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Come è riuscita la WorldCom ad imputare 3.8 miliardi $ in spese

Worldcom: tutte le tappe della 'grande frode'

Ci attende il panico finale

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+++ BRIVIDO WORLDCOM SULLE BORSE AMERICANE +++ BUSH ALL'ATTACCO CONTRO GLI SCANDALI DELLE GRANDI CRPORATION USA +++ LA CRISI DI FIDUCIA MINACCIA LE BORSE MONDIALI +++

martedì  9  luglio  2002   mercoledì  17  luglio  2002   sabato  20  luglio  2002
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  Come è riuscita la WorldCom ad imputare 3.8 miliardi $ in spese

07 Luglio 2002   21:44  Roma  (Ansa)

Quando la WorldCom ha rivelato il 25 giugno di aver scoperto una frode finanziaria di 3.8 miliardi di dollari, lo sgomento e la sorpresa hanno investito tutti, dal piccolo risparmiatore sino al Presidente George Bush. Come è stato possibile che una grande società come questa abbia letteralmente truffato gli azionisti ed i creditori? 

Durante tutto il 2001 ed il primo trimestre del 2002 la società ha imputato come investimenti in infrastrutture 3.8 miliardi di dollari che invece erano da imputare come spese generali; ciò implica una profonda differenze perché gli investimenti e le spese generali vengono trattate diversamente a bilancio. Le spese per infrastrutture comprendono infatti denaro investito in migliorie aziendali quali strutture di rete, fibre ottiche, switch per chiamate telefoniche dirette eccetera, ed il loro costo viene ammortizzato in più anni. Per esempio se la WorldCom spende 10 milioni di dollari in fibre ottiche nell’arco di 10 anni, a bilancio verranno imputati costi annuali per 1 milione di dollari per 10 anni; per contro se la società spende 10 milioni di dollari cancelleria e prodotti per ufficio, a bilancio, questi costi devono essere imputati nel periodo in cui sono stati sostenuti.

 Detto ciò consideriamo il fatto che la società abbia entrate per 100 milioni di dollari e spese per 150 milioni di dollari, l’aritmetica vuole che la perdita sia di 50 milioni di dollari. Se però la società considera parte di questi costi, ad esempio 70 milioni di dollari, come investimenti, questi 70 milioni di dollari non compariranno più nel conto economico ma finiranno nello stato patrimoniale. In questo modo la società può suddividere il costo su più anni, attraverso gli ammortamenti. Supponiamo ora che questi investimenti siano ammortizzabili in 5 anni: il conto economico dell’anno in corso vedrà delle entrate per 100 milioni di dollari, costi per 80 milioni di dollari ed ammortamento degli investimenti per 14 milioni di dollari (pari a 1/5 anni di ammortamento di 70 milioni di dollari). Il risultato finale a questo punto risulta essere totalmente distorto poiché, sempre come ci insegna l’aritmetica, esso diventa un utile vero e proprio: 100-80-14 = 4 milioni di dollari di profitti. 

Questi artifizi contabili non è detto che vengano effettuati da tutte le società, esiste un codice di regolamentazione molto rigido, tuttavia, la questione dei controllori, in questo caso KPMG ed Arthur Andersen, è sempre scottante, occorrerebbe quindi intervenire con maggior incisività proprio sui controllori, che sono in ultima analisi i certificatori dei bilanci e quindi coloro che ne garantiscono la veridicità delle fonti.

07 Luglio 2002   21:44  Roma (Ansa)

 

mercoledì  10  luglio  2002   domenica  21  luglio  2002   martedì  23  luglio  2002
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+++ Worldcom: tutte le tappe della 'grande frode' +++

 

Worldcom: tutte le tappe della 'grande frode'
05 Luglio 2002   18:04  New York (di Maurizio Giuliani)  
25 giugno 2002 ore 6.51
Inizia oggi la scoperta della più grande frode della storia ai danni degli azionisti, dopo la debacle della Enron, che ha sfiorato le più alte cariche governative degli Stati Uniti, è giunta l’ora per
la WorldCom , il secondo più grande operatore telefonico americano, con oltre 20 milioni di clienti, centinaia di clienti aziendali ed oltre 80.000 dipendenti. Gli auditors hanno infatti trovato una voce di bilancio pari a 3.8 miliardi di dollari che è stata imputata come investimento, drogando così i risultati degli utili per azione negli scorsi cinque trimestri (pari a circa un anno e mezzo). Senza questo trasferimento fraudolento, la società avrebbe conseguito delle perdite nette per tutto il 2001 ed anche per il primo trimestre del 2002, quando, da quanto risulta dai bilanci trimestrali, nel 2001 ha conseguito un profitto di 1.4 miliardi di dollari e di 130 milioni di dollari nel primo trimestre del 2002. Il terremoto finanziario della società ha avuto come immediata conseguenza il licenziamento in tronco di Scott Sullivan, il chief financial officier, e quello di David Myers, vice presidente del gruppo. Il commento del nuovo presidente del gruppo, John Sidgmore (nella foto), dopo le dimissioni di Bernard J. Ebbers, è stato: „Il nostro management è letteralmente shockato da quanto scoperto, faremo il possibile per far ritornare tutto alla normalità“. Infatti le contromisure adottate dalla società non sono tardate a giungere, il management ha deciso il licenziamento di 17.000 dipendenti ed il taglio di 2.1 miliardi di dollari all’anno in spese per infrastrutture; tuttavia rimane ancora incerto come il pool di banche finanziatrici abbia appreso a notizia e se sia ancora disposta ad elargire ulteriore denaro. Anche le dichiarazioni degli analisti di borsa non si fanno attendere: Jeff Halpern della Sanford Berenstein: „Ritengo che le banche chiuderanno i rubinetti per ulteriori finanziamenti, allo stato attuale il Chapter 11 (la procedura di fallimento) è altamente probabile, e ciò porterà ad una sensibile defezioni dei clienti“.

26 giugno 2002 ore 10.16
La Bear Sterns
, una delle più grandi banche d’affari degli Stati Uniti, ha sospeso il rating ed i giudizi operativi sul titolo WorldCom e sulla controllata MCI Group fino a che la situazione contabile non sarà del tutto chiarita.

“L’assenza del Chief Financial Officier (CFO) e del vice presidente lasciano aperte troppe falle all’interno dell’azienda; inoltre vi sono delle implicazioni di portata mondiale sulla frode della società, il settore delle telecomunicazioni e quello finanziario ne risentiranno pesantemente, inoltre l’eventuale collasso della società avrà sicure ripercussioni sull’intero sistema economico americano”. Le contrattazioni sul titolo WorldCom che hanno raggiunto un massimo nel 1999 a 64 USD sono state sospese, così come quelle sulla MCI Group.

26 giugno 2002 ore 11.04
Le obbligazioni della WorldCom stanno subendo un collasso ciò in previsione di un sempre più probabile fallimento societario. Le quotazioni dei bond si aggirano tutte sui 15 cent di dollaro. Molte delle obbligazioni a breve termine sono inserite nei fondi obbligazionari ad alto rendimento poiché i manager erano convinti della possibilità di accesso ai finanziamenti da parte del gruppo per pagare le cedole; Tom Parker, gestore del fondo ad alto rendimento Barclays Global Investors: “con problemi contabili di questa entità, è probabile che nessuna banca conceda ulteriori prestiti”. Le emissioni WorldCom con scadenza 2011 ed interesse del 7.5% vengono scambiate a 15 cent, ciò implica un rendimento di oltre il 100%, ma è evidente che una società diretta al fallimento non potrà onorare questi debiti.

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26 giugno 2002 ore 11.15
La società di rating Standard & Poor’s ha declassato il debito a lungo termine della WorldCom a CCC- dal precedente B+; tutti gli altri rating rimangono sotto osservazione del CreditWatch con outlook molto negativo; al 31 marzo del 2002 la società ha contratto debiti totali per 32.4 miliardi di dollari. “Il downgrade del debito è stato assegnato dopo aver valutato le ultime implicazioni della frode dove la società ha imputato 3.8 miliardi di dollari come investimenti, ed attualmente le previsioni rimangono molto incerte” è stato il commento dell’analista della Standard & Poor’s Rosemarie Kalinowski, inoltre, aggiunge, „Questi eventi porteranno diritti verso l’annuncio del Chapter 11 se la società non ristruttura immediatamente il debito“.

27 giugno 2002 ore 10.00
Lo scandalo finanziario si ripercuote sino alle più alte cariche governative, infatti la maggior parte degli esperti di contabilità ritiene che esso continuerà ad essere utilizzato e che i recenti scandali non ne hanno minato la credibilità. L’indice misura la salute finanziaria dell’azienda, in particolar modo per quelle che operano nel settore delle telecomunicazioni e dell’alta tecnologia, dove gli investimenti in infrastrutture riducono i profitti leggermente, inoltre mostra l’ammontare di utili destinato al pagamento dei debiti.

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28 giugno 2002 ore 7.36
La compagnia di servizi telefonici IDT Corp. ha comunicato che intende offrire una cifra compresa tra 3 e 4 miliaridi di dollari per acquisire la divisione MFS Communication della WorldCom, che fornisce servizi telefonici a clienti aziendali. Il presidente della IDT, Howard Jonas, che ha formulato l’offerta dopo aver appreso le irregolarità contabili, ha dichiarato la volontà di incontrare l’attuale presidente della WorldCom, John Sidgmore,per discutere l’offerta.
La IDT che opera attraverso un range diversificato di business che spazia dalle carte telefoniche prepagate ai servizi di telefonia via internet, ai network in fibre ottiche, ha una capitalizzazione di mercato di 1.28 miliardi di dollari e possiede in cassa oltre 1.02 miliardi di dollari. La WorldCom non ha ancora commentato l’offerta, tuttavia la volontà del management è subordinata al riassetto della società, ed in questa direzione si è obbligati ad andare, infatti la società ha reso noto che intende cedere gli asset in America Latina, in particolare la brasiliana Embratel e la messicana Avantel, tuttavia la vendita di queste divisioni risulta essere difficoltosa soprattutto a causa della debolezza del settore.

1 luglio 2002 ore 10.24
Harvey Pitt, presidente della SEC ha dichiarato che il bilancio della WorldCom “presenta degli evidenti errori ed in molte parti risulta incompleto”; Patrick Comack della Guzman & Co. si è espresso molto negativamente sulle prospettive future del titolo, ritiene infatti che il fallimento della società è solo più una questione di tempo, poche settimane o forse meno, WorldCom “brucia” oltre 300 milioni di dollari ogni trimestre, aggiungendo pressione sulla posizione finanziaria, poiché senza l’aiuto delle istituzioni creditizie la posizione netta in cash ammonta a meno di 300 milioni di dollari, e non è ancora affatto sicuro il piano di salvataggio delle banche, infatti
la Citigroup e la Deutsche Bank potrebbe decidere di chiudere definitivamente i rubinetti del credito. Intanto viene annunciato il delisting del titolo dal Nasdaq per venerdì 5 luglio, e viene cambiato il ticker symbol dal precedente WOCM all’attuale WCOME.

2 luglio 2002 ore 4.04
I vertici della società comunicano al mercato che la società può ancora evitare la bancarotta se la ristrutturazione finanziaria verrà approvata, il denaro in cassa può sostenere ancora l’attività per alcuni mesi, ma in gennaio 2003 verranno a scadenza 2 miliardi di dollari di debiti che dovranno essere ripagati.

2 luglio 2002 ore 20.45
La IDT Corp. formalizza l’offerta per acquisire la divisione dei servizi telefonici e propone al management 5 miliardi di dollari per rilevare la MFS Communication e la divisione telefonica a lunga distanza aziende e privati della MCI.

5 luglio 2002 ore 7.12
Il management della WorldCom ha dichiarato, come riporta il Wall Street Journal, di voler proporre agli azionisti della società di convertire l’intero indebitamento verso privati ed istituzioni bancarie, che ammonta a 32.8 miliardi di dollari, in azioni, evitando così di dichiarare fallimento.

05 Luglio 2002   18:04  New York (di Maurizio Giuliani)

fonte Trendonline.it

 

  Ci attende il panico finale

20 Luglio 2002   23:26   (di H. Ehrsam)

Anche il punto tornante del 17 luglio non ha saputo contenere il ribasso dei mercati azionari globali ormai completamente allo sbando. Abbiamo chiuso la settimana sotto importanti livelli di supporto sui grafici di lungo periodo e questo dopo un ribasso del 42 % in 28 mesi sullo S&P 500 e dopo una scadenza delle opzioni che sembrava promettere qualche sollievo per gli investitori. L’ultimo grande mercato ribassista (1973 – 1974) ha visto un ribasso del 40 % in 21 mesi. Questo è sicuramente il momento più provante per l’industria finanziaria dalla seconda guerra mondiale, se non dal 1929. In

Singoli componenti del modello quantitativo migliorano continuamente e si trovano oggi a livelli che sono normalmente associati con dei minimi intermedi. Il pessimismo raggiunge i livelli più alti dal 1992 per gli investitori individuali mentre i consulenti finanziari diventano finalmente negativi (livello più alto dal 1998). La valutazione del modello IBES raggiunge una sottovalutazione del 28.7 % (aveva raggiunto – 37 % nel 1979) mentre la massa monetaria americana comincia nuovamente a crescere ad un ritmo sostenuto. Il mio sospetto rimane che il forte mercato ribassista in corso richieda un livello di svendita ben maggiore di quello che ci siamo abituati a vedere nel corso degli ultimi 20 anni. Il mercato potrebbe comunque iniziare un forte rimbalzo ad ogni qualsiasi momento, ma vedo ancora dei problemi sulla sua sostenibilità (solo un minimo e non “il minimo”). 

Mi chiedo inoltre perché le società non ricomprano i loro propri titoli o quelli dei concorrenti in contanti se fossero veramente così a buon mercato.
La settimana scorsa avevamo visto i primi accenni di divergenze positive sugli indicatori di velocità e sul numero di nuovi minimi raggiunti, ma solo sui segmenti dell’alta tecnologia. Queste divergenze ancora tendono a persistere malgrado i nuovi minimi di venerdì sera. Il resto del mercato vede confermato il ribasso da tutti gli indicatori. La tecnologia e i segmenti di crescita in generale semplicemente non sono in grado di trascinare al rialzo il resto del mercato che rimane in condizioni tecniche pietose. I rimbalzi non riescono a superare la durata di 2 giorni. Tutti i settori mostrano delle tendenze negative con l’eccezione dei titoli auriferi che tuttavia non riescono ad approfittare dalla forza dell’oro. 

Ho il forte sospetto che l’ondata di liquidazione sui fondi azionari sia appena iniziata e che le posizioni vengano liquidate indiscriminatamente. Non si può dunque ragionare in termini di titoli buoni o cattivi. Non ci sono più rotture al rialzo su singoli titoli. Le mie statistiche indicano che solo il 5 % dei titoli mostra delle caratteristiche di tendenza positiva e solo l’1% mostra degli elementi veramente positivi. La continua discesa dell’indicatore “Advance Decline” segnala che anche lo stock picking diventa futile anche se i singoli titoli hanno già perso x percento dal massimo. Rimane anche il problema che i mesi di agosto e settembre sono generalmente i mesi peggiori per le borse.

Vedo una serie di punti tornanti che sono concentrati sul 24 luglio per i mercati azionari e tra il 28 e 30 luglio per il dollaro e i mercati obbligazionari (anche il 1° agosto per i mercati azionari).
I cicli di breve periodo hanno indicato bene il minimo del 16 luglio (17 luglio era previsto) con un possibile massimo il 22 luglio (il mercato è precipitato prima vista la debolezza inerente), un minimo al 23 luglio, seguito da un massimo al 30 luglio, un minimo al 6 agosto, un massimo al 14 agosto e un minimo al 16 agosto che coincide con il mio punto tornante di metà agosto (10 – 14 un po’ su tutti i mercati). I punti tornanti di metà agosto e metà settembre sono particolarmente rilevanti in quanto coincidono con i cicli di lungo periodo. Particolarmente interessante mi appare quello di metà settembre dove vedo confluire un numero molto rilevante di cicli. Un vero cambiamento di tendenza appare dunque improbabile prima di quella data. 

Una netta accelerazione del ribasso (vedi panico) mi appare inevitabile prima di un minimo sostenibile e stimo il potenziale di ribasso attorno a 8.5 % dagli attuali livelli in questa gamba di ribasso (775 sullo S&P 500 contro gli attuali 847).

20 Luglio 2002   23:26   (di H. Ehrsam)

fonte Trendonline.it

 

  Profondo Orso? No, sarà un'occasione storica irripetibile

22 Luglio 2002   14:32   (di *Massimo De Angeli)

Visto il momento particolarmente delicato e data per certa una posizione di "stand by", almeno per l'inizio di questa ottava, è giusto fare il punto sulla situazione e cercare di capire cosa sta accadendo sui mercati azionari.

Si è detto e scritto più volte che le borse anticipano sempre il ciclo economico di almeno 3/6 mesi. L'agenzia Standard & Poors meno di due settimane fa, aveva sottolineato come la breve fase recessiva statunitense fosse terminata il primo trimestre del 2002 e poneva l'accento quale causa del mancato recupero delle borse, sul clima di generale sfiducia degli investitori, provocato dai recenti scandali finanziari e dall'incubo del terrorismo.
Ecco in breve sintesi, gli avvenimenti delle ultime due settimane che hanno portato al crollo dei mercati:

1) Il discorso del presidente Bush a Wall Street: nelle intenzioni doveva rassicurare gli investitori; nella realtà si è trasformato in un vero boomerang, anche perché il suo "facciamo pulizia e puniamo duramente i colpevoli" ha implicitamente dato credito a coloro che sostenevano che quella finora scoperta era solo la punta dell'iceberg. Ha poi bastonato le società di rating, dicendo più o meno "non siete credibili, smettetela di fare i furbi e fate gli interessi dei risparmiatori". Il giorno successivo un investitore intentava una causa contro una delle più importanti case di brokeraggio al mondo, per reports ingannevoli. In uscita poi le prime trimestrali di alcune società, così così. Risultato? Chiusura settimanale degli indici con una perdita del 7% e l'euro che sfondava la parità contro il dollaro e conseguente rafforzamento delle obbligazioni sia in euro che in dollari.

2) Settimana successiva: Il discorso di Alan Greenspan sullo stato dell'economia. Da grande navigatore della finanza è stato abile a dribblare le scomode domande del congresso e a riportare un minimo di tranquillità ai mercati, ribadendo comunque come certa e piuttosto stabile la ripresa del ciclo economico con un'inflazione sotto controllo. Il giorno successivo la Fed usciva con un comunicato che indicava mediamente una sottovalutazione del 25% del valore delle azioni. La doccia fredda il 18 luglio: il Philly Fed crollava a 6,6 dal 22,2 di giugno, con il sottoindice relativo ai nuovi ordini, mentre l'indice relativo alla disoccupazione si attestava a un -6,8 contro un -2 di giugno. Nel frattempo, una banca della Pennsylvania indagata per frode fiscale, nuovi problemi anche se di diversa origine per J&J con inchiesta penale, guai anche per Daimler Crysler, poi venerdì Ericsson  che dopo aver comunicato un'altro trimestre in perdita, prospettava un aumento di capitale con azioni a prezzo stracciato. Microsoft che seppur rispettando le stime sugli utili, rivedeva al ribasso i profitti per il 2003 e dulcis in fundo, il deficit commerciale che aumentava di altri 4 miliardi di dollari. Risultato? Chiusura settimanale degli indici con una perdita di un'altro 7%.

Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale e dopo la crisi dei primi anni settanta, assistiamo ad una lunga fase orso di 26 mesi senza una reale recessione dell'economia mondiale. Anzi la crescita prevista dalla Fed per l'anno in corso è di circa il 3% e del 4% per il 2003. Questa dicotomia, tra ciclo economico che torna ad espandersi e corsi azionari che precipitano sembra davvero preoccupante. I risparmiatori sono sotto shock. Sono talmente disorientati che ormai sono disposti a liquidare le proprie posizioni in perdita ( e che perdita! ) pur di non rimetterci altro denaro. La sensazione è comunque quella di essere molto vicini al fondo del mercato, perché solo nuovi clamorosi atti terroristici e non singoli nuovi scandali finanziari, possono minare l'integrità del sistema economico mondiale, perchè è di questo che si parla.

Francamente è da ritenersi impossibile una vera capitolazione e probabilmente al fondo del barile ci sarà una vera miniera d'oro. Aspettiamo le copertine dei principali settimanali americani occuparsi dei disastri della borsa e poi compriamo, perché sarà un'occasione storica irripetibile. Per chi vuole comprare subito ad ogni rimbalzo si raccomandano stop loss rigidi!!


*Massimo De Angeli è responsabile analista di Futuresonline.it

22 Luglio 2002   14:32   (di *Massimo De Angeli)

fonte Trendonline.it