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Indici
alla prova
dei
minimi di Settembre
07
Giugno 2002
11:45 (di
Luca Spoldi)
Il
clima torna a peggiorare sui listini mondiali, che nonostante il miglioramento
registrato negli indici macroeconomici sia negli Usa sia in Europa paiono
intenzionati ad andare a testare nuovamente i minimi di settembre, la cui tenuta
si rivelerà cruciale per evitare un’inversione di lungo periodo del trend di
crescita che ha sorretto le Borse in questi ultimi anni.
E’ questa l’opinione di Wlademir Biasia, strategist di B&S Joint, che
nota come la rottura dei minimi dello scorso settembre abbia dato il via ad un
nuovo alleggerimento dei portafogli degli investitori istituzionali, facendo
precipitare i principali listini in una situazione di overshooting negativo. Se
a brevissimo potrebbero essere possibili alcuni rimbalzi, per consentire agli
indicatori tecnici di scaricarsi, le prospettive non si presentano
particolarmente brillanti per i principali settori, anche perché i mercati
obbligazionari continuano a scontare, nella parte lunga della curva, un rialzo
dei tassi che all’analista di B&S Joint appare, invece, improbabile entro
la fine dell’anno. Un rialzo avrebbe infatti effetti deleteri sulla ripresa in
atto negli Usa come in Europa: tuttavia le prospettive a livello di area
geografica paiono migliori per i listini europei grazie alla ritrovata forza
dell’euro, che sta già portando ad un ritorno dei flussi di investimento
storicamente attratti dagli asset denominati in dollari.
Ciò dovrebbe sostenere
un incremento strutturale sia della divisa europea sia dei listini, almeno in
termini relativi; per quanto riguarda settori e titoli, come detto, le
prospettive non appaiono però particolarmente positive. Se si escludono le
costruzioni, che hanno finora dimostrato una buona tenuta (ma il non superamento
dei massimi rischia di portare ad una rapida ed ampia correzione anche su tale
settore), sia i bancari sia l’auto hanno segnato dei doppi massimi di periodo
e sono ora esposti al rischio di nuovi ribassi. Già da tempo negativi, poi,
sono i titoli una volta preferiti dagli investitori, ovvero telefonici,
tecnologici ed editoriali.
Restano farmaceutici ed utilità ma anche in questo caso Biasia si mostra
scettico sulle potenzialità di breve, dato che il rischio di una rottura dei
supporti è consistente.
Infine i petroliferi, col prezzo del greggio che dovrebbe continuare ad
oscillare tra i 18-19 e i 27 dollari,
fonte
Trendonline.it
Mercati
azionari,
territori
sconosciuti
07
Giugno 2002
16:25 (di
E. Randi)
Con
la prossima settimana entriamo nel ventottesimo mese di discesa del mercato
azionario. Tutti noi che investiamo dobbiamo riconoscere che non esiste gestore
vivente che abbia vissuto una simile situazione. I libri di storia ci raccontano
che la crisi degli anni Trenta durò quattro anni, ma nessuno può raccontarci
come si sentivano gli investitori, cosa dicevano i gestori e che previsioni
venivano fatte. Lamentarsi comunque serve poco, bisogna farsi un'idea su cosa fare.
Sappiamo che in borsa la stabilità non esiste, prevalgono gli eccessi. I trend
si rafforzano nel tempo e accelerano quando stanno per esaurirsi. Nel bull
market finito nel
carta".
A settembre 2001 vendemmo azioni nella convinzione che fosse iniziata l'ultima
fase di correzione. La cosa era facile, perché entravamo nel diciottesimo mese
di mercato orso ed eravamo vicini a ottobre, mese in cui sono avvenuti tutti i
grandi crolli. Il disastro delle torri gemelle e i successivi interventi hanno
interrotto la discesa, creando una reazione positiva negli investitori. Il risultato è stato un rally di mercato.
I dati economici indicano che l'economia è entrata in una fase moderatamene
positiva. Quando si interrogano amici imprenditori, nessuno lamenta una seria
recessione (ricordiamoci che nessun imprenditore dirà mai che le cose vanno
bene). E' anomalo che la borsa vada male, quando l'economia è in fase di
ripresa; i minimi, di norma, si toccano poco prima del livello più basso del
ciclo economico.
Ho il sospetto che Osama abbia avuto l'effetto di posticipare un dolore
borsistico che avremmo dovuto sopportare mesi fa. Se fosse così, il dolore
potrebbe essere intenso, anche se di breve durata.
fonte Trendonline.it
Miti e realtà
Il
lavoro di chi gestisce portafogli e commenta gli andamenti dei mercati
finanziari non è molto divertente in questo periodo. Nelle ultime 12
settimane solo 2 hanno chiuso in positivo; fino ad ora mi sembra
confermata l'accelerazione che normalmente caratterizza la fase finale
dei trend. Come rappresentante del mondo della finanza sono pronto ad
affrontare le 21
Giugno 2002
12:32
(di L. Crosti) fonte Trendonline.it
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sabato 29 giugno 2002 | domenica 30 giugno 2002 | |
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30 Giugno 2002 10:47 (di Germana Martano)
La
tutela degli investitori, e tra questi dei piccoli risparmiatori, è alla base
di un ritorno di fiducia sulle Borse. Negli Usa, come in Italia, servono nuove e
più stringenti regole.
L’ennesimo scandalo societario, di proporzioni incredibili, ha scosso, ma
neanche più di tanto, le Borse mondiali nella giornata di mercoledì. Worldcom,
un gigante della telefonia Usa, ha un buco nei conti di 3,8 miliardi di dollari,
cifra che si confronta con 35,2 miliardi di dollari di fatturato 2001. Buco
generato da un falso in bilancio, per aver capitalizzato spese correnti finite
nelle tasche dei manager, “una truffa senza precedenti”, ha commentato
Lo
Assogestioni invoca i distinguo del caso, sottolineando che le regole del
Vecchio continente garantiscono in misura assai maggiore gli investitori, per
via della presenza di organi di controllo esterno al consiglio di
amministrazione -il collegio sindacale in Italia- che garantiscono
relativamente alle malversazioni. Vero è però che in molti casi scarso o nullo
è il potere effettivamente esercitato dagli organi citati e, alla fine, la
certificazione dei bilanci anche in Europa ricalca né più né meno quella
Oltreoceano. Certo, ad oggi tutti gli scandali societari, dall’eclatante di
Enron fino a quello di Worldcom, stanno proprio negli Usa, ma questo non vuol
dire che gli investitori che hanno deciso di spostare i propri capitali in
Europa possono stare tranquilli. E si tratta di belle cifre: nei soli primi tre
mesi del 2002 l’acquisto netto di azioni e obbligazioni Usa da parte di
investitori esteri è sceso da
Se emerge ormai la necessità di una maggiore
vigilanza e, perché no, anche di regole nuove e più severe contro chi le
viola, in controtendenza si muovono alcuni Paesi, e il nostro è tra quelli, che
prevedono addirittura misure meno severe rispetto a quelle Usa contro reati
anche gravi. Come prevede la depenalizzazione del falso in bilancio attuata in
Italia, misura non ancora controbilanciata da norme di controllo più severe sui
conti delle società. Investire senza timori di nuovi scandali e truffe
societarie diventa quindi ancora più arduo. Se è vero infatti che sono pochi i
risparmiatori italiani che hanno investito in fondi e che si ritrovano in
portafoglio azioni oppure obbligazioni Worldcom, sono tanti ormai quelli che si
sono convinti a investire direttamente in Borsa. Rispetto a loro, oggi, gestori,
società, istituti regolatori, e non ultimo il Governo, negli Usa come in
Italia, devono adottare ogni possibile forma di tutela, utile passo per un
ritorno di fiducia sulle Borse.
30
Giugno 2002 10:47
(di
Germana Martano)
fonte Morningstar