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09 gennaio 2007 - Anno 3 - N. 3 - www.studiocfa.net

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Analisi & Previsioni per l'anno che sarà

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  Premessa

Redattori: Dott. Stefano Giunchi, Dott. Giorgio Sbrighi, Dott. Emilia Sassi.

  Introduzione

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E’ sempre difficile e rischioso fare previsioni a 12 mesi ma il mestiere dell’analista comporta anche questo.

Sono 3 i punti fermi da considerare quando si parla di previsioni sui mercati finanziari:

  1. ciò che prevedi debba accadere (scenario futuro) deve essere suffragato dai fatti (scenario attuale).

  2. non autoconvincersi che la previsione sia esatta e non agire in anticipo senza riscontri reali.

  3. Investire sempre seguendo il trend del mercato anche se la previsione è contraria.

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In poche altre occasioni mi è risultato così difficile fare previsioni a 12 mesi. Pur rimanendo convinto del secular bear market in cui sono tuttora inseriti i mercati occidentali, l'attuale situazione emotiva delle borse, sembra smentire questo mio sentiment, peraltro condiviso, dalla maggior parte degli analisti aderenti al Network Studio CFA.

Visto il buon risultato ottenuto nelle precedenti edizioni (vedi Previsioni 2005 e 2006), anche per quest'anno, ho la possibilità di esprimere il mio pensiero e pur non essendoci divergenze particolari rispetto a quanto scritto un anno fa, credo possa essere comunque interessante valutare la situazione attuale.

 

 

Bilancio sulle Previsioni 2006:

Previsione 1)

  1. " In linea di massima ritengo che un rimbalzo da un minimo di 7.000 a un massimo di 12.500 è quanto possiamo aspettaci dall'indice Dow Jones ".

In effetti il rimbalzo c'è stato e il Dow Jones si trova esattamente sui 12.500. Inoltre, nell'aggiornamento del Servizio Promotori relativo agli Indici USA del 21 Marzo 2006, erano stati fissati i target massimi anche per lo S&P500 (1.500) e per il Nasdaq Composite (2.536) (vedi Archivio).

Previsione 2)

  1. " sono convinto che la positività dei mercati possa durare entro Marzo al massimo entro il primo semestre 2006 con apprezzamenti compresi fra il 10 e il 15%. Se dovesse verificarsi questo scenario, la causa principale sarebbe da imputare alla fine della politica monetaria restrittiva della FED (che dovrebbe rimanere ferma a meno che l'inflazione non si faccia sentire in maniera consistente) oltre a un'ulteriore rafforzamento del dollaro ".

I target sono stati raggiunti nel 2° semestre post correzione Maggio/Giugno, correzione proprio dovuta principalmente allo spettro dell'inflazione e alla caduta dell'USD (vedi Extra Maggio 2006). Il successivo recupero si è originato dalle parole di Bernanke il 19 Luglio 2006 (vedi articolo RS), dalla fine del rialzo dei tassi (come previsto) dal forte ribasso delle materie prime sviluppatosi da Settembre 2006 e dal forte impulso derivato dalle numerose operazioni di M&A.

Previsione 3)

  1. I nodi verranno al pettine dal secondo semestre o al massimo a fine 2006. I nodi in questione sono sempre gli stessi dell'anno scorso con qualche aggiunta:

    1)  Deficit gemelli a livelli "stellari" 
    (vedi anche Il doppio deficit la polpetta avvelenata per Bernanke).
    2)  Budget delle partite correnti con record negativi.
    3)  Indebitamento personale ai massimi storici
    (vedi anche Il super Hedge Fund delle famiglie USA).
    4)  Risparmio delle famiglie ai minimi storici
    (vedi anche Economia USA: ritorno alla realtà).
    5)  Squilibri connessi alla gigantesca bolla che si è venuta a creare sul mercato immobiliare USA e non solo
    (vedi anche Allarme rosso sul mercato immobiliare e Case: BCE lancia l'allarme, prezzi fuori controllo).

    Quando gli squilibri appena menzionati inizieranno a farsi sentire, i mercati USA molto probabilmente ritracceranno chiudendo il 2006, con una performance simile a quella prevista per fine 2005 (Mercato laterale con potenziali guadagni e perdite nell'arco di un 4%-6% finale).

     

Previsione non azzeccata ma è anche possibile che, visto che siamo su analisi di lungo periodo, l'asse temporale di un semestre possa essere posticipata.

Previsione 4)

  1. Se dovessero verificarsi alcuni eventi particolarmente negativi, fra i più probabili voglio citare gli stessi del 2005 con relativi aggiustamenti:
    1)  Estensione del conflitto verso la Siria o l'Iran e/o impatto negativo degli squilibri generati dalla guerra in Iraq sull'economia USA
    (vedi anche L' America corre fuori tempo massimo)
    2)  Nuovi attenti terroristici sul suolo americano
    3)  Prezzo del petrolio oltre gli 80 dollari al barile
    Petrolio: Goldman lo vede a $105).
    4)  Grave crisi finanziaria con epicentro qualche grosso gruppo bancario USA
    (vedi anche Ancora dubbi sull'enigma di Grennspan).
    Le economie e di conseguenza le principali piazze finanziarie occidentali, potrebbero subire un forte contraccolpo con storni consistenti anche nell'ordine del 30-40% dai livelli attuali.

Per fortuna, l'unica circostanza che si è in parte verificata, è quella del petrolio che ha solo sfiorato gli 80$ per poi ritracciare pesantemente. Di conseguenza, non ci sono stati fattori destabilizzanti per i mercati e dunque, nessuna caduta del 30/40%.

 

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Previsioni 2007

Considerazioni di carattere tecnico:

Se dovessi redigere un articolo riguardante previsioni a 12 mesi, per dire che lo S&P500 crescerà di 100 punti entro la fine del 2007, francamente mi risparmierei la fatica (vedi articolo); Il motivo? Penso che un TP medio di 100 punti assegnato allo S&P per tutto il 2007, più che essere rassicurante in virtù del rialzo che ancora manca, debba preoccupare perchè la domanda logica che segue è: e dopo, raggiunti i 1500 cosa succederà?

Come menzionato sopra, il target a quota 1500 per lo S&P500, lo avevamo già fissato il 21 Marzo 2006 così come quello a 12.500 per il Dow (peraltro già individuato nelle Previsioni 2006) e quello a quota 2536, per il Nasdaq Composite. Questi target, restano confermati per tutto il 2007. E' sottointeso per il Dow uno sforamento in area 13.500 tanto per allinearsi con gli altri Indici.

Credo che quello che interessa di più a questo punto, sia cercare di capire lo stato di salute del rialzo partito a Marzo 2003 e se, quando e perchè prima o poi, questo rialzo finirà.

A tal proposito, credo sia interessante tornare indietro nel tempo . Nei grafici sotto esposti, è riportata l'impostazione di alcuni importanti indicatori tecnici ad Aprile 2003 e a Gennaio 2007, cioè all'inizio della fase rialzista tuttora in essere e a oggi.

La scansione temporale utilizzata in questi grafici, è quella mensile cioè quella meno fuorviante proprio perchè, elimina tutto il "rumore" tipico della scansione grafica giornaliera e in parte settimanale.

 

  NASDAQ C.  Index   S&P500 Index   DOW JONES  Index  
             
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  Grafico mensile  - 30/04/03   Grafico mensile  - 30/04/03   Grafico mensile  - 30/04/03  
             
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  Grafico mensile  - 05/01/07   Grafico mensile  - 05/01/07   Grafico mensile  - 05/01/07  
     

 

Come si nota assai chiaramente, siamo in ipercomprato su tutti e tre gli indici. lo scenario tecnico è l'opposto rispetto a quello del 2003. La parte sana del rialzo è conclusa. E' vero, che una situazione di ipercomprato su scala mensile può durare per diversi anni (sono già due anni) ma è anche vero, che prima o poi, gli eccessi devono essere compensati un pò come è avvenuto nel 2000 quando venivamo da un lungo periodo di lateralizzazione in ipercomprato. Ricordo a tal proposito, che i mercati, sotto un profilo ciclico, sarebbero dovuti calare nel 1996/1998 ma, a causa dei bilanci falsati (emersi solo nel 2002 - vedi RS Giugno 2002 e Luglio 2002) ciò non avvenne con le conseguenze traumatiche che tutti ricordiamo (sfondamento ribassista dei minimi del 21 Settembre 2001, sfondamento che amplificò oltre misura il ribasso partito a Marzo 2000).

Analogo discorso, si ripropone oggi. Da un punto di vista ciclico, siamo sui target attesi e il rialzo deve concludersi per consentire un riequilibrio della sequenza boom/crollo tipica dei mercati finanziari. Non è necessario che si sviluppi chiassà quale ribasso, ma è necessaria una fase laterale prolungata atta a scaricare gli indicatori onde evitare successive reazioni traumatiche.

E' necessario ricordare inoltre, che i mercati occidentali, non sono come quelli asiatici del tipo B.R.I.C. Sotto il profilo tecnico, i mercati B.R.I.C. sono in ipercomprato endemico perchè sono appena all'inizio della loro espansione economica, con potenziali enormi (ad es. con una popolazione di 10 volte quella degli USA pari a 3.2 miliardi di persone e PIL galoppante oltre il 5% medio annuo), di conseguenza, fasi di rialzo lunghe e ribassi profondi e fulminei sono una costante. Gli USA ma anche l'Europa, hanno già vissuto questa fase espansiva e sono in quel capitalismo maturo che necessita di periodi di rialzo ma anche di fasi ribassiste o laterali più o meno regolari.

 

  DAX 30  Index   CAC 40  Index   MIB 30  Index  
             
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  Grafico mensile  - 30/04/03   Grafico mensile  - 30/04/03   Grafico mensile  - 30/04/03  
             
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  Grafico mensile  - 08/01/07   Grafico mensile  - 08/01/07   Grafico mensile  - 08/01/07  
     

 

E' ovvio, che allo stato attuale, non è possibile dire che quota 12.500 per il Dow Jones sia certamente il top solo perchè ci troviamo in ipercomprato mensile o perchè questo target era già stato assegnato un anno fa. Quello che importa, credo, sia rendersi conto delle cause che potrebbero mettere la parola fine a questo lungo rimbalzo dei mercati azionari occiedentali.

Qui di seguito, riporto integralmente quanto esposto nell'Extra del 28 Novembre 2006 perchè in quella sede, vennero trattati i motivi di carattere fondamentale, che stanno alla base dell'esuberanza a mio avviso irrazionale dei mercati nell'ultimo semestre oltre ad essere le cause pricipali della fine del ciclo rialzista fin qui ipotizzata.

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Previsioni 2007

Considerazioni di carattere fondamentale:

  1. MASSA MONETARIA, ECCESSO DI LIQUIDITA' e ALTRI RISCHI SISTEMICI - l'eccesso di liquidità presente nel sistema finanziario mondiale, è ulteriormente salito anche in concomitanza delle politiche restrittive operate dalle principali Banche Centrali nell'ultimo biennio. Lo stesso Trichet, ha ammesso che proprio l'eccesso di liquidità, è stato uno dei fattori che hanno maggiormente inciso sulle decisioni in materia di tassi da parte della BCE (vedi articoli 1 e 2) Anche Bernanke, ha sottilmente affrontato il problema parlando però di derivati e del loro incremento esponenziale  (vedi articolo 1 e 2).

  2. DEFICIT USA IN AUMENTO e MENO CAPITALI ESTERI NEGLI USA - Il deficit USA, continua ad aumentare (vedi articolo) e non è scontato che i capitali esteri continuino a finanziarne la copertura (vedi articolo)

  3. FORTE RALLENTAMENTO DEL MERCATO IMMOBILIARE, CALO PRODUTTIVITA' E CALO DEI CONSUMI USA - Le nostre proiezioni sulla situazione del mercato immobiliare USA  (vedi articoli 1 - 2 - 3) che già un semestre fa anticipavano un brusco rallentamento, si sono rivelate esatte ma i mercati azionari, hanno continuato a salire incuranti dei potenziali effetti collaterali su produttività (vedi articolo)  e consumi (vedi articolo).

  4. MENO RISERVE VALUTARIE IN USD DA PARTE DELLE BANCHE CENTRALI - L'ipotesi appena ventilata (poi corretta), dal numero uno della Banca Centrale cinese (vedi articolo) in merito a una possibile riallocazione degli astronomici asset in dollari USA accumulati dalla Cina, ha scatenato un putiferio a scoppio ritardato sui mercati valutari. E' infatti questo l'episodio che a nostro avviso, ha portato la valuta USA, sotto i minimi di Maggio 2006 (vedi articolo).

  5. ECCESSIVO OTTIMISMO DELLE BORSE ANCHE DOVUTO ALLE FUSIONI RECORD - Il record di fusioni e aggregazioni (vedi articoli 1  e 2), ha distolto l'attenzione dei mercati, dai fondamentali macroeconomici fungendo da propellente. Tuttavia da più parti, non sono mancate le perplessità (vedi articolo).

  6. RIBASSO DELLE MATERIE PRIME CONSIDERATO COME INVERSIONE DI TENDENZA - Il forte ribasso delle materie prime, è stato frettolosamente etichettato come inversione di tendenza (vedi articolo) e i mercati così rassicurati sul fronte inflazionistico, hanno protratto il rialzo partito a Giugno 2006.

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Previsioni 2007

Conclusioni:

Per l'anno 2007 non vengono dunque assegnati target perchè gli indici sono vicini ai target tuttora validi precedentemente fissati a Gennaio 2006 e Marzo 2006. Se questi livelli verranno decisamente forzati al rialzo, ne verrà preso atto adeguando i target precedenti. Viceversa, nel caso il rialzo fosse al capolinea, non si prevedono crolli in stile 2000/2003 ma una fase lateral-ribassista prolungata con escursioni massime al ribasso del 15%.

Nel caso di eventi particolarmente negativi vale quanto riportato nelle Previsioni 2006.