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Situazione e Previsioni - Indice NASDAQ Composite - 14 Febbraio 2006:

Il forte impulso rialzista dei primi giorni dell'anno che aveva consentito il marginale sfondamento dei massimi relativi, si è per il momento dimostrato un falso segnale e il primo indice tecnologico USA ha cominciato a ritracciare andando a colmare il primo dei gap da noi segnalato a quota 2.277.

L'attuale situazione tecnica del Nasdaq Composite (e analogamente quella del Nasdaq 100), non è delle migliori anche se non possiamo escludere un'ulteriore sorprendente rafforzamento da qui alla prima quindicina di Marzo.

 

U.S.A. - NASDAQ COMPOSITE Index

         
Grafico lineare - STORICO
.
Grafico lineare - DETTAGLIO
 
 
Impostazione - GIORNALIERO
.
Impostazione - SETTIMANALE
 
 
Comparazione - MEDIE STORICHE di LUNGO TERMINE
 
 

 

Sotto il profilo TECNICO diverse sono le considerazioni da fare:

  • L'attuale fase correttiva non è stata assolutamente accentuata e proprio perchè non sono state intaccate soglie nevralgiche di breve termine, non possiamo escludere un'eventuale rafforzamento.

  • Il nostro sistema neurale continua a essere difficilmente interpretabile anche a causa del movimento sostanzialmente laterale dell'indice.

  • L'impostazione giornaliera e specialmente settimanale oltre alla presenza del grosso gap up tuttora aperto a quota 2.144 (riga tratteggiata rossa nel dettaglio lineare) rende particolarmente insidioso questo momento storico perchè, se da un lato, alcuni indicatori segnalano un possibile rafforzamento di breve, dall'altro, è concreta la possibilità di un allungo ribassista di circa 100 punti cioè quasi un 5% dai livelli attuali (2.244).

Al di là della situazione tecnica, è necessario evidenziare quale nuovo elemento si sia inserito nelle dinamiche del Nasdaq. La vicenda Google (vedi articolo sotto) ha avuto un discreto impatto sull'animo degli investitori. Sembra quasi di rivivere la stessa situazione emotiva percepita ai tempi della bolla Nasdaq.

 

 

 

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NOSTALGIA DELLA BOLLA

2 Febbraio 2006 - 9:17 New York (di Ettore Livini)

Wall Street ha confermato ieri di aver debellato definitivamente il virus della new economy. Nel giorno nero di Google, evento che pochi anni fa avrebbe travolto tutto il listino, la Borsa di New York non ha fatto una piega. Lasciando sprofondare per conto suo il motore di ricerca e concentrando l´attenzione sui risultati positivi di un "residuato" della old economy come Boeing.

Gli unici che sembrano vivere un po´ nel passato sono gli analisti Usa. Loro della bolla Internet e dei suoi grassi bonus forse hanno un po´ nostalgia. E Google è il nuovo beniamino della categoria: sfida la forza di gravità dei fondamentali, quota a un valore pari a 70 volte gli utili, capitalizza 117 miliardi di dollari.

E solo tre analisti dei 38 che seguono il titolo, hanno una raccomandazione "sell" (vendere). Percentuali bulgare da fine anni 90. Non solo. I supporter più sfegatati hanno rialzato ieri i target. Prossimo obiettivo, quasi per tutti, i 550 euro, il 30% più della chiusura di ieri. Gli abbagli da new economy – forse – hanno avuto vita più lunga della new economy stessa.

 

Fonte - La Repubblica

 

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Un bel giorno qualcuno inizia a pensare e a dire che l'azienda XY tratta a multipli stellari che non trovano riscontri nella realtà (vedi in Italia caso Tiscali che arrivò a capitalizzare come la Fiat). La voce si diffonde, gli investitori cominciano a ragionare e inizia il fuggi fuggi generale con le fasi conseguenti tipiche dei crolli: comprensione, preoccupazione, panico, capitolazione.

Allo stato attuale delle cose, è difficile immaginare che la vicenda Google da sola, possa far ripetere la stessa esperienza, ma sicuramente, l'impatto emotivo non è stato trascurabile e se il tecnologico USA, nel prossimo futuro, dovesse cominciare a correggere pesantemente, Google rappresenterebbe una delle cause scatenanti.
 

 

 

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