La Borsa di Tokyo chiude
in leggero rialzo
16.10.2009
La Borsa di Tokyo ha chiuso anche oggi in rialzo. Il
Nikkei ha guadagnato lo 0,2% a 10.257,56 punti e il
Topix lo 0,4% a 900,95 punti. Ancora bene la maggior
parte degli esportatori. Canon (JP3242800005) ha
guadagnato lo 0,9%, Panasonic (JP3866800000) l'1,8% e
Fanuc (JP3802400006) lo 0,8%. Lo yen si è indebolito
oggi in Asia sia rispetto al dollaro che all'euro. Sony
(JP3435000009) ha chiuso in rialzo dell'1,9%. Citigroup
ha alzato il suo rating sul titolo del coloso
dell'elettronica di consumo da "Hold" a "Buy". Secondo
la banca d'affari Sony sarebbe sottovalutato. Citigroup
si attende inoltre un miglioramento della profittabilità
del business di Sony nelle console da gioco. Murata
Manufacturing (JP3914400001) ha guadagnato il 4,1%.
Deutsche Bank ha promosso il titolo del produttore di
componenti elettronici da "Sell" a "Buy.
La debole performance di ieri del settore finanziario a
Wall Street ha pesato sui bancari. Mitsubishi UFJ
Financial (JP3902900004) ha perso il 3,1%, Mizuho
Financial Group (JP3885780001) l'1,1% e Sumitomo Mitsui
Financial Group (JP3890350006) l'1,8%.
Japan Airlines (JP3705400004) è crollato dell'11,4%.
Secondo l'agenzia stampa "Kyodo" la linea aerea potrebbe
rinunciare a vendere una quota di JALways Co. La notizia
ha fatto aumentare ulteriormente i timori del mercato
relativi al futuro di Japan Airlines.
Redazione Borsainside 8.30
Venerdì 16 Ottobre 2009,
8:38 PECHINO FINANZACOM
Cina, possibile rischio bolla immobiliare
La Cina rischia di vedere gonfiarsi una bolla sul
settore immobiliare. A settembre i prezzi delle
abitazioni sono cresciuti del 2,8% rispetto al mese
precedente che aveva già segnato un 1,5%. E' il ritmo
più spedito registrato in dodici mesi. Non solo. Da
inizio anno le vendite di case sono aumentate del 73,4%.
Un boom di richieste e transazioni che hanno spinto i
prezzi a raggiungere incrementi fino all'11%. Tra
gennaio e settembre gli investimenti nel settore
immobiliare sono balzati di quasi 18 punti percentuali
su base annua. Alla luce di questi dati, alcuni esperti
vedono per la Cina non certo un pericolo di
un'espansione troppo lenta, ma piuttosto il rischio di
nascita di bolle speculative.
16 Ottobre 2009 11:35
WASHINGTON – Il Sole 24 Ore
Il Tesoro Usa torna a insistere: «Yuan rigido e
sottovalutato»
Gli Stati Uniti si dicono preoccupati della «rigidità»
registrata dallo yuan cinese che viene descritta come
una valuta «ancora sottovalutata», e sostengono che
nessuno dei principali partner commerciali di Washington
ha «manipolato il tasso di cambio per evitare
aggiustamenti della bilancia dei pagamenti o per
ottenere vantaggi comparativi in modo indebito»,
riferendosi ai recenti acquisti di dollari da parte, ad
esempio, della Corea. Sono queste le conclusioni del
rapporto semestrale presentato dal Tesoro statunitense
al Congresso.
«La rigidità dello yuan e la nuova accelerazione
nell'accumulo di riserve valutarie» da parte della Cina,
si legge nel rapporto, «sono entrambi motivo di grande
preoccupazione». È questo un trend che «deve essere
corretto per favorire la creazione di un'economia
mondiale più forte ed equilibrata in linea con i
principi enunciati dal G-20». Il Tesoro Usa resta,
inoltre, del parere che lo yuan sia «sottovalutato».
Stretta sulla banche in Cina. Intanto a Pechino la
Commissione di Regolamentazione del Sistema Bancario,
dopo la riunione di mercoledì con le principali banche
del paese, ha ordinato agli istituti di aumentare il
livello di attenzione sulle loro operazioni evitando che
ci sia una erosione del patrimonio di vigilanza. I
crediti in sofferenza dovranno essere contabilizzati in
maniera più adeguata e l'attività di prestito dovrà
essere condotta in maniera ragionevole e prudente. «Le
banche devono evitare qualsiasi ulteriore erosione del
loro patrimonio», spiega una nota della Commissione,
sottolineando che «la crescita del credito dovrà
rimanere sotto controllo». Le banche dovranno aumentare
il rapporto prestiti/riserve a copertura delle perdite
del 150% entro la fine dell'anno. Chiesto anche una
maggiore trasparenza nella rappresentazione contabile
dei prestiti in sofferenza. I principali titoli bancari
hanno accusato perdite in Borsa a Shanghai nell'ordine
dell'1 per cento.
16 Ottobre 2009 12:10 NEW
YORK
GREENSPAN: INUTILE PREOCCUPARSI DEL DOLLARO DEBOLE
di ANSA
L'ex presidente della Fed ha avvertito però che ci
potrebbero essere costi a lungo termine molto elevati a
causa dell’aumento del debito americano.
Borse Asia-Pacifico:
Shanghai e Hong Kong frenano
16.10.2009
Quasi tutte le principali borse della regione
Asia-Pacifico hanno chiuso oggi in ribasso.
Lo Shanghai Composite ha perso lo 0,1% a 2.976,63 punti.
Nel settore bancario Industrial and Commercial Bank
(CN000A0LB42), Bank of China (CN000A0J3PX9) e China
Construction Bank (CN000A0HF1W3) hanno perso l'1,2%.
L'organo che vigila sul sistema bancario cinese ha
comunicato che le cinque principali banche del paese
dovranno aumentare alla fine di quest'anno il rapporto
di copertura per rischi su crediti di più del 150%. Il
settore immobiliare ha beneficiato anche oggi
dell'ottimismo relativo all'aumento dei prezzi delle
case in Cina. China Vanke (CN0008879206) ha guadagnato
lo 0,7%, Poly Real Estate (CN000A0KE8T0) Gemdale
(CNE000001790) lo 0,5% e China Merchants Property
Development (CNE0000008B3) lo 0,3%. Il balzo del prezzo
del petrolio ha spinto i titoli dei produttori di
carbone. China Shenhua Energy (CN000A0ERK49) ha
guadagnato l'1%, Datong Coal (CNE000001MZ6) l'1,3% e
Pingdingshan Tianan Coal Mining (CNE000001PH7) il 4,5%.
Le quotazioni dell'oro nero hanno chiuso ieri a New York
in rialzo di più del 3%.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso dello 0,3%
a 21.929,90 punti. Dopo i guadagni delle scorse sedute
sulla piazza finanziaria della città costiera sono
scattate oggi delle prese di beneficio. Bank of East
Asia (HK0023000190) ha perso lo 0,7%, Li & Fung
(BMG5485F1445) il 3,2%, PetroChina (CN0009365379) lo
0,2% e Cheung Kong Holdings (HK0001000014) lo 0,9%. HSBC
(GB0005405286) ha chiuso in rialzo dello 0,6%, China
Mobile (HK0941009539) dello 0,5% e China Life
(CN0003580601) dello 0,4%.
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a
Sydney ha perso lo 0,5%, il Kospi a Seul l'1,1% e lo
Straits Times a Singapore lo 0,2%. Il Taiex a Taipei ha
guadagnato lo 0,1%.
Redazione Borsainside 12.30
16 Ottobre 2009 15:13 NEW
YORK
BANK
OF AMERICA CONTINUA A FARE PERDITE
di WSI-APCOM
Nel terzo trimestre ha chiuso in negativo per la seconda
volta in meno di un anno. Il rosso da un miliardo di
dollari, sale a 2,24 miliardi se si include il pagamento
dei dividendi sui titoli privilegiati).
Pessima estate per Bank of America, che nel terzo
trimestre ha chiuso in perdita per la seconda volta in
meno di un anno (il rosso da un miliardo di dollari,
sale a 2,24 miliardi se si include il pagamento dei
dividendi sui titoli privilegiati). Svalutazioni per 2,6
miliardi di dollari e altri oneri per 402 milioni di
dollari hanno annullato l'effetto positivo
dell'acquisizione di Merrill Lynch, che ha fatto
crescere il giro d'affari di un terzo.
Mentre il titolo ha reagito cedendo il 2,2 per cento
nelle contrattazioni del premercato a Wall Street a
17,71 dollari per azione (su base annuale è ancora in
rialzo del 29 per cento, recuperando quindi dai minimi
di marzo), l'amministratore delegato uscente Kenneth
Lewis ha puntato l'indice contro l'aumento di mancati
pagamenti sulle carte di credito. "I costi del credito
rimangono alti e, guardando avanti, questa è la sfida
maggiore", ha detto Lewis. Bank of America è considerata
particolarmente vulnerabile all'andamento del mercato
del lavoro (il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti
è salito il mese scorso al 9,8 per cento, il massimo in
26 anni), perché influisce sui consumi e, di
conseguenza, sull'utilizzo delle carte di credito, una
delle attività principali della banca (le perdite della
divisione sono cresciute a 1,03 miliardi di dollari dai
167 milioni di un anno fa).
Nello specifico, l'istituto ha registrato perdite per un
miliardo di dollari, 26 centesimi per azione, contro gli
utili per 1,18 miliardi di dollari, 15 centesimi per
azione, dello stesso periodo di un anno fa. Dopo il
pagamento dei dividendi sulle azioni privilegiate per
1,24 miliardi di dollari, il rosso cresce a 2,24
miliardi di dollari, 26 centesimi per azione. Il giro
d'affari è cresciuto del 33 per cento a 26,04 miliardi
di dollari, dai 19,9 miliardi di un anno fa, mentre gli
analisti attendevano perdite per 6 centesimi per azione
su un giro d'affari di 27,7 miliardi di dollari.
Inoltre, il rapporto capitale Tier 1, indicatore chiave
della solidità finanziaria di una società, è cresciuto
al 12,46 per cento dal 7,55 per cento dell'anno scorso e
all'11,93 per cento dell'ultimo trimestre. Gli
accantonamenti contro future perdite sono stati pari a
11,7 miliardi di dollari, in calo dai 13,4 miliardi del
secondo trimestre ma in netto rialzo rispetto ai 6,5
miliardi del terzo trimestre 2008.
Venerdì 16 Ottobre 2009,
15:21 WASHINGTON
Derivati: cambiano le regole per le clearing house
americane
Di BlueTG.it
Secondo le nuove norme sui derivati varate ieri dalla
Commissione Servizi Finanziari della Camera dei
Rappresentanti americana, intermediari finanziari come
Goldman Sachs Group e Jp Morgan non potranno detenere
oltre il 20% complessivamente di una clearing house a
causa dei “conflitti d’interesse esistenti tra broker,
dealer, clearing house e mercati”.
Una clearing house come Cme Group (7018.KL - notizie) ,
ricorda l’agenzia Bloomberg (ma evidentemente il
ragionamento vale anche per analoghi organismi europei
ed italiani) agisce da intermediario tra banche e
clienti, garantendo la regolarità delle transazioni,
richiedendo margini e raccogliendo i collaterali.
Al momento dozzine di intermediari anche solo tra coloro
che operano a Wall Street hanno proprie clearing house e
sono dunque interessate alle nuove previsioni normative.
(l.s.)
16 Ottobre 2009 16:30 NEW
YORK
GLI
USA SOFFOCHERANNO LA CRESCITA MONDIALE
di WSI
Parola del finanziere Soros, secondo cui lo yuan
sottovalutato contribuisce alla perdita di valore del
dollaro. Bisogna mettere a punto un sistema di controllo
globale del mercato valutario al piu' presto. In Cina si
sta formando una bolla di asset.
Il milionario investitore ungherese George Soros ha
avvertito che gli attuali accordi sul mercato valutario
sono carichi di pericoli e problemi e che pertanto il
mondo ha un urgente bisogno di un nuovo sistema di
controllo globale.
A detta di Soros, gestore del fondo hedge Soros Fund
Management e assurto a fama mondiale per le sue
attivita' di speculazione sulle valute, il dollaro
dovrebbe indebolirsi nei confronti dello yuan cinese in
modo da permettere agli Stati Uniti di contenere il
deficit valutario.
Tuttavia Soros, tra gli uomini piu' ricchi al mondo, ha
aggiunto che siccome la valuta cinese e' strettamente
legata al biglietto verde, uno yuan costantemente
sottovalutato non fa che contribuire alla perdita di
valore del dollaro contro le altre principali valute
concorrenti. Dall'inizio dell'anno il dollaro ha
bruciato circa il 7% del suo valore rispetto al basket
delle sei principali monete rivali.
Nel frattempo uno yuan sottovalutato rende i beni al
consumo prodotti in Cina piu' economici rispetto ai
mercati stranieri. Pechino ha alimentato la propria
crescita puntando sulle esportazioni nei mercati al
consumo degli Usa e di altri Paesi occidentali,
spingendo molti produttori attivi in tali mercati ad
uscire di scena perche' non in grado di reggere la
concorrenza.
Soros, che ha guadagnato circa $1 miliardo (610.5
milioni di sterline) nel 1992 dopo aver venduto oltre
$10 miliardi in valuta inglese costringendo la Banca di
Inghilterra a svalutare la propria moneta, ha dichiarato
che la globalizzazione dei mercati finanziari e' stata
costruita su un "falso pretesto", ovvero che gli stessi
mercati possano auto-regolarsi, quando invece ci sarebbe
bisogno di mettere a punto un sistema di controllo
globale.
"Si tratta di una sfida enorme", ha detto nel corso di
un evento promosso dalla rivista Economist alla Borsa di
New York secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa
Reuters. Poche ore prima dell'intervento
dell'investitore, il Dipartimento del Tesoro Usa ha
sottolineato che la Cina non sta manipolando la sua
valuta, ma che sta accumulando scorte di monete estere
ad un ritmo preoccupante, che minaccia il processo di
riduzione degli squilibri economici globali.
Parlando dell'economia globale, Soros ha fatto notare
che "registrera' una crescita, ma comunque e' destinata
a rimanere piatta", precisando che gli Stati Uniti
soffocheranno la crescita mondiale. Il finanziere
ungherese e' inoltre convinto che in Cina si stia
formando una sorta di bolla degli asset.
Venerdì 16 Ottobre 2009,
17:11 WASHINGTON
Obama potrebbe estendere gli aiuti alle famiglie
americane con mutui
Di BlueTG.it
Il piano di aiuti da 75 miliardi di dollari
dell’amministrazione Obama per le famiglie americane
alle prese con mutui immobiliari potrebbe essere
modificato per consentire ai cittadini con redditi
modesti ma che restano affidabili secondo gli attuali
standard di rinegoziare il proprio mutuo o di vedersi
accordare un sostegno più ampio.
Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando l’opinione di
alcuni dirigenti di emittenti di mutui operanti sul
mercato americano che riferiscono come i funzionari
dell’amministrazione Obama “stiano studiando il modo di
ampliare l’universo dei potenziali beneficiari degli
aiuti di stato per sopperire a momentanei stress
finanziari”. (l.s.)
16 Ottobre 2009 18:21
BRUXELLES – Il Sole 24 Ore
Bini Smaghi: in arrivo nuova ondata di svalutazioni
bancarie
Le banche protrebbero presto andare incontro a nuovi
forti svalutazioni. L'avvertimento è di Lorenzo Bini
Smaghi, membro italiano del board Bce. «La rapida
espansione degli accantonamenti ai fondi rischi su
crediti - spiega - suggerisce che potrebbe essere
imminente una nuova ondata di svalutazioni delle
attività bancarie nell'area dell'euro, con conseguenti
riduzioni patrimoniali». In un intervento all'Università
di Firenze, Bini Smaghi ha sottolineato poi che «vi sono
segnali di un deterioramento della qualità creditizia
del portafoglio prestiti delle banche riconducibile
all'acuirsi delle difficoltà finanziarie nel settore
delle famiglie e delle imprese». E le difficoltà sul
fronte del credito potrebbero zavorrare la ripresa
nell'area euro, nonostante i buoni segnali di questi
ultimi mesi.
Il peggio è alle spalle ma la ripresa sarà graduale
«Negli ultimi mesi - ha detto Bini Smaghi - sono emersi
crescenti segnali di stabilizzazione dell'attività
economica nell'area dell'euro». Elementi che «ci
suggeriscono che è terminato il periodo di significativa
contrazione». Anche gli andamenti recenti dei mercati
finanziari generalmente positivi e migliori delle attese
«hanno influito favorevolmente sulle prospettive di
stabilità finanziaria». Ma la ripresa sarà molto
graduale. «Permangono numerosi rischi e fragilità, che -
associati a un'elevata incertezza - denotano una
persistente vulnerabilità dell'economia e del settore
finanziario» fa notare il banchiere.
Regolamentazione dei mercati, un treno da non perdere
Lorenzo Bini Smaghi è convinto che quello della
regolamentazione dei mercati finanziari, sia un treno da
non perdere assolutamente. Specialmente alla luce degli
accordi sottoscritti al G20. A livello politico,
l'intesa sul programma di regolamentazione non ha
precedenti, in termini sia di portata sia di copertura
geografica. La crisi, afferma Bini Smaghi,«offre alle
banche l'occasione di rivedere radicalmente le pratiche
di gestione del rischio, e verificare che i metodi
adottati siano idonei ad affrontare le complessità dei
mercati finanziari».
Gli aiuti della Bce non possono durare per sempre
Non bisogna perdere treno delle riforme anche perché, ha
ricordato il membro italiano dell'Eurotower, le misure
assunte dalle banche centrali nel corso della crisi
finanziaria sono «eccezionali e non possono durare per
sempre». Come dire: l'era del denaro a costo zero non
può durare per sempre. Lo stesso numero uno della Fed
Ben Bernanke, d'altronde, ha detto che prima o poi
occorrerà rialzare i tassi dì'interesse. Bini Smaghi ha
comunque sottolineato come nel nostro Paese la
ristrutturazione del sistema finanziario non sia
impellente come in altre aree del mondo, dal momento che
in Italia «la vigilanza è stata fatta in modo più
prudente che in altri Paesi».
Borse europee negative,
male i ciclici ed i bancari, ancora bene i petroliferi
16.10.2009
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi
in ribasso. Il FTSE 100 a Londra ha perso lo 0,6%, il
DAX a Francoforte l'1,5%, il CAC40 a Parigi l'1,5%, il
FTSE MIB a Milano lo 0,8% e lo SMI a Zurigo lo 0,6%.
Sulle borse del Vecchio Continente hanno pesato le
deboli trimestrali di General Electric (US3696041033) e
Bank of America (US0605051046).
Tra i ciclici ABB (CH0012221716) ha perso l'1,5%, Alstom
(FR0010220475) il 2,6%, Schneider Electric
(FR0000121972) l'1,1% e Siemens (DE0007236101) il 2,8%.
Nel settore bancario Barclays (GB0031348658) ha perso il
2%, Royal Bank of Scotland (GB0006764012) il 2,4%,
Deutsche Bank (DE0005140008) il 2,8%, BNP Paribas
(FR0000131104) il 2,7%, UniCredit (IT0000064854) l'1,4%
e UBS (CH0024899483) lo 0,4%.
Carrefour (FR0000120172) ha chiuso a Parigi in calo del
3,3%. I ricavi del colosso della distribuzione sono
calati lo scorso trimestre più di quanto atteso dagli
analisti. Carrefour ha inoltre fornito un prudente
outlook.
I petroliferi hanno beneficiato del nuovo aumento del
prezzo del petrolio. BP (GB0007980591) ha guadagnato lo
0,6%, Royal Dutch Shell (GB00B03MLX29) l'1,2%, Eni
(IT0003132476) lo 0,5% e Total (FR0000120271) lo 0,7%.
Lloyds Banking Group (GB0008706128) ha guadagnato a
Londra l'1,9%. Deutsche Bank ha promosso oggi il titolo
della rivale a "Buy" (per ulteriori dettagli clicca
qui).
Ericsson (SE0000108656) ha guadagnato a Stoccolma il 2%.
Sony Ericsson ha registrato lo scorso trimestre delle
perdite inferiori alle stime degli analisti (per
ulteriori dettagli clicca qui).
Swiss Life (CH0014852781) ha guadagnato a Zurigo il
4,5%. Citigroup ha alzato oggi il suo rating sul titolo
dell'impresa assicurativa svizzera da "Hold" a "Buy".
Redazione Borsainside 19.15
16 Ottobre 2009 21:07
MILANO – Il Sole 24 Ore
La Ue bacchetta Berlino sugli aiuti alla Opel
Gli aiuti promessi dalla Germania alla Opel potrebbero
non essere conformi alle regole europee sulla
concorrenza: la Commissione europea ha spiegato di aver
rilevato «indizi significativi» secondo cui non
risponderebbe alle norme europee il pacchetto di aiuti
promessi dal governo di Berlino alla casa
automobilistica tedesca, nel quadro del suo acquisto da
parte della azienda austro-canadese di componentistica
automobile. I dubbi sono espressi in una lettera inviata
dal commissario alla Concorrenza Neelie Kroes al
ministro tedesco dell'Economia.
Secondo la lettera, ci sono forti indizi che gli aiuti
sono stati promessi a condizione a condizione che fosse
scelto uno specifico candidato all'acquisto. Ciò sarebbe
incompatibile con le regole del mercato interno. Nella
sua lettera la Kroes avverte che Gm dovrebbe
riconsiderare la vendita di Opel. «Il commissario Kroes
- si legge in un comunicato della commissione - ha
spiegato che a Gm e al Trust Opel deve essere data
l'opportunità di riconsiderare l'esito del processo di
offerta sulla base di forti assicurazioni scritte da
parte delle autorità tedesche che gli aiuti siano
disponibili a prescindere dalla scelta degli
investitori».
Venerdì 16 Ottobre 2009,
22:57 TRENDONLINE
Petrolio: close in salita su nuovi massimi 2009. Ricco
bottino settimanale per i rialzisti
Anche l'ultima seduta della settimana si è conclusa in
progresso per le quotazioni del petrolio che, malgrado
la flessione dei mercati azionari, sia europei che
americani, hanno continuato a guadagnare terreno. Sul
circuito del Nymex a New York, gli operatori non hanno
mostrato particolari preoccupazioni per le indicazioni
deludenti arrivate da alcune trimestrali americani. E'
stata cavalcata piuttosto l'indicazione positiva della
produzione industriale a stelle e strisce, unitamente al
rafforzamento del dollaro dopo il netto calo delle
ultime giornate.
A fine sessione così il future con scadenza novembre si
è presentato a 78,53 dollari, con un rialzo dell'1,22%,
dopo aver toccato un nuovo massimo dell'anno poco sopra
i 78,6 dollari. Il guadagno odierno ha contribuito a
rendere ancora più pesante il bilancio della settimana,
visto che nelle ultime cinque sedute i prezzi dell'oro
nero hanno messo a segno un progresso del 9,36% rispetto
al close di venerdì scorso.
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