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INDICE ARTICOLI

 

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Borse e mercati

Nasdaq: in 3 anni bruciato oltre il 74%

Geo politica - USA/Iraq

Iraq, Bush fa capire che è questione di giorni

Borse e Mercati

Settimana in forte calo per le Borse americane

 Borse e Mercati - Sentiment e previsioni

Ma le Borse non hanno paura

 Borse e Mercati - Sentiment e previsioni

Mercati azionari: quando morirà l'orso ?

 

+++ DIECI GIORNI PER SADDAM DOLLARO SEMPRE DEBOLE GREGGIO VOLA  +++ WALL STREET IN FRENATA EURO A LIVELLI RECORD +++

  martedì  11  marzo 2003   giovedì  20  marzo 2003   sabato  22  marzo 2003  
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  Nasdaq: in 3 anni bruciato oltre il 74%

10 Marzo 2003   14:45   NEW YORK  (di Gianluca Guerrini)

10 marzo 2000 : euforia sui mercati americani. Il Nasdaq Composite fa registrare il nuovo massimo storico, chiudendo a 5.048,6 punti. Sara' la fine di un'ascesa memorabile per l’indice hi-tech, che in poco meno di un anno e mezzo (dall’ 8 ottobre 1998 ) aveva messo a segno una crescita del 255%.

Sono passati tre anni da quel giorno, e oggi ci troviamo, come e' noto, in una situazione del tutto diversa. In un triennio colmo di eventi macroeconomici e politici senza precedenti, il Nasdaq ha perso oltre il 74% del suo valore.

Ma come si sono mossi nello stesso periodo gli altri indici statunitensi? La tabella riporta le variazioni registrate da S&P 500, Nasdaq Composite, Dow Jones Industrial Average e Russell 2000 nella fase di boom ( 8 ottobre 1998 - 10 marzo 2000 ) e durante la recessione (dal 10 marzo 2002 ad oggi).

Dai massimi del 2000 ad avere la peggio e’ stato il Nasdaq 100. I 100 titoli tecnologici piu’ capitalizzati trattati sui listini americani sono stati i piu' volatili, con un calo del 78,5%.

Piu' stabile la old economy del Dow Jones, che pur riportando variazioni consistenti e’ stato l’indice che ha risentito di meno degli effetti della bolla hi-tech. 

 

 

Indici Var. 08/10/98 - 10/03/00  Var. 10/03/00 - 07/03/03 
     
Nasdaq100 +306,34% -78,5%  
Nasdaq Comp, +255,76% -74,16
Dow Jones +28,4% -20,05%  
S&P 500 +45,4% -40,6%
Russel 2000 +94,6% -41,35%
     

 

 10 Marzo 2003   14:45   NEW YORK  (di Gianluca Guerrini)

fonte Wall Street Italia.com

 

 

 

  sabato 15 marzo 2003   lunedì 17  marzo 2003  
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BUFFETT: ''L'AZIONARIO E' ANCORA POCO ATTRAENTE''

Warren Buffett continua a limitare gli investimenti sull’azionario.

“Siamo sempre piu’ fiduciosi sugli investimenti finora effettuati - si legge in una lettera del guru di Omaha agli azionisti di Berkshire Hathaway -. Molte delle societa' da noi scelte hanno registrato una crescita degli utili, mentre le valutazioni sono scese. Tuttavia al momento non abbiano intenzione di aumentare la nostra partecipazione in queste aziende: sebbene le prospettive siano buone, non riteniamo che i titoli siano sottovalutati.

"Cio’ vale anche per l’azionario in generale - continua Buffett -. Nonostante i prezzi siano scesi per tre anni di seguito, cosa che ha aumentato significativamente l’appeal dei titoli, solo poche aziende sono interessanti. Sfortunatamente, il malessere attuale potrebbe essere proporzionale agli eccessi della fine degli anni Novanta.

"L’attuale avversione all’azionario non e' innata. Le azioni ordinarie ci piacciono, ma solo se possiamo acquistarle a prezzi attraenti. In 50 dei miei 61 anni di investimenti, mi si sono presentate delle buone opportunita'. In futuro le occasioni non mancheranno".  

 

03/03/2003  18:30 New York (WSI)

 

 

 

 

  Iraq, Bush fa capire che è questione di giorni

07 Marzo 2003   02:35  NEW YORK  (WSI)

 

In una conferenza stampa trasmessa dalla Casa Bianca in diretta da tutte le reti Tv americane (la prima in oltre un anno), il presidente degli Stati Uniti George Bush ha affermato che nella questione irakena "la diplomazia e' agli sgoccioli", facendo capire che gli Stati Uniti "libereranno" l'Iraq con una guerra anche contro il volere e indipendentemente dai voti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.

Bush ha detto che e' sua responsabilita' costituzionale, in qualita' di "comandante in capo", di difendere la sicurezza degli Stati Uniti. E poiche' Saddam Hussein e' una minaccia, se il dittatore irakeno non "disarma completamente", come e' stato stabilito dalla risoluzione 1441 dell'Onu, l'America provvedera' da sola a disarmarlo.

Bush ha annunciato che nei prossimi giorni il Consiglio di Sicurezza verra' chiamato al voto sulla nuova risoluzione presentata da Stati Uniti, Gran Bretagna e Spagna. "L'Onu dovra' dimostrare di servire a qualcosa e di avere un significato", ha detto il presidente. "Comunque sia, a quel punto tutti dovranno scoprire le loro carte, ci sara' un voto, e allora vedremo le diverse posizioni su Saddam e sull'utilita' del Consiglio di Sicurezza dell'Onu".

Dalla conferenza stampa e' apparso chiaro che Bush ha gia' deciso, senza tentennamenti, che utilizzera' entro pochi giorni i 250.000 soldati Usa gia' ammassati in Medio Oriente e scatenera' la guerra per liberare l'Iraq, provocando un cambio di regime, che rovesci Saddam, anche senza il si' dell'Onu.

"Abbiamo un piano, so che saremo vincitori, cercheremo di minimizzare le perdite tra i civili, aiuteremo il popolo irakeno con un piano di invio di cibo, ma faremo quel che sentiamo nostro dovere fare", ha detto Bush. "Saddam Hussein e' un pericolo per noi americani, ed e' mio dovere proteggere gli Stati Uniti, l'ho giurato sulla Bibbia il giorno del mio insediamento".

La conferenza stampa e' stata "messa in scena" alla perfezione, in termini di domande da parte dei giornalisti e risposte preparate del presidente, date in modo che il messaggio fosse chiaro. Bush ha fatto capire, con parole non ambigue, di non tenere in nessun conto ne' le dissidenze degli alleati europei (Francia e Germania) o della Turchia, ne' il ruolo dell'Onu, ne' i milioni di cittadini che in tutto il mondo hanno protestato contro un conflitto.

"La guerra non mi piace, sara' l'ultima risorsa, spero che non ci sara' una guerra", ha affermato Bush. "Ma la diplomazia e' al suo stadio finale. E gli Stati Uniti non hanno bisogno dell'approvazione dell'Onu per agire". "Il costo del non agire, in questo mondo pericoloso seguito all'11 settembre, sarebbe molto piu' alto del costo di un'azione militare".

E' stata la miglior "performance" in assoluto di George Bush nelle vesti di Presidente. Il capo della Casa Bianca - contrariamente a quanto verificatosi in precedenti conferenze stampa in "prime time" - e' apparso lucido, concentrato, prudente, grave nel tono, nelle risposte, nell'enunciazione delle strategie. Bush era stato "allenato" da vari giorni di training con un barrage di domande potenziali dagli uomini dello staff della Casa Bianca.

Nei commenti a caldo gli osservatori politici Usa hanno espresso l'opinione che tutto cio' sia preludio di un'invasione americana dell'Iraq non in un arco di settimane, ma di giorni. Massimo 7-10 giorni.

  07 Marzo 2003   02:35  NEW YORK  (WSI)

 

 

 

  Settimana in forte calo per le Borse americane

07 Marzo 2003   22:00   New York  (di Amerco Pietropaolo)

 

Le tensioni internazionali, il riaccendersi del terrorismo e i dati macroeconomici deludenti sono i principali fattori che hanno cospirato contro i listini azionari. Lo scetticismo degli investitori si e’ riflesso nei bassi volumi di contrattazioni. Questa settimana al New York Stock Exchange in media si sono scambiate circa 1,24 miliardi di azioni, quasi il 5% in meno rispetto alla media giornaliera degli ultimi tre mesi.

A scuotere i mercati si sono combinati numerosi elementi. Sul versante geopolitico, il presidente George Bush ha definitivamente chiarito che e’ arrivato il tempo per decidere sulla questione irachena. Davanti a una platea di giornalisti, Bush ha affermato che gli Stati Uniti non hanno bisogno dell'appoggio delle Nazioni Unite per disarmare Saddam Hussein.

I dati sconfortanti sull’occupazione e sull’attivita’ manifatturiera hanno poi confermato il quadro grigio dell’economia Usa emerso dal Beige Book, la relazione bimestrale della Federal Reserve sulla congiuntura americana.

Nonostante il panorama generale sia poco incoraggiante, il global strategist di Morgan Stanley Barton Biggs e' ancora ottimista sulle prospettive dei mercati, una volta che le tensioni con l’Iraq saranno superate. "Gli indici azionari continuino a tenere", osserva Biggs. "Basteranno poche buone notizie per dar luogo ad un rally consistente”.

Di parere diverso e’ invece il finanziere George Soros. “La conclusione di una guerra avrebbe l’effetto di rialzare gli indici solo temporaneamente - commenta il guru -. Altri problemi, sia politici che economici, interverrebbero a deprimere i mercati”.

07 Marzo 2003   22:00   NEW YORK  (di Amerco Pietropaolo)

 

 

 

 

 

BUSH: ULTIMATUM DI 48 ORE A SADDAM HUSSEIN

Il presidente degli Stati Uniti George Bush ha fissato un ultimatum di 48 ore, imponendo che Saddam Hussein lasci l'Iraq, per evitare una guerra.

Riferendosi al dittatore irakeno, Bush ha detto: "E' un pericolo, e sara' rimosso. Il compito spetta a me, come comandante in capo".

"Il Consiglio di Sicurezza dell' Onu non e' stato all'altezza del suo compito - ha detto Bush - ma noi lo saremo".

Secondo la rete televisiva NBC, l'amministrazione americana ha alzato il livello di allarme anti-terrorismo, da "elevato" ad "alto" (arancione), proprio mentre andava in onda il discorso di Bush in televisione.

L'operazione di mobilitazione militare contro l'Iraq ha avuto il nome "Liberty Shield", o "Scudo della liberta'".

Tra le informazioni reperite a caldo sibito dopo l'appello televisivo alla nazione, fonti della Casa Bianca hanno fatto sapere che secondo la Cia, l'Fbi e altre agenzie dell'intelligence come la National Security Agency (Nsa) "c'e' in queste ore la quasi certezza di un attacco terroristico in grande scala, o sul suolo americano o all'estero".

18 Marzo 2003   2:10   New york  (WSI)

 

 

 

BUSH ORDINA L'ATTACCO E L'INVASIONE DELL'IRAQ

Il Presidente Usa George Bush in un discorso televisivo alla nazione ha annunciato che le forze della "coalizione" hanno cominciato a bombardare obiettivi irakeni a Baghdad, con lo specifico scopo di colpire Saddam Hussein.

Missili Cruise, circa quaranta, sono stati lanciati da navi americane che stazionano nelle acque del Golfo Persico, un'ora e mezzo dopo la scadenza dell'ultimatum fissato da Bush per le 2:00 ora italiana.

In un breve discorso dallo studio ovale della Casa Bianca il Presidente ha spiegato che si tratta della primissima fase di quella che potrebbe essere una lunga campagna militare, "molto piu' lunga di cio' che alcuni si aspettano", ha spiegato.

Si e' trattato quindi di un attacco molto limitato, certamente non indicativo della potenza di fuoco americana. Le truppe di terra Usa, non si sono mosse.

Bush ha detto che sono stati colpiti "targets di importanza militare allo scopo di minare la capacita' di Saddam Hussein di resistere alla guerra".

Un portavoce del Pentagono ha confermato che sono stati lanciati missili Cruise su target definiti "leadership", con l'obiettivo di "decapitare" Saddam prima dell'avvio pianificato della guerra vera e propria. 

"Non sara' una campagna militare dalle mezze misure - ha detto Bush in tono grave nel suo discorso Tv - e non ci sara' altro esito alla fine, che la nostra vittoria".

20 Marzo 2003  04:15  New York  (WSI)

 

 

 

 

 

  Ma le Borse non hanno paura

19 Marzo 2003   13:50   NEW YORK  (WSI)

 

Non è stata la prospettiva della guerra, ma il tormentone dell’incertezza, che ha depresso le Borse, gli indici della produzione industriale, gli investimenti e la spesa per il consumo di beni durevoli. Ed è stato lo stesso tormentone che ha fatto salire il prezzo del petrolio e delle materie prime con gravi danni per l’economia mondiale e, in particolare, per quella europea, colpita anche dal rialzo dell’euro sul dollaro, causa non secondaria di un ulteriore danno alle esportazioni.

Lunedì, quando si è avuto l’annuncio che la guerra stava per scattare, tutte le Borse del mondo occidentale sono salite, con una punta di 4,5 a Wall Street. Il dollaro ha recuperato sull’euro e lo yen, e il petrolio ha cominciato a scendere. La quotazione del greggio lunedì era di 34 dollari negli Usa che ancora risentono della domanda anomala del periodo di freddo eccezionale, ma a Londra era già ridimensionata a 29,84 dollari.

Ieri il barile è calato a 26,3. Sono scesi anche i prezzi del caffè, del cacao, dello zucchero, della soia, di cui s’era fatta incetta in precedenza. E dopo gli aumenti medi del 2,1 per cento del lunedì, a seguito dell’ultimatum di Bush, le Borse asiatiche hanno registrato martedì nuovi consistenti rialzi, con un balzo record del 4,3 per cento in Corea del Sud e Taiwan. In particolare, sul mercato di Taipei, crescono le quotazioni delle compagnie produttrici di microelettronica: segno che si prevede una ripresa dell’high-tech. Ieri in Europa le Borse hanno mostrato una relativa calma, comprensibile dopo il precedente rialzo. Parigi ha subìto un ribasso e si comprende il perché.

Nel complesso lo scenario che emerge da questi primi dati è quello di una guerra breve, cui corrisponderà un periodo economico positivo. E la valutazione positiva appare particolarmente accentuata in Asia, ove s’addensa la maggior parte della popolazione islamica: l’azione militare contro l’Iraq appare come un fattore stabilizzante, in relazione anche alla questione della Corea del Nord.

Niente a che vedere con gli scenari economici sconvolgenti col petrolio alle stelle, dipinti a iosa sino alla scorsa settimana, da antimamericani desiderosi di farsi male. 

Il Foglio

 

 

+++  I MERCATI SI INTERROGANO SULLA DURATA DELLA GUERRA --- 20 Marzo 2003  16:20  NEW YORK  (WSI) --- I MERCATI SI INTERROGANO SULLA DURATA DELLA GUERRA  +++
         
  lunedì  24  marzo 2003   martedì  25  marzo 2003  
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I MERCATI SI INTERROGANO SULLA DURATA DELLA GUERRA

Contrariamente a quanto avvenne durante la prima seduta dell’operazione Desert Storm, quando i mercati reagirono alle operazioni militari americani con il segno piu’, Wall Street rivela un andamento al ribasso nel giorno dell’attacco Usa all’Iraq.

Il Dow Jones arriva a cedere quasi 100 punti, mentre il Nasdaq si allontana dalla soglia psicologica dei 1.400 punti.

A trascinare al ribasso i mercati e’ lo scenario di maggior incertezza. Il primo tentativo di eliminare Saddam Hussein e' fallito e il Presidente Bush ha avvertito che la guerra potrebbe essere “molto piu’ lunga di cio’ che alcuni si aspettano”. Un conflitto che tra l’altro continua a non beneficiare dell’approvazione di molti stati. Lo stesso ispettore Onu Blix ha accusato l’America di essere andata in Guerra troppo presto. E Putin ha ribadito che l’attacco non e’ giustificato.

Gli investitori si concentrano piu’ sulle notizie provenienti dal fronte internazionale che su quelle relative allo scenario economico. Nessun effetto hanno infatti avuto sui mercati gli indicatori in linea con le stime relativi ai sussidi di disoccupazione e al Superindice . Da segnalare tuttavia che il Superindice ha registrato il primo calo dallo scorso settembre.

Sul fronte delle operazioni militari, e’ stata immediata la reazione dell’Iraq, che ha risposto prontamente al primo attacco Usa lanciando missili sul Kuwait . Esattamente sono stati lanciati cinque scud .

L’incognita che innervosisce gli investitori e’ la stessa che ha impedito ai mercati nei giorni scorsi di proseguire nel rally pre-guerra dei giorni scorsi. La guerra sara’ lampo oppure si trascinera’ nel tempo?

 

 

  giovedì  27  marzo 2003   venerdì  28  marzo 2003  
     
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   Mercati azionari: quando morirà l'orso ?

25 Marzo 2003 16:45 NEW YORK (di *Dieter Bohlens)

 

La fine dell’attuale fase di mercato orso dovrebbe avere come punto di partenza il calo dei livelli di volatilita’ dei corsi dei titoli. Questo perche' gli investitori istituzionali hanno costruito ingenti posizioni coperte sul fronte del comparto equity che non possono facilmente essere chiuse senza perdite considerevoli. Solo nel momento in cui il controllo del rischio comincera’ a calare gli istituzionali potranno incrementare la dimensione dei portafogli azionari.

Rally come quelli della scorsa settimana, seguiti da correzioni del calibro di quella di ieri, sono dettati principalmente dall’attivita’ degli hedge fund e non possono essere considerati in alcun modo il segnale della costruzione di un fondo e dell'inizio di un trend al rialzo.

Nella sola giornata di lunedi' 24, l’indice Wilshire 5000 ha perso una capitalizzazione di mercato pari a $339,5 miliardi. Il DAX tedesco ha sofferto la perdita piu’ consistente dal 14 settembre 2001 . Cio' indica che e’ ancora troppo presto per incrementare le posizioni sui portafogli azionari.

I mercati necessitano di una lunga fase laterale prima di poter imboccare la strada dei rialzi. La mancanza prolungata di guadagni in conto capitale dovrebbe avvantaggiare i titoli con un elevato dividendo. Al contrario, il comparto tecnologico potrebbe continuare a soffrire, deprimendo ulteriormente gli indici azionari internazionali.

Nel frattempo agli investitori non rimane altro che tentare operazioni di breve termine.

*Dieter Bohlens e' capo analista della trading room della sede centrale della Hamburgische Landesbank di Amburgo (Germania)

25 Marzo 2003 16:45 NEW YORK (di *Dieter Bohlens)