NASDAQ -35% dal 9 Marzo; che fare ?
Fra
il 14 marzo e il 14 aprile abbiamo assistito a un crollo verticale delle
quotazioni di tutte le maggiori borse del pianeta a partire dall’indice Nasdaq
che, nel giro di un mese esatto, ha lasciato sul terreno ben 1725
punti ovvero circa il -35% dal massimo fatto segnare il 9 marzo sulla
cifra simpatica, come si dice tecnicamente per indicare le cifre tonde che
sovente inducono gli investitori a mutare eventuali posizioni, pari a 5046
ovvero la fatidica quota 5000.
Il grande dubbio che in questi ultimi tempi
"affligge" i risparmiatori è sicuramente quello di andare a definire
una giusta strategia di investimento, idonea quindi a cavalcare "le
onde" emotive che negli ultimi tempi si presentano sempre più frequenti.
Il fronte si divide tra chi pensa che sia maggiormente corretto
approcciare il mercato da cosiddetto cassettista, cioè colui che acquista dei
titoli ed ha una fascia temporale di investimento cosi lunga da non subire la
volatilità del breve periodo, e chi suggerisce di vivere il mercato in maniera
piuttosto aggressivo facendo del trading.
Noi non entriamo nella valutazione di tali teorie poiché siamo
convinti che il dubbio amletico degli investitori non dovrebbe essere questo ma
dovrebbe richiamarsi al nostro primo bollettino dove scrivevamo i motivi per cui
secondo noi era giunto il momento di uscire gradualmente dal mercato azionario
per riposizionarsi sull’ormai dimenticato mercato obbligazionario a costo di
privarsi di interessanti ulteriori margini di guadagno.
A
3 mesi di distanza dal nostro primo bollettino siamo tutt’ora convinti
della giustezza del nostro warning avendo peraltro avuto una conferma empirica
cioè il su menzionato -35% fatto registrare dal Nasdaq nell’ultimo mese. Un
occhio disincantato guardando il grafico del Nasdaq noterà immediatamente che una correzione come questa ha lasciato un
segno indelebile sull’indice e come minimo verrà da chiedersi perché è
successo. I motivi a nostro avviso sono già stati esposti a chiare lettere nel
bollettino precedente, forse, rileggerlo, potrebbe indurre a una riflessione più
approfondita sull’attuale situazione dei mercati finanziari e di conseguenza
influenzare importanti decisioni operative.
Studio C.F.A.