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PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO - Venerdì 20 Marzo 2009

PARTE  2

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20 Marzo 2009 08:37
Borse Asia Pacifico contrastati su dubbi mossa Fed, dollaro
MILANO (Reuters) - Le borse asiatiche viaggiano contrastate, preparandosi a chiudere la seconda settimana consecutiva in rialzo e continuando a digerire la nuova manovra messa in campo dalla Federal Reserve. Certo qualche perplessità resta, non ultime la possibilità di un indebolimento del dollaro - che potrebbe perdere il suo stato di valuta per le riserve mondiali -, e di un'impennata dell'inflazione nel lungo termine. "Questo è un momento storico: stiamo assistendo all'inizio dello svilimento della valuta di riferimento per le riserve mondiali. In molti si sentono come se stessero testimoniando la caduta di Roma", commenta Alan Ruskin, strategist di Rbs. Per i paesi asiatici, fortemente dipendenti dalle esportazioni, la caduta del dollaro provocherebbe il rialzo delle valute locali, danneggiando ulteriormente il già compromesso commercio con l'estero. Alle 8,10 l'indice regionale MSCI - che esclude la borsa di Tokyo - cede oltre l'1%, mentre in Giappone la borsa è rimasta chiusa per le festività dell'equinozio di primavera. La peggiore di oggi è HONG KONG sulle prese di profitto che travolgono i bancari e sul forte rallentamento della crescita dei profitti trimestrali di China Mobile. Male anche TAIWAN dove si teme che i titoli finanziari possano essere colpiti dall'intenzione del governo di abbassare nettamente i tassi di interesse sulle carte di credito. "Alcune società finanziarie hanno già molti problemi, questo sarebbe un altro colpo", dice un analista. Non va meglio alla borsa INDIANA in cui le preoccupazioni sull'economia a livello internazionale si intersecano con l'avvicinarsi delle elezioni a aprile e maggio e con la debolezza dei mercati locali. Un po' di sollievo arriva soltanto dai minerari nella speranza di un aumento dei prezzi delle materie prime. Prese di profitto e rialzo dei minerari sono protagonisti anche a SYDNEY dove le banche stanno velocemente ritracciando i guadagni dei giorni scorsi. Sono deboli, ma positive SHANGHAI, SINGAPORE e SEUL. Sulla prima il calo dei finanziari è contrastato dai guadagni delle società energetiche, mentre sui listini coreani sono i costruttori di navi e i minerari a dare una spinta al rialzo.

 

 

20 Marzo 2009 09:06
Crisi, Ue sollecita in bozza per G20 raddoppio risorse FMI
BRUXELLES (Reuters) - I leader dell'Unione Europea hanno raggiunto un accordo per chiedere di raddoppiare le risorse destinate al Fondo Monetario Internazionale, secondo la bozza finale del documento che verrà presentato al summit del G20 di aprile. Nella bozza, ancora soggetta a cambiamenti dell'ultimo minuto, si dice che l'Ue proporrà "di raddoppiare le risorse del FMI così che il Fondo possa aiutare i suoi paesi membri in maniera rapida e flessibile se avranno problemi". Il documento non menziona le dimensioni del possibile contributo dell'Ue e chiama contestualmente anche per una riforma dei processi decisionali e delle strutture di leadership del Fondo. Secondo la bozza, i leader europei hanno inoltre concordato di tenere sotto osservazione l'attuale tetto di 25 miliardi di euro del fondo crisi del blocco destinato ai paesi europei in difficoltà.

 

 

20 Marzo 2009 11:20 BRUXELLES
Ue-16: crolla la produzione industriale
di ANSA
A gennaio -3,5%, calo del 17,3% su base annua
(ANSA) - BRUXELLES, 20 MAR - Crolla la produzione industriale, in gennaio, nei Paesi della zona dell'euro: il calo, rispetto al mese precedente, e' stato del 3,5%. Su base annua e' arrivato al 17,3%. Lo rende noto Eurostat, che per l'Unione europea indica una diminuzione del 2,9% rispetto a dicembre e del 16,3% in rapporto al gennaio 2008. La produzione dell'energia, in gennaio rispetto al mese precedente, e' diminuita rispettivamente dell'1,6% nella zona dell'euro e dello 0,4% nell'Ue-27. Per i beni di consumo non durevoli il calo e' stato dell'1,1% nella zona dell'euro e dello 0,3% nell'Unione. Diminuzione anche per i beni di consumo durevoli, calati del 2,6% nella zona dell'euro e dell'1,8% nell'Ue. I beni intermedi hanno visto anch'essi un calo rispettivamente del 3,6% e del 3,4% cosi' come i beni d'investimento, scesi del 6% nella zona dell'euro e del 5,7% nell'Ue. Tra gli Stati per i quali sono disponibili i dati, la diminuzione piu' forte in gennaio, rispetto a dicembre, e' stata registrata in Lettonia (-11,2%), Portogallo (-9,8%) e Germania (-7,5%). Una crescita e' stata osservata soltanto in Irlanda (+6,7%) e in Ungheria (+2,5%). Su base annua, gli Stati con un calo piu' consistente sono Estonia (-26,8%), Lettonia (-23,9%) e Svezia (-21,1%). In Italia la diminuzione e' stata del 16,7%, in Germania del 19,1%, in Spagna del 20,2% e in Francia del 14,6%.(ANSA).

 

 

20 Marzo 2009 11:42 PECHINO
Ocse: nel 2009 il Pil del mondo sara' negativo
di ANSA
Non basta andamento positivo di Cina e India
(ANSA) - PECHINO, 20 MAR - Il 2009 sara' un anno di crescita negativa mondiale anche secondo l'Ocse. Lo ha dichiarato il segretario generale Angel Gurria. Probabilmente il mondo andra' verso una crescita negativa 'perche' l'andamento positivo di India e Cina non potra' compensare quello negativo' dei Paesi piu' industrializzati. Il Pil cinese potrebbe aumentare tra il '6 e il 7%' quest'anno. Nei giorni scorsi gia' la Banca mondiale e il FMI avevano previsto un'economia mondiale in contrazione nel 2009.

 

 

20 Marzo 2009 12:04 ROMA 20 MAR
Crisi: Bce, niente fondo salvataggio paesi euro
di ANSA
Infondate le dichiarazioni di un parlamentare tedesco
(ANSA)-ROMA 20 MAR- Infondate le dichiarazioni secondo cui i ministri delle finanze Ue avrebbero istituito un fondo per il salvataggio di alcuni paesi di Eurolandia. Lo ha detto un portavoce della Banca centrale europea. L'Eurotower e' stata tirata in ballo, stamani, da un parlamentare tedesco secondo cui e' pronto un piano d'emergenza per aiutare , in particolare, Irlanda e Grecia in caso di difficolta' dovute ad un aggravarsi della crisi.

 

 

20 Marzo 2009 12:55 BRUXELLES 20 MAR
Auto: Commissione Ue, stupefatti da comportamento Francia
di ANSA
Verra' 'rilocalizzato' un prodotto fatto da Renault all'estero
(ANSA) - BRUXELLES 20 MAR - La Francia annuncia la 'rilocalizzazione' di un prodotto fatto da Renault all'estero, e la Commissione Ue si dice 'stupefatta'. 'Siamo stupefatti', ha detto il portavoce della commissaria Ue alla concorrenza Neelie Kroes, perche' quanto annunciato dal sottosegretario all'Industria Luc Chatel sarebbe 'in totale contraddizione' con le lettera inviata dallo stesso sottosegretario alla commissaria. 'Chiederemo informazioni alla Francia', ha aggiunto il portavoce.

 

 

20 Marzo 2009 14:05 BERLINO/BRUXELLES
Bozza piano salvataggio zona euro, Ue punta su Fmi
di John O'Donnell e Ingrid Melander BERLINO/BRUXELLES (Reuters) - Un importante parlamentare tedesco ha parlato oggi di un piano per il salvataggio di Paesi della zona euro, mentre, riuniti a Bruxelles per un summit, i leader europei hanno dato l'ok al raddoppio a 500 miliardi di dollari delle risorse dell'Fmi. La Grecia e l'Irlanda sarebbero i candidati primi per l'aiuto nella zona euro, ha detto Otto Bernhardt, parlamentare membro del Cdu, partito del Cancelliere Angela Merkel. "I ministri delle finanze si sono accordati sulle procedure. Il punto chiave è: 'non lasceremo che nessuno fallisca'" ha spiegato stamane a Reuters Bernhardt. Ministri ed esponenti europei hanno, però, gettato acqua sul fuoco e la Banca centrale europea ha smentito di aver costituito un fondo di emergenza da utilizzare in caso di crisi acuta di uno Stato della zona euro. La notizia di questo piano sembra aver colto di sorpresa anche Irlanda e Grecia. Il ministro degli Esteri irlandese Micheal Martin ha detto che i ministri delle Finanze europei non hanno discusso alcun piano di salvataggio e che l'Irlanda sta già adottando misure per affrontare un problema fiscale "molto serio". Il ministero delle finanze della Grecia ha detto che il suo paese non ha assolutamente bisogno del piano di salvataggio della zona euro per evitare la bancarotta. "Come abbiamo affermato ripetutamente, la Grecia non ha tali problemi (da dovere ricorrere agli aiuti europei)", ha detto un portavoce del ministero. Da Bruxelles il ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbrueck, ha detto che al momento nessun paese della zona euro affronta una crisi dei pagamenti, aggiugendo, però, che se questa ipotesi teorica diventasse realtà, la zona euro sarebbe pronta a fare la sua parte. LEADER UE PRONTI AD AUMENTARE RISORSE PER FMI I leader dell'Unione Europea hanno intanto raggiunto un accordo per chiedere di raddoppiare le risorse destinate al Fondo monetario internazionale, secondo la bozza finale del documento che verrà presentato al summit del G20 di aprile. Nella bozza, ancora soggetta a cambiamenti dell'ultimo minuto, si dice che l'Ue proporrà "di raddoppiare le risorse del FMI così che il Fondo possa aiutare i suoi paesi membri in maniera rapida e flessibile se avranno problemi". Il vertice dei G20 punta a produrre un piano che permetta di rilanciare l'economia mondiale. L'Fmi ha avvertito che l'economia mondiale potrebbe avere un rallentamento di addirittura l'1% quest'anno, segnando la sua prima contrazione dal secondo dopoguerra. Il Fondo dice che è necessaria una azione più incisiva per ripulire le banche dagli asset tossici per rendere possibile una graduale ripresa. FONDO PER EST EUROPA I leader dei 27 paesi europei hanno anche dato sostegno alla proposta di raddoppiare a 50 miliardi di euro il fondo anti crisi destinato ai paesi dell'Est Europa fuori della zona euro [nLK400300] Il premier svedese Fredrik Reinfeldt ha detto durante il summit di Bruxelles: "Non si può pensare di risolvere tutti i problemi con i soldi dei contribuenti. I pacchetti di stimolo sono già in attuazione, abbiamo già fatto molto". Le società continuano ad avere momenti difficili. Oggi il numero quattro al mondo nella produzione di telefoni, Sony Ericsson, ha detto di attendersi perdite pretasse di 340-390 milioni di euro nel primo trimestre, a causa della debole domanda. Il conglomerato tedesco ThyssenKrupp pensa di tagliare oltre 3.000 posti pari all'1,5% del totale dei suoi addetti, secondo il Financial Times. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano

 

 

20 Marzo 2009 14:07
Fiat, ipotesi Chrysler non comporta assunzione debito
MILANO (Reuters) - Fiat precisa che l'ipotesi di alleanza con Chrysler non comporta per il gruppo torinese assunzione di debito della società Usa. Il gruppo Fiat "intende chiarire definitivamente che l'accordo in discussione non contempla alcuna assunzione, da parte del gruppo, del debito attuale o futuro della società americana", dice la nota Fiat. Ieri Chrysler aveva detto che Fiat assumerà il 35% del debito che la casa automobilistica americana avrà nei confronti del governo di Washington. Dopo la nota Fiat il titolo, che stava cedendo il 4%, è risalita intorno a -2% e alle 12,05 vale 4,62 euro (2,01%). Chrysler ha spiegato ieri che "non un centesimo" dei contribuenti americani andrà a Fiat attraverso il piano di salvataggio del settore auto e ha anticipato che i veicoli prodotti in partnership con la casa di Torino saranno più efficienti dal punto di vista dei consumi energetici del 26% rispetto ai modelli che Chrysler metterà sul mercato nel 2010.

 

 

20 Marzo 2009 14:08 ROMA
Federal Reserve: debutta il piano 'Talf'
di ANSA
Richieste per 4,7 miliardi di dollari
(ANSA) - ROMA, 20 MAR - Al debutto del 'Talf', La Federal Reserve ha ricevuto richieste per 4,7 miliardi di dollari di finanziamenti. Il Talf mira a riavvirare il mercato del credito strutturato. Gli investitori hanno chiesto 1,9 miliardi di dollari in prestiti per acquistare titoli garantiti da prestiti per l'auto. I restanti 2,8 miliardi di dollari di finanziamenti erogati in base al 'Talf' serviranno ad acquistare titoli garantiti da finanziamenti erogati attraverso carte di credito. Nessuna domanda, invece, per acquistare titoli garantiti da prestiti agli studenti e alle piccole imprese. L'amministrazione Obama e la Fed contano sul 'Talf' (Term Asset-Backed Securities Loan Facility) per riavviare i mercati creditizi, passaggio indispensabile per rimettere in carreggiata il credito a famiglie e imprese e superare la recessione. Le autorita' statunitensi sperano su sottoscrizioni pari a 1.000 miliardi di dollari una volta che il programma sara' entrato a regime. (ANSA).

 

 

20 Marzo 2009 14:57 MILANO
Crisi/ Monti: Si rischia passare da deflazione a iperinflazione
di Apcom
Dopo ultimi interventi banche centrali
Milano, 20 mar. (Apcom) - L'economia rischia di passare in poco tempo dal rischio deflazione a quello di iperinflazione. Lo ha dichiarato Mario Monti, economista ed ex commissario europeo, durante il suo intervento alla presentazione di "Barilla center for food and nutrition". "Oggi preoccupa la deflazione - ha detto Monti - ma non escludo che, con i recenti interventi delle banche centrali, si possa arrivare fra un po' di tempo a una notevolissima impennata inflazionistica". Monti ha anche spiegato che oggi è la crisi economica "ad essere in cima alle agende economiche dei governi. Oggi il problema numero uno è quello di stabilire una nuova governance mondiale" per combattere la crisi, ma presto il problema principale diventerà quello di ridurre "la diseguaglianza, sia all'interno dei vari Paesi sia la diseguaglianza fra Paese e Paese".

 

 

20 Marzo 2009 17:40 NEW YORK
GM: Wagoner, collasso comporta reinventare societa'
di ANSA
'Dimostreremo che possiamo sopravvivere'
(ANSA) - NEW YORK, 20 MAR - Il collasso delle vendite e la crisi di settore comportano 'in sostanza il fatto di reinventare General Motors'. Lo afferma Rick Wagoner. L'a.d. di GM precisa che il suo primo obiettivo e' quello di dimostrare alla task force del presidente Obama che la casa automobilistica puo' sopravvivere. 'Le prospettive per la sopravvivenza dell'industria automobilistica sono migliorate ieri quando l'amministrazione Obama ha accordato alle societa' di componentistica un programma di aiuti da 5 mld dlr'.

 

 

20 Marzo 2009 17:54 NEW YORK
Fed/ Bernanke esorta autorita' a seguire da vicino pratiche bonus
di Apcom
Possono compromettere salute sistema finanziario.
New York, 20 mar. (Apcom) - Il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha lanciato un appello alle autorita' di controllo del settore bancario affinche' seguano "da vicino" le pratiche di compensazione mentre sono impegnate ad analizzare la solidita' degli istituti finanziari. Le autorita' di controllo hanno osservato che "le politiche di compensazione studiate male possono creare incentivi perversi, che possono finire per mettere a repentaglio la salute dell'organizzazione bancaria", ha riferito Bernanke durante l'intervento tenuto durante una convention di banchieri a Phoenix, in Arizona. I commenti del numero uno della Fed seguono giorni di polemiche sui bonus che hanno ricevuto i manager del colosso assicurativo American International Group, salvato dal governo con quattro distinti interventi. Le compensazioni hanno suscitato lo sdegno dell'opinione pubblica e messo in difficolta' il presidente Barack Obama, mentre Tesoro e Fed si sono attirati le critiche del Congresso per il modo in cui hanno gestito la vicenda. Bernanke, che la prossima settimana sara' impegnato in un intervento davanti al Congresso proprio in merito al caso AIG, non ha fatto i nomi delle societa' a cui si riferiva. "Le autorita' di controllo devono fare molta attenzione, seguendo da vicino le pratiche di compensazione che possono creare disparita' tra i ritorni e i rischi sostenuti dalle istituzioni o dai loro manager", ha dichiarato Bernanke. Bernanke said. "Le politiche di compensazione dei manager dovrebbero sia essere allineate con gli interessi a lungo termine, improntati alla prudenza, dell'istituto, sia essere vincolate ai rischi sostenuti dall'organizzazione, sia fornire gli incentivi appropriati per un comportamento integro e sicuro, sia evitare pagamenti a breve termine per operazioni che hanno invece un orizzonte a lungo termine", ha proseguito il presidente della Banca Centrale Usa.

 

 

20 Marzo 2009 18:28 ROMA
Usa/ Obama: piano stimoli economia, il più ampio nella storia
di Apcom
"Obbligo vigilare su ogni centesimo che spendiamo"
Roma, 20 mar. (Apcom) - "Questo è il piano (di ripresa dell'economia) più ampio della storia della nostra nazione, e con un piano di queste dimensioni è un obbligo vigilare su ogni centesimo che spendiamo", ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, rivolgendosi al National Conference of State Legislatures. Da segnalare che, con il piano di stimoli da 787 miliardi di dollari, gli stati americani riceveranno finanziamenti federali che potranno utilizzare per contribuire alla ripresa dell'economia, creando anche nuovi posti di lavoro. E' dunque necessario, ha aggiunto il presidente, che "noi tutti rispondiamo di più del nostro operato.

 

 

20 Marzo 2009 20:59 WASHINGTON
Usa/Piano budget Obama in difficoltà dopo stime Cbo deficit-punto
di Apcom
L'genzia prevede un deficit di 9.300 mld usd per prossimi 10anni
Washington, 20 mar. (Ap-Apcom) - La Casa Bianca ribadisce che Barack Obama continua a essere "fiducioso sulla capacità del governo di tagliare il deficit federale della metà entro la fine del suo termine", ma le stime che arrivano dal Cbo, l'agenzia di budget indipendente del Congresso degli Stati Uniti, fanno accapponare la pelle. Il Congressional Budget Office ha reso noto infatti di prevedere un deficit di 9.300 miliardi di dollari per i prossimi dieci anni, ovvero per il periodo compreso tra il 2010 e il 2019; la spaventosa cifra è superiore di 2.300 miliardi rispetto alle previsioni della Casa Bianca, e conferma quanto ritiene l'agenzia: ovvero che il budget che Obama ha proposto per l'anno fiscale 2010 per un valore di ben 3.600 miliardi di dollari genererà deficit federali che, nell'arco del prossimo decennio, saranno in media di quasi 1.000 miliardi di dollari l'anno. Immediata la reazione di esperti e membri del Congresso, che intravedono sempre più scogli da superare per l'agenda economica di Obama; e, in particolare, per la finanziaria proposta. Kent Conrad, presidente della commissione di Budget del Senato, non ha dubbi: le fosche previsioni del Cbo si tradurranno in "aggiustamenti" nella proposta di budget di Obama. Rimane invece ferma la posizione di Nancy Pelosi, presidente della Camera, che ribadisce: "Le nostre priorità rimangono le stesse", e che fa notare anche che una certa discrepanza tra le stime della Casa Bianca e quelle del Cbo sul deficit "non sono insolite". Inoltre, "questa finanziaria rappresenta i nostri valori e i nostri investimenti sull'istruzione e la sanità dell'America". Dunque, almeno Pelosi, non fa affatto un dietrofront. Detto questo, le stime arrivate dal Cbo, senza ombra di dubbio, preoccupano. L'agenzia prevede che il deficit dell'anno fiscale 2009, quello corrente che è iniziato lo scorso primo ottobre, supererà i 1.800 miliardi di dollari; la stima è superiore di 93 miliardi di dollari rispetto a quella resa nota dalla Casa Bianca. Per l'anno fiscale 2010 si prevede poi un deficit di quasi 1.400 miliardi di dollari, 200 miliardi di dollari in più rispetto a quanto previsto da Obama. Ci sarà poi una considerevole riduzione tra cinque anni, quando il deficit scenderà a 672 miliardi di dollari (Obama aveva parlato invece di un valore a 533 miliardi di dollari). Ma poi, entro la fine del decennio, il deficit tornerà a salire sui 1.200 miliardi di dollari. Quanto è peggio, è che l'agenzia ritiene anche che, con le politiche economiche del presidente Barack Obama, il deficit non riuscirà mai a scendere al di sotto della soglia del 4% del Pil; ancora, entro la fine del decennio, il deficit si attesterebbe oltre il 5% del prodotto interno lordo, un livello piuttosto pericoloso. Riguardo al livello del debito, le stime parlano poi di un valore dell'82% del Pil entro il 2019, contro la media del 40% precedente all'arrivo della recessione. Non si fa attendere così la reazione dei repubblicani. "Con il piano del presidente, il nostro debito balzerà a livelli scioccanti che sono semplicemente non sostenibili, e che devasteranno le opportunità economiche del futuro per i nostri figli e nipoti", ha tuonato Judd Gregg, il repubblicano numero uno della Commissione di Budget. A questo si aggiungono anche le previsioni del Cbo sul Pil e sul tasso di disoccupazione. Il Pil Usa, secondo il Cbo, scenderà infatti dell'1,5% nell'anno fiscale del 2009, per poi crescere del 4,1% negli anni fiscali 2010 e 2011. Il tasso di disoccupazione rimarrà invece al di sopra del 7% fino al 2011. Intanto Obama ha parlato anche oggi, e lo ha fatto affiancato dal suo vicepresidente Joe Biden, rivolgendo ai rappresentanti degli stati, in occasione della National Conference of State Legislature. Il presidente ha presentato in particolare alcune linee guida che permetteranno al popolo americano di essere a conoscenza del modo in cui i finanziamenti federali contemplati nel piano di stimoli fiscali da 787 miliardi di dollari saranno spesi dai singoli stati. E ha di nuovo ribadito la sua battaglia contro il mondo delle lobby, promettendo che farà "tutto il possibile" per prevenire che i fondi vengano utilizzati per sostenere progetti cari alla comunità delle lobby, ma allo stesso tempo, non meritevoli. "Fatemi essere chiaro: Non ho nulla contro i parchi per i cani - ha precisato - Ma sono contrario a costruirli con i soldi del Recovery Act", ovvero del piano di stimoli. In definitiva, nel piano ci "sono restrizioni senza precedenti che ci aiuteranno a essere sicuri che i lobbisti non si metteranno in mezzo nella strada per la ripresa dell'economia". Certo, la manovra imporrà scelte dure, ma allo stesso tempo, ha continuato Obama, "non taglieremo quegli investimenti che alimenteranno una crescita reale e la prosperità nel lungo periodo". Si tratta d'altronde del "piano (di ripresa dell'economia) più ampio della storia della nostra nazione". Un piano che ha avuto il plauso alla fine dal Congresso, e che è diventato infatti legge. Rimane oscuro invece il destino della proposta di budget del presidente, soprattutto dopo le stime del Cbo.

 

 

 

 

WALL STREET: IN ROSSO, MA LA SETTIMANA RESTA POSITIVA

20 Marzo 2009 21:10 NEW YORK - di WSI
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Pesano le prese di profitto nel comparto bancario. Schiacciate in fondo ai listini Amex e GE, colpite dai giudizi sconfortanti degli analisti. Era da maggio dello scorso anno che l'azionario non metteva a segno due settimane consecutive di rialzi.
L’azionario americano prende la strada dei ribassi nel pomeriggio, appesantita dal secondo giorno di cali dei finanziari, settore che veniva da un rally durato quasi due settimane. Il Nasdaq ha ceduto l'1.77% a 1457.27 punti, l’S&P 500 l'1.98% a quota 768.54. Il Dow Jones ha perso l'1.65% a 7273.38 punti, in una performance compromessa dale vendite generalizzate sul comparto bancario. Particolarmente deboli Bank of America (-10%) J.P. Morgan Chase (-7%) e American Express (-6%), mentre Fannie Mae e AIG scivolano di circa venti punti percentuali. L’indice del settore finanziario XLF cede il 5% circa.
Nonostante i cali odierni, i listini riescono a chiudere la settimana in rialzo per la seconda volta consecutiva, un evento che non succedeva da maggio 2008. Il DJIA chiude con una performance settimanale pari a +0.7%, l’S&P 500 sale dell’1,5%, il Nasdaq dell'1.8%. La settimana scorsa si era conclusa complessivamente con rialzi percentuali a due cifre.
I trader segnalano che i guadagni messi a segno dalle banche nelle ultime due settimane erano stati per lo piu’ guidati dagli investitori istituzionali come i fondi hedge. Tuttavia il graduale riassestamento del mercato ha spinto un numero sempre maggiore di piccoli investitori, che stanno lentamente riguadagnando l’appetito per il rischio, a tornare ad acquistare azioni. Molti pero' tendono a tenersi completamente alla larga dalle banche, compromettendo cosi’ l’andamento delle ultime due sedute, preferendo investire piu’ che altro su utility e altri settori tradizionalmente difensivi.
"Stiamo assistendo ad un netto cambiamento rispetto a dieci giorni fa. Sono passato da ricevere chiamate di persone che chiedevano di uscire del tutto dalla partita, a persone che ora vogliono rientrare, in particolare puntando sulle blue-chip", dice Thompson Phillips Jr., presidente di T.S. Phillips Investments.
Tra le rare note positive della giornata Citigroup, dopo che la travagliata banca ha annunciato che il direttore finanziario Gary Crittenden diventera’ presidente della divisione degli asset periferici. Prendera’ il suo posto Edward Kelly, al momento global banking chief dell’istituto.
Sugli indici si fa sentire il pesante calo di General Electric, che cede circa il 6%, dopo che gli analisti di Credit Suisse hanno tagliato le prospettive sugli utili per la conglomertata industriale. Su American Express si e’ abbattuta la scure di un broker, secondo cui la societa’ di carte di credito potrebbe riportare una perdita nei prossimi due anni e tagliare il dividendo.
In controtendenza invece i farmaceutici: Merck registra un progresso di due punti percentuali circa dopo che gli analisti di Cowen hanno rivisto al rialzo la loro opinione sui titoli, citando il miglioramento della gamma di prodotti della societa’ in seguito alla futura fusione con Schering-Plough. Denaro sul colosso di prodotti di largo consumo Johnson & Johnson (oltre +3%) grazie all’approvazione giunta dalla Food Drug Administration su un nuovo anti coagulante prodotto dall’azienda in collaborazione con Bayer.
Ericsson perde oltre il 10% in Borsa dopo che la venture nei telefoni cellulari con Sony ha annunciato che nell’ultimo trimestre potrebbe riportare una perdita fino a 360 milioni di euro, mentre il produttore americano di computer palmari, Palm, ha riportato una perdita trimestrale pari a $98 milioni. Il titolo pero' sale del 2%.
Cattive notizie giungono anche da Xerox, con la produttrice di stampanti e fotocopiatrici che ha tagliato le stime sugli utili del primo trimestre di circa l’80% a causa dei costi di ristrutturazione e del rallentamento delle spese nel settore tecnologico. Il titolo chiude in calo del 18.7%.
Sugli altri mercati, ritraccia il greggio dopo il balzo di ieri sui massimi di quattro mesi. I contratti con consegna aprile sono scesi di $0.55 a $51.06 dollari. Sul valutario, l'euro perde leggermente terreno nei confronti della controparte americana. Nel tardo pomeriggio di giovedi' il cambio tra le due valute e' di 1.3563. Rallenta il passo l’oro a quota $956.20 l’oncia (-$2.60). In calo i prezzi dei Titoli di Stato Usa: il rendimento sul benchmark decennale e' salito al 2.6250% dal 2.5970% della chiusura di giovedi'.

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 
 

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