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La Borsa di Tokyo sale ancora, Nikkei +0,8%
La Borsa di Tokyo ha chiuso anche oggi in rialzo. Il
Nikkei ha guadagnato lo 0,8% a 10.751,26 punti ed il
Topix lo 0,6% a 936,8 punti. Tra i bancari Mitsubishi
UFJ Financial (JP3902900004) ha chiuso in rialzo
dell'1,3%, Mizuho Financial Group (JP3885780001)
dell'1,1% e Sumitomo Mitsui Financial Group
(JP3890350006) dell'1,7%. Vikram Pandit, il numero uno
di Citigroup (US1729671016), ha espresso ieri ottimismo
sulle prospettive della grande banca statunitense.
Secondo Pandit Citigroup sarebbe sulla buona via per
tornare ad essere costantemente profittevole.
Tra gli esportatori Toyota (JP3633400001) ha guadagnato
lo 0,4%, Honda (JP3854600008) lo 0,9%, Fanuc
(JP3802400006) l'1%, Advantest (JP3122400009) lo 0,6% e
Canon (JP3242800005) lo 0,2%. Lo yen si è indebolito
anche oggi. Secondo quanto riportano diverse fonti la
Banca Centrale del Giappone starebbe studiando delle
misure per allentare ulteriormente la sua politica
monetaria.
Hitachi (JP3788600009) ha guadagnato l'1,9%. Il futuro
Presidente di Hitachi ha dichiarato di non aver
l'intenzione di effettuare un aggiuntivo aumento di
capitale e che il gruppo deve tornare il prossimo
esercizio ad ogni costo all'utile.
Redazione Borsainside 07:32
Summers, Usa vicini a creare occupazione
venerdì, 12 marzo 2010 09:27 NEW YORK
(ANSA) - NEW YORK, 12 MAR - Gli Usa sono molto vicini al
punto in cui inizieranno a creare posti di lavoro. Lo ha
detto l'advisor della Casa Bianca Lawrence Summers. In
febbraio l'economia americana ha perso 36.000 posti di
lavoro, con un tasso di disoccupazione al 9,7%.
Dall'inizio della recessione nel dicembre 2007 i posti
di lavoro persi sono stati 8,4 milioni. Secondo alcuni
analisti l'economia americana potrebbe tornare a creare
posti di lavoro gia' in marzo.
Eurozona: Schauble, Con Fme Prevedere Anche Espulsione
Paesi (Ft)
venerdì, 12 marzo 2010 09:28 BERLINO
(ASCA) - Roma, 12 mar - Il ministro delle Finanze
tedesco, Wolfgang Schauble apre all'idea della creazione
di un Fondo Monetario Europeo (Fme) ma non lesina i
paletti. Schauble interviene nel dibattito con un
articolo sul Financial Times, spiegando che il Fondo
dovra' intervenire solo ''sotto vincoli molto stretti e
solo nei casi che minaccino la stabilita'
dell'Eurozona''. Il via libera all'intervento a favore
di un paese membro dovrebbe essere presa dall'Eurogruppo
dei ministri delle finanze in accordo con la Banca
centrale europea, senza la partecipazione del paese
oggetto dell'eventuale intervento. Insomma l'Fme
dovrebbe agire come ''prestatore di ultima
istanza'',funzione preclusa alla Bce, ma anche imporre
sanzioni ai paesi che non rispettino la disciplina di
bilancio, fino ad arrivare alla ''sospensione'' ed
espulsione dall'euro.
Grecia: scioperi
continueranno
venerdì, 12 marzo 2010 - 9:29
(ANSA) - ATENE, 12 MAR - Le proteste contro il piano di
austerity varato da Atene 'continueranno', ha detto oggi
il leader sindacale Yanni Panagopoulos. Il leader del
grande sindacato greco del settore privato ha detto che
gli scioperi proseguiranno per ottenere dal governo la
revoca dei 'provvedimenti ingiusti, antisociali e
contrari allo sviluppo'. Ieri oltre 2 mln di persone
hanno incrociato le braccia durante lo sciopero
generale. Scontri anarchici-polizia sono avvenuti ai
margini delle manifestazioni.
Fed: stampa, Yellen sara'
vicepresidente
venerdì, 12 marzo 2010 - 9:29
(ANSA) - NEW YORK, 12 MAR - Barack Obama scegliera' una
donna per sostituire Donald Kohn alla vice presidenza
della Fed quando questo lascera' in giugno. Secondo
indiscrezioni riportate dalla Reuters, il presidente
nominera' Janet Yellen, presidente della Fed di San
Francisco, per la vice presidenza della banca centrale.
Yellen e' stata presidente del Consiglio degli advisor
economici della Casa Bianca sotto il presidente Clinton
fra il 1997 e il 1999. La nomina di Yellen dovra' essere
approvata dal Senato.
Premier Giappone,misure contro super yen
venerdì, 12 marzo 2010 09:48 TOKYO
(ANSA) - TOKYO, 12 MAR - Il premier nipponico Yukio
Hatoyama ha detto che il governo deve prendere misure
per 'raffreddare' il rafforzamento dello yen. A causa di
fattori esterni, 'siamo alle prese con uno yen forte che
difficilmente possiamo credere rifletta che l'economia e
industria giapponese non siano necessariamente solide',
ha detto il primo ministro nel corso di una sessione
parlamentare. 'Ritengo che si debbano adottare
provvedimenti capaci di risolvere la forza dello yen',
ha osservato ancora.
Giappone: Produzione Febbraio +2,7% Mese +18,5 Anno
venerdì, 12 marzo 2010 09:53 TOKYO
(AGI) - Tokyo, 12 mar. - La produzione industriale
giapponese ha registrato a febbraio un incremento del
2,7% mensile, molto oltre le attese del mercato, e del
18,5% su base annua. Lo ha reso noto il ministero
dell'Economia. Sono 11 mesi consecutivi che la
produzione cresce, il periodo piu' lungo dopo i 12 mesi
di rialzi registrati tra il 1996 e il 1997. I settori
trainanti sono stati trasporti e chimica.
12 Marzo 2010 10:04
PECHINO
USA-CINA: NUOVE TENSIONI SU YUAN E DIRITTI UMANI
di ANSA-AGI
Rispondendo a Barack Obama, che ieri ha chiesto un tasso
di cambio della moneta piu' orientato al mercato, il
vicegovernatore della Banca centrale cinese ha detto che
gli Stati Uniti stanno politicizzando la situazione. E
sul fronte...
Gli Usa non dovrebbero 'politicizzare' la situazione
dello yuan, dice il vicegovernatore della Banca centrale
cinese, Su Ning.
Risponde al presidente americano Barack Obama, che ieri
ha chiesto un tasso di cambio della moneta cinese piu'
orientato al mercato.
Parlando a margine della sessione annuale del parlamento
cinese, Su ha ribadito la convinzione di Pechino che un
tasso di cambio dello yuan piu' forte non aiuterebbe a
ridurre il surplus commerciale della Cina.
Intanto, le tensioni tra Stati Uniti e Cina si
riaccendono anche sul fronte della questione dei diritti
umani, dopo che il Dipartimento di Stato Usa ha
denunciato un "peggioramento" della situazione in Cina e
Iran.
Il governo cinese ha reagito accusando a sua volta gli
Stati Uniti di usare i diritti umani come "strumento
politico per interferire negli affari interni di altri
Paesi, diffamare le altre nazioni e perseguire i propri
interessi strategici".
Derivati:Eurozona Punta Dito Contro Cds, La Cima
Dell'Iceberg
venerdì, 12 marzo 2010 11:20 BRUXELLES
(ASCA) - Roma, 12 mar - Lettera congiunta di Angela
Merkel, cancelliere della Germania, Nicholas Sarkozy,
presidente della Francia, Jean-Claude Juncker,
presidente dell'Eurogruppo e Nicholas Papandreou,
premier greco, sul tema dei derivati non regolamentati (Over-the-counter).
Missiva indirizzata al presidente della Commissione Ue,
Jose' Manuel Barroso e al presidente di turno della Ue,
Jose' Luiz Zapatero, in cui si punta il fucile
soprattutto contro i Cds (Credit Default Swaps), cioe'
sui quei derivati utilizzati dagli investitori per
assicurarsi contro l'insolvenza degli emittenti di
obbligazionari. Strumenti che hanno messo in ginocchio
la Grecia provocando un deciso aumento dei rendimenti
dei titoli di stato di Atene e dunque del costo del
finanziamento del debito pubblico ellenico. Si chiede la
messa al bando dei Cds ''nudi'' (naked), cioe' quelli
che vengono utilizzati senza alcuna relazione con la
copertura del rischio di insolvenza. Ad esempio,
l'investitore compra il Cds sulla Grecia senza possedere
alcun titolo di stato di Atene, quindi la finalita'
dell'investimento non e' la copertura del rischio ma
solo la speculazione, una sorta di ''dress to kill'', un
vestito per uccidere. In realta', se i Cds fossero
standardizzati e dunque trattati in Borse regolamentate,
non si capisce la ragione di mettere al bando quelli
''nudi',cioe' quelli altamente speculativi. Nelle borse
merci di tutto il mondo si trattano ogni giorno derivati
(future), su mais, petrolio, rame, caffe, pancetta di
maiale, ma gli investitori non compreranno mai
effettivamente queste merci, si limitano a speculare sul
prezzo e, spesso, non conoscono nemmeno il colore della
pianta del caffe'. Una volta regolamentati attraverso la
''clearing house'' (stanza di compensazione), i Cds nudi
divengono liquidi e liquidabili per definizione, come i
future sulle commodity. Nell'attacco ai Cds si riscontra
forse una vena di ''populismo'', si tratta di trovare il
colpevole da offrire in pasto all'opinione pubblica?
Piu' che un pranzo, al massimo un ''petit dejeneur''.
Secondo i dati pubblicati dalla Banca dei regolamenti
internazionali, a giugno 2009 il valore del mercato dei
derivati Over-the-counter era pari a 605.000 miliardi di
dollari. I Cds valgono circa 60 mila miliardi di
dollari, una cifra pari all'intero Pil mondiale, ma
appena il 10% dell'intero mondo dei detrivati non
regolamentati. I 4 leader europei propongono allora di
concentrare gli scambi di tutti i derivati nelle Borse
con stanze di compensazione centralizzate, che annullino
il rischio di controparte. Una strada meno facile della
scorciatoia su soli Cds, basti pensare all'obbligo di
standardizzare i prodotti, ma decisamente piu'
ambiziosa. La regolamentazione globale su tutti derivati
dovra' pero' fare i conti non solo con la potente lobby
delle banche di investimento, ma soprattutto con Londra
e Washington che, proprio sulla deregulation, hanno
costruito la fortuna delle loro piazze finanziarie.
Grecia: Francia e
Germania Pronte a Salvataggio Da 30 Mld (Kurier)
venerdì, 12 marzo 2010 - 12:00
(ASCA) - Roma, 12 mar - Francia e Germania pronte al
salvataggio della Grecia con il consenso della Bce e
della Bundesbank. E 'quanto scrive il quotidiano
austriaco Kurier. Secondo il giornale, Berlino e Parigi
metterebbero sul piatto rispettivamente 20 e 10
miliardi, soldi che serviranno alla Grecia per
rifinanziare il proprio debito pubblico. Per il Kurier,
le necessita' finanziarie di Atene sono pari a 55
miliardi, ma una volta che i due paesi guida
dell'Eurozona si saranno impegnati per 30 miliardi, il
resto verra' da un mercato rassicurato proprio dall'intrevento
di Berlino e Parigi. L'esecutivo tedesco avrebbe
superato anche l'opposizione della Bundesbank, infatti
l'insolvenza della Grecia costerebbe alle banche
tedesche almeno 30 miliardi di euro.
Germania: Nel 2010 Oltre
3,5 Mln Di Disoccupati
venerdì, 12 marzo 2010 - 12:08
(ASCA) - Roma, 12 mar - Secondo l'agenzia del lavoro
tedesca, nel 2010 la Germania avra' 3.545.000 mila
disoccupati rispetto ai 3.423.000 del 2009. Una
previsione che contempla una crescita economica
piuttosto sostenuta con una variazione annuale del Pil
pari a +1,75%, il governo prevede il Pil a +1,4%. Nel
caso in cui le cose dovessero andare peggio delle
previsioni con un Pil a +1%, allora i disoccupati
raggiungerebbero quota 3.640.000. Al contrario con un
crescita superiore alla previsioni (Pil a +2,5%), i
disoccupati risulterebbero pari a 3.449.000.
Borse Asia-Pacifico:
Chiusura contrastata, male Shanghai
Le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno
chiuso anche oggi contrastate.
Lo Shanghai Composite ha perso l'1,2% a 3.013,41 punti.
Secondo delle voci che sono circolate oggi sul mercato
la Cina potrebbe aumentare durante il fine settimana di
nuovo il coefficiente delle riserve obbligatorie delle
banche. Tra i bancari Industrial and Commercial Bank
(CN000A0LB42) ha perso lo 0,8%, China Construction Bank
(CN000A0HF1W3) lo 0,9% e Shanghai Pudong Development
Bank (CN0009282731) l'1,2%. Nel settore immobiliare
China Vanke (CN0008879206) ha chiuso in calo dell'1,5%,
Poly Real Estate (CN000A0KE8T0) dell'1,6% e Gemdale
(CNE000001790) del 2,9%. Secondo lo "Shanghai Securities
News" il Governo cinese potrebbe prendere delle nuove
misure per frenare l'aumento dei prezzi dei terreni. Air
China (CNE1000001S0) ha perso il 4,1%. La linea area ha
annunciato di voler emettere nuovi titoli per circa $950
milioni.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso dello 0,1%
a 21.209,74 punti. HSBC (GB0005405286) ha perso lo 0,6%.
Goldman Sachs ha declassato il titolo del colosso
finanziario da "Buy" a "Neutral". Li & Fung
(BMG5485F1445) ha perso l'1,7%. La media mobile delle
ultime quattro settimane relativa alle nuove richieste
di sussidi alla disoccupazione è salita negli USA ai
suoi più alti livelli dallo scorso novembre. L'andamento
degli affari di Li & Fung è fortemente legato al consumo
negli USA. Li Fung è infatti, tra l'altro, un importante
fornitore di Wal-Mart (US9311421039). Sun Hung Kai
Properties (HK0016000132) ha guadagnato l'1,4%. La prima
impresa immobiliare di Hong Kong ha pubblicato dei dati
di bilancio migliori delle attese del mercato. Tra i
petroliferi PetroChina (CN0009365379) lo 0,5%, Sinopec
(CN0005789556) lo 0,5% e CNOOC (HK0883013259) lo 0,8%.
Il prezzo del petrolio si è mantenuto ieri a New York al
di sopra di quota $82.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha guadagnato lo 0,1%, il Kospi a Seul lo 0,2% e
lo Straits Times a Singapore lo 0,3%. Il Taiex a Taipei
ha chiuso invariato.
Redazione Borsainside 12:20
Usa: Vendite Al Dettaglio Febbraio +0,3%, Sopra Attese
venerdì, 12 marzo 2010 14:39 WASHINGTON
(ASCA-MarketNews) - Washington, 12 mar - Le vendite al
dettaglio negli Usa, a febbraio, hanno mostrato un
incremento superiore alle attese degli analisti. Secondo
quanto rende noto il dipartimento del Commercio Usa, le
vendite il mese scorso sono cresciute dello 0,3% su base
mensile. Escludendo i veicoli a motore, le venite
mostrano un incremento dello 0,8%. Gli analisti si
attendevano invece un ribasso dello 0,2%.
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Cina -
Edizione
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Giappone
- Edizione Tokyo |
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Grecia, Provopoulos:
recessione più lunga, ma tassi in discesa
reuters - venerdì, 12 marzo 2010 - 14:40
L'economia greca si contrarrà di un altro 2% quest'anno,
molto di più rispetto a quanto attualmente previsto dal
governo. Anche se il costo di rifinanziamento del debito
scenderà. Lo ha affermato il governatore della banca
centrale greca George Provopoulos, in un'interivsta a
Reuters.
"Tutti i piani radicali di austerità hanno all'inizio
qualche effetto depressivo. È una delle ragioni per cui
ci aspettiamo una contrazione dell'attività economica
dle 2% quest'anno" ha detto Provopoulos, che è anche
membro del direttivo Bce.
Alle prese con l'esplosione del deficit e una massa di
debito pubblico da 300 miliardi di euro, la Grecia ha
varato un piano di riduzione dei costi e aumento delle
imposte che dovrebbe tagliare di quattro punti il
disavanzo di bilancio nel 2010, all'8,7% del pil.
Il successo del piano, a detta degli economisti,
dipenderà dalla capacità di Atene di realizzarlo
fedelmente, salvaguardando allo stesso tempo la pace
sociale. Intanto gli impegni presi dal governo greco
sono riusciti ad allentare il nervososmo del mercato
riguardo la capacità del paese di sostenere il proprio
debito e, in parte, a ridurre l'impennata dei costi di
finanziamento che la Grecia ha subito.
"Ad ogni modo il piano di risanamento fiscale creerà
anche le condizioni per una crescita sostenibile nel
futuro, cosa altrimenti impossibile senza un credibile
programma di consolidamento".
Il pil greco si è ridotto del 2% nel 2009, facendo
segnare la prima recessione dal 1993. La previsione del
numero uno della banca centrale contrasta con quella del
governo che per ora stima una contrazione solo dello
0,3% quest'anno.
Sul problema dei rendimenti richiesti dal mercato sui
governativi greci, con lo spread sul Bund decennale
schizzato fino a 400 punti base in gennaio, Provopoulos
parla di "questione di tempo".
"È chiaro che siamo passati da un estremo all'altro,
visto che negli anni precedenti la crisi gli spread
greci erano irrealisticamente bassi" afferma il
governatore.
"È certo che prima o poi gli spread si muoveranno al
ribasso, ma non posso prevedere in che modo" ha
aggiunto.
Crisi: derivati,
Bruxelles al lavoro
venerdì, 12 marzo 2010 - 14:42
(ANSA) - BRUXELLES, 12 MAR - La Commissione Ue ha
accolto favorevolmente la lettera a firma
Sarkozy-Merkel-Juncker sui credit default swap. I tre
chiedono di indagare sul loro uso con l'obiettivo di un
giro di vite su tutti i prodotti finanziari derivati. La
maggiore attenzione e' rivolta ai 'Cds nudi' sui debiti
sovrani, quelli acquistati senza possedere il titolo
pubblico a cui si riferiscono, solo per fini
speculativi. Uno strumento Sarkozy, Merkel e Juncker
chiedono di mettere al bando.
12 Marzo 2010 15:02 NEW
YORK
BANCHE:
MINACCIA DI MOODY'S ALLA SPAGNA
di ANSA
L'agenzia lancia un serio avviso al sistema finanziario
spagnolo. Via al processo di ristrutturazione o taglio
dei rating di buona parte del settore bancario.
L'agenzia di rating Moody's ha lanciato un serio avviso
al sistema finanziario spagnolo.
Minaccia di abbassare i rating di buona parte del
settore bancario se non si mette in moto al piu' presto
un processo di ristrutturazione, riferisce oggi El Mundo.
Sotto la lente di Moody's ci sono soprattutto le mancate
fusioni di casse di risparmio, che l'agenzia attribuisce
'al ruolo che hanno giocato i poteri politici'.
12 Marzo 2010 16:18 NEW
YORK - di Vittorio Carlini - Sole 24 ore
I manager di Lehman hanno affondato Lehman
Un documento di centinaia di pagine, il primo, che mette
a nudo la storia del fallimento di Lehman Brothers. Un "paper"
della corte fallimentare che ha investigato sui come e
sui perché del crak finanziario che, nel week end del
13-14 settembre, ha fatto tremare l'intero sistema
planetario della finanza.
Centinaia di pagine da cui emerge, secondo quanto
riportato dal Wall Street Journal, uno spaccato della
banca poco edificante. Di quella istituzione il cui ceo
Richard Fuld si sentiva orgoglioso anche per la sua
abilità nella gestione del rischio. Le cose, però,
stavano un po' diversamente.
La manipolazione di bilancio
Nel report viene indicato che i top executive
dell'azienda hanno manipolato i bilanci, hanno nascosto
informazioni al consiglio d'amministrazione, e gonfiato
il valore degli asset tossici immobiliari. Lehman decise
di «non seguire corettamente il controllo del rischio in
maniera sistematica», anche quando il mercato del
credito e quello immobiliare davano segnali di
irregolarità.
I mancati controlli
Nel maggio 2008, un vicepresidente di Lehman allertò,
scrive sempre il Wall Street Journal, il management
delle potenziali irregolarità contabili; un allarme che,
secondo l'indagine condotta da Anton Valukas, fu
ignorato dal revisore di Lehman Ernst&Young.
Ma come riusciva la banca a far apparire i conti
migliori? Sempre secondo il report, bisogna focalizzarsi
sul cosiddetto "repo" market, con cui un'azienda vende
degli asset in cambio di cash per finanziare la sua
operatività a breve. Ebbene, Valukas sottolinea che
Lehman, nell'intento di mantenere un merito di credito
favorevole, ha gestito un'attività di contabilizzazione
interna, chiamata "Repo 50", per portare fuori bilancio
circa 50 miliardi di asset. Con questa mossa Lehman, ad
occhi esterni, appariva meno oberata di debito e con
libri contabili migliori. In una ordinaria transazione "repo",
Lehman avrebbe realizzato il cash con la vendita degli
asset, obbligandosi simultaneamente a riaquistarli in
pochi giorni. L'operazione avrebbe dovuto essere
contabilizzata come un finanziamento, e gli asset
avrebbero dovuto rimanere iscritti a bilancio. Ma
attraverso "repo 50" così non è stato.
E non è finita qui. Con il "repo 105 trensaction",
sempre secondo l'inchiesta, Leham raggiunse lo stesso
risultato, seppure attraverso una strada diversa. Solo
perché gli asset interessati alla transazione
rappresentavano il 105%, o anche di più, del cash
ricevuto le norme contabili gli permettevano di
trattarli come "vendite" e non come "finanziamento".
Risultato? Gli asset in questione sparivano dal bilancio
di Lehman, si riduceva l'ammontare del debito e gli
investitori plaudivano all'efficienza dell'istituto
finanziario.
La speculazione esterna
Ma non è solo l'attività interna. Ci sono stati anche,
secondo l'analisi presieduta da Valukas, interventi
esterni che hanno dato le "giuste" spinte alla banca per
cadere. Diverse investment banking, tra cui Jp Morgan,
hanno infatti richiesto garanzie e modificato gli
accordi con Lehman, tanto da ridurre la sua liquidità e
spingerla, così, verso la bancarotta. Insomma, se le
indicazioni in arrivo dall'America saranno confermate e
provate ancora una volta, a distanza di anni dal caso
Enron, potremo dire che...nulla è cambiato.
12 Marzo 2010 16:21 NEW
YORK
JP
MORGAN E CITI DIETRO AL COLLASSO LEHMAN
di WSI
L'accusa e' di quelle pesanti: chiedendo garanzie e
cambiando gli accordi in corso, i due istituti ridussero
la liquidita' della banca, contribuendo in maniera
decisiva alla piu' memorabile bancarotta della storia.
Le banche d'affari JP Morgan Chase e Citigroup hanno
contribuito in maniera decisiva al fallimento di Lehman
Brothers, il cui collasso due anni fa getto' nel panico
il mondo della finanza, e lo avrebbero fatto chiedendo
debito collaterale e modificando gli accordi in corso,
tanto da ridurre la liquidita' dell'istituto.
E' quanto emerge da uno studio di centinaia di pagine
del tribunale fallimentare che riporta il risultato
delle indagini sulla maggiore bancarotta della storia
della finanza e che fa tornare a Wall Street l'incubo
dello scandalo Enron.
"Le richieste di debito collaterale da parte dei
creditori di Lehman hanno avuto un impatto diretto sulla
liquidita' dello stesso istituto", afferma in un
documento consegnato ieri al tribunale federale di
Manhattan Anton Valukas, incaricato di occuparsi delle
indagini sulla bancarotta. "La liquidita' disponibile
della banca e' uno dei fattori fondamentali per capire i
motivi del fallimento di Lehman".
Stando sempre alle indagini, l'ex amministratore
delegato di Lehman, Richard Fuld, l'ex direttore
finanziario Erin Callan, l'ex vice presidente esecutivo
Ian Lowitt e l'ex managing director Christopher O’Meara
avrebbero affondato la banca, prendendo decisioni
dannose e facendo dichiarazioni incongruenti sulle
finanze dell'istituto. Fuld, 63 anni, e' stato "come
minimo negligente in modo grossolano", secondo Valukas.
La banca d'affari di New York, che secondo il rapporto
ha "ripetutamente ecceduto i limiti e i controlli
interni sui livelli di rischio", e' collassata nel
settembre del 2008 con $639 miliardi di asset.
Valukas, dello studio legale newyorkese Jenner & Block,
e' stato scelto a gennaio 2009 dal tribunale
fallimentare della circoscrizione meridionale di New
York per esaminare e trovare i motivi del collasso di
Lehman Brothers.
12 Marzo 2010 16:35 NEW
YORK - di Andrea Franceschi - Sole 24 ore
Il continuo incontro scontro tra politica e giustizia, a
New York
Scandali sessuali,
conflitti di interesse, inchieste giudiziarie, corto
circuiti politica-magistratura. Gli ingredienti sono
noti non solo in America. Siamo a New York dove, nei
prossimi mesi, si voterà per eleggere il governatore
dello stato. In questa corsa, le storie dei corridori si
intrecciano più volte e talvolta si ripetono.
Due anni fa l'ex procuratore distrettuale Elliot Spitzer
si dimette dalla carica di governatore dello stato di
New York, conquistata alla fine del 2006. Travolto da
un'inchiesta che lo vedeva coinvolto un giro di
prostituzione, Spitzer lascia, con il consueto corredo,
molto americano, di pubbliche scuse a famiglia ed
elettori. Lo rimpiazza il suo vice, David Patterson,
primo afro-americano alla guida dello stato di New York.
Ma, come accaduto per il suo predecessore, anche la
carriera di Patterson subisce un duro colpo a causa
delle inchieste giudiziarie su di lui e sul suo stretto
collaboratore David Johnson, accusato di violenze
domestiche dalla sua compagna. Lui si proclama innocente
e rifiuta di dimettersi. Ma la sua credibilità è ormai
duramente minata. Per i big del partito democratico è
incandidabile e così, il mese scorso, annuncia il suo
ritiro dalle primarie.
Senza questa marcia indietro, Patterson avrebbe dovuto
confrontarsi con Andrew Cuomo. Cioè il procuratore
distrettuale che indaga su di lui. Così come Elliot
Spitzer, predecessore di Patterson, anche Cuomo vuole
fare il salto dalla carriera: da magistrato a politico
ed è uno dei nomi di punta del Partito democratico. Ma
Cuomo, nella duplice veste di candidato e magistrato, si
trova anche in conflitto di interessi. Per questo Cuomo
ha deciso di affidare l'inchiesta all'ex giudice Judith
Kaye.
Londra perde trono, NY in
vetta finanza
venerdì, 12 marzo 2010 - 17:48
(ANSA)- NEW YORK, 12 mar -Londra perde il titolo
esclusivo di capitale mondiale della finanza e per la
prima volta e' costretta a condividere il trono con New
York.I timori di una stretta delle regole e le nuove
tasse penalizzano la capitale inglese che, nell'indice
dei centri finanziari globali stilato da Z/Yen per la
City of London Corporation, perde 14 punti e scende a
quota 775, a pari merito con la Grande mela, seconda nel
settembre 2009.Le citta' asiatiche riporta il Financial
Times continuano la loro corsa.
12 Marzo 2010 17:58
LONDRA - dal nostro corrispondente Leonardo Maisano -
Sole 24 ore
Brown difende la City ma con Sarkozy apre a un'intesa
sugli hedge fund
Londra – Una breve
chiacchierata con il presidente francese Nicolas Sarkozy
ha aiutato Gordon Brown a chiarirsi le idee. Ci
riferiamo alle nuove norme allo studio a Bruxelles che
dovranno regolare il mercato degli hedge fund di cui
Londra è capitale europea e in alcuni settori anche
mondiale. Il premier inglese è infatti "fiducioso" che
nel volgere di pochi giorni «si troverà una soluzione
soddisfacente per tutti». Fino ad ora Londra era stata
piuttosto pessimista e soprattutto piuttosto preoccupata
per restrizioni che rischiano di compromettere la
leadership britannica. Un punto che Sarkozy ha sollevato
ieri nella breve conferenza stampa seguita all'incontro
con Brown in Downing Street. «La soluzione dovrà tenere
conto delle esigenze di trasparenza, ma questo non dovrà
danneggiare la posizione della City londinese».
Circa l'80% dei manager di hedge fund che operano in
Europa sono nel miglio quadrato nonostante la recente
"fuga" verso la Svizzera dove la fiscalità è molto più
morbida di quella che Londra è stata costretta ad
adottare per far fronte al credit crunch.
L'industria degli hedge fund teme che il gran parlare
del debito greco e del ruolo che la specualzione avrebbe
avuto – ruolo pressocché inesistente secondo gli
operatori finanziari britannici del settore – possano
spingere Bruxelles a restare su posizioni di rigidità.
Il faccia a faccia Brown-Sarkozy non ha risolto tutti i
punti di dissidio – soprattutto quello relativo al
riconoscimento della licenza ad operare da parte delle
autorità finanziarie locali in Europa – ma pare aver
spianato la strada a un'intesa che i ministri finanziari
potrebbero ratificare la prossima settimana.
Borse europee: Chiusura
contrastata, bene i bancari, male i farmaceutici
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi
poco mossi. Il FTSE 100 a Londra ha guadagnato lo 0,2%,
il DAX a Francoforte lo 0,3% e il FTSE MIB a Milano lo
0,1%. Il CAC40 a Parigi ha perso meno dello 0,1%, lo SMI
a Zurigo lo 0,2%. L'indice Michigan relativo alla
fiducia dei consumatori statunitensi è calato a sorpresa
questo mese. La notizia ha pesato sulle borse del
Vecchio Continente nel tardo pomeriggio.
I bancari hanno beneficiato delle indicazioni arrivati
ieri da Citigroup (US1729671016). Barclays
(GB0031348658) ha guadagnato il 2,4%, Royal Bank of
Scotland (GB0006764012) il 5%, Commerzbank
(DE0008032004) il 2,9%, Crédit Agricole (FR0000045072)
lo 0,8%, Société Générale (FR0000130809) lo 0,6% e
Intesa Sanpaolo (IT0000072618) l'1,4%. Vikram Pandit, il
numero uno di Citigroup, ha espresso ieri ottimismo
sulle prospettive della grande banca statunitense.
Secondo Pandit Citigroup sarebbe sulla buona via per
tornare ad essere costantemente profittevole.
Roche (CH0012032048) ha perso il 3%. Gli studi
sull'efficacia del farmaco Avastin nel trattatamento del
cancro alla prostata non hanno raggiunto il loro
obiettivo primario. Sulla scia di Roche AstraZeneca
(GB0009895292) ha perso lo 0,4%, GlaxoSmithKline
(GB0009252882) lo 0,6%, Novartis (CH0012005267) lo 0,5%
e Sanofi-Aventis (FR0000120578) lo 0,5%.
Carrefour (FR0000120172) ha perso il 3%. Credit Suisse
ha tagliato il suo rating sul titolo del colosso della
distribuzione da "Neutral" a "Underperform".
Dopo il rally di ieri Volkswagen (DE0007664005) ha
guadagnato un ulteriore 1,9%. Nomura ha alzato oggi il
suo target price per le azioni privilegiate del colosso
dell'auto a €89.
Eni (IT0003132476) ha perso l'1,9%. Il gruppo
petrolifero italiano ha tagliato gli obiettivi di
crescita della sua produzione di idrocarburi.
BSkyB (GB0001411924) ha chiuso in rialzo del 5%. Secondo
delle voci che sono circolate oggi nelle sale trading a
Londra News Corp. (US65248E1047) potrebbe fare
un'offerta per il resto del capitale del principale
network commerciale britannico.
Yara (NO0010208051) ha guadagnato il 6,6%. Il primo
produttore al mondo di fertilizzanti ha annunciato che
non alzerà la sua offerta per la rivale statunitense
Terra Industries (US8809151033).
Redazione Borsainside 18:39
Borse dell'Europa
dell'Est: Chiusura positiva, Mosca +2%
Tutte le principali borse dell'Europa dell'Est hanno
chiuso oggi in rialzo.
L'indice RTS ha guadagnato a Mosca il 2% a 1.534,68
punti. I volumi di scambio sono scesi rispetto a ieri e
sono stati nella media. Il mercato azionario russo ha
beneficiato della positiva apertura di Wall Street e
della solidità del prezzo del petrolio. Le quotazioni
dell'oro nero sono salite nel pomeriggio a New York
temporaneamente al di sopra di quota $83. Tra i titoli
del listino russo Sberbank (RU0009029540) ha guadagnato
il 2,7%, Rosneft (RU000A0J2Q06) l'1,5%, Gazprom
(RU0007661625) l'1,5%, Norilsk Nickel (RU0007288411)
l'1,4% e RusHydro (RU000A0JPKH7) il 5,4%.
Il BUX a Budapest ha guadagnato l'1,5% a 23.210,19
punti. Tutte le blue chips ungheresi hanno chiuso in
rialzo. OTP Bank (HU0000061726) ha guadagnato il 2,4%,
MOL (HU0000068952) l'1,5%, Gedeon Richter (HU0000067624)
l'1% e Magyar Telekom (HU0000016522) l'1%.
Il PX a Praga ha guadagnato l'1% a 1.189,0 punti. Erste
Group Bank (AT0000652011) ha guadagnato il 3,4%. Royal
Bank of Scotland ha promosso oggi il titolo della banca
austriaca da "Hold" a "Buy". Tra gli altri titoli di
maggior peso del listino ceco Ceske Energeticke Zavody
(CZ0005112300) ha guadagnato lo 0,3% e Telefónica O2
C.R. (CZ0009093209) lo 0,7%. Komercni Banka
(CZ0008019106) ha perso lo 0,3%.
Il WIG a Varsavia ha guadagnato lo 0,6% a 41.253,60
punti. PKO Bank Polski (PLPKO0000016) ha chiuso in
rialzo dello 0,8%. Il CEO della prima banca polacca si
attende per il 2009 un utile netto di KPN 2,2 - 2,4
miliardi. Tra gli altri titoli bancari BRE Bank
(PLBRE0000012) ha guadagnato l'1,5% e BZW Bank
(PLBZ00000044) l'1,3%. Bank Pekao (PLPEKAO00016) ha
perso lo 0,1%. KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) ha
chiuso anche oggi in calo. Il titolo del primo
produttore europeo di rame ha perso lo 0,4%.
Redazione Borsainside 20:09
Le borse dell'America
Latina chiudono contrastate
Le borse dell'America Latina hanno chiuso ieri
contrastate.
Il Bovespa a San Paolo ha perso lo 0,8% a 69.341,38
punti. Gli investitori temono che la Banca Centrale del
Brasile alzerà la prossima settimana i suoi tassi
d'interesse. A pesare sul mercato azionario brasiliano è
stato inoltre oggi l'inatteso calo dell'indice Michigan
sulla fiducia dei consumatori statunitensi. Tra i
bancari Itau Unibanco (BRITAUACNPR3) ha chiuso in
ribasso dell'1,6%, Banco Bradesco (BRBBDCACNPR8) dell'1%
e Banco do Brasil (BRBBASACNOR3) dello 0,9%. JBS
(BRJBSSACNOR8) ha perso il 3,9%. Il primo produttore di
carne dell'America Latina ha annunciato un aumento di
capitale. Lojas Americanas (BRLAMEACNPR6) ha guadagnato
l'1,7%. La prima catena discount del Brasile ha
aumentato nel quarto trimestre il suo utile del 56%.
Vale (BRVALEACNPA3) ha perso lo 0,6%. Petroleo
Brasileiro (BRPETRACNPR6) ha guadagnato lo 0,1%.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in ribasso dello
0,1% a 32.578,05 punti. Tra le blue chips messicane
América Móvil (MXP001691213) ha perso lo 0,4% e Grupo
Mexico (MXP370841019) il 2,4%. Cemex (MXP225611567) ha
guadagnato lo 0,4% e Wal-Mart de Mexico (MXP810081010)
l'1,1%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il
Merval a Buenos Aires ha guadagnato l'1,2%, l'IGBC a
Bogotà lo 0,1%, l'IPSA a Santiago del Cile lo 0,2% e il
General a Lima lo 0,6%. L'IBVC a Caracas ha perso l'1%.
Redazione Borsainside 00:31
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WALL
STREET:
NERVOSA I CONSUMI NON CONVINCONO
12 Marzo 2010 22:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
Settimana interlocutoria
per i listini. Amex, Home Depot e Merck sui piani alti.
Pfizer, Travelers, AIG e Citi tra i peggiori. Si guarda
alla prossima riunione Fed: qualcosa potrebbe cambiare
nel comunicato. Commodity giu'. Dow +0.12%, Nasdaq
-0.03%.
I listini azionari cadono vittima di qualche presa di
profitto nell'ultima seduta di una settimana
interlocutoria, che ha visto comunque l'S&P 500 toccare
ieri i massimi di 17 mesi. Il Dow, che ha oscillato tra
il territorio negativo e positivo per tutta la giornata,
ha chiuso in progresso dello 0.12% a 10624.62. Il Nasdaq
e' arretrato di un marginale 0.03% a 2367.66 punti,
mentre l'indice allargato ha lasciato sul campo lo 0.02%
in area 1149.99.
Gli investitori hanno digerito una dose di dati macro
che hanno evidenziato una situazione incerta per quanto
riguarda l'andamento dei consumi contrastanti. Le
vendite al dettaglio sono inaspettatamente cresciute il
mese scorso, con gli americani che hanno sfidato la neve
per andare a fare shopping, ma la fiducia dei
consumatori, a sorpresa, e' diminuita.
Tra le blue chip si mettono in bella mostra American
Express (+1.6%), Home Depot (+1%) e Merck (+0.75%),
mentre Pfizer (-1.2%) e Travelers (-0.9%) figurano in
fondo al paniere del Dow. La lettera si e' abbattuta
anche su Disney e Boeing.
Pesa inoltre il ritracciamento dei finanziari che
venivano da dieci sedute positive consecutive:
penalizzate da qualche presa di beneficio dopo i forti
rialzi dei giorni scorsi, le azioni della banca
Citigroup e del gruppo assicurativo AIG chiudono in
ribasso del 5% e 2.9% rispettivamente.
Il governo ha reso noto in mattinata che le vendite al
dettaglio hanno registrato una variazione positiva dello
0.3% in febbraio, nonostante il calo dei ricavi
derivanti dal settore automobilistico e il maltempo che
si e' abbattuto sulla costa orientale degli Stati Uniti.
Esclusa la compente delle auto, le cifre hanno fatto un
balzo dello 0.8%.
Nel frattempo l'indice fornito da Reuters e dall'Universita'
del Michigan sulla fiducia dei consumatori e' calato a
quota 72.5 a meta' marzo dal 73.6 della fine di
febbraio. In questo caso gli economisti si aspettavano
in media un aumento in area 74.
Le scorte di magazzino sono rimaste invariate in gennaio
dopo aver subito un calo rivisto dello 0.3% in dicembre.
Le stime erano per un incremento dello 0.1% nel primo
mese dell'anno.
La prossima settimana a polarizzare l'attenzione degli
investitori sara' l'incontro della Fed, che dovrebbe
offrire qualche segnale sulle modalita' dell'exit
strategy e sui tempi e intensita' di una eventuale
stretta monetaria. Il mercato e' ansioso di sapere se
nel comunicato della Banca Centrale sara' ancora
presente la frase "per un periodo prolungato".
In ambito di conti fiscali, tra le catene di
abbigliamento, guadagna il 4.2% Aeropostale grazie a
conti e prospettive positive per il futuro. Le
indicazioni sul primo trimestre riviste al rialzo
spingono all'insu' anche il gruppo di fertilizzanti
Potash (+7.1%). Volano al +13.6% i titoli della societa'
petrolifera texana ATP Oil & Gas nel giorno della
trimestrale. La conglomerata industriale United
Technologies cede lo 0.7% dopo aver confermato l'outlook
sui profitti del 2010.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le
quotazioni del greggio, arrivate a toccare quota $83, si
sgonfiano nella seconda parte di seduta. I futures con
consegna aprile cedono 87 centesimi, pari al -1%,
attestandosi a quota $81.24 al barile. L'Agenzia
internazionale dell'energia ha migliorato le stime sulla
domanda. Sul valutario la moneta unica viaggia a quota
$1.3756 (+0.56%). L'oro perde i guadagni della mattinata
fermandosi in area $1101.70 l’oncia, perdendo $6.50
(-0.6%). In progresso i prezzi dei Titoli di Stato, con
il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al
3.71 (-10 punti base).
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Venerdì
12 Marzo 2010 |
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Venerdì
12 Marzo 2010 |
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- Edizione Berlino |
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PARTE CRONOLOGICA |
PARTE 2 |
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