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Bnp Paribas: Utile Netto 1* Trim +46,5%, 5 Mld
Esposizione In Grecia
giovedì, 6 maggio 2010 08:30 PARIGI
(ASCA) - Roma, 6 mag - Bnp Paribas (Parigi: FR0000131104
- notizie) archivia il primo trimestre con un utile
netto di 2,28 miliardi di euro, pari a una crescita del
46,5% rispetto all'analogo periodo dell'anno scorso
grazie all'ampliamento del perimetro di attivita' e alla
crescita dei ricavi (+231,7%) a 11,53 miliardi di euro.
Bnp Paribas poi indica che l'esposizione nei confronti
della Grecia e' limitata. In totale 5 miliardi di euro
pari allo 0,4% del totale delle attivita' del gruppo.
La Borsa di Tokyo riapre
e affonda
Dopo essere stata ferma per tre sedute la Borsa di Tokyo
ha oggi riaperto e chiuso in forte ribasso. Il Nikkei ha
perso il 3,3% a 10.695,69 punti e il Topix il 3,1% a
956,72 punti. L'inasprimento della crisi del debito
sovrano degli ultimi giorni ha fatto scattare una
pioggia di vendite anche sul mercato azionario
giapponese. Tra i bancari Mitsubishi UFJ Financial
(JP3902900004) ha perso il 4,5%, Mizuho Financial Group
(JP3885780001) il 4,4% e Sumitomo Mitsui Financial Group
(JP3890350006) il 4,3%.
Tra gli esportatori Toyota (JP3633400001) ha chiuso in
ribasso del 3,1%, Honda (JP3854600008) del 3,3%, Canon
(JP3242800005) del 3,1%, Panasonic (JP3866800000) del
2,8% e Sony (JP3435000009) del 3,4%. Lo yen si
apprezzato oggi sia rispetto all'euro che al dollaro.
Nel settore immobiliare Mitsui Fudosan (JP3893200000) ha
perso il 6,5%. La maggiore impresa immobiliare del
Giappone si attende per il corrente esercizio un calo
dei suo utile del 17% a ¥50 miliardi. Mitsubishi Estate
(JP3899600005) ha chiuso in calo del 4,3%. Nomura ha
declassato il titolo della seconda impresa immobiliare
giapponese da "Buy" a "Neutral".
Daiwa Securities (JP3502200003) ha perso il 5,9%. Il
broker ha chiuso a sorpresa l'ultimo trimestre dello
scorso esercizio in rosso.
Fujifilm Holdings (JP3814000000) ha perso il 4%.
L'impresa impegnata nel settore della fotografia ha
registrato lo scorso esercizio una perdita operativa di
¥42 miliardi ed un calo dei ricavi del 10%.
Il calo dei prezzi delle materie prime ha pesato sui
titoli delle grandi holdings commerciali Mitsui & Co.
(JP3893600001) ha perso il 5,7%, Mitsubishi Corp.
(JP3898400001) il 5,4% e Sumitomo Corp. (JP3404600003)
il 3,3%. Il prezzo del petrolio ha perso ieri a New York
il 3,3%, il prezzo del rame è sceso ai suoi più bassi
livelli delle ultime undici settimane.
Redazione Borsainside 08:31
La crisi del debito dei
PIIGS continua a pesare sull'euro
BlueTG.it - giovedì, 6 maggio 2010 - 10:45
Euro che rimbalza attorno ai minini degli ultimi 14 mesi
stamane, per il persistere di timori sul debito dei
PIIGS all’indomani delle violenze scoppiate in Grecia
mentre il parlamento di Atene si appresta a varare le
misure di austerity richieste per l’erogazione dei 110
miliardi di euro di aiuti in tre anni da Ue e Fmi.
Così stamane l’euro scivola a 1,2798 sul dollaro, mentre
contro yen è a quota 120 e verso franco svizzero resta
attorno a 1,43. Nei confronti della sterlina britannica
la divisa unica europea è ormai calata a quota 0,85.
Spagna: Passa Test Del
Mercato. Buona Domanda Su Titoli Di Stato 5 Anni
giovedì, 6 maggio 2010 - 11:08
(ASCA) - Roma, 6 mag - Positivo test per la Spagna sul
mercato del debito pubblico. Il Tesoro ha collocato
titoli di stato a cinque anni per un ammontare di 2,34
miliardi di euro, rendimento 3,58%. Buona la domanda
pari a 2,36 volte l'offerta, si allontana la prospettiva
di un vuoto di domanda sul debito pubblico spagnolo.
Prima dell'asta dei titoli di stato, lo spread di
rendimento tra i titoli di stato decennali spagnoli e
quelli tedeschi si era allargato di 3 punti a quota 135.
Dopo l'asta, lo spread e' tornato a restringersi.
Grecia: Moody's, Rischio
Contagio Per Banche Italiane e Britanniche
giovedì, 6 maggio 2010 11:32 PARIGI
(ASCA-Afp) - Parigi, 6 mag - La crisi del debito
pubblico sovrano della Grecia presenta un rischio di
contagio per le banche di alcuni paesi europei, quali
Portogallo, Spagna, Italia, Irlanda e Gran Bretagna. Lo
scrive una nota dell'agenzia di rating Moody's.
Borse Asia-Pacifico
negative, Shanghai crolla ai minimi da otto mesi
Tutte le borse della regione Asia-Pacifico hanno chiuso
oggi in ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso il 4,1% a 2.739,70 punti.
Era da più di otto mesi che il listino cinese non
scendeva a tali livelli. Sul mercato è circolata la voce
che il Governo cinese abbia l'intenzione di prendere
delle ulteriori misure per frenare la speculazione nel
settore immobiliare. Anche sulla borsa di Shanghai hanno
pesato inoltre i timori legati all'inasprimento della
crisi della Grecia. Tra i bancari Industrial and
Commercial Bank (CN000A0LB42) ha perso il 2,2%, Bank of
China (CN000A0J3PX9) l'1,9% e China Construction Bank
(CN000A0HF1W3) il 2%. Huaxia Bank (CN0001214203) ha
perso il 10% dopo aver annunciato di voler raccogliare
nuovo capitale per più di CNY 20 miliardi.
Nel settore immobiliare China Vanke (CN0008879206) ha
chiuso in ribasso del 4,1%, Poly Real Estate
(CN000A0KE8T0) del 6,7% e Gemdale (CNE000001790) il
6,9%.
Tra i petroliferi PetroChina (CN0009365379) ha perso il
5,1% e Sinopec (CN0005789556) il 5,6%. Il prezzo del
petrolio è crollato ieri a New York al di sotto di quota
$80 al barile. Nel settore minerario Aluminum
Corporation of China (CNE1000001T8) ha chiuso in ribasso
del 5,3% e Jiangxi Copper (CN0009070615) del 5,1%. Il
prezzo del rame è sceso oggi a Shanghai ai più bassi
livelli da quasi tre mesi.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha perso l'1% a 20.133,41
punti. Anche sulla piazza finanziaria della città
costiera la lista dei ribassi è stata guidata dai titoli
delle imprese immobiliari. Sun Hung Kai Properties
(HK0016000132) ha perso l'1,5%, Cheung Kong Holdings
(HK0001000014) il 2,1%, Hang Lung Properties
(HK0101000591) l'1,3% e New World Development
(HK0017000149) l'1,7%. Male anche i bancari. HSBC
(GB0005405286) ha chiuso in calo dello 0,9%, Hang Seng
Bank (HK0011000095) dell'1%, Bank of East Asia
(HK0023000190) dello 0,6% e BOC Hong Kong (HK2388011192)
del 2,6%. Hutchison Whampoa (HK0013000119) ha
beneficiato del suo carattere difensivo ed ha guadagnato
lo 0,5%.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha perso il 2,2%, lo Straits Times a Singapore lo
0,6%, il Taiex a Taipei l'1,5% e il Kospi a Seul il 2%.
Redazione Borsainside 11:43
Fugnoli (Kairos Partners):
evitare scelte operative troppo forti
BlueTG.it - giovedì, 6 maggio 2010 - 11:44
Nel bailame di consigli che piovono ogni giorno sui desk
operativi da analisti pro e contro l’euro e favorevoli o
meno al fallimento di aziende, banche o persino stati,
Alessandro Fugnoli (Kairos Partners) si distingue per la
coerenza con cui continua a sostenere che quella a cui
stiamo assistendo non è certamente la fine del mondo,
pur essendo una crisi seria da non sottovalutare.
La reazione di molti colleghi analisti pare all’esperto
italiano simile a quella di certe persone psicotiche e
pertanto il suggerimento ai policy maker è di non fare
movimenti bruschi, ossia non prendere scelte troppo
drastiche senza preavviso, per evitare di peggiorare
ulteriormente la situazione. Quanto agli investitori, il
consiglio operativo di Fugnoli è di “non fare scelte
troppo forti in questa fase”.
Si può tenere “una moderata posizione contro euro, ma
più del dollaro sembrano interessanti le valute
emergenti scese in questi giorni senza motivo”. “Borse
come quella spagnola hanno valutazioni interessanti, ma
potrebbero averle ancora più invitanti nel prossimo
periodo” per cui è meglio attendere. “Cautela sulle
banche tedesche e francesi, molto cariche di titoli
mediterranei, certamente redditizi ma anche esposti alle
intemperie”.
Al contrario l’esperto nota molte “occasioni
nell’energia, nei materiali e nei ciclici in generale” e
consiglia di “tenere la leva più bassa possibile, stare
attenti a coprire A con B (le correlazioni in queste
fasi adorano saltare) e distribuire gli acquisti, per
chi può permetterseli, nell’arco delle prossime
settimane”. Crisi di questo tipo, conclude, “possono
apparire a un certo punto risolte per poi riaprirsi
all’improvviso qualche tempo dopo”.
Germania: a Marzo
Ordinativi Manifatturieri +5%. Sopra Attese
giovedì, 6 maggio 2010 12:10 BERLINO
(ASCA) - Roma, 6 mag - Nel mese di marzo prosegue la
ripresa dell'industria tedesca. Gli ordini
manifatturieri sono saliti del 5% su base mensile, un
numero molto migliore delle previsioni degli economisti
(+1,2%). Gli ordini dal canale domestico sono saliti del
5,4%, quelli dal canale estero sono aumentati del 4,7%.
Nel primo trimestre, gli ordinativi sono saliti del 6,5%
su base congiunturale. Lo comunica l'ufficio statistico
nazionale.
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Singapore -
Edizione
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India -
Edizione Calcutta |
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06 Maggio 2010 12:15
LONDRA -
Sole 24 ore
La lunga corsa al voto in Gran Bretagna segnata dalla tv
LONDRA - Ucciso,
politicamente, da una nonna vagamente intollerante
oppure assassinato da un tubo catodico di inattesa
potenza? Accompagnato da questo interrogativo il primo
ministro Gordon Brown andrà oggi a votare sospinto dal
coro di una sconfitta annunciata. Forse un po' troppo
presto, vista la sregolatezza del meccanismo elettorale
britannico in grado di sovvertire, oltre ai pronostici,
anche la volontà popolare.
Ma proprio questo - lo spostamento del pendolo politico
britannico dal Labour al Tory party - è stato il mantra
di una campagna elettorale che porterà oggi, dalle 7
alle 22, 44 milioni 260.051 britannici alle urne. Tanti
ne hanno il diritto, ma se l'affluenza arriverà al 70%
Londra sarà tornata alla media dell'epoca post bellica:
nella consultazione del 2005, infatti, la percentuale
era scivolata al 60% circa.
Questa volta dicono che non sarà così. Questa
straordinaria campagna elettorale fitta di colpi di
teatro, gravida di scenari mai visti, foriera di
sviluppi epocali nel piccolo mondo delle isole
britanniche, pare destinata a mobilitare votanti di ogni
età e gusto politico. Tutto da vedere, anche se queste
quattro settimane sono state capaci di rivoluzionare un
esito che pareva segnato. Da almeno due anni. Da tanto,
infatti, i sondaggi sulle intenzioni di voto collocano i
conservatori in testa. Un trend che era arrivato a
indicare un gap di 10-15 punti fra il partito di Cameron
e quello di Brown. Poi la gestione esperta della crisi
da parte del governo inglese aveva progressivamente
ridotto la divaricazione, fino al marzo scorso quando un
sondaggio indicava due soli punti di differenza - 36
Tory 34 Labour - con i liberaldemocratici attorno al 18
e anche meno. Un miraggio. Dopo il budget, ovvero la
Finanziaria inglese, firmata dal Cancelliere dello
Scacchiere Alistair Darling il 24 marzo scorso, il ritmo
dei sondaggi ha ripreso a battere a favore dei Tory. Il
6 aprile, quando è scoccata l'ora dello sciogliete le
righe alla Camera dei Comuni, YouGov uno dei più quotati
istituti di ricerca politica, indicava: 40% per i
conservatori, 32% per i laburisti, 17% per i
liberaldemocratici. Sono bastati 90 minuti, il 15
aprile, per fare di quello che appariva un duello
dall'esito annunciato, un'improvvisa, inattesa,
soprattutto incerta corsa a tre. Novanta minuti di
dibattito televisivo fra i leader negli studi di Itv.
Per la prima volta dieci milioni di spettatori entravano
in contatto virtuale con Nick Clegg e il telegenico
leader della terza forza inglese guadagnava il 61% del
gradimento. Quello è stato l'istante del cambiamento, la
svolta che segnerà le elezioni e forse la storia di un
paese che si è ritrovato multipartitico con i maggiori
raggruppamenti decisi a spartirsi gli elettori, un terzo
a testa. Un risultato che significa parlamento senza
maggioranza, ovvero destinato a scenari di coalizione,
sconosciuti a nord di Calais. È stato l'istante,
soprattutto, in cui s'è spalancata sul dibattito
politico inglese la prospettiva della riforma elettorale
per introdurre, come i liberaldemocratici vogliono, il
sistema proporzionale.
L'altro passaggio-chiave di questo mese dove le esigenze
delle spettacolo hanno dominato sulla centralità dei
programmi è avvenuto il 28 aprile. Ancora una volta la
televisione e ancora una volta a giocare un pessimo
scherzo a Gordon Brown. Reduce da un incontro con
un'elettrice che si lamentava dell'immigrazione, il
premier è stato sorpreso da un "micorofono aperto" dare
della razzista all'anziana signora Gillian Duffy. Scuse
e atti di pentimento non sono bastati a risollevare le
sorti di un premier che precipitava nei sondaggi
collocandosi, solidamente, alle spalle dei LibDem. Il
terzo passaggio-chiave è stato l'endorsement dei
giornali: tutti quelli di qualità si sono schierati con
i Tory, con la sola eccezione del Guardian che ha
voltato le spalle a Gordon Brown per mettersi nelle mani
di Nick Clegg.
Fra i popolari, Sun e Mail con Cameron, Daily Mirror con
il premier. Troppo poco per risollevare le sorti di un
primo ministro inciampato nella politica spettacolo e
destinato, secondo l'opinione dei più, a trasformarsi
nella figura più triste fra gli ospiti di Downing street,
il grigio mister John Major compreso. Ma è presto per
dire con certezza che Brown è politicamente morto. Non
lo sostiene l'appeal, né il consenso, ma il sistema
elettorale potrebbe, improvvisamente e inaspettatamente,
resuscitarlo.
Grecia:Moody's, rischio
contagio banche
giovedì, 6 maggio 2010 - 12:25
(ANSA) - MILANO, 6 MAG - La crisi finanziaria della
Grecia rappresenta un rischio di contagio importante per
le banche di diversi Paesi europei dice Moody's. Nel
mirino anche il Portogallo, la Spagna, l'Italia e il
Regno Unito. 'L'Italia e' uno dei Paesi dove il sistema
bancario e' stato sino a oggi relativamente robusto' ma
dove c'e' comunque un rischio di contagio se 'le
pressioni dei mercati sui 'rating sovrani' aumentera'',
afferma Moody's nel report sul sistema bancario europeo.
Grecia: Bankitalia a
Moody's, Nostro Sistema Bancario Robusto
giovedì, 6 maggio 2010 13:07 ATENE
(ASCA) - Roma, 6 mag - Bankitalia risponde all'odierno
rapporto dell'agenzia di rating Moody's che ha messo il
sistema bancario italiano tra quelli in odore di
contagio a causa della crisi della Grecia. 'Il sistema
bancario italiano e' robusto, il deficit di parte
corrente e' basso, il risparmio e' alto, il debito
complessivo di famiglie, imprese e Stato e' basso
rispetto ad altri Paesi, il debito netto nei confronti
dell'estero e' basso. Tutto cio' rende il caso
dell'Italia diverso da quello di altri Paesi'', spiegano
fonti Palazzo Koch.
Papaconstantinou, 110 mld
e' parte aiuti
giovedì, 6 maggio 2010 13:21 ATENE
(ANSA) - ATENE, 6 MAG - Il pacchetto Ue-Fmi da 110
miliardi di euro in 3 anni 'e' solo parte di un
programma piu' ampio': cosi' il Papaconstantinou in
Parlamento.Il ministro delle Finanze iberico invita
tutti i deputati a 'fare il proprio dovere' per salvare
il paese dal crac. 'Tra meno di 2 settimane' ci saranno
le scadenze finanziarie cui Atene 'non e' grado di far
fronte ricorrendo ai mercati', ed e' quindi necessario
approvare il piano.'Tutti i parlamenti europei', dice,
stanno approvando gli aiuti alla Grecia.
06 Maggio 2010 13:30 NEW
YORK
AGENZIE DI RATING? ASSOLUTAMENTE INUTILI. ANZI,
PERICOLOSE
di WSI
E se Bill Gross, gestore del piu' grande fondo n.1 di
bond, dice quel che tutti pensano, perche' non rendere
irrilevanti Moody's, Standard & Poor's e Fitch?
"Agiscono tardi, sbagliano, sono pagate dai
committenti". Il voto lo da' il mercato.
Che le agenzie di rating abbiano avuto la loro bella
fetta di responsabilita' nella crisi finanziaria degli
ultimi due anni e' risaputo. Che abbiano fatto e brigato
piu' o meno di comune accordo con i loro committenti,
anche (sono pagate da chi ha bisogno dei rating, a
proposito di conflitti d'interessi). Ma se a dire che
sono praticamente prive di utilita' e' il numero uno del
primo fondo obbligazionario al mondo, i toni cambiano.
Secondo Bill Gross, fondatore e CEO di Pimco, le agenzie
internazionali di rating (tutte americane!) Moody's,
Standard & Poor's e Fitch ormai non sono piu' utili per
orientare gli investimenti in societa' a cui vengono
dati i voti. Gross lo sostiene nel suo May Investment
Outlook. Dichiarazione che non potrebbe essere piu'
tempestiva per noi italiani, visto che stamattina
Moody's ha fatto sapere che "c'e' il rischio di un
contagio della crisi greca per il sistema bancario
europeo", e in particolare per "Portogallo, Spagna,
Irlanda, Italia e Gran Bretagna"
Il fondatore di Pimco fa notare che le tre agenzie
agiscono lentamente nel bocciare i debiti sovrani,
citando come esempio S&P, che ha tagliato di un gradino
il rating sulla Spagna lo scorso 28 aprile. "S&P la
settimana scorsa ha tagliato il rating sul debito di
Madrid a AA da AA+ avvertendo che un'altra bocciatura e'
possibile se il paese non stara' attento... Che lo
crediate o no, Moody's e Fitch hanno ancora la tripla A
sulla stessa Spagna".
A proposito del paese guidato dal premier Zapatero,
Gross ricorda che il tasso di disoccupazione e' pari al
20% e che i suoi titoli di Stato vengono scambiati sul
mercato come se su di loro ci fosse un giudizio pari a
Baa. Quindi e' il voto e' irrilevante. Il voto cio' lo
da' in tempo reale il mercato. "I loro avvertimenti
arrivarono con estremo ritardo, come fu dimostrato nei
casi Enron e Worldcom una decina di anni fa, mentre in
tempi recenti la loro cieca fiducia sulla solvibilita'
sovrana ha permesso stratosferici eccessi in Grecia e
nei paesi vicini del sud Europa", scrive Gross nella sua
nota mensile.
06 Maggio 2010 13:47
BRUXELLES -
Sole 24 ore
Merkel e Sarkozy chiedono che le banche insolventi
possano fallire
Francia e Germania
annunciano che domani sarà firmato il pacchetto di aiuti
per salvare la Grecia dal collasso ma chiedono regole
più rigide per assicurare la stabilità della moneta
unica, alla luce dell'esperienza della crisi greca. In
una lettera congiunta pubblicata sul sito di Le Monde,
indirizzata al presidente dell'Unione europea, Herman
Van Rompuy e a quello della Commissione europea, Manuel
Barroso, il presidente francese, Nicolas Sarkozy e il
cancelliere tedesco, Angela Merkel si dicono
«determinati» ad assicurare la stabilità dell'euro.
«Siamo pienamente impegnati - scrivono i due leader in
una lettera inviata al presidente dell'Unione europea,
Herman Van Rompuy e diffusa da Le Monde - a mantenere la
stabilità, la solidità e l'unità dell'eurozona». Nella
lettera Sarkozy e la Merkel chiedono un rafforzamento
del monitoraggio sui bilanci dei paesi membri. Le
modifiche al Patto di Stabilità verranno discusse domani
a un vertice dei capi di stato e di governo dell'area
euro a Bruxelles. La Merkel e Sarkozy chiedono di
rafforzare la sorveglianza dei paesi con deficit
eccessivi e vogliono l'introduzione di sanzioni più
severe per chi sgarra.
Inoltre propongono la creazione di una «robusta
struttura», in grado di fronteggiare e prevenire crisi
come quella greca. «Dobbiamo imparare dalla crisi greca
- scrivono - e assumere le misure necessarie per evitare
che una crisi della stessa natura si ripeta». Tra queste
nuove regole la Merkel e Sarkozy chiedono anche che
l'introduzione di misure che consentano ai governi di
far fallire le banche insolventi, senza far crollare
tutto il sistema bancario. «Gli stati - si legge nella
lettera - non devono essere costretti ad aiutare le
banche. Si dovrebbe consentire il fallimento di una
banca senza creare un rischio sistemico per tutto il
settore finanziario».
Infine i due leader, come anche il presidente della Bce,
Trichet, lanciano un affondo contro le agenzie di rating
e invitano l'Ue a controllare se le loro valutazioni non
abbiano contribuito a peggiorare la crisi greca. «La
decisione delle agenzia di rating - scrivono - di
abbassare il rating della Grecia prima del programma del
governo e prima che fosse noto l'ammontare del piano di
aiuti, ci spingono a riconsiderare il ruolo delle
agenzie di rating nell'espandersi della crisi». La
Merkel e Sarkozy propongono una riforma del settore.
Bce: Lascia i Tassi
Invariati
giovedì, 6 maggio 2010 13:59 BRUXELLES
(ASCA) - Roma, 6 mag - La Bce ha lasciato il tasso di
riferimento (Refi) della politica monetaria invariato
all'1%. Il tasso sui depositi resta allo 0,25%, quello
sui prestiti marginali all'1,75%. Lo comunica una nota
dell'Eurotower. Una decisione largamente prevista dai
mercati.
Usa: Sussidi
Disoccupazione Calano Di 7 Mila Unita'
giovedì, 6 maggio 2010 14:40 WASHINGTON
(AGI) - Washington, 6 mag. - I sussidi settimanali di
disoccupazione negli Usa calano di 7 mila unita' a 444
mila unita'. Gli analisti si aspettavano un calo di 8
mila unita'. Nella media delle ultime 4 settimane le
richieste scendono di 4.750 unita' a 458.500 unita'. A
livello continuativo i sussidi arretrano di 59 mila
unita' a 4,59 milioni di unita', in linea con le attese.
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- Edizione Berlino |
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Unito - Edizione
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Edizione Parigi |
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Rating: Prodi, Moody's
Dava 10 e Lode Anche a Lehman
giovedì, 6 maggio 2010 - 16:19
(ASCA) - Torino, 6 mag - A chi gli chiede se esista,
dopo quello greco, un rischio sul rating anche per il
debito italiano, l'ex premier Romano Prodi, a Moncalieri
ospite del Collegio Carlo Alberto per una lezione di
economia internazionale, replica con una battuta che
esprime scetticismo sulle agenzie di rating: ''Moody's -
ha affermato Prodi - aveva detto anche che Lehman
Brothers (NYSE: LEH - notizie) meritava 10 e lode''.
Bce: Trichet Difende
Eurozona. Nessun Paese Sara' Insolvente
giovedì, 6 maggio 2010 - 16:20
(ASCA) - Roma, 6 mag - La Bce ha lasciato i tassi di
interesse fermi all'1%, come ampiamente scontato.
D'altra parte la ripresa economica, nel 2010 e nel 2011,
si annuncia ''diseguale a causa dell'elevata
incertezza'' che circonda il ciclo e la finanza e la
''debolezza del mercato del lavoro. mentre le pressioni
inflazionistiche restano molto contenute''. Cosi' il
presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha descritto
le prospettive attuali e future dell'Eurozona. Ma il
piatto forte della conferenza stampa era la crisi del
debito sovrano che ha colpito la Grecia e che potrebbe
estendersi ad altri paesi dell'Eurozona, in particolare
Portogallo e Spagna. Trichet ha difeso l'Eurozona, la
necessita' di rispettare e rafforzare il Patto di
Stabilita' e di Crescita e ha spezzato una lancia a
favore di Atene. ''La Grecia ha un programma di
risanamento molto, molto serio, un programma che sara'
applicato. Saremo vigili sulla sua implementazione'', ha
detto il numero uno dell'Eurotower. Sui timori di
contagio, il banchiere centrale ha tagliato corto,
''basta guardare i numeri: Spagna e Portogallo non sono
la Grecia''. La possibilita' di un default per qualsiasi
paese dell'Eurozona, ''e' a mio avviso fuori
discussione'', ha ribadito il numero uno dell'Eurotower.
Una prospettiva, in qualche modo rassicurante, che pero'
non deve indurre al lassismo sui conti pubblici:
''Bisogna perseguire una politica di bilancio pubblico
sostenibile. Tutti i paesi dell'Eurozona devono fare il
loro lavoro'', ha ricordato Trichet. Certo rimane il
problema, ad eccezione di Germania, Olanda, Finlandia ed
Austria, di un costante aumento dei rendimenti dei
titoli di Stato degli altri membri dell'Eurozona. Un
trend che segnala una maggiore avversione al rischio
verso il debito sovrano dei paesi europei. Non sono
pochi gli osservatori che consigliano alla Bce di
intervenire direttamente sul mercato comprando titoli di
stato e abbassando cosi' i rendimenti. ''Non abbiamo
discusso di comprare titoli di stato'' ha detto il
presidente della Bce. Non poteva mancare una domanda sul
deprezzamento dell'euro, una moneta ''che e' una riserva
di valore, ma non commento gli andamenti giornalieri dei
mercati dei cambi'', ha spiegato il banchiere centrale.
Certo, nelle ultime tre sedute, la moneta unica ha perso
sul dollaro circa il 4,5% ma da Trichet non e' venuto
alcun richiamo contro l'eccessiva volatilita' dei cambi.
Richiami che non erano mancati quando l'euro saliva
velocemente sul dollaro. Forse dietro la correzione
ribassista della moneta unica c'e' la speranza, di molti
paesi esportatori dell'Eurozona, di migliorare la
competitivita' delle proprio commercio estero, un modo
per irrobustire una ripresa ancora fragile. Allora
sull'euro, il silenzio e' d'oro.
Grecia: Fmi, Default Non
e' In Questione
giovedì, 6 maggio 2010 - 16:48
(ASCA-MarketNews) - Roma, 6 mag - Il default per la
Grecia non e' una possibilita' e non lo e' mai stata. Lo
afferma il Fondo monetario internazionale, aggiungendo,
sul rischio contagio, che gli altri paesi europei non
hanno le condizioni di partenza della Grecia.
Bernanke ottimista: le
banche potrebbero tornare a fare prestiti
BlueTG.it - giovedì, 6 maggio 2010 16:53 NEW YORK
Wall Street balbetta e Ben Bernanke, il numero uno della
Federal Reserve, viene ancora una volta in soccorso dei
mercati, spiegando che forse il peggio in termini di
ciclo del credito è alle spalle.
Parlando a Chicago il banchiere centrale statunitense ha
infatti dichiarato oggi che “benché il credito bancario
rimanga “stretto”, vedo motivi per essere ottimista”.
L’economia sta infatti lentamente rimettendosi in marcia
e i manager del settore creditizio vedono i loro
prestiti in sofferenza ridursi leggermente, “col
risultato che l’attitudine delle banche nei confronti
dei prestiti potrebbe tornare a migliorare”.
Le borse europee chiudono
per la terza seduta di fila in forte ribasso
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi
per la terza seduta di fila in forte ribasso. Il FTSE
100 a Londra ha perso l'1,5%, il DAX a Francoforte lo
0,8%, il CAC40 a Parigi il 2,2%, il FTSE MIB a Milano il
4,3% e lo SMI a Zurigo l'1%. La crisi del debito sovrano
non da pace agli investitori. Moody's ha messo oggi in
guardia da un possibile contagio dei sistemi bancari di
alcuni paesi europei. Da Jean Claude Trichet non è
arrivato alcun aiuto. Il Presidente della Banca Centrale
Europea non ha annunciato alcuna misura volta a ridurre
la tensione sui mercati ed indicato che la possibilità
di acquistare titoli di stato non è stata discussa.
L'euro è caduto di conseguenza anche al di sotto di
quota 1,27 dollari.
I bancari sono stati sommersi da una pioggia di vendite.
Barclays (GB0031348658) ha perso il 6,5%,
(GB0008706128), Royal Bank of Scotland (GB0006764012) il
4,3%, Deutsche Bank (DE0005140008) il 4,2%, Société
Générale (FR0000130809) il 7%, UniCredit (IT0000064854)
il 7,4%, Banco Santander (ES0113900J37) il 4,6% e Credit
Suisse (CH0012138530) il 4,1%. Secondo Moody's il
Portogallo, la Spagna, l'Italia, l'Irlanda ed il Regno
Unito starebbero attirando sempre più l'attenzione dei
mercati finanziari. Le sfide in questi paesi sarebbero
differenti, gli sviluppi sarebbero d'altra parte simili
a quelli osservati per la Grecia, i loro sistemi bancari
potrebbero venir contagiati dalla crisi.
BNP Paribas (FR0000131104) ha chiuso in calo del 2,5%
nonostante abbia pubblicato una trimestrale che ha
superato chiaramente le previsioni degli analisti. AXA
(FR0000120628) ha perso il 6,1%. Il gruppo assicurativo
francese ha aumentato lo scorso trimestre i suoi ricavi
meno di quanto previsto dal mercato.
Swiss Re (CH0012332372) ha guadagnato lo 0,3%. L'impresa
svizzera ha aumentato nel primo trimestre il suo utile
netto più di quanto atteso dagli analisti.
Cap Gemini (FR0000125338) ha gudagnato il 2,9%. I ricavi
dell'impresa leader del settore dei servizi informatici
sono calati nel primo trimestre meno di quanto atteso
dagli analisti. Cap Gemini è inoltre diventata più
ottimista sull'intero 2010.
Alcatel-Lucent (FR0000130007) ha chiuso in ribasso del
6,5%. Il gigante delle infrastrutture per le
telecomunicazioni ha registrato nel primo trimestre di
quest'anno delle perdite superiori alle attese degli
analisti.
BMW (DE0005190003) ha guadagnato l'1,2%. Morgan Stanley
ha alzato oggi il suo target price per il titolo del
gruppo tedesco da €37 a €43.
Redazione Borsainside 18:56
Banche: Fitch, Nessun
Cambiamento Rating Per Le Italiane
giovedì, 6 maggio 2010 19:09 LONDRA
(ASCA) - Roma, 6 mag - Non e' previsto nessun
cambiamento dei rating sulle banche italiane da parte di
Fitch. Lo ha assicurato l'amministratore delegato della
filiale italiana dell'agenzia, Marco Cecchi De Rossi, in
un'intervista al programma Focus Economia di Radio 24.
''Non faccio commenti sulle intenzioni altrui ne'
tantomeno sulle possibili ondate speculative - ha detto
- io quello che posso dirle con tutta tranquillita' sono
due o tre cose. Uno e' che il rating dell'Italia e'
stabile dove era mesi fa a doppia A-, due che non ci
sono cambiamenti in vista sul rating delle banche
italiane neanche sulle maggiori banche europee, non ci
sono cambiamenti in vista sul rating della Spagna, non
ci sono cambiamenti in vista sul rating del
Portogallo''. ''Chi poi vuole andare sul mercato e fare
le proprie scommesse - ha concluso -si va, siamo appunto
in un'economia di mercato''.
Le borse dell'Europa
dell'Est continuano a scendere
Tutte le principali borse dell'Europa dell'Est hanno
chiuso oggi per la terza seduta di fila in forte
ribasso.
L'indice RTS ha perso a Mosca il 2,2% a 1.450,47 punti.
I volumi di scambio sono scesi rispetto a ieri ma sono
rimasti al di sopra della media. La crisi del debito non
ha dato anche oggi pace agli investitori. Moody's ha
messo in guardia da un possibile contagio dei sistemi
bancari di alcuni paesi europei. L'euro è caduto anche
al di sotto di quota 1,27 dollari. Il prezzo del
petrolio è sceso New York fino a circa $78,50 ovvero ai
suoi più bassi livelli da metà febbraio. Tra i titoli
del listino russo LUKoil (RU0009024277) ha perso l'1,8%,
Rosneft (RU000A0J2Q06) l'1,4%, Norilsk Nickel
(RU0007288411) l'1,8%, Raspadskaya (RU000A0B90N8) il
4,3% e Sberbank (RU0009029540) il 2,4%. Gazprom
(RU0007661625) ha guadagnato a San Pietroburgo l'1,3% a
RUB 164,55. Oggi si è tornato a parlare sul mercato di
una possibile fusione tra il colosso russo del gas e
l'ucraina Naftogaz. La Commissione Europea ha intanto
indicato a proposito di non aver alcuna obiezione contro
un matrimonio tra le due compagnie.
Il BUX a Budapest ha perso l'1,4% a 22.888,34 punti. I
bancari hanno guidato la lista dei ribassi come su tutte
le borse europee. FHB (HU0000078175) ha perso il 2,9% e
OTP Bank (HU0000061726) il 4%. Tra gli altri titoli del
listino ungherese Magyar Telekom (HU0000016522) ha perso
lo 0,6% e Gedeon Richter (HU0000067624) lo 0,4%. MOL
(HU0000068952) ha guadagnato lo 0,5%.
Il PX a Praga ha perso l'1,2% a 1.180,2 punti. Tra i
bancari Erste Group Bank (AT0000652011) ha perso il 2,9%
e Komercni Banka (CZ0008019106) il 2,6%. NWR
(NL0006282204) ha beneficiato dell'aumento del prezzo
del carbone ed ha guadagnato il 2,7%. Tra gli altri
titoli del listino ceco Ceske Energeticke Zavody
(CZ0005112300) ha perso lo 0,6%, Telefónica O2 C.R.
(CZ0009093209) ha chiuso invariato.
Il WIG a Varsavia ha perso lo 0,8% a 40.970,32 punti. I
bancari hanno chiuso contrastati. Bank Pekao
(PLPEKAO00016) ha perso lo 0,7% e BZW Bank
(PLBZ00000044) il 2%. PKO Bank Polski (PLPKO0000016) ha
guadagnato lo 0,3% e BRE Bank (PLBRE0000012) l'1,3%.
Lotos (PLLOTOS00025) ha chiuso in calo del 2,9%.
L'impresa petrolchimica ha pubblicato dei deludenti dati
di bilancio per il primo trimestre. KGHM Polska Miedz
(PLKGHM000017) ha perso lo 0,7%. Sul titolo dell'impresa
mineraria polacca ha pesato anche oggi la debolezza del
prezzo del rame.
Redazione Borsainside 20:03
Grecia: Il Piano Di
Austerita' Diventa Legge Nonostante La ''Piazza''
giovedì, 6 maggio 2010 20:08 ATENE
(ASCA-AFP) - Atene, 6 mag - Il piano di austerita'
predisposto dal governo greco, in collaborazione con
l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale, e'
stato approvato oggi dal Parlamento di Atene, diventando
legge. Il piano ha ottenuto il si' di 172 deputati tra
socialisti ed estrema destra, su un totale di 296
presenti. I no sono stati 121, tra comunisti e la
sinistra radicale. I lavori sono stati aperti con la
votazione nominale sui principi del piano e poi sono
andati avanti articolo per articolo, attraverso una
procedura formale che non richiede la presa di posizione
per gruppo parlamentare. Annunciato domenica scorsa dal
primo ministro greco, George Papandreou, il piano di
austerita', che mira a ridurre il deficit pubblico di 30
miliardi di euro per arrivare al 2014 con un deficit al
3% del Pil, e' arrivato in Parlamento attraverso una
procedura d'urgenza prevista dalla costituzione. Il
testo, intitolato ''Progetto sulle misure per
l'applicazione del meccanismo di sostegno dell'economia
greca con gli stati membri della Zona euro e del Fondo
monetario internazionale'', e' stato votato mentre al di
fuori del Parlamento manifestavano circa 10 mila
dimostranti. La votazione ha avuto anche risvolti
drammatici: tre dei 160 deputati socialisti, di tendenze
populiste, si sono astenuti e sono stati immediatamente
radiati dal gruppo parlamentare di appartenza, ridotto
cosi' a 157 membri, per decisione presa dal primo
ministro Papandreou. Il Pasok, ovvero il partito
socialista di maggioranza, ha ottenuto invece il
sostegno del partito di estrema destra, Laos, forte di
15 deputati. Dora Bakoyannis, ex ministro degli Affari
esteri del precedente governo e numero due del partito
conservatore all'opposizione Nuova Democrazia, ha votato
a favore del testo e anch'essa e' stata espulsa dal
proprio gruppo parlamentare dal segretario del partito,
Antonis Samaras, che pero', durante il dibattito
parlamentare, si e' impegnato a ''rispettare i termini''
del piano. Il testo prevede termini durissimi, come un
aumento di due punti dell'Iva, un aumento delle tasse su
alcol, tabacchi e combustibili e un taglio di salari e
pensioni nel settore pubblico. Tutto cio' va ad
aggiungersi al precedente piano adottato a marzo che ha
aumentato le imposte indirette e ha ridotto i salari del
funzionari pubblici. Rappresentanti dell'Unione europea
e dell'Fmi, gia' a giugno, eseguiranno un primo
controllo sull'effettiva applicazione del piano. I
controlli, dai quali dipendera' la prosecuzione
dell'erogazione del prestito da 110 miliardi, saranno
attuati ogni tre mesi.
Borse dell'America
Latina: Sale solo Caracas, crolla Buenos Aires
Quasi tutte le borse dell'America Latina hanno chiuso
ieri in ribasso.
Il Bovespa a San Paolo ha perso il 2,3% a 63.414,22
punti. Il forte calo dei prezzi delle materie prime ha
pesato su Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) e Vale
(BRVALEACNPA3), i due titoli di maggior peso del listino
brasiliano. Il titolo dell'impresa petrolifera ha perso
l'1,3%, quello del primo produttore al mondo di ferro il
2,3%. Il prezzo del petrolio ha perso ieri a New York il
3,6%, quello del rame ha chiuso ai suoi più bassi
livelli dalla metà dello scorso febbraio. Gol Linhas
Aereas (BRGOLLACNOR7) ha perso il 5,4%. L'utile della
maggiore linea aerea brasiliana è calato nel primo
trimestre del 61%.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso dell'1,9%
a 31.398,97 punti. Era dallo scorso 15 febbraio che il
listino messicano non scendeva a tali livelli. Tra i
titoli principali dell'IPC América Móvil (MXP001691213)
ha perso il 2,3%, Cemex (MXP225611567) il 2,5%, Grupo
Mexico (MXP370841019) il 2,6% e Wal-Mart de Mexico
(MXP810081010) l'1,3%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il
Merval a Buenos Aires ha perso il 5,4%, l'IPSA a
Santiago del Cile l'1,1%, il Colcap a Bogotà il 3% e il
General a Lima l'1,8%. L'IBVC a Caracas ha guadagna
l'1,3%.
Redazione Borsainside 00:51
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WALL
STREET: FUTURES USA APPESI ALLA PARITA', PARTENZA
INCERTA
06 Maggio 2010 14:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
I listini europei tentano
di risollevarsi. L'asta di titoli spagnoli supera la
prova del mercato: domanda forte ma al rendimento piu'
alto dal 2008. Euro sui minimi di 14 mesi. Petrolio
ancora sotto $80. Acquisti per l'oro.
A un'ora e mezzo dall'avvio delle contrattazioni i
future americani scambiano in territorio leggermente
positivo (vedi quotazioni a fondo pagina), facendo
pensare (se almeno cosi' resteranno) alla prima apertura
con il segno piu' dopo due giorni di flessioni. D'altra
parte anche in Europa sono tornati, almeno per il
momento gli acquisti, nonostante restino le
proccupazioni sul debito sovrano di Grecia e altri paesi
dell'Eurozona, Portogallo e Spagna in primis. Intanto
S&P non ha commentato le voci che circolano nel mercato
di una possibile bocciatura per l'Italia.
Non a caso l'euro continua ad indebolirsi contro il
dollaro, segno che gli investitori continuano ad avere
dubbi sulla reale capacita' di Atene nel tenere fede a
un piano di austerita' approvato questa mattina. La
valuta europea viaggia ai minimi di 14 mesi. Ora si
attendono le dichiarazioni del numero uno della Bce, che
ha da poco confermato i tassi di interesse all'1%.
C'e' da dire che Madrid ha superato la prova del mercato
con l'asta odierna di titoli di stato a 5 anni da $3
miliardi, che ha registrato una forte domanda anche se
il rendimento che deve pagare e' il piu' alto dal 2008:
e' pari al 3.532%, lo 0.716% in piu' della stessa asta
realizzata 9 settimane fa.
Negli States l'agenda macro torna a concentrarsi sul
mercato del lavoro con le richieste settimanali di
sussidi di disoccupazione (alle 14:30 ora italiana). E'
atteso un calo rispetto alla settimana scorsa. Alla
stessa ora e' previsto l'indice della produttivita' del
primo trimestre, anch'esso visto in miglioramento.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio perdono quota. I futures con
consegna giugno subiscono un calo dello 0.15% (-$0.12)
attestandosi a quota $79.85 al barile. Sul valutario la
moneta unica viaggia a $1.2736 (-0.61%). L'oro guadagna
$7.40 (+0.63%) in area $1182.40 circa. Il rendimento sul
benchmark decennale si attesta al 3.58% dal 3.5500% di
ieri.
Alle 14:00 (le 8:00 ora di New York) il contratto future
sull'indice S&P500 avanza di 1.7 punti (+0.15%) a
1165.60.
Il contratto sull'indice Nasdaq 100 sale di 0.50 punti
(+0.03%) a quota 1959.
Il contratto sull'indice Dow Jones scambia in rialzo di
8 punti (+0.07%) a 10842.
WALL
STREET: FUTURES USA IN ROSSO, IMPASSIBILI AI DATI
06 Maggio 2010 15:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
06 Maggio 2010 15:00 NEW
YORK
WSI
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Technorati
FUTURES USA IN ROSSO, IMPASSIBILI AI DATI
di WSI
Dubbi sull'andamento dei consumi dopo che le vendite del
settore retail hanno deluso. Bene sussidi e
produttivita', ma non basta. Il dollaro ai massimi di 52
settimane. BCE mantiene i tassi all'1%, ma segnala
pressioni sul fronte dell'inflazione.
Dopo aver subito le due sedute piu' pesanti da febbraio,
i listini sono nuovamente in calo quando manca mezz'ora
all'avvio degli scambi (vedi quotazioni a fondo pagina).
Il tono rimane tuttavia abbastanza pacato, sulla falsa
riga dell'atmosfera che si respira dall'altra parte
dell'oceano, dove i mercati azionari europei scambiano
contrastate dopo i cali registrati nella regione
Asia-Pacifico. Negli ultimi scambi tuttavia i contratti
sui principali indici di borsa indeboliti, mentre il
dollaro si e' rafforzato contro le rivali, tanto che il
Dollar Index ha raggiunto i massimi di 52 settimane.
Le richieste di sussidio di disoccupazione hanno deluso
le attese, ma hanno registrato un calo per la terza
settimana di fila. Domani il governo annuncera' le cifre
relative al rapporto mensile sulla situazione lavorativa
nel settore non agricolo, da cui gli analisti si
attendono in media la creazione di 187 mila posti di
lavori e un tasso di disoccupazione invariato al 9.7%.
La produttivita' ha invece mostrato un rialzo del 3.6%
nel primo trimestre, che e' stato migliore del previsto.
Dunque in Europa sono tornati, anche se con qualche
esitazione, gli acquisti, nonostante restino le
proccupazioni sul debito sovrano di Grecia e altri paesi
dell'Eurozona, Portogallo e Spagna in primis. Intanto
S&P non ha commentato le voci che circolano nel mercato
di una possibile bocciatura per l'Italia.
Non a caso l'euro continua ad indebolirsi contro il
dollaro, segno che gli investitori continuano ad avere
dubbi sulla reale capacita' di Atene nel tenere fede a
un piano di austerita' approvato questa mattina. La
valuta europea viaggia ai minimi di 14 mesi. Ora
l'attenzione e' rivolta alle dichiarazioni del numero
uno della Bce, che ha da poco confermato i tassi di
interesse all'1%. I commenti di Trichet hanno aiutato
l'euro a stabilizzarsi sopra quota $1.270, dopo le
recenti batoste. Nella primissima mattinata l'euro ha
aggiornato i nuovi minimi di oltre un anno contro il
biglietto verde.
C'e' da dire che Madrid ha superato la prova del mercato
con l'asta odierna di titoli di stato a 5 anni da $3
miliardi, che ha registrato una forte domanda anche se
il rendimento che deve pagare e' il piu' alto dal 2008:
e' pari al 3.532%, lo 0.716% in piu' della stessa asta
realizzata 9 settimane fa.
Tornando a parlare degli Stati Uniti, l'agenda macro
prevede una lunga serie di interventi di esponenti di
spicco della Federal Reserve e del segretario del Tesoro
Timothy Geithner. Quest'ultimo ha appena iniziato a
parlare, mentre il numero uno della Fed Ben Bernanke
prendera' la parola mezz'ora piu' tardi, alle 15:30
italiane.
A livello di notizie societarie, deludono le vendite
delle societa' retail, come Target, Costco Wholesale e
JC Penney, che in aprile hanno fatto peggio del
previsto.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio perdono quota. I futures con
consegna giugno subiscono un calo di $0.68 attestandosi
a quota $79.29 al barile. Sul valutario la moneta unica
viaggia a $1.2714 (-0.77%). L'oro guadagna $4.10
(+0.35%) in area $1179.10 circa. Il rendimento sul
benchmark decennale si attesta al 3.54% dal 3.5500% di
ieri.
Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future
sull'indice S&P500 arretra di 3.7 punti (-0.32%) a
1160.20.
Il contratto sull'indice Nasdaq 100 scende di 9.25 punti
(-0.47%) a quota 1949.25
Il contratto sull'indice Dow Jones scambia in calo di 32
punti (-0.3%) a 10802.
WALL
STREET: VEDE ROSSO, EURO GIU' e NERVI TESI
06 Maggio 2010 15:31 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
L'euro buca quota $1.27:
non succedeva dall'11 marzo 2009. Moody's avverte che la
minaccia di un contagio potrebbe diventare il leit
motiv. Bernanke ottimista sull'outlook delle attivita'
di prestito. Deludono le vendite retail. Bene i dati.
Partenza all'insegna delle vendite alla Borsa americana
penalizzata dall'instabile situazione fiscale dei Paesi
periferici dell'area euro. Moneta unica che, colpita
dalle parole di Moody's sulla minaccia reale di un
contagio della crisi del debito ellenico, e' scivolata
sotto quota $1.27 per la prima volta dall'11 marzo 2009.
Al momento la valuta si e' stabilizzata in area $1.2740.
Il Dow Jones cede lo 0.26% a quota 10839.63, il Nasdaq
lo 0.48% in area 2390.86, mentre l'S&P 500 lascia sul
campo lo 0.32% a 1162.13 punti. Il Dollar Index nel
frattempo si e' issato sui massimi di 52 settimane.
Intervenendo subito dopo la decisione della Banca
Centrale Europea di mantenere lo status quo sui tassi
della moneta unica all'1%, Trichet nel frattempo ha
voluto rassicurare tutti sul pericolo di contagio della
crisi fiscale greca, precisando che il Portogallo non e'
nella stessa barca. Gli investitori sembrano pero' non
credergli.
Anche perche' Moody's ha lanciato un nuovo allarme,
segnalando che la minaccia di un'espansione a macchia
d'olio della crisi ellenica, che rappresenta una
pericolo molto serio per i sistemi bancari dell'Europa
periferica, potrebbe diventare "un tema comune".
L'agenzia, che si e' presa tre mesi di tempo per
valutare se bocciare o meno il rating sul credito del
Portogallo, ha detto che i sistemi finanziari dei PIIGS,
cosi' come del Regno Unito, insomma degli STUPID, stanno
"spostando sempre piu' il focus dei mercati".
Nel frattempo il numero uno della Federal Reserve Ben
Bernanke ha sottolineato che ci sono ragioni per essere
ottimisti sull'outlook delle attivita' di prestito degli
istituti finanziari statunitensi.
Restando all'interno dei confini Usa, le richieste di
sussidio di disoccupazione hanno deluso le attese, ma
sono diminuite per la terza settimana di fila. Domani il
governo annuncera' le cifre relative al rapporto mensile
sull'occuopazione nel settore non agricolo, da cui gli
analisti si attendono in media la creazione di 187 mila
posti di lavori e un tasso di disoccupazione invariato
al 9.7%. La produttivita' ha invece mostrato un rialzo
del 3.6% nel primo trimestre, che e' stato migliore del
previsto.
In Europa sono invece tornati, anche se non senza
qualche esitazione, gli acquisti, nonostante restino le
proccupazioni sul debito sovrano di Grecia e altri paesi
dell'Eurozona, Portogallo e Spagna in primis. Intanto
S&P non ha commentato le voci che circolano nel mercato
di una possibile bocciatura per l'Italia.
Non a caso l'euro continua ad indebolirsi contro il
dollaro, segno che gli investitori continuano ad avere
dubbi sulla reale capacita' di Atene nel tenere fede a
un piano di austerita' approvato questa mattina. La
valuta europea viaggia ai minimi di 14 mesi. Ora
l'attenzione e' rivolta alle dichiarazioni del numero
uno della Bce, che ha da poco confermato i tassi di
interesse all'1%.
C'e' da dire che Madrid ha superato la prova del mercato
con l'asta odierna di titoli di stato a 5 anni da $3
miliardi, che ha registrato una forte domanda anche se
il rendimento che deve pagare e' il piu' alto dal 2008:
e' pari al 3.532%, lo 0.716% in piu' della stessa asta
realizzata 9 settimane fa.
A livello di notizie societarie, nel complesso deludono
le vendite delle principali societa' retail, come
Target, Costco Wholesale e JC Penney, che in aprile
hanno fatto peggio del previsto.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio perdono quota. I futures con
consegna giugno subiscono un calo di $0.58 attestandosi
a quota $79.39 al barile. L'oro guadagna $7.80 in area
$1182.80 circa. Il rendimento sul benchmark decennale si
attesta al 3.54% dal 3.5500% di ieri.
WALL
STREET:
CROLLA ANCHE WALL STREET MA POI RIMBALZA: DOW JONES IN
PICCHIATA PERDE 1000 PUNTI POI RISALE A -500
06 Maggio 2010 20:30 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
E' il maggior calo intraday
(Dow -9.2%) dal crash del 1987, conseguenza del caos in
Europa. Volatilita' alle stelle. Fuga degli investitori
dall'azionario ai bond Usa. Sbalzi di 400 punti in 1
minuto. Euro a 1.25. Giallo: e' stato l'errore di un
trader?
La borsa americana e' stata travolta da un'ondata
improvvisa di vendite, il Dow Jones ha perso fino 998.5
punti, cioe' -9.2%, prima di recuperare stabilizzandosi
a -350 punti. Il crollo e' conseguenza diretta del caos
finanziario in Europa, mentre le TV Usa trasmettevano in
diretta gli assembramenti di folla nelle strade di Atene
per protesta contro l'austerity della Grecia in
quasi-default. Volatilita' alle stelle. Il Dow Jones ha
avuto sbalzi di 400 punti al ribasso o al rialzo in 1
minuto, per poi recuperare la meta' del terreno perso e
assestarsi a -350. Qualche voce parla di un possibile
errore tecnico al New York Stock Exchange, un ordine
sbagliato. Ma certamente lo scenario macro incide sul
sentiment negativo generale.
Gli investitori istituzionali sono fuggiti
dall'azionario sul mercato dei bond, dove da tutto il
mondo si sono comprati titoli di Stato Usa, considerati
porto sicuro nella tempesta finanziaria. Il prezzo dei
T-Bond e' salito di 5 punti, in parallelo si e'
verificato il maggior calo del rendimento dei Treasury
in molti mesi: la perdita sul 10 anni e' di 100 punti
base e il rendimento e' al 4.0%. La minaccia di contagio
globale e' reale, da quel che si vede oggi. L'ondata di
sell e' passata dai mercati azionari europei alla borsa
di New York per la paura di un effetto domino della
crisi del debito sovrano, dall'Europa al resto del
mondo. L'euro ha accusato il piu' forte ribasso
dell'anno scendendo a 1.2550. Il petrolio ha perso in
pochi minuti il 6.7% crollando a $74.58.
L'ondata di vendite e' scattata all'improvviso, facendo
perdere al Dow Jones quasi 1000 punti in meno di 15
minuti. I trader parlano di ordini colossali di vendite
su una blue chips del DJIA, cioe' Procter & Gamble, che
ha perdeva ad un certo punto -30%, hanno innescato il
crollo sul Dow Jones e sugli altri indici Usa, con
crollo di -9.0% per GE e -8.0% per Bofa. Il futures
(mini) sullo S&P 500 ha scambiato un valore nominale di
oltre $16 miliardi di dollari in un quarto d'ora, un'enormita'
senza precedenti. Il crollo e' stato amplificato dagli
ordine automatici dei computer (program trading)
scattati tutti insieme su certe soglie. Questi robot
finanziari chiamati "high frequency trading" hanno
aperto il diluvio delle vendite, un panic selling
computerizzato che ha portato il Dow Jone a perdere 700
punti in 15 minuti e guadagnarne nei successivi 20
minuti 600 punti.
La situazione fiscale dei Paesi periferici dell'area
euro e' sempre piu' instabile. Intervenendo subito dopo
la decisione della Banca Centrale Europea di mantenere
lo status quo sui tassi della moneta unica all'1%,
Trichet ha voluto rassicurare tutti sul pericolo di
contagio della crisi fiscale greca, precisando che il
Portogallo non e' nella stessa barca. Gli investitori
sembrano pero' non credergli.
Anche perche' Moody's ha lanciato un nuovo allarme,
segnalando che la minaccia di un'espansione a macchia
d'olio della crisi ellenica, che rappresenta una
pericolo molto serio per i sistemi bancari dell'Europa
periferica, potrebbe diventare "un tema comune".
L'agenzia, che si e' presa tre mesi di tempo per
valutare se bocciare o meno il rating sul credito del
Portogallo, ha detto che i sistemi finanziari dei PIIGS,
cosi' come del Regno Unito, insomma degli STUPID, stanno
"spostando sempre piu' il focus dei mercati".
Nel frattempo il numero uno della Federal Reserve Ben
Bernanke ha sottolineato che ci sono ragioni per essere
ottimisti sull'outlook delle attivita' di prestito degli
istituti finanziari statunitensi.
Restando all'interno dei confini Usa, le richieste di
sussidio di disoccupazione hanno deluso le attese, ma
sono diminuite per la terza settimana di fila. Domani il
governo annuncera' le cifre relative al rapporto mensile
sull'occuopazione nel settore non agricolo, da cui gli
analisti si attendono in media la creazione di 187 mila
posti di lavori e un tasso di disoccupazione invariato
al 9.7%. La produttivita' ha invece mostrato un rialzo
del 3.6% nel primo trimestre, che e' stato migliore del
previsto.
In Europa restano le proccupazioni sul debito sovrano di
Grecia e altri paesi dell'Eurozona, Portogallo e Spagna
in primis. Intanto S&P non ha commentato le voci che
circolano nel mercato di una possibile bocciatura per
l'Italia, dove la Borsa e in particolare le banche oggi
sono crollati, bruciando 17 miliardi.
Non a caso l'euro continua ad indebolirsi contro il
dollaro, segno che gli investitori continuano ad avere
dubbi sulla reale capacita' di Atene nel tenere fede a
un piano di austerita' approvato questa mattina. La
valuta europea viaggia ai minimi di 14 mesi, colpita
dalle parole di Moody's sulla minaccia reale di un
contagio della crisi del debito ellenico. Dopo essere
scivolata sotto quota $1.27 per la prima volta dall'11
marzo 2009. Al momento la valuta si e' stabilizzata in
area $1.2725 (-0.67%).
A livello di notizie societarie, nel complesso deludono
le vendite delle principali societa' retail, come
Target, Costco Wholesale e JC Penney, che in aprile
hanno fatto peggio del previsto.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio perdono quota. I futures con
consegna giugno subiscono un calo del 3.58% (-$2.86)
attestandosi a quota $77.11 al barile. Sul valutario la
moneta unica viaggia a $1.2525 (-1.58%). L'oro guadagna
$18 (+1.56%) in area $1193 dopo essersi spinto sopra
1200. Il rendimento sul benchmark decennale si attesta
al 3.41% dal 3.5500% di ieri.
WALL
STREET:
DOW IN PICCHIATA PERDE 1000 PUNTI (-9.2%) POI RECUPERA
2/3 DEL CALO
06 Maggio 2010 22:02 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
E' giallo: crollo causato
dall'errore di un trader, dal caos in Europa, o tutti e
due? E' il maggior ribasso intraday dal crash del 1987.
Fuga degli investitori verso i bond Usa. Euro sotto
1.25.
La borsa americana e' stata travolta da un'ondata
improvvisa di vendite, il Dow Jones e' arrivato a
perdere fino 998.50 punti, cioe' -9.2%. A livello di
punti e' stato il peggior calo intraday di sempre mentre
a livello di percentuali e' stato il peggior calo dal
crash dell'ottobre 1987. L'indice ha poi recuperato
oltre 2/3 delle perdite, chiudendo a -347.80 punti. Nel
momento di massimo ribasso Wall Street ha perso circa $1
trilione (1.000 miliardi) di capitalizzazione.
Il crollo e' stato in parte conseguenza diretta del caos
finanziario in Europa, mentre le TV Usa trasmettevano in
diretta gli assembramenti di folla nelle strade di Atene
per protesta contro l'austerity della Grecia in
quasi-default, il Dow Jones perdeva gia' 150 punti. La
volatilita' (Indice VIX) e' balzata di oltre il 60%
sopra quota 40 ai massimi dal febbraio 1987 per poi
achiviare la seduta a 32.90. Il Dow Jones ha avuto
sbalzi di 400 punti al ribasso o al rialzo in 1 minuto,
per poi recuperare la meta' del terreno perso: sono
bastati 15 minuti di paura per far perdere 700 punti per
poi recuperarne 600 nei 20 minuti successivi, il grafico
(vedi in home page WSI) ha la forma di un V molto
ripida. E' ancora da confermare la tesi di un possibile
ordine sbagliato inviato da un trader in una grande
banca Usa (si dice Citigroup). Certamente lo scenario
macro incide sul sentiment negativo generale.
Il Dow archivia la seduta in calo di 347.83 a 10520.32
(-3.20%), il Nasdaq perde 82.65 punti a 2319.64
(-3.44%), l'S&P 500 cede 37.72 punti a 1128.15 (-3.24%).
Con i cali odierni sono andati praticamente in fumo i
guadagni del 2010: i tre indici sono in rialzo di circa
l'1%.
Gli investitori istituzionali sono fuggiti
dall'azionario sul mercato dei bond, dove da tutto il
mondo si sono comprati titoli di Stato Usa, considerati
porto sicuro in casi di tempesta finanziaria. Il prezzo
dei T-Bond e' salito di 5 punti, in parallelo si e'
verificato il maggior calo del rendimento dei Treasury
dallo scorso luglio arrivando a toccare un minimo
intraday al 3.29%. La minaccia di contagio globale e'
reale. L'ondata di sell e' passata dai mercati azionari
europei alla borsa di New York per la paura di un
effetto domino della crisi del debito sovrano,
dall'Europa al resto del mondo. L'euro ha accusato il
piu' forte ribasso da 14 mesi scendendo anche sotto 1.25
per poi risollevarsi. Il petrolio ha perso in pochi
minuti il 6.7% crollando a $74.58, per poi riprendere un
po' di quota.
L'ondata di vendite e' scattata all'improvviso, alle
2:40 p.m. di New York, facendo perdere al Dow Jones
quasi 1000 punti in meno di 15 minuti. I trader parlano
di ordini colossali di vendite su alcune blue chips del
DJIA, tra cui Procter & Gamble, arrivata a perdere in
pochi secondi -37% per poi tornare a risalire. Alla fine
la perdita di P&G e' stata -2.3%. Ribassi fortissimi
anche per altri titoli come Accenture, azzerata ad un
certo punto a penny stock, e GE (al bottom: -17%
chiusura a -4.4%). Apple e' letteralmente crollata a
-22%, poi ha chiuso a -3.7%. Bofa e Hewlett-Packard
hanno terminato a -4,5%. Alle 3:05 p.m. il Dow era gia'
alla fine della seconda gamba della V, avendo recuperato
l'80% del calo.
Il futures (mini) sullo S&P 500 ha scambiato un valore
nominale di oltre $16 miliardi di dollari in un quarto
d'ora, un'enormita' senza precedenti. Il crollo e' stato
amplificato dagli ordine automatici dei computer ("program
trading") scattati tutti insieme su certe soglie. Questi
robot finanziari chiamati "high frequency trading" - a
cui spetta fino al 60% del totale di quanto si scambia a
New York - hanno aperto il diluvio delle vendite: un "panic
selling" computerizzato che ha portato i volumi sul Dow
ai massimi del 7 marzo 2009, due giorni dai minimi
dell'anno scorso.
Secondo Bloomberg, sui mercati azionari elettronci Usa,
Nyse in testa, sono stati cambiati in totale 29.4
miliardi di azioni, in raffronto ai 2.58 miliardi
scambiati al Nyse in media ogni giorno. In tarda serata
il Nasdaq ha comunicato che cancellera' tutte le
transazioni sopra o sotto la soglia del 60% tra le 2:40
p.m. ora di New York, immediatamente prima del crollo a
candela e fino alle 3:00 p.m.
La giornata sull'azionario mondiale era cominciata molto
male in Europa, con Milano la peggiore tra le maggiori
borse UE (-4.27%). La situazione fiscale dei Paesi
periferici dell'area euro e' sempre piu' critica.
Intervenendo subito dopo la decisione della Banca
Centrale Europea di mantenere lo status quo sui tassi
della moneta unica all'1%, a Francoforte il presidente
della BCE Jean-Claude Trichet ha voluto rassicurare sul
pericolo di contagio della crisi fiscale greca,
precisando che il Portogallo non e' nella stessa barca.
Nessuno degli investitori istituzionali ormai crede una
sola parola di quel che dice Trichet.
Anche perche' Moody's ha lanciato un nuovo allarme,
segnalando che la minaccia di un'espansione a macchia
d'olio della crisi ellenica, che rappresenta una
pericolo molto serio per i sistemi bancari dell'Europa
periferica, potrebbe diventare "un tema comune".
L'agenzia, che si e' presa tre mesi di tempo per
valutare se bocciare o meno il rating sul credito del
Portogallo, ha detto che i sistemi finanziari dei PIIGS,
cosi' come del Regno Unito, insomma degli STUPID, stanno
"spostando sempre piu' il focus dei mercati".
Nel frattempo il numero uno della Federal Reserve Ben
Bernanke ha sottolineato che ci sono ragioni per essere
ottimisti sull'outlook delle attivita' di prestito degli
istituti finanziari statunitensi.
Restando all'interno dei confini Usa, le richieste di
sussidio di disoccupazione hanno deluso le attese, ma
sono diminuite per la terza settimana di fila. Domani il
governo annuncera' le cifre relative al rapporto mensile
sull'occuopazione nel settore non agricolo, da cui gli
analisti si attendono in media la creazione di 187 mila
posti di lavori e un tasso di disoccupazione invariato
al 9.7%. La produttivita' ha invece mostrato un rialzo
del 3.6% nel primo trimestre, che e' stato migliore del
previsto.
In Europa restano le proccupazioni sul debito sovrano di
Grecia e altri paesi dell'Eurozona, Portogallo e Spagna
in primis. Intanto S&P non ha commentato le voci che
circolano nel mercato di una possibile bocciatura per
l'Italia, dove la Borsa e in particolare le banche oggi
sono crollati, bruciando 17 miliardi.
Non a caso l'euro continua ad indebolirsi contro il
dollaro, segno che gli investitori continuano ad avere
dubbi sulla reale capacita' di Atene nel tenere fede a
un piano di austerita' approvato questa mattina. La
valuta europea viaggia ai minimi di 14 mesi, colpita
dalle parole di Moody's sulla minaccia reale di un
contagio della crisi del debito ellenico. Dopo essere
scivolata sotto quota $1.27 per la prima volta dall'11
marzo 2009Al momento la valuta si e' spinta ancora piu'
giu'.
A livello di notizie societarie, nel complesso deludono
le vendite delle principali societa' retail, come
Target, Costco Wholesale e JC Penney, che in aprile
hanno fatto peggio del previsto.
Ricapitolando, nel comparto energetico i futures del
petrolio con consegna giugno hanno subito un calo del
3.75% (-$3) attestandosi a quota $76.97 al barile. Intre
giorni ha perso circa il 10%. Sul valutario la moneta
unica viaggia a $1.2610 (-1.56%). L'oro e' volato del
2.93%, pari a $34.40 in area $1209. Il rendimento sul
benchmark decennale si attesta al 3.3980% dal 3.5500% di
ieri.
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