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Sell-off sui listini: siamo sicuri che sia un
ritorno al 2008?
Pubblicato il 26 maggio 2010 | Ora 01:23
Fonte: WSI
Le vendite che si stanno osservando sull'azionario fanno
pensare al declino datato settembre 2008, in scia alla
bancarotta di Lehman Brothers. Allora il mercato aveva
iniziato a scivolare in modo consistente, con il Dow che
rapidamente ruppe la soglia di 10 mila punti senza
trovare tregua fino all'ultima parte del mese di
ottobre, con un bilancio di -2000 punti.
Per quanto si possa essere propensi a fare paragoni tra
l'impostazione degli indici di allora con quella
odierna, ci sono diversi e cruciali differenze. Tim
Hayes, capo investimenti nella societa' di ricerca
quantitativa Ned Davis Research ha citato i seguenti ai
suoi clienti.
Il contesto di mercato. Diversamente dalla correzione
dell'autunno 2008, l'attuale flessione si sta
verificando in un mercato ciclicamente bull, toro.
Ampiezza. La cascata di vendite del settembre-ottobre di
due anni fa aveva avuto inizio con "un'ampiezza di
mercato decisamente negativa".
Il contesto economico. L'autunno 2008 aveva
rappresentato "la peggior recessione globale dagli anni
'30". Oggi, al contrario, ci troviamo nel "miglior
contesto economico dal 2003", stando a quanto spiegato
nello studio "Economic timing model" di Ned Davis
Research.
Utili. Diversamente dalla "peggior recessione sul fronte
degli utili dal 1930" che si e' verificata a fine 2008,
al momento ci troviamo nella miglior situazione dal 2006
(stando alla lettura de "Earning Model" di Ned Davis
Research)Questi fattori non garantiscono che un declino
non ci sara'. Ma, sostiene Hayes, fanno pensare che una
caduta dei listini come quella del 2008 "non sembra
probabile.
Crisi: Ora l'Europa fara' pagare le tasse alle
banche
di Francesca Gerosa
Pubblicato il 26 maggio 2010 02:09 BRUXELLES
Fonte: Milano Finanza
La Commissione europea proporrà oggi una tassa sulle
banche europee che dovrebbe finanziare i potenziali
salvataggi futuri delle istituzioni finanziarie. La
conferma, dopo le indiscrezioni trapelate questa
mattina, è arrivata dal presidente della Commissione,
Jose Manuel Barroso.
"La Commissione farà domani una comunicazione sui fondi
di risoluzione per il settore bancario finanziati dalle
banche stesse, al fine di minimizzare il costo per i
contribuenti di un intervento ordinario sulle banche
insolventi", ha sottolineato Barroso.
Non sono ancora noti i dettagli della proposta ovvero se
la tassa debba calcolarsi sugli asset totali ovvero solo
sulle liabilities al netto dei depositi e del patrimonio
netto. Ma secondo le prime indiscrezioni la tassa
potrebbe generare oltre 50 miliardi di euro di entrate
all'anno.
In particolare, sarebbero tre le opzioni per la tassa
sulle banche che dovrà finanziare i Fondi nazionali di
gestione dei fallimenti: imposizione su depositi, asset
o profitti; rigida separazione dal bilancio pubblico;
ogni perdita dovrà essere sostenuta principalmente da
azionisti, detentori di debito subordinato e creditori
non assicurati.
La Ue è stata spinta a livello di G20 sull'ipotesi di un
prelievo sulle banche per mantenere condizioni di parità
tra le istituzioni finanziarie a livello internazionale
ma, nonostante l'interesse generale, vi sono disaccordi
tra i leader politici sulle modalità di raccolta e
erogazione dei fondi.
Oltre la ferma opposizione del Canada, anche all'interno
dell'Europa vi sono diverse idee sulla destinazione
delle risorse che per alcuni Paesi dovrebbero essere
indirizzate a sostegno dei conti pubblici, mentre per
altri dovrebbero essere incanalate in soccorso alle
banche in difficoltà.
Tassa sulle banche a parte, Barroso oggi ha criticato i
leader tedeschi, sostenendo che sarebbe ''ingenuo''
pensare di modificare il Trattato Ue solo nelle aree
ritenute importanti dalla Germania e comunque Bruxelles
non proporrà alcuna modifica del Trattato. Ferma quindi
la presa di posizione del presidente della Commissione
europea che ha inoltre espresso dubbi sulla proposta di
Berlino di sospendere il diritto di voto ai membri di
Eurolandia non virtuosi.
Il riferimento è alla richiesta della cancelliera
tedesca, Angela Merkel, di modificare il Trattato Ue per
rafforzare i controlli sui bilanci degli stati membri.
In questo caso, ha spiegato Barroso, anche altri Paesi
chiederebbero modifiche in altre aree. Quanto alla
proposta della Merkel di sospendere il diritto di voto
dei Paesi della zona euro che non riescono nel tempo a
rispettare i propri impegni di bilancio, per Barroso il
regolamento attuale delle procedure per deficit
eccessivo già prevede questa possibilità.
Il numero uno della Commissione europea non ha
risparmiato critiche ai leader politici tedeschi,
sostenendo anche che non hanno fatto abbastanza per
difendere l'euro e spiegare ai cittadini l'importanza
della moneta unica. ''Gli uomini politici devono anche
dire che l'economia tedesca andrebbe molto peggio senza
l'euro'', ha proseguito, criticando pure la gestione
della crisi greca da parte di Berlino e osservando che
all'inizio il Governo tedesco ha dato l'impressione di
non volere aiutare Atene.
''Vorrei che la leadership tedesca, indipendentemente se
al governo o all'opposizione, se a livello nazionale o
regionale, difenda la causa dell'Europa'', ha aupicato
Barroso, lanciando l'ultima stoccata: ''l'euro non è
stata un'invenzione della Grecia, dell'Irlanda o della
Spagna: è stato un progetto franco-tedesco''.
La Borsa di Tokyo chiude in forte ribasso
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in forte ribasso. Il
Nikkei ha perso il 3,1% a 9.459,89 punti e il Topix il
2,3% a 859,82 punti. Era dallo scorso 30 novembre che il
Nikkei non chiudeva a tali livelli. Ai timori legati
alla crisi del debito sovrano in Europa si sono aggiunti
oggi quelli relativi all'aumento della tensione tra le
due Coree. Secondo l'agenzia stampa Yonhap il leader
nordcoreano Kim Jong-Il avrebbe messo l'esercito in
stato di allerta. Gli investitori si sono rifugiati
nello yen. Il nuovo apprezzamento della valuta
giapponese ha mandato a picco gli esportatori. Toyota
(JP3633400001) ha perso l'1,8%, Honda (JP3854600008)
l'1,5%, Canon (JP3242800005) il 2,7%, Panasonic
(JP3866800000) il 2,8% e Sony (JP3435000009) il 5%.
Tra i titoli dei produttori d'acciaio Nippon Steel
(JP3381000003) ha perso il 3,5%, Kobe Steel
(JP3289800009) il 4,3% e JFE Holdings (JP3386030005) il
3,8%. È ormai certo che le recenti turbolenze sui
mercati finanziari avranno un impatto negativo
sull'economia globale.
Nel settore petrolifero Inpex (JP3294430008) ha perso il
3,8%. Il prezzo del petrolio è caduto nelle
contrattazioni elettroniche al Globex al di sotto di
$70.
Redazione Borsainside 08:41
Petrolio: torna sopra i 70 dollari
mercoledì, 26 maggio 2010 08:59 NEW YORK
(ANSA) - ROMA, 26 MAG - Il petrolio torna sopra i 70
dollari al barile sull'after-hours di New York,
cancellando la maggior parte delle perdite fatte segnare
ieri. Il greggio con consegna a luglio guadagna circa il
2% a 70,13 dollari.
Germania avanti con il
divieto di vendite allo scoperto
ANSA mercoledì, 26 maggio 2010 10:03 BERLINO
In Germania ieri è circolato un documento ministeriale
(una prima bozza che deve essere valutata dalle
associazioni di categoria), che prevede il divieto delle
vendite allo scoperto naked per alcuni derivati valutari
e per tutte le azioni. Si tratterebbe di un’estensione
del blocco del 19 maggio.
Secondo quanto riportato dalla Reuters, la Commissione
europea oggi proporrà una tassa sulle banche europee che
dovrebbe finanziare i salvataggi futuri degli istituti
finanziari.
Crac Parmalat: confermati
10 anni a Tanzi
26 maggio 2010 alle ore 10:06 - Il Sole 24 Ore
La Corte di Appello di Milano ha confermato la pena di
dieci anni di reclusione inflitta in primo grado a
Calisto Tanzi per il crack Parmalat. Oltre a Tanzi, ha
condannato a due anni e sei mesi di reclusione Giovanni
Bonici e a tre anni di reclusione Luciano Silingardi
rispettivamente ex presidente di Parmalat Venezuela e
consigliere indipendente del gruppo, imputati a Milano
per la vicenda del crac dell'azienda. Silingardi e
Bonici erano stati assolti in primo grado. I giudici
hanno inoltre confermato la sentenza di assoluzione per
i tre funzionari di Bank Of America decisa dal tribunale
nel dicembre 2008 e dei consiglieri Enrico Barachini e
Paolo Sciumè.
Risarcimento di 105 milioni. Le parti civili costituite
nel processo al tribunale di Milano per aggiotaggio su
titoli Parmalat riceveranno un risarcimento complessivo
di circa 105 milioni di euro. È questa una delle
conseguenze della conferma della condanna a 10 anni di
carcere per Calisto Tanzi, ex patron di Parmalat, da
parte della Corte d'appello di Milano. Tanzi é stato
condannato al pagamento del risarcimento in solido con
Giovanni Bonici, ex numero uno di Parmalat Venezuela, e
all'ex consigliere del gruppo agroalimentare Luciano
Silingardi.
Sconcerto e ricorso in Cassazione. Tanzi «è rimasto
sconcertato come noi difensori per la pena inflitta che
in confronto al reato appare stellare», ha riferito
l'avvocato Giampiero Biancolella. «Lo sconcerto nasce
dal fatto che da un lato Tanzi ha contribuito alla
ricostruzione dei fatti e dall'altro ha messo a
disposizione tutti i propri beni», ha aggiunto il
legale, sottolineando che «ci aspettavamo una riduzione
della pena».
«Ovviamente ricorreremo in Cassazione», ha poi affermato
Biancolella. «Prendiamo atto della conferma della
condanna - ha spiegato il legale - certamente il
frazionamento dei processi (tra Milano e Parma, ndr) ha
creato difficoltà nel ricostruire la vicenda». Sul fatto
che Tanzi sia stato condannato anche a risarcire a
titolo di provvisionale i risparmiatori, per oltre cento
milioni di euro, l'avvocato ha detto: «Ciò si inserisce
nel filone dei sequestri di beni che Tanzi ha già subito
ed è certamente un aspetto censurabile della sentenza».
Baird: la ripresa del
mercato immobiliare Usa non e' lontana
BlueTG.it - mercoledì, 26 maggio 2010 10:48 NEW YORK
Come ricordavano stamane gli analisti di UniCredit nella
consueta nota mattutina, la casa di brokeraggio
americana Robert W. Baird ha migliorato il proprio
giudizio sul settore delle società di investimento nel
settore immobiliare residenziale a “overweight” (sovrappesare,
ndr), spiegando che i fondamentali del settore sono
migliorati più rapidamente di quanto previsto.
Secondo il broker la crescita del mercato del lavoro ed
il parallelo miglioramento del potere di acquisto
dovrebbero iniziare a manifestare i loro effetti sui
mercati a maggiore crescita, come New York e Washington,
con ovvio beneficio per quelle società d’investimento
che hanno puntato su tali piazze.
Spagna: Zapatero Annuncia Una Nuova Tassa Sui
Ricchi
mercoledì, 26 maggio 2010 - 10:59
(ASCA) - Roma, 26 mag - Il premier spagnolo Jose Luis
Zapatero ha annunciato l'introduzione di una nuova tassa
sui ricchi. ''Il governo e' intenzionato a chiedere ai
cittadini che stanno meglio di fare di piu' per il
paese'' ha detto Zapatero davanti al parlamento. I
dettagli sulla nuova tassa saranno annunciati nelle
prossime settimane.
Ocse: Rivede Al Rialzo
Crescita Pil Eurozona 2010 All'1,2%
mercoledì, 26 maggio 2010 10:59 PARIGI
(ASCA) - Roma, 26 mag - L'Ocse rivede al rialzo la
crescita dell'economia nell'area euro all'1,2% nel 2010
ma sollecita a rimuovere gli elementi di debolezza che
potrebbero far rallentare la ripresa.
Ocse: Alza Stima Pil Usa
2010 a +3,2%, Ma Tagliare Spesa Per Stimoli
mercoledì, 26 maggio 2010 11:05 PARIGI
(ASCA-AFP) - Parigi, 26 mag - L'Ocse ha alzato le stime
sulla crescita del Pil degli Stati Uniti per quest'anno,
passando al 3,2%. L'organizzazione internazionale
avverte pero' che stanno crescendo anche gli squilibri
mondiali e per questo la spesa per incentivi
all'economia devonono essere ridotti. Nel novembre
scorso, l'Ocse aveva stimato per gli Usa una crescita
nel 2010 del 2,5% e del 2,8% nel 2011.
Ocse: Gurria, Ripresa
Accelera Ma l'Occupazione Non Migliora
mercoledì, 26 maggio 2010 - 11:08
(ASCA) - Roma, 26 mag - La ripresa economica sta
accelerando ma aumentano anche i rischi e l'occupazione
non migliora dopo che negli ultimi due anni i
disoccupati nei paesi Ocse sono aumentati a 16 milioni.
E' quanto sottolinea il segretario generale dell'Ocse,
Angel Gurria, presentando le nuove stime sull'economia
da parte dell'organizzazione.
Ocse: ''Molto
Preoccupata'' Per Livello Debito Giappone
mercoledì, 26 maggio 2010 11:17 PARIGI
(ASCA-AFP) - Tokyo, 26 mag - L'Ocse e' ''molto
preoccupata'' per il livello del debito pubblico del
Giappone, arrivato a livelli di guardia. Per l'orghanizzazione
internazionale con base a Prigi, il Giappone deve
adottare un piano ''credibile'' per ridurre il pacchetto
di stimoli all'economia e tagliare il debito pubblico.
''Siamo molto preoccupati per il livello del debito e
del deficit'' in Giappone, ha detto Randall Jones,
senior economist dell'Ocse per il paese orientale e la
Corea del Sud. Decenni di forti stimoli alla spesa e
tagli di tasse hanno portato il debito pubblico del
Giappone ha diventare il piu' grande tra tutti i paesi
industrializzati. L'Ocse avverte che quest'anno potrebbe
arrivare al 205% del Pil.
Borse Asia-Pacifico
negative, Hong Kong la peggiore
Tutte le principali borse della regione Asia-Pacifico
hanno chiuso oggi in forte ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso l'1,9% a 2.622,60 punti.
Ai timori legati alla crisi del debito sovrano in Europa
si sono aggiunti oggi quelli relativi all'aumento della
tensione tra le due Coree. Secondo l'agenzia stampa
Yonhap il leader nordcoreano Kim Jong-Il avrebbe messo
l'esercito in stato di allerta. La notizia ha pesato
anche sul mercato azionario cinese. Tra i bancari
Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) ha chiuso
in ribasso dell'1,1%, Bank of China (CN000A0J3PX9) del
2,5%, China Construction Bank (CN000A0HF1W3) del 2,3% e
Shanghai Pudong Development Bank (CN0009282731) del 3%.
Nel settore immobiliare China Vanke (CN0008879206) ha
perso il 3,9%, Poly Real Estate (CN000A0KE8T0) il 4% e
Gemdale (CNE000001790) l'1,6%. Secondo delle voci di
stampa Shanghai introdurrà il prossimo mese una tassa
sugli immobili per un periodo di prova. Tra i
petroliferi PetroChina (CN0009365379) ha perso il 2,3% e
Sinopec (CN0005789556) il 2,8%. Il prezzo del petrolio è
sceso questa mattina nelle contrattazioni elettroniche
al Globex al di sotto di $70.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha perso il 3,5% a 18.985,50
punti. Quarantadue dei quarantatre titoli dell'indice
della città costiera hanno chiuso in ribasso. Tra i
bancari HSBC (GB0005405286) ha perso l'1,9%, Hang Seng
Bank (HK0011000095) il 2,3%, Bank of East Asia
(HK0023000190) lo 0,7% e BOC Hong Kong (HK2388011192)
l'1,2%. Nel settore immobiliare Sun Hung Kai Properties
(HK0016000132) ha perso il 4,2%, Cheung Kong Holdings
(HK0001000014) il 3,7%, Sino Land (HK0083000502) il 5,2%
e Henderson Land (HK0012000102) il 3,9%. Tra gli
esportatori Esprit (BMG3122U1457) ha chiuso in calo del
5,5%, Li & Fung (BMG5485F1445) il 2,4% e Foxconn
(KYG365501041) del 9,7%. Hongkong & China Gas
(HK0003000038) ha beneficiato del suo carattere
difensivo ed ha guadagnato lo 0,1%.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha perso il 3%, il Taiex a Taipei il 3,2%, il
Kospi a Seul il 2,8% e lo Straits Times il 2,4%.
Redazione Borsainside 12:09
I mercati obbligazionari
hanno gia' tagliato il rating delle banche
BlueTG.it - mercoledì, 26 maggio 2010 12:54 NEW YORK
I detentori di obbligazioni societarie non hanno
intenzione di attendere che l’agenzia di rating di turno
annunci a cose fatte l’ennesimo taglio del rating e per
le grandi banche come Goldman Sachs o Bnp Paribas in
questi giorni sono dolori.
Torna sull’argomento l’agenzia Bloomberg che già aveva
fatto notare come stesse risalendo rapidamente il costo
di rifinanziamento per i principali gruppi finanziari
mondiali e che oggi sottolinea l’ulteriore ampliamento
degli spread sulle emissioni obbligazionarie di istituti
bancari, che secondo quanto testimonia l’indice Global
Broad Market Financial Index elaborato da Bank of
America Merrill Lynch (che comprende solo emittenti con
un rating mediamente pari al livello “A1” di Moody’s)
sono ormai saliti mediamente a 253 punti base rispetto
alle emissioni di titoli di stato di pari durata.
Un sovrarendimento che ormai è molto vicino a quanto
richiesto per emittenti con un rating fino a cinque
“notch” inferiori (268 punti base, in media). Come dire
che gli investitori continuano a prendere le distanze da
quei soggetti, come le banche, che potrebbero risentire
dell’esposizione al debito dei PIIGS europei avendo
investito parte del proprio portafoglio in titoli di
stato dell’area europea.
Roubini, ripresa Ue
difficile
mercoledì, 26 maggio 2010 - 13:33
(ANSA) - ROMA, 26 MAG - Le economia dell'area euro sono
davanti a 'serie' difficolta' e c'e' in rischio di una
ricaduta. Lo afferma Nouriel Roubini. L'economista della
New York University si dice preoccupato per le
prospettive del Giappone e ottimista per gli Usa, dove
comunque la crescita sara' inferiore al 2% a fine anno.
Quanto alla situazione della Grecia, Roubini spiega che
i mercati non sono convinti della possibilita' di
realizzare l'aggiustamento fiscale necessario.
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Cina -
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India -
Edizione New Delhi |
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Usa: richieste mutui
+11,3%
mercoledì, 26 maggio 2010 13:44 NEW YORK
(ANSA) - ROMA, 26 MAG - Le richieste di mutui ipotecari
negli Usa hanno segnato un rialzo dell'11,3% la scorsa
settimana. Sono trainate dai tassi di rifinanziamento
vicini a minimi record. Lo scrive la Bloomberg citando
la Mortage Bankers' Association, secondo cui le
richieste di nuovi mutui sono in calo ai minimi dal
1997, ma questo dato negativo e' piu' che bilanciato dal
boom (+17%) delle domande di rifinanziamento di prestiti
in essere.
Moody's conferma la
tripla A per il debito Stati Uniti
Pubblicato il 26 maggio 2010 14:08 LONDRA
Fonte: WSI
Gli States possono tenersi stretto il loro rating AAA
ancora per 12-18 mesi. E' questa la decisione
dell'agenzia di rating Moody's. L'outlook resta stabile
anche se lo stato delle finanze governitaive si sia
indebolito con i costi legati al supporto del sistema
economico e finanziario del paese.
In una nota che suona simile a quella degli scorsi mesi,
l'agenzia di rating sostiene che il report odierno e'
sostenuto dal fatto che gli Usa sono la piu' grande
economia al mondo, con un mercato flessibile e un
sistema commerciale aperto. Un outlook stabile sta a
indicare che Moody's difficilmente mettera' mano al
giudizio nei prossimi 12-18 mesi.
Le preoccupazioni sui livelli raggiunti dal debito del
paese sono comunque cresciute tanto piu' in un contesto
caratterizzato da pressioni sul debito di paesi
perfierici dell'Eurozona, cosa che ha portato Ue e Fmi
ha mettere a punto un piano anti-crisi da quasi $1000
per nazioni in difficolta' come Grecia, Portogallo e
Spagna.
Lo stato delle finanze Usa e' sostanzialmente peggiorato
con la crisi del credito, la recessione e le spese
governative realizzate per affrontare tutto cio', ha
spiegato l'agenzia di rating.
Come ricordato da Cnbc il deficit americano si e'
allargato a $1400 miliardi nel 2009, piu' o meno il 10%
del Pil. La Casa Bianca ha stimato che per quest'anno la
cifra possa raggiungere i $1600 miliardi.
"I ratio del debito rispetto al Pil e ai ricavi si
stanno deteriorando bruscamente e dopo questa crisi
potrebbero essere ben piu' alti dei ratio di altri paesi
con tripla A", ha aggiunto Moody's.I ratio del debito
sui ricavi sono piu' che raddoppiati negli ultimi tre
anni andando ben oltre il 400%, indicando possibili
tensioni per le finanze pubbliche in futuro.
Va detto pero', ha spiegato l'agenzia, che il
deterioramento di questi valori e' legato agli acquisti,
inclusi quelli nell'azionario, da parte
dell'amministrazione Usa. Questo significa che il loro
aumento ha meno impatto sul valore netto del paese.
Il rating potrebbe finire sotto pressione se a una
crescita ulteriore del debito e dei costi di interesse
non corrisponderanno misure idonee a una loro
stabilizzazione, ha concluso Moody's.
Usa: Ordini Beni Durevoli
Ad Aprile +2,9%, Oltre Attese
mercoledì, 26 maggio 2010 14:54 WASHINGTON
(ASCA) - Roma, 26 mag - Gli ordinativi di beni durevoli
negli Stati Uniti sono aumentati ad aprile del 2,6%
segnando l'incremento piu' consistente da gennaio
scorso. Il risultato e' uscito superiore alle previsioni
degli analisti che si attendevano un incremento
dell'1,5%. Il dato, depurato dal comparto difesa, segna
un +3,4% mentre al netto dei trasporti il risultato e'
negativo per un punto. Dietro l'incremento di aprile,
infatti, c'e' un +228% degli ordini di aerei civili.
Forex, dollaro allunga
contro euro dopo dati Usa beni durevoli
reuters - mercoledì, 26 maggio 2010 15:48 NEW YORK
Il dollaro estende i guadagni contro l'euro sulla scia
dei dati sugli ordini Usa dei beni durevoli per il mese
di aprile, in crescita oltre le attese.
La moneta unica prosegue la discesa già registrata negli
scambi europei ma si mantiene sopra i minimi dei quattro
anni toccati ieri grazie al rimbalzo dei mercati
azionari. Il sentiment sulla valuta rimane, comunque,
incerto.
L'euro ha risentito anche della debole domanda
registrata nell'asta tedesca sui titolo del debito a
cinque anni.
Le preoccupazioni circa condizioni più severe di
finanziamento in dollari per le banche europee, con
tassi interbancari sul dollaro a tre mesi ai nuovi
massimi dei dieci mesi, hanno inoltre pesato sull'euro.
Alle 15,25 circa l'euro scendeva dello 0,93% sul dollaro
a 1,2257 dollari.
Usa: Balzo Vendite Delle
Nuove Case, Ad Aprile +14,8%
mercoledì, 26 maggio 2010 16:37 WASHINGTON
(ASCA) - Roma, 26 mag - Balzo delle vendite di nuove
case negli Stati Uniti. Un dato sorprendentemente
positivo e ben superiore alle stime del mercato. Ad
aprile le vendite sono aumentate del 14,8% rispetto al
mese precedente anche se a spingere le operazioni di
vendita immobiliare e' stata la scadenza dei benefici
fiscali che sono terminati a fine aprile.
Crisi: Bundesbank,
Ripresa Economica In Germania Ha Accelerato
mercoledì, 26 maggio 2010 17:41 FRANCOFORTE
(ASCA-AFP) - Francoforte, 26 mag - La ripresa economica
in Germania ha accelerato negli ultimi mesi. Lo ha
sottolineato la Bundesbank alimentando le ipotesi su una
prossima revisione al rialzo delle stime sull'andamento
del pil della piu' grande economia europea. Nel suo
rapporto mensile, la banca centrale tedesca spiega che
dopo l'inverno difficile la crescita riprendera' ad un
ritmo accelerato e che la produzione industriale, in
particolare, ''accentuera' sostanzialmente il trend''.
Sono solo, ma ''gli esportatori tedeschi beneficiano
anche dei recenti cambiamenti del livello dei cambi''
dopo il forte deprezzamento dell'euro. La Bundesbank
attualmente prevede una crescita del Pil tedesco
dell'1,6% quest'anno e dell'1,2% nel 2011 ma molti
economisti gia' ipotizzano una crescita superiore a due
punti gia' nel 2010.
Berlusconi: "Manovra non
tradizionale, perche' e' una crisi senza precedenti"
Pubblicato il 26 maggio 2010 18:43 ROMA
Fonte: APCOM
La manovra varata dal Governo "non è un tradizionale
aggiustamento dei conti", perchè a non essere
tradizionale è la situazione economica, a causa di una
"crisi provocata dalla speculazione e diversa da tutte
le precedenti". Così il premier Silvio Berlusconi ha
descritto la manovra approvata ieri dal Consiglio dei
ministri, nella conferenza stampa con Giulio Tremonti a
Palazzo Chigi.
Nessuno scontro nel Governo e men che meno con il
ministro Giulio Tremonti, che va anzi ringraziato. In
questi giorni di collaborazione, anche con il
sottosegretario Gianni Letta, "non c'è mai stato un
momento in cui la dialettica, che è logico che ci sia,
sia salita di tono", dice il premier che aggiunge: "Non
c'è mai stato uno scontro nel Governo". Berlusconi
ricorda che nella manovra si è voluto "limitare gli
sprechi della politica", anche con la "riduzione degli
stipendi per ministri e parlamentari" ed è stato fatto
un "ragionamento sulla tracciabilità delle nostre
spese", tema sul quale "vorrei precisare di aver
considerato "essere giustificabile" un tetto di 5 mila
di euro per i pagamenti cash.
Con questa manovra "l'Italia è in mani sicure. Il
governo è fatto da una squadra di persone responsabili,
che hanno ormai messo insieme un modo di lavorare
efficace, che tiene, e che anche in una situazione che
impone sacrifici risponde responsabilmente. Sono
soddisfatto da come tutti si sono comportati". Infine,
un "grazie a Giulio, il suo è un mestiere difficile,
dire sì è facile, dire no è molto più difficile e lui,
per ragioni di rigore, è costretto a dire una sfilza di
no".
La crisi attuale, ha sottolineato Berlusconi, "non è
provocata dalla bolla immobiliare come nel 2008-2009",
crisi che "il Governo ha saputo superare con risultati
riconosciuti da tutti". Oggi c'è una "situazione senza
precedenti che riguarda tutti i paesi europei che hanno
vissuto sopra le loro possibilità".
Le critiche arrivate sono dunque "lontane dalla realtà".
In questo quadro, "la migliore ricetta è la riduzione
della spesa pubblica e la riduzione della presenza dello
Stato nell'economia, questo è l'obiettivo da
raggiungere", visto che "lo Stato intermedia più del 50%
della ricchezza prodotta, un costo on più sostenibile".
Tanto più che una spesa pubblica "così capillare è
soggetta a pessime gestioni oltre che a malversazioni".
Del quadro attuale, ha sostenuto però Berlusconi,
"portano la responsabilità sia i governi consociativi
del passato, sia il governo della sinistra che ha
attribuito alle Regioni un potere di spesa sulla Sanità
sganciato da ogni vincolo di responsabilità". Una
riforma "approvata con 4 voti di scarto e rivelatasi
dissennata, che ha fatto esplodere la spesa sanitaria,
soprattutto in molte Regioni del centro sud".
La manovra varata ieri dal governo si basa sulla
"riduzione della spesa pubblica e sulla lotta
all'evasione fiscale, non abbiamo aumentato le tasse,
anzi il nostro obiettivo resta quello di ridurle". Lo ha
detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi,
durante la conferenza stampa con Giulio Tremonti. Il
premier ha assicurato che la manovra è fatta di
"provvedimenti equilibrati e inevitabili". "Equilibrati
- ha detto - perché si chiede di più a chi ha evaso di
più, e inevitabili perché l'Italia come tutti i Paesi
europei ha vissuto al di sopra delle sue possibilità".
"Lo scopo della manovra, che è di 24 miliardi in due
anni, è quello di portare il rapporto deficit-Pil
"dall'attuale 5% al 2,7% nel 2012". Lo ha spiegato il
presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso
della conferenza stampa a palazzo Chigi. Il premier ha
spiegato che in Italia "è cresciuta in maniera
incontrollata la spesa sociale" che è "diventata
assistenziale". "Questo sistema irresponsabile - ha
osservato - ha funzionato finchè si poteva fare la
svalutazione della moneta e aumentare le tasse. Ora con
la moneta unica questi due strumenti sono diventati
inservibili".
"Con la manovra chiediamo un atto di responsabiità ai
dipendenti pubblici, i loro redditi sono aumentati
rispetto a quelli privati" e quindi a loro "spetta una
responsabilità particolare per risanare lo Stato". Lo ha
detto il premier Silvio Berlusconi parlando in
conferenza stampa a Palazzo Chigi, spiegando che negli
ultimi dieci anni i redditi dei dipendenti pubblici sono
aumentati del "42,5%", a fronte del 24% dei privati.
Il Cavaliere ha poi ricordato che la responsabilità
richiesta agli statali è dovuta anche dal fatto che
possano contare sulla "garanzia del posto del lavoro e
non rischiano di andare in cassa integrazione o di veder
ridotto lo stipendio". "I dipendenti pubblici non
rischiano di andare in cassa integrazione e sono
tutelati dal posto pubblico", ha sottolineato il
premier, ricordando che negli altri Paesi Ue, dalla
Francia alla Germania, le cifre della manovra sono state
superiori a quelle italiane: "Il nostro aggiustamento è
stato minore perché abbiamo operato bene per due anni".
Occorre ora, ha detto Berlusconi, "tagliare le spese
eccessive", ma in ogni caso l'Italia può contare su un
"sistema pensionistico stabile", una "sanità per tutti
nonostante gli sprechi", "ammortizzatori sociali estesi
anche agli autonomi" e un "tasso di disoccupazione più
basso" di quello di altri paesi.
"Sono un inguaribile ottimista, e convinto che ce la
faremo, e ce la faremo bene, anche questa volta". E' il
messaggio che Silvio Berlusconi vuole inviare agli
italiani, nella conferenza stampa a palazzo Chigi per
presentare la manovra varata ieri dal Governo. "Una
manovra discussa e condivisa", afferma Berlusconi, anche
con le parti sociali, "imprenditori e lavoratori", "perchè
non c'è diversità di obiettivi, come non dovrebbe
esserci con l'opposizione. A questo proposito ringrazio
il presidente Napolitano per l'esortazione al senso di
responsabilità, che facciamo nostra, perchè siamo tutti
nella stessa barca".
La manovra varata dal Governo contiene "sacrifici
indispensabili", ma sacrifici necessari "per difendere
la nostra moneta". Solo difendendo l'euro "si difendono
i salari e le pensioni degli italiani, le imprese e i
risparmi delle famiglie". Lo ha affermato il presidente
del Consiglio Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa
a Palazzo Chigi per presentare la manovra approvata ieri
dal Cdm. "Salvare l'euro significa salvare il benessere
dell'Italia, il futuro di 60 milioni di italiani e di 5
milioni di imprese", ha aggiunto Berlusconi.
Borse europee: Chiusura
positiva, svetta Parigi
I principali listini azionari europei sono oggi
rimbalzati. Il FTSE 100 a Londra ha guadagnato il 2%, il
DAX a Francoforte l'1,6%, il FTSE MIB a Milano il 2,2%,
il CAC40 il 2,3% e lo SMI a Zurigo l'1,3%. Una parte del
mercato crede che le recenti perdite siano state
eccessive. Le borse del Vecchio Continente hanno
beneficiato oggi inoltre delle notizie positive arrivate
d'oltreoceano. Gli ordini di beni durevoli e le vendite
di nuove case sono aumentate lo scorso mese negli USA
decisamente più di quanto atteso dagli economisti.
Tra i bancari, che ieri erano stati sommersi da una
pioggia di vendite, Barclays (GB0031348658) ha
guadagnato il 4,7%, Deutsche Bank (DE0005140008) l'1,3%,
Crédit Agricole (FR0000045072) il 2,8%, UniCredit
(IT0000064854) l'1,9% e UBS (CH0024899483) l'1,2%.
Lloyds Banking Group (GB0008706128) e Royal Bank of
Scotland (GB0006764012) hanno guadagnato rispettivamente
il 6,7% e il 5,6%. Credit Suisse ha promosso i titoli
delle due rivali britanniche ad "Outperform".
Tra i minerari Anglo American (GB00B1XZS820) ha
guadagnato il 5,1%, BHP Billiton (GB0000566504) il 5,3%
Rio Tinto (GB0007188757) il 7,3% e Xstrata
(GB0031411001) il 5,7%. I metalli di base si sono
apprezzati oggi a Londra. Secondo delle voci di stampa,
inoltre, il Governo australiano potrebbe cambiare i suoi
piani relativi alla tassa sugli utili delle imprese
minerarie.
Tra i petroliferi BP (GB0007980591) ha chiuso in rialzo
dell'1,4%, Eni (IT0003132476) del 2,1% e Total
(FR0000120271) dell'1,5%. Il prezzo del petrolio è
risalito nel pomeriggio a New York al di sopra di $70.
Portugal Telecom (PTPTC0AM0009) ha guadagnato il 6%.
Telefónica (ES0178430E18) non esclude un'offerta ostile
per la rivale portoghese.
ENEL (IT0003128367) ha guadagnato il 2,4%. HSBC ha
alzato il suo rating sul titolo del gruppo italiano da "Neutral"
ad "Overweight".
Vivendi (FR0000127771) ha chiuso in rialzo del 3,9%.
Barclays ha avviato la copertura sul titolo del
conglomerato francese con "Overweight".
Burberry (GB0031743007) ha guadagnato il 7,6%. La casa
di moda di lusso ha aumentato lo scorso esercizio il suo
utile prima delle tasse più di quanto atteso dagli
analisti. Swatch (CH0012255151) ha guadagnato il 6,2%.
Secondo il CEO dell'impresa svizzera le vendite del
gruppo avrebbero registrato nei primi tre mesi del 2010
una forte crescita. Tra gli altri titoli del settore del
lusso Bulgari (IT0001119087) ha guadagnato il 5,2%, LVMH
(FR0000121014) il 3,5%, PPR (FR0000121485) il 4,8% e
Richemont (CH0012731458) il 5,6%.
Redazione Borsainside 18:48
Borsa di Mosca: Dalle
stalle alle stelle
Dopo il crollo di ieri le principali borse dell'Europa
dell'Est hanno registrato oggi una forte ripresa.
L'indice RTS ha guadagnato a Mosca il 6,4% a 1.305,25
punti. Per il listino russo si è trattato della migliore
seduta da più di dieci mesi. I volumi di scambio sono
scesi rispetto a ieri e sono nella media. Il
miglioramento del clima a Wall Street e la forte ripresa
dei prezzi delle materie prime hanno spinto gli
investitori a tornare a puntare sulla Russia. Il rublo
ha registrato oggi rispetto al dollaro il suo più forte
apprezzamento dallo scorso 11 gennaio. Tra i titoli
dell'indice russo Gazprom (RU0007661625) ha guadagnato
il 6,6%, Raspadskaya (RU000A0B90N8) il 16,1%, FGC UES
(RU000A0JPNN9) il 14,1%, Sberbank (RU0009029540) il 6,4%
e RusHydro (RU000A0JPKH7) il 7,7%.
Il BUX a Budapest ha guadagnato l'1% a 20.875,76 punti.
I bancari hanno recuperato una buona parte del terreno
perso ieri. FHB (HU0000078175) ha guadagnato il 3,9% e
OTP Bank (HU0000061726) il 2,7%. MOL (HU0000068952) ha
chiuso in calo del 3,6%. Il titolo dell'impresa
petrolchimica avrà in futuro un peso minore negli indici
MSCI. Tra gli altri titoli dell'indice ungherese Gedeon
Richter (HU0000067624) ha guadagnato il 2,8% e Magyar
Telekom (HU0000016522) il 2,3%.
Il PX a Praga ha guadagnato il 3,5% a 1.135,00 punti.
Tra i bancari Erste Group Bank (AT0000652011) ha chiuso
in rialzo del 3,6% e Komercni Banka (CZ0008019106) del
5,2%. CETV (BMG200452024) è esploso del 19,2%. Il titolo
dell'operatore televisivo verrà introdotto nell'indice
MSCI Global Standard. Tra gli altri titoli del PX NWR
(NL0006282204) ha guadagnato il 3,9%, Unipetrol
(CZ0009091500) il 5,2% e Ceske Energeticke Zavody
(CZ0005112300) l'1,2%.
Il WIG a Varsavia ha guadagnato il 3,7% a 40.550,33
punti. Tra i bancari PKO Bank Polski (PLPKO0000016) ha
chiuso in rialzo del 6,6%, Bank Pekao (PLPEKAO00016) del
2,1%, BZW Bank (PLBZ00000044) del 4,9% e BRE Bank
(PLBRE0000012) dell'11,5%. Tra i titoli dei produttori
di materie prime KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) ha
guadagnato il 3,7%, PKN Orlen (PLPKN0000018) il 2,7% e
Lotos (PLLOTOS00025) il 5,2%.
Redazione Borsainside 20:06
Usa: Private Equity In
Crisi, Ridanno i Soldi Indietro
mercoledì, 26 maggio 2010 - 20:30
(AGI) - New York, 26 mag. - Le societa' di private
equity americane stanno restituendo i soldi agli
investitori a causa della totale mancanza di affari
nell'ultimo periodo. Lo scrive il Wall Street Journal,
precisando che alcune societa' con fondi specializzati
non sanno dove mettere i propri capitali, perche' non
riescono a trovare operazioni interessanti in cui
investire. In particolare e' stato riscontrato uno
squilibrio tra offerta e domanda nel mercato immobiliare
commerciale
Mercati instabili: ma
davvero la Cina sta per vendere i suoi eurobond?
Pubblicato il 26 maggio 2010 21:51 PECHINO
Fonte: WSI
La Cina sta per cominciare a inondare il mercato il suo
maxi-portafoglio di $630 miliardi di bond di stati
dell'eurozona. L'indiscrezione, la voce, l'ipotesi, ha
cominciato a circolare sui mercati. E sono proprio
questi scenari che contribuiscono in questi giorni a
rendere vulnerabile il mercato azionario. Come e'
accaduto ieri con il ribasso nella fase finale di
contrattazioni a Wall Street. Il Financial Times online
scrive che uno dei piu' forti poteri finanziari di
Pechino, il China's State Administration of Foreign
Exchange, cioe' l'agenzia cinese che gestisce le riserve
in valuta del paese, ha "espresso preoccupazioni circa
propria esposizione" nei confronti dei paesi PIIGS.
Come e' ovvio con il colosso asiatico che - con
discrezione, in apparente cooperazione e di certo sotto
l'occhio attento dell'amministrazione Obama - stava
muovendo negli ultimi sei mesi i suoi investimenti in
valuta dagli asset denominati in dollari (il 50% del
debito esterno Usa e' in mano ai cinesi) questo sarebbe
un cambiamento strategico/finanziario notevole. "L'anno
scorso i cinesi stavano cercando ridurre la proprioa
esposizione sugli assets in dollari comprando bond in
euro, e la possibile recente mossa sarebbe un completo
ribaltamento di quella strategia", scrive il FT.
Un diplomatico di Pechino, secondo Bloomberg, ha messo
in evidenza che "le fluttuazioni dell'euro avranno un
impatto sulle decisioni della Cina, anche se questo e'
solo un elemento" in qualsiasi decisione che permettera'
alla moneta cinese di rivalutarsi. Bloomberg cita le
parole di He Yafei, uno dei viceministri degli esteri
della Cina. In ogni caso, che l'articolo di un
quotidiano inglese, non supportato per ora da conferme
ufficiali delle autorita' di Pechino o dal controbalore
di vendite effettive di eurobond sul mercato, sia stato
tra le cause del passaggio in rosso degli indici a Wall
Street nell'ultima fase della seduta di mercoledi',
diciamo che va notato molta attentamente, e noi di WSI
lo abbiamo fatto, senza forzare la mano ma riportando i
fatti, per i nostri numerosi lettori che gestisco
miliardi in euro e in dollari.
Ue: banche paghino fondi
antifallimento
mercoledì, 26 maggio 2010 - 21:52
(ANSA) - BRUXELLES, 26 MAG - Le banche dovranno pagare
per la costituzione di fondi anti-fallimento nazionali.
Lo chiede la Commissione Europea. In questo modo si
potra' evitare che in futuro, in caso di insolvenza,
siano i contribuenti a dover saldare il conto. 'I
prelievi a carico delle banche - si legge in una nota di
Bruxelles - potrebbero essere concepiti in modo da
incentivare comportamenti appropriati a mitigare il
rischio di insolvenza'.
Borse dell'America
Latina: San Paolo +1,2%, Città del Messico +2,3%
La maggior parte delle borse dell'America Latina ha
chiuso ieri in rialzo.
Il Bovespa a San Paolo ha guadagnato l'1,7% a 60.190,36
punti. La lista dei rialzi è stata guidata dal settore
delle telecomunicazioni. Vivo (BRVIVOACNOR1) ha
guadagnato il 7,6%. Telefónica (ES0178430E18) non
esclude un'offerta ostile per Portugal Telecom
(PTPTC0AM0009) se quest'ultima non dovesse cederle la
sua partecipazione nella joint venture brasiliana. TIM
Participacoes (BRTCSLACNPR7) ha guadagnato il 2,6%. J.P.
Morgan ha alzato il suo rating sul titolo dell'operatore
di telefonia mobile da "Neutral" ad "Overweight".
Cosan (BRCSANACNOR6) ha guadagnato il 6%. Il primo
produttore al mondo di zucchero ha aumentato i ricavi
nel suo quarto trimestre fiscale dell'87%.
Petroleo Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha chiuso in rialzo
dell'1,9%. Il prezzo del petrolio ha guadagnato ieri a
New York il 4%.
Vale (BRVALEACNPA3) ha perso l'1,5% nonostante l'aumento
dei prezzi dei metalli di base.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in rialzo del 2,3% a
31.328,49 punti. Gli ordini di beni durevoli e le
vendite di nuove case sono aumentate lo scorso mese
negli USA, il principale partner commerciale del
Messico, decisamente più di quanto atteso dagli
economisti. Tra i titoli principali dell'IPC América
Móvil (MXP001691213) ha guadagnato lo 0,9%, Cemex
(MXP225611567) il 4,9%, Grupo Mexico (MXP370841019) il
4,1% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010) il 4%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano l'IPSA
a Santiago del Cile ha guadagnato l'1,6%, il Colcap a
Bogotà il 2,4% e il General a Lima lo 0,6% L'IBVC a
Caracas e il Merval a Buenos Aires hanno perso
rispettivamente lo 0,3% e il 3%.
Redazione Borsainside 01:03
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WALL
STREET: futures intonati per un buon rialzo,
grazie alla tripla AAA
Pubblicato il 26 maggio
2010 | Ora 14:01 - WSI ______________________________________________
A un'ora e mezzo dall'avvio
delle contrattazioni i futures Usa viaggiano in
territorio positivo, (vedi quotazioni a fondo pagina),
il che lascia prevedere un avvio con il segno piu' per
la borsa americana.
Gli operatori sembrano inseguire dunque i rimbalzi in
atto nelle piazze del Vecchio Continente, all'indomani
di una seduta che a Wall Street e' stata di acquisti
concentrati sul finale della seduta e che hanno permesso
al Dow (arrivato a perdere oltre 250 punti e lasciandone
sul terreno alla fine solo 22) di riportarsi sopra la
soglia psicologica dei 10000 punti.
Effetto positivo dalla notitizia che l'agenzia di rating
Moody's ha confermato il rating di tripla A sul credit
rating di lungo termine degli Stati Uniti nonostante le
casse governative si siano indebolite per aver sostenuto
il sistema finanziario ed economico in generale.
Per quanto permangano gli ormai consueti timori sul
debito dell'Eurozona, i trader a Wall Street prenderanno
spunto dall'agenda macro per prender posizione. Alle
14:30 ora italiana e' atteso il dato di aprile sugli
ordini di beni durevoli, un'or e mezzo dopo sara' la
volta delle vendite di nuove case (sempre ad aprile).
Risultati, questi, che dovrebbero confermare la ripresa
in atto dell'economia aamericana. Alle 16:30 verranno
rese note le scorte settimanali di petrolio.
Di crescita ha reso conto anche l'Ocse nel suo rapporto
di primavera "Economic outlook". Pur alzando le stime
sulla crescita dell'economia globale - che per
quest'anno dovrebbe attestarsi al 4.75% -
l'organizzazione internazionale ha lanciato un
avvertimento sulla crisi del debito, in particolare
nell'Eurozona.
L'Ocse ha lanciato l'allarme anche sulla crescita
impetuosa nei paesi emergenti che potrebbe anch'essa
rappresentare un rischio per lo sbilanciamento globale.
In ogni caso i 30 paesi industrializzati membri dell'
Ocse, quest'anno, dovrebbero far registrare una crescita
del 2.70% e circa il 2.80% nel 2011, in miglioramento
rispetto al 2.50% stimato nel novembre scorso.
L'Organizzazione per la cooperazione economica e lo
sviluppo ha però aggiunto che gli squilibri mondiali,
tra le cause della crisi economica in atto, potrebbero
ripresentarsi ancora.
''La crescita e' in atto nell'area Ocse - si legge nel
rapporto dell'organizzazione con base a Parigi - con
differenti velocita' nelle diverse regioni del mondo e a
un ritmo maggiore rispetto a quanto previsto nel
precedente rapporto''. Ma ''i rischi per la ripresa
globale potrebbero essere piu' alti ora a causa della
velocita' e della magnitudine degli apporti di capitale
nei paesi emergenti e l'instabilita' dei mercati del
debito sovrani''.
Intanto da Tokyo il numero uno della Fed Ben Bernanke ha
difeso il ruolo delle banche centrali dall'ingerenza
della politica. Il governatore della Federal Reserve non
ha fornito spunti sull'andamento dell'economia globale o
sulle prossime mosse di politica monetaria. Ha pero'
ricordato che il primo obiettivo di una banca centrale
e' tenere sotto controllo l'inflazione. A questo
proposito ha definito rischioso cambiare il target al
2%.
Continua il viaggio del Tesoro Usa Timothy Geithner.
Arrivato in Europa ha invocato un "approcio globale
attentamente studiato" lasciando intendere di non aver
ben visto le mosse unilaterali della Germania.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con
consegna luglio segnano un +$2.04 attestandosi a quota
$70.79 al barile (+2.97%%). Sul valutario la moneta
unica si attesta a $1.2319 (-0.21%). L'oro ha segnato un
+$15.20 attestandosi a $1213.20. Quanto ai Treasury, il
rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.24% dal
3.17% di ieri.
Alle 14:00 (le 8:00 ora di New York) il contratto future
sull'indice S&P500 avanza di 9.10 punti (+0.85%) a quota
1082.10
Il contratto sull'indice Nasdaq 100 segna un rialzo di
15.25 punti (+0.84%) a quota 1830.75.
Il contratto sull'indice Dow Jones scambia in salita di
73 punti (+0.73%) a quota 10098.
WALL
STREET: la ripartenza L'economia americana va
Pubblicato il 26 maggio
2010 | Ora 15:00 - WSI ______________________________________________
Partenza positiva per Wall
Street, dove gli operatori tentano di costruire
posizioni continuando cosi' quanto osservato ieri sul
finale della seduta, quando gli indici hanno di fatto
recuperato gran parte delle flessioni della giornata. Il
rimblazo dai minimi di ieri (Dow Jones sotto quota 10000
e S&P 500 ai minimi dell'anno) ammonta a circa +3.5% con
la crescita degli indici in apertura oggi.
Dopo mezz'ora di contrattazione il Dow avanza dello
1.02% a 10146, il Nasdaq sale dell'1.78% a 2250 mentre
l'S&P 500 segna +1.30% a 1088.
A portare ottimismo ha contribuito il dato sugli ordini
di beni durevoli, ad aprile in rialzo del 2.9% (piu'
delle attese).
Effetto positivo, inoltre, lo ha avuto anche la
notitizia che l'agenzia di rating Moody's ha confermato
il rating di tripla A sul credit rating di lungo termine
degli Stati Uniti nonostante le casse governative si
siano indebolite per aver sostenuto il sistema
finanziario ed economico in generale.
Gli operatori sembrano inseguire dunque i rimbalzi in
atto nelle piazze del Vecchio Continente, all'indomani
di una seduta che a Wall Street e' stata di acquisti
concentrati sul finale della seduta e che hanno permesso
al Dow (arrivato a perdere oltre 250 punti e lasciandone
sul terreno alla fine solo 22) di riportarsi sopra la
soglia psicologica dei 10000 punti.
Per quanto permangano gli ormai consueti timori sul
debito dell'Eurozona, i trader a Wall Street inseguono
le buone notizie che dimostrano come l'economia Usa sia
in espansione. Dopo gli ordini di beni durevoli, alle
16:00 sara' la volta delle vendite di nuove case (sempre
ad aprile). Alle 16:30 verranno rese note le scorte
settimanali di petrolio.
Di crescita ha reso conto anche l'Ocse nel suo rapporto
di primavera "Economic outlook". Pur alzando le stime
sulla crescita dell'economia globale - che per
quest'anno dovrebbe attestarsi al 4.75% -
l'organizzazione internazionale ha lanciato un
avvertimento sulla crisi del debito, in particolare
nell'Eurozona.
L'Ocse ha lanciato l'allarme anche sulla crescita
impetuosa nei paesi emergenti che potrebbe anch'essa
rappresentare un rischio per lo sbilanciamento globale.
In ogni caso i 30 paesi industrializzati membri dell'
Ocse, quest'anno, dovrebbero far registrare una crescita
del 2.70% e circa il 2.80% nel 2011, in miglioramento
rispetto al 2.50% stimato nel novembre scorso.
L'Organizzazione per la cooperazione economica e lo
sviluppo ha però aggiunto che gli squilibri mondiali,
tra le cause della crisi economica in atto, potrebbero
ripresentarsi ancora.
''La crescita e' in atto nell'area Ocse - si legge nel
rapporto dell'organizzazione con base a Parigi - con
differenti velocita' nelle diverse regioni del mondo e a
un ritmo maggiore rispetto a quanto previsto nel
precedente rapporto''. Ma ''i rischi per la ripresa
globale potrebbero essere piu' alti ora a causa della
velocita' e della magnitudine degli apporti di capitale
nei paesi emergenti e l'instabilita' dei mercati del
debito sovrani''.
Intanto da Tokyo il numero uno della Fed Ben Bernanke ha
difeso il ruolo delle banche centrali dall'ingerenza
della politica. Il governatore della Federal Reserve non
ha fornito spunti sull'andamento dell'economia globale o
sulle prossime mosse di politica monetaria. Ha pero'
ricordato che il primo obiettivo di una banca centrale
e' tenere sotto controllo l'inflazione. A questo
proposito ha definito rischioso cambiare il target al
2%.
Continua il viaggio del Tesoro Usa Timothy Geithner.
Arrivato in Europa ha invocato un "approcio globale
attentamente studiato" lasciando intendere di non aver
ben visto le mosse unilaterali della Germania.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con
consegna luglio segnano un +$1.34 attestandosi a quota
$70.09 al barile (+1.95%). Sul valutario la moneta unica
si attesta a $1.2277 (-0.53%). L'oro ha segnato un
+$12.80 attestandosi a $1210.80. Quanto ai Treasury, il
rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.2090%
dal 3.17% di ieri.
WALL
STREET: dimentica l'Europa (ma soltanto per
qualche ora)
Pubblicato il 26 maggio
2010 | Ora 20:45 - WSI ______________________________________________
Wall Street prosegue sulla
via del rialzo all'insegna delle ricoperture. Ci si sta
allontanando pero' dai massimi di giornata toccati dopo
un'ora e mezzo di contrattazioni. Il mercato ha subito
un improvviso calo, dovuto a un'andata di sell, che ha
quasi azzerato gli indici nel giro di 4-5 minuti, dopo
che e' al New York Stock Exchange e' circolato un rumor
su un ulteriore downgrade del debito della Spagna alla
fine della giornata. Ma la voce si e' rivelata falsa e i
buy sono rifluiti in borsa. Cio' dimostra pero' quanto
sia volatile e prono alle brutte notizie un mercato
azionario nevoso come quello di questi giorni. A poco
piu' di un'ora dalla fine delle contrattazioni i 3
indici principali della Borsa Usa hanno limato quasi
completamente, di nuovo, tutti i guadagni.
I volumi sono la dimostrazione della buona impostazione
che sembra essere tornata sul mercato. Al Nyse gli
scambi sono superiori alla media giornaliera registrata
recentemente. I titoli in progresso sono 2657 contro i
308 in calo per un rapporto 8.6 a 1. Sono 22 i titoli
che hanno toccato i massimi di 52 settimane mentre 13
sono le azioni che sono scivolate sui minimi di quasi un
anno. Sul listino tecnologico Nasdaq il rapporto di
titoli in salita con quelli in discesa e' di 5.7 a 1.
Intanto trader e osservatori si domandano quanto questo
rinnovato trend rialzista possa durare. Secondo
Christian Blaabjerg, analista di Saxo Bank, le paure
sulla ripresa globale sono eccessive e una doppia
recessione e' da escludere. Al massimo, e soprattutto
per l'Europa, la crescita sara' piu' contenuta, perche'
frenata da "massimi problemi sul fronte del debito".
Tecnicamente sara' importante il superamento della media
mobile a 10 giorni dopo che quella a 200 giorni e' stata
appena superata. Finche' questo scenario non si
realizzera', la fase rimane ribassista.
Nel frattempo, la Sec ha unanimamente votato per la
proposta di regole che permettrebbero alla Consob
americana di ricevere con piu' tempestivita'
informazioni sugli scambi high-frequency in modo tale da
poter meglio controllare il mercato. La mossa e' volta a
rispondere al tonfo di 1000 punti (-9.2%) registrato dal
Dow Jones il 6 maggio, seduta che fini' con una
flessione di 348 punti.
A portare ottimismo hanno contribuito alcuni dati macro,
testimonianza che l'economia Usa e' sulla via della
ripresa. Prima il dato sugli ordini di beni durevoli, ad
aprile in rialzo del 2.9% (piu' delle attese). Poi
quello sulla vendita di nuove case: il mese scorso e'
stato boom grazie agli incentivi.
Effetto positivo, inoltre, lo ha avuto anche la
notitizia che l'agenzia di rating Moody's ha confermato
il rating di tripla A sul credit rating di lungo termine
degli Stati Uniti nonostante le casse governative si
siano indebolite per aver sostenuto il sistema
finanziario ed economico in generale.
Altro fattore incoraggiante e' arrivato dall'Ocse con il
suo rapporto di primavera "Economic outlook". Pur
alzando le stime sulla crescita dell'economia globale -
che per quest'anno dovrebbe attestarsi al 4.75% -
l'organizzazione internazionale ha pero' lanciato un
avvertimento sulla crisi del debito, in particolare
nell'Eurozona.
L'Ocse ha lanciato l'allarme anche sulla crescita
impetuosa nei paesi emergenti che potrebbe anch'essa
rappresentare un rischio per lo sbilanciamento globale.
In ogni caso i 30 paesi industrializzati membri dell'
Ocse, quest'anno, dovrebbero far registrare una crescita
del 2.70% e circa il 2.80% nel 2011, in miglioramento
rispetto al 2.50% stimato nel novembre scorso.
Intanto da Tokyo il numero uno della Fed Ben Bernanke ha
difeso il ruolo delle banche centrali dall'ingerenza
della politica. Il governatore della Federal Reserve non
ha fornito spunti sull'andamento dell'economia globale o
sulle prossime mosse di politica monetaria. Ha pero'
ricordato che il primo obiettivo di una banca centrale
e' tenere sotto controllo l'inflazione. A questo
proposito ha definito rischioso cambiare il target al
2%.
Continua il viaggio del Tesoro Usa Timothy Geithner.
Arrivato in Europa ha invocato un "approcio globale
attentamente studiato" lasciando intendere di non aver
ben visto le mosse unilaterali della Germania.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con
consegna luglio segnano un +$2 attestandosi a quota
$70.75 al barile (+2.91%). Sul valutario la moneta unica
si attesta a $1.2212 (-1.07%). L'oro ha segnato un
+$14.60 attestandosi a $1212.60. Quanto ai Treasury, il
rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.22% dal
3.17% di ieri.
WALL
STREET:
lezione di realismo, il rialzo si sgonfia. Dow Jones
verso minimi dell'anno sotto 10000
Pubblicato il 26 maggio
2010 | Ora 22:00 - WSI ______________________________________________
Wall Street ha chiuso in
rosso, dopo un sell-off improvviso nell'ultima ora, come
spesso succede di recente. Il Dow Jones Industrial
Average ha perso 69 punti, cioe' -0.7%, a 9974, per la
prima volta da febbraio sotto quota 10000. Il benchamrk
S&P 500 ha perso 6 punti, cioe' -0.6%, a 1068, e il
Nasdaq e' arretato di 15 punti, -0.7%, a 2196 (tra i
motivi del forte ribasso sul finale, leggere articolo di
WSI sui bond europei della Cina).
Gli indici Usa avevano lasciato capire ai piu'
sofisticati broker che sarebbe stato meglio non fidarsi
del rialzo in Europa e infatti dopo la chiusura delle
borse europee Dow Jones, S&P500 e Nasdaq si sono
allontanati dai massimi di giornata toccati dopo un'ora
e mezzo di contrattazioni.
Nel momento di massimo ottimismo il rialzo e' stato
+1.80% per il Nasdaq e + 1.30% per l'S&P500. L'alibi per
il rimbalzo l'aveva dato il mix di fattori positivi di
breve (per ingenui, o meglio per chi non ha capito che
il mercato e' assolutamente tecnico e non puo' essere
preso alla leggera perche' tutto e' cambiato): ordini di
beni durevoli negli Stati Uniti sopra le stime, conferma
del rating AAA sul debito Usa da parte di Moody's, boom
immobiliare nel mese di aprile (drogato dall'ultimo mese
di incentivi governativi per l'acquisto della prima
casa), buone previsioni Ocse sulla crescita economica
globale per il 2010. L'euro a 1.2273 in quel momento e
la crisi europea dei debiti sovrani dei paesi PIIGS
sembravano poter essere, per un po', fuori del focus. Ma
restavano chiaramente sottotraccia.
Il mercato e' stato colpito dal primo improvviso calo
(quasi una "prova" di quello "vero" sul finale di
seduta) con un'ondata anomala di sell che ha quasi
azzerato gli indici nel giro di 4-5 minuti dopo che al
New York Stock Exchange e' circolato un rumor su un
ulteriore downgrade del debito in Spagna. La voce si e'
rivelata non fondata e i buy sono rifluiti quasi subito
sulla borsa Usa. Cio' ha dato pero' la misura di quanto
volatile e prono alle brutte notizie sia il mercato
azionario americano in questi giorni. A poco piu' di
un'ora dalla fine delle contrattazioni, poi, i 3
principali indici Usa hanno limato quasi completamente,
di nuovo, i guadagni. E nell'ultima mezz'ora sono
passati decisamente in rosso, chiudendo malamente poco
sopra i minimi di giornata. Il che non prelude bene per
la seduta di giovedi.
A meta' giornata trader e stock strategist delle
maggiori banche di New York si domandavano quanto
l'apparente rinnovato trend rialzista della mattina,
alimentato dal miglioramento del sentiment sull'Europa,
potesse durare. Secondo Christian Blaabjerg per esempio,
analista di Saxo Bank, le paure sulla ripresa globale
sono comunque eccessive e una doppia recessione e' da
escludere. Al massimo, e soprattutto per l'Europa, la
crescita sara' piu' contenuta, perche' frenata da
"massimi problemi sul fronte del debito". Tecnicamente
sara' importante il superamento della media mobile a 10
giorni dopo che quella a 200 giorni e' stata appena
superata. Finche' questo scenario non si realizzera', la
fase rimane ribassista.
A portare ottimismo su Wall Street avevano contribuito
alcuni dati macro, testimonianza che l'economia Usa e'
sulla via della ripresa. Prima il dato sugli ordini di
beni durevoli, ad aprile in rialzo del 2.9% (piu' delle
attese). Poi quello sulla vendita di nuove case: il mese
scorso e' stato boom grazie agli incentivi.
Effetto positivo, inoltre, lo ha avuto anche la
notitizia che l'agenzia di rating Moody's ha confermato
il rating di tripla A sul credit rating di lungo termine
degli Stati Uniti nonostante le casse governative si
siano indebolite per aver sostenuto il sistema
finanziario ed economico in generale.
Per i tuoi investimenti, segui il feed in tempo reale di
Wall Street Italia INSIDER. Se non sei abbonato, fallo
subito: costa solo 0.86 euro al giorno, provalo ora!
Altro fattore incoraggiante e' arrivato dall'Ocse con il
suo rapporto di primavera "Economic outlook". Pur
alzando le stime sulla crescita dell'economia globale -
che per quest'anno dovrebbe attestarsi al 4.75% -
l'organizzazione internazionale ha pero' lanciato un
avvertimento sulla crisi del debito, in particolare
nell'Eurozona.
L'Ocse ha lanciato l'allarme anche sulla crescita
impetuosa nei paesi emergenti che potrebbe anch'essa
rappresentare un rischio per lo sbilanciamento globale.
In ogni caso i 30 paesi industrializzati membri dell'
Ocse, quest'anno, dovrebbero far registrare una crescita
del 2.70% e circa il 2.80% nel 2011, in miglioramento
rispetto al 2.50% stimato nel novembre scorso. Intanto
da Tokyo il numero uno della Fed Ben Bernanke ha difeso
il ruolo delle banche centrali dall'ingerenza della
politica. Il governatore della Federal Reserve non ha
fornito spunti sull'andamento dell'economia globale o
sulle prossime mosse di politica monetaria. Ha pero'
ricordato che il primo obiettivo di una banca centrale
e' tenere sotto controllo l'inflazione. A questo
proposito ha definito rischioso cambiare il target al
2%.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con
consegna luglio segnano un +$2 attestandosi a quota
$70.75 al barile (+2.91%). Sul valutario la moneta unica
si attesta a $1.2212 (-1.07%). L'oro ha segnato un
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