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PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO - Lunedì 21 Settembre 2009

PARTE  2

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..... Sabato 19 Settembre 2009 ..... Domenica 20 Settembre 2009 ..... Lunedì 21 Settembre 2009 .....
 

 

 

 

19 Settembre 2009 09:58 NEW YORK
Chrysler: top manager ha molti debiti
di ANSA
Jim Press ha anche 947mila dollari di tasse arretrate
(ANSA) - NEW YORK, 19 SET - Jim Press, uno dei top manager di Chrysler, ha 947.410 dollari di tasse arretrate e debiti per 609.286 dollari. In una lettera inviata alla banca lo scorso novembre Press spiegava di non essere in grado di far fronte al pagamento di 203.000 dollari in quanto Chrysler aveva sospeso i bonus. 'Non dovete preoccuparvi - scriveva - e' solo una questione temporanea'. La lettera e' datata due settimane prima le tre case automobilistiche americane chiedessero aiuti pubblici.

 

 

19 Settembre 2009 10:32 NEW YORK
FMI: via libera definitivo a vendita 403 tonnellate oro
di ANSA
Risorse destinate a finanziare prestiti a paesi poveri
(ANSA) - NEW YORK, 19 SET - Via libero definitivo del FMI alla vendita di oltre 403 tonnellate di oro, cioe' un ottavo delle sue riserve complessive di oro. Le risorse saranno destinate a finanziare prestiti in favore dei paesi piu' poveri. Il direttore generale del Fmi si dichiara soddisfatto del disco verde defintivo che consente di dare ''al Fondo di accelerare gli indispensabili prestiti ai paesi piu' poveri'.

 

 

19 Settembre 2009 11:06 NEW YORK
DISOCCUPAZIONE: ALLARME IN MICHIGAN CON IL 15.2%
di WSI
Lo stato dove ha sede la disastrata industria dell'auto continua ad avere il maggior numero di senza lavoro. Il Nevada e' al secondo posto con il 13.2%. California al 12.2%. Il tasso effettivo (chi e' fuori dalle statistiche) al 16.0%.
Lo stato del Michigan, dove ha sede la disastrata industria dell'auto Usa, continua ad essere in testa alla lista del piu' alto tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, con il 15.2% in agosto. Il Nevada e' al secondo posto al 13.2% mentre i senza lavoro hanno raggiunto in California il 12.2%. Tra le citta', a Detroit, capitale dell'auto, si arriva al 17.3% mentre a New York City la disoccupazione ad agosto ha toccato i massimi dal maggio 1993 al 10.3% (era il 5.9% nell'agosto 2008, prima che scoppiassi la crisi finanziaria di Wall Street).
In base a dati del Bureau of Labor Statistics la media nazionale americana e' arrivata il mese scorso al 9.7% (North Dakota, South Dakota e Nebraska sono in una situazione migliore con un tasso del 5.0%), si tratta del record negativo degli ultimi 26 anni. Alcuni economisti fanno notare che il tasso "effettivo" di disoccupazione in realta' oscilla intorno al 16.0%: bisognerebbe tener conto dei disoccupati "cronici" che - non trovandolo - hanno smesso di cercare lavoro e sono stati di fatto espulsi perfino dalle statistiche.
Il mercato del lavoro degli Stati Uniti negli ultimi 2 mesi ha mostrato i primi segni di stabilizzazione, anche se in agosto la disoccupazione e' salita in 27 stati americani. Alcuni dati macroeconomici segnalano una ripresa dell'economia nel trimestre in corso. Nonostante cio' da un recente sondaggio effettuato da Bloomberg News interpellando decine di economisti, risulta che entro la fine del 2009 il tasso di disoccupazione raggiungera' a livello nazionale il 10.0%. Un'altra conferma del fatto che non saranno i consumi a guidare il recupero dell'economia.

 

 

19 Settembre 2009 12:05 VENEZIA
Banche: tassi breve termine piu' alti d'Europa
di ANSA
Studio Cgia Mestre, penalizzate le piccolissime imprese
(ANSA) - VENEZIA, 19 SET - Per le imprese italiane e' caro-tassi sui prestiti a breve termine. Secondo uno studio della Cgia di Mestre sono tra i piu' cari d'Europa. Penalizzate soprattutto le piccolissime imprese. Al contrario piu' vantaggiosi sono i tassi a lungo termine. I tassi applicati a luglio per prestiti inferiori ad un anno toccano la soglia del 4,06%, contro il 3,92% della Germania, il 3,72% della Spagna, il 3,11% dell'Olanda e il 3,05% della Francia. La media dell'area dell'euro ha toccato il 3,72%. 'E' vero - sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - che in Italia la contrazione dei tassi a breve avvenuta tra gennaio e luglio di quest'anno, pari all'1,62%, e' stata la piu' elevata tra i Paesi presi in esame. Cio' non toglie, pero', che lo spread era e rimane, chiaramente, il piu' alto tra i paesi leader dell'Ue'.Per contro, invece, i tassi a lungo termine superiori ai 5 anni vedono le banche italiane essere le piu' virtuose in assoluto. In Italia i tassi applicati erano due mesi fa pari al 3,21% contro una media Ue dei 16 del 3,82%. In Germania le banche applicavano il 4,18%, in Francia il 4,09%, in Olanda il 3,87% e in Spagna il 3,78%. 'Questa situazione penalizza soprattutto le piccolissime imprese'.(ANSA).

 

 

19 Settembre 2009 15:58 LONDRA
Gb: debito pubblico record a 800 miliardi di sterline
di ANSA
Crollo del gettito fiscale pesa su conti pubblici
(ANSA) - ROMA, 19 SET - Il debito pubblico della Gran Bretagna ha raggiunto la cifra record di 800 miliardi di sterline. L'indebitamento nei primi 5 mesi dell'anno finanziario ha raggiunto i 65,3 miliardi di sterline, rispetto ai 26,1 dello stesso periodo 2008. Con il crollo del gettito fiscale a causa della crisi, in un solo mese l'indebitamento e' aumentato di 16,1 miliardi, il doppio del budget per le Olimpiadi 2012. Ogni secondo l'indebitamento aumenta di 6 mila sterline.

 

 

20 Settembre 2009 15:02 BRUXELLES
Olanda: verso taglio 20% spesa pubblica
di ANSA
Ministro Finanze, intervento doloroso ma inevitabile
(ANSA) - BRUXELLES, 20 SET - Il governo olandese annuncera' martedi' una riduzione della spesa pubblica del 20% a partire dal 2011 per contenere l'indebitamento. Il progetto di bilancio prevede risparmi per circa 40 miliardi di euro in una ventina di settori pubblici, come la sanita', gli alloggi e sostegni alle famiglie. Il ministro delle finanze Wouter Bos ha sottolineato che si tratta di tagli inevitabili per contenere gli effetti della crisi e dell'aumento del debito pubblico, previsto al 65,7% del Pil nel 2010.

 

 

20 Settembre 2009 17:23 NEW YORK
Crisi: Obama, la ripresa del mercato del lavoro e' lenta
di ANSA
Per il presidente Usa la crescita economica sta ripartendo
(ANSA) - NEW YORK, 20 SET - Barack Obama e' certo che la crescita economica stia ripartendo. Ma sul fronte del mercato del lavoro la ripresa e' lenta, ha avvertito. Secondo il presidente Usa, i posti di lavoro creati potrebbero risultare insufficienti fino al 2010. 'Voglio essere assolutamente chiaro -ha detto- la situazione sul mercato del lavoro non progredira' in maniera significativa, e potrebbe addirittura un poco peggiorare nei prossimi due mesi'. Obama non ha voluto dire se a suo avviso la recessione e' finita.

 

 

20 Settembre 2009 23:23 NEW YORK
PARADISI FISCALI: UN'ALTRA BANCA SVIZZERA INDAGATA NEGLI STATI UNITI
di WSI
Un giudice federale accusa uno dei maggiori istituti elvetici di "pratiche creditizie predatorie". Tramite la filiale caraibica, coinvolto un club esclusivo (ora in bancarotta) con soci come Bill Gates, Tiger Woods e Dan Quayle.
Un giudice federale americano ha accusato uno dei maggiori istituti elvetici di "pratiche creditizie predatorie". Il processo e' gia' avviato negli Stati Uniti. Tramite una filiale caraibica "fasulla" della banca e' rimasto coinvolto un club super-esclusivo per ultramiliardari (ora in bancarotta) che aveva come soci anche il fondatore di Microsoft Bill Gates, il campione di golf Tiger Woods e l'ex vicepresidente Usa Dan Quayle. Mandato di comparizione per tutti i top manager in Svizzera. L'accusa: aver ordito un piano finalizzato a intascare commissioni milionarie illegali aggirando la legge bancaria e fiscale degli Stati Uniti. Un altro caso UBS.

 

 

La Borsa di Tokyo è oggi chiusa per festa
21.09.2009
La Borsa di Tokyo è rimasta oggi ferma. In Giappone si celebra oggi la festa dell'equinozio d'autunno (Shubun no hi).
Redazione Borsainside 7.00

 

 

Borse Asia-Pacifico: Sale Shanghai, scende Hong Kong
21.09.2009
Quasi tutte le principali borse della regione Asia-Pacifico hanno chiuso oggi in ribasso.
Lo Shanghai Composite ha guadagnato lo 0,2% a 2.967,01 punti. Il listino cinese ha beneficiato oggi del rally dei titoli legati al consumo. Suning Appliance (CNE000001KF2), la maggiore catena cinese per la vendita di elettrodomestici, ha guadagnato il 6,9%. Shanghai Bailian Group (CNE0000007B5), la prima impresa retail della Cina, ha chiuso in rialzo del 6,7%. SAIC Motor (CNE000000TY6), il primo produttore cinese di automobili, ha guadagnato il 5,9%. Il mercato si attende un forte aumento del consumo durante la settimana di festa nazionale tra il prossimo 1 e 8 ottobre. I minerari sono scesi anche oggi sulla scia dei prezzi dei metalli. Aluminum Corporation of China (CNE1000001T8) ha perso l'1,6%, Jiangxi Copper (CN0009070615) l'1,2% e Yunnan Copper (CNE000000W13) lo 0,8%. Nel settore bancario Shanghai Pudong Development Bank (CN0009282731) ha perso il 3% dopo aver annunciato di aver ricevuto dalla consob cinese l'approvazione di vendere 1,14 milioni di nuovi titoli. Metallurgical Corp. ha guadagnato nel suo primo giorno di contrattazione a Shanghai il 28%. La IPO del gigante delle costruzioni ha rappresentato il secondo più importante collocamento a livello mondiale nel 2009.
L'Hang Seng ad Hong Kong ha chiuso in ribasso dello 0,7% a 21.472,85 punti. Sui bancari sono scattate oggi delle prese di beneficio. HSBC (GB0005405286) ha perso lo 0,3%, Hang Seng Bank (HK0011000095) l'1,1%, Bank of East Asia (HK0023000190) l'1,7% e Bank of China (CN000A0J3PX9) il 3,2%. Tra i petroliferi PetroChina (CN0009365379) ha perso lo 0,6% e CNOOC (HK0883013259) lo 0,7%, Il prezzo del petrolio ha chiuso venerdì scorso a New York in calo dello 0,6%. Li & Fung (BMG5485F1445) ha beneficiato dell'aumento della fiducia degli investitori nell'economia degli USA ed ha guadagnato il 7,2%. L'andamento degli affari di Li & Fung è fortemente legato al consumo negli USA. Li Fung è infatti, tra l'altro, un importante fornitore di Wal-Mart (US9311421039).
Tra gli altri listini della regione l'S&P/ASX 200 a Sydney ha perso lo 0,3%, il Taiex a Taipei lo 0,3% e il Kospi a Seul lo 0,3%. La Borsa di Singapore è rimasta oggi ferma.
Redazione Borsainside 12.30

 

 

Lunedì 21 Settembre 2009, 12:22
G20, Merkel scettica su accordo Tobin tax a Pittsburgh
Il Cancelliere tedesco Angela Merkel non si aspetta che il G20 di Pittsburgh in agenda il 24 e 25 settembre raggiunga un'intesa su una tassa sulle operazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin tax.
"(L'idea di una tassa sulle operazioni finanziarie) non è morta ... è qualcosa su cui stiamo facendo pressione a Pittsburgh", ha detto la Merkel in un'intervista a Ndr radio.
"Non ritengo che ci sarà un accordo al 100% a Pittsburgh sul tema ma da parte tedesca porremo la questione", ha aggiunto.
Merkel ha dubbi anche sulle possibilità di un accordo sull'altro tema caldo in agenda a Pittsburgh: quello di un tetto alle retribuzioni dei banchieri.
"L'Unione europea ha raggiunto un'intesa su questo in vista di Pittsburgh e speriamo di avere successo", ha detto il cancelliere tedesco.

 

 

21 Settembre 2009 13:06 ROMA
Ue: Ocse, ridurre deficit con piani chiari e credibili
di ANSA
Italia: imprese pagano elettricita' piu' cara di area Ocse
(ANSA) - ROMA, 21 SET - Occorre che l'Unione europea riduca il deficit con piani chiari e credibili. Lo suggerisce l'Ocse nel suo rapporto sull'Economia dell'Ue. E per quanto riguarda le banche, e' necessario che gli stress test siano rigorosi e trasparenti. La situazione italiana: le industrie del nostro Paese pagano l'elettricita' piu' cara fra tutti i loro concorrenti nell'area Ocse. Ma l'Italia (come Francia e Germania) potrebbe, se varasse alcune riforme, aumentare in 10 anni la produttivita' anche del 10%. Per l'Ocse 'tutti gli stati membri hanno bisogno di formulare piani chiari e credibili per assicurare la sostenibilita' dei bilanci nel medio termine'. Ma l'incertezza nel settore bancario'richiede stress test sistematici, rigorosi e trasparenti per chiarire le esigenze di capitale delle singole banche europee'. E veniamo al caso Italia. L'elettricita': il prezzo per l'industria nel nostro Paese e' di 200 euro a megawatt/ora, contro i 40 euro che pagano le imprese francesi. Al secondo posto come paese piu' caro e' l'Irlanda: meno di 130 euro a megawatt/ora. Sopra i 100 euro anche Slovacchia, Ungheria, Austria e Repubblica Ceca. Oltre la Francia, a pagare l'elettricita' meno di 50 euro a megawatt/ora ci sono solo Norvegia e Austria. Infine, per l'Ocse per aumentare la produttivita' del lavoro occorrono riforme del mercato che vadano verso una minore regolamentazione.(ANSA).

 

 

21 Settembre 2009 13:47 ROMA
Pil: a Forli'-Cesena primato benessere, Milano solo 37ma
di ANSA
Sole 24Ore, come cambia fotografia paese con criteri Stiglitz
(ANSA) - ROMA, 21 SET - Il Pil del benessere abita in Romagna. Forli'-Cesena e Ravenna si aggiudicano i primi due posti della classifica del benessere. Questa e' stata realizzata da Il Sole-24 Ore con i criteri proposti dalla Commissione guidata da Joseph Stiglitz, incaricata dal presidente Sarkozy. In sostanza, dalla ricchezza del paese il focus si sposta verso l' individuo e la famiglia.Con la Romagna, ai primi 10 posti alcune province della Toscana, come Firenze e Siena, e tutte quelle delle Marche. Al polo opposto Siracusa, zavorrata dal peso dell' inquinamento ambientale. La precedono a poca distanza altre cinque province siciliane. Il nuovo indicatore spinge soprattutto Rieti, che scala ben 54 posizioni, mentre Roma ne perde 74. Fa peggio solo Bolzano, in caduta di 77 posti. Milano che domina la graduatoria del pil, deve accontentarsi al 37esimo posto: qui pesa il fattore insicurezza personale, con oltre 5 mila reati l'anno ogni 100mila persone. Otto gli indicatori: condizioni di vita materiali, salute, istruzione, attivita' personali, partecipazione alla vita politica, rapporti sociali, ambiente e insicurezza economica e fisica, che cambiano radicalmente la fotografia del paese.(ANSA).

 

 

21 Settembre 2009 15:07 BRUXELLES
Bce: peggiora credito a Pmi Eurolandia, stretta su garanzie
di ANSA
Imprese pessimiste, non si aspettano prestiti piu' facili
(ANSA) - ROMA, 21 SET - Nei primo semestre 2009 sono peggiorate le condizioni creditizie alle Pmi di Eurolandia, mentre aumentava il fabbisogno di finanziamenti. E prevale il pessimismo per quanto riguarda la disponibilita' di prestiti nei prossimi sei mesi. Risulta da uno studio della Banca centrale europea secondo cui il 43% delle aziende che hanno chiesto un prestito fra gennaio e giugno ha notato un inasprimento dell'accesso al credito, e solo il 10% un miglioramento. 'Maggiori le dimensioni e l'eta' dell' azienda - scrive la Bce - piu' facile ottenere un prestito'. Notato un peggioramento delle condizioni diverse dai tassi d'interesse, in particolare le garanzie richieste. La percentuale delle imprese che hanno notato un aumento dei tassi d'interesse, al netto di quelle che invece hanno avuto una riduzione, e' del 5%. La maggior parte delle aziende non si aspetta cambiamenti significativi rispetto al periodo gennaio-giugno. Allo stesso tempo la quota delle Pmi che prevedono un peggioramento e' leggermente superiore a quella delle aziende che si aspettano prestiti piu' facili. (ANSA).

 

 

21 Settembre 2009 17:21 NEW YORK – Il Sole 24 Ore
Fmi: «Misure coordinate per uscire dalla crisi»
«Le misure adottate in risposta alla crisi sono state rapide e in qualche misura efficaci nel calmare i mercati finanziari e ristabilire il funzionamento dei mercati». È quanto osservano gli economisti del Fmi nel Global Financial Stability Report. Riguardo alla exit strategy, gli esperti del Fondo chiedono che ci sia una chiara comunicazione non solo rispetto a quando questo processo inizierà ma anche su come si prevede di gestirlo nella sua interezza per eliminare ogni elemento di incertezza.
Al tempo stesso è importante pensare a come evitare che si determinino delle situazioni di scompenso per evitare che queste provochino tensioni sui mercati. «Ad esempio - si legge nel rapporto del Fondo - è preferibile, laddove possibile, che i Paesi si coordinino per levare allo stesso tempo le garanzie governative sui titoli di debito emessi dalle banche».
«In generale - scrivono gli esperti del Fondo - l'uscita dalle politiche di intervento nel sistema finanziario da parte delle banche centrali e dei governi dovrebbe essere guidato dal ritorno di una fiducia duratura nella salute dei mercati e delle istituzioni finanziarie. Poichè le condizioni economiche e finanziarie variano a seconda dei paesi, non vi è uno schema fisso di quando o in che ordine il settore pubblico dovrà procedere a rimuovere le misure di sostegno adottate durante la crisi».
L'elemento cruciale della ricetta per gestire le exit strategy è dunque quello di comunicare in maniera estremamente chiara, in modo da «gestire le attese dei mercati», e di coordinare, laddove possibile, gli interventi tra i singoli paesi. In quest'ambito, «andrebbe data priorità al mettere fine a quei programmi che hanno un significato impatto distorsivo sui mercati finanziari e che prevedono l'assunzione da parte dei governi di rilevanti esposizioni al debito. Tuttavia il timing e la modalità di queste decisioni devono essere soppesate con riguardo alle condizioni dei mercati finanziari e, specificamente, di quanto illiquidi o fragili possano ancora essere».
Guardando agli effetti delle misure adottate nel corso dell'ultimo biennio da parte delle banche centrali e dei governi delle 13 maggiori economie, gli esperti del Fondo ritengono che gli interventi siano stati in buona misura efficaci anche perchè sono stati ben comunicati ai mercati. Inoltre governi e banche centrali sono stati efficaci nell'affrontare in due fasi diverse i problemi di liquidità prima e di liquidità poi degli istituti bancari. «Le conclusioni di questo studio - scrivono gli economisti del Fondo - sono che in un ambiente caratterizzato da alta incertezza dei mercati e di alto rischio per le controparti, così come è avvenuto nelle fasi iniziali della crisi quando le preoccupazioni erano relative soprattutto alla liquidità, gli interventi di sostegno per garantire la liquidità delle banche sono stati estremamente efficaci nel calmare i mercati finanziari. Man mano che la crisi è passata poi da una problema di liquidità a uno di solvibilità, gli annunci dei provvedimenti di ricapitalizzazione delle banche e di acquisti di asset da parte delle autorità hanno riscosso un importante successo nell'alleviare i rischi del credito».

 

 

21 Settembre 2009 17:28 WASHINGTON
Fmi: no attuazione exit strategy ora
di ANSA
Far ripartire le cartolarizzazioni per non diminuire il credito
(ANSA) - WASHINGTON, 21 SET - 'Non sollecitiamo al momento un disimpegno' dalle politiche straordinarie messe in atto per affrontare la crisi. Cosi' l'Fmi. 'E' essenziale un coordinamento internazionale per le exit strategy' altrimenti il rischio e' che ognuno proceda per la sua strada mettendo a rischio la stabilita'.'Non c'e' una ricetta comune per tutti i paesi ma dovrebbero esserci delle linea guida da seguire'. E' necessario far ripartire le cartolarizzazioni per non diminuire il credito. 'Ci preoccuperebbe se nell'arco dei prossimi 6-18 mesi ci fosse un ritiro delle risorse concesse alle banche. Non abbiamo una data' da suggerire per l'attuazione delle exit strategy ma 'va tenuta sotto osservazione la stabilita' dei mercati e il disimpegno non deve avvenire mentre questi sono ancora fragili', dicono Laura Kodres e Effie Psalida, responsabili del Global Financial Stability Report. I principi generali delle exit strategy:considerare la gestione delle aspettative del mercato; coordinamento fra i vari paesi e i vari settori del mercato; segnalare ai mercati le modalita' di disimpegno e i tempi, per consentire ai partecipanti di prepararsi adeguatamente. Nell'attuare le exit strategy la priorita' deve andare alle misure che hanno un impatto distorsivo sui mercati. (ANSA).

 

 

21 Settembre 2009 17:54 MILANO – Il Sole 24 Ore
Mega-Ipo e ricapitalizzazioni Sul piatto 20 miliardi di $
Le società vogliono cogliere l'attimo. La finestra del rally borsistico è troppo ghiotta e, con tutta questa liquidità in giro, trovare un compratore di azioni non è difficile. Così, tra il collocamemento del colosso del Drago China Metallurgical (a Shangai ha debuttato guadagnando il 25,5%), quello del 9 ottobre prossimo dei casinò di Macao (Wynn resort) e l'annunciata Ipo della controllata brasiliana del Santander i soldi "rastrellati" sul mercato primario sono ben 14 miliardi di dollari. Se a queste mega-operazioni si aggiunge, poi, la ventilata ipotesi di Royal Bank of Scotland (Rbs) per una ricapitalizzazione fino a 6,5 miliardi, la cifra delle operazioni straordinarie raggiunge 20 miliardi di dollari.
Certo, la banca britannica non è detto dia seguito alle voci che la riguardano. Ciò detto, è chiaro che le aziende stanno cercando, oltre all'emissione di corporate bond, altre vie per finanziare la propria attività d'impresa. Così Rbs, che vuole ridurre il ricorso alle garanzie sugli asset a rischio fornite dal Governo britannico, sta monitorando il mercato riguardo un possibile aumento di capitale fino 4 miliardi di sterline. Secondo quanto riferito dal Financial Times, l'operazione ridurrebbe comunque di poco il peso dello schema di protezione definito dal Governo che prevede un'assicurazione per circa 300 milioni di toxic asset presenti nei bilanci della banca. Un meccanismo che, peraltro, prevede l'emissione di 19,5 miliardi di sterline di azioni B per far fronte alle commissioni per lo "schema di protezione" e che, se convertite in azioni comuni, porterebbero la partecipazione di Downing Street all'83% del capitale.
Diverse, ovviamente, le motivazioni alla base degli altri mega-deal. L'Ipo del business brasiliano di Santander è, in parte, finalizzato a finanziare l'espansione della rete della banca spagnola in Sud America: l'obiettivo è aprire circa 600 nuovi sportelli al 2013. Per questo, se il prezzo del collocamento verrà fissato sulla parte alta della forchetta, la somma potenzialmente raccolta sarebbe di 7,3 miliardi di dollari. Si tratterebbe del più grande sbarco in Borsa negli Usa (è previsto il dual listing a Wall Street e al Bovespa), dalla quotazione di Visa nel marzo del 2008.
Un po' diverso il collocamento del casinò di Macao, posseduto da Wynn Resorts. In questo caso il management della holding vuole approfittare della tenuta del business del gioco nell'isola del Far East rispetto al forte calo del giro d'affari legato all' "azzardo" come è accaduto, per esempio, in quel di Las Vegas. La positiva risposta degli investitori ha convinto Wynn resort ad aumentare le azioni date in collocamento, fino ad arrivare ad un valore massimo ipotetico di 1,6 miliardi di dollari.

 

 

Borse europee: Chiusura negativa, Milano la peggiore
21.09.2009
I principali listini azionari europei hanno chiuso oggi in ribasso. Il FTSE 100 a Londra ha perso lo 0,7%, lo SMI a Zurigo lo 0,3%, il CAC40 a Parigi lo 0,4%, il DAX a Francoforte lo 0,6% e il FTSE MIB a Milano l'1,9%.
Gli operatori hanno osservato che al mercato sono mancati oggi dei nuovi impulsi. Le notizie positive arrivate la scorsa settimana dal fronte macroeconomico sarebbero ormai scontate nelle valutazioni di molti titoli.
I minerari hanno guidato la lista dei ribassi. BHP Billiton (GB0000566504) ha perso il 2,7%, Kazakhmys (GB00B0HZPV38) il 3,3%, Rio Tinto (GB0007188757) il 3,4%, Vedanta (GB0033277061) il 3,5% e Xstrata (GB0031411001) il 3,6%. I prezzi dei metalli di base sono calati oggi a Londra.
Male anche i titoli dei produttori di fertilizzanti. K+S (DE0007162000) ha chiuso in calo del 3,8% e Syngenta (CH0011037469) del 2,1%. Potash (CA73755L1076), il primo produttore mondiale di sali di potassio, ha lanciato un profit warning.
Royal Bank of Scotland (GB0006764012) ha perso a Londra il 5,2%. Secondo delle voci di stampa la grande banca britannica potrebbe emettere nuovi titoli per alcuni miliardi di sterline (per ulteriori dettagli clicca qui).
ArcelorMittal (LU0323134006) ha perso a Parigi il 3,6%. Exane BNP Paribas ha declassato oggi il titolo del colosso dell'acciaio da "Outperform" a "Neutral" (per ulteriori dettagli clicca qui).
Iberdrola (ES0144580Y14) ha perso a Madrid l'1,4%. Citigroup ha tagliato oggi il suo rating sul titolo della prima impresa spagnola delle utilities da "Buy" a "Hold".
Allianz (DE0008404005) ha guadagnato a Francoforte l'1,4%. J.P. Morgan ha promosso il titolo della prima compagnia assicurativa europea ad "Overweight" (per ulteriori dettagli clicca qui).
Nel settore dell'Information Technology Cap Gemini (FR0000125338) ha guadagnato il 2,7% e SAP (DE0007164600) lo 0,8%. Dell Computer (US24702R1014) ha annunciato oggi di aver raggiunto un accordo per rilevare Perot Systems (US7142651055).
Redazione Borsainside 18.30

 

 

21 Settembre 2009 18:32 NEW YORK
Crisi: blue-chip Usa appoggiano riforma compensi
di ANSA
Da At&t, Cisco e Hewlett-Packard ok a modifiche volute da Obama
(ANSA) - NEW YORK, 21 set - Un gruppo di societa' blue-chip sta valutando di cambiare volontariamente le proprie pratiche sui compensi. Il Conference Board, gruppo di business-reserach nonprofit, potrebbe annunciare il proprio appoggio a una serie di principi vicini a quelli per i quali Barack Obama sta spingendo, incluso legare compensi a performance. Fra le societa' intenzionate a sostenere volontariamente le modifiche figurano At&t, Cisco Systems, Hewlett-Packard e Tyco International.

 

 

21 Settembre 2009 20:34 NEW YORK
Aig: non e' chiaro se riuscira' a ripagare prestito
di ANSA
Lo sostiene la Corte dei conti statunitense
(ANSA) - NEW YORK, 21 set - Aig potrebbe non ripagare il prestito ottenuto dal governo. Lo sostiene il Government of Accountability office (Gao). 'Al momento non chiaro'' se il colosso assicurativo riuscira' o meno a ripagare il prestito, ha avvertito la Corte dei conti statunitense.

 

 

21 Settembre 2009 23:09 NEW YORK
Crisi: Obama preoccupato per la disoccupazione
di ANSA
Sara' un 'grande problema per almeno un altro anno'
(ANSA) - NEW YORK, 21 set - La disoccupazione sara' 'un grande problema' per almeno un altro anno. Lo afferma il presidente americano Barack Obama. Il capo della Casa Bianca ha parlato nel corso di un'apparizione al 'Late Night with David Letterman', la prima di un presidente degli Stati Uniti in carica nel popolare show della notte della Cbs. E' stata anche la settima apparizione tv di Obama in 48 ore, dopo i cinque talk show di domenica e il discorso da Troy, nello stato di New York.

 

 

21 Settembre 2009 23:30 NEW YORK
UBS, IL PEGGIOR MARCHIO BANCARIO DEL MONDO
di WSI
Le banche sono giustamente malviste, di questi tempi. Ma non e' Citibank l'istituto con l'immagine piu' malconcia. E' del colosso svizzero nazionalizzato ("UBS: U & Us" lo slogan sulle tv americane) il marchio crollato di piu' nel 2009.
A prima vista Citibank potrebbe sembrare la banca piu' malconcia del settore finanziario, in termini di immagine. Ma non e' cosi'. L'onore al "demerito" appartiene a UBS. Secondo il Best Global Brands di Interbrand — un indice che tiene conto di fatturato, utili e altri fattori che danno una misura la solidita' del brand dell'azienda — il valore del marchio UBS e' crollato del 50% nel 2009. Non solo e' il calo piu' marcato tra i titoli finanziari. E' il piu' alto tra tutte le componenti del Best Global Brands. Cioe' UBS e' sceso piu' di ogni altro marchio al mondo quest'anno.
Le difficolta' che il brand di UBS sta attraversando — in gran parte a causa della crisi finanziaria, ma anche per lo scandalo fiscale e la guerra con il fisco degli Stati Uniti che l'ha coinvolta in parallelo — potrebbe compromettere seriamente il tentativo dell'istituto svizzero (ormai nazionalizzato dal governo di Berna) di apportare rilevanti cambiamenti nell'ambito della propria strategia di business, del management e della gestione dei rischi tramite una massiccia campagnia pubblicitaria da decine di milioni di dollari sulle Tv Usa basta sullo slogan "UBS: U & Us".
L'obiettivo di tali iniziative e' rafforzare il focus sui clienti e iniziare un nuovo corso positivo. Ma riconquistare la fiducia perduta sara' un'impresa molto ardua.Nel 2000 UBS aveva sborsato diversi miliardi per aggiudicarsi Paine Webber. In un primo momento la societa' ha preso il nome di "UBS PaineWebber". Ma nel 2003 il nome e' diventato "UBS Wealth Management USA", proprio come e' avvenuto per Credit Suisse, che ha preferito rinunciare alla presenza di First Boston nel nome, passando da CSFB a CS.
Ora secondo alcune voci di mercato sembra che UBS abbia intenzione di ritornare al marchio precedente. Stando infatti a quanto riferito da persone informate sui fatti, Bob McCann — il principale candidato per guidare il braccio di brokeraggio di UBS — vorrebbe tornare al nome Paine Webber, buttando alla spazzatura completamente il marchio UBS ormai infangato. Secondo BrandChannel potrebbe essere una buona idea, perche' dopo un periodo in cui la societa' non ha investito abbastanza nelle iniziative di promozione del suo brand, e' arrivato il momento di cambiare strategia. Tuttavia "anche se UBS riuscisse ad ottenere nuovamente una certa stabilita', incontrera' comunque enormi difficolta' a riconquistare la fiducia nel suo marchio", sostengono gli analisti BrandChannel.

Citi ad ogni modo non si trova in una situazione molto migliore di quella della concorrente elvetica. Il brand Citibank (ora che anche questa e' una banca pubblica controllata dal governo americano) ha infatti perso quest'anno il 49% del suo valore.
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Altre grane per Ubs, stavolta nel mirino della borsa svizzera: l'organo di sorveglianza Six Exchange Regulation ha aperto un'inchiesta nei confronti della grande banca elvetica per sospetta violazione delle norme relative alla pubblicazione di dati rilevanti per l'andamento dei corsi borsistici, per quanto riguardo il periodo 2007-2008. Pure sotto indagine e' un'eventuale infrazione delle direttive di corporate governance (le regole che garantiscono gli interessi degli azionisti) nel quadro del rapporto di gestione 2008, ha comunicato l'autorita' di controllo. La durata dell'indagine non e' nota e non verranno fornite ulteriori precisazioni prima che essa si sara' conclusa.


 

 

 

 

WALL STREET: A DUE VELOCITA', AVANZA L'HI-TECH

21 Settembre 2009 22:08 NEW YORK - WSI
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L'operazione Dell su Perot Systems permette al Nasdaq di estendere la corsa. Vendite invece sulle commodities, dopo il tentativo di rimbalzo del dollaro. Greggio sotto i $70 al barile.
Gli indici azionari americani hanno archiviato la seduta contrastati. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.42% a 9778, l’S&P500 lo 0.34% a 1064, il Nasdaq ha guadagnato lo 0.24% a 2138. A frenare gli indici dopo la corsa dei giorni scorsi e’ stato il tentativo di rimbalzo del dollaro e qualche presa di profitto. La continuazione delle operazioni societarie nel comparto hi-tech e il buon dato sull’attivita’ manifatturiera non sono stati sufficienti a far proseguire con convinzione gli acquisti anche se hanno permesso ai listini di risollevarsi dai minimi giornalieri.

Gli analisti hanno comunque speso parole positive sul movimento odierno. Con il mercato in rialzo del 50% negli ultimi sei mesi, una pausa e’ salutare. "Questo e’ cio’ che dovrebbe accadere, da non associare necessariamente ad una correzione dagli attuali livelli" afferma Jordan Smyth, managing director di Edgemoor Investment Advisors.

Nell’ultimo mese il Superindice economico e' salito dello 0.6%, risultando leggemrente inferiore alle attese, confermando comunque il quinto rialzo consecutivo. La scorsa settimana il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke aveva parlato di una possibile conclusione della fase recessiva per l’economia statunitense.

In settimana la Banca Centrale americana si riunira’ per la decisione sui tassi d’interesse. E’ ampiamente attesa una conferma dell’attuale livello prossimo allo zero, ma gli operatori cercheranno alcune indicazioni sulla tempistica relativa all’innalzamento del costo del denaro, una mossa ritenuta necessaria per frenare le pressioni inflative nei prossimi mesi.

Il recupero del dollaro nei confronti delle principali valute ha originato una serie di vendite sui comparti energetico e delle materie prime. Le commodities sono prezzate in dollari, ed un apprezzamento del biglietto verde le rende meno appetibili agli occhi degli investitori stranieri. I futures con scadenza ottobre sul petrolio hanno ceduto $2.33 a $69.71, quelli con consegna dicembre sull'oro sono arretrati di $5.40 a $1004.90 l'oncia.

Tra le singole performance, pesante Dell, dopo che la seconda maggiore societa' americana di PC ha annunciato l'acquisto di Perot Systems per $3.9 miliardi in contanti equivalenti a $30 per azione, ovvero un premio del 70% rispetto alla chiusura di venerdi'. I titoli PER hanno effettuato un balzo del 65%. Vendite anche su Lennar, dopo che la costruttrice edilizia ha annunciato una perdita trimestrale praticamente raddoppiata rispetto allo scorso anno.

Sugli altri mercati, sul valutario, l'euro ha ritracciato nei confronti del dollaro a quota $1.4650. In calo i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.4870% dal 3.4740% di venerdi'.

 

Fonte - WallStreetItalia

 

 

 
 

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