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Come
è riuscita
07
Luglio 2002
21:44 Roma
(Ansa)
Quando
Durante tutto il 2001 ed il primo trimestre del 2002 la società ha
imputato come investimenti in infrastrutture 3.8 miliardi di dollari che invece
erano da imputare come spese generali; ciò implica una profonda differenze
perché gli investimenti e le spese generali
vengono trattate diversamente a bilancio. Le spese per infrastrutture
comprendono infatti denaro investito in migliorie aziendali quali strutture di
rete, fibre ottiche, switch per chiamate telefoniche dirette eccetera, ed il
loro costo viene ammortizzato in più anni. Per esempio se
Detto ciò consideriamo il fatto che la società abbia entrate per 100 milioni di dollari e spese per 150 milioni di dollari, l’aritmetica vuole che la perdita sia di 50 milioni di dollari. Se però la società considera parte di questi costi, ad esempio 70 milioni di dollari, come investimenti, questi 70 milioni di dollari non compariranno più nel conto economico ma finiranno nello stato patrimoniale. In questo modo la società può suddividere il costo su più anni, attraverso gli ammortamenti. Supponiamo ora che questi investimenti siano ammortizzabili in 5 anni: il conto economico dell’anno in corso vedrà delle entrate per 100 milioni di dollari, costi per 80 milioni di dollari ed ammortamento degli investimenti per 14 milioni di dollari (pari a 1/5 anni di ammortamento di 70 milioni di dollari). Il risultato finale a questo punto risulta essere totalmente distorto poiché, sempre come ci insegna l’aritmetica, esso diventa un utile vero e proprio: 100-80-14 = 4 milioni di dollari di profitti.
Questi artifizi contabili non è detto che vengano
effettuati da tutte le società, esiste un codice di regolamentazione molto
rigido, tuttavia, la questione dei controllori, in questo caso KPMG ed Arthur
Andersen, è sempre scottante, occorrerebbe quindi intervenire con maggior
incisività proprio sui controllori, che sono in ultima analisi i certificatori
dei bilanci e quindi coloro che ne garantiscono la veridicità delle fonti.
mercoledì 10 luglio 2002 | domenica 21 luglio 2002 | martedì 23 luglio 2002 | ||
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Worldcom: tutte le tappe della 'grande frode'
25
giugno 2002 ore 6.51
|
20 Luglio 2002 23:26 (di H. Ehrsam)
Anche
il punto tornante del 17 luglio non ha saputo contenere il ribasso dei mercati
azionari globali ormai completamente allo sbando. Abbiamo chiuso la settimana
sotto importanti livelli di supporto sui grafici di lungo periodo e questo dopo
un ribasso del 42 % in 28 mesi sullo S&P 500 e dopo una scadenza delle
opzioni che sembrava promettere qualche sollievo per gli investitori. L’ultimo
grande mercato ribassista (1973 – 1974) ha visto un ribasso del 40 % in 21
mesi. Questo è sicuramente il momento più provante per l’industria
finanziaria dalla seconda guerra mondiale, se non dal
Singoli componenti del modello quantitativo migliorano continuamente e si trovano oggi a livelli che sono normalmente associati con dei minimi intermedi. Il pessimismo raggiunge i livelli più alti dal 1992 per gli investitori individuali mentre i consulenti finanziari diventano finalmente negativi (livello più alto dal 1998). La valutazione del modello IBES raggiunge una sottovalutazione del 28.7 % (aveva raggiunto – 37 % nel 1979) mentre la massa monetaria americana comincia nuovamente a crescere ad un ritmo sostenuto. Il mio sospetto rimane che il forte mercato ribassista in corso richieda un livello di svendita ben maggiore di quello che ci siamo abituati a vedere nel corso degli ultimi 20 anni. Il mercato potrebbe comunque iniziare un forte rimbalzo ad ogni qualsiasi momento, ma vedo ancora dei problemi sulla sua sostenibilità (solo un minimo e non “il minimo”).
Mi
chiedo inoltre perché le società non ricomprano i loro propri titoli o quelli
dei concorrenti in contanti se fossero veramente così a buon mercato.
La settimana scorsa avevamo visto i primi accenni di divergenze positive sugli
indicatori di velocità e sul numero di nuovi minimi raggiunti, ma solo sui
segmenti dell’alta tecnologia. Queste divergenze ancora tendono a persistere
malgrado i nuovi minimi di venerdì sera. Il resto del mercato vede confermato
il ribasso da tutti gli indicatori. La tecnologia e i segmenti di crescita in
generale semplicemente non sono in grado di trascinare al rialzo il resto del
mercato che rimane in condizioni tecniche pietose. I rimbalzi non riescono a
superare la durata di 2 giorni. Tutti i settori mostrano delle tendenze negative
con l’eccezione dei titoli auriferi che tuttavia non riescono ad approfittare
dalla forza dell’oro.
Ho il forte sospetto che l’ondata di liquidazione sui fondi azionari sia appena iniziata e che le posizioni vengano liquidate indiscriminatamente. Non si può dunque ragionare in termini di titoli buoni o cattivi. Non ci sono più rotture al rialzo su singoli titoli. Le mie statistiche indicano che solo il 5 % dei titoli mostra delle caratteristiche di tendenza positiva e solo l’1% mostra degli elementi veramente positivi. La continua discesa dell’indicatore “Advance Decline” segnala che anche lo stock picking diventa futile anche se i singoli titoli hanno già perso x percento dal massimo. Rimane anche il problema che i mesi di agosto e settembre sono generalmente i mesi peggiori per le borse.
Vedo
una serie di punti tornanti che sono concentrati sul 24 luglio per i mercati
azionari e tra il 28 e 30 luglio per il dollaro e i mercati obbligazionari
(anche il 1° agosto per i mercati azionari).
I cicli di breve periodo hanno indicato bene il minimo del 16 luglio (17 luglio
era previsto) con un possibile massimo il 22 luglio (il mercato è precipitato
prima vista la debolezza inerente), un minimo al 23 luglio, seguito da un
massimo al 30 luglio, un minimo al 6 agosto, un massimo al 14 agosto e un minimo
al 16 agosto che coincide con il mio punto tornante di metà agosto (10 – 14
un po’ su tutti i mercati). I punti tornanti di metà agosto e metà settembre
sono particolarmente rilevanti in quanto coincidono con i cicli di lungo
periodo. Particolarmente interessante mi appare quello di metà settembre dove
vedo confluire un numero molto rilevante di cicli. Un vero cambiamento di
tendenza appare dunque improbabile prima di quella data.
Una
netta accelerazione del ribasso (vedi panico) mi appare inevitabile prima di un
minimo sostenibile e stimo il potenziale di ribasso attorno a 8.5 % dagli
attuali livelli in questa gamba di ribasso (775 sullo S&P 500 contro gli
attuali 847).
20
Luglio 2002 23:26
(di
H. Ehrsam)
fonte Trendonline.it
Profondo
Orso? No, sarà un'occasione storica irripetibile
22 Luglio 2002 14:32 (di *Massimo De Angeli)
Visto il momento particolarmente delicato e data per certa una posizione di "stand by", almeno per l'inizio di questa ottava, è giusto fare il punto sulla situazione e cercare di capire cosa sta accadendo sui mercati azionari.
Si
è detto e scritto più volte che le borse anticipano sempre il ciclo economico
di almeno 3/6 mesi. L'agenzia Standard & Poors meno di due settimane fa,
aveva sottolineato come la breve fase recessiva statunitense fosse terminata il
primo trimestre del 2002 e poneva l'accento quale causa del mancato recupero
delle borse, sul clima di generale sfiducia degli investitori, provocato dai
recenti scandali finanziari e dall'incubo del terrorismo.
Ecco in breve sintesi, gli avvenimenti delle ultime due settimane che hanno
portato al crollo dei mercati:
1)
Il discorso del presidente Bush a Wall Street: nelle intenzioni doveva
rassicurare gli investitori; nella realtà si è trasformato in un vero
boomerang, anche perché il suo "facciamo pulizia e puniamo duramente i
colpevoli" ha implicitamente dato credito a coloro che sostenevano che
quella finora scoperta era solo la punta dell'iceberg. Ha poi bastonato le
società di rating, dicendo più o meno "non siete credibili, smettetela di
fare i furbi e fate gli interessi dei risparmiatori". Il giorno successivo
un investitore intentava una causa contro una delle più importanti case di
brokeraggio al mondo, per reports ingannevoli. In uscita poi le prime
trimestrali di alcune società, così così. Risultato? Chiusura settimanale
degli indici con una perdita del 7% e l'euro che sfondava la parità contro il
dollaro e conseguente rafforzamento delle obbligazioni sia in euro che in
dollari.
2)
Settimana successiva: Il discorso di Alan Greenspan sullo stato dell'economia.
Da grande navigatore della finanza è stato abile a dribblare le scomode domande
del congresso e a riportare un minimo di tranquillità ai mercati, ribadendo
comunque come certa e piuttosto stabile la ripresa del ciclo economico con
un'inflazione sotto controllo. Il giorno successivo
Per
la prima volta dalla seconda guerra mondiale e dopo la crisi dei primi anni
settanta, assistiamo ad una lunga fase orso di 26 mesi senza una reale
recessione dell'economia mondiale. Anzi la crescita prevista dalla Fed per
l'anno in corso è di circa il 3% e del 4% per il 2003. Questa dicotomia, tra
ciclo economico che torna ad espandersi e corsi azionari che precipitano sembra
davvero preoccupante. I risparmiatori sono sotto shock. Sono talmente
disorientati che ormai sono disposti a liquidare le proprie posizioni in perdita
( e che perdita! ) pur di non rimetterci altro denaro. La sensazione è comunque
quella di essere molto vicini al fondo del mercato, perché solo nuovi clamorosi
atti terroristici e non singoli nuovi scandali finanziari, possono minare
l'integrità del sistema economico mondiale, perchè è di questo che si parla.
Francamente
è da ritenersi impossibile una vera capitolazione e probabilmente al fondo del
barile ci sarà una vera miniera d'oro. Aspettiamo le copertine dei principali
settimanali americani occuparsi dei disastri della borsa e poi compriamo, perché
sarà un'occasione storica irripetibile. Per chi vuole comprare subito ad ogni
rimbalzo si raccomandano stop loss rigidi!!
*Massimo De Angeli è responsabile analista di Futuresonline.it
22 Luglio 2002 14:32 (di *Massimo De Angeli)
fonte Trendonline.it