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La Borsa di Tokyo
rimbalza, Nikkei +2,9%
30.11.2009
La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in forte rialzo. Il
Nikkei ha guadagnato il 2,9% a 9.345,55 punti e il Topix
il 3,6% a 839,94 punti. I bancari hanno beneficiato del
calo dei timori relativi ai problemi finanziari
dell'Emirato del Dubai. Mitsubishi UFJ Financial
(JP3902900004) ha guadagnato l'8,6%, Mizuho Financial
Group (JP3885780001) il 9,5% e Sumitomo Mitsui Financial
Group (JP3890350006) l'8,8%. La Banca Centrale degli
Emirati Arabi Uniti ha annunciato che fornirà liquidità
alle banche che operano sul suo territorio ed assicurato
che il sistema finanziario del paese è più solido di
quanto non fosse un anno fa.
La ripresa del dollaro rispetto allo yen ha spinto gli
esportatori. Toyota (JP3633400001) ha chiuso in rialzo
del 4,2%, Honda (JP3854600008) dell'1,5%, Canon
(JP3242800005) del 4,1%, Panasonic (JP3866800000) del
4,1% e Sony (JP3435000009) del 2,6%. Secondo delle voci
di stampa il Governo giapponese starebbe studiando delle
misure economiche per affrontare la solidità dello yen.
Shin-Etsu Chemical (JP3371200001) ha guadagnato il 4,5%.
Macquarie ha alzato il suo rating sul titolo del primo
produttore al mondo di wafer di silicio da "Underperform"
a "Neutral".
Sumitomo Corp. (JP3404600003) ha chiuso in rialzo del
4,7%. Credit Suisse ha promosso il titolo della holding
commerciale da "Neutral" ad "Outperform".
Redazione Borsainside 7.30
Borsa Dubai: in forte
calo, -5,87%
lunedì, 30 novembre 2009 - 7:31 CET
(ANSA) - ABU DHABI, 30 NOV - La Borsa di Dubai ha aperto
la giornata segnando un netto calo con -5,87%. Sospese
le transazioni sulle obbligazioni della Nakheel.
Il gigante immobiliare, che fa parte della holding Dubai
World, in parte all'origine della crisi del debito di
Dubai, ha chiesto questa mattina la sospensione delle
transazioni sulle sue obbligazioni islamiche.
Giappone: Boj, Grande
Preoccupazione Per Rialzo Yen
lunedì, 30 novembre 2009 - 9:11 CET
(AGI) - Tokyo, 30 nov. - Il Governatore della Boj,
Masaaki Shirakawa dice di guardare con "grande
preoccupazione" il rialzo dello yen. Shirakawa conferma
che avra' un colloquio col premier Yukio Hatoyama questa
settimana e che la banca "e' pronta ad agire con
prontezza e decisione sulla strada della ripresa".
India: pil
secondo trimestre +7,9%
lunedì, 30 novembre 2009 10:23 NEW DELHI
(ANSA) - NEW DELHI, 30 NOV - L'India sembra confermare
il superamento della crisi economica. Il pil del secondo
trimestre ha registrato un aumento del 7,9%.
La Borsa di Mumbai ha reagito positivamente a questa
notizia e all'inizio del pomeriggio (la mattina
italiana) l'indice Sensex dei principali titoli mostrava
un incremento di oltre 370 punti (+2,23%). Nel primo
trimestre la crescita del Pil indiano era stata del
6,1%, mentre questa aveva segnato un +6,7% nel 2008.
30 Novembre 2009 10:55
NEW YORK
DUBAI: SOLO IL 24% DI PROBABILITA' DI UN DEFAULT
di WSI
Dal prezzo dei CDS sul mercato si capisce che lo stress
e' molto forte ma non tale da provocare un'immediata
crisi con rischi ad effetto domino. Nakheel chiede la
sospensione dalle negoziazioni per tre bond islamici da
$5.25 miliardi.
I CDS (credit defaults swaps) legati al debito del
Dubai, schizzati la scorsa settimana a un massimo
assoluto, stamattina sono ancora in rialzo ma (al
momento) a livelli da cui si capisce che lo stress e'
molto forte ma non tale da provocare un'immediata crisi
con rischi ad effetto domino. Quindi gli investitori si
aspettano che l'Emirato sara' alla fine salvato da Abu
Dhabi, anche se con riluttanza.
World, ha chiesto la sospensione dalle negoziazioni per
tre dei suoi bond islamici sukuk per un totale di $5.25
miliardi, "fino a quando non saremo in grado di
informare completamente il mercato sulla
ristrutturazione del debito".
Il costo per proteggersi in caso il governo del Dubai
non riesca a far fronte alle proprie obbligazioni
debitorie e' raddoppiato dopo che la societa'
governativa Dubai World, con $59 miliardi di debiti, ha
chiesto all'improvviso mercoledi' una moratoria sul
pagamento degli interessi per ristrutturare il suo
debito.
Gli investitori, secondo Bloomberg, chiedono stamattina
$647000 l'anno (o 647 punti base, rispetto ai 420.60 di
venerdi') per assicurare $10 milioni del debito di
Dubai, mentre il costo dei CDS (credit defaults swaps)
sarebbe di $1 milione, o 1000 punti base, nel caso il
mercato ritenesse che il debitore andra' per certo gambe
all'aria (era il livello di Lehman Brothers subito prima
di fallire, per intenderci).
"Non sono disperatamente preoccupato per il fatto che
potremmo andare verso una sorta di spirale della morte",
ha detto a Bloomberg Nicholas Field, che lavora a Londra
in un fondo di investimento azionario da $11 miliardi
sui mercati emergenti di Schroders Plc. "Non credo ci
sara' un grande e prolungato movimento al ribasso".
Il prezzo del CDS legati al debito di Dubai implica una
chance del 24% sull'ipotesi che l'Emirato possa fare un
default sul suo debito entro il dicembre 2014, secondo
dati di JPMorgan Chase elaborati da Bloomberg.
Sull'azionario ovviamente ci sono stati localmente forti
ribassi. Chiusura in profondo rosso per le Borse di
Dubai e Abu Dhabi, dopo il ciclone di Dubai World. Il
listino di Dubai ha perso il 7,3% con tutti i gruppi
bancari ed edilizi in picchiata. Giu' anche la borsa di
Abu Dhabi, con il -8,3%. Prima del terremoto
finanziario, la borsa di Dubai aveva chiuso in rialzo
del 28% dall'inizio dell'anno. In perdita anche la Borsa
dell'Egitto (-6,86%) mentre la piazza dell'Arabia
Saudita e' chiusa fino a sabato, e nemmeno e' aperta
quella del Kuwait.
Dubai: Nakheel Chiede Alt
Negoziazioni Su 3 Bond Islamici
lunedì, 30 novembre 2009 - 11:12 CET
(AGI) - Dubai, 30 nov. - Il colosso delle costruzioni di
Dubai Nakheel, considerato l'anello debole della catena
di societa' di Dubai World, ha chiesto la sospensione
dalle negoziazioni per tre dei suoi bond islamici per un
totale di 5,25 miliardi di dollari, "fino a quando non
saremo in grado di informare completamente il mercato
sulla ristrutturazione del debito". mercoledi' scorso il
governo di Dubai ha fatto sapere che avrebbe chiuso una
moratoria di sei mesi sui suoi debiti.
Inflazione:
sale a 0,7% a novembre
lunedì, 30 novembre 2009 11:21 BRUXELLES
(ANSA) - ROMA, 30 NOV - L'inflazione a novembre ha
raggiunto lo 0,7%, contro lo 0,3% di ottobre. Lo
comunica l'Istat nella stima preliminare. E aggiunge che
su base mensile i prezzi sono cresciuti dello 0,1%. Per
quanto riguarda la zona euro, dopo sei mesi col segno
meno, a novembre torna in terreno positivo: +0,6%,
secondo la stima flash di Eurostat.
Ad ottobre si era attestata a -0,1%. Fugato del tutto il
rischio deflazione, l'indice dei prezzi al consumo torna
ai livelli di aprile.
Dubai: Borsa Chiude In Profondo Rosso, Oltre Il -7%
lunedì, 30 novembre 2009 11:34 DUBAI
(AGI) - Dubai 30 nov. - Chiusura in profondo rosso per
le Borse di Dubai e Abu Dhabi, dopo il ciclone di Dubai
World. Il listino di Dubai ha perso il 7,3% con tutti i
gruppi bancari ed edilizi in picchiata. Giu' anche la
borsa di Abu Dhabi, con il -8,3%. Prima del terremoto
finanziario, la borsa di Dubai aveva chiuso in rialzo
del 28% dall'inizio dell'anno. In perdita anche la Borsa
dell'Egitto (-6,86%) mentre la piazza dell'Arabia
Saudita e' chiusa fino a sabato, e nemmeno e' aperta
quella del Kuwait.
Ue-Cina: Pechino ferma su
yuan
lunedì, 30 novembre 2009 - 11:48 CET
(ANSA) - NANJING (NANCHINO), 30 NOV - La Cina e' ferma
sui tassi di cambio e sulla necessaria stabilita' dello
yuan,ma possibilista in tema di cambiamenti climatici.Al
vertice Ue-Cina a Nanjing, il premier cinese Wen Jibao
ha incontrato la delegazione dei vertici Ue guidata dal
presidente della Commissione Ue Barroso. Wen ha ribadito
l'importanza 'cruciale' della stabilita' della moneta
cinese per l'economia del paese. Sul clima, invece,Wen
ha parlato di una imminente presa di posizione per la
riduzione delle emissioni.
Le borse di Shanghai e
Hong Kong chiudono in forte rialzo
30.11.2009
Quasi tutte le principali borse della regione
Asia-Pacifico hanno chiuso oggi in rialzo.
Lo Shanghai Composite ha guadagnato il 3,2% a 3.195,30
punti. Il Politburo del Partito Comunista cinese ha
dichiarato che la Cina manterrà una politica fiscale
proattiva per ammortizzare l'impatto negativo della
crisi finanziaria a livello globale. Tra i bancari
Industrial and Commercial Bank (CN000A0LB42) ha
guadagnato l'1%, Bank of China (CN000A0J3PX9) il 2%,
China Construction Bank (CN000A0HF1W3) l'1,4% e Shanghai
Pudong Development Bank (CN0009282731) il 2,6%. Nel
settore immobiliare China Vanke (CN0008879206) ha chiuso
in rialzo del 2,3%, Poly Real Estate (CN000A0KE8T0) del
2,2% e Gemdale (CNE000001790) del 2,7%. Nel settore
dell'industria automobilistica Beiqi Foton Motor
(CNE000000WC6) ha guadagnato il 6,1%, SAIC Motor
(CNE000000TY6) il 7,5%, FAW Car (CN0009095802) il 9,2% e
Chongqing Changan Automobile (CNE000000R36) il 5%.
Secondo lo "Shanghai Securities News" la Cina potrebbe
estendere il regime fiscale preferenziale applicato alle
vendite di automobili al prossimo anno.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in rialzo del 3,3% a
21.821,50 punti. I titoli del settore finanziario sono
rimbalzati. HSBC (GB0005405286) ha guadagnato il 4,3%,
Bank of Communications (CN000A0ERWC7) il 4,9% e China
Life (CN0003580601) il 3,2%. La Banca Centrale degli
Emirati Arabi Uniti ha annunciato che fornirà liquidità
alle banche che operano sul suo territorio ed assicurato
che il sistema finanziario del paese è più solido di
quanto non fosse un anno fa. In forte ripresa anche il
settore immobiliare. Sun Hung Kai Properties
(HK0016000132) ha guadagnato il 3,7%, Cheung Kong
Holdings (HK0001000014) il 2,3%, Sino Land
(HK0083000502) il 4,4% e Henderson Land (HK0012000102)
il 5,8%.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha guadagnato il 2,8%, il Kospi a Seul il 2% e il
Taiex a Taipei l'1,2%. Lo Straits Times a Singapore ha
perso l'1,1%.
Redazione Borsainside 12.00
30 Novembre 2009 12:39
DUBAI - Il Sole 24 Ore
Nakheel non rimborsa i bond. A picco le Borse del Golfo
DUBAI - A picco le Borse
degli Emirati dopo quattro giorni di chiusura per le
festività musulmane. La Borsa di Dubai chiuso con un
calo del 7,3%, quella di Abu Dhabi ha fatto anche
peggio: -8,3%. Un'ondata di vendite, ampiamente
prevista, si è abbattuta sui listini facendo precipitare
le quotazioni dei maggiori titoli. Le dichiarazioni di
ieri della Banca centrale, che ha annunciato una
ulteriore immissione di liquidità nel sistema bancario,
non sono riuscite a convincere gli investitori a dare
seguito alle vendite.
Il terremoto non ha coinvolto soltanto le società che
fanno capo a Dubai World, il colosso controllato dal
governo dell'emirato che mercoledì scorso ha chiesto ai
creditori una moratoria di sei mesi sui suoi debiti, che
ammontano a 59 miliardi di dollari. È tutto il comparto
immobiliare ad aver subito i contraccolpi peggiori.
Pesanti le perdite dei titoli Emaar e Aldar Properties.
Le vendite, però, non hanno risparmiato neppure Dp
World, il principale operatore mondiale nel settore
portuale. Nonostante la sua controllante Dubai World
abbia comunicato che la società è estranea al piano di
ristrutturazione del debito, Dp World continua a perdere
il 14,88% al Nasdaq Dubati, dove è quotata, e dove le
contrattazioni continueranno fino al 17 ore locali.
Preoccupa la performance negativa della Borsa di Abu
Dhabi, un segno evidente che la crisi di Dubai non è
circoscritta al piccolo emirato, ma che è destinata ad
allargarsi a tutta l'area. Le banche di Abu Dhabi
detengono il 30% del debito di Dubai World, una quota
altissima. La sola National Bank of Abu Dhabi, il
secondo istituto di credito del'emirato, ha sottoscritto
345 milioni di dollari di debito. Ma nei guai ci sono
anche altri due istituti di credito, la Abu Dhabi
Commercial Bank e la First Gulf Bank.
Già un'ora prima dell'apertura delle contrattazioni si
era capito che la giornata sarebbe stata convulsa. Sul
sito del Nasdaq Dubai erano comparsi tre comunicati nei
quali la società immobiliare Nakheel, controllata da
Dubai World, chiedeva la sospensione delle
contrattazioni delle sue obbligazioni islamiche «fino a
quando non sarà nella situazione di poter informare
completamente il mercato» È stato il segnale che ha
confermato agli operatori che gli ordini di vendita
piazzati ieri, alla vigilia delle riaperture delle Borse
del Golfo Persico, andavano nella direzione giusta.
Nakheel è l'anello debole tra le società del gruppo
Dubai World. I suoi principali progetti, come la
costruzione di altre due isole a forma di palma e di un
arcipelago che ricostruisce i continenti della Terra,
sono bloccati o rinviati. E il 14 dicembre, tra sole due
settimane, Nakheel dovrebbe rimborsare un bond islamico
da 3,5 miliardi di dollari. Gli altri due bond sospesi
dagli scambi sono un'obbligazione islamica da 980
milioni di dollari con scadenza 13 maggio 2010 e un bond
da 750 milioni da restituire il 16 gennaio 2011.
E mentre il Fondo monetario internazionale ha fatto
sapere che segue attentamente la situazione di Dubai, a
gettare benzina sono arrivate questa mattina le
dichiarazioni della banca d'investimento Efg Hermes,
secondo la quale i debiti complessivi di Dubai non
ammonterebbero a 80 miliardi di dollari, ma a 150
miliardi. Quasi il doppio di quanto stimato fino a ora.
Dubai, governo non garantisce debito di Dubai World
lunedì, 30 novembre 2009 13:54 DUBAI - REUTERS
Il governo del Dubai non garantirà il debito della
holding pubblica Dubai World.
Lo ha detto a Dubai tv Abdulrahman al-Saleh, direttore
generale del dipartimento delle Finanze, aggiungendo che
le banche locali non hanno bisogno di ulteriori
iniezioni di liquidità da parte della banca centrale.
Il funzionario ha inoltre definito "esagerata" la
reazione dei mercati e non in linea con l'entità del
problema debitorio di Dubai World.
La ristrutturazione della holding pubblica, secondo il
funzionario, avrà inoltre delle ripercussioni per i
creditori nel breve termine ma dei benefici sul lungo
periodo. In ogni caso, i creditori devono assumersi la
responsabilità delle proprie decisioni nella concessione
del credito.
"I creditori devono assumersi parte della responsabilità
per la loro decisione di dare credito a queste società.
Pensano che Dubai World faccia parte del governo, che
non è corretto", ha detto.
La conglomerata Dubai World la settimana scorsa ha
chiesto per sè e per la società immobiliare Nakheel una
moratoria di sei mesi per il rimborso di miliardi di
debito allo scopo di procedere alla ristrutturazione
delle proprie attività.
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Lunedì 30
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Giappone - Edizione Tokyo |
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Emirati Arabi - Edizione Dubai |
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Edizione New Delhi |
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Venezuela interviene in 4
banche
lunedì, 30 novembre 2009 - 14:03 CET
(ANSA) - CARACAS, 30 NOV - Il governo del Venezuela ha
annunciato 'l'intervento' dello Stato in 4 banche del
paese: lo ha detto il ministro di economia Rodriguez.
Ieri, il presidente Hugo Chavez aveva avvertito 'tutti i
banchieri privati' su eventuali 'nazionalizzazioni'
degli istituti di credito.
Mutui:acquirenti a
rischio poverta'
lunedì, 30 novembre 2009 - 15:46 CET
(ANSA) - ROMA, 30 NOV - Un italiano su 4 tra chi
acquistera' una casa nel 2010 e' a rischio poverta',
secondo una proiezione promossa dalla Caritas. Secondo i
dati dell'osservatorio dell'Osservatorio Regionale del
Costo sul Credito (BCI.SN - notizie) (Orcc), 'se si
considerano le famiglie che contano il prossimo anno di
ricorrere al credito per abbandonare l'affitto a favore
di un appartamento di proprieta', la 'soglia di poverta'
cresce fino al 37%, una famiglia su tre''.
Dubai: Premio Su Insolvenza Emirato Sale a 647 Punti
lunedì, 30 novembre 2009 15:57 NEW YORK
(ASCA) - 30 nov - Il caso di Dubai World, il fondo di
investimento dell'Emirato di Dubai che ha chiesto una
moratoria per 5,7 miliardi su un debito complessivo di
60 miliardi, scuote lo ''standing creditizio''
dell'Emirato. Il premio assicurativo (Cds) per
assicurarsi contro l'insolvenza dell'Emirato del Dubai
e' oggi salito a 647 punti. Nei fatti per assicurare 10
milioni di dollari investiti in bond o altri strumenti
di debito emessi da Dubai, con scadenza a 5 anni,
occorrono 647 mila dollari.In netto aumento rispetto a
venerdi' quando il Cds du Dubai aveva chiuso a 503
punti, nei fatti 503 mila dollari di premio per
assicurare 10 milioni di debito dell'Emirato. Oggi, il
governo di Dubai ha detto che non garantira' il debito
di Dubai World. Lapidaria la dichiarazione Abdulrahman
al-Saleh, direttore generale del Dipartimento Finanze
dell'Emirato di Dubai, ''i creditori devono assumersi le
loro responsabilita' quando prestano denaro. Loro
pensano che Dubai World e' del governo, questo non e'
corretto''. La presa di posizione del governo di Dubai
di non garantire il debito di Dubai World alleggerisce
l'Emirato da ulteriori responsabilita' e passa ''il
cerino'' in mano ai creditori. Il mercato ritiene
comunque che il caso Dubai possa rimanere circoscritto
in quanto, in caso di ulteriori difficolta', Dubai
riceverebbe il sostegno dell'emirato di Abu Dhabi
nonche' della banca centrale degli Emirati Arabi Uniti,
di cui fanno parte sia Dubai che Abu Dhabi.
Crisi:Usa, indice pmi,
balzo a 56,1
Temi:Analisi per settoriI titoli del giornoInterviste e
opinioni
lunedì, 30 novembre 2009 - 16:58 CET
(ANSA) - ROMA, 30 NOV - L'indice dei responsabili per
gli acquisti del distretto di Chicago a novembre e'
salito a sorpresa a 56,1 da 54,2 punti di ottobre. Il
dato e' migliore delle attese degli analisti che avevano
previsto una flessione a 53,0 punti. L'indicatore
conferma l'andamento positivo del comparto
manifatturiero Usa, considerato che quota 50 e' la
soglia di demarcazione fra espansione e contrazione del
ciclo.
Crisi
Usa:perdite per 2.900 mld dlr
lunedì, 30 novembre 2009 17:02 NEW YORK
(ANSA) - NEW YORK, 30 NOV - La crisi finanziaria ha
causato da marzo 2009 perdite negli Usa per circa
2.100-2.600 miliardi di dollari. A stimarlo - secondo
quanto riportato dall'emittente televisiva Cnbc - e'
Goldman Sachs (NYSE: GS - notizie)
Dubai:S&P, sotto
osservazione ADCB
lunedì, 30 novembre 2009 - 17:08 CET
(ANSA) - MILANO, 30 NOV - Standard & Poor's ha messo
sotto osservazione e con implicazioni negative i rating
sul debito della banca commerciale di Abu Dhabi. Per
effetto dell'esposizione verso la holding statale Dubai
World. Lo annuncia una nota dell'agenzia, precisando che
la decisione e' stata adottata per effetto delle
incertezze legate ai recenti accordi di ristrutturazione
annunciati da Dubai World.
Dubai World, un problema piu' europeo che americano
BlueTG.it - lunedì, 30 novembre 2009 17:47 NEW YORK
L’esposizione delle banche americane al caso Dubai World
sembra essere contenuta in “soli” 9,9 miliardi di
dollari secondo i dati diffusi da CreditSight Inc. e
rilanciati dall’agenzia Bloomberg. In particolare
Citigroup dovrebbe essere esposta per 5,9 miliardi e Jp
Morgan & Chase per 2,5 miliardi. Al contrario le banche
europee, inglesi in particolare, avrebbero
un’esposizione decisamente più elevata, pari a nove
volte circa quelle delle loro concorrenti statunitensi.
Come noto Dubai World, holding finanziaria del Dubai
(uno dei sette emirati riuniti negli Emirati Arabi
Uniti) ha congelato il pagamento del proprio debito,
attualmente pari a 59 miliardi di dollari, fino al
prossimo 30 maggio, ottenendo l’appoggio della banca
centrale degli Emirati Arabi Uniti nonostante la presa
di distanza da parte del governo, che ha ricordato di
non aver offerto garanzia esplicita al debito della
holding ma solo di averne finanziato i progetti. (l.s.)
Wto: Contrazione Commercio Rivista Da 9% a 10%
lunedì, 30 novembre 2009 17:59 GINEVRA
(ASCA) - Ginevra, 30 nov - Nella prima giornata di
lavori della settima Ministeriale dell'Organizzazione
mondiale del commercio, la Wto ha dovuto rivedere per la
seconda volta al rialzo le previsioni commerciali per il
2009. ''La crisi finanziaria e il successivo crollo
della domanda in Europa e Nord-America hanno causato una
recessione globale che a sua volta ha prodotto un calo
di oltre il 10% del commercio mondiale nel 2009,
ritornando cosi' ai livelli del 2005'', e' la
considerazione dell'organizzazione dopo nel Rapporto sul
commercio illustrato oggi in occasione del Vertice di
Ginevra. A marzo scorso le previsioni della Wto
bloccavano le perdite al 9%. Nello scacchiere
internazionale vince l'Asia, con un aumento delle
esportazioni del 4,5% rispetto, pero', al +11,5% del
2007. Le esportazioni europee riportano il record piu'
basso nel 2008 con uno +0,5% rispetto al +4% dell'anno
precedente, mentre le importazioni hanno visto una
crescita negativa dell'1%. Le esportazioni
nord-americane nel 2008 sono cresciute dell'1,5% ma ad
equilibrare le cose ci sono le importazioni, che sono
calate del 2,5% a causa del crollo della domanda.
30 Novembre 2009 18:18
ROMA
CONSOB: NON PROROGATE MISURE RESTRITTIVE SU VENDITE ALLO
SCOPERTO
di WSI-APCOM
La Consob ha deciso di non prorogare il "regime
restrittivo" attualmente in vigore per le vendite allo
scoperto. Lo comunica l'Authority.
La Consob ha deciso di non prorogare il "regime
restrittivo" attualmente in vigore per le vendite allo
scoperto. Lo comunica l'Authority, sottolineando che
tuttavia "mantiene efficacia il provvedimento del 29
luglio scorso relativo alle società quotate nei mercati
regolamentati italiani e ivi negoziate che siano oggetto
di aumenti di capitale deliberati entro il 30 novembre".
Per queste società, spiega la Consob, "resta in vigore
il divieto di vendite allo scoperto: la vendita di
azioni, pertanto, deve essere assistita sia dalla
disponibilità che dalla proprietà dei titoli da parte
dell'ordinante al momento dell'ordine e fino alla data
di regolamento dell'operazione. La disposizione si
applica fino al giorno di chiusura dell'aumento di
capitale. Resta ferma per le società in oggetto -
aggiunge l'Autorità - la facoltà, prevista dalla
delibera Consob del 15 ottobre scorso, di chiedere alla
commissione di essere escluse dall'applicazione del
divieto".
Le nuove disposizioni, conclude la Consob, hanno effetto
dalla mezzanotte del primo dicembre 2009.
Le borse europee chiudono
in ribasso
30.11.2009
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi
in ribasso. Il FTSE 100 a Londra ha perso l'1,1%, il DAX
a Francoforte l'1,1%, il CAC40 a Parigi l'1,1%, il FTSE
MIB a Milano l'1,3% e lo SMI a Zurigo l'1,2%.
Sui mercati è riaumentata oggi l'incertezza. Il
Direttore del Dipartimento delle Finanze di Dubai ha
dichiarato che il Governo dell'Emirato non intende
garantire i debiti di Dubai World.
Barclays (GB0031348658) ha perso l'1,9%, Lloyds Banking
Group (GB0008706128) il 5,9%, Royal Bank of Scotland
(GB0006764012) il 4,4% e Standard Chartered
(GB0004082847) il 2,4%. Secondo Morgan Stanley le banche
britanniche avrebbero investito circa $50 miliardi a
Dubai e sarebbero quindi le più esposte ai debiti di
Dubai World.
Bank of Ireland (IE0030606259) ha chiuso in calo del
5,3%. La banca Irlandese ha indicato che potrebbe
registrare delle perdite prima delle tasse di €3,4
miliardi se trasferirà i suoi assets tossici con uno
sconto del 30% nella "bad bank" creata da Dublino.
Tra i petroliferi BP (GB0007980591) ha perso l'1,6%,
Royal Dutch Shell (GB00B03MLX29) l'1,8%, Eni
(IT0003132476) l'1,4% e Total (FR0000120271) l'1,6%. Il
prezzo del petrolio è sceso nel pomeriggio a New York
fino a $75,26 al barile.
Renault (FR0000131906) ha guadagnato a Parigi
controtendenza lo 0,1%. Goldman Sachs ha promosso oggi
il titolo dell'impresa francese da "Neutral" a "Buy"
(per ulteriori dettagli clicca qui).
Redazione Borsainside 18.40
Opel: Gm controlla di
nuovo il 100%
lunedì, 30 novembre 2009 - 19:00 CET
(ANSA) - BERLINO, 30 NOV - La Opel e' di nuovo sotto il
controllo assoluto della General Motors (NYSE: GM -
notizie) : lo ha annunciato oggi il ministero
dell'Industria tedesco.
La societa' fiduciaria che deteneva la quota del 65% del
capitale azionario della casa automobilistica e' stata
sciolta. La cancelliera tedesca Angela Merkel aveva
annunciato la settimana scorsa che Gm aveva restituito
al governo l'intero prestito ponte da 1,5 miliardi
concesso per garantire la sopravvivenza della Opel
durante le trattative per la vendita.
30 Novembre 2009 19:12
LONDRA - di Andrea Franceschi - Il Sole 24 Ore
Ecco la lista delle banche a potenziale "rischio
sistemico"
«Non c'è nessuna lista
definita». Così il Financial Stability Board in un
comunicato ha commentato la notizia, pubblicata dal
Financial Times, in cui si riferisce di un elenco
stilato dalle authority nazionali per il Financial
Stability Board allo scopo di indicare le grandi
istituzioni finanziarie che, se si trovassero in
difficoltà, comporterebbero un "rischio sistemico". Una
lista che, insieme a colossi del calibro di Goldman
Sachs, Citigroup o Deutsche Bank, comprende anche le
italiane Intesa Sanpaolo e UniCredit.
Il Fsb e la supervisione dei mercati
L'organismo internazionale guidato dal governatore della
Banca d'Italia Mario Draghi sta studiando forme di
supervisione sovranazionale dei mercati. Organismi in
grado di coordinare le autorità nazionali nel lavoro di
vigilanza dei mercati, al fine di prevenire lo scoppio
di un'altra crisi finanziaria. Parallelamente il Fsb
intende sentire i vertici delle maggiori banche e
assicurazioni del mondo (quelli presenti nella lista). A
loro, scrive il Financial Times, verrà chiesto di
stilare una sorta di «piano d'emergenza»: una serie di
misure da mettere in atto nel caso si verifichi un'altra
crisi.
Successivamente il Financial Stability Board ha chiarito
questo aspetto. E, in una nota, oggi ha segnalato che
intende richiedere alle principali istituzioni
finanziarie mondiali di dotarsi di un «collegio di
supervisione». «Già nel 2008 - precisa il Fsb - abbiamo
stilato un elenco di società che a nostro parere
dovrebbero dotarsi di questo strumento. Ma è una lista
che è soggetta a cambiamenti e non corrisponde a quella
pubblicata dal Financial Times».
L'elenco del Financial Times
Nella lista pubblicata dal quotidiano finanziario ci
sono 30 grossi nomi della finanza. Banche e
assicurazioni cosiddette «too big to fail», troppo
grandi per fallire. Colossi il cui fallimento, al pari
della banca americana Lehman Brothers, potrebbe avere un
impatto pesante sulla stabilità dei mercati. Situazioni
che il Fsb intende prevenire. Tra le banche, oltre alle
già citate Unicredit e Intesa Sanpaolo, ci sono le
amercane Goldman Sachs, Citigroup, JpMorgan e Bank of
America; la canadese Royal Bank of Canada; le
britanniche Hsbc, Barclays Royal Bank of Scotland e
Standard Chartered; le svizzere Ubs e Credit Suisse; le
francesi Societè Generale e Bnp Paribas; le spagnole
Banco Santander e Bbva; le giapponesi Mizuh, Sumitomo
Mitsui, Nomura e Mitsubishi UFJ; la tedesca Deutsche
Bank e l'olandese Ing. Tra le assicurazioni invece ci
sono Axa, Aegon, Allianz, Aviva, Zurich e Swiss Re
Wto: Usa e Cina, Fermi In
Attesa Di Reciproci Segnali
(ASCA)- Ginevra, 30 nov - Nessuna confusione tra
''sostanza e processo'' dei negoziati e un avvertimento:
no alle scorciatoie, ''che potrebbero portare solamente
ad ulteriori ritardi e binari morti''. Il capo
negoziatore statunitense, nel suo intervento alla
sessione plenaria del Vertice ministeriale della Wto in
corso a Ginevra, ha lanciato un chiaro avvertimento in
direzione dei Paesi emergenti: ''stando ai dati della
Banca mondiale il 50% della crescita del pil globale di
qui al 2014 verra' realizzato da Cina, India, Brasile,
Argentina, Sud Africa e i Paesi dell'ASEAN''. Un grande
successo nel negoziato di Doha si puo' raggiungere
solamente ''con l'apertura dei mercati e la creazione di
nuove opportunita' commerciali significative'', nei
capitoli dell'agricoltura, dei prodotti industriali e
nei servizi. Un avvertimento a chi cercasse facili vie
d'uscita attraverso il testo ''leggero'' che verra'
prodotto dal presidente dell'assemblea ministeriale e
ministro cileno al commercio Andre's Velasco al termine
di questa conferenza misteriale: nulla puo' sostituire
''il duro lavoro dei negoziati tra i Paesi membri in
tutti i propri formati, estesi e in piccoli
gruppipartita finale - ha detto Kirk utilizzando una
metafora calcistica dello stesso Lamy - ma i nostri
interessi sono ben noti''. E quindi in assenza di un
segnale concreto da parte degli ''emergenti'', nessuna
chiusura del ciclo negoziale. Posizione speculare da
parte di uno dei leaders del blocco opposto: la Cina. Il
ministro al Commercio Chen Deming, infatti, ha
denunciato l'instabilita' delle radici della crescita
globale e una strategia in tre passi per uscirne:
aprire, avanzare e riformare. Innanzitutto resistere al
protezionismo, come richiede la Wto, e poi guardare i
risultati raggiunti oggi e chiudere senza tanti indugi.
Senza accogliere, dunque, le richieste di ulteriori
liberalizzazioni avanzate dagli Usa. Anzi, la richiesta
e' di una riforma della Wto stessa, ''che porti nella
direzione di uno sviluppo sostenibile'', ha concluso
Deming. Questa posizione ferma, sommata alla precedente,
evidenzia uno stallo negoziale molto difficile da
superare entro il 2010, ed a maggior ragione difficile
da accelerare con un testo senza valore legale come
quello che arrivera' dopodomani a chiusura della
ministeriale.
Borse dell'Europa
dell'Est positive, svetta Budapest
30.11.2009
Tutte le principali borse dell'Europa dell'Est hanno
chiuso oggi in rialzo.
L'indice RTS ha guadagnato a Mosca lo 0,4% a 1.374,93
punti. I volumi di scambio sono scesi rispetto a venerdì
e sono stati al di sotto della media. La Banca Centrale
degli Emirati Arabi Uniti ha annunciato che fornirà
liquidità alle banche che operano sul suo territorio ed
assicurato che il sistema finanziario del paese è più
solido di quanto non fosse un anno fa. La notizia ha
sostenuto tutte le borse dei mercati emergenti. I
guadagni del mercato azionario russo sono stati però
limitati a causa della debolezza del prezzo del petrolio
e della prudente apertura di Wall Street. LUKoil
(RU0009024277) ha guadagnato il 2,3%, Rosneft
(RU000A0J2Q06) lo 0,9%, Gazprom (RU0007661625) lo 0,9% e
Sberbank (RU0009029540) il 4,5%. Norilsk Nickel
(RU0007288411) ha perso lo 0,9%.
Il BUX a Budapest ha guadagnato il 2,7% a 20.806,90
punti. Secondo gli operatori il mercato azionario
ungherese sarebbe stato spinto oggi da delle operazioni
di "window dressing". Tra i titoli di maggior peso del
BUX OTP Bank (HU0000061726) ha guadagnato il 2,5%, MOL
(HU0000068952) il 2,8%, Gedeon Richter (HU0000067624) il
4,3% e Magyar Telekom (HU0000016522) lo 0,6%.
Il PX a Praga ha guadagnato lo 0,5% a 1.116,50 punti. La
seduta nella capitale ceca è stata molto tranquilla. Tra
i titoli principali del PX Komercni Banka (CZ0008019106)
ha guadagnato il 2,4%, Ceske Energeticke Zavody
(CZ0005112300) l'1,2% e Telefónica O2 C.R.
(CZ0009093209) lo 0,1%. Erste Group Bank (AT0000652011)
ha perso l'1,1%.
Il WIG a Varsavia ha chiuso in rialzo dell'1,3% a
39.581,49 punti. Tutte le blue chips polacche hanno
registrato una ripresa. Bank Pekao (PLPEKAO00016) ha
guadagnato il 2,3%, PKO Bank Polski (PLPKO0000016)
l'1,5%, KGHM Polska Miedz (PLKGHM000017) il 2,7%, PKN
Orlen (PLPKN0000018) il 2,5% e Telekomunikacja Polska
(PLTLKPL00017) il 2%.
Redazione Borsainside 20.45
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Wall street:
FUTURES IN LIEVE CALO, FOCUS SU DUBAI E
SHOPPING
30 Novembre 2009 14:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
Il governo dell'emirato non
garantira' il debito di Dubai World. Tuttavia sono
limitati i rischi di default. Quanto alla perfomance
post-Thanksgiving, attenzione soprattutto alla prova del
settore dell'elettronica.
A un'ora e mezzo dall'inizio delle contrattazioni i
futures sono in calo (vedi quotazioni a fondo pagina),
il che lascia pensare ad un avvio di settimana negativo
per la Borsa di New York.
Il mercato scambia comunque di poco sotto i livelli di
parita', dopo che la settimana scorsa si e' chiusa in
ribasso per la prima volta dopo tre settimane
consecutive di rialzi. Gli indici principali hanno
tuttavia guadagnato oltre il 4% nel mese di novembre,
che oggi volge al termine.
Gli investitori continuano a guardare con attenzione
alle notizie legate alla situazione sul fronte del
debito di Dubai, facendo al contempo attenzione alle
cifre in arrivo relative ai primi risultati della
stagione dello shopping natalizio, che ha preso
ufficialmente il via in occasione del black friday.
Secondo quanto riferito oggi da un funzionario
governativo di Dubai, l'amministrazione dell'emirato non
garantira' i debiti di Dubai World e i creditori
subiranno le conseguenze della ristrutturazione della
societa' conglomerata sul "breve termine". Il rischo di
default appare pero' limitato.
In un primo momento i mercati asiatici avevano reagito
bene al comunicato della Banca Centrale degli Emirati
Arabi Uniti, in cui si legge che l'istituto si impegna a
sostenere le banche internazionali e locali che hanno
un'esposizione al debito dell'emirato. Ma non le Borse
di Dubai e Abu Dhabi, che di ritorno dalla festivita' di
Eid Al Adha hanno ceduto pesantemente terreno nel primo
giorno di contrattazioni dopo l'annuncio di Dubai World
mercoledi' scorso.
Tra i settori, i piu' colpiti dalle vendite sono stati i
costruttori di case, il retail e i finanziari, con
l'indice principale dei mercati dell'emirato di Dubai
che ha lasciato sul campo il 7.3%. A quanto risulta a
Wall Street Italia, in un'operazione in gran segreto il
New York Stock Exchange ha varato venerdi' un
provvedimento di urgenza per proteggersi nel caso in cui
eventi esterni possano compromettere gli scambi
azionari.
Secondo gli analisti la situazione, sebbene sia ancora
in una fase di sviluppo, dovrebbe avere un impatto
contenuto: "allo stato delle cose in cui ci troviamo,
l'idea piu' diffusa e' che i problemi di Dubai non
dovrebbero essere sistemici". La sorpresa era
rappresentata dalla mancanza dell'apporto da parte degli
EAU, non i problemi di Dubai per se'. Ha ricordato ai
mercati che il rischio esiste ancora, ma non sembra
possibile che funga da catilizzatore di problemi
sistemici".
Intanto gli investitori cercheranno di ottenere tutte le
informazioni possibili sulla performance dello shopping
post-Thanksgiving. "Nel complesso i controlli da noi
effettuati nel giorno del Black Friday sono risultati in
linea con le attese e riteniamo che la stagione delle
festivita' sia iniziata con il piede giusto dal punto di
vista della concorrenza e delle attivita' promozionali",
hanno scritto in una nota gli analisti di Barclays
Capital.
La chiave di lettura piu' importante dovrebbe essere
rappresentata con ogni probabilita' dalle societa' di
elettronica, con molte aziende tra cui Wal-Mart e Target
che hanno messo in vendita televisori piatti a prezzi
ampiamente scontati. Pochi invece gli avvenimenti di
rilievo in ambito macro, con l'aggiornamento di novembre
del Chicago Purchasing Managers Index di novembre che
verra' annunciato alle 15:45 italiane.
Sugli altri mercati, sull'energetico cede terreno il
greggio. Al momento i futures con consegna dicembre
lascia sul campo $0.09 a quota $75.96 al barile. Sul
valutario arretra il dollaro, con l'euro che torna a
rafforzarsi nei confronti del biglietto verde a $1.5033.
Scivolano i prezzi dell'oro: i futures con scadenza
dicembre arretrano di $4.50 a quota $1171.00 l'oncia. In
flessione i prezzi dei Titoli di Stato, con il
rendimento sul benchmark decennale che e' salito al
3.2300% dal 3.2120% di venerdi'.
Alle 14:00 (le 8:00 ora di New York) il contratto future
sull'indice S&P500 e’ in calo di 1.80 punti (-0.17%) a
quota 1087.70.
Il contratto sull'indice Nasdaq 100 e' in contrazione di
13.00 punti (-0.13%) a quota 1757.00.
Il contratto sull'indice Dow Jones cede 12 punti
(-0.12%) a 10280.00 punti.
Wall street FUTURES:
NESSUN SEGNO DI INSTABILITA', ANZI RIALZO
30 Novembre 2009 14:49 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
Il mercato americano non
sembra dare particolare importanza alla crisi
finanziaria in Dubai. E' come un'alzata di spalle degli
operatori Usa, anche perche' nel deserto sono
intrappolate le banche europee. S&P500 +0.14%.
Quando manca ormai solo mezz'ora al suono della
campanella, i futures sugli indici borsistici principali
scambiano in linea di parita' (vedi quotazioni a fondo
pagina), il che lascia presagire un avvio di settimana
piatto per la Borsa di New York.
Da un lato gli investitori stanno ricevendo notizie
sempre piu' incoraggianti circa la situazione del debito
di Dubai, ma dall'altra risultati abbastanza deludenti
sul fronte delle vendite al dettaglio.
Se e' vero che nel primo giorno di contrattazioni dopo
l'annuncio di Dubai World circa il ritardo nella
restituzione di gran parte del debito, la Borsa di Dubai
ha perso oltre il 7%, i mercati di Asia e Europa sono
positivi dopo che la Banca Centrale degli Emirati Arabi
Uniti ha preso la decisione di offrire ulteriori aiuti a
livello di liquidita' alle banche commerciali che ne
avranno bisogno.
Tra i settori, i piu' colpiti dalle vendite sono stati i
costruttori di case, il retail e i finanziari, con
l'indice principale dei mercati dell'emirato di Dubai
che ha lasciato sul campo il 7.3%. A quanto risulta a
Wall Street Italia, in un'operazione in gran segreto il
New York Stock Exchange ha varato venerdi' un
provvedimento di urgenza per proteggersi nel caso in cui
eventi esterni possano compromettere gli scambi
azionari.
Contrastanti i risultati dello shopping nel weekend del
Black Friday: la National Retail Federation ha reso noto
che il numero di consumatori e' aumentato, ma la spesa
media per persona e' calata rispetto all'anno scorso,
passando ai $343.31 dai $372.57 di un anno prima.
Il mercato scambia comunque di poco sotto i livelli di
parita', dopo che la settimana scorsa si e' chiusa in
ribasso per la prima volta dopo tre settimane
consecutive di rialzi. Gli indici principali hanno
tuttavia guadagnato oltre il 4% nel mese di novembre,
che oggi volge al termine.
Secondo quanto riferito oggi da un funzionario
governativo di Dubai, l'amministrazione dell'emirato non
garantira' i debiti di Dubai World e i creditori
subiranno le conseguenze della ristrutturazione della
societa' conglomerata sul "breve termine". Il rischo di
default appare pero' limitato.
Intanto gli investitori cercheranno di ottenere tutte le
informazioni possibili sulla performance dello shopping
post-Thanksgiving. "Nel complesso i controlli da noi
effettuati nel giorno del Black Friday sono risultati in
linea con le attese e riteniamo che la stagione delle
festivita' sia iniziata con il piede giusto dal punto di
vista della concorrenza e delle attivita' promozionali",
hanno scritto in una nota gli analisti di Barclays
Capital.
La chiave di lettura piu' importante dovrebbe essere
rappresentata con ogni probabilita' dalle societa' di
elettronica, con molte aziende tra cui Wal-Mart e Target
che hanno messo in vendita televisori piatti a prezzi
ampiamente scontati.
Pochi invece gli avvenimenti di rilievo in ambito macro,
con l'aggiornamento di novembre del Chicago Purchasing
Managers Index di novembre che verra' annunciato alle
15:45 italiane. Gli economisti si aspettano un valore di
54.7, che risulterebbe inferiore al 55.7 del mese
precedente, ma allo stesso tempo sempre saldamente sopra
la soglia dei 50 punti, linea di demarcazione che separa
l'espansione dalla contrazione. Anche sul fronte dei
risultati societari la giornata si preannuncia
tranquilla.
Sugli altri mercati, sull'energetico cede terreno il
greggio. Al momento i futures con consegna dicembre
lascia sul campo $0.08 a quota $75.97 al barile. Sul
valutario arretra il dollaro, con l'euro che torna a
rafforzarsi nei confronti del biglietto verde a $1.5011.
Scivolano i prezzi dell'oro: i futures con scadenza
dicembre arretrano di $3.50 a quota $1172.00 l'oncia. In
flessione i prezzi dei Titoli di Stato, con il
rendimento sul benchmark decennale che e' salito al
3.2400% dal 3.2120% di venerdi'.
Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future
sull'indice S&P500 e’ in progresso di 1.50 punti
(+0.14%) a quota 1091.00.
Il contratto sull'indice Nasdaq 100 e' in rialzo di 3.50
punti (+0.2%) a quota 1762.75.
Il contratto sull'indice Dow Jones guadagna 9.00 punti
(+0.09%) a 10301.00 punti.
Wall street:
PIATTA: CALA LA TENSIONE PER DUBAI
30 Novembre 2009 15:35 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
Occhi sulla perfomance
altalenante del dollaro e sulle notizie provenienti da
Dubai, dove l'esposizione delle banche Usa e' comunque
limitata. Materie prime in calo. Contrastanti i dati
sulle vendite nel weekend del Black Friday.
Partenza poco mossa per il mercato azionario americano,
con i listini che scambiano sui livelli di parita' in
una giornata scarna di notizie di rilievo.
L'attenzione degli operatori e' concentrata ancora una
volta sulla performance del dollaro, che si muove in
lieve calo contro le principali valute concorrenti.
L'eventuale default del debito di Dubai non sembra
preoccupare piu' di tanto gli operatori americani, anche
in considerazione del fatto che l'esposizone degli Usa
sembra limitata.
Il governo di Dubai intanto non ha garantito un sostegno
immediato a Dubai World, ma allo stesso tempo la Banca
Centrale degli Emirati Arabi Uniti ha precisato che
offrira' un supporto alle banche commerciali che
dovessero avere bisogno di aiuto.
Se e' vero che nel primo giorno di contrattazioni dopo
l'annuncio di Dubai World circa il ritardo nella
restituzione di gran parte del debito la Borsa di Dubai
ha perso oltre il 7%, i mercati di Asia e Europa sono
positivi dopo che la Banca Centrale degli Emirati Arabi
Uniti ha preso la decisione di offrire ulteriori aiuti a
livello di liquidita' alle banche commerciali che ne
avranno bisogno. Tra i settori, i piu' colpiti dalle
vendite sono stati i costruttori di case, il retail e i
finanziari.
A quanto risulta a Wall Street Italia, in un'operazione
in gran segreto il New York Stock Exchange ha varato
venerdi' un provvedimento di urgenza per proteggersi nel
caso in cui eventi esterni possano compromettere gli
scambi azionari.
Contrastanti i risultati dello shopping nel weekend del
Black Friday: la National Retail Federation ha reso noto
che il numero di consumatori e' aumentato, ma la spesa
media per persona e' calata rispetto all'anno scorso,
passando ai $343.31 dai $372.57 di un anno prima.
Il mercato scambia comunque di poco sotto i livelli di
parita', dopo che la settimana scorsa si e' chiusa in
ribasso per la prima volta dopo tre settimane
consecutive di rialzi. Gli indici principali hanno
tuttavia guadagnato oltre il 4% nel mese di novembre,
che oggi volge al termine.
Intanto gli investitori cercheranno di ottenere tutte le
informazioni possibili sulla performance dello shopping
post-Thanksgiving. "Nel complesso i controlli da noi
effettuati nel giorno del Black Friday sono risultati in
linea con le attese e riteniamo che la stagione delle
festivita' sia iniziata con il piede giusto dal punto di
vista della concorrenza e delle attivita' promozionali",
hanno scritto in una nota gli analisti di Barclays
Capital.
La chiave di lettura piu' importante dovrebbe essere
rappresentata con ogni probabilita' dalle vendite
registrate dalle societa' di elettronica, con molte
aziende tra cui Wal-Mart e Target che hanno messo in
vendita televisori piatti a prezzi ampiamente scontati.
Pochi invece gli avvenimenti di rilievo in ambito macro,
con l'aggiornamento di novembre del Chicago Purchasing
Managers Index di novembre che e' risultato superiore
alle attese.
Sugli altri mercati, sull'energetico cede terreno il
greggio. Al momento i futures con consegna dicembre
lascia sul campo $0.08 a quota $75.97 al barile. Sul
valutario arretra il dollaro, con l'euro che torna a
rafforzarsi nei confronti del biglietto verde a $1.5011.
Scivolano i prezzi dell'oro: i futures con scadenza
dicembre arretrano di $3.50 a quota $1172.00 l'oncia. In
flessione i prezzi dei Titoli di Stato, con il
rendimento sul benchmark decennale che e' salito al
3.2400% dal 3.2120% di venerdi'.
Wall street:
VOLATILE: SI TEME PER IMPATTO PERDITE AIG
30 Novembre 2009 18:00 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
L'eventuale default delle
due societa' di Dubai potrebbe danneggiare la ripresa
economica, ma l'impatto sulle banche Usa dovrebbe essere
minimo. Solide le vendite online nel giorno del "Cyber
Monday". Amazon sui massimi di sempre.
I listini azionari si avvicinano al giro di boa in cauto
ribasso, nonostante sia cresciuto l'ottimismo sulle
condizioni economiche e si siano alleviate le
preoccupazioni circa la situazione del debito del fondo
sovrano di Dubai.
Se e' vero che si teme che l'eventuale default di due
societa' di Dubai possa danneggiare la ripresa economica
mondiale, da un altro lato l'impatto sulle banche
statunitensi dovrebbe essere limitato.
A quanto risulta a Wall Street Italia, in un'operazione
in gran segreto il New York Stock Exchange ha varato
venerdi' un provvedimento di urgenza per proteggersi nel
caso in cui eventi esterni possano compromettere gli
scambi azionari.
Pesano nel frattempo le notizie secondo cui le perdite
del gigante assicurativo American International Group
possano rendere vani gli sforzi compiuti dalla societa'
per restituire i prestiti ottenuti dal governo. A
riferirlo e' stata Sanford C. Bernstein & Co.
Tra i settori, sotto i riflettori le societa' retail,
con le vendite online che dovrebbero essere state solide
il giorno soprannominato "Cyber Monday". Tuttavia gli
ultimi dati a disposizione mostrano che gli americani
hanno speso meno dell'anno scorso nel primo weekend
della stagione dello shopping natalizio.
"Il traffico online sembra in salute, ma e' quello che
gli americani stanno spendendo nei punti vendita che
determinera' quanto bene e' andata la stagione delle
festivita'", ha commentato Dan Greenhaus, market analyst
di Miller Tabak & Co.
I titoli Amazon.com hanno raggiunto i massimi di sempre,
forti di un rialzo del 2.6% a quota $135.14, mentre le
Abercrombie & Fitch guadagnano lo 0.7% a $40.24, grazie
alla promozione di FBR Capital Markets.
Nel frattempo giungono notizie positive dal fronte
macroeconomico, con l'attivita' manifatturiera della
regione del MidWest che e' cresciuta piu' del previsto
in novembre. L'indice dei direttori di acquisto di
Chicago e' restato saldamente sopra la soglia dei 50
punti, linea di demarcazione tra un'espansione e una
contrazione.
A livello settoriale le migliori performance sono
segnate dai comparti: Steel-SLX +4.5%, Base Metals-DBB
+2.1%, Banks-KBE +1.9%, Financials-XLF +0.9% e
Internet-HHH +1.0% (53% AMZN + EBAY).
Tra i piu' forti ribassi: Natural Gas-UNG -6.3%,
Retail-XRT -2.1%, Home Builders-XHB -1.8%, Insurance-KIE
-1.6%, U.S. Healthcare Providers-IHF -1.1% e DJ U.S.
Telecom-IYZ -1.1%.
Alle 18:45 circa il volume di scambio e' di 395 milioni
di pezzi al NYSE e 497 milioni al Nasdaq. I titoli in
rialzo contro quelli in ribasso sono 1208 a 1723 al Nyse
e 846 a 1722 al Nasdaq. I nuovi massimi contro i nuovi
minimi delle ultime 52 settimane sono: 30 a 13 al NYSE e
34 a 28 al Nasdaq.
Wall street:
CHIUDE IN POSITIVO CON I FINANZIARI, SOLLETICO DAL DUBAI
30 Novembre 2009 22:07 NEW
YORK - WSI ______________________________________________
L'impatto della crisi araba
sulle banche Usa e' molto limitato, gli operatori tirano
un sospiro di sollievo: lo spider XLF avanza di oltre
+2%. Nel settore retail vola Amazon, qualche dubbio
sulle vendite di fine anno. L'euro sopra $1.50.
Listini volatili a Wall Street, comunque in lieve rialzo
in chiusura, dopo aver attraversato piu’ volte la linea
di parita’ durante l’arco della seduta. Il Dow Jones ha
guadagnato lo 0.34% a 10344, l’S&P500 lo 0.38% a 1095,
il Nasdaq e’ avanzato dello 0.29% a 2144. Sul sentiment
degli investitori hanno inizialmente pesato alcune
preoccupazioni relative al rischio di default di alcune
importanti societa’ del sistema finanziario di Dubai,
mitigate tuttavia dalla contenuta esposizione delle
banche statunitensi su tali investimenti.
Inoltre, il New York Stock Exchange avrebbe varato, in
gran segreto, un provvedimento di urgenza per
proteggersi nel caso in cui eventi esterni possano
compromettere gli scambi azionari. Bene dunque l’intero
comparto finanziario, con lo spider XLF avanzato di
oltre due punti percentuali. Tra i singoli titoli, Bank
of America ha guadagnato il 2.2%, JP Morgan il 3%,
+3.35% per Wells Fargo.
Gli operatori hanno cosi’ preferito concentrarsi
maggiormente sugli eventi interni al mercato
statunistense, e sul settore dei consumi in particolare,
che rappresenta i due terzi dell’economia a stella e
strisce. Stando ai primi dati relativi all’inizio della
stagione dello shopping natalizio, un numero maggiore di
americani si e’ dedicato agli acquisti nell’ultimo
weekend rispetto allo scorso anno, spendendo tuttavia
somme inferiori.
"Il mercato del lavoro e’ ancora in cattive acque e i
consumatori sono sempre piu’ attenti nella spesa, alla
ricerca dell’affare a prezzi stracciati" ha affermato
Tim Knepp, CIO di Genworth Financial. "Non puo’ in
nessun modo trattarsi di un trend che possa sostenere le
vendite da qui a fine anno".
Tra le societa’ che hanno accusato il colpo Macy’s,
GameStop e JC Penney hanno registrato cali giornalieri
di almeno il 3%; l’indice settoriale RTH ha chiuso con
una perdita dello 0.40%. Molto meglio invece il colosso
online Amazon.com, schizzato sui massimi assoluti grazie
alle robuste vendite del Kindle, l’ormai popolare
lettore di contenuti digitali.
Con riferimento alle notizie provenienti dal fronte
macroeconomico, bene l'attivita' manifatturiera della
regione del MidWest cresciuta piu' del previsto nel mese
di novembre. L'indice Chicago PMI e' infatti restato
saldamente sopra la soglia dei 50 punti, linea di
demarcazione tra espansione e contrazione.
Sugli altri mercati, sul valutario, in lieve progresso
l'euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio
di lunedi’ a New York il cambio tra le due valute e’
pari a 1.5005. In rialzo il greggio. I futures con
consegna gennaio hanno guadagnato $1.23 a $77.28 al
barile. Avanza l’oro: i futures con scadenza dicembre si
sono attestati a quota $1183.00 (+$7.50) l’oncia. In
progresso infine i Titoli di Stato Usa: il rendimento
sul Treasury a 10 anni e' sceso al 3.2010%.
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Lunedì 30
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Lunedì 30
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