Obiettivo: cerchiamo di fare chiarezza su quanto sta accadendo sui mercati finanziari
Nel diagramma sotto riportato, abbiamo cercato di esporre in maniera molto sintetica, quello che a nostro avviso sta scuotendo le piazze finanziarie mondiali nel tentativo di chiarire, per noi e per la nostra clientela, una situazione piuttosto complicata che ha portato diversi mercati ai livelli di Novembre 2005.
Analisi fattori di incidenza MATERIE PRIME e relativi effetti potenziali su FONDI | |||||||||
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Gli articoli segnalati più in basso, servono come spunti operativi per focalizzare l'attenzione su alcuni temi di importanza cruciale riportati in questo diagramma.
Considerazioni sul diagramma :
Siamo dell'avviso, che i ribassi cominciati a Maggio 2006, siano in parte giustificati dai livelli di ipercomprato raggiunti a fine Aprile 2006, ma siamo anche convinti, che questi ribassi, siano stati notevolmente amplificati in termini di forza e velocità, dal sell off scatenatosi su molte compagnie petrolifere e industriali quotate nelle borse dei P. Emergenti (vedi articolo di richiamo).
Non siamo ancora riusciti a capire chi stia vendendo in maniera così decisa aziende come Gazprom, Lukoil, Petroleo Brasilero, ecc. ecc. e specialmente, non ci spieghiamo perchè, molte aziende OIL, sono state letteralmente affossate dalle vendite quando le quotazioni del greggio sono rimaste pressoché stazionarie su quota 70$.
Non possiamo escludere che dietro i violenti ribassi delle ultime tre settimane, si nascondano i Fondi Hedge (come molta stampa si è affrettata ad affermare). Attualmente, gli studi di consulenza esteri con cui collaboriamo, stanno attentamente valutando questa eventualità perchè, se effettivamente i Fondi Hedge si fossero messi short sulle "Big Oil", il quadro strategico dei nostri investimenti dovrebbe essere inevitabilmente ribilanciato (stiamo peraltro gia provvedendo in via cautelativa, liquidando le posizioni sui Fondi Az. A. Latina, Est Europa, e India in quanto, maggiormente esposti nei comparti su menzionati tutto ciò, nonostante il trend di medio e lungo periodo, sia ancora positivo).
C'è chi parla di scoppio della bolla delle materie prime ma il petrolio, non è calato vistosamente e l'oro era salito troppo e troppo velocemente. Allo stato attuale, non si può parlare di scoppio di bolla o di inversione di tendenza ma al massimo di forte correzione fisiologica da ipercomprato.
A nostro avviso, lo spauracchio dei tassi USA, ha sì dato l'avvio ai ribassi ma era sostanzialmente atteso (vedi previsioni 2006). Sicuramente il nuovo Presidente della FED, si è dimostrato piuttosto incauto e contradditorio nella gestione delle informazioni da dare ai mercati, generando reazioni emotive spesso eccessive (vedi articoli di richiamo).
Sabato 06 Maggio 2006 | Martedì 16 Maggio 2006 | Venerdì 02 Giugno 2006 | Sabato 10 Giugno 2006 | |||
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Le stime di crescita sulla Cina, non sono state riviste al ribasso ma sono state confermate al 10,4 di PIL annuo anche per il 2007 e dunque, non si può imputare ad esse la causa dei crolli dei Fondi Az. Paese e P. Emergenti. Casomai, il dato nuovo che potrebbe seriamente preoccupare i mercati, è la politica monetaria e valutaria che intenderà seguire Pechino alla luce delle esternazioni di Bernanke a proposito del Dollaro debole (tali esternazioni, hanno peraltro determinato forti perdite su tutti i Fondi denominati in USD e sui Fondi Obbligazionari P. Emergenti che andavano a gonfie vele fino a due mesi fa).
A fare le spese, di tutta questa situazione, oltre ai Fondi Az. Paese, P. Emergenti e in parte Energia e MP, sono stati I Fondi Az. Pacifico e Japan Small cap. Ricordiamo che sul Giappone, erano quasi tutti positivi anche per via delle notevoli conferme arrivate negli ultimi mesi sotto il profilo fondamentale. Purtroppo, il ritorno alla ribalta del caso Livedoor, ha contribuito a rendere la borsa di Tokyo una delle più deboli del mondo su base comparativa (vedi articolo richiamo). Eppure la sostanza c'è, il vero dilemma è fino a dove, una variabile extra-sistema come lo scandalo Livedoor porterà il Nikkei e specialmente, quando inizierà la vera fase di recupero.
Nella parte finale della sezione articoli, sono riportate le opinioni dei Gestori pubblicate da Morningstar. Questi articoli sono stati inseriti perchè, è sempre interessante vedere a che punto siamo con l'ottimismo e specialmente dove la comunità dei Gestori punta con più decisione (vedi articoli).
Giovedì 25 Maggio 2006, 21:35 ________________________________________
Fonte - ANSA
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BERNANKE FA IL FALCO E LANCIA L' ALLARME INFLAZIONE 5 Giugno 2006 20:29 NEW YORK
(ANSA) Il rialzo dell'inflazione 'core',
quella al netto delle componenti petrolio e alimentari, non è "uno
sviluppo positivo", ma la Federal Reserve "resterà vigile" soprattutto per
gli effetti di petrolio e materie prime. E' quanto afferma il presidente
della Federal Reserve, Ben Bernanke, in un intervento al convegno
organizzato a Washington dalla American Bankers Association. Bernankeha
spiegato che "l'economia Usa è in una fase di transizione" e che "le spese
al consumo segnano un rallentamento". Fonte - ANSA
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USA: TOP EXECUTIVE VEDONO RALLENTAMENTO CRESCITA ECONOMIA
7 Giugno 2006 21:45 NEW YORK
(ANSA)
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I top
executive della Corporate America stimano ancora una crescita economica nei
prossimi sei mesi, ma meno sostenuta di quella ipotizzata tre mesi fa. E' quanto
emerge dal rapporto trimestrale del Business Roundtable, l'associazione cui
aderiscono 160 amministratori delegati alla guida di società con più di 10
milioni di dipendenti totali e 4.500 miliardi di dollari di fatturato.
Le
principali preoccupazioni sono legate al fatto che gli alti prezzi dell'energia
e le tensioni inflazionistiche possano spingere la Federal Reserve a proseguire
la stretta sui tassi d'interesse. Non a caso l'indicatore sulle previsioni
economiche scende a 98,6 a giugno, contro i 102,2 punti di marzo. "Non c'é alcun
dubbio - ha spiegato in una conferenza stampa, il presidente Business
Roundtable, Hank McKinnell, che é il numero uno di Pfizer - che i costi
energetici, soprattutto negli ultimi mesi, sono un nuova sfida all'economia e
alle principali compagnie del Paese".
I prezzi più alti dei carburanti, ha
aggiunto, significano che "i consumatori hanno meno soldi per acquistare altri
beni, come confermato dall'indice di fiducia e dalla volatilità dei mercati".
Quanto all'intero 2006, i top executive ipotizzano, dopo il balzo del Pil del
5,3% nel primo trimestre dell'anno, una crescita dell'economia Usa del 3,4%, in
calo rispetto al 3,5% del 2005, ma oltre la precedente stima del
3,2%.
Fonte - ANSA
MERCATI EMERGENTI: MAGGIORE CALO DI OLTRE 3 ANNI
31 Maggio 2006 18:08 NEW YORK
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Nel
mese di maggio, i titoli azionari dei mercati emergenti hanno registrato la
peggiore performance degli ultimi tre anni e mezzo. La causa principale e’ da
ricercare nelle prospettive di alti tassi d’interesse unite ad un calo
accentuato dei prezzi delle commodities, che hanno spinto gli investitori ad
uscire dai mercati dell’area Bric (India e Russia in particolare).
Il Morgan
Stanley Capital International Emerging Markets Index, che e’ costituito dalle
azioni di 26 Paesi in via di sviluppo a livello globale, ha registrato una
performance negativa del 10% nell’ultimo mese. Ed e’ precisamente in calo del
14% dai massimi storici segnati lo scorso 8 maggio.
L’ultimo calo di tali
dimensioni risale al mese di settembre 2002 (-11%), quando il Presidente degli
Stati Uniti, George W. Bush, aveva annunciato, in un intervento alle Nazioni
Unite, la futura invasione dell’Iraq.
Il Sensex, un indicatore utilizzato
per descrivere l’andamento dei titoli azionari indiani, e’ in ribasso del 18%
dai massimi del 10 maggio e del 12% dall’inizio del mese. Il ministro del
commercio indiano, Kamal Nath, ha rassicurato sulla situazione, affermando che
si tratta di una semplice correzione e che non c’e’ niente di cui preoccuparsi
poiche’ l’economia del Paese continua a procedere sui binari giusti.
Nell’ultimo incontro del Fomc, la Banca Centrale Americana ha alzato il
costo del denaro per la sedicesima volta consecutiva, portandolo al 16%,
lasciando aperte le porte a futuri rialzi. Gli economisti danno per scontato un
aumento dei tassi d’interesse anche da parte della BCE, che potrebbe portarli al
2.75% nel meeting che si terra’ il prossimo 8 giugno. Ed anche la Banca del
Giappone potrebbe optare per un rialzo dei tassi nell’incontro di luglio, dopo
oltre cinque anni.
Oltre alle prospettive di politica monetaria restrittiva,
che potrebbero provocare un rallentamento generale dell’economia, a determinare
tale situazione e’ stato, come accennato poco sopra, anche il brusco calo dei
prezzi delle commodities. Nella settimana conclusasi lo scorso 19 maggio, il
Reuters/Jefferies CRB Futures Price Index, un paniere composto da 19 beni, ha
registrato la maggiore perdita settimanale degli ultimi 25 anni.
Fonte: Bloomberg.com
GIAPPONE: SCANDALO FINANZIARIO E NIKKEI GIU' DEL 4%
13 Giugno 2006 19:26 NEW YORK (ANSA)
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Il caso
Murakami, l'ultimo scandalo finanziario che scuote il Giappone, chiama in causa
anche il governatore della Banca centrale nipponica (Boj) Toshihiko Fukui. Il
banchiere ha ammesso oggi in audizione al parlamento di aver investito nel 1999
dieci milioni di yen nel fondo guidato dall'arrembante finanziere Yoshiaki
Murakami, finito la scorsa settimana in manette con l'accusa di insider trading.
L'ammissione - benché all'epoca Fukui non fosse ancora al timone della Banca
centrale ma direttore di un centro economico di ricerca - ha provocato sconcerto
sul mercato contribuendo al tonfo del 4,1% registrato oggi dalla piazza di
Tokyo, per il maggior calo giornaliero da poco più due anni. Alcuni esponenti
dell'opposizione hanno chiesto le dimissioni del governatore che da parte sua
respinge ogni accusa, sottolineando di non aver infranto le regole di condotta
della Banca ma di aver effettuato un semplice investimento da privato cittadino.
"Non era mia intenzione lucrarci - ha detto il governatore - ma semplicemente
sostenere i progetti di Murakami".
Il finanziere, ha raccontato il
governatore, aveva favorevolmente impressionato i vertici dell'istituto di
ricerca economico con i suoi progetti nell'ambito di un nuovo business che
mirava oltretutto sostenere una corporate governance più salda e trasparente
all'interno delle aziende.
Il governatore ha anche detto di aver chiesto "da
diversi mesi" di cedere la partecipazione, che aveva peraltro regolarmente
denunciato al fisco, pagando le dovute tasse. A difesa del governatore è sceso
in campo lo stesso premier Koizumi osservando di non riscontrare nessuna
violazione delle norme etiche stante che l'investimento è stato fatto in tempi
antecedenti alla sua nomina al vertice della Banca centrale. Stesse osservazioni
sono giunte dai ministri dell'economia e delle finanze. Se il governatore non
vacilla, il mercato si attende tuttavia qualche ripercussione sul fronte delle
decisioni sui tassi che verranno prese nella riunione della Boj in programma
domani.
Sono in molti a ritenere che la Banca, sotto pressione per questa
vicenda, potrebbe rinviare quel rialzo del costo del denaro - il primo da oltre
sei anni - che era invece largamente atteso per domani. La bufera sul
governatore va in ogni caso ad aggiungere altra incertezza su una piazza
finanziaria, quale quella giapponese, che sta in fase discendente da diverse
settimane. L'indice Nikkei ha lasciato sul terreno il 20% dal 7 aprile scorso.
Allo scivolone hanno certamente contribuito gli scandali finanziari degli
ultimi tempi: prima del caso Murakami aveva infatti tenuto banco lo scandalo
Livedoor che aveva visto finire in manette, per aggiotaggio e false
comunicazioni societarie, tutti i top manager della società numero uno di
servizi internet in Giappone, a cominciare dal suo fondatore il 34enne Takafumi
Horie, osannato enfant prodige della new economy nel Sol Levante.
Fonte: ANSA
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Petroliferi in picchiata a Piazza Affari.
Siamo al capolinea del rally settoriale?
Giovedì 8 Giugno 2006, 23:02
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Un giovedì a dir poco nero per le borse europee
che cadono sotto il peso di numerose vendite, tanto da arrivare a bruciare in
una sola sessione quasi 200 miliardi di euro. Con il ribasso odierno viene così
annullato il rialzo messo a segno dagli inizi dell'anno, costringendo i listini
a tornare indietro sui valori segnati lo scorso dicembre.
Non fa eccezione
Piazza Affari, con l'indice S&P/Mib che si riporta a ridosso dei minimi
segnati lo scorso 22 maggio, con vendite che hanno interessato in maniera
diffusa i diversi protagonisti del listino. Ad indossare la maglia nera oggi
sono ancora una volta i titoli petroliferi che finiscono nella morsa dei
ribassisti, stretti da una parte dalla debolezza dell'intero mercato, dall'altra
dal nuovo ribasso del greggio che è scivolato al di sotto dei 70 dollari al
barile. Non ha certo aiutato la notizia della morte di Al Zarqawi, capo di Al
Qaeda in Iraq, che ha contribuito piuttosto ad alimentare le vendite, lasciando
presupporre, o meglio sperare, in una maggiore distensione dei rapporti tra i
principali produttori di petrolio.
La seduta odierna si è trasformata così in
un vero e proprio bagno di sangue per i titoli del comparto energy, a partire da
Saipem (Milano: SPM.MI - notizie) e Tenaris (Milano: TEN.MI - notizie) che hanno
incassato al close un ribasso di oltre sei punti percentuali, al pari di Erg
(Milano: ERG.MI - notizie) che scivola del 6,19%, e non è certo tanto migliore
il bilancio di ENI (Milano: ENI.MI - notizie) che scivola sotto i 23 euro,
lasciando sul parterre il 2,68%. A salvarsi dall'ondata di vendite sono invece
Terna (Milano: TRN.MI - notizie) ed Enel (Milano: ENEL.MI - notizie) che
riescono a limitare i danni rispettivamente allo 0,27% e allo 0,56%.
La
caduta di oggi tuttavia non dovrebbe spaventare gli investitori oltre il dovuto,
dal momento che le valutazioni sui titoli del comparto petrolifero si confermano
ancora decisamente positive, non a caso la scorsa settimana Morgan Stanley
(NYSE: MS - notizie) ha confermato il suo giudizio “attractive” per l'intero
settore a livello europeo, convinta che le prospettive siano ancora robuste,
nonostante le recenti correzioni.
Un aiuto in tal senso dovrebbe giungere
anche dalle quotazioni del greggio che dovrebbero mantenersi comunque su livelli
piuttosto elevati, tanto che Jp Morgan, in un report diffuso questa mattina,
hanno rivisto al rialzo del 10% le stime sui prezzi per l'anno in corso e del 5%
per il 2007. sulla scia di questa revisione, la banca d'affari ha ritoccato
verso l'alto anche le previsioni di crescita delle compagnie oil integrate a
livello europeo. La scommessa è per una crescita record degli utili nel secondo
trimestre dell'anno, con una particolare attenzione rivolta ai raffinatori che
induce ad inserire Erg tra le top picks del mercato italiano.
Fonte: ANSA
Petrolio: Aie, domanda in aumento
Fonte: ANSA
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Gestori, la flessione non fa paura MariaGrazia Briganti | 2006-06-06 ____________________________________________ La correzione che sta penalizzando
i listini internazionali ha risvegliato le voci pessimistiche. Le scelte
per i prossimi dodici mesi sono orientate alla prudenza, con più titoli
value ed emissioni governative in portafoglio, ma il sentiment degli asset
manager intervistati da Morningstar non è peggiorato oltre misura.
Fonte - Morningstar.it
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Gestori divisi sulle valutazioni azionarie Sara Silano | 2006-05-10 ____________________________________________ Per alcuni l’Europa non è più
a buon prezzo, per altri resta attraente. Discorso analogo per Wall
Street, mentre il Giappone continua a piacere ai fund manager. Il dollaro
rimarrà debole nei prossimi mesi. Minore pessimismo sul mercato
obbligazionario americano rispetto a quello dell’area euro.
Fonte - Morningstar.it |