11 Marzo 2009 08:18
Truffa Wall Street, Madoff rischia l'ergastolo
NEW YORK (Reuters) - Bernard Madoff, accusato di una
truffa finanziaria da 50 miliardi di dollari "senza
precedenti", è stato incriminato con 11 capi d'accusa
che potrebbero farlo finire in carcere per il resto
della vita. Madoff, 70 anni, ex-presidente del Nasdaq e
manager finanziario accusato di aver truffato
investitori in tutto il mondo, dovrebbe dichiarasi
colpevole domani in aula, secondo quanto riferito dal
suo avvocato. I magistrati americani hanno fornito nuovi
dettagli della presunta frode nei documenti presentati
in tribunale, in cui si spiega che la condotta criminale
dura "almeno" dagli anni 80. "Le accuse riflettono una
straordinaria serie di crimini commessa da Bernard
Madoff per 20 anni", spiega il procuratore Usa Lev
Dassin a Manhattan. "Mentre i presenti crimini non sono
una novità, la dimensione e la portata della frode del
signor Madoff sono senza precedenti". Madoff è stato
accusato tra l'altro di frode, riciclaggio di denaro,
false dichiarazioni e spergiuro. Non è previsto il
patteggiamento per Madoff, che resta agli arresti
domiciliari. Il finanziere è tornato nel suo attico di
Manhattan dopo il suo arresto e un'udienza in cui i
magistrati hanno annunciato di aver allargato lo spettro
delle accuse contro di lui.
11 Marzo 2009 08:20
Borsa Tokyo chiude in rialzo del 4,6% su balzo banche
scia Citi
TOKYO (Reuters) - L'indice Nikkei della Borsa di Tokyo
ha chiuso la sessione odierna in rialzo del 4,55%, il
rialzo percentuale più elevato da sei settimane, sulla
scia degli acquisti sui finanziari dopo che l'AD di
Citigroup ha detto che la banca Usa sta realizzando
profitti. Toshiba Corp è balzato di oltre il 9% sulle
indiscrezioni di stampa secondo cui la società stima un
utile operativo di circa 100 miliardi di yen nel
prossimo anno fiscale, mentre altri titoli del settore
tecnologico sono saliti sulla scia dei forti guadagni
delle società comparabili Usa. Il Nikkei ha chiuso a
7.376,12 punti, il giorno precedente l'indice aveva
chiuso ai minimi da 26 anni. Il Topix sale del 2,7% a
722,28 punti. Sul sito www.reuters.it altre notizie
Reuters in italiano
11 Marzo 2009 09:14
Borse Asia-Pacifico: indici in rialzo su attese Citi,
giù Cina
MILANO (Reuters) - Borse asiatiche in salita quest'oggi
sulle attese che la banca Usa Citigroup possa chiudere
il primo trimestre dell'anno in utile. Queste speranze
hanno ridato la fiducia ai mercati, anche se i dati
sulle esportazioni cinesi, non positivi, hanno spinto
molti investitori verso il porto sicuro del dollaro.
Nonostante i tentativi di Pechino di dare un impulso
all'economia, le prospettive a medio termine sono a
rischio considerato che sia le esportazioni che le
importazioni sono scese per il quarto mese consecutivo.
Citi, il cui valore del titolo è sceso sotto il livello
di 1 dollaro per la prima volta la scorsa settimana, è
in utile nei primi due mesi dell'anno, ha ieri detto
l'AD dell'istituto. Wall Street è balzata di circa il
6%, mentre è stato più contenuto il rally delle borse
asiatiche perché resta tuttora incerta la natura di
questi profitti della banca. "Nonostante gli sforzi del
governo Usa nel trovare vie per stabilizzare il sistema
bancario, restiamo scettici sul rally che abbiamo visto
oggi sui mercati azionari", osserva un broker. Intorno
alle 8,25 l'indice regionale MSCI che esclude il
Giappone sale del 2,27%. Il Nikkei di Tokyo è salito del
4,6%, realizzando il maggiore rialzo in percentuale da
sei settimane. La più grande banca del Paese, Mitsubishi
UFJ Financial Group è salita del 5,8%. Forte anche Hong
Kong sulla scia degli acquisti su Hsbc. A Taiwan
l'indice tocca i massimi da due mesi in chiusura sul
rally dei finanziari. Forte anche il produttore di chip
Tmsc, salito di oltre il 3% dopo l'annuncio che la
società ha aumentato le prospettive per il primo
trimestre. Debole, invece, Shanghai (-0,9%), penalizzata
dai dati sulle esportazioni cinesi inferiori alle stime.
Mentre anche a Sydney, che ha guadagnato circa il 2%,
sono sempre le banche le protagoniste. Sul sito
www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano
11 Marzo 2009 09:57
PARIGI
Svizzera e Austria incluse in lista paradisi fiscali
PARIGI (Reuters) - Svizzera, Lussemburgo, Austria,
Singapore e Hong Kong verranno inclusi dall'Ocse nella
lista dei Paesi non cooperativi in materia di tasse,
secondo quanto scritto oggi dal quotidiano francese La
Tribune, che non ha fornito dettagli sulla fonte. Il
quotidiano ha spiegato che l'Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico aggiungerà alla
lista circa 30 paesi tra gli 84 presi in considerazione.
La Tribune ha spiegato inoltre che l'elenco potrà essere
rivisto nel periodo di qui al vertice del G20 del 2
aprile. "Sulla base delle nostre informazioni, l'Ocse ha
incluso la Svizzera, il Lussemburgo, l'Austria,
Singapore e Hong Kong all'elenco che comprende già
Andorra, Lichtenstein e Monaco", si legge sul giornale.
Un portavoce dell'Ocse ha però smentito l'esistenza di
un nuovo elenco di centri non cooperativi. "Ciò che ha
fatto l'Ocse è stato rispondere alle domande dei paesi
membri del G20 che chiedevano informazioni
sull'approccio di diversi paesi e territori alla
questione dello scambio di informazioni per ragioni
fiscali e spetterà ai Paesi del G20 come gruppo decidere
che fare con queste informazioni", ha precisato. Il
quotidiano ha scritto che il G20, che riunisce i paesi
industrializzati e le potenze economiche in via di
sviluppo, sta valutando se rendere nota la lista,
precisando che Francia e Germania sono a favore di
questa ipotesi. Parigi e Berlino la scorsa settimana
hanno proposto nuovi provvedimenti contro i centri che
non collaborano e hanno sollecitato una nuova serie di
parametri per redigere il nuovo elenco.
11 Marzo 2009 13:22
Cina, piani di rilancio in stile pechinese: io spendo,
tu paghi
Di Wei Gu HONG KONG (Reuters) - Pechino critica i
consumatori americani perché spendono i soldi che non
hanno, ma la verità è che i leader cinesi fanno lo
stesso, semmai hanno l'accortezza di non toccare i loro
bilanci. Nel piano di stimolo dell'economia da 585
miliardi di dollari, il governo centrale ha contribuito
per un quarto della somma stanziata, lasciando il resto
alle banche, ai governi locali e al settore privato. Il
Tesoro Usa, invece, dovrebbe finanziare al 100% il piano
di ripresa dell'economia da 787 miliardi di dollari,
aumentando il suo debito con l'emissione di nuovi titoli
di Stato. Il governo centrale cinese potrà anche
riuscire a trasferire il grosso del rischio e dei costi
di finanziamento a banche e governi locali, ma se si
accumula cattivo debito, questo si ritorcerà su Pechino.
Cina e Stati Uniti si finanziano in modi diversi.
L'America usa il credito del governo per raccogliere
denaro direttamente dal mercato. La Cina ricorre al
finanziamento semi-governativo, così che i costi reali
del piano siano impossibili da calcolare per gli
investitori, anche se in ultima analisi ricadono su
Pechino. Il governo cinese non avrà problemi a trovare
amministrazioni locali e banche pronte a finanziare il
piano di stimolo e questo per due ragioni: è nel loro
interesse ingraziarsi le autorità centrali e, grazie
all'abbondante liquidità, sono pronti a prestare denaro,
visto che i progetti del piano di stimolo hanno il
sostegno del governo. Le banche hanno già risposto
all'appello di Pechino, come dimostra il record di
prestiti in yuan a gennaio. Ma c'è una seria
controindicazione al modello cinese. LO STILE CINESE "Il
principale problema nel ricorrere alle banche, invece di
aumentare esplicitamente il deficit di bilancio è la
trasparenza", dice Tao Wang, capo delle ricerche
economiche sulla Cina di Ubs. "Affidarsi al
finanziamento delle banche contribuisce a rendere meno
trasparenti le scelte di spesa legate ai progetti di
stimolo". Si prevede che il deficit di bilancio cinese
aumenterà solo al 3% dallo 0,6% dello scorso anno. Il
deficit federale Usa, invece, esploderà dal 3,2% al
12,3%. Molti economisti non capiscono perché Pechino
voglia tenere la nuova spesa pubblica fuori dai suoi
libri contabili. Il bilancio dello stato è probabilmente
uno dei più solidi al mondo e i governanti non hanno
scrupoli ad usare il potere dello stato per incoraggiare
la crescita economica. Alcuni economisti cinesi pensano
che il governo cerchi di evitare l'esame del Congresso
nazionale del popolo (Npc), ma l'Npc ha funzionato
finora come una fotocopiatrice del governo e non ci sono
ragioni per pensare che sia pronto a cambiare adesso.
Hongbin Qu, capo economista all'HSBC, osserva che si
tratta semplicemente del modo cinese di fare le cose. E
cita la strada che Pechino ha scelto per far fronte ai
costi del terremoto nel Sichuan lo scorso anno: il
governo centrale ha affidato gli sforzi della
ricostruzione alle 21 province più ricche del paese,
ognuna delle quali doveva provvedere ad una contea
colpita dal sisma. "Il governo cinese è abituato a fare
la spesa e lasciare il conto da pagare a qualcun altro",
ha detto Qu. Pechino ha chiesto alle banche di emettere
prestiti a bassi tassi di interesse per oltre 10 anni
agli enti del governo incaricati dei progetti in
infrastrutture. Con un ritorno così basso le banche non
avranno risorse di scorta per affrontare potenziali
crisi. Se questo approccio sarà perseguito fino in
fondo, potrebbe mettere a rischio i conti delle banche,
la loro reputazione e la fiducia degli investitori. Ma,
ancora una volta, dato che i progetti sono sostenuti dal
governo centrale, le banche sono contente di prestare
denaro. Un'altra questione è l'indebitamento delle
amministrazioni locali, le quali contribuiranno per 4000
miliardi di yuan al pacchetto di stimolo e hanno
promesso 18.000 miliardi di yuan in sostegno al piano
nazionale. Ma i governi locali non hanno denaro e per
legge non possono fare deficit o prendere in prestito
denaro. Aggirano queste restrizioni creando società
veicolo che trasformano questo debito in privato,
riversandolo sul mercato entro la fine dell'anno. Molte
di queste società veicolo fanno poco utile operativo, ma
il debito riceve comunque una tripla A di rating perché
è implicitamente garantito dal governo. "In apparenza il
governo non ha molti debiti, ma in realtà sta solo
spostando il rischio da un'altra parte", ha detto
Vincent Chan, capo delle ricerca per la Cina di Credit
Suisse.
11 Marzo 2009 14:24 ROMA
Cina: crolla export, a febbraio -25,7% su anno
di ANSA
Netto peggioramento dopo il calo del 17% a gennaio
(ANSA)- ROMA, 11 MAR -Crollano le esportazioni cinesi:a
febbraio segnano un ribasso del 25,7%,pari
all'equivalente di 64,8 mld di dlr,rispetto allo stesso
mese 2008. Il dato evidenzia un netto peggioramento dopo
il calo del 17,5% di gennaio e si e' rivelato in
controtendenza rispetto della stima media degli
economisti che -in base al sondaggio Bloomberg - avevano
messo in conto una flessione di appena l'1%. Le
importazioni sono diminuite del 24,1% (a 60 miliardi di
dollari) dopo che a gennaio erano precipitate del 43%.
Il surplus commerciale della Cina ha cosi' subito una
drastica contrazione a 4,8 miliardi di dollari dai 39,11
miliardi di gennaio. Gli economisti si aspettavano un
calo a 28,3 miliardi di dollari. Per far fronte alla
caduta delle esportazioni, Pechino ha di fatto bloccato
l'apprezzamento dello yuan sul dollaro americano e ora
ha intenzione di azzerare le tasse sull'export, dopo
aver varato un pacchetto di stimolo da 4mila miliardi di
yuan per aiutare l'espansione dell'economia. (ANSA).
11 Marzo 2009 16:04
Asta Bot 3 e 12 mesi, rendimenti a nuovi minimi da
almeno 1980
MILANO (Reuters) - Nuovi minimi da almeno il 1980 per i
rendimenti dei Bot a 3 e a 12 mesi, secondo i risultati
diffusi da Bankitalia delle aste tenutesi sul Bot 15
giugno 2009 e su quello 15 marzo 2010. Nel caso del Bot
a 3 mesi il rendimento lordo è stato dell'1,079% mentre
nel caso di quello a 12 mesi è stato dell'1,315%.
11 Marzo 2009 16:25
G20, Obama: azione concertata su crescita, regolamenti
WASHINGTON (Reuters) - Il presidente Barack Obama ha
detto che il messaggio che gli Stati Uniti rivolgeranno
al vertice dei ministri delle Finanze dei G20 si
concentrerà su un appello a un'azione per stimolare la
crescita economica globale e modificare i regolamenti
finanziari. "Abbiamo due obiettivi nel G20", ha detto
Obama durante un incontro nell'Ufficio Ovale con il
segretario del Tesoro Timothy Geithner. "Il primo è
assicurare che ci sia un'azione concertata nel mondo per
far ripartire l'economia. Il secondo obiettivo e
assicurare che si facciano passi avanti verso un'agenda
di riforma dei regolamenti".
11 Marzo 2009 16:40 ROMA
Bankitalia: tasso d'insolvenza a massimi dal 1999
di ANSA
Escluso il picco toccato nel 2003 dopo crack Parmalat
(ANSA) - ROMA, 11 MAR - Secondo Bankitalia nell'ultima
parte del 2008 il tasso di insolvenza in Italia ha
raggiunto il valore piu' alto degli ultimi 10 anni. Se
si esclude il picco toccato nel 2003 dopo il fallimento
di Parmalat. 'Nel 4/o trimestre 2008 - dice il direttore
del servizio studi Gobbi - le nuove sofferenze hanno
raggiunto l'1,5% dei prestiti (nel 4/o trimestre 2003 si
era poco sotto il 2%). Dal 3/o trimestre 2008 il flusso
di nuove sofferenze e' in crescita, specie tra i
prestiti alle imprese'. Nello specifico, le nuove
sofferenze hanno superato di poco il 2% dei prestiti per
le imprese, mentre per le famiglie consumatrici si sono
fermate all'1%. 'Nei prossimi mesi l'evoluzione del
mercato del credito sara' condizionata dalla recessione
in atto', ha detto Gobbi, spiegando che 'il forte calo
dei livelli produttivi e le prospettive sempre piu'
incerte sul momento della ripresa riducono l'esigenza di
fondi per le imprese da destinare a finanziare gli
investimenti fissi, le scorte e il capitale circolante';
mentre 'la stasi del mercato immobiliare e la caduta dei
consumi di beni durevoli riducono la domanda di
finanziamenti da parte delle famiglie'.(ANSA).
11 Marzo 2009 17:16 ROMA
G20: Darling,in Ue serve mix regole
nazionali-sovranazionali
di ANSA
Barriere per proteggere proprie industrie allontanano
ripresa
(ANSA) - ROMA, 11 MAR - Secondo Alistair Darling
l'Europa necessita di un mix di regole nazionali e
sovranazionali per rimettere in sesto il sistema
finanziario. Il cancelliere dello scacchiere britannico
precisa che non tutti i problemi possono essere risolti
nell'ambito dei confini nazionali. Secondo quanto
riporta l'agenzia Bloomberg,in un briefing in vista del
G20,Darling ha inoltre suggerito che la lezione del 1930
dimostra che erigere barriere per proteggere le
industrie nazionali ''allontana la ripresa''. Secondo il
cancelliere dello Scacchiere, inoltre, con il mondo che
si trova di fronte alle condizioni economiche piu'
difficili da generazioni, la priorita' chiave e' quella
di aiutare i paesi maggiormente a rischio da choc
successivi alla crisi. L'incontro del G20 questo fine
settimana in Gran Bretagna, ha aggiunto, costituisce
''un passo sulla strada della ripresa globale''. E ha
proseguito sottolineando che i problemi delle banche
mondiali hanno bisogno di essere affrontati ''con molta
piu' urgenza'' e dicendosi convinto che il G20 che si
terra' questo fine settimana in Inghilterra fornira'
''una serie di opzioni'' per affrontare la crisi
piuttosto che rimedi nazionali. (ANSA).
11 Marzo 2009 17:15 DAR
ES SALAAM
Fmi, per Strauss-Kahn pulizia banche troppo lenta
DAR ES SALAAM (Reuters) - Le economie avanzate si stanno
muovendo troppo lentamente sul tema della pulizia dei
bilanci bancari, rischiando di mettere in pericolo la
ripresa economica attesa per il 2010. Lo ha detto in
un'intervista a Reuters il direttore generale del Fondo,
Dominique Strauss-Kahn, che ha lanciato ieri un monito
sulla possibilità che l'economia mondiale registri
addirittura una contrazione nel 2009. Oggi il numero uno
del Fondo spiega che la previsione è ancora quella di
una ripresa mondiale a partire da metà 2010, ma a
condizione che i governi siano rapidi nell'attuare
misure di stimolo e nello spingere le banche a liberarsi
dei titoli tossici. "Sul fronte della ristrutturazione
delle banche si sta procedendo veramente con ritardo"
dice Strauss-Kahn a Reuters in un'intervista dopo una
conferenza del Fondo sulle economie africane. "Se
continuerà così per altri due o tre mesi allora sarà
difficile avere una ripresa nel 2010". La nuova
amministrazione Usa ha delineato un piano per rimuovere
gli asset tossici dai bilanci bancari. "Gli Usa devono
dirci esattamente cosa intendono fare su questo fronte"
dice Strauss-Kahn, aggiugendo che porterà questo
messaggio all'incontro dei ministri finanziari del G20 a
Londra venerdì e sabato prossimi. Il segretario del
Tesoro Usa, Timothy Geithner, ha presentato il piano
sulle banche lo scorso 10 febbraio, ma ha fornito scarsi
dettagli sul funzionamento, deludendo i mercati. Da
allora, il Tesoro Usa ha deciso di salvare Citigroup
convertendo le preferred share in suo possesso in
capitale. ANCORA SPAZIO PER NUOVI PIANI DI STIMOLO
Parlando dei piani di sostegno all'economia varati dalle
diverse economie, Strauss-Kahn sottolinea che le azioni
sono ora maggiormente coordinate, ma ritiene che ci sia
"ancora spazio per ulteriori aiuti". Il Fondo ha
proposto che i governi con risorse disponibili si
uniscano per lanciare un piano di aiuti mondiale con
importo pari al 2% del Pil mondiale, intorno a 1.200
miliardi di dollari. Al momento la somma dei piani
fiscali si aggira attorno a 1,5% del Pil globale. Sul
fronte dei paesi emergenti, il numero uno del Fondo si
dice preoccupato dall'impatto della crisi sulle economie
emergenti. Stime preliminari della Banca mondiale
pubblicate questa settimana indicano che nel corso del
2009 scadranno bond corporate per circa 1.000 miliardi
di dollari nei paesi emergenti, a fronte di un debito
totale in pagamento in questi paesi per 2.000-3.000
miliardi. Gran parte di questo debito è in valuta estera
e, quindi, il rischio di cambio e quello di
rifinanziamento sono sopportati dai bilanci di banche,
società e famiglie che risiedono nei paesi emergenti.
11 Marzo 2009 18:55 ROMA
Crisi: la Banca d'Inghilterra compra titoli di Stato
di ANSA
Operazione da due miliardi di sterline
(ANSA) - ROMA, 11 MAR - La Banca d'Inghilterra ha
acquistato titoli di Stato per 1,99 miliardi di
sterline, a fronte di un'offerta superiore ai 10,5
miliardi. Lo scrive la Bloomberg. Si tratta del
cosidetto 'allentamento quantitativo', un approccio mai
utilizzato finora per combattere la crisi del credito e
il rischio di deflazione: oltre a tagliare i tassi,
ormai allo 0,5%, la Bank of England sta comprando i 'Gilt'
aumentando la sua offerta di moneta nel sistema.
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