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Indici alla prova dei minimi di Settembre

Mercati azionari, territori sconosciuti

Miti e realtà

Il pericolo di nuove Worldcom

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+++ BRIVIDO WORLDCOM SULLE BORSE AMERICANE +++ BUSH ALL'ATTACCO CONTRO GLI SCANDALI DELLE GRANDI CRPORATION USA +++ LA CRISI DI FIDUCIA MINACCIA LE BORSE MONDIALI +++

martedì  25  giugno  2002   sabato  15  giugno  2002   giovedì  27  giugno  2002
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  Indici alla prova dei minimi di Settembre

07 Giugno 2002   11:45   (di Luca Spoldi)

Il clima torna a peggiorare sui listini mondiali, che nonostante il miglioramento registrato negli indici macroeconomici sia negli Usa sia in Europa paiono intenzionati ad andare a testare nuovamente i minimi di settembre, la cui tenuta si rivelerà cruciale per evitare un’inversione di lungo periodo del trend di crescita che ha sorretto le Borse in questi ultimi anni.
E’ questa l’opinione di Wlademir Biasia, strategist di B&S Joint, che nota come la rottura dei minimi dello scorso settembre abbia dato il via ad un nuovo alleggerimento dei portafogli degli investitori istituzionali, facendo precipitare i principali listini in una situazione di overshooting negativo. Se a brevissimo potrebbero essere possibili alcuni rimbalzi, per consentire agli indicatori tecnici di scaricarsi, le prospettive non si presentano particolarmente brillanti per i principali settori, anche perché i mercati obbligazionari continuano a scontare, nella parte lunga della curva, un rialzo dei tassi che all’analista di B&S Joint appare, invece, improbabile entro la fine dell’anno. Un rialzo avrebbe infatti effetti deleteri sulla ripresa in atto negli Usa come in Europa: tuttavia le prospettive a livello di area geografica paiono migliori per i listini europei grazie alla ritrovata forza dell’euro, che sta già portando ad un ritorno dei flussi di investimento storicamente attratti dagli asset denominati in dollari. 

Ciò dovrebbe sostenere un incremento strutturale sia della divisa europea sia dei listini, almeno in termini relativi; per quanto riguarda settori e titoli, come detto, le prospettive non appaiono però particolarmente positive. Se si escludono le costruzioni, che hanno finora dimostrato una buona tenuta (ma il non superamento dei massimi rischia di portare ad una rapida ed ampia correzione anche su tale settore), sia i bancari sia l’auto hanno segnato dei doppi massimi di periodo e sono ora esposti al rischio di nuovi ribassi. Già da tempo negativi, poi, sono i titoli una volta preferiti dagli investitori, ovvero telefonici, tecnologici ed editoriali.
Restano farmaceutici ed utilità ma anche in questo caso Biasia si mostra scettico sulle potenzialità di breve, dato che il rischio di una rottura dei supporti è consistente.
Infine i petroliferi, col prezzo del greggio che dovrebbe continuare ad oscillare tra i 18-19 e i 27 dollari,

 

07 Giugno 2002   11:45   (di Luca Spoldi)

fonte Trendonline.it

  Mercati azionari, territori sconosciuti

07 Giugno 2002   16:25   (di E. Randi)

Con la prossima settimana entriamo nel ventottesimo mese di discesa del mercato azionario. Tutti noi che investiamo dobbiamo riconoscere che non esiste gestore vivente che abbia vissuto una simile situazione. I libri di storia ci raccontano che la crisi degli anni Trenta durò quattro anni, ma nessuno può raccontarci come si sentivano gli investitori, cosa dicevano i gestori e che previsioni venivano fatte. Lamentarsi comunque serve poco, bisogna farsi un'idea su cosa fare.

Sappiamo che in borsa la stabilità non esiste, prevalgono gli eccessi. I trend si rafforzano nel tempo e accelerano quando stanno per esaurirsi. Nel bull market finito nel 2000, l 'ultimo 25% di crescita avvenne in 5 mesi e in particolare negli ultimi 7 giorni di borsa il mercato si apprezzò del 12,5%. In modo analogo, nel '73/'74 dal massimo di 120 al minimo di 60 dello S&P 500 passarono 21 mesi, metà della discesa fu fatta in 19 mesi e l'altra metà negli ultimi 2. La logica è comprensibile, nessuno vuole essere l'unico che non guadagna sulle Tiscali così come nessuno vuole essere l'ultimo idealista che non crede al crollo della "economia di
carta".

A settembre 2001 vendemmo azioni nella convinzione che fosse iniziata l'ultima fase di correzione. La cosa era facile, perché entravamo nel diciottesimo mese di mercato orso ed eravamo vicini a ottobre, mese in cui sono avvenuti tutti i grandi crolli. Il disastro delle torri gemelle e i successivi interventi hanno interrotto la discesa, creando una reazione positiva negli investitori. Il risultato è stato un rally di mercato.

I dati economici indicano che l'economia è entrata in una fase moderatamene positiva. Quando si interrogano amici imprenditori, nessuno lamenta una seria recessione (ricordiamoci che nessun imprenditore dirà mai che le cose vanno bene). E' anomalo che la borsa vada male, quando l'economia è in fase di ripresa; i minimi, di norma, si toccano poco prima del livello più basso del ciclo economico.

Ho il sospetto che Osama abbia avuto l'effetto di posticipare un dolore borsistico che avremmo dovuto sopportare mesi fa. Se fosse così, il dolore potrebbe essere intenso, anche se di breve durata.

 

07 Giugno 2002   16:25   (di E. Randi)  

fonte Trendonline.it

 

I tempi sono difficili e la sofferenza nel portafoglio è elevata;ricordiamoci di mantenere un approccio razionale

 

Miti e realtà
21 Giugno 2002   12:32   (di L. Crosti)  

Il lavoro di chi gestisce portafogli e commenta gli andamenti dei mercati finanziari non è molto divertente in questo periodo. Nelle ultime 12 settimane solo 2 hanno chiuso in positivo; fino ad ora mi sembra confermata l'accelerazione che normalmente caratterizza la fase finale dei trend. Come rappresentante del mondo della finanza sono pronto ad affrontare le
difficoltà ma trovo inaccettabile la cattiva abitudine di ingannare chi non ha familiarità con gli strumenti finanziari facendo promesse non del tutto trasparenti.

Chi investe deve avere ben presente che vi sono due ingredienti di base le azioni e le obbligazioni; per valutare in modo corretto i ritorni bisogna verificare ogni giorno il prezzo e calcolare gli interessi ed i dividendi incassati o maturati. Non esistono garanzie e rendimenti più elevati di quelli offerti da azioni ed obbligazioni o sono temporanei o aumentano i
rischi di portafoglio.

Negli ultimi anni sono diventati popolari in Italia le obbligazioni a capitale garantito. Chiunque è attratto da queste forme di investimento deve avere piena coscienza che la garanzia si paga profumatamente, che il suo prezzo non è trasparente e che la valutazione dell'obbligazione è difficile da ottenere. Se si desidera tranquillità l'unico modo sensato di
ottenerla è di comperarsi un titolo di stato. Vi sono banche che offrono conti correnti remunerati a tassi di interesse da favola. Nulla da dire, è nel loro diritto perdere soldi per attrarre clienti, ma l'investitore deve immaginarsi che la banca non è disponibile a fare regali e quindi otterrà un ritorno in altro modo.

Si parla molto di hedge funds come strumento che consente al gestore di mostrare la sua abilità; questi fondi hanno il vantaggio di guadagnare anche con la borsa in discesa. Tutto bene, penso che lo strumento sia interessante, ma ricordiamoci che il rischio è ben più elevato di un fondo comune come quelli nostrani.

I tempi sono difficili e la sofferenza nel portafoglio è elevata;ricordiamoci di mantenere un approccio razionale per evitare di trovarci in una situazione peggiore di quella che abbiamo lasciato.  

21 Giugno 2002   12:32   (di L. Crosti)

fonte Trendonline.it

 

 

 

sabato  29  giugno  2002   domenica  30  giugno  2002
 
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  Il pericolo di nuove Worldcom

30 Giugno 2002   10:47   (di Germana Martano)

La tutela degli investitori, e tra questi dei piccoli risparmiatori, è alla base di un ritorno di fiducia sulle Borse. Negli Usa, come in Italia, servono nuove e più stringenti regole.

L’ennesimo scandalo societario, di proporzioni incredibili, ha scosso, ma neanche più di tanto, le Borse mondiali nella giornata di mercoledì. Worldcom, un gigante della telefonia Usa, ha un buco nei conti di 3,8 miliardi di dollari, cifra che si confronta con 35,2 miliardi di dollari di fatturato 2001. Buco generato da un falso in bilancio, per aver capitalizzato spese correnti finite nelle tasche dei manager, “una truffa senza precedenti”, ha commentato la Sec.

Lo
stupore viene colmato quasi immediatamente a Wall Street che, nella stessa giornata dello scandalo, chiude con gli indici in positivo. Solo le Borse europee sembrano rimanere più scosse, ma neanche tanto. Intanto, però, gli operatori continuano a perdere fiducia nel mercato e, dopo i rumors sul colosso General Motors, venerdì i mercati vengono nuovamente scossi, questa volta da voci sui conti di Xerox. Vere o non vere le voci dell’ultim’ora il problema resta e riguarda il crollo della fiducia nei conti Usa. L’Europa, però, non può dormire sonni tranquilli.

Assogestioni invoca i distinguo del caso, sottolineando che le regole del Vecchio continente garantiscono in misura assai maggiore gli investitori, per via della presenza di organi di controllo esterno al consiglio di amministrazione -il collegio sindacale in Italia- che garantiscono relativamente alle malversazioni. Vero è però che in molti casi scarso o nullo è il potere effettivamente esercitato dagli organi citati e, alla fine, la certificazione dei bilanci anche in Europa ricalca né più né meno quella Oltreoceano. Certo, ad oggi tutti gli scandali societari, dall’eclatante di Enron fino a quello di Worldcom, stanno proprio negli Usa, ma questo non vuol dire che gli investitori che hanno deciso di spostare i propri capitali in Europa possono stare tranquilli. E si tratta di belle cifre: nei soli primi tre mesi del 2002 l’acquisto netto di azioni e obbligazioni Usa da parte di investitori esteri è sceso da 100 a 70 miliardi di dollari, mentre gli investimenti diretti in aziende Usa è precipitato da 42 a 24 miliardi di dollari, liquidità che è finita, tra le altre, anche sulle Borse del Vecchio continente. 

Se emerge ormai la necessità di una maggiore vigilanza e, perché no, anche di regole nuove e più severe contro chi le viola, in controtendenza si muovono alcuni Paesi, e il nostro è tra quelli, che prevedono addirittura misure meno severe rispetto a quelle Usa contro reati anche gravi. Come prevede la depenalizzazione del falso in bilancio attuata in Italia, misura non ancora controbilanciata da norme di controllo più severe sui conti delle società. Investire senza timori di nuovi scandali e truffe societarie diventa quindi ancora più arduo. Se è vero infatti che sono pochi i risparmiatori italiani che hanno investito in fondi e che si ritrovano in portafoglio azioni oppure obbligazioni Worldcom, sono tanti ormai quelli che si sono convinti a investire direttamente in Borsa. Rispetto a loro, oggi, gestori, società, istituti regolatori, e non ultimo il Governo, negli Usa come in Italia, devono adottare ogni possibile forma di tutela, utile passo per un ritorno di fiducia sulle Borse.

30 Giugno 2002   10:47   (di Germana Martano)

fonte Morningstar