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Rating: e' ora di bocciare gli Usa?
Pubblicato il 14 maggio 2010 01:16 NEW YORK
Fonte: WSI
Gli Stati Uniti saranno anche al sicuro dai tumulti
europei, i cui Paesi periferici - i famigerati PIIGS -
sono alle prese con una crisi del debito sovrano senza
precedenti, ma c'e' chi ha buoni motivi per credere che
la tripla A dovrebbe esser tagliata e lo fa scrivendo
direttamente alle tre agenzie sorelle, considerate ormai
all'unanimita' da molti investitori di spicco, inutili,
viziate e spesso, quasi sempre, in ritardo.
La provocazione arriva dalla societa' di ricerca Weiss
Group, che lancia il guanto di sfida al predominio
assoluto delle agenzie di rating sul credito proponendo
di "strappare il rating di tripla AAA dalle mani del
governo Usa", che non se lo merita.
In una lettera aperta inviata alle tre sorelle Standard
& Poor's, Moody's e Fitch, che ricordano un po' le
superbe protagoniste della favola di Cenerentola, Martin
Weiss suggerisce che il rating venga tagliato, pur
riconoscendo il caos che ne seguirebbe.
Ovviamente una tale decisione equivarebbe ad una dura
punizione per i Treasury e provocherebbe un'impennata
dei tassi di interesse. Tuttavia, secondo Weiss,
lasciare immacolato il rating avrebbe un effetto persino
peggiore. Perche' darebbe al Congress un free pass per
continuare ad ampliare il debito pubblico e incoraggiar
gli investitori a comprare titoli di Stato e bond, i cui
bassi rendimenti non non giustificano tra l'altro i
pericoli presi.
Ma "la cosa peggiore", continua Weiss, e' che
"continuando a ribadire il rating di tripla AAA, si
contribuisce a creare un senso illusorio di sicurezza--
la ricetta perfetta per un possibile collasso del
mercato del debito sovrano statunitense".
Le agenzie di rating sono state criticate per aver
fallito nella loro missione principale: quella di
captare per tempo i pericoli dei mercati. Un esempio
lampante e' quello offerto dallo scoppio della bolla
immobiliare.
Le tre sorelle hanno continuato ad affibiare voti alti
ai bond legati ai mutui subprime, finche' non era ormai
troppo tardi. Sono state troppo lente anche nel tagliare
i rating delle compagnie di assicurazione, prendendo
sotto gamba quei problemi gravi che nei primi anni '90
hanno poi portato ad un'ondata dei fallimenti nel
settore vita.
Come poi dimenticare l'episodio Enron, che ha potuto
vantare un rating investment grade sino a pochi giorni
prima della sua disintegrazione.
Se solo fossero intervenute per tempi, le societa'
avrebbero agito in fretta per rimpolpare di liquidita' i
propri bilanci. Declassare ora il debito degli Stati
Uniti potrebbe costringere il governo a mettere in
ordine i propri conti di bilancio.
In un'intervista concessa a Forbes, Weiss ha detto di
non avere un rating preciso in mente. "Temo solo per
quello che accadra' se non si sbrigano".
Ma non sono solo gli Stati Uniti a dover essere
declassati, anche Europa e Giappone dovrebbero ingerire
la stessa dolorosa pastiglia. Come gia' rilevato in un
articolo pubblicato da Wall Street Italia qualche giorno
fa, non ci sono abbastanza fondi nel mondo per riuscire
a liberare tutti i Paesi del mondo dai dei loro debiti a
lungo termine enormi.
Weiss non e' pero' un osservatore disinteressato.
Tutt'altro, e' un concorrente. A differenza di Moody's,
S&P e Fitch, che sono pagate dalle imprese che emettono
titoli del debito, il gruppo Weiss Ratings riceve
compensi dagli investitori.
La direttiva Ue sugli hedge fund primo ostacolo per il
governo Cameron
dal nostro corrispondente Leonardo Maisano
14 maggio 2010 08.00 LONDRA
LONDRA – Se non è la polpetta avvelenata lasciata da
Gordon Brown ci assomiglia molto. Il voto sulla nuova
direttiva europea per la regolamentazione dei servizi
finanziari rischia di diventare il primo serio scontro
fra Londra e i partner.
I tentativi britannici di rinviare la decisione per
lasciare tempo al nuovo governo di prendere le misure
con una proposta che sbatte frontalmente contro gli
interessi di hedge fund e private equity funds sembrano
destinati al fallimento. È quanto sostiene il Financial
Times che ha intervistato Elena Salgado il ministro
delle finanze di Madrid, paese che ha la presidenza di
turno dell'Ue.
Se il voto effettivamente avverrà martedì senza aver
dato il tempo al nuovo esecutivo di David Cameron di
studiare il dossier per cambiarne gli aspetti che
Downing street ritiene troppo spigolosi, la direttiva
andrà avanti lasciando Londra in una posizione di netta
minoranza. L'80% circa dei degli hedge fund che operano
in Europa hanno sede a Londra così come gran parte dei
fondi di private equity e le misure europee, secondo
molti analisti, rischiano di accelerare la fuga dalla
capitale britannica già fiaccata dalla stretta fiscale
imposta dal governo laburista.
Più dell'8% del pil inglese è prodotto da servizi
finanziari di cui l'industria degli hedge è parte
consistente. Era stato Gordon Brown, nei mesi scorsi, a
chiedere a Bruxelles il rinvio del voto sulla direttiva
a dopo le elezioni del 6 maggio sapendo che sarebbe
divenuto oggetto di critiche e accuse in campagna
elettorale. I partner accettarono il rinvio, ma ora non
sarà più così. Elena Salgado è stata netta: «ASbbiamo la
maggioranza qualificata sufficiente» per andare avanti.
La Borsa di Tokyo scende, affonda Sony
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in netto calo. Il
Nikkei ha perso l'1,5% a 10.462,51 punti e il Topix
l'1,2% a 936,45 punti. Sul mercato azionario giapponese
ha pesato la debole performance registrata ieri da Wall
Street. Sony (JP3435000009) ha perso il 6,8%. Il gruppo
giapponese si attende per il corrente esercizio un utile
operativo di ¥160 miliardi. Gli analisti avevano atteso
in media ¥209 miliardi.
Konica Minolta (JP3300600008) ha chiuso in calo del
3,9%. Anche l'impresa produttrice di macchine per
ufficio ha fornito per il corrente anno fiscale delle
previsioni inferiori alle attese del mercato. Tra gli
altri esportatori Toyota (JP3633400001) ha chiuso in
ribasso dell'1,9%, Honda (JP3854600008) del 2%, Canon
(JP3242800005) del 2,3% e Panasonic (JP3866800000)
dell'1,9%. Lo yen si è apprezzato oggi sia rispetto al
dollaro che all'euro.
Shinsei Bank (JP3729000004) e Aozora Bank (JP3711200000)
hanno perso rispettivamente il 4,5% ed il 5%. Le due
banche hanno annunciiato di aver abbandonato il loro
progetto di fusione.
Nel settore petrolifero Inpex (JP3294430008) ha perso il
2,5%. Il prezzo del petrolio ha chiuso ieri a New York
al di sotto di $75.
Redazione Borsainside 08:30
Tremano 8 big bancari per i giochetti con
agenzie rating
Pubblicato il 13 maggio 2010 10:23
Fonte: ANSA
Otto banche internazionali sono nel mirino del
procuratore di New York, Cuomo, in un' inchiesta su
informazioni diffuse alle agenzie di rating L'inchiesta
tende ad accertare se gli istituti abbiano fornito
informazioni false alle agenzie di rating, secondo il
New York Times. Oltre ai grandi istituti di Wall Street
come Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citigroup e Merrill
Lynch (controllata da Bank of America), sarebbero
coinvolte nell'inchiesta UBS, Credit Suisse, Deutsche
Bank e Credit Agricole.
Il procuratore generale di New York Andrew Cuomo avrebbe
aperto, secondo quanto rivela il New York Times,
un'inchiesta su 8 tra le principali banche del mondo:
Goldman Sachs, Morgan Stanley, UBS, Citigroup, Credit
Suisse, Deutsche Bank, Credit Agricole e Merrill Lynch,
ora controllata dalla Bank of America.
L'ACCUSA - L'accusa è di aver fornito false informazioni
ad alcune tra le principali agenzie di rating tra le
quali Standard & Poor's, Fitch e Moody's allo scopo di
far sopravvalutare l'afffidabilità di titoli creati per
sostenere i mutui da loro concessi.
Si tratta in sostanza di far sopravvalutare le
obbligazioni create dal raggruppamento di tanti mutui in
un maxibond, a sua volta frazionato in titoli trasferiti
al pubblico degli investitori. In pratica le banche che
prestano il denaro in questo modo trasferiscono il
rischio del pagamento delle rate al mercato dei
risparmiatori.
Se i mutui sono classificati dalle agenzie di rating
come «prime» il rischio è minore perchè gli indebitati
sono più affidabili, se sono classificati come «subprime»
è ovviamente maggiore.
Bond Argentina: Adusbef, Meglio Aderire All'Ops
venerdì, 14 maggio 2010 11:15 ROMA
(ASCA) - Roma, 14 mag - Sui bond Argentina l'Adusbef
consiglia di aderire all'ops. ''Gli interessi dei
banchieri - dice in un comunicato - non coincidono mai
con quelli dei risparmiatori ed utenti dei servizi
bancari,come dimostra la storia dei bond argentini
venduti, spesso fraudolentemente negli anni scorsi come
titoli sicuri a 450.000 famiglie per un controvalore di
14,5 miliardi di dollari perche' analoghi ai nostri
titoli di Stato''. ''Il sistema bancario italiano
infatti,dopo aver offerto consigli degli acquisti dei
tango bond a centinaia di migliaia di famiglie italiane
orfane dei Bot per la caduta dei tassi di interesse
anche quando gia' conoscevano l'imminente fallimento
della Repubblica Argentina, a volte in contropartita
diretta - come dimostrano le sentenze dei tribunali di
condanna delle banche - per scaricare sui risparmiatori
titoli presenti nel loro portafoglio, aveva voluto
istituire e finanziare la Task Force Argentina (TFA),
con la finalita' di riparare agli errori e tutelare la
clientela frodata'', continua l'Adusbef. ''La TFA,
l'associazione ideata dall'Abi e dalle banche presieduta
dal Nicola Stock ha raccolto le deleghe negli sportelli
bancari di 180 mila obbligazionisti di titoli argentini
in default, per un controvalore di 4,5 miliardi di
dollari, con l'obbligo per gli aderenti di non chiamare
le banche in giudizio e la promessa di un ricorso
all'arbitrato internazionale ICSID, che a distanza di 5
anni dalla prima offerta pubblica di scambio (OPS)
avvenuta nel 2005 deve ancora svolgere l'udienza a meta'
giugno 2010, solo per decidere se ha competenza
giurisdizionale per questo ricorso''. Mentre la nuova ed
ultima proposta denominata Par, per sanare la situazione
del mancato rimborso delle obbligazioni argentine andate
in default nel lontano 2001, prevede un'offerta di 19
miliardi di dollari di tango bond ancora in
circolazione, per quasi un terzo (6 miliardi di dollari)
in mano ai risparmiatori italiani, dei quali 4,5
miliardi rappresentati dalla TFA con 180mila
obbligazionisti, la Task Force dell'Abi ha valutato che
la nuova offerta di swap proposta dalla Repubblica
Argentina sarebbe peggiorativa, ma spetta agli
obbligazionisti decidere se aderire o meno allo swap''.
In un comunicato che analizza i termini finanziari
dell'offerta di swap sui 19 miliardi di debito ancora in
circolazione, la TFA infatti non da' raccomandazioni ma
si limita a riscontrare tecnicamente che ''dai dati
sopra riportati risulta quindi confermato quanto
previsto dalle Legge della Repubblica Argentina 26547
(del 9 dicembre 2009) art. 3, ai sensi della quale 'le
condizioni ed i termini finanziari non potranno essere
gli stessi o migliori di quelli offerti ai creditori
nell'offerta del 2005'. Resta nell'autonomia decisionale
dei singoli obbligazionisti ogni decisione sull'opportunita'
di aderire o meno alla nuova Ops''. Adusbef che ha
ottenuto centinaia di sentenze di condanna delle banche
nei Tribunali sui tango bond, consiglia di aderire
all'offerta di swap dell'Argentina che, salvo proroghe,
termina il 7 giugno 2010.
Morgan Stanley, transazione Baldwind sotto i riflettori
BlueTG.it - venerdì, 14 maggio 2010 11:16 NEW YORK
Nuovi dettagli vanno emergendo dalle indagini sulle
operazioni al limite della truffa organizzate negli
ultimi anni da alcuni “bei nomi” di Wall Street. E’ il
caso di Morgan Stanley, nel frattempo finita sotto
indagine come Goldman Sachs, Citigroup e alcune grandi
banche europee, proprio per la disinvoltura con cui ha
realizzato derivati contro cui la stessa banca avrebbe
scommesso ai danni degli acquirenti.
L’ultimo esempio di queste operazioni viene riportato
dall’agenzia Bloomberg che cita il caso della
“transazione Baldwin”, un paniere di attività creato già
nel giugno del 2006, destinate a fallire anche se i
tassi di default si fossero mantenuti su modesti
livelli. Il Cdo sintetico da 167 milioni di dollari di
controvalore iniziale era infatti strutturato in modo
tale che chi lo acquistava non scommetteva
sull’andamento dei bond legati ai mutui immobiliari,
quanto sul fatto che il rischio sottostante non
variasse.
Il che significa che ad ogni minimo incremento del tasso
di foreclosures (i pignoramenti con conseguente vendita
all’incanto di immobili i cui mutuatari non sono stati
in grado di pagare puntualmente le rate del mutuo
sottoscritto) gli investitori che avessero acquistato
tale strumento finanziario, contro cui pare che la
stessa Morgan Stanley si mise a scommettere, avrebbero
comunque incamerato una perdita.
Una struttura che, ex post, fa dire ad alcuni analisti
intervistati da Bloomberg che difficilmente un
investitore avrebbe consapevolmente accettato di fare
una simile scommessa. Tanto che l’inchiesta in corso
sembra focalizzarsi proprio sul fatto che le disinvolte
regine di Wall Street abbiano effettivamente fornito la
necessaria informazione alla clientela cui vendevano
simili pericolose scommesse.
Cambi: Economisti, Euro In Caduta Verso 1,23-1,20. Bce
Non Si Muovera'
venerdì, 14 maggio 2010 11:37 MILANO
(ASCA) - Roma, 14 mag - Euro sempre piu' debole, la
moneta unica e' scesa sul dollaro fino a 1,2460, il
minimo dallo scorso 3 marzo 2009 (1,2454). ''Si va verso
1,20 e, forse, anche fino a 1,15. Non dimentichiamo che
l'euro resta ancora sopravvalutato in termini di parita'
di potere d'acquisto. Non vedo chance di intervento sul
mercato dei cambi da parte della Bce, le linee di swap
in dollari con la Fed consentono di assecondare la
domanda di biglietti verdi. Poi gli Usa per crescere
puntano sui consumi piuttosto che sull'export, la Cina,
che ha considerevoli riserve in dollari, non puo' certo
dispiacersi del recupero del greenback'', spiega Roberto
Mialich, Fx Strategist di Unicredit (Milano: UCG.MI -
notizie) . ''Il primo obiettivo e' 1,23 poi 1,20. Una
svalutazione che soddisfa la Germania, il principale
esportatore dell'Eurozona. Non vedo interventi di
sostegno da parte della Bce. Piuttosto il combinato
disposto tra tagli alla spesa pubblica nei paesi
dell'Eurozona e deflazione spingera' l'Eurotower a
politiche di allentamento quantitativo. L'Eurotower
sara' costretta a seguire il sentiero tracciato dalla
Fed e Banca del Giappone'', spiega Roberto Isidoro,
responsabile ufficio studi della Carichieti.
Petrolio: Cina Sigla
Accordo Da 23 Mld $ Per 3 Raffinerie In Nigeria
venerdì, 14 maggio 2010 - 11:41
(ASCA-AFP) - Abuja, 14 mag - La Nigerian National
Petroleum Corporation e la compagnia cinese China State
Construction Engineering Corporation hanno siglato un
maxi-accordo da 23 miliardi di dollari per la
costruzione di tre raffinerie ed un polo petrolchimico
nel paese africano. I finanziamenti saranno garantiti
dalla China Export and Credit Insurance Corporation e da
un consorzio di banche cinesi. ''NNPC - si legge in una
nota - punta ad accelerare la costruzione di nuove
raffinerie in Nigeria per frenare l'importazione di un
flusso enorme di prodotti petroliferi nel Paese, stimato
attualmente in 10 miliardi di dollari''. CSCEC, da parte
sua, intende ''espandere la sua presenza nel continente
africano e stabilire una presenza forte e stabile nel
panorama petrolifero e gasiero nigeriano''. Le
raffinerie dovrebebro garantire una capacita' di
lavorazione di circa 750mila barili al giorno.
Borse Asia-Pacifico:
Shanghai e Hong Kong chiudono in ribasso
La maggior parte delle borse della regione Asia-Pacifico
ha chiuso oggi in ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso lo 0,5% a 2.696,63 punti.
Durante l'intera settimana il listino cinese ha
guadagnato lo 0,3%. Sul mercato è circolata oggi la voce
che la Banca Popolare cinese abbia l'intenzione di
alzare i suoi tassi d'interesse durante il fine
settimana. Tra i bancari Industrial and Commercial Bank
(CN000A0LB42) ha perso l'1,1%, Bank of China
(CN000A0J3PX9) l'1%, China Construction Bank
(CN000A0HF1W3) lo 0,6% e China Merchants Bank
(CN000A0KFDV9) l'1,2%. Nel settore immobiliare China
Vanke (CN0008879206) ha chiuso in calo dello 0,8%, Poly
Real Estate (CN000A0KE8T0) dell'1,7% e Gemdale
(CNE000001790) del 2,1%. Secondo delle voci di stampa la
Cina potrebbe presto imporre a livello nazionale una
tassa sugli immobili residenziali.
Ping An Insurance (CNE1000003X6) ha perso il 2,2%. Il
fondo di private equity TPG ha ridotto la sua
partecipazione nella seconda maggiore impresa
assicurativa della Cina.
Il calo dei prezzi dei metalli ha penalizzato i
minerari. Aluminum Corporation of China (CNE1000001T8)
ha perso lo 0,8% e Jiangxi Copper (CN0009070615) l'1,2%.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha perso l'1,4% a 20.145,43
punti. Sul mercato azionario della città costiera hanno
pesato i nuovi timori relativi alla crisi del debito
sovrano in Europa. Josef Ackermann, il CEO di Deutsche
Bank (DE0005140008), ha espresso scetticismo sulle
capacità della Grecia di risanare i suoi conti pubblici.
Esprit (BMG3122U1457) ha chiuso in calo del 6,5%. La
catena d'abbigliamento casual genera una buona parte del
suo giro d'affari in Europa. HSBC (GB0005405286), la
prima banca europea per capitalizzazione di borsa, ha
perso il 2,8%. Tra i petroliferi PetroChina
(CN0009365379) ha perso l'1,5%, Sinopec (CN0005789556)
l'1,2% e CNOOC (HK0883013259) il 2,1%. Il prezzo del
petrolio ha chiuso ieri a New York al di sotto di $75.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha perso lo 0,9% e lo Straits Times a Singapore
lo 0,4%. Il Taiex a Taipei e il Kospi a Seul hanno
guadagnato entrambi meno dello 0,1%.
Redazione Borsainside 12:16
Crisi: Bers, Grecia Potrebbe Contagiare Europa Orientale
venerdì, 14 maggio 2010 12:47 ZAGABRIA
(ASCA-Afp) - Zagabria, 14 mag - Per la Banca Europea per
lo Sviluppo e la Ricostruzione, la crisi della Grecia
potrebbe danneggiare la ripresa economica nell'Europa
orientale. ''Vediamo segnali di ripresa. Ma se le banche
greche e le loro controllate nell'Europa orientale
fossero colpite duramente, nonostante siano
fondamentalmente sane, allora la ripresa tornebbe
indietro'' ha detto Thomas Mirow, presidente della Bers.
Oro: Nuovo Massimo Storico a 1.249,40 Dollari l'Oncia
venerdì, 14 maggio 2010 12:54 CHICAGO
(ASCA) - Roma, 14 mag - Sul circuito elettronico del
Chicago Mercantile Exchange, il contratto future
dell'oro, consegna giugno, ha raggiunto 1.249 dollari
l'oncia, il nuovo massimo storico. Una nuova fiammata
alimentata dalla crisi di fiducia verso l'Eurozona.
Cina: piu' investimenti
esteri diretti
venerdì, 14 maggio 2010 - 14:10
(ANSA) - SHANGHAI,14 MAG - L'FDI (Foreign Direct
Investment) ha registrato in Cina nei primi 4 mesi del
2010 un incremento dell'11,28% sul 2009. Raggiungendo i
30.789 miliardi di dollari. Lo ha annunciato il
Ministero del Commercio secondo quanto riportato
dall'agenzia Nuova Cina. Nel solo mese di aprile si e'
avuta una crescita del FDI del 24,69%.
Usa: Vendite Al Dettaglio Ad Aprile +0,4%, Sopra Attese
venerdì, 14 maggio 2010 14:36 WASHINGTON
(ASCA) - Roma, 14 mag - Le vendite al dettaglio negli
Stati Uniti sono cresciute ad aprile dello 0,4%. Lo ha
reso noto il Dipartimento al Commercio
dell'amministrazione Usa. Il dato e' uscito superiore
alle previsioni degli analisti che si aspettavano un
incremento limitato a +0,1%. Rivisti al rialzo i dati di
febbraio e di marzo rispettivamente da +0,4% a +0,6% e
da +1,9% a +2,1%.
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Edizione
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India -
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Crisi:
Grecia, catena di suicidi
venerdì, 14 maggio 2010 14:37 ATENE
(ANSA) - ATENE, 14 MAG - La crisi finanziaria greca
sarebbe all'origine di una vera e propria ondata di
suicidi registrata in tutto il Paese. Gli ultimi due a
togliersi la vita: il proprietario di una panetteria ad
Atene che si e' impiccato nel suo negozio e un meccanico
della capitale che si e' sparato un colpo di
fucile.Suicidi sono segnalati in diverse parti del
Paese, a Creta, Trikala, Salonicco, Veria e Serres.
Aumentate del 70% le chiamate ai centri di assistenza
psichiatrica.
Crisi: 244 mld costo nuove regole banche
venerdì, 14 maggio 2010 14:40 ZURIGO
(ANSA) - ROMA, 14 MAG - Le nuove regole sui derivati e i
probabili aumenti della tassazione potrebbero costare
agli istituti bancari europei fino a 244 miliardi. E' la
previsione fornita da Credit Suisse, che ha stimato
l'impatto che una stretta sulla regolazione potrebbe
avere sui guadagni delle banche. In particolare, gli
analisti di Credit Suisse calcolano un calo delle
entrate del 37% rispetto alla attuale previsione per il
2012.
Grecia: Ackermann, Dubbi
Su Capacita' Rimborso
venerdì, 14 maggio 2010 - 15:01
(AGI) - Berlino, 14 mag. - Il numero uno della Deutsche
Bank (Xetra: 514000 - notizie) ha espresso forti dubbi
sulla capacita' della Grecia di rimborsare i prestiti di
miliardi di euro. "Mi permetto di dubitare - ha detto
Josef Ackermann parlando alla tv Zdf - che la Grecia sia
veramente nella posizione di restituire i prestiti di
emergenza". Tuttavia Atene deve essere "sostenuta"
perche' un suo collasso "avrebbe sicuramente
ripercussioni disastrose" sugli altri Paesi e potrebbe
causare un "meltdown" dell'Eurozona .
Usa: Indice Michigan Sale a Quota 73,3 a Maggio
venerdì, 14 maggio 2010 16:16 WASHINGTON
(ASCA-MarketNews) - Washington, 14 mag - Il preliminare
dell'indice Michigan, che misura la fiducia dei
consumatori statunitensi, sale a maggio a quota 73,3,
contro 72,2 di aprile. Il dato risulta leggermente
inferiore alle attese degli analisti che avevano
previsto un indice a qupta 73,5.
Usa: Scorte Magazzino Imprese +0,4% a Marzo
venerdì, 14 maggio 2010 - 16:20
(ASCA-MarketNews) - Washington, 14 mag - Le scorte di
magazzino delle imprese statunitensi, sono cresciute a
marzo dello 0,4%, le vendite sono invece salite del
2,3%. Lo rende noto il dipartimento del Commercio
statunitense. Il rapporto scorte/vendite si e' attestato
a quota 1,24. Il dato delle scorte risulta in linea con
le attese degli analisti.
Usa: Ordini Industria a Marzo Rivisti Da +1,3% a +1,1%.
Oltre Attese
venerdì, 14 maggio 2010 - 16:20
(ASCA) - Roma, 14 mag - Gli ordinativi industriali negli
Stati Uniti di marzo sono stati rivisti da +1,3% a
+1,1%. Il dato e' uscito migliore delle previsioni degli
analisti che si attendevano un taglio di 0,5 punti
percentuali a +0,7%. In particolare, gli ordini di beni
durevoli sono scesi dell'1,2% mentre quelli di beni non
durevoli sono aumentati del 3,0%
Crisi: timori
anche in Israele
venerdì, 14 maggio 2010 16:36 TEL AVIV
(ANSA)-TEL AVIV,14 MAG -Crescono i timori di un colpo di
coda della crisi economica anche in Israele, tra i Paesi
meno toccati dalle turbolenze dei mesi passati. A far
paura e' in particolare il tracollo dell'euro, precitato
in pochi mesi di quasi il 20% rispetto allo shekel (la
valuta locale) e indicato oggi a quota 4,7 (il cambio
piu' basso di sempre) contro gli oltre 5,4 toccati
l'anno scorso. Una tendenza che minaccia le esportazioni
israeliane, cui si aggiunge l'inatteso aumento del costo
della vita a +0,9%.
Euro: Crolla In Chiusura Sotto 1,24 Dollari
venerdì, 14 maggio 2010 17:11 MILANO
(AGI) - Roma, 14 mag. - L'euro scende in picchiata e
chiude ai minimi da 18 mesi, sotto 1,24 dollari. La
moneta europea passa di mano a 1,2387. Il precedente
record e' di 1,2328 dollari, raggiunto nell'ottobre
2008, nel bel mezzo della crisi finanziaria. I mercati
temono che le drastiche misure di austerity prese da
molti paesi europei per tagliare il deficit e ridurre il
debito finiscano per danneggiare la crescita e bloccare
la ripresa dell'economia.
Fmi: Manovre Drastiche
Per Ridurre Defict Nelle Economie Avanzate
venerdì, 14 maggio 2010 - 17:24
(ASCA) - Roma, 14 mag - Roma, 14 mag - Sono necessarie
drastiche manovre di correzione per ridurre il deficit
pubblico nelle economie avanzate altrimenti il peso del
deficit e del debito pubblico infuenzera' negativamente
la crescita economica. E' il monito lanciato dal Fondo
Monetario Internazionale nel report dedicato ai conti
pubblici. Il rapporto del Fmi indica che i paesi che
necessitano dei maggiori aggiustamenti (intorno al 10%
del pil) sono Stati Uniti e Gran Bretagna (i piu'
colpiti dalla crisi), insieme a Grecia, Irlanda, Spagna
e Giappone. Correzioni consistenti ma meno importanti
riguarderanno paesi come Germania, Italia, Australia.
Piu' in dettaglio per l'Italia, il rapporto del Fmi
indica che si prevede un graduale aggiustamento dei
conti pubblici in linea con il patto di stabilita' con
un deicit che dovrebbe scendere al 5% quest'anno e poi
progressivamente al 3,9% nel 2011 e al 2,7% nel 2012. Il
rapporto del Fmi fornisce anche una revisione dei
calcoli sull'impatto delle politiche di stimolo
all'economia. Per quanto riguarda l'Italia, il rapporto
indica che le misure adottate dall'Italia risultano
vicine allo zero in termini di incidenza sul pil. Per
l'anno in corso le nuove misure avranno un effetto
sostanzialmente neutro sul deficit comportando solo un
aumento dello 0,2% della spesa pubblica che dovrebbe
essere compensato da risparmi. L'innalzamento delle
aspettative di vita pone la necessita' in molti paesi di
intervenire sul sistema pensionistico. E' quanto afferma
il Fmi nel rapporto sui conti pubblici sottolineando
tuttavia che''alcuni paesi hanno gia' adottato
significative misure in campo pensionistico'' come
''l'Italia e la Svezia''. In altri paesi come Francia e
Germania nell'agenda politica e' stata inserita la
riforma del sistema sanitario anche se ancora non sono
stati presentati piani dettagliati.
Le borse europee
affondano insieme all'euro
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi
in forte ribasso. Il FTSE 100 a Londra ha perso il 3,1%,
il DAX a Francoforte il 3,1%, il CAC40 a Parigi il 4,6%,
il FTSE MIB a Milano il 5,3% e lo SMI a Zurigo il 2,2%.
I timori relativi alla crisi del debito sovrano sono
oggo riaumentati sensibilmente. Josef Ackermann, il CEO
di Deutsche Bank (DE0005140008), uno dei principali
consulenti del Governo greco, ha espresso scetticismo
sulle capacità di Atene di ripagare i suoi debiti. I
prezzi al consumo, depurati dalle più volatili
componenti cibo ed energia, sono inoltre calati in
Spagna ad aprile per la prima volta nella storia. Ciò
implica una bassa crescita nominale dell'economia e
quindi un problema per la politica fiscale di Madrid.
L'euro è scivolato fino a circa 1,2360 ovvero ai suoi
più bassi livelli dai tempi del collasso di Lehman
Brothers nel novembre del 2008. Il nervosismo è di nuovo
alle stelle, il terreno è molto fertile per gli
speculatori. Sul mercato circola, tra l'altro, la voce
di un possibile downgrade della Francia. Tra gli indici
azionari dei paesi ritenuti più "deboli" l'IBEX 35 ha
perso a Madrid il 6,6%, il PSI 20 a Lisbona il 4,3%, l'ISEQ
a Dublino il 4,3% e l'ASE Composite ad Atene il 3,4%.
I bancari sono andati a picco. Barclays (GB0031348658)
ha perso il 6,1%, Deutsche Bank (DE0005140008) il 4,2%,
BNP Paribas (FR0000131104) il 7,4%, Société Générale
(FR0000130809) l'8,6%, UniCredit (IT0000064854) il 6,3%,
Banco Santander (ES0113900J37) il 9% e UBS
(CH0024899483) il 4,7%. Secondo Credit Suisse la più
restrittiva regolamentazione potrebbe costare alle
banche europee €244 miliardi (per ulteriori dettagli
clicca qui).
Tra i minerari Anglo American (GB00B1XZS820) ha perso il
5,4%, BHP Billiton (GB0000566504) il 4,5%, Rio Tinto
(GB0007188757) il 5,5% e Xstrata (GB0031411001) il 7,9%.
I prezzi dei metalli di base hanno registrato oggi a
Londra delle forti perdite.
Nel settore petrolifero BP (GB0007980591) ha perso il
3,2%, Eni (IT0003132476) il 4,7%, Royal Dutch Shell
(GB00B03MLX29) il 2,4% e Total (FR0000120271) il 4,2%.
Il prezzo del petrolio è sceso nel pomeriggio a New York
anche al di sotto di quota $74.
EADS (NL0000235190) ha chiuso a Parigi in rialzo del
5,1%. L'impresa madre di Airbus ha pubblicato una
trimestrale che ha battuto chiaramente le attese del
mercato. EADS beneficia inoltre notevolmente del calo
dell'euro.
Wolseley (GB0009764027) ha guadagnato a Londra il 5%. Il
leader mondiale degli articoli idraulici si attende per
il corrente esercizio un utile superiore alle previsioni
della comunità finanziaria.
Redazione Borsainside 18:52
Borse dell'Europa
dell'Est negative, Mosca -2,3%
Tutte le principali borse dell'Europa dell'Est hanno
chiuso oggi in netto calo.
L'indice RTS ha perso a Mosca il 2,3% a 1.441,68 punti.
I volumi di scambio sono scesi ulteriormente e sono
stati ancora bassi. Il nuovo aumento dei timori relativi
alla crisi del debito sovrano ha pesato anche sul
mercato azionario russo. A causa del forte calo
dell'euro i prezzi della maggior parte delle materie
prime sono andati a picco. Il prezzo del petrolio è
sceso nel pomeriggio a New York al di sotto di quota
$73. Tra i titoli del listino russo Sberbank
(RU0009029540) ha perso il 6,6%, Raspadskaya
(RU000A0B90N8) lo 0,4%, LUKoil (RU0009024277) lo 0,5% e
Aeroflot (RU0009062285) il 3,8%. Gazprom (RU0007661625)
ha perso a San Pietroburgo il 4,2% a RUB 161,43.
Il BUX a Budapest ha perso il 2,2% a 23.193,86 punti. I
bancari hanno guidato la lista dei ribassi come su tutte
le piazze finanziarie europee. FHB (HU0000078175) ha
perso il 2,9% e OTP Bank (HU0000061726) il 4,4%. Magyar
Telekom (HU0000016522) ha guadagnato lo 0,3%. Erste
Group ha alzato il suo rating sul titolo dell'operatore
telefonico da "Hold" ad "Accumulate". Tra gli altri
titoli del listino ungherese Gedeon Richter
(HU0000067624) ha perso lo 0,3% e MOL (HU0000068952) il
2,6%.
Il PX a Praga ha perso il 2,5% a 1.194,70 punti. Tra i
bancari Erste Group Bank (AT0000652011) ha perso il 3,4%
e Komercni Banka (CZ0008019106) il 3,7%. Tra i titoli
dei produttori di materie prime Unipetrol (CZ0009091500)
ha chiuso in calo del 4% e NWR (NL0006282204) del 4,2%.
Tra gli altri titoli del PX Telefónica O2 C.R.
(CZ0009093209) ha perso lo 0,5% e Ceske Energeticke
Zavody (CZ0005112300) l'1,2%.
Il WIG a Varsavia ha perso il 2% a 41.075,45 punti.
Tutti i venti titoli di maggior peso del listino polacco
hanno chiuso in ribasso. Tra i bancari Bank Pekao
(PLPEKAO00016) ha perso l'1,8%, PKO Bank Polski
(PLPKO0000016) l'1,9% e BZW Bank (PLBZ00000044) l'1,9%.
KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) ha perso il 3,4%. Il
primo produttore europeo di rame ha aumentato nel primo
trimestre il suo utile del 16% a KPN 725,4 milioni. Gli
analisti avevano atteso KPN 812,6 milioni.
Redazione Borsainside 20:22
Borse dell'America
Latina: Solo Caracas resiste alle vendite
Quasi tutte le borse dell'America Latina hanno chiuso
ieri in ribasso.
Il Bovespa a San Paolo ha perso il 2,1% a 63.412,47
punti. Il nuovo aumento dei timori relativi alla crisi
del debito sovrano in Europa ha avuto un impatto
negativo anche sul mercato azionario brasiliano. Tra i
bancari Itau Unibanco (BRITAUACNPR3) ha chiuso in
ribasso dell'1,6% e Banco Bradesco (BRBBDCACNPR8)
dell'1,3%. Vale (BRVALEACNPA3) ha perso il 3%. I prezzi
dei metalli di base hanno registrato ieri a New York
delle forti perdite. Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6)
ha guadagnato, prima della pubblicazione dei suoi dati
di bilancio per il primo trimestre, lo 0,3%. Cyrela
(BRCYREACNOR7) ha perso il 6,4%. La prima impresa
immobiliare brasiliana ha aumentato nel primo trimestre
il suo utile meno di quanto atteso dagli analisti.
Telemar Tele Norte Leste (BRTNLPACNOR3) ha guadagnato il
2,9%. L'operatore telefonico ha pubblicato una
trimestrale record. L'utile di Telemar Tele Norte Leste
è aumentato nel primo trimestre a BRL 496 milioni. Gli
analisti avevano atteso solamente BRL 185 milioni.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso dell'1,6%
a 31.812,73 punti. Tra le blue chips messicane América
Móvil (MXP001691213) ha perso l'1%, Cemex (MXP225611567)
il 3,1%, Grupo Mexico (MXP370841019) l'1,3% e Wal-Mart
de Mexico (MXP810081010) l'1,6%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il
Merval a Buenos Aires ha perso il 3%, l'IPSA a Santiago
del Cile lo 0,9%, il General a Lima l'1,9% e il Colcap a
Bogotà lo 0,7%. L'IBVC a Caracas ha guadagnato lo 0,9%.
Redazione Borsainside 00:40
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WALL
STREET: Futures Usa in rosso, crollo delle carte
di credito
14 maggio 2010 | Ora 15:00 - WSI ______________________________________________
L'ultima seduta di una
settimana iniziata all'insegna di importanti rally,
potrebbe chiudersi con il segno meno. Ieri dimenticate
dal mercato, oggi le preoccupazioni sui conti pubblici
dei principali paesi europei tornano a farsi sentire. A
un'ora e mezzo dall'avvio delle contrattazioni i futures
Usa viaggiano in territorio negativo, (vedi quotazioni a
fondo pagina), lasciando intendere un avvio con il segno
meno.
D'altra parte anche gli indici del Vecchio continente
sono colpiti dalle vendite, in modo particolare le
piazze di Milano (-3.5%) e Madrid con cali intorno al
4%. Proprio in Spagna (dove per la prima volta dal 1986
i prezzi al consumo di aprile hanno evidenziato una
variazione negativa del dato core, ossia depurato dalle
componenti energia ed alimenti) è stato annunciato uno
sciopero dei dipendenti pubblici contro le misure di
austerità adottate due giorni fa dal governo.
Il punto su cui gli esperti iniziano a interrogarsi sono
proprio le misure di austerity di Madrid, Lisbona, Atene
e anche di paesi come l'Inghilterra: quanto freneranno
la ripresa economica globale? Va detto che per il
momento il bilancio settimanale Usa resta positivo: Dow
+3.8%, Nasdaq +5.6% e S&P 500 +4.1%. Anche l'Europa
dovrebbe chiudere l'ottava in salita: al momento Londra
segna un +4.2%, Francoforte un +8%, Parigi un +7%,
Zurigo +4%, Madrid +6% e Milano +7.1%.
Anche oggi fari puntati sul settore finanziario dopo la
notizia dell'ultima indagine lanciata dalla Sec su
alcuni colossi bancari. In particolare, secondo quanto
ha reso noto il Wall Street Journal, JP Morgan Chase,
Deutsche Bank, Ubs e Citigroup, avrebbero ricevuto
un'ingiunzione dalla commissione riguardo a presunte
irregolarità commesse nella vendita di bond municipali.
Goldman Sachs e Morgan Stanley, inoltre, sono già
oggetto di un'indagine simile.
L'inchiesta della Sec va ad aggiungersi a quella resa
nota ieri e avviata dalla procura generale di New York
che sta indagando su Goldman Sachs, UBS, Citigroup,
Credit Suisse, Deutsche Bank, Credit Agricole e Merrill
Lynch, ora controllata dalla Bank of America.
Soffrono nel pre-mercato con cali di circa il 7% i
gruppi delle carte di credito come Visa e MasterCard
dopo che il senato ha deciso di permettere alla Fed di
controllare le commissioni applicate dagli istituti.
Sul fronte macro, le vendite al dettaglio relative al
mese di aprile sono state migliori del previsto e pari a
un +0.4%: le attese degli economisti erano per un
progresso dello 0.2%. Si tratta del sesto progresso in
sette mesi. Alle 15.15 ora italiana sarà il turno della
produzione industriale sempre di aprile, attesa in
crescita in modo piu' sostenuto dopo il +0.1% di marzo.
Alle 15.55 toccherà infine all'indice della fiducia dei
consumatori stilato dall'Università del Michigan. Le
stime sono per un rialzo.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio continuano a perder quota. I
futures con consegna giugno segnano un calo dell'1.64%
(-$1.22) attestandosi a quota $73.18 al barile. Sul
valutario la moneta unica si attesta a $1.2524 (-0.08%).
L'oro e' in rialzo di $14.80 (+1.20%) in area $1244.00
dopo aver toccato un nuovo record. Il rendimento sul
benchmark decennale si attesta al 3.49% dal 3.5640% di
ieri.
Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future
sull'indice S&P500 retrocede di 8.20 punti (-0.71%) a
1148.60.
Il contratto sull'indice Nasdaq 100 segna una flessione
di 14.25 punti (-0.73%) a quota 1933.00.
Il contratto sull'indice Dow Jones scambia in calo di 64
punti (-0.59%) a 10709.
WALL
STREET: pioggia di sell, allarme carte di credito
14 maggio 2010 15:40 - WSI ______________________________________________
Visa e MasterCard vendute a
piene mani (cali di -8%). Caccia alla streghe su tutto:
dalle inchieste di Sec e Procura di New York sulle
truffe delle grandi banche, al Senato che vota per il
controllo delle commissioni delle credit card da parte
della Fed. Pesano i debiti UE e lo scetticismo sul
super-piano UE. Euro a 1.2450. Oro: nuovo massimo.
Pubblicato il 14 maggio 2010 | Ora 15:40
L'ultima seduta di una settimana iniziata all'insegna di
importanti rally, apre in calo. Ieri dimenticate dal
mercato, oggi le preoccupazioni sui conti pubblici dei
principali paesi europei tornano a farsi sentire. Si
aggiungono nuove indagini sulle banche e nuove regole
per il settore delle carte di credito. Soffre anche il
settore tecnologico appesantito dal tonfo di Nvidia.
Il Dow risulta in calo di 53.74 punti a 10729.21, il
Nasdaq segna una flessione di 21.27 punti a 2373.09
mentre l'S&P 500 cede 7.52 punti a 1149.92
D'altra parte anche gli indici del Vecchio continente
sono colpiti dalle vendite, in modo particolare le
piazze di Milano (-3.86%) e Madrid con cali intorno al
4%. Proprio in Spagna (dove per la prima volta dal 1986
i prezzi al consumo di aprile hanno evidenziato una
variazione negativa del dato core, ossia depurato dalle
componenti energia ed alimenti) è stato annunciato uno
sciopero dei dipendenti pubblici contro le misure di
austerità adottate due giorni fa dal governo.
Il punto su cui gli esperti iniziano a interrogarsi sono
proprio le misure di austerity di Madrid, Lisbona, Atene
e anche di paesi come l'Inghilterra: quanto freneranno
la ripresa economica globale?
Anche oggi fari puntati sul settore finanziario dopo la
notizia dell'ultima indagine lanciata dalla Sec su
alcuni colossi bancari. In particolare, secondo quanto
ha reso noto il Wall Street Journal, JP Morgan Chase,
Deutsche Bank, Ubs e Citigroup, avrebbero ricevuto
un'ingiunzione dalla commissione riguardo a presunte
irregolarità commesse nella vendita di bond municipali.
Goldman Sachs e Morgan Stanley, inoltre, sono già
oggetto di un'indagine simile.
L'inchiesta della Sec va ad aggiungersi a quella resa
nota ieri e avviata dalla procura generale di New York
che sta indagando su Goldman Sachs, UBS, Citigroup,
Credit Suisse, Deutsche Bank, Credit Agricole e Merrill
Lynch, ora controllata dalla Bank of America.
Soffrono, gia' dal pre-mercato con cali di circa l'8% i
gruppi delle carte di credito come Visa e MasterCard
dopo che il senato ha deciso di permettere alla Fed di
controllare le commissioni applicate dagli istituti.
Sul fronte macro, le vendite al dettaglio relative al
mese di aprile sono state migliori del previsto e pari a
un +0.4%: le attese degli economisti erano per un
progresso dello 0.2%. Si tratta del sesto progresso in
sette mesi. La produzione industriale, sempre di aprile,
e' stata in linea alle attese e ha messo a segno il
decimo risultato positivo consecutivo. Alle 15.55
toccherà infine all'indice della fiducia dei consumatori
stilato dall'Università del Michigan. Le stime sono per
un rialzo.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio continuano a perder quota. I
futures con consegna giugno segnano un calo dell'1.17%
(-$0.87) attestandosi a quota $73.53 al barile. Sul
valutario la moneta unica si attesta a $1.2488 (-0.37%).
L'oro e' in rialzo di $17.60 (+1.43%) in area $1246.80
dopo aver toccato un nuovo record. Il rendimento sul
benchmark decennale si attesta al 3.48% dal 3.5640% di
ieri.
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Germania
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Regno
Unito - Edizione
Londra |
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Francia -
Edizione Parigi |
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WALL
STREET: ancora sell-off, timori transatlantici
14 maggio 2010 17:44 - WSI ______________________________________________
L'ultima seduta di una
settimana iniziata all'insegna di importanti rally, si
conferma all'insegna delle vendite. Ieri dimenticate dal
mercato, oggi le preoccupazioni sui conti pubblici dei
principali paesi europei tornano a farsi sentire. Si
aggiungono nuove indagini sulle banche e nuove regole
per il settore delle carte di credito. Soffre anche il
settore tecnologico appesantito dal tonfo di Nvidia. E'
cosi' che gli indici Usa viaggiano non lontano dai
minimi di seduta.
Dopo due ore e quindici minuti dall'avvio delle
contrattazioni, il Dow risulta in calo di 189 punti a
10594 (-1.75%), il Nasdaq segna una flessione di 61
punti a 2333 (-2.54%) mentre l'S&P 500 cede 26 punti a
1131 (-26 punti).
D'altra parte anche gli indici del Vecchio continente
sono colpiti da forti vendite: Milano ha ceduto il
5.26%, Parigi il 4.3%, Berlino il 3%. Londra ha ceduto
il 2.88% mentre Madrid e' la peggiore con un -7.3%.
Proprio in Spagna (dove per la prima volta dal 1986 i
prezzi al consumo di aprile hanno evidenziato una
variazione negativa del dato core, ossia depurato dalle
componenti energia ed alimenti) è stato annunciato uno
sciopero dei dipendenti pubblici contro le misure di
austerità adottate due giorni fa dal governo. Hanno
pesato le dichiarazioni del numero uno di Deutsche Bank
secondo cui la Grecia difficilmente onorera' i propri
impegni.
Il punto su cui gli esperti iniziano a interrogarsi sono
proprio le misure di austerity di Madrid, Lisbona, Atene
e anche di paesi come l'Inghilterra: quanto freneranno
la ripresa economica globale?
Anche oggi fari puntati sul settore finanziario dopo la
notizia dell'ultima indagine lanciata dalla Sec su
alcuni colossi bancari. In particolare, secondo quanto
ha reso noto il Wall Street Journal, JP Morgan Chase,
Deutsche Bank, Ubs e Citigroup, avrebbero ricevuto
un'ingiunzione dalla commissione riguardo a presunte
irregolarità commesse nella vendita di bond municipali.
Goldman Sachs e Morgan Stanley, inoltre, sono già
oggetto di un'indagine simile.
L'inchiesta della Sec va ad aggiungersi a quella resa
nota ieri e avviata dalla procura generale di New York
che sta indagando su Goldman Sachs, UBS, Citigroup,
Credit Suisse, Deutsche Bank, Credit Agricole e Merrill
Lynch, ora controllata dalla Bank of America.
Soffrono, gia' dal pre-mercato con cali di circa l'8% i
gruppi delle carte di credito come Visa e MasterCard
dopo che il senato ha deciso di permettere alla Fed di
controllare le commissioni applicate dagli istituti.
Sul fronte macro, le vendite al dettaglio relative al
mese di aprile sono state migliori del previsto e pari a
un +0.4%: le attese degli economisti erano per un
progresso dello 0.2%. Si tratta del sesto progresso in
sette mesi. La produzione industriale, sempre di aprile,
e' stata in linea alle attese e ha messo a segno il
decimo risultato positivo consecutivo. Il dato
preliminare di maggio della fiducia rivelata dall'Universita'
del Michigan e' inferiore alle stime degli analisti per
quanto il dato sia salito a 73.5 punti. A marzo scorte
di magazzino esattamente in linea alle stime (+0.4%).
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio continuano a perder quota. I
futures con consegna giugno segnano un calo del 2.98%
(-$2.22) attestandosi a quota $72.18 al barile. Sul
valutario la moneta unica si attesta a $1.2395 (-1.12%).
Inverte rotta l'oro ora in calo di $8.10 (-0.66%) in
area $1221.10 dopo aver toccato un nuovo record. Il
rendimento sul benchmark decennale si attesta al 3.43%
dal 3.5640% di ieri.
WALL
STREET:
Paura sui mercati azionari
14 maggio 2010 22:00
- WSI ______________________________________________
I listini azionari hanno
perso un bel po' di terreno nell'ultima seduta di una
settimana viziata dagli sbalzi delle borse europee, con
tutti i mercati, senza esclusione, zavorrati dai timori
circa le implicazioni che i piani austeri di bilancio
presentati dai Paesi della periferia dell'area euro
avranno sulla ripresa economica. Nonostante i ribassi,
l'ottava si e' comunque chiusa in rialzo, per la prima
volta da meta' aprile.
A livello settoriale ad essere presi di mira sono stati
in particolare i finanziari, i materiali di base e i
tecnologici, con gli investitori che si sono rivolti
invece ai comparti considerati per antonomasia i piu'
sicuri, come le societa' di grandi magazzini.
Il Dow Jones ha perso l'1.51% a quota 10620.16, il
Nasdaq l'1.98% in area 2346.85, mentre l'S&P 500 ha
lasciato sul campo l'1.88% a 1135.68 punti. Sul paniere
delle blue chip si salva solo Travelers, mentre Intel,
American Express e Bank of America sono state
schiacciate in fondo al listino.
L'enfasi dei mercati e' sul rischio piuttosto che sulle
buone notizie, che oggi in ambito macro non sono
mancate. Ne offre un esempio lampante il balzo
dell'indice di volatilita' VIX, considerato il migliore
indicatore per misurare la paura sui mercati, sopra
quota 30, dopo essere in prossimita' dell'area 20.
Le vendite al dettaglio relative al mese di aprile sono
state migliori del previsto e pari a un +0.4%: le attese
degli economisti erano per un progresso dello 0.2%. Si
tratta del sesto progresso in sette mesi. La produzione
industriale, sempre di aprile, e' stata in linea alle
attese e ha messo a segno il decimo risultato positivo
consecutivo. Il dato preliminare di maggio della fiducia
rivelata dall'Universita' del Michigan e' inferiore alle
stime degli analisti per quanto il dato sia salito a
73.5 punti. A marzo scorte di magazzino esattamente in
linea alle stime (+0.4%).
L'ultima seduta di una settimana iniziata all'insegna di
importanti rally, si conferma dunque all'insegna delle
vendite. Alle preoccupazioni sui conti pubblici dei
PIIGS si sono aggiunte nuove indagini sulle banche e
nuove regole per il settore delle carte di credito.
Soffre anche il settore tecnologico appesantito dal
tonfo di Nvidia.
D'altra parte anche gli indici del Vecchio continente
sono colpiti da forti vendite: Milano ha ceduto il
5.26%, Parigi il 4.3%, Berlino il 3%. Londra ha ceduto
il 2.88% mentre Madrid e' la peggiore con un -7.3%.
Proprio in Spagna (dove per la prima volta dal 1986 i
prezzi al consumo di aprile hanno evidenziato una
variazione negativa del dato core, ossia depurato dalle
componenti energia ed alimenti) e' stato annunciato uno
sciopero dei dipendenti pubblici contro le misure di
austerita' adottate due giorni fa dal governo. Hanno
pesato inoltre le dichiarazioni del numero uno di
Deutsche Bank secondo cui la Grecia difficilmente
onorera' i propri impegni. Il punto su cui gli esperti
iniziano a interrogarsi sono proprio le misure di
austerita' di Madrid, Lisbona, Atene e anche di Paesi
come l'Inghilterra.
Anche oggi fari puntati sul settore finanziario dopo la
notizia dell'ultima indagine lanciata dalla Sec su
alcuni colossi bancari. In particolare, secondo quanto
ha reso noto il Wall Street Journal, JP Morgan Chase,
Deutsche Bank, Ubs e Citigroup, avrebbero ricevuto
un'ingiunzione dalla commissione riguardo a presunte
irregolarità commesse nella vendita di bond municipali.
Goldman Sachs e Morgan Stanley, inoltre, sono già
oggetto di un'indagine simile.
L'inchiesta della Sec va ad aggiungersi a quella resa
nota ieri e avviata dalla procura generale di New York
che sta indagando su Goldman Sachs, UBS, Citigroup,
Credit Suisse, Deutsche Bank, Credit Agricole e Merrill
Lynch, ora controllata dalla Bank of America.
Soffrono i gruppi delle carte di credito come Visa e
MasterCard dopo che il Senato ha deciso di permettere
alla Fed di controllare le provvigioni applicate dagli
istituti.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio continuano a perder quota,
scivolando sui minimi di tre mesi. I futures con
consegna giugno segnano un calo di $2.79 attestandosi a
quota $71.61 al barile. Sul valutario la moneta unica si
attesta a $1.2375 (-1.26%) nel tardo pomeriggio di New
York, dopo aver toccato i livelli piu' bassi da ottobre
2008. Inverte rotta l'oro ora in calo di $1.40 in area
$1222.70 dopo aver raggiunto un nuovo record un giorno
prima. Il flight to quality premia i prezzi dei Treasury,
con il rendimento sul benchmark decennale che e' sceso
al 3.4420% dal 3.5640% di ieri (-12.2 punti base).
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