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28 dicembre 2004 - Anno 1 - N. 1 - www.studiocfa.net

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Analisi & Previsioni per l'anno che verrà

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  Premessa

  Introduzione

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Dott. stefano giunchi

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E’ sempre difficile e rischioso fare previsioni a 12 mesi ma il mestiere dell’analista comporta anche questo.

Sono 3 i punti fermi da considerare quando si parla di previsioni sui mercati finanziari: 

  1. ciò che prevedi debba accadere (scenario futuro) deve essere suffragato dai fatti (scenario attuale).

  2. non autoconvincersi che la previsione sia esatta e non agire in anticipo senza riscontri reali.

  3. Investire sempre seguendo il trend del mercato anche se la previsione è contraria.

 

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Rimango convinto che siamo in un bear market, iniziato esattamente 5 anni fa dopo l'esplosione della bolla Nasdaq. Quello che finì allora, e' stato il più grande bull market della storia e il mercato che sta seguendo, ne e' la logica conseguenza. 

 

Il mercato si muove in cicli e dopo un boom economico, segue sempre una fase di riassestamento con movimenti laterali e correzioni di pari entità ma opposta direzione. Storicamente i cicli bear, durano dai 10 ai 20 anni con ritorni medi che non superano il 2% annuo.

 

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  Scenario attuale

  Scenario futuro

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Questa fotografia che immortala la stretta di mano fra  Bush e Kerry alla conclusione delle elezioni USA di Novembre 2004, sintetizza in un'unica immagine, sia lo scenario attuale che quello futuro (almeno fino al Novembre 2008). Se infatti Bush ha ereditato da Clinton gli eccessi degli anni '90 è toccato a Bush insieme a Greenspan cercare di risolvere tali eccessi nel quadriennio 2000 - 2004 e probabilmente  il Presidente USA continuerà a portare avanti la sua politica (senza apportare cambiamenti di rilievo) fino al 2008. Gli interventi di carattere politico ed economico sono stati sostanzialmente 4:

 

  1. riforma del sistema contabile per le aziende quotate a Wall Street in seguito agli scandali della Enron e Worldcom che avevano gonfiato i bilanci dal 1995 in poi (consulta i Bollettini CFA di Giugno 2002 e Luglio 2002).

  2. Taglio dei tassi di interesse per stimolare la ripresa economica attraverso gli investimenti delle aziende USA.

  3. Drastico taglio fiscale per stimolare la ripresa dei consumi USA.

  4. Guerra in Iraq al fine di importare petrolio a prezzi irrisori dietro il paravento della guerra di liberazione (in quest'articolo non si fa politica ma è necessario comunque affrontare certi argomenti ed è inevitabile schierarsi).

 

Vediamo a questo punto quali sono stati gli effetti sortiti dagli interventi combinati del Presidente USA e del Presidente della FED:

 

  1. La riforma del sistema contabile dei bilanci delle aziende USA (riforma peraltro già avviata prima degli scandali ,per approfondire vedi il Bollettino CFA Marzo 2001), ha effettivamente migliorato e più o meno uniformato i criteri di contabilità. Tuttavia rimangono forti perplessità sulla contabilizzazione nei bilanci di alcune voci particolarmente incisive quali: Fondi Pensione aziendali, price earnings, stock options revolving. A sollevare il velo su queste problematiche contabili non è stato un investitore qualunque ma addirittura Warren Buffett il quale sostiene che molte aziende barano con certe postille di bilancio truccando i libri contabili e di conseguenza illudendo i risparmiatori (vedi Bollettino  Luglio 2003 "Buffett e i Fondi pensione").

  2. Il massiccio taglio dei tassi di interesse operato da Greenspan, ha stimolato in maniera irrisoria le aziende USA, che hanno marginalmente ricorso all'indebitamento per investire e creare nuovi posti di lavoro (vedi Bollettino Aprile 2004). Inoltre,  portare i tassi di interesse ai livelli più bassi dal secondo dopoguerra, ha creato una bolla di liquidità nel circuito finanziario mondiale sotto forma di eccesso di moneta, bolla che potrebbe diventare ingestibile anche per la stessa FED (vedi Bollettino Giugno 2003, Settembre 2003, Novembre 2003).

  3. Per quanto concerne il piano di tagli fiscali fortemente voluto da Bush per stimolare i consumi interni, l'unico settore dei consumi che è effettivamente aumentato, è quello relativo alla compravendita di case ma anche in questo caso si è raggiunto un eccesso e in USA (ma anche in Europa) cominciano a presentarsi segnali di surriscaldamento del settore immobiliare (vedi Bollettino Luglio 2004).

  4. La guerra in Iraq ha avuto tutt'altro esito rispetto a quello sperato inizialmente (vedi Bollettini Gennaio 2003 e Febbraio 2003). Il prezzo del petrolio è arrivato a 50$ al barile (presto gli effetti del caro petrolio si faranno sentire sulle economie occidentali) e la tendenza rimane impostata al rialzo (vedi Bollettino Agosto 2004).

 

Nonostante Wall Street, Bush e stampa finanziaria parlino di ripresa economica e conseguente ripresa delle borse per ora ci troviamo all'interno di un classico ciclo bear. Ricordo che 5 anni fa il Dow era agli attuali prezzi  e il ritorno medio degli ultimi 5 anni e' stato attorno all'1% perfettamente in linea con tutti i ritorni fatti registrare dai passati mercati orso.

 

Prima di passare all'analisi dello scenario futuro, non posso non parlare di una delle cause, forse la causa principale, di quest'interventismo economico e politico da parte degli USA, e cioè la Cina. Strutturalmente l'economia USA è flessibile ma un po' obsoleta (ancora più grave la situazione Europea) e risente pesantemente dell'ascesa dirompente dell'economia cinese (e indiana) che viaggia a ritmi di +9% PIL annuo (il PIL USA si attesta sul 4% mentre l'Europa è sotto il 2%).  L'economia cinese sta via via deteriorando la capacità produttiva USA (ed europea) anche per questo è stato necessario correre ai ripari attraverso un interventismo esasperato, che però, non sta migliorando la situazione (anzi in diversi casi sembra che le cose siano notevolmente peggiorate). 

La variabile Cinese  potrebbe cambiare in maniera consistente lo scacchiere economico mondiale così come oggi lo conosciamo. Sembra quasi avverarsi la profezia di Napoleone Bonaparte che durante la sua permanenza forzata a S. Elena scrisse: " quando la Cina si sveglierà il mondo tremerà".

 

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Personalmente ritengo che il senso di benessere in cui attualmente ci troviamo, sia stato creato artificialmente. Il Presidente della Federal Reserve Alan Greenspan e il Presidente Bush hanno cercato in tutti i modi di frenare la capitolazione economica degli USA (in parte anche causata dalla Cina) attraverso la somministrazione di "steroidi economici" (tagli alle tasse, tassi d'interessi a livelli minimi storici, rifinanziamenti e prestiti su mutui,etc. vedi Bollettino Novembre 2003, Giugno 2003). Questi steroidi sono ancora in circolo nel mercato  ma gli effetti prima o poi svaniranno.

Quando questo accadrà i veri nodi verranno al pettine:

 

  1. deficit gemelli già a livelli "stellari" (vedi Bollettino Luglio 2003, Ottobre 2003, Febbraio 2004)

  2. budget delle partite correnti con record negativi

  3. indebitamento personale ai massimi storici 

  4. risparmio delle famiglie ai minimi storici (vedi Bollettino Ottobre 2004, Novembre 2004)

 

Quando le droghe artificiali somministrate da Greenspan e dall'amministrazione Bush finiranno il loro effetto (nei prossimi mesi, probabilmente entro fine 2005), il mercato inizierà a scendere per iniziare un recupero "naturale" della propria identità. L'inizio di un nuovo bull market potrà a mio avviso arrivare, solo dopo che i mercati finanziari avranno finalmente smaltito tutti gli eccessi degli ultimi anni.

 

Se si evita di ascoltare e leggere la solita propaganda, che, per ovvi motivi, deve sempre descrivere tutto come rose e fiori, la realtà delle cose è ben diversa. In Dicembre 2004 i licenziamenti hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi 2 anni e mezzo (vedi anche Bollettino Aprile 2004). Trovare lavoro sopratutto un lavoro che paga un salario sufficiente per vivere decentemente, non e' facile negli USA e neanche in Europa. La creazione di posti di lavoro dalla "recessione" del 2001 e' stata la più bassa di tutti i tempi a partire dalla seconda guerra mondiale; E questo, nonostante tutti gli stratagemmi più o meno artificiosi utilizzati dalla FED e dal governo USA.

 

Se ci sono meno assunzioni e più disoccupati, difficilmente i consumatori potranno spendere ed aiutare l'economia USA e di conseguenza l'economia globale. L'americano medio (e purtroppo anche l'Italiano e l'Europeo medio) ha sempre meno risparmi e sempre più debiti. Ritengo che gli eccessi che sono stati vissuti negli anni scorsi (e che ancora si vivono in USA) hanno indebolito in maniera seria gli USA. Le fondamenta dell'economia Americana, sono danneggiate e anche se il dollaro dovesse crollare, dubito che la situazione migliorerà di molto, anzi, probabilmente aumenterà solo l'inflazione.  Secondo me ci sono tutti gli ingredienti per una rallentamento della crescita economica nel 2005.

 

Penso che il 2005 porterà ad un apprezzamento del petrolio sopra i 60 dollari al barile, un aumento dei tassi d'interesse e un aumento dell'inflazione; indubbiamente se ciò dovesse verificarsi sarebbe una combinazione letale per i mercati azionari. Molti dicono che la recessione in USA e' acqua passata mentre a mio avviso, deve ancora arrivare  o comunque, come definisce il National Bureau (vedi Bollettino Luglio 2003), se c’è stata ed è finita, rischiamo una recessione a doppio minimo.

 

Uno dei metodi più interessanti per capire se siamo vicini a un top di mercato, e' analizzare il sentiment comune degli investitori. A fine 2004 il 64% degli investitori  è positivo e crede ad un nuovo bull market. Per fare un confronto, lo stesso indicatore, segnava +66% poco prima del picco di Marzo 2000.

Un altro particolare indicatore ci segnala che dopo il quinto aumento dei tassi da parte della FED, l'indice  S&P500 inizia perdere (e' già successo 5 volte su 6). Nel 2004 la FED ha aumentato 5 volte i tassi e generalmente i principali indici iniziano a correggere dai 6-12 mesi dopo l'ultimo rialzo dei tassi.

 

Ad avvalorare questa possibilità c'è anche il ciclo post elezioni presidenziali. La maggior parte dei bear market inizia dopo il primo anno della elezione del presidente USA al massimo entro il secondo anno. Questo ciclo ha funzionato 11 volte su 13 dal 1953 ad oggi.

In linea di massima dunque, la previsione per il 2005 è molto simile a quella fatta per il 2004. Mercato laterale con potenziali guadagni e perdite nell'arco di un 4%-6% finale. Se dovessero però esserci nuovi elementi negativi fra i più probabili voglio citare:

 

  1. estensione del conflitto verso la Siria o l'Iran

  2. nuovi attenti terroristici

  3. prezzo del petrolio oltre i 60 dollari al barile

  4. grave crisi finanziaria con epicentro qualche grosso gruppo bancario USA (vedi Bollettino Marzo 2004)

 

l'economia potrebbe entrare in recessione prima del previsto e il bear market potrebbe arrivare in anticipo. Credo seriamente nella possibilità di un nuovo mercato orso con recessione  a doppio minimo e questo si dovrebbe avverare verso fine 2005 non più tardi del 2006 (nei primi sei mesi); se questa previsione dovesse avverarsi potenzialmente i mercati azionari potrebbero ritracciare anche di un buon 40% .