Martedì 23 Giugno 2009
8:24 WASHINGTON
- REUTERS
Usa, Casa Bianca vede disoccupazione a 10% entro due
mesi
Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti
probabilmente salirà ulteriormente nei prossimi due mesi
arrivando al 10%. Lo dice un portavoce della Casa
Bianca.
"Penso che il presidente abbia detto questo, e io lo
direi senz'altro, penso che entro i prossimi due mesi
vedrete probabilmente il tasso di disoccupazione al
10%", ha detto Robert Gibbs.
Il tasso di disoccupazione americano viaggia già al
9,4%.
Borsa Tokyo: Il Nikkei
perde quasi il 3%
23.06.2009
La Borsa di Tokyo ha chiuso anche oggi in forte ribasso.
Il Nikkei ha perso il 2,8% a 9.549,61 punti ed il Topix
il 2,3% a 901,69 punti. Anche sul mercato azionario
giapponese hanno pesato i timori relativi all'economia.
La Banca Mondiale ha avvertito ieri che la recessione
sarà più grave del previsto. La Banca Mondiale si
attende ora per quest'anno un declino dell'economia
globale del 2,9%. In precedenza la Banca Mondiale aveva
previsto un calo dell'1,7%. La notizia ha fatto scattare
una pioggia di vendite soprattutto sulle commodities.
Tra i petroliferi Nippon Oil (JP3679700009) ha perso il
4,6%, Cosmo Oil (JP3298600002) il 2,8% e Inpex
(JP3294430008) il 4,4%. Il prezzo del petrolio ha chiuso
ieri a New York in calo di quasi il 4%. Tra i minerari
Mitsubishi Materials (JP3903000002) ha perso il 4%,
Sumitomo Metal Mining (JP3402600005) il 6,2% e Mitsui
Mining & Smelting (JP3888400003) il 5%. Il prezzo
dell'oro ha perso ieri al NYMEX l'1,6%, quello del rame
il 5,3%.
Tra gli esportatori Toyota (JP3633400001) ha perso il
2,4%, Honda (JP3854600008) l'1,2%, Canon (JP3242800005)
il 2,8%, Panasonic (JP3866800000) il 2,8% e Sony
(JP3435000009) l'1,8%. Lo yen è salito oggi in Asia
rispetto al dollaro ai suoi più alti livelli da circa
tre settimane.
Redazione Borsainside 8.30
Borse Asia-Pacifico
negative, forti vendite sulle commodities
23.06.2009
Tutte le principali borse della regione Asia-Pacifico
hanno chiuso oggi in ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso lo 0,1% a 2.892,70 punti.
Sul listino cinese hanno pesato le perdite dei titoli
dei produttori di commodities. Tra i petroliferi Sinopec
(CN0005789556) ha perso il 2,4% e PetroChina
(CN0009365379) il 2,5%. Il prezzo del petrolio ha chiuso
ieri a New York in calo di quasi il 4%. Tra i minerari
Jiangxi Copper (CN0009070615) ha perso l'1,5%, Zijin
Mining (CNE100000502) l'1,4% e Shandong Gold Mining
(CNE000001FR7) il 3,2%. Il prezzo dell'oro ha perso ieri
al NYMEX l'1,6%, quello del rame il 5,3%. Ancora bene i
bancari. Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) ha
guadagnato l'1,3%, Bank of China (CNE1000001Z5) il 6% e
China Construction Bank (CN000A0HF1W3) il 3,3%. Secondo
delle voci di mercato la Banca Centrale cinese potrebbe
ridurre il quoziente delle riserve obbligatorie
richieste alle banche.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso del 2,9% a
17.538,37 punti. Tra i titoli del listino della città
costiera HSBC (GB0005405286) ha perso il 2,7%, Cheung
Kong Holdings (HK0001000014) il 2,1%, China Mobile
(HK0941009539) il 2,4%, China Life (CN0003580601) il
2,5%, CNOOC (HK0883013259) il 4,3% e Aluminum
Corporation of China (CNE1000001T8) il 6,6%.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha perso il 3,1%, il Kospi a Seul il 2,8%, il
Taiwan Weighted a Taipei il 2,3% e lo Straits Times a
Singapore l'1,8%.
Redazione Borsainside 12.30
23 Giugno 2009 13:11
BERLINO
Germania: aumenta indice fiducia consumatori
di ANSA
A luglio prosegue tendenza positiva, malgrado grave
recessione
(ANSA) - BERLINO, 23 GIU - I consumatori tedeschi
riacquistano fiducia nell'economia malgrado la piu'
profonda recessione nel Paese negli ultimi 60 anni.
L'indice del centro studi GfK di Norimberga mostra per
il mese di luglio il secondo aumento consecutivo, a 2,9
punti, dopo la revisione al rialzo di giugno da 2,5 a
2,6 punti. In particolare, hanno contribuito a questo
andamento i tagli dei tassi d'interesse e la speranza
che le misure anti-crisi decise dal governo riescano a
risollevare l'economia.
23 Giugno 2009 14:23 ROMA
Crisi: Bini Smaghi,banche centrali non sono salvezza
governi
di ANSA
Subito riforme a partire dal lavoro e l'Fmi sia piu'
forte
(ANSA) - ROMA, 23 GIU - Le autorita' monetarie non
potranno essere ''l'ancora di salvezza'' dei governi per
uscire dalla crisi, osserva Lorenzo Bini Smaghi. Sara'
infatti chi si occupa di bilancio ad elaborare una
strategia di uscita dalla situazione, dice il membro del
board della Bce che esorta il Fondo Monetario
Internazionale ad essere piu' forte. Per uscire dalla
crisi,dice,'bisogna contenere l'indebitamento pubblico e
fare quelle riforme che consentano al paese di ripartire
quando l'economia riprendera''. Alla domanda se
l'inflazione sia o meno un rischio per la sostenibilita'
dei bilanci, Bini Smaghi risponde di no:'La Bce e' stata
costituita per garantire la stabilita' dei prezzi e lo
fara'. La nostra indipendenza in questo momento e'
fondamentale. Ma le autorita' di bilancio devono
pianificare strategie di uscita come stanno facendo le
autorita' monetarie. Non devono aspettare che le
autorita' monetarie lancino loro un'ancora di salvezza.
Sarebbe un disastro'. Indicando una via, Bini Smaghi
ricorda che 'in Europa c'e' il patto di stabilita' e
crescita' e avverte comunque che 'una uscita prematura
potrebbe peggiorare la crisi. La tempistica sara'
importante ma e' importante anche che ci sia un piano
d'uscita. Anche la stabilita' dei tassi d'interesse e'
importante per la ripresa'. E sottolinea che l'Fmi e'
ora 'meno legittimato. Noi invece abbiamo bisogno di una
istituzione piu' forte che dica ai leader che le loro
politiche sono sbagliate'.(ANSA).
23 Giugno 2009 14:45 ROMA
Crisi: Tremonti, sbattiamo testa se gestiamo da
banchieri
di ANSA
Servono criteri etici e morali superiori
(ANSA) - ROMA, 23 GIU - Per il ministro dell'economia
Tremonti ''e' un mondo che va a sbattere se pensa di
cavarsela con la testa e la cultura dei banchieri''.
Alla conferenza dell'Aspen Institute sulla crisi spiega
che e' ''un mondo che deve gestire quelle
eufemisticamente chiamate exit-strategy, enormi masse di
debito pubblico e il rischio inflazione'' e la gestione
di questi fattori ''non sara' facile. Servono criteri
etici e morali superiori a quelli della moralita' dei
banchieri''.
Martedì 23 Giugno 2009,
14:52 BLUERATING
Trichet: l'economia continua a decelerare
Di Pierpaolo Molinengo
Il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, ha
affermato che "attualmente siamo ancora nella fase di
recessione, una recessione che globalmente sta
risultando essere la più profonda dalla seconda guerra
mondiale".
L'economia "continua a decelerare, ma sempre più
lentamente e poi nel corso del 2010 inizieremo a vedere
una ripresa. Questo è lo scenario. Ma ho detto io stesso
che ci muoviamo in territori inesplorati" ha detto
Trichet.
"Dobbiamo restare costentemente allerta. Ci sono molti
rischi, sia al ribasso che al rialzo, ma pensare che lo
scenario di base sia già scritto diciamo da dio o da
un'entità superiore, ovviamente non è vero. Ciò che
accadrà dipenderà da noi" ha detto il presidente della
Bce.
Trichet ha aggiunto che la Bce manterrà le aspettative
di inflazione di medio termine nonostante l'attuale fase
di forte calo dell'indice dei prezzi al consumo a causa
della recessione. Trichet ha aggiunto che "assicureremo
che le aspettative di inflazione rimangano fermamente
ancorate e indifferenti alle variazioni di breve termine
dei prezzi".
23 Giugno 2009 15:48
BRUXELLES
Petrolio: forti rischi da prezzi volatili e crisi
di ANSA
Opec: brusca caduta della domanda e stock
sovradimensionato
(ANSA) - BRUXELLES, 23 GIU - L'Opec rileva una brusca
caduta della domanda di petrolio, la creazione di uno
stock sovradimensionato e una rapida caduta nei prezzi.
L'organizzazione dei piu' grandi petrolieri del mondo,
durante il sesto incontro a livello ministeriale con la
Ue a Vienna, osserva che le cause di tale situazione
sono riconducibili a una volatilita' dei prezzi ''senza
precedenti'', saliti a 100 dlr al barile in meno di 6
mesi, insieme ad una profonda crisi finanziaria e a una
forte recessione economica.
23 Giugno 2009 16:05 NEW
YORK
USA: FED, NESSUNA EXIT STRATEGY AL MOMENTO
di WSI
Gli investitori sbagliano a scommettere su un rialzo dei
tassi a breve. L'economia Usa ha ancora molta strada da
fare prima di riprendere a correre e la Banca Centrale
dovra' trovare assolutamente un modo per ridurre il
deficit.
L'economia statunitense ha ancora molta strada da fare
prima di poter registrare un miglioramento e la Federal
Reserve dovra' escogitare una strategia di successo di
lungo termine per risolvere l'annoso problema
rappresentato dall'enorme deficit di bilancio
governativo.
Pertanto gli investitori che scommettono che la Federal
Reserve decidera' presto di cambiare rotta in ambito di
politica monetaria, si sbagliano di grosso. Questo e' il
parere espresso ai microfoni dell'emittente americana
Cnbc da Robert Barbera, autore del libro "Il costo del
capitalismo".
"Novanta giorni fa eravamo preoccupati circa la
depressione dell'economia e ora dovremmo preoccuparci
per i livelli di inflazione, questo ragionamento mi fa
girare la testa a mille", dice Barbera, che per 26 anni
e' stato un economista di Wall Street.
Nelle ultime settimane i prezzi delle materie prime
hanno subito un'accelerazione notevole e al i tassi di
interesse a lungo termine sono continuati a salire,
portando un numero sempre maggiore di investitori a
pensare che la Fed dovra' adottare una exit strategy
prima del previsto.
"Non credo proprio che ora come ora Ben Bernanke stia
pensando "Oddio, devo assolutamente fare qualcosa per
ribaltare la situazione'", ha osservato Barbera.
Storicamente i prezzi delle commodity si muovono in
linea con l'andamento dell'economia, ma l'anno scorso,
durante l'apprezzamento di petrolio, oro e altri
metalli, le enormi quantita' di denaro in arrivo dagli
hedge funds hanno fatto si che la tradizione non venisse
rispettata.
23 Giugno 2009 17:10
PARIGI
Ocse:
crescita non tornera' fino al 2011
di ANSA
Economia dell'area dovrebbe contrarsi del 4,3% nel 2009
(ANSA) - ROMA, 23 GIU - L'economia dell'area Ocse
dovrebbe contrarsi del 4,3% nel 2009 e non si prevede un
ritorno alla crescita fino al 2011. E' quanto afferma
l'Ocse nel Rapporto 2009 sulle pensioni. Le previsioni
dell'Organizzazione sui tassi di disoccupazione mostrano
inoltre un aumento nell'area dal 5,6% del 2007 al 9,9%
nel 2010. In questo modo, commenta l'Ocse, quella che
''era iniziata come una crisi finanziaria e' diventata
una crisi economica e sociale''.
23 Giugno 2009 17:23
PARIGI
Ocse: nel 2010 disoccupati saliranno a 57 milioni
di ANSA
Quasi 20 milioni in piu' rispetto ai 37,2 mln del 2008
(ANSA) - PARIGI, 23 GIU - Il numero dei disoccupati
raggiungera' a fine 2010 nella zona Ocse i 57
milioni,quasi 20 milioni in piu' rispetto ai 37,2
milioni del 2008. Sono le proiezioni dell'organizzazione
internazionale diffuse oggi a Parigi nell'ambito di un
forum sulla crisi economica. Il tasso di disoccupazione
si avvicinera' al 10% dal 7,8% dell'aprile scorso e al
6,8% della fine del 2008. Alla fine del 2010 la
disoccupazione raggiungera' il 9,9% della popolazione
attiva. E' il livello piu' alto dopo il 9,8% registrato
nel 1970. Il livello piu' basso raggiunto ultimamente
era stato il 5,5% registrato nel quarto trimestre del
2007 con 31,6 milioni di senza lavoro.''La
disoccupazione continuera' a pesare a lungo sulle
economie nazionali'' ha commentato il segretario
generale dell'Ocse Angel Gurria. ''Le precedenti
recessioni ci hanno insegnato che la ripresa del mercato
del lavoro tardera' molto rispetto alla ripresa della
crescita'', ha aggiunto indicando che la sua
organizzazione ''sta lavorando strettamente'' con i
paesi membri affinche' ''adattino le loro politiche in
modo da aiutare i disoccupati ed evitare che gli alti
livelli di disoccupazione perdurino a lungo''. L'Ocse ha
colto l'occasione per invitare il governo a fare in modo
che, in attesa della ripresa dei mercati del lavoro, chi
ha perso il lavoro e le famiglie a basso reddito siano
protetti da reti di sicurezza finanziaria. Secondo
l'Ocse sono anche necessari ''maggiori sforzi'' per
assicurare la formazione professionale e per chi ha piu'
difficolta' a trovare lavoro ''assunzioni mirate e
sussidi per aiutare a pagare per un'esperienza
lavorativa''.(ANSA).
23 Giugno 2009 19:40 NEW
YORK
PETROLIO: "L'ORO NERO TORNI SUGLI 80 DOLLARI"
di WSI - Il Sole 24 Ore
L'Opec auspica che il prezzo del petrolio raggiunga gli
80 dollari al barile in modo da finanziare interamente
gli investimenti necessari al settore. Si arresta
intanto la discesa delle quotazioni.
L'Opec auspica che il prezzo del petrolio raggiunga gli
80 dollari al barile in modo da finanziare interamente
gli investimenti necessari al settore. A dirlo é il
presidente dell'organizzazione, Jose Maria Botelho de
Vasconcelos. «Vorremo raggiungere gli 80 dollari al
barile in modo da proseguire con gli investimenti», ha
detto al termine di un meeting con i rappresentanti
dell'Unione europea. Botelho ha aggiunto che l'attuale
livello, tra 60 e 70 dollari, è sufficiente dal momento
che permette parte degli investimenti programmati ma un
livello più alto sarebbe meglio.
Si arresta, intanto, il calo dei prezzi petroliferi, che
a New York invertono la rotta con il barile che torna
sopra i 68 dollari. Ieri, sulla scia dei rinnovati
timori per il quadro economico, a cui si è aggiunto un
recupero del dollaro sul mercato dei cambi, il barile di
oro nero era sceso sotto i 67 dollari. Sul Nymex, il
mercato delle materie prime di New York, i futures sul
greggio in prima scadenza recuperano 80 cents dalla
chiusura di ieri, con il barile di qualità "light sweet"
a 68,30 dollari. A Londra il barile di Brent aumenta di
57 cents a quota 67,55 dollari.
23 Giugno 2009 19:51
MILANO - Il Sole 24 Ore
Ue e Usa contro la Cina al Wto per restrizioni su
materie prime
L'Unione Europea e gli Stati Uniti avvieranno un'azione
presso l'Organizzazione mondiale per il Commercio (Wto)
contro la Cina per restrizione all'importazione di varie
materie prime. Lo ha reso noto in un comunicato il
commissario europeo al Commercio Catherine Ashton. Il
primo passo sará un tentativo di negoziare con Pechino,
se ciò fallirá il prossimo passo sará un vero e proprio
ricorso al Wto. In gioco sono restrizioni a 10
materiali, tra cui fosforo giallo, bauxite, silicone,
zinco, coke, fluorspar e altri. Molti di questi sono
utilizzati per fabbricare acciaio, microchip, aerei. Nel
2001, al momento di aderire al Wto, la Cina si era
impegnata ed eliminare ogni dazio e tariffa sulle
importazioni da altri stati.
«Le restrizioni cinesi su materie prime - afferma Ashton
nel comunicato della Commissione - distorcono la
concorrenza e aumentano i prezzi globali, complicando
ulteriormente la situazione per le nostre imprese in
questa situazione di calo economico». A questo punto,
prosegue la responsabile Ue, «mi auguro che potremo
trovare una soluzione amichevole alla questione
attraverso un processo di consultazione».
Nella nota, la Commissione ricorda che «la Cina è la
singola sfida più importante per le politiche
commerciali Ue. Barriere 'dietro le frontierè nel
mercato cinese stanno costanto alle imprese europee
occasioni di export». Bruxelles ricorda inoltre che gli
attuali scambi commerciali Ue-Cina hanno raggiunto i 300
miliardi, Pechino rappresenta il secondo partner
commerciale dell'Unione Europea dopo gli Usa, e la
principale origine delle importazioni Ue. L'Unione
Europea, dal canto suo, è il più importante partner
commerciale del colosso asiatico.
23 Giugno 2009 21:48
MILANO - di Samantha Agrò – Il Sole 24 Ore
Mirow (Bers): «Rischio di tensioni sociali dall'Europa
centrale fino all'Asia»
«I nostri economisti prevedono una contrazione
dell'economia pari a circa il 5% nella regione
dell'Europa centrale e Asia centrale» ha affermato oggi
di fronte all'Assemblea parlamentare del Consiglio
d'Europa il presidente della Banca europea per la
ricostruzione e lo sviluppo (Bers), Thomas Mirow.
Nonostante alcuni segnali incoraggianti, Mirow mette in
guardia chi guarda al futuro con prematuro ottimismo.
Secondo il presidente della Bers, l'impatto sociale
dell'attuale crisi economica deve ancora arrivare e sarà
indubbiamente grave. Se la Polonia, dice Mirow, potrebbe
evitare una contrazione, per altri dieci paesi, tra cui
Romania, Russia, Turchia e Ucraina, gli esperti
prevedono per il 2009 una grave recessione o
depressione, con una crescita in termini negativi tra il
4 e il 15%. Ma è il crescente tasso di disoccupazione
che desta particolari preoccupazioni. «Ci si deve
aspettare che crei tensioni sociali che metteranno a
dura prova la stabilità politica dell'Europa centrale e
dell'Asia centrala» ha sottolineato Mirow nel suo
intervento. Il presidente ha conluso il discorso
augurandosi che a 20 anni dal crollo del muro di Berlino
non si permetta alla crisi economica di minare le
fondamenta politiche dell'Europa.
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