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Mercati: la trasparenza ha accelerato il calo

Merrin Lynch denunciata per conflitto d'interessi

Ratings: occhio a chi li emette e perchè

1° anno all'insegna dell'orso

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  Mercati: la trasparenza ha accelerato il calo

02 Marzo 2001   21:42   New York  (WSI)

La regola sulla trasparenza "Fair disclosure" imposta dall'organo di controllo di borsa Securities and Exchange Commission ha fatto si' che da ottobre le societa' iniziassero a distribuire le stesse informazioni agli investitori individuali e agli analisti.

Da allora, pero' un flusso di 'warning' sugli utili si e' abbattuto sul mercato - First Call/Thomson Financial ha rivelato che entro la fine di febbraio 551 societa' hanno dato indicazioni sul trimestre in corso, quasi 5 volte il volume dell'anno scorso e di queste 370 o oltre i 2/3 hanno previsto risultati negativi. Di solito solo il 56% delle previsioni e' negativo. Ora molti operatori si chiedono se, indirettamente, la regola FD abbia accelerato il crollo del mercato.

"Certamente il rallentamento economico e' la causa principale della situazione sui mercati azionari", ha commentato Tom Maguire, gestore di portafoglio del fondo Safeco Growth Opportunities. Il ruolo delle previsioni negative sugli utili aziendali, pero', non puo' essere ignorato.

Dopo gli annunci, infatti, molti titoli vengono penalizzati dagli investitori. Come nel caso di Nortel Networks (NT - Nyse) che, in seguito alle previsioni di perdita di 4 centesimi nel primo trimestre contro le aspettative precedenti di utili di 16 centesimi, ha perso oltre 1/3 del valore in un giorno.

La volatilita' non e' una creazione della regola sulla trasparenza e, secondo la SEC l'aumento nel volume delle previsioni sugli utili e' un'indicazione che il regolamento funziona.

"L'investitore e' pero' ora incerto su come deve reagire alle previsioni aziendali", ha commentato Joseph Kalinowski di First Call. "Non si sono mai visti cosi' tanti warning e cosi' presto".

Lo stratega prevede che le societa' continuino ad annunciare a investitori e analisti utili inferiori alle previsioni, e non solo per i primi trimestri, "ma probabilmente fino alla fine dell'anno".

Alcune societa', pero' - quali Gillette (YHOO) - hanno deciso di rispondere alla regola sulla trasparenza diminuendo l'ammontare delle informazioni, realizzando in parte i timori degli analisti all'introduzione della regulation FD.

Chi si opponeva ai nuovi regolamenti della SEC adduceva infatti che, nel timore di non divulgare correttamente le informazioni le societa' si sarebbero chiuse a riccio, lasciando nel buio gli analisti e creando quindi un maggiore effetto sorpresa all'annuncio effettivo dei risultati.

Una statistica di Bulldog Research ha pero' rivelato che il numero delle sorprese riguardanti gli utili non sta aumentando poiche' le previsioni aziendali aiutano gli analisti a rivedere le proprie aspettative sugli utili, aumentando cosi' la possibilita' della societa' di annunciare risultati in linea con gli analisti.

Gli analisti, pero', rimangono incerti soprattutto per quanto riguarda le societa' high-tech.

Il cosidetto coefficiente di variazione - che misura il grado secondo cui le previsioni degli analisti su una societa' divergono tra di loro - in passato era di solito piuttosto alto all'inizio di un trimestre - dando cosi' l'idea della confusione degli analisti - ma si riduceva durante il trrimestre stesso grazie alla guida della societa' analizzata.

Ora il coefficiente e' rimasto molto alto per il trimestre corrente, lasciando pensare, secondo First Call, che altre cattive notizie e previsioni sugli utili sono all'orizzonte.

02 Marzo 2001   21:42   New York  (WSI)

Fonte Wall Street Italia.com

 

+++  MERRILL LYNCH denunciata per conflitto d'interessi --- 3 Marzo 2001  16:26  NEW YORK  (WSI) --- MERRIL LYNCH denunciata per conflitto d'interessi  +++

 

   Merril lynch denunciata per conflitto di interessi

03 Marzo 2001     16:26     New York  (WSI)

 

Merrill Lynch & Co. e' stata denunciata da un investitore americano nell'ultimo di una seria infinita di casi in cui l'oggetto e' il conflitto d'interessi a Wall Street.

Secondo un investitore la piu' grande banca d'affari del mondo avrebbe mantenuto il rating 'buy' su una determinata azione, solo perche' aveva in corso un'operazione finanziaria sulla stessa societa' analizzata. Oltre alla Merrill Lynch e' stato denunciato anche l'analista della banca che si occupa del settore internet, il famoso Henry Blodget.

L'episodio non fa che aggiungere munizioni alle armi di chi, sul mercato finanziario, soprattutto tra gli investitori individuali, ritiene sia venuto il momento di parlare chiaro contro l'incompetenza e l'arroganza degli analisti finanziari.

Debasis Kanjilal, un pediatra di 46 anni, investitore individuale, ha presentato denuncia al New York Stock Exchange sostenendo che Blodget ha mantenuto il rating 'buy' su Infospace (INSP - Nasdaq), una societa' del settore internet, perche' sapeva che abbassando il rating avrebbe messo in forse un' acquisizione gia' programmata.

Merrill Lynch era stata assoldata da Go2Net, Inc. (GNET - Nasdaq), un'altra societa' del settore internet che Infospace ha rilevato il 27 luglio 2000 per $4 miliardi di dollari.

L'investitore sostiene che Blodget ha reiterato il rating 'buy' su Infospace l'11 luglio, per ''tener su'' le azioni prima dell'acquisizione.

Secondo la banca d'affari, Henry Blodget non fu messo a conoscenza della transazione fino a due giorni prima dell'annuncio ufficiale. ''Secondo noi questa denuncia e' totalmente senza fondamento'', ha commentato Jon Humphreys, portavoce di Merrill Lynch. ''Intendiamo difendere con vigore la nostra banca'', ha aggiunto.

Il denunciante tuttavia vuole anche vederci chiaro anche nei guadagni e nei compensi di Blodget, uno degli analisti-guru responsabili del boom del settore internet del 1999, che poi e' finito nello scoppio della bolla speculativa con il crash dell'anno scorso. L'obbiettivo dell'investitore e' verificare ''se esiste un conflitto finanziario nell'emanazione del rating buy''. Il giudice, o gli arbitri, dovranno quindi stabilire ''quanto'' Blodget sapeva, e ''quando'' lo ha saputo.

La furia degli investitori contro episodi come questo e analisti come Henry Blodget continua a montare. A Wall Street, infatti, non esistono rating ''sell'', i buy dell'anno scorso di sono trasformati tutti in downgrade tardivi - come si nota in questi giorni - solo dopo crolli dei titoli interessati che in certi casi hanno toccato il 70-80%.

Debasis Kanjilal ha chiesto a Merrill Lynch $800.000 in compensazione danni, e $10 milioni in danni punitivi.

Per la cronaca, il titolo Infospace (INSP - Nasdaq), e' sceso negli ultimi mesi da quota $60 circa ai $4 della chiusura di venerdi' scorso, mentre l'azione di Go2Net, Inc. (GNET - Nasdaq) e' passata da $48 ai $31 e 7/8 dell'ultima chiusura. 

03 Marzo 2001     16:26     New York  (WSI)

Fonte Wall Street Italia.com

 

  Ratings: occhio a chi li emette e perchè

05 Marzo 2001   16,00   Milano  (di Roberta Sorano)

 

Il caso di Merril Lynch, la più grande banca d’affari del mondo che è stata denunciata da un investitore per conflitto di interessi, non ha sorpreso operatori e analisti operanti in Italia interpellati da WallStreetItalia (Vedi Merril Lynch denunciata per conflitto di interessi). Gli operatori ammettono che si tratta di un terreno minato e quasi tutti chiedono l’anonimato: “è un fenomeno generalizzato”, dice a WallStreetItalia l’operatore di una Sim straniera operante in Italia.

L’operatore alza il velo su comportamenti che, dice, purtroppo non sono una novità. E del resto anche Consob, Commissione di controllo per le società e la borsa, sta modificando il regolamento riguardante banche d’affari, intermediari e Sim, perché, ammette, quello che c’era prima si è dimostrato facilmente aggirabile.

Spiega meglio l’operatore della Sim: prendiamo il caso di una banca che sa che da domani, come advisor di una società, entrerà come “restricted” nella “black-list”, nel senso che da quel momento avrà restrizioni tali da non poter emettere giudizi su quella società; niente gli impedisce però di emettere il giorno prima un giudizio “Buy”, cioè comprare”.

Quanto sta accadendo a Merril Lynch insomma, sembra essere l’esplosione di un fulmine sulla punta di un iceberg molto vasto, che al di sotto della superficie collega tutti i mercati. L’operatore della Sim straniera ammette anche che è difficile trovare raccomandazioni a vendere, cioè i “Sell”: “se si va a guardare, al massimo si trovano “Reduce” o “Underweight”; i “Sell” sono merce rara, per lo più è tutto un fiorire di “Hold”. E non è un caso”.

Perché è tanto difficile emettere un “Sell”? Perché, rispondono gli operatori, gli analisti non vogliono rovinare i loro rapporti con le società, e perché in alcuni casi si teme di essere tagliati fuori dalle successive operazioni con queste stesse società. Insomma, una sorta di ritorsione.

Spesso i ratings come "underperfomer" o "neutral" sono un messaggio in codice per dire: guardate, a noi questa società non piace ma non possiamo dirlo apertamente perché vogliamo essere i loro consulenti e advisors. Insomma, un messaggio in codice che gli investitori istituzionali capiscono ma i piccoli risparmiatori no.

Chi è immune da qualsiasi tipo di pressione, diretta o indiretta, sono le società di rating (“come Moody’s o Standard & Poor’s”) che analizzano soltanto le strutture societarie senza fare gli advisor, i credit watchers o gli analisti indipendenti che fanno solo analisi di bilancio (“in Italia, per esempio, è il caso di Actinvest”). O i numeri uno di specifici settori, che sono “talmente forti da potersi permettere di essere del tutto liberi”.

Il rischio di essere sottoposti a pressioni “è presente” - conferma l’operatore di una Sim milanese – in altre parole, è possibile che esista un conflitto di interessi, se il soggetto che porta in borsa una società e poi esprime un rating è lo stesso; ma non sempre c’è bisogno dei carabinieri, già sarebbe un passo avanti se si arrivasse a un’autoregolamentazione. Ma la strada mi sembra ancora lunga”.

Consob sta intervenendo con una modifica regolamentare e sta raccogliendo osservazioni da tutti gli interessati per varare “entro un mese”, dicono alla Commissione, un nuovo regolamento sul tema del conflitto di interessi e dei documenti di analisi sulle società da parte degli analisti finanziari. Al regolamento è abbinata anche una serie di raccomandazioni.

In generale, la direzione in cui si muove la Commissione di controllo è la modifica dell’articolo 69 del Regolamento varato il 14 maggio 1999 , che si limita alla definizione di alcune condizioni minime di correttezza, con riferimento in particolare “alla trasparenza sull'esistenza e sull'estensione, cioè il peso, di specifici interessi, e ai tempi di diffusione al pubblico degli studi prodotti inizialmente per i propri clienti o soci”.

Per esempio, spiegano in Consob, va segnalata la presenza di legami di controllo o di partecipazione rilevante, “uguale o superiore al 2%”, sia diretti sia indiretti; la partecipazione agli organi sociali; la prestazione di servizi di finanza aziendale (ad esempio consulenza, partecipazione a consorzi per il collocamento di titoli o per altre operazioni straordinarie, specialist, sponsor, ecc) alla data di diffusione dello studio e nei tre anni precedenti. O anche: l'esistenza di obblighi di diffusione dello studio derivanti da disposizioni contrattuali (ad esempio previsti dal ruolo di sponsor); l'emissione di strumenti finanziari collegati ai titoli dell'emittente; o l'esistenza di rapporti di credito con le società in questione. Consob raccomanda pure di indicare i nomi degli autori degli studi, insieme all'eventuale appartenenza ad associazioni di categoria.

Secondo il nuovo regolamento Consob in fase di preparazione, “gli emittenti di strumenti finanziari, gli intermediari autorizzati e i soggetti in rapporto di controllo con essi possono diffondere al pubblico studi o statistiche concernenti emittenti strumenti finanziari a condizione che questi: siano trasmessi a Consob entro il giorno in cui sono diffusi al pubblico; siano depositati, nello stesso termine, presso la società di gestione del mercato che li mette a disposizione del pubblico; riportino, con evidenza grafica, cioè con chiarezza, un'avvertenza nella quale sia indicato che chi li diffonde può avere un proprio specifico interesse riguardo agli emittenti, agli strumenti finanziari e alle operazioni oggetto di analisi, indicandone le ragioni”.

E’ un intervento tardivo, commenta l’analista di una Sim milanese, “diciamo che Consob sta cercando di tararsi alla luce dell’importanza sempre maggiore che vanno a rivestire i report; almeno però è un tentativo di rimediare”.

Un po’ più severa è Donatella Principe, analista di Banca Popolare di Vicenza, la quale giudica “strano che solo ora si stia cercando di mettere dei paletti; con questo regolamento comunque si fa un passo avanti e soprattutto si passa la palla agli investitori, che troppo spesso firmano ordini con leggerezza, senza leggere tutti i dati presenti nei prospetti informativi delle società".

Un esempio per tutti: "nel prospetto di Freedomland era scritto che la società avrebbe avuto un’ispezione da parte di Consob. In pochi l’hanno letto”.

Principe mette anche sull’avviso: “è vero che fino a poco tempo fa c’erano pochi “Sell” in giro, ora però si rischia l’eccesso opposto, con l’aggravante di studi che predicono il passato, come nel caso di Tiscali, downgradata da Lehman Brothers solo dopo la diffusione dei dati di bilancio”.

05 Marzo 2001   16,00   Milano  (di Roberta Sorano)

Fonte morningstar.it

 

  1° anno all'insegna dell'orso

    11 Marzo 2001   19:21   Rimini  (ITA)

                                             

Siamo a marzo, il mese delle trimestrali, lo scorso anno proprio nel mese di marzo cominciò a "scoppiare" il bubble market dell'hi tech, i motivi della sua esplosione sono noti a tutti; aziende che viaggiavano a multipli indicibili, utili che non rispecchiavano il P/E, e quindi "sboom".
Da li un susseguirsi di downgrade da parte degli stessi analisti, che poco tempo prima, rivedevano in alto i target price delle varie aziende.

Come tutti sappiamo i mercati finanziari e borsistici vivono sulla scia giornaliera di analisi, previsioni, aspettative e sempre meno in funzione dei valori reali dell'economia e ciò attraverso combinazioni apparentemente logiche e veritiere, ma che in realtà sono solo il risultato di coloro che tentano di manovrare i mercati.
E' nostro personale pensiero, che proprio ripartendo dalla divulgazione dei reports delle principali aziende americane si possa iniziare a delineare il vero scenario che ci accompagnerà per tutto il resto dell'anno in corso.
A noi pare, che si giochi una partita tra chi emette giudizi e chi invece fa impresa.
Che le prossime trimestrali vedranno utili in calo per quasi tutte le aziende hi tech e non, questo è sicuro, ma siamo curiosi di vedere, se le analisi di prezzo fatte dagli analisti, rispecchieranno le vere condizioni aziendali.
Protagonista di questa situazione è sempre la volatilità che continua a regnare sovrana sui mercati. Ed è proprio tale volatilità, che condizionando le scelte di consumatori, risparmiatori e investitori, determina sentiment e trend di questa profonda crisi borsistica.

A nostro parere si sta semplicemente replicando quanto accaduto ad inizio dell'anno scorso in senso opposto e cioè stanno venendo fuori quegli eccessi che, mentre prima hanno portato milioni di persone a pensare di essere ad un tratto diventati dei "guru" finanziari, in grado di trasformarsi nei Soru del nuovo millennio, le stesse persone oggi convivono con uno stadio grande sfiducia per l'investimento azionario.

L'unico fatto certo è che tutto quello che oggi succede sotto i nostri occhi è profondamente radicato nei cicli della storia ed anche se risulta poco comprensibile ed accettabile da coloro che attualmente vedono ridurre di giorno in giorno i loro capitali, basterebbe individuare le radici storiche degli avvenimenti attuali per riuscire a capire in maniera chiara il significato del presente per acquisire quella tranquillità e parsimonia che il panico di questi giorni sconosce.

                                              Studio C.F.A.