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PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO - Martedì 21 Luglio 2009

PARTE  2

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La Borsa di Tokyo chiude in forte rialzo, brillano gli esportatori
21.07.2009
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in forte rialzo. Il Nikkei ha guadagnato il 2,7% a 9.652,02 punti ed il Topix il 2,7% a 901,55 punti. Per il Nikkei si è trattato della quinta seduta positiva di fila. Il Premier giapponese Taro Aso ha sciolto oggi ufficialmente la Camera Bassa per le elezioni del 30 agosto. La notizia non ha avuto però alcun impatto sul mercato. Tra gli esportatori Toyota (JP3633400001) ha guadagnato il 3,1%, Honda (JP3854600008) il 3%, Canon (JP3242800005) il 3,6%, Panasonic (JP3866800000) il 5,7% e Sony (JP3435000009) il 2,2%. Il "superindice" è aumentato a giugno negli USA per il terzo mese di fila. La notizia ha fatto aumentare l'ottimismo degli investitori sulle prospettive dell'economia del principale partner commerciale del Giappone.
L'aumento dei prezzi delle commodities ha spinto i titoli delle grandi holdings commerciali. Mitsui & Co. (JP3893600001) ha guadagnato il 4,9%, Mitsubishi Corp. (JP3898400001) il 5,5%, Sumitomo Corp. (JP3404600003) il 4,7% e Itochu (JP3143600009) il 5,6%. Il prezzo del petrolio è salito ieri a New York quasi fino a $65 al barile, quello del rame ha chiuso ai suoi più alti livelli dallo scorso ottobre.
Komatsu (JP3304200003) ha guadagnato il 5,2%. Bank of America ha promosso ieri il titolo di Caterpillar (US1491231015), la principale concorrente, di Komatsu a "Buy".
Mitsubishi Chemical Holdings (JP3897700005) ha guadagnato Merrill Lynch ha avviato la copertura sulla prima impresa petrolchimica giapponese con "Buy".
Redazione Borsainside 8.30

 

 

21 Luglio 2009 09:11 NILANO - di Marco Valsania – Il Sole 24 Ore
Obama perde colpi sulla sanità
NEW YORK - Barack Obama potrebbe trovarsi davanti un nemico inatteso nella battaglia per la riforma sanitaria: non solo parlamentari, repubblicani e democratici, preoccupati per i costi, ma anche un'opinione pubblica che comincia a dar visibili segni di insofferenza e scetticismo.
Obama è scivolato per la prima volta sotto la soglia del 50% nel consenso degli elettori sulla sua leadership a favore della riforma, la priorità assoluta di politica interna della Casa Bianca. E, con i dubbi sulla sanità e su un'economia sempre prigioniera della disoccupazione, anche la generale popolarità del presidente soffre: il suo indice di gradimento, pur rimanendo elevato, ha registrato un primato negativo scendendo al 59%, perdendo sei punti in un solo mese.
Obama, in un nuovo sondaggio del Washington Post e della Cbs, ottiene il consenso del 49% degli americani quando si tratta della gestione delle proposte sull'assistenza sanitaria universale, contro il 57% di aprile e il 53% di giugno. Mentre giudizi negativi sono oggi condivisi dal 44% degli interpellati rispetto al 29% in precedenza. La caduta di credibilità è stata particolarmente pronunciata tra gli elettori indipendenti, il baricentro della politica americana: in una brusca inversione di tendenza bocciano la sua leadership con il 49% contro il 44 per cento. La popolarità della Casa Bianca, contemporaneamente, si è appannata sull'intera agenda economica: solo il 52% approva il suo operato, un'erosione di quattro punti rispetto al mese scorso. E quando si tratta del crescente deficit federale, il 43% approva e il 49 lo boccia.
L'amministrazione può trarre ugualmente conforto da alcuni dati: i cardini del progetto di riforma sanitaria di Obama, in realtà, continuano a riscuotere il consenso della maggioranza degli americani. Al 54% piace una riforma che imponga l'assicurazione medica a tutti, crei un piano pubblico in concorrenza con le assicurazioni private e trovi risorse grazie a tasse sui redditi più alti e a penali per le grandi aziende che non offrono assistenza. Questo progetto ha il sostegno di tre quarti dei democratici e del 60% degli indipendenti.
Ma le incertezze sul futuro della riforma, che minacciano di dilagare tra gli elettori, hanno costretto la Casa Bianca a lanciare una nuova controffensiva: Obama ha incontrato ieri medici e infermieri all'ospedale dei bambini Children's national medical center e ha dichiarato che sulla sanità «non c'è tempo da perdere». Domani la sanità sarà al centro di una conferenza stampa in prima serata televisiva. E giovedì partirà alla volta di Cleveland, in Ohio, per un'assemblea popolare sulla crisi dell'assistenza. Assieme agli eventi pubblici il presidente orchestrerà su deputati e senatori, democratici e repubblicani moderati, perché votino i rispettivi progetti di riforma entro il 7 agosto, quando comincia la pausa estiva del congresso. Un voto consentirebbe di avviare nell'estate il complesso lavoro di riconciliazione delle versioni uscite dal congresso.
A rendere più urgente la campagna della Casa Bianca, che teme il ripetersi della devastante sconfitta subita da Bill Clinton sulla sanità negli anni Novanta, sono gli attacchi dei repubblicani e le ribellioni interne allo stesso partito democratico. Il presidente del partito repubblicano Michael Steele ha ieri denunciato la riforma voluta da Obama come un piano che «fa paura» e che potrebbe rovinare «un'intera generazione». Dalle pagine degli editoriali del Wall Street Journal è stato rilanciato uno studio del centro di ricerca conservatore Heritage Foundation che denuncia «bufere economiche» se saranno seguite le prescrizioni democratiche: l'aumento delle imposte destinato a finanziare la riforma porterebbe negli Stati Uniti ad aliquote marginali medie, per i redditi più elevati, pari al 52 per cento. Ovvero inferiori solo a tre paesi Ocse (Danimarca, Svezia e Belgio) e più alte di Germania, Francia e Italia. È soprattutto alla camera che sono state proposte sovrattasse, fino al 5,4% per i milionari, con l'obiettivo di rastrellare oltre 500 miliardi.
Costi e nuove imposte innervosiscono le stessi correnti meno radicali tra i democratici, a cominciare dai cosiddetti Blue Dog. Durante una riunione nazionale dei governatori degli stati, voci critiche si sono levate all'unisono. E protestano parlamentari eletti in distretti agiati: due neodeputati, Dina Titus del Nevada e Jared Polis del Colorado, hanno ignorato ogni disciplina di partito e votato contro la riforma in commissione alla camera.

 

 

Borse Asia-Pacifico: Chiusura contrastata, male Shanghai
21.07.2009
Le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno chiuso oggi contrastate.

Lo Shanghai Composite ha perso l'1,6% a 3.213,21 punti. Sul mercato è circolata oggi la voce che il Governo cinese abbia l'intenzione di frenare la concessione dei prestiti dopo il loro aumento record nella prima metà dell'anno. I rumors hanno spinto molti investitori a realizzare i loro benefici. Nel settore bancario Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) ha chiuso in calo dell'1,7%, Bank of China (CNE1000001Z5) dell'1,1% e China Construction Bank (CN000A0HF1W3) dell'1,6%. Tra i minerari Aluminum Corporation of China (CNE1000001T8) ha perso il 3,2%, Zijin Mining (CNE100000502) il 2,6% e Shandong Gold Mining (CNE000001FR7) l'1,9%. Nel settore della siderurgia Baoshan Iron & Steel (CN0005910731) ha perso il 3,2%, Angang Steel (CN0009082362) il 4% e Maanshan Iron & Steel (CNE1000003R8) il 4,8%. Bene controtendenza il settore del brokeraggio. Sinolink Securities (CNE000000SV4) ha guadagnato l'1,5% e Citic Securities (CNE000001DB6) l'1,1%. China State Construction Engineering ha annunciato ieri che attraverso la sua IPO intende raccogliere fino a CNY 50,2 miliardi. Il mercato punta sul fatto che la ripresa dei collocamenti in borsa in Cina sosterrà gli utili dei broker.

L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso invariato a 19.501,73 punti. Anche sulla piazza finanziaria della città costiera sono scattate oggi delle prese di beneficio. Cheung Kong Holdings (HK0001000014) ha perso lo 0,6%, China Mobile (HK0941009539) il 2,5%, Sinopec (CN0005789556) lo 0,9% e Hong Kong Exchanges and Clearing (HK0388034859) lo 0,5%. HSBC (GB0005405286) ha chiuso in rialzo dell'1,9%. Goldman Sachs ha confermato oggi il titolo del colosso finanziario nella sua "Conviction buy list" con un target sul prezzo a HKD 84.

Tra gli altri listini della regione il Taiwan Weighted a Taipei ha guadagnato lo 0,2% e il Kospi a Seul lo 0,7%. Lo Straits Times a Singapore ha perso lo 0,1%, l'S&P/ASX 200 a Sydney ha chiuso invariato.

 

 

21 Luglio 2009 15:58 MILANO - di Ilaria Verunelli – Il Sole 24 Ore
Nel 2020 nel mondo ci saranno più anziani che bambini
Che la popolazione mondiale stia invecchiando è cosa nota. Di nuovo c'è un'accelerazione del fenomeno che non ha precedenti nella storia dell'umanità. Prima di leggere l'articolo potete però verificare la vostra conoscenza sul fenomeno dell'invecchiamento globale, provando a rispondere a 16 domande.
Il test è stato pubblicato nel rapporto An Aging World: 2008, condotto da Kevin Kinsella e Wan He, ricercatori dell'U.S. Census Bureau, e commissionato dal National Institute on Aging (Nia). Si tratta di un'analisi del fenomeno dell'invecchiamento della popolazione globale, da cui emerge un dato che non ha precedenti nella storia: in meno di dieci anni, per la prima volta, il numero di persone con un'età uguale o superiore ai 65 anni supererà quello dei bambini sotto i cinque anni.
Se l'invecchiamento della popolazione rappresenta un successo in termini di incremento della longevità, il crescente squilibrio tra lavoratori e pensionati ha forti implicazioni a livello economico. «L'invecchiamento della popolazione interessa qualunque Paese in qualunque parte del mondo.», ha detto Richard Suzman del Nia, «Mentre ci sono importanti differenze tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo, l'invecchiamento sta cambiando la natura socio-economica del pianeta e pone sfide difficili».
A metà 2008, a livello globale, le persone di età uguale o superiore ai 65 anni erano, secondo le stime, 506 milioni, circa il 7% del totale (con un aumento di 10,4 milioni tra luglio 2007 e luglio 2008). Dal 2007 al 2008 la popolazione anziana è cresciuta, in media, nel mondo, di 870.000 persone ogni mese. Nel 1990, 26 paesi avevano una popolazione anziana di almeno due milioni di persone, nel 2008 38 paesi hanno raggiunto quella soglia e nel 2040 potrebbero essere 72. La ricerca sottolinea anche come siano proprio le persone di 80 anni o più a rappresentare la porzione di popolazione che sta crescendo più rapidamente in molti Paesi. A livello globale questa fascia dovrebbe aumentare del 233% tra il 2008 e il 2040 ( la percentuale è del 160% per la popolazione di età uguale o superiore ai 65 anni).
E non sono solo i paesi più sviluppati a invecchiare. Secondo i ricercatori americani, il fenomeno nei paesi meno sviluppati sta crescendo a tassi significativi. Nel 2008 il 62% delle popolazione mondiale di età uguale o superiore ai 65 anni viveva in questi paesi. Entro il 2040 in quelli che oggi vengono definiti paesi in via di sviluppo potrebbe vivere più di un miliardo di persone anziane (di 65 o più anni), il 76% del totale. Analizzando questi dati bisogna però tenere conto del fatto che paesi molto vicini geograficamente possono presentare grandi differenze dal punto di vista demografico: molti paesi dei Caraibi hanno una percentuale di popolazione anziana molto alta (la più alta se si considerano solo i paesi meno sviluppati) rispetto ad altri vicini paesi dell'America Centrale.
Nel 2008 la percentuale degli over 65 ha oscillato tra il 13 e il 21% nella maggior parte dei paesi sviluppati. Per molti anni, l'Italia, insieme alla Svezia, è stato il paese con la più alta porzione di anziani. Nel 2008 il Giappone è diventato il paese "più vecchio": oltre il 21% di tutti i giapponesi ha un'età superiore ai 65 anni. Eccezion fatta per la Georgia e il Giappone, i 25 paesi più vecchi al mondo sono tutti in Europa.

 

 

21 Luglio 2009 16:25 NEW YORK
BERNANKE: 'LA CRISI ALLENTA LA MORSA'
di WSI - Il Sole 24 Ore
Durante l'audizione semestrale alla Camera, il presidente della Fed ha ribadito che l'economia americana sta mostrando "segnali di stabilizzazione". Anche se i mercati finanziari restano ancora sotto pressione.
L'economia americana mostra «segnali di stabilizzazione»: la Fed intende mantenere
«accomodante» la propria politica monetaria «per un periodo esteso». Lo ha detto il presidente della Fed Ben Bernanke, nel corso dell'audizione semestrale alla camera.
Bernanke ha poi sottolineato che, più in generale, il tasso di rallentamento dell'economia è «rallentato significativamente», ma i mercati finanziari restano sotto pressione.

 

 

Martedì 21 Luglio 2009, 16:50 NEW YORK
Bernanke (Fed): politica monetaria accomodante ancora a lungo
Di BlueTG.it
Come previsto e in parte anticipato nel suo editoriale sul Wall Street Journal, Ben Bernanke nel corso dell’attesa audizione semestrale davanti al Congresso ha dichiarato oggi che vi sono dei “segnali che inducono a ritenere” che una stabilizzazione del quadro economico sia in atto negli Usa, ma che la banca centrale intende mantenere una politica monetaria “altamente accomodante” per un “periodo prolungato” alla luce della sostanziale debolezza economica e dell’assenza di segnali inflazionistici.
La stessa politica, ha aggiunto il banchiere centrale, verrà “irrigidita” quando il mercato del lavoro mostrerà segnali di miglioramento, una ripresa economica sarà in corso e le pressioni deflazionistiche “diminuiranno”. (l.s.)

 

 

21 Luglio 2009 17:20 NEW YORK
AUTO: IL 2010 IL VERO ANNUS HORRIBILIS
di WSI - Il Sole 24 Ore
Per il settore automobilistico a livello mondiale il prossimo anno sarà per le vendite il peggiore da decenni. E' quanto emerge da un rapporto di Standard and Poor's sul comparto. L'industria...
Per il settore auto a livello mondiale il 2010 sarà per le vendite il peggiore da decenni. E' quanto emerge da un rapporto di Standard and Poor's sul settore dell'auto. L'industria automobilistica mondiale, secondo gli analisti dell'agenzia di rating, é a un crocevia importante, ma non ha ancora toccato il fondo della crisi e gli aiuti messi in campo dai Governi possono supportare le aziende ad affrontare la crisi nel breve periodo, ma rischiano di rallentare il processo di razionalizzazione e riduzione della sovrapproduzione necessari per consentire il riposizionamento delle aziende nel mercato del futuro.
Le imprese del settore dell'auto, scrive S&P, vedranno i loro profitti ulteriormente ridotti dalla necessità di investire in ricerca e sviluppo (in particolare per auto a impatto ambientale sempre più ridotto). Questo anche per le aziende giapponesi, che pure sono le meglio posizionate tra i produttori di automobili ibride. Secondo gli analisti, gli unici mercati che mostrano segnali di ripresa, grazie anche ai provvedimenti governativi, sono quelli della Corea, del Brasile, della Russia, di Cina e India.
Le stime di S&P per il 2009 prevedono per l'Europa un calo del 13,5%, mentre nel 2010 la flessione delle vendite dovrebbe scendere al 9,3%, ma per alcuni paesi europei il 2010 sarà particolarmente difficile: gli analisti, infatti, stimano per la Germania una diminuzione delle vendite del 32%, del 11,5% per la Francia e del 9,3% per l'Italia.

 

 

Borse europee: Il rally continua, forti acquisti sul settore dell'auto
21.07.2009
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi per la settima seduta di fila in rialzo. Il FTSE 100 a Londra ha guadagnato lo 0,9%, il DAX a Francoforte l'1,3%, il CAC40 a Parigi l'1%, il FTSE MIB a Milano l'1,6% e lo SMI a Zurigo lo 0,2%.
Il settore dell'industria automobilistica ha beneficiato dell'aumento della fiducia degli investitori su una possibile fine della recessione. Renault (FR0000131906) ha guadagnato il 5,5%, Peugeot (FR0000121501) il 3,9%, BMW (DE0005190003) il 4,5%, Daimler (DE0007100000) l'1,9%, Volkswagen (DE0007664005) il 5,5% e Fiat (IT0001976403) il 3,1%.
La solidità dei prezzi dei metalli di base ha spinto anche oggi i minerari. Anglo American (GB0004901517) ha guadagnato il 4,1%, BHP Billiton (GB0000566504) il 2,6%, Rio Tinto (GB0007188757) il 2,3% e Xstrata (GB0031411001) il 3,6%.
Morrison Supermarkets (GB0006043169) ha guadagnato a Londra l'8,2%. La grande catena britannica di supermercati ha indicato oggi che il suo corrente esercizio fiscale potrebbe essere migliore del previsto, il suo processo di ristrutturazione starebbe infatti procedendo positivamente e le sue quote di mercato sarebbero in aumento.
Metro (DE0007257503) ha perso a Francoforte il 2,1%. J.P. Morgan ha tagliato oggi il suo rating sul titolo del colosso della distribuzione da "Overweight" a "Neutral".
Nokia (FI0009000681) ha chiuso in ribasso del 2,5%. Morgan Stanley ha declassato oggi il titolo del primo produttore al mondo di cellulari da "Overweight" ad "Underweight".
Redazione Borsainside 18.30

 

 

Martedì 21 Luglio 2009, 19:23 NEW YORK
Usa, per Bernanke disoccupazione potrebbe minare ripresa
Il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke ha riconosciuto un miglioramento delle prospettive per la sofferente economia Usa sottolineando che misure di sostegno saranno comunque necessarie a lungo per impedire alla disoccupazione crescente di minare la ripresa.

"Una migliorata situazione nei mercati finanziari si è accompagnata a una certa schiarita nelle prospettive per l'economia", ha detto Bernanke alla Commissione servizi finanziari della Camera.
"A dispetto di questi segnali positivi, il tasso di perdita di posti di lavoro continua a rimanere elevato".
La disoccupazione infatti rimarrà probabilmente elevata ancora nel 2011 e potrebbe minare la fiducia dei consumatori.
"La Fed ritiene che una posizione di politica monetaria fortemente accomodante sia appropriata per un periodo di tempo prolungato", ha detto Bernanke.
Secondo Bernanke, peraltro, la banca centrale ha un ampio arsenale di armi a disposizione per eliminare gli stimoli monetari quando sarà il momento di agire.
"La Fed sta valutando con molta attenzione le questioni relative alle 'exit strategy' e siamo fiduciosi di avere gli strumenti necessari per attuarle quando sarà il momento", ha detto Bernanke.
"Se le condizioni economiche dovessero richiedere una stretta della politica monetaria prima che questo processo di progressiva eliminazione (delle misure anti-crisi) sia completato, abbiamo una serie di mezzi che ci consentiranno comunque di far salire i tassi d'interesse di mercato".
In particolare, pagare interessi sulle riserve che le banche detengono presso la Fed - una misura cui sono ricorse altre banche - rappresenta il principale tra questi strumenti. Aumentando la remunerazione offerta, la Fed può incoraggiare le banche a parcheggiare liquidità in eccesso presso la banca centrale.

 

 

21 Luglio 2009 19:31 NEW YORK
Fed: Bernanke, segni stabilizzazione economia
di ANSA
Tassi mantenuti bassi a lungo, top disoccupazione a dicembre
(ANSA) - NEW YORK, 21 LUG - L'economia Usa mostra 'segni di stabilizzazione' e la Fed intende mantenere a lungo bassi i tassi d'interesse, cosi' Bernanke. Il presidente della Fed, nell'audizione semestrale alla Camera, sottolinea che il tasso di declino dell'economia e' 'rallentato significativamente', ma i mercati finanziari restano sotto pressione. E rileva che 'importanti rischi al ribasso' gravano sui consumi e sulle spese delle famiglie. Bernanke evidenzia poi che il mercato del lavoro resta fragile e la disoccupazione tocchera' il suo picco alla fine dell'anno. Illustra poi alcune delle modalita' a disposizione della Fed per irrigidire la sua politica monetaria cosi' da evitare un potenziale balzo dell'inflazione. 'La politica monetaria resta focalizzata sul sostegno alla ripresa economica', spiega Bernanke aggiungendo: 'Comunque crediamo che sia importante rassicurare il pubblico e i mercati sul fatto che le misure straordinarie prese in risposta alla crisi finanziaria e alla recessione possono essere ritirate in modo dolce e tempestivo a seconda delle necessita''. Infine, invia un messaggio alle autorita' Usa sul fronte del bilancio:'Se non dimostreremo un forte impegno per la sostenibilita' dei conti pubblici, rischiamo di non avere ne' stabilita' finanziaria, ne' una durevole crescita economica'.


 

 

 

 

WALL STREET: sale ancora, brillano Caterpillar e Merck

21 Luglio 2009 22:30 NEW YORK - Borsainside
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I principali indici azionari statunitensi hanno chiuso anche oggi in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,8%, l'S&P 500 lo 0,4% e il Nasdaq Composite lo 0,4%. Per il Nasdaq Composite si è trattato della decima seduta positiva di fila.

Wall Street ha beneficiato oggi di alcune notizie positive arrivate dal fronte societario. Caterpillar (US1491231015) ha guadagnato il 7,7%. Gli utili del leader mondiale delle macchine movimento terra sono calati lo scorso trimestre meno di quanto atteso dal mercato. Caterpillar ha inoltre ha alzato le sue stime per l'intero esercizio (per ulteriori dettagli clicca qui). Merck (US5893311077) ha chiuso in rialzo del 6,1%. La seconda impresa farmaceutica degli USA ha pubblicato una trimestrale migliore delle attese degli analisti (per ulteriori dettagli clicca qui). DuPont (US2635341090) ha chiuso stabile nonostante abbia generato lo scorso trimestre un utile superiore alle attese del mercato (per ulteriori dettagli clicca qui).

La seduta è stata piuttosto volatile. Gli investitori continuano ad essere preoccupati a causa della situazione presso CIT Group (US1255811085). Il gruppo finanziario ha indicato oggi che la sua attuale liquidità non è sufficiente per ripagare $1 miliardo di titoli di debito che maturano il prossimo 17 agosto. Dopo il rimbalzo di ieri il titolo ha perso il 21,6%.
Ad indispettire il mercato sono state oggi anche le indicazioni arrivate da Ben Bernanke. Il Presidente della Fed ha dichiarato che la recessione ha rallentato significativamente a partire dal secondo trimestre. Bernanke ha avvertito però che l'elevato tasso di disoccupazione rappresenta un rischio per il consumo, il motore della crescita economica degli USA.

United Technologies (US9130171096) ha perso l'1,8%. L'andamento dei ricavi del conglomerato durante lo scorso trimestre ha deluso le attese di Wall Street. United Technologies ha inoltre espresso prudenza sui prossimi trimestri.

Coca-Cola (US1912161007) ha perso l'1,3%. Il leader mondiale delle bevande analcoliche ha aumentato lo scorso trimestre il suo utile netto del 43%, i suoi ricavi sono calati però più di quanto previsto dagli analisti (per ulteriori dettagli clicca qui).

Lockheed Martin (US5398301094) ha perso l'8,5%. Gli utili della prima impresa al mondo del settore della difesa sono calati lo scorso trimestre del 17%.

International Paper (US4601461035) ha guadagnato il 6,4%. Deutsche Bank ha alzato oggi il suo rating sul titolo del leader mondiale dell'industria cartaria da "Hold" a "Buy".

Lexmark (US5297711070) ha perso il 19,7%. L'utile del secondo produttore di stampanti degli USA è calato nel secondo trimestre più di quanto previsto dagli analisti. Lexmark ha fornito inoltre un debole outlook sul corrente trimestre.
 

Fonte - Borsainside

 

 

 
 

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