C'è un aspetto però, nella dinamica petrolifera, che desta un certo stupore e interesse: il petrolio scende anche perchè il dollaro sale, ma perchè sale? Perchè nonostante la difficilissima congiuntura (secondo noi U.S.A. e Europa sono in piena recessione) la valuta americana continua a salire? Chi compra dollari e perchè? L' 11 Giugno il dollaro ha toccato quota 120 doppiando il suo precedente massimo a quota 118,5 del 25 Ottobre 2000. Se si trattasse di un doppio massimo (clicca grafico) potrebbe essere un ottimo segnale per mettersi momentaneamente ribassisti sulla moneta americana e (come andiamo dicendo da tempo) mettersi al rialzo sull' euro. Ma al di la del segnale grafico più o meno attendibile (non ci sono segnali  che lascino presagire un'inversione di tendenza) la nostra attenzione cade sulle implicazioni che un ribasso del dollaro potrebbe avere sul prezzo del petrolio e di conseguenza sulle economie occidentali in questa fase delicatissima.

Attendiamo per vedere come si evolveranno le dinamiche di questi due protagonisti delle economie occidentali prima di prendere decisioni operative che potrebbero interessarci non tanto per il periodo estivo quanto da Settembre fino alla fine dell'anno.

 

                                              Studio C.F.A.