Aggiornamento EXTRA - 31 Luglio 2007
Quanto accaduto nell'ultima settimana sui mercati finanziari, é sostanzialmente in sintonia con quanto esposto nelle Previsioni 2007. Questo aggiornamento Extra, è stato redatto per chiarire 3 aspetti basilari:
Aspetto FONDAMENTALE - Riassumere il nostro pensiero in merito alla cosiddetta "bolla del credito".
Aspetto TECNICO - fare il punto della situazione e elaborare uno scenario prospettico nel caso la situazione volgesse al peggio.
Aspetto STRATEGICO - Sintetizzare quanto fatto fino ad ora a livello di Gestione Clientela.
Per coloro che non avessero tempo di leggere tutto l'articolo, questa è una sintesi
Dal profilo fondamentale, quello che sta accadendo all'industria del credito non rappresenta per noi una novità. E' dalla fine di Febbraio 2007 che stiamo argomentando alla clientela (privata, PF) in merito alle insidie celate dietro questa problematica.
Dal punto di vista tecnico, la correzione del blocco occidentale ha riportato gli indici sui livelli fissati nei precedenti aggiornamenti confermando per il momento, quanto esposto nelle Previsioni 2007. Il recente storno, non ha intaccato gli up trend ed è del tutto prematuro parlare in toni allarmistici di inversione di tendenza. A questo proposito, abbiamo elaborato un modello grafico sullo S&P500, per capire e mostrare alla clientela, quando gli up trend potranno dirsi conclusi.
Sotto l'aspetto strategico, sono circa 4 mesi che stiamo intervenendo sui portafogli liquidando le plusvalenze realizzate sulla maggior parte degli asset di investimento. Le quote investite, sono comunque state mantenute onde evitare di smontare posizioni su presunti tracolli dei mercati. Abbiamo informato tutti i clienti sull' insidiosità di questo periodo storico. L'articolo di Giuseppe Turani riportato in fondo a questa pagina a titolo di esempio (vedi fine pagina), chiarifica efficacemente l'attuale situazione e ricalca sostanzialmente quanto esposto alla nostra clientela (privati e PF).
Ulteriori delucidazioni in merito all'attuale situazione, verranno fornite direttamente alla clientela, dai nostri Analisti di riferimento
Considerazioni di carattere FONDAMENTALE
Obiettivo: riassumiamo l'attuale situazione del mercato del credito USA:
L'indebitamento personale dell'americano medio, ha superato le 18 carte di debito per oltre 6000$ ciascuna. Siamo fuori da ogni logica. Il popolo americano continua a vivere abbondantemente sopra i propri mezzi.
La politica monetaria restrittiva della FED, sta letteralmente "strangolando" circa 9.000.000 di famiglie americane.
La crisi dei mutui subprime, é stata (finalmente) trattata e quantificata da Bernanke nell'ordine dei 50 - 100 Mld$ (vedi articolo + PDF). Dalle informazioni che ci vengono da alcuni importanti studi di consulenza finanziaria USA, questa cifra sarebbe da ritoccare al rialzo di più del doppio 120 - 240 Mld$.
La probabilità che la crisi dei subprime si estenda ai mutui a basso rischio è concreta.
Il mancato censimento degli Hedge Fund esistenti, rende il sistema finanziario USA (e non solo), particolarmente vulnerabile perchè non si sa esattamente quanti Fondi siano investiti nell'asset subprime e per quanto siano esposti.
La notevole esposizione in derivati di alcuni dei principali gruppi finanziari USA (stimata nel complesso nell'ordine dei 100 trilioni di U$D), rischia di essere colpita duramente da un'eventuale esplosione della bolla creditizia.
Conclusione:
Sono 5 anni che stiamo monitorando l'industria del credito USA e per via dei notevoli squilibri insiti in essa, nelle Previsioni 2005, 2006 e 2007 abbiamo sempre segnalato quanto segue:
Se dovessero verificarsi alcuni
eventi particolarmente negativi, fra i più probabili voglio citare gli stessi
del 2005 con relativi aggiustamenti:
1) Estensione del conflitto verso
la Siria o l'Iran e/o impatto negativo degli squilibri generati dalla guerra in
Iraq sull'economia USA (vedi
anche
L' America corre fuori tempo massimo)
2) Nuovi attenti terroristici sul suolo
americano
3) Prezzo del petrolio oltre gli 80 dollari al barile
Petrolio:
Goldman
lo vede a $105).
4) Grave
crisi finanziaria con epicentro qualche grosso gruppo bancario USA (vedi
anche
Ancora dubbi sull'enigma di Grennspan).
Le economie e di conseguenza le principali piazze
finanziarie occidentali, potrebbero subire un forte contraccolpo con storni
consistenti anche nell'ordine del 30-40% dai livelli attuali.
Il punto n°4, è stato argomentato alla clientela (privati e PF), in particolar modo nel corso dell'ultimo semestre sulla scia di quanto accaduto a fine Febbraio 2007 (vedi EXTRA 06 Marzo 2007). Tuttavia, abbiamo sempre cercato (e continueremo a farlo) di smorzare i toni allarmistici cercando di analizzare in modo quanto più distaccato la situazione contingente.
E' proprio per questo motivo, che fino ad ora, abbiamo sì sottolineato l'esistenza del problema ma abbiamo anche sostenuto la tesi di una possibile gestione di questo, da parte del Governo e delle principali banche USA in modo da non causare danni eccessivi ai mercati.
Considerazioni di carattere TECNICO
Obiettivo: fotografiamo l'attuale situazione e sviluppiamo un modello prospettico futuro:
L'attuale situazione tecnica dei principali Indici USA monitorati, non differisce da quanto esposto nelle Previsioni 2007, per questo motivo, onde evitare di essere ripetitivi, rimandiamo a quella sezione (vedi segnalibro).
Molto più interessante, è il commento del grafico sotto riportato riguardante un'analisi prospettica di cosa potrebbe accadere, nel caso in cui la crisi del credito si aggravasse.
S&P500 Index | ||
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Grafico settimanale - dal 29 Luglio 1994 al 27 Luglio 2007 |
PREMESSA IMPORTANTE - ASSUNTI DEL MODELLO
L'obiettivo di questa costruzione grafica, è quello di delineare alla clientela un potenziale scenario su cui fissare precise soglie di intervento a livello di portafoglio (in modo da non essere colti impreparati in caso di brutte sorprese).
Il grafico qui riportato, è frutto di un modello matematico impostato sullo S&P500 perché questo indice, ha una doppia valenza essendo contestualmente il termometro della piazza USA e dell'intero Blocco Occidentale.
Detto modello, ha calcolato quale potrebbe essere l'impatto di un eventuale credit crunch nell'arco del prossimo semestre (da Agosto 2007 a Gennaio 2008).
In particolare il sistema, ha considerato il forte ribasso del settore finanziario compensato dal rialzo del settore energia e materie prime.
Il grafico, è elaborato su scala settimanale (la medesima scala di investimento delle operazioni suggerite alla clientela nel SPF)
Si é voluto comparare l'attuale situazione con quella verificatasi a seguito dei rialzi del 2000. La maggior ampiezza dei range nel periodo 2000/2003, è dovuto principalmente alla maggiore volatilità.
COMMENTO SINTETICO DEL MODELLO
Lo storno della scorsa settimana, per quanto consistente, non ha minimamente scalfito l'up trend settimanale (vedi riquadro azzurro). Nel corso degli ultimi 4 anni si sono sviluppare altre 4 situazioni analoghe.
La progressione grafica dal 27 Luglio 07 in poi, indica come potrebbe svilupparsi (e sottolineiamo potrebbe) la parabola discendente. Ciò che importa è l'inquadramento dei punti di inversione. Come si può notare, sono state evidenziate 2 aree sensibili una a quota 1400 e una a 1250 (ellissi bianchi).
Fino a quando il grafico si manterrà su quota 1400, saremo indubbiamente in zona di neutralità (vedi rettangolo giallo) e la situazione non desterà particolari preoccupazioni.
Solo in caso di rottura di quota 1350 (vedi rettangolo rosso), la situazione tecnica inizierebbe a scricchiolare inducendoci ad alleggerimenti di portafoglio.
Sotto quota 1200, l'up trend di medio periodo sarebbe definitivamente compromesso e nel caso in cui non dovesse svilupparsi un buon recupero, l'obiettivo successivo sarebbe 1100-1050.
Conclusione:
Attraverso quest'analisi prospettica, abbiamo dunque voluto dimostrare come, al momento, è piuttosto prematuro parlare di collasso dei mercati azionari. Tuttavia, abbiamo anche fissato precisi livelli di intervento (empiricamente rilevabili) per affrontare con scienza e coscienza la difficile situazione che stiamo attraversando.
Considerazioni di carattere STRATEGICO
L'andamento a nostro avviso artificioso delle borse occidentali nell'ultimo quadrimestre, è stato per noi incomprensibile perchè sviluppatosi in concomitanza di due fattori contrarian: 1) problematiche relative alla bolla creditizia di cui è sintomatica la vicenda subprime 2) impennata del petrolio tornato su quota 80$.
Per mettere al riparo i clienti da eventuali scrolloni tipo Giugno 2006 o addirittura crolli sul modello crisi russa del 1998, abbiamo agito come segue:
Nel corso dell'ultimo quadrimestre, abbiamo liquidato le plusvalenze realizzate sulla maggior parte dei comparti oggetto di investimento. Obiettivo dell'operazione è stato salvaguardare le plusvalenze senza toccare le quote investite almeno fino a quando, non arriveranno serie conferme di logoramento di trend. E' sottointeso che l'attuale insidiosa situazione di mercato è stata ampiamente argomentata a tutti i clienti.
Solo l'asset settoriale non è stato praticamente toccato perchè, al di la del comparto telefonico, stiamo investendo in comparti sostanzialmente difensivi che dovrebbero reggere meglio (come già accaduto in passato), a eventuali scrolloni. Resta inteso che, nel caso la situazione volgesse al peggio, interverremo anche su queste posizioni.
Anche per l'asset obbligazionario più rischioso (High Yield e P. Emergenti) abbiamo adottato la stessa strategia.
NB - Per un'analisi approfondita delle strategie assunte, vedi sezione Archivio di ogni comparto.
Il castello di carta dei mutui americani Mercoledì 29 Luglio 2007 - di Giuseppe Turani
In questo momento le Borse
hanno più di un motivo per essere inquiete. Tanto per cominciare non
è ancora ben chiaro che cosa sta accadendo all´economia
americana. Gli ultimi
dati resi noti dicono che va bene, ma si tratta di numeri relativi
alla situazione di qualche mese fa. E
i dubbi rimangono per quanto
riguarda il futuro. Ma le Borse, si sa, guardano appunto
avanti, non indietro. Il meccanismo del credito
immobiliare (ma anche quello commerciale o per i private equity)
funziona in un modo diverso. La banca eroga il credito a clienti di
varia natura, poi «impacchetta» questi stessi crediti in
obbligazioni e vende il tutto.
Il meccanismo è ingegnoso.
In questo modo, infatti, le banche liberano i loro conti dal peso
dei prestiti fatti. Questi stessi prestiti, attraverso il meccanismo
appena descritto, sono stati «venduti» a altri, cioè al mercato. In
genere, a dei Fondi, i quali hanno poi venduto loro quote alla
clientela minuta. Le banche, quindi, hanno i loro bilanci
liberi e possono ricominciare il gioco. Il secondo aspetto interessante (e inquietante) del meccanismo è che noi, cittadini-sottoscrittori del Fondo, non siamo delle banche, non abbiamo fondi di garanzia, non abbiamo riserve, non abbiamo un patrimonio accumulato negli anni e messo lì apposta per far fronte alle eventuali insolvenze. Se qualcosa va storto, se ci accorgiamo che il mercato dei prestiti immobiliari comincia a fare acqua, ci spaventiamo (giustamente) e il nostro unico desiderio è quello di esserci coinvolti il meno possibile. E quindi cominciamo a vendere. Non abbiamo altra possibilità. E le Borse scendono (anche i gestori dei Fondi vendono). Ecco, oggi ci troviamo esattamente a questo punto. Il mercato dei prestiti immobiliari sub-prime, in America, mostra segni di debolezza (per non dire di peggio), e la platea dei piccoli risparmiatori (che vi è coinvolta, suo malgrado) mostra segni crescenti di nervosismo. Come dice qualche esperto, può trattarsi solo di un temporale estivo. In qualche modo, magari, la falla dei prestiti sub-prime verrà arginata e il meccanismo andrà avanti. Ma potrebbe anche non essere un temporale estivo, e potrebbe trasformarsi in qualcosa di assai più pericoloso. Per ora nessuno è in grado di dirlo. Intanto, le Borse hanno preso le loro prime legnate, e non è affatto detto che siamo le ultime. Si vedrà nei prossimi giorni. Tutto quello che sappiamo, al momento, è che, attraverso il meccanismo che abbiamo descritto sopra, tutti noi (se abbiamo comperato quote di Fondi) siamo coinvolti in qualche forma di prestito (immobiliare, commerciale o a Fondi di private equity, o altro), pur non essendo delle banche. E già questo dovrebbe farci un po´ di paura.
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NB - Vedi anche Rassegna Stampa - Luglio 2007-