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Il ciclone Dubai devasta anche la
Borsa di Tokyo
27.11.2009
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in forte ribasso. Il
Nikkei ha perso il 3,2% a 9.081,52 punti e il Topix il
2,2% a 811,01 punti. Il ciclone Dubai ha scatenato una
pioggia di vendite anche nella capitale giapponese. Nel
settore delle costruzioni Obayashi (JP3190000004) ha
perso l'8,7%, Shimizu (JP3358800005) il 4%, Taisei
(JP3443600006) il 7,1% e Kajima (JP3210200006) il 14,3%.
Le imprese giapponesi delle costruzioni sono impegnate
in alcuni importanti progetti a Dubai e rischiano ora di
perdere dei miliardi di yen. Tra i bancari Mitsubishi
UFJ Financial (JP3902900004) ha perso il 2,2%, Mizuho
Financial Group (JP3885780001) il 3,9% e Sumitomo Mitsui
Financial Group (JP3890350006) il 3,7%. Anche le banche
giapponesi sono esposte per alcuni miliardi
nell'Emirato. Ancora male gli esportatori. Toyota
(JP3633400001) ha perso il 2,4%, Honda (JP3854600008) il
3,8%, Canon (JP3242800005) il 2,7%, Panasonic
(JP3866800000) il 3,7% e Sony (JP3435000009) il 4,4%. Il
dollaro è sceso oggi per la prima volta dal 1995 al di
sotto di quota 85 yen.
Redazione Borsainside 7.30
Cambi: Giappone, ipotesi nota G7
venerdì, 27 novembre 2009 08:07 TOKYO
(ANSA) - TOKYO, 27 NOV - Il ministro delle Finanze
giapponese, Fujii, ha sollevato l'ipotesi di una
dichiarazione congiunta del G7 sulle valute.L'obiettivo
e' raffreddare la corsa dello yen, salito ai massimi
degli ultimi 14 anni sul dollaro. La stampa nipponica
riporta che questa mattina, governo e Bank of Japan
hanno cominciato a controllare il rapporto dollaro/yen
con le banche commerciali.Il dollaro e' sceso a un
minimo di 84,82 yen in scia anche alle preoccupazioni
del default di Dubai World.
27 Novembre 2009 08:50
FRANCOFORTE
Allarme Bce sul credito: famiglie e imprese a secco
FRANCOFORTE - La situazione sul mercato creditizio
rimane fragile nella zona euro. Gli ultimi dati hanno
mostrato un nuovo calo dei prestiti al settore privato
in un momento in cui le autorità monetarie stanno
riflettendo su un'uscita graduale dalle misure di
emergenza introdotte nell'ultimo anno. Anche negli Stati
Uniti le banche hanno ridotto i crediti alle piccole
imprese.
In ottobre i prestiti al settore privato, famiglie e
aziende, sono calati dello 0,8% annuo e dello 0,3%
mensile. Su base annua è la seconda contrazione dal
1991, dopo quella di settembre. I prestiti concessi alle
imprese sono scesi addirittura dell'1,2% rispetto
all'ottobre 2008. Più in generale l'aggregato M3
monetario è aumentato dello 0,3%, dall'1,8% di
settembre.
Le statistiche pubblicate ieri dalla Banca centrale
europea hanno confermato un divario tra i crediti alle
famiglie da un lato e i prestiti alle aziende
dall'altro. Quest'ultimi hanno subito un calo più
accentuato negli ultimi mesi, soprattutto per i crediti
a breve termine. Detto ciò, i dati vanno analizzati con
cautela: sono forse meno negativi di quanto non appaiano
a prima vista.
Le cifre su base annua sono probabilmente influenzate da
un effetto confronto con un periodo del 2008 segnato dal
drammatico fallimento di Lehman Brothers. Le statistiche
mensili invece mostrano bene o male una certa
stabilizzazione. In questo senso, Federico Loredana,
economista di UniCredit, nota che «i dati non sono più
in caduta libera».
Sul fronte macroeconomico, ha aggiunto invece l'analista
di Barclays Capital Thorsten Polleit, «le statistiche
indicano pressioni al ribasso per l'inflazione nel medio
termine». Proprio ieri i primi dati di novembre sono
usciti in Germania: nella Repubblica Federale, i prezzi
al consumo sono saliti dello 0,3% annuo e scesi dello
0,2% mensile.
Le ultime cifre sugli aggregati monetari arrivano in un
momento particolare. Qualche giorno fa il presidente
della Bce Jean-Claude Trichet ha criticato le banche:
non solo ha puntato il dito contro il ritorno della
speculazione troppo rischiosa, ma ha anche ricordato che
le generose iniezioni di liquidità degli ultimi mesi
sono destinate all'economia, non al trading.
I dati pubblicati ieri nascondono due fenomeni.
Certamente il calo dei prestiti è dovuto al fortissimo
rallentamento economico. Ma molti osservatori temono che
dietro alla diminuzione del credito ci sia anche la
tendenza delle banche a utilizzare il denaro ottenuto
nelle operazioni di rifinanziamento per investimenti sui
mercati piuttosto che per prestiti alle imprese.
La stessa preoccupazione riguarda gli Stati Uniti.
All'inizio della settimana un rapporto del Tesoro
americano ha mostrato come le grandi banche del paese
abbiano ridotto i prestiti alle piccole e medie imprese,
nonostante i generosi aiuti ricevuti dal governo
dovessero essere utilizzati anche per finanziare
l'economia reale.
Il credito alle aziende più piccole è calato di 10,5
miliardi di dollari dalla fine di aprile, con un calo
del 4% annuo in sei mesi. La banca che più ha ridotto i
prestiti è la Wells Fargo, con un calo di 3 miliardi di
dollari. Nel contempo, il numero dei fallimenti
societari è aumentato del 33% annuo nel terzo trimestre,
secondo l'American Bankruptcy Institute.
Gli ultimi dati sul credito nella zona euro giungono
mentre la Bce sta riflettendo a come uscire dalla
situazione di emergenza. Ieri a Lipsia il presidente
della Bundesbank Axel Weber ha avvertito che il momento
di iniziare lo smantellamento delle misure creditizie
straordinarie introdotte dopo il fallimento di Lehman
Brothers non può essere rinviato sine die.
Entro breve la Bce dovrà annunciare come intende
effettuare in dicembre l'ultima di tre operazioni di
rifinanziamento a 12 mesi. Due le principali
possibilità: il tasso fisso, come avvenuto finora,
oppure l'indicizzazione. Nel decidere, l'istituto
monetario dovrà valutare la fragilità del sistema
bancario e i dati sul credito, ma anche i danni
potenziali di una liquidità troppo generosa.
I NUMERI
-0,8% - Il calo al settore privato
Nella zona euro in ottobre i prestiti al settore
privato, famiglie e aziende, sono calati dello 0,8%
annuo e dello 0,3% mensile. Su base annua è la seconda
contrazione dal 1991, dopo quella di settembre
-1,2% - Il calo alle imprese
La flessione dei prestiti concessi alle imprese è stato
pari all'1,2% rispetto all'ottobre 2008
+0,3% - L'aumento dell'aggregato M3
Più in generale l'aggregato M3 monetario è aumentato
dello 0,3% dall'1,8% di settembre
+0,3% - I prezzi al consumo
In Germania i prezzi al consumo sono saliti dello 0,3%
annuo e sono scesi dello 0,2% mensile
10,5 miliardi - La stretta alle piccole aziende
Il credito alle aziende più piccole negli Stati Uniti è
calato di 10,5 miliardi di dollari dalla fine di aprile,
con un calo del 4% in sei mesi
+33% - I fallimenti nel 3° trimestre
L'incremento annuo registrato negli Stati Uniti
Futures Bund, avvio a
massimi 7 mesi su problemi debitori Dubai
venerdì, 27 novembre 2009 08:50 BERLINO
Netto rialzo in apertura per il reddito fisso della zona
euro, ai massimi di oltre sette mesi sui timori
scatenati dai problemi debitori del Dubai.
"Non sembra arrivare nessuna notizia positiva dal Dubai.
Di conseguenza presumibilmente il mercato secondario
continuerà ad essere guidato da questa confusione",
commenta un trader londinese. "Assistiamo a una classica
manovra di 'flight to quality'. Fino a quando non avremo
qualche notizia positiva è difficile che si fermi questa
tendenza".
Sul fronte dell'offerta questa mattina l'attenzione sarà
sul decennale italiano, scadenza marzo 2020 e cedola al
4,25%, che sarà offerto per massimo 3 miliardi. Ieri lo
spread con il decennale tedesco si è però allargato fino
a 90,3 pb, ai massimi da settembre.
Spagna: a Novembre
Inflazione Torna Positiva +0,4%
venerdì, 27 novembre 2009 - 9:16 CET
(ASCA) - Roma, 27 nov - L'inflazione in Spagna torna
positiva. Nel mese di novembre, i prezzi al consumo sono
saliti su base annuale dello 0,4% rispetto a -0,6% di
ottobre e -1,0% di settembre. Lo comunica l'ufficio
statistico nazionale.
Petrolio: In Caduta
Libera. Scivola Sotto 73 Dollari Al Barile
venerdì, 27 novembre 2009 09:28 NEW YORK
(ASCA) - Roma, 27 nov - L'avversione al rischio
alimentata dallo stato di pre-default del fondo di
investimento governativo di Dubai penalizza il petrolio.
Il future del Wti e' scivolato sotto 73 dollari al
barile e viene scambiato a 72,61 (-6,8%).
Dubai: Un Annuncio Oscuro
e Furbo Alla Vigilia Dell'Eid-Al Adha (Ft)
venerdì, 27 novembre 2009 09:57 LONDRA
(ASCA) - Roma, 27 nov - Il Financial Times si sofferma
sulla crisi debitoria del fondo governativo Dubai World,
interamente posseduto dal governo degli Emirati Arabi
Uniti. Per il quotidiano Ft, l'Emirato ha reso nota la
situazione con un ''messaggio in runico'', cioe'
utilizzando un linguaggio poco chiaro. Il runico e'
infatti un alfabeto oscuro, antichissimo, scritto sulle
pietre e precedente al latino. Alfabeto tornato in auge
nel diciottesimo secolo per l'occultismo. Poi, il
quotidiano britannico critica la tempistica
dell'annuncio. Il governo di Dubai ha reso noto lo stato
di pre-default del fondo proprio alla vigilia della
lunga festa islamica dell'Eid al-Ahda, ''in modo da
scomparire per quattro giorni''.
Crac Dubai World innesca
panico nuova crisi finanziaria
venerdì, 27 novembre 2009 - 10:10 CET
di Tamara Walid e David Dolan
Gli investitori si sono ritirati dagli asset a rischio e
si sono liberati delle quote azionarie in banche e
costruttori asiatici, temendo che il default del debito
di Dubai possa riaccendere il panico finanziario del
credit crunch.
I titoli da Tokyo a Mumbai sono stati colpiti dal
sospetto che le società di investimento si trovassero
esposte con quelle che hanno costruito le isole nel
Golfo, progettato città dal Pakistan all'Africa e
plasmato l'hub finanziario della più grande regione
petrolifera del mondo.
"E' un monito importante per ricordarci che la crisi del
credito può anche essere stata dimenticata ma non è
finita", spiega in una nota Robert Rennie, analista
strategico per il Westpac Global Markets Group.
Le banche asiatiche come anche quelle europee si sono
dannate per prendere le distanze da Dubai, un emirato
deserto emerso da una polverosa oscurità investendo in
società di prestiti come Standard Chartered (Londra:
STAN.L - notizie) e attirando fund manager con il
miraggio di una vita esentasse.
Dubai, parte degli Emirati Arabi Uniti, paese
esportatore di petrolio, mercoledì aveva annunciato che
avrebbe chiesto ai creditori della società di stato
Dubai World e di Nakheel di accettare un congelamento
dei miliardi di dollari di debito come primo passo verso
una sua ristrutturazione.
Dubai World, il colosso che ha guidato l'espansione
dell'emirato, ad agosto avere un passivo di 59 miliardi
di dollari, una buona parte del complessivo di Dubai,
che si aggira sugli 80 miliardi di dollari. Nakheel è la
società che ha costruito l'isola a forma di foglie di
palma a largo dell'emirato.
La notizia si è abbattuta su mercati che si stavano
appena riprendendo dalla scoppio della bolla edilizia
americana e dal contagio che aveva rischiato di avere un
effetto dirompente sul sistema finanziario globale.
"Il tasto del panico è stato schiacciato di nuovo", ha
detto Francis Lun, general manager di Fulbright
Securities ad Hong Kong.
Gli analisti si aspettano che si muova per fornire una
copertura finanziaria Abu Dhabi, il più grande degli
emirati che compongono lo stato del Golfo nonché
produttore della maggior quantità di petrolio. Ma Dubai
potrebbe essere costretta ad abbandonare un modello
economico che si è basato sullo sviluppo di strisce
desertiche grazie a denaro e forza lavoro provenienti
dall'estero.
La prospettiva di un salvataggio dalla bancarotta non è
riuscita a placare la preoccupazione degli investitori,
già impensieriti dal fatto che l'economia globale
potrebbe non riprendersi abbastanza velocemente da
giustificare il raddoppio dei prezzi sui mercati
azionari dei paesi emergenti e delle commodity,
registrato da marzo.
"La più grande preoccupazione è che il crac di Dubai
possa provocare un rialzo dei prezzi sui mercati
azionari dei paesi emergenti", ha detto Arthur Lau, fund
manager ad Hong Kong per JF Asset Management.
Dubai: Rbs Principale
Gestore Debito, Hsbc La Piu' Esposta
venerdì, 27 novembre 2009 10:59 LONDRA
(AGI) - Roma, 27 nov. - La banca britannica Royal Bank
of Scotland e' il principale intermediario finanziario
di Dubai World e Hsbc (Londra: HSBA.L - notizie) e' la
banca piu' esposta. E' quanto rivela JP Morgan Chase,
secondo l'agenzia Bloomberg. Rbs (Londra: RBS.L -
notizie) fino al gennaio 2007 gestiva 2,28 miliardi di
dollari di investimenti finanziari per conto della
societa' degli Emirati e Hsbc, alla fine del 2008, aveva
un'esposizione di 17 miliardi di dollari. JP Morgan cita
i dati dell'associazione bancaria degli Emirati, secondo
la quale l'esposizione totale con le banche estere alla
fine del 2008 era di 47 miliardi di dollari.
Oro e argento, scattano
le prime vendite
BlueTG.it - venerdì, 27 novembre 2009 11:18 LONDRA
I preziosi in calo in Europa per lo scattare di prese di
beneficio in vista del weekend, con l’oro che a Londra
oscilla a 1155-1156 dollari l’oncia in attesa del fixing
mattutino, mentre l’argento arretra sino a 17,97-18,02
dollari per oncia.
Ieri al fixing pomeridiano della City i due metalli
erano stati fissati a 1182,75 e a 18,49 dollari per
oncia rispettivamente (il Nymex era chiuso per il
Thanksgiving). Il gold/silver ratio sale così a quota
64,27. (l.s.)
27 Novembre 2009 11:59
Nucleare: l'Aiea sanziona l'Irane chiede stop
arricchimento uranio
Il Consiglio dei
Governatori dell'Agenzia Internazionale per l'Energia
Atomica (Aiea) ha votato una risoluzione di censura
all'Iran per aver costruito in segreto il sito per
l'arricchimento dell'uranio, nei pressi della città di
Qom, e ha chiesto di congelare immediatamente il
progetto.
La risoluzione, approvata a stragrande maggioranza (25
voti a 3, con 6 astensioni) è la prima in quattro anni,
da parte dell'organismo, in cui siedono i rappresentanti
di 35 Paesi; e con l'inusuale appoggio di Russia e Cina,
è un chiaro messaggio dell'irritazione internazionale
per il comportamento degli ayatollah. Non è chiaro però
se il voto, appoggiato dalle sei potenze del cosiddetto
5+1 (il gruppo che conduce i negoziati con Teheran), si
tradurrà nell'appoggio di Russia e Cina a eventuali
nuove sanzioni a Teheran.
Nel documento i 5+1 chiedono inoltre a Teheran di
fornire maggiori informazioni sugli obbiettivi
dell'impianto - rimasto segreto fino allo scorso
settembre - e sul suo calendario di realizzazione;
infine, le autorità iraniane dovranno "confermare" di
"non avere preso alcuna decisione quanto alla
costruzione o all'autorizzazione alla costruzione di
siti nucleari che non siano stati segnalati all'Aiea".
L'Iran da parte sua ha già fatto sapere ieri di voler
"limitare allo stretto minimo necessario" la propria
cooperazione con l'Aiea, nel caso la risoluzione fosse
stata adottata. Il documento - approvato con 24 voti a
favore su 35 - non è di per sé vincolante ma viene
automaticamente posto all'attenzione del Consiglio di
Sicurezza dell'Onu, che dovrà valutare ora l'ipotesi di
nuove sanzioni.
Borse Asia-Pacifico
negative, crollano Hong Kong e Seul
27.11.2009
Le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno
chiuso anche oggi in ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso il 2,4% a 3.096,26 punti.
I timori legati ai problemi finanziari dell'Emirato di
Dubai hanno pesato anche sul mercato azionario cinese.
Tra i bancari Bank of China (CN000A0J3PX9) ha perso il
2,2%, China Construction Bank (CN000A0HF1W3) l'1,2% e
Minsheng Banking Corp (CN0005910772) il 4,4%. Nel
settore immobiliare China Vanke (CN0008879206) ha chiuso
in calo del 5,4% e Poly Real Estate (CN000A0KE8T0) del
5,5%. Tra i minerari Aluminum Corporation of China
(CNE1000001T8) ha perso il 4,3%, Jiangxi Copper
(CN0009070615) l'8,7% e Zijin Mining (CNE100000502) il
7,7%. I prezzi dei metalli hanno registrato ieri a
Londra delle forti perdite. I titoli dei produttori di
vaccini Hualan Biological (CNE000001JN8) e Beijing
Tiantan Biological Products (CNE000000WF9) hanno
guadagnato rispettivamente il 4,1% e l'1,8%. I casi di
influenza suina stanno aumentando sensibilmente in Cina.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso del 4,8% a
21,134.50 punti. HSBC (GB0005405286) ha perso il 7,6%.
Secondo Goldman Sachs HSBC avrebbe concesso agli Emirati
Arabi Uniti prestiti per $15,9 miliardi. Tra gli altri
titoli del settore bancario Hang Seng Bank
(HK0011000095) ha perso il 3,1%, Bank of East Asia
(HK0023000190) il 5,1%, BOC Hong Kong (HK2388011192) il
4,3% e Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) il
5,3%. Seduta da dimenticare anche per i petroliferi.
PetroChina (CN0009365379) ha perso il 5%, Sinopec
(CN0005789556) il 3,9% e CNOOC (HK0883013259) il 5,3%.
Nelle contrattazioni elettroniche al Globex il prezzo
del petrolio è crollato oggi fino a circa $72,40 al
barile.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha perso il 2,9%, il Kospi a Seul il 4,7% e il
Taiex a Taipei il 3,2%. La Borsa di Singapore è rimasta
oggi ferma.
Redazione Borsainside 12.00
Giappone: tasso
disoccupazione cala
venerdì, 27 novembre 2009 - 12:21 CET
(ANSA) - TOKYO, 27 NOV - La disoccupazione in Giappone
si riduce ancora in ottobre e si porta al 5,1%, a fronte
del 5,3% di settembre.Lo rende noto il ministero degli
Affari interni e delle Comunicazioni, aggiungendo che il
numero dei senza lavoro e' salito di 890.000 unita' su
base annua, a quota i 3,44 mln. Il rapporto tra offerta
e richieste di occupazione, al netto dei fattori
stagionali, si e' portato allo 0,44%, dallo 0,43% di
settembre.
Per Ubs debito totale
Dubai potrebbe essere di 90 miliardi di dollari
BlueTG.it - venerdì, 27 novembre 2009 12:25 ZURIGO
Tenendo conto di debiti non inscritti direttamente in
bilancio, il debito totale di Dubai World potrebbe
oscillare attorno agli 80-90 miliardi di dollari secondo
quanto scrivono oggi gli analisti di Ubs. Debiti
creatisi con la continua espansione delle attività
dell’emirato arabo in particolare nei settori bancario,
immobiliare e dei trasporti fino al congelamento dei
mercati del credito lo scorso anno.
Mentre il Dubai, secondo maggiore sceiccato dei sette
che formano gli Emirati Arabi Uniti, ha già fatto sapere
di voler collocare 20 miliardi di dollari di nuovi bond
per poter rimborsare parte del debito esistente, Abu
Dhabi, il maggiore tra gli sceiccati degli Emirati Arabi
Uniti potrebbe secondo l’agenzia Bloomberg non essere
disposto ad aiutare il Dubai se questi prima non
risolverà i problemi legati alla gestione del suo fondo
sovrano e delle compagnie finanziarie controllate dallo
stato. (l.s.)
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Cina - Edizione
Pechino |
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Emirati
Arabi -
Edizione Dubai |
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Regno
Unito - Edizione
Londra |
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Dubai: Faissola, banche
non esposte
venerdì, 27 novembre 2009 - 14:08 CET
(ANSA) - ROMA, 27 NOV - L'esposizione delle banche
italiane nei confronti del Fondo Dubai World e'
''estremamente marginale o inesistente'', afferma
Faissola. ''Gli istituti ''non dovrebbero avere problemi
da quanto e' capitato'', ha detto il presidente dell'Abi
commentando la crisi in corso del fondo dell'emirato
arabo.
27 Novembre 2009 14:39
NEW YORK
I PEGGIORI: 3 SETTIMANE FA BARCLAYS CONSIGLIO' DI
COMPRARE I BOND DI DUBAI
di WSI
Il 4 novembre scorso, il giorno in cui Moody's taglio'
il rating sui bond di Dubai, gli analisti della banca
inglese videro "un'opportunita' di guadagno". Che geni:
fu suggerito persino l'acquisto del bond di Nakheel,
holding di Dubai World.
Barclays Capital e' tra le banche (ce ne sono molte
altre) che hanno suggerito a clienti ed investitori di
comprare asset legati al debito di Dubai, giudicandolo
un ottimo investimento. La banca ha persino previsto la
restituzione dell'ormai tristemente famoso bond "sukuk"
(i bond islamici) della controllata Nakheel Properties,
che ieri ha dichiarato il default. Col senno di poi
Barclays e i suoi clienti coi CDS sopra quota 500, non
devono avere piu' occhi per piangere per i soldi persi e
piu' parole per darsi dei fessi.
Ma quel che e' peggio e' che questi geni di Barclays
hanno emanato il report il 4 novembre 2009, cioe' tre
settimane fa, ovvero il giorno in cui l'agenzia Moody's
Investor Services taglio' il rating su cinque entita'
legate al governo dell'Emirato. Gli analisti
dell'istituto britannico scrissero nella loro analisi
(testualmente): "Ci aspettiamo una serie di sviluppi che
potrebbero fungere da catalizzatori positivi per gli
spread legati al debito del fondo sovrano di Dubai".
"In primo luogo, c'e' la probabile restituzione del
debito del sukuk Nakheel entro dicembre", si legge nel
report di Barclays Capital. "Quindi, la capacita' di
Dubai di raccogliere finanziamenti per una seconda
tranche da 10 miliardi di dollari Usa con il sostegno di
Abu Dhabi". "Infine, la finalizzazione della fusione tra
Emaar e Dubai Holding, in modo che venga trovata una
soluzione tale da consentire alle societa' erogatrici di
mutui, Amlak e Tamwee, di tornare a concedere prestiti".
"Sulla base di questi fattori, raccomandiamo una
posizione lunga sul credito del fondo sovrano di Dubai e
riteniamo l'andamento negativo dei prezzi come un'opportunita'
di guadagno". Bene, bravi, bis.
Le disavventure del Dubai
pesano sulle banche britanniche
BlueTG.it - venerdì, 27 novembre 2009 15:00 LONDRA
Seduta convulsa ma che gradualmente va migliorando per
il titolo Hsbc che a Londra perde ora mezzo punto
percentuale dopo aver chiuso la seduta in calo del 7,6%
a Hong Kong. Più pesante il bilancio della concorrente
Standard Chartered che anche alla City cede l’8,6%
esattamente come accaduto sulla piazza asiatica.
A pesare sulle due banche sono i timori di un collasso
di Dubai World: Hsbc ha concesso alla compagnia
finanziaria mediorientale 15,9 miliardi di dollari di
prestiti, mentre Standard Chartered avrebbe 12,3
miliardi di dollari di esposizione.
Effetto Dubai, dollaro
sale a 1,48
venerdì, 27 novembre 2009 15:11 NEW YORK
(ANSA) - ROMA, 27 NOV - Effetto Dubai sul dollaro: il
biglietto verde si rafforza contro tutte le principali
valute a 1,48 dollari sull'euro. Gli investitori cercano
rifugio nei titoli governativi Usa nel timore di un
rapido contagio della crisi finanziaria del Paese del
Golfo.L'euro e' cosi' scivolato fino a un minimo di
seduta di 1,4828 dollari da 1,5019 di ieri, per poi
recuperare attorno a 1,49 dollari.
Ue,servono nuove regole
per finanza
venerdì, 27 novembre 2009 - 15:13 CET
(ANSA) - BRUXELLES, 27 NOV - Il tempo per cambiare le
regole per banche e istituzioni finanziarie 'e' ora'.Se
l'Europa non lo fa sara' uno schiaffo ai disoccupati. E'
il monito che la presidenza dell' Ue lancia a pochi
giorni dall'ultimo consiglio Ecofin del 2009. I ministri
finanziari della Ue - che si vedranno martedi' 2
dicembre a Bruxelles - sono infatti chiamati a fare
passi avanti sulla riforma della vigilanza finanziaria.
27 Novembre 2009 15:53
NEW YORK
DUBAI: CREDIT SUISSE E FITCH DECLASSANO IL RATING NELLA
ZONA DEL GOLFO
di ANSA
"Questa vicenda ha avuto ripercussioni non solo sulle
banche che operano in quella regione ma anche
sull'intero sistema finanziario".
Credit Suisse ha declassato a 'neutral' tutti i titoli
della regione del Golfo dopo che Dubai World ha chiesto
una moratoria sul debito. ''Questa vicenda ha avuto
ripercussioni non solo sulle banche che operano in
quella regione ma anche sull'intero sistema
finanziario'', spiega Credit Suisse in una nota. ''Ora
e' da vedere se Dubai resta un evento isolato oppure se
inneschera' un effetto domino.''
Fitch ha tagliato il rating sul debito di lungo termine
di tre fra i maggiori istituti di credito di Dubai.
L'agenzia di rating ha declassato Dubai Bank a a BBB- da
BBB+; Tamwell PJSC a BB da BBB e Taib bank a BB da BBB-.
Spagna: luce su compensi
manager
venerdì, 27 novembre 2009 - 16:03 CET
(ANSA) - ROMA, 27 NOV - Il governo spagnolo ha approvato
la legge che obblighera' le banche a rivelare i dati sui
compensi dei suoi manager.
Inoltre, l'esecutivo istituira' un fondo da 20 miliardi
per finanziarie i progetti varati per rilanciare
l'economia. Il fondo verra' finanziato dallo Stato e da
un pool di banche.
Dubai: Brown e Draghi
Soddisfatti Per Situazione 'Contenibile'
venerdì, 27 novembre 2009 16:06 LONDRA
(ASCA-MarketNews) - Londra, 27 nov - Il primo ministro
britannico Gordon Brown ha detto oggi di aver parlato
con il presidente del Financial stability forum, Mario
Draghi, sulla situazione in Dubai dopo la moratoria sul
debitro richiesta da Dubai World. Secondo affermazioni
confermate da Downing Street e fatte da Brown a
Trinidad, dove si sta svolgendo una riunione dei capi di
governo del Commonwealth, il primo ministro britannico e
Draghi hanno mostrato soddisfazione per la situazione
''contenibile e localizzata''.
Consumi: Usa, Negozianti
Ottimisti Nel Black Sunday
venerdì, 27 novembre 2009 - 16:35 CET
(AGI) - Roma, 27 set. - Sembrava partisse in sottotono
ma i commercianti sono abbastanza ottimisti sull'esito
del Black Friday. Il "Venerdi' nero" (il termine indica
l'andamento delle vendite che da 'rosso' virano appunto
in attivo) ha preso il via ieri a mezzanotte, e le
mega-offerte - soprattutto giocattoli, pullover di
cashmere e laptop - sono gia' state prese d'assalto.
Secondo alcuni analisti, l'impressione e' che i
consumatori non siano aumentati rispetto all'anno scorso
ma che si rechino a fare shopping, sapendo precisamente
dove recarsi e cosa acquistare.
Caso Dubai World: per Jp
Morgan la piu' esposta è Rbos
BlueTG.it - venerdì, 27 novembre 2009 17:32 NEW YORK
Prosegue la caccia agli istituti più esposti al
possibile default di Dubai World. Secondo l’agenzia
Bloomberg che cita un report di Jp Morgan Chase il
principale sottoscrittore dei prestiti alla compagnia
finanziaria dell’emirato sarebbe la Royal Bank of
Scotland, mentre Hsbc Holding (il cui titolo con quello
di Standard Chartered è apparso sotto pressione fin da
stamane per il diffondersi di voci in merito
all’ammontare dell’esposizione della banca) sarebbe
maggiormente esposta nei confronti dell’intera area
degli Emirati Arabi Uniti.
Gli esperti americani stimano in 2,3 miliardi di dollari
l’esposizione diretta di Rbos nei confronti del debito
di Dubai World, mentre Hsbc avrebbe nel complesso
concesso 17 miliardi di finanziamenti agli Emirati Arabi
Uniti. (l.s.)
Mobius (Templeton): crisi
Dubai World puo' innescare correzione
BlueTG.it - venerdì, 27 novembre 2009 17:43 NEW YORK
Mark Mobius, numero uno di Franklin Templeton Investment,
corregge leggermente il tiro: se nelle ultime settimane
il gestore aveva rivelato di scommettere sull’oro e sui
mercati emergenti, in particolare dell’area del Bric
(Brasile, Russia, India e Cina) alla luce delle
prospettive macroeconomiche dei prossimi anni, oggi lo
stesso gestore ha consigliato prudenza, sottolineando
come la crisi di Dubai World potrebbe nell’immediato
produrre una correzione nell’ordine “anche del 20%”
rispetto ai livelli raggiunti dai principali listini
emergenti. Livelli apparsi a qualche analista già
particolarmente “tirati” alcune settimane fa quando le
parole di Mobius avevano diviso la platea dei
commentatori finanziari.
27 Novembre 2009 18:22
L'edificio più alto del mondo e il debutto carico di
dubbi
Con 162 piani e oltre 800
metri di altezza, il Burj Dubai è il grattacielo più
alto del mondo. Uno dei simboli della grandezza e degli
eccessi di Dubai. I lavori per costruirlo sono iniziati
nel 2004 e tra poco più di un mese sarà inaugurato
ufficialmente. Ma dopo che la Dubai World ha chiesto una
moratoria di sei mesi sul pagamento dei 79 miliardi di
dollari debiti, il futuro della torre più alta del mondo
non è così roseo come prima.
La notizia ha infatti provocato un vero e proprio
terremoto per le società del settore, tra cui anche la
Emaar Properties, che sta costruendo l'edificio. La
società, partecipata al 31% dal governo di Dubai, si è
vista tagliare il rating dall'agenzia Moody's da Baa1 a
Ba2. Praticamente un titolo spazzatura.
Lo scintillante settore immobiliare di Dubai,
protagonista di un boom impressionante negli anni
scorsi, sta ora iniziando a mostrare le prime vistose
crepe. E i problemi della Nakheel, il braccio
immobiliare di Dubai World, secondo diversi addetti ai
lavori sono solo la punta dell'iceberg di un settore già
in crisi profonda. Ad aprile 2009 Moody's aveva già
tagliato pesantemente il suo giudizio sulla Emaar
Properties, alla luce del rallentamento del mercato
negli Emirati.
Che succederà se il governo di Dubai (principale
azionista della Dubai World) non riuscirà a ripagare i
suoi debiti? «Ci troveremmo di fronte al più grave crac
dai tempi dei bond argentini» dice Marina Akopian,
partner di Hexam Capital, che gestisce un portafoglio di
circa 440 milioni di dollari solo nei mercati emergenti.
«Se ciò dovesse accadere, l'impatto sul mercato
immobiliare, a Dubai e in tutto il mondo, potrebbe
essere molto negativo».
Le borse europee
rimbalzano
27.11.2009
Dopo le forti perdite di ieri i principali listini
azionari europei hanno chiuso oggi in rialzo. Il FTSE
100 a Londra ha guadagnato l'1%, il DAX a Francoforte
l'1,3%, il CAC40 a Parigi l'1,2%, il FTSE MIB a Milano
l'1,3% e lo SMI a Zurigo lo 0,9%.
Nel corso della giornata i timori relativi ai problemi
finanziari dell'Emirato del Dubai si sono attenuati. A
sostenere il mercato sono state inoltre le promettenti
indicazioni arrivate da alcune imprese retail
statunitensi sull'inizio dello shopping natalizio.
I titoli che avevano sofferto ieri in particolar modo
hanno guidato la lista dei rialzi.
Tra i bancari Barclays (GB0031348658) ha guadagnato il
2,3%, Royal Bank of Scotland (GB0006764012) il 5,2%,
Deutsche Bank (DE0005140008) il 2,8%, BNP Paribas
(FR0000131104) il 2,4%, UniCredit (IT0000064854) il 3,1%
e UBS (CH0024899483) il 2,6%.
Nel settore minerario Rio Tinto (GB0007188757) ha chiuso
in rialzo del 3,2%, Xstrata (GB0031411001) del 4,9%,
Lonmin (GB0031192486) del 3,5% e Vedanta (GB0033277061)
del 3,1%.
ING Groep (NL0000303600) ha perso il 4,3%. Il colosso
finanziario olandese ha rivelato questa mattina i
dettagli del suo aumento di capitale. ING emetterà circa
1,77 miliardi di nuovi titoli a €4,24 a pezzo. Si tratta
di uno sconto del 52,4% rispetto al prezzo di chiusura
di ieri.
Bulgari (IT0001119087) ha guadagnato il 4,2%. Goldman
Sachs ha promosso oggi il titolo del gruppo italiano a
"Buy".
Redazione Borsainside 18.30
Dubai: Todini, Prematuro
Fare Previsioni Su Crisi
venerdì, 27 novembre 2009 - 18:46 CET
(ASCA) - Roma, 27 nov - E' ancora prematuro fare
previsioni sulla crisi in Dubai. Lo afferma in una nota
Luisa Todini, presidente della Todini Finanziaria, circa
possibili ripercussioni della crisi che ha investito
Dubai World sui gruppi che operano nel paese arabo. ''A
Dubai non abbiamo investimenti di natura immobiliare -
spiega la Todini - ma stiamo completando un lavoro per
uno svincolo stradale del valore di 78 milioni di euro
per un importante committente pubblico (RTA) con il
quale abbiamo ritardi negli incassi non da oggi ma che
finora abbiamo gestito al meglio reputandoli
fisiologici. Riteniamo di poter proseguire e completare
il lavoro entro i prossimi 12 mesi se il committente,
con cui abbiamo ottimi rapporti, onorera' i suoi
impegni''.
Borse dell'Europa
dell'Est: In ripresa Mosca, scende ancora Varsavia
27.11.2009
Quasi tutte le principali borse dell'Europa dell'Est
hanno chiuso oggi in rialzo.
L'indice RTS ha guadagnato a Mosca lo 0,2% a 1.369,60
punti. I volumi di scambio sono scesi rispetto a ieri ma
sono rimasti chiaramente al di sopra della media.
L'indice russo ha aperto in calo di circa 60 punti. La
Borsa di Mosca ha potuto però riprendersi nel pomeriggio
come la maggior parte degli altri listini europei.
Secondo la maggior parte degli analisti un default di
Dubai sarebbe molto improbabile. Tra i titoli del
listino russo Gazprom (RU0007661625) ha guadagnato
l'1,8%, Transneft (RU0009091573) il 3,2% e RusHydro
(RU000A0JPKH7) l'1,6%. Rosneft (RU000A0J2Q06) ha perso
il 3,6% e Sberbank (RU0009029540) l'1,3%. LUKoil
(RU0009024277) ha chiuso invariato.
Il BUX a Budapest ha guadagnato lo 0,5% a 20.266,92
punti. Quasi tutte le blue chips ungheresi hanno
registrato una ripresa. OTP Bank (HU0000061726) ha
guadagnato l'1,6%, MOL (HU0000068952) lo 0,6% e Gedeon
Richter (HU0000067624) lo 0,5%. Magyar Telekom
(HU0000016522) ha chiuso in calo dell'1,2%.
Il PX a Praga ha guadagnato lo 0,7% a 1.111,50 punti. I
titoli del settore finanziario, che ieri erano andati a
picco, hanno guidato la lista dei rialzi. Komercni Banka
(CZ0008019106) ha guadagnato lo 0,7%, Erste Group Bank
(AT0000652011) il 2,1% e VIG (AT0000908504) il 3,7%.
Bene anche Ceske Energeticke Zavody (CZ0005112300):
+1,4% a CZK 860. Telefónica O2 C.R. (CZ0009093209) e
Unipetrol (CZ0009091500) hanno perso rispettivamente
l'1,2% e l'1%.
Il WIG a Varsavia ha perso lo 0,5% a 39.083,15 punti.
KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) ha chiuso in calo
dell'1,6%. Sul titolo dell'impresa polacca ha pesato il
calo dei prezzi dei metalli. KGHM è primo produttore
europeo di rame ed il secondo produttore al mondo
d'argento. Tra le altre blue chips polacche Bank Pekao
(PLPEKAO00016) ha perso lo 0,2%, PKN Orlen
(PLPKN0000018) lo 0,8% e Telekomunikacja Polska
(PLTLKPL00017) il 2,4%. PKO Bank Polski (PLPKO0000016)
ha guadagnato l'1,4%.
Redazione Borsainside 21.15
Borse dell'America
Latina: San Paolo e Città del Messico tornano a salire
27.11.2009
Quasi tutte le borse dell'America Latina hanno chiuso
oggi in rialzo.
Il Bovespa a San Paolo ha guadagnato l'1% a 67.082,15
punti. Guido Mantega, il Ministro delle Finanze del
Brasile, ha dichiarato che nessuna istituzione locale è
esposta al debito di Dubai World. Tra i bancari Itau
Unibanco (BRITAUACNPR3) ha chiuso in rialzo dello 0,6%
Banco Bradesco (BRBBDCACNPR8) dello 0,8% e Banco do
Brasil (BRBBASACNOR3) del 2%. Petroleo Brasileiro
(BRPETRACNPR6) e Vale (BRVALEACNPA3), i due titoli di
maggior peso del Bovespa, hanno guadagnato
rispettivamente l'1,2% e l'1%.
L'IPC a Città del Messico ha chiuso in rialzo dell'1,1%
a 30.775,45 punti. Tra le blue chips messicane América
Móvil (MXP001691213) ha guadagnato il 2%, Cemex
(MXP225611567) lo 0,8% e Wal-Mart de Mexico
(MXP810081010) lo 0,9%.
Tra gli altri listini del continente sudamericano il
Merval a Buenos Aires ha guadagnato l'1,5%, l'IBVC a
Caracas l'1,6%, l'IPSA a Santiago del Cile l'1,2% e l'IGBC
a Bogotà lo 0,9%. Il General a Lima ha perso lo 0,2%.
Redazione Borsainside 23.55
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WALL
STREET: FUTURES IN CALO (NIENTE DI SPECIALE)
27 Novembre 2009 14:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
Volumi molto sottili, e' ancora vacanza in America e la
borsa sara' aperta solo meta' seduta. Rally del dollaro
e dei Treasury. Contratti sugli indici in ribasso circa
-2%.
A un'ora e mezzo dall'inizio delle contrattazioni i
futures sono in calo (vedi quotazioni a fondo pagina),
su vendite assolutamente scontate dovute al default di
Dubai World, istituto finanziario cuore dell'Emirato.
La societa', su cui gravano $59 miliardi di passivita',
pari al 70% dell'intero debito statale, ha chiesto ai
creditori una moratoria di sei mesi sul debito e sta
cercando di rinegoziare le sue posizioni, compreso un
bond islamico da $3.52 miliardi della controllata
Nakheel Properties.
Ieri sui mercati finanziari e' immediatamente scattato
l'allarme, a causa delle preoccupazioni per il possibile
coinvolgimento di grandi banche proprio sulla base di
una esposizione al debito dell'emirato.
I futures Usa cedono tutti intorno ai due punti
percentuali e i prezzi dei Titoli di Stato fanno un
balzo notevole. Il dollaro nel frattempo guadagna contro
la maggior parte delle valute concorrenti, con gli
investitori che sono a caccia degli asset piu' sicuri
dopo il tracollo dei mercati del mondo visto ieri e
anche oggi. In calo le materie prime. Ieri i mercati
americani erano chiusi per la ricorrenza del
Thanksgiving.
Tra i settori, come era naturale aspettarsi, a pagare
dazio sono soprattutto le banche. Secondo alcuni
analisti la crisi e' solo un me non dovrebbe avere un
impatto pesante e duraturo sugli altri mercati.
Tuttavia, avvertono alcuni trader, gli investitori
stanno cercando di trarre qualche profitto, utilizzando
la crisi di Dubai World come una scusa per vendere.
Quest'oggi non ci sono appuntamenti di rilievo sul
fronte macroeconomico. Gli operatori seguiranno da
vicino i numeri circa le vendite nel Black Friday,
ovvero il giorno in cui prende ufficialmente il via
negli Stati Uniti la stagione dello shopping natalizio,
per vedere se i consumatori americani sono pronti a
tornare a mettere mano al loro portafogli.
Sugli altri mercati, sull'energetico cede terreno il
greggio. Al momento i futures con consegna dicembre
lascia sul campo $3.80 a quota $74.16 al barile. Sul
valutario accelera il dollaro, con l'euro che si
indebolisce nei confronti del biglietto verde a $1.4895.
Scivolano i prezzi dell'oro: i futures con scadenza
dicembre arretrano di $27.00 a quota $1161.60 l'oncia.
In netto progresso i prezzi dei Titoli di Stato, con il
rendimento sul benchmark decennale che e' sceso al
3.2100% dal 3.2790% di ieri.
Alle 14:00 (le 8:00 ora di New York) il contratto future
sull'indice S&P500 e’ in calo di 30.50 punti (-2.75%) a
quota 1078.40.
Il contratto sull'indice Nasdaq 100 e' in contrazione di
50.00 punti (-2.79%) a quota 1744.25.
Il contratto sull'indice Dow Jones cede 231 punti
(-2.21%) a 10221.00 punti.
WALL
STREET: FUTURES: RIBASSO FRENATO NIENTE ALLARME
27 Novembre 2009 15:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
L'esposizione delle banche italiane alla crisi di Dubai
e' limitata. I trader la usano come scusa per vendere e
trarre qualche profitto dopo il rally. Occhi sulle
vendite al dettaglio, oggi inizia la stagione dello
shopping di Natale.
Quando manca mezz'ora all'inizio delle contrattazioni i
futures sono in calo (vedi quotazioni a fondo pagina),
su vendite assolutamente scontate dovute al default di
Dubai World, istituto finanziario cuore dell'Emirato.
Nella seduta abbreviata in occasione della festivita'
del Black Friday, i volumi sono molto sottili. I cali
fanno eco alle perdite accusate nei mercati europei e
asiatici, dopo che l'emirato di Dubai ha annunciato
quale sara' il primo passo per ristruttare parte del suo
debito.
Tuttavia le Borse d'Europa si sono allontanate dai
minimi di seduta dopo che le banche italiane e francesi
hanno tenuto a precisare che l'esposizione ai problemi
dell'emirato e' limitata. Ieri i mercati del Vecchio
Continente hanno ceduto circa il 3%, preoccupate perr il
possibile coinvolgimento di grandi banche proprio sulla
base di una esposizione al debito dell'emirato. Wall
Street e' invece rimasta chiusa in occasione della
festivita' del Thanksgiving.
Dubai World, su cui gravano $59 miliardi di passivita',
pari al 70% dell'intero debito statale, ha chiesto ai
creditori una moratoria di sei mesi sul debito e sta
cercando di rinegoziare le sue posizioni, compreso un
bond islamico da $3.52 miliardi della controllata
Nakheel Properties.
I prezzi dei Titoli di Stato intanto fanno un balzo
notevole, mentre il dollaro guadagna contro la maggior
parte delle valute concorrenti, con gli investitori che
sono a caccia degli asset piu' sicuri dopo il tracollo
dei mercati del mondo visto ieri e anche oggi. In calo
le materie prime.
Tra i settori, come era naturale aspettarsi, a pagare
dazio sono soprattutto le banche. Secondo alcuni
analisti la crisi e' solo un me non dovrebbe avere un
impatto pesante e duraturo sugli altri mercati.
Tuttavia, avvertono alcuni trader, gli investitori
stanno cercando di trarre qualche profitto, utilizzando
la crisi di Dubai World come una scusa per vendere.
Quest'oggi non ci sono appuntamenti di rilievo sul
fronte macroeconomico. Gli operatori seguiranno da
vicino i numeri circa le vendite nel Black Friday,
ovvero il giorno in cui prende ufficialmente il via
negli Stati Uniti la stagione dello shopping natalizio,
per vedere se i consumatori americani sono pronti a
tornare a mettere mano al loro portafogli.
Sugli altri mercati, sull'energetico cede terreno il
greggio. Al momento i futures con consegna dicembre
lascia sul campo $3.80 a quota $74.16 al barile. Sul
valutario accelera il dollaro, con l'euro che si
indebolisce nei confronti del biglietto verde a $1.4895.
Scivolano i prezzi dell'oro: i futures con scadenza
dicembre arretrano di $27.00 a quota $1161.60 l'oncia.
In netto progresso i prezzi dei Titoli di Stato, con il
rendimento sul benchmark decennale che e' sceso al
3.2100% dal 3.2790% di ieri.
Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future
sull'indice S&P500 e’ in calo di 29.40 punti (-2.65%) a
quota 1079.50.
Il contratto sull'indice Nasdaq 100 e' in contrazione di
44.50 punti (-2.48%) a quota 1749.75.
Il contratto sull'indice Dow Jones cede 219 punti
(-2.10%) a 10223.00 punti.
WALL
STREET: IN ROSSO: IL DOW CEDE 200 PUNTI
27 Novembre 2009 15:35 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
I cali rispecchiano quelli visti ieri sulle altre Borse
sui timori per Dubai. Dollaro in rialzo dello 0.8% sul
basket di valute rivali. Sotto pressione materie prime e
mercati dei Paesi in via di Sviluppo.
Partenza in netto calo per i listini azionari americani
e per i mercati in via di Sviluppo preoccupati per le
conseguenze che avra' il default di Dubai World,
istituto finanziario cuore dell'Emirato. Anche le
materie prime sono sotto pressione, accusando il calo
piu' pesante da luglio, mentre i prezzi dei Treasury e
il biglietto verde accelerano con decisione. Gli swap
sul default creditizio legati al debito venduto da Dubai
balzano di 134 punti base a quota 675.
"I mercati in via di Sviluppo potrebbero soffrire
particolarmente, piu' degli altri, perche' e' li' che
ultimamente abbiamo visto i rialzi maggiori", segnala
Henrik Drusebjerg, senior strategist di Nordea
Investment Management. "Siamo a un mese dalla chiusura
dell'anno, pertanto un numero elevato di investitori
cerchera' di ridurre adesso qualsiasi perdita
potenziale".
I timori suscitati dalle notizie secondo cui Dubai World
verra' rilevata dai funzionari dell'emirato ha spinto
molti operatori a vendere i titoli e andare a caccia di
asset meno rischiosi. Tale atteggiamento ha favorito
appunto i prezzi dei Titoli di Stato e il biglietto
verde, che al momento guadagna lo 0.8% contro il basket
delle sei principali valute concorrenti.
Tuttavia l'interesse nella valuta statunitense ha
esacerbato le pressioni sulle quotazioni delle materie
prime e sui listini azionari. Il ribasso e' intenso
almeno quanto lo e' stato quello subito dalle Borse
mondiali ieri, quando New York e' rimasta chiusa in
occasione della festivita' del Thanksgiving.
Tra i settori, come era naturale aspettarsi, a pagare
dazio sono soprattutto le banche. Secondo alcuni
analisti la crisi e' solo un me non dovrebbe avere un
impatto pesante e duraturo sugli altri mercati.
Tuttavia, avvertono alcuni trader, gli investitori
stanno cercando di trarre qualche profitto, utilizzando
la crisi di Dubai World come una scusa per vendere.
Quest'oggi non ci sono appuntamenti di rilievo sul
fronte macroeconomico. Gli operatori seguiranno da
vicino i numeri circa le vendite nel Black Friday,
ovvero il giorno in cui prende ufficialmente il via
negli Stati Uniti la stagione dello shopping natalizio,
per vedere se i consumatori americani sono pronti a
tornare a mettere mano al loro portafoglio.
Sugli altri mercati, sull'energetico cede terreno il
greggio. Al momento i futures con consegna dicembre
lascia sul campo $3.95 a quota $74.01 al barile. Sul
valutario accelera il dollaro, con l'euro che si
indebolisce nei confronti del biglietto verde a $1.4896.
Scivolano i prezzi dell'oro: i futures con scadenza
dicembre arretrano di $28.50 a quota $1160.10 l'oncia.
In netto progresso i prezzi dei Titoli di Stato, con il
rendimento sul benchmark decennale che e' sceso al
3.2200% dal 3.2790% di ieri.
WALL
STREET:
CEDE TERRENO SULL'ALERT DUBAI
27 Novembre 2009 19:15 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
Indici Usa in calo. I CDS schizzano al rialzo. I
rendimenti sui Treasury a due anni scivolano sui minimi.
Il dollaro rimbalza dello 0.8%. Giu' le materie prime,
greggio sotto $75. Volumi comunque limitati, in una
seduta corta.
Chiusura in territorio negativo per i listini azionari
di New York, con le perdite che fanno eco a quelle viste
sui mercati dei Paesi in via di Sviluppo, dopo che il
ritardo di Dubai nel saldamento dei debiti ha
innervosito gli investitori americani. Il Dow Jones ha
ceduto l'1.48% a 10309, l'S&P500 l'1.72% a 1091, il
Nasdaq e' arretrato dell'1.73% a 2138.
I timori suscitati dalla crisi dell'Emirato hanno spinto
al ribasso le materie prime, che accusano il calo piu'
marcato da luglio, mentre i prezzi dei Titoli di Stato
sono cresciuti nettamente e il dollaro ha rimbalzato
dello 0.8% contro il basket delle sei principali valute
concorrenti. Gli swap sul default creditizio (CDS) sono
schizzati al rialzo, con quelli legati al debito venduto
dal fondo sovrano di Dubai che hanno registrato un
incremento di 134 punti base a 675.
L'indice Chicago Board Options Exchange Volatility, il
benchmark meglio noto come VIX che misura la volatilita'
degli scambi sui mercati, ha registrato un rialzo del
18% a quota 24.07. Il rendimento sui Treasury a due anni
e' scivolato invece sui minimi di dicembre.
"Il mondo vuole vedere quanto questo influira' sulla
propensione al rischio degli investitori", ha commentato
poco prima della chiusura dei mercati Donald Ross,
global strategist di Titanium Asset Management. "Questa
e' una questione abbastanza grossa da mettere in crisi
la durata e la rapidita' del rally azionario".
Dubai World, il veicolo di investimento del governo
degli Emirati, zavorrato da $59 miliardi di passivita',
e' a rischio default dopo aver tentato di posticipare il
pagamento della maggior parte del suo debito. La notizia
ha lanciato l'allarme sulle Borse di tutto il mondo, che
hanno accusato pesanti cali ieri, quando Wall Street era
chiusa in occasione della festivita' del Thanksgiving.
Tra i settori, come era naturale aspettarsi, a pagare
dazio sono soprattutto le banche. Secondo alcuni
analisti la crisi e' tuttavia solo momentanea e non
dovrebbe avere un impatto pesante e duraturo sugli altri
mercati. Tuttavia, avvertono alcuni trader, gli
investitori stanno cercando di trarre qualche profitto,
utilizzando la crisi di Dubai World come una scusa per
vendere.
Gli operatori hanno inoltre seguito da vicino i numeri
circa le vendite del Black Friday, ovvero il giorno in
cui prende ufficialmente il via negli Stati Uniti la
stagione dello shopping natalizio, per vedere se i
consumatori americani sono pronti a tornare a mettere
mano al loro portafoglio.
Lo yen ha ridotto i guadagni dopo che il ministro delle
Finanze giapponese, Hirohisa Fujii, ha detto che
potrebbe mettersi in contatto con Stati Uniti ed Europa
per intraprendere azioni sul mercato dei cambi valutari,
sottolineano il timore che il rafforzamento della valuta
del Sol Levante infliggera' un duro colpo all'economia,
comprimendo le esportazioni.
A livello settoriale le migliori performance sono state
segnate dai comparti: Volatility-VXX +4.9%, U.S.
Dollar-UUP +1.1%, Natural Gas-UNG +0.6% e 20+ yr
Treasuries-TLT +0.3%. Tra i piu' forti ribassi: oal-KOL
-3.7%, Global Shippers-SEA -2.7%, Crude Oil-USO -2.7%,
Oil Services-OIH -2.6%, Metals and Mining-XME -2.5%,
Steel-SLX -2.5%, Silver-SLV -2.4% e Wind Energy-FAN
-2.4%.
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Venerdì 27
Novembre 2009 |
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Germania -
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PARTE
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