..

 
 

 
PARTE  1

PARTE  CRONOLOGICA

 

.
  Sabato 01 marzo 2008   Sabato 08 marzo 2008   Mercoledì 12 marzo 2008  
       
..... Scarica in formato PDF ..... Scarica in formato PDF ..... Scarica in formato PDF .....
 

GR1 RAI - 03 MAR ore 22:00

   

MP3 (54 KB)

GR1 RAI - 04 MAR ore 22:00

   

MP3 (55 KB)

 
 

GR1 RAI - 06 MAR ore 22:00

   

MP3 (53 KB)

GR1 RAI - 07 MAR ore 22:00

   

MP3 (61 KB)

 

 

 

 

 

WALL STREET: CONTRASTATA, MA CHE RECUPERO!

04 Marzo 2008 22:05 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

Grazie al colpo di reni finale, il Dow Jones, arrivato a perdere oltre 200 punti, chiude a -0.37%, il Nasdaq recupera da -1.7% e gira in positivo. Ma la situazione resta incerta.
La seduta di borsa si e’ chiusa con gli indici contrastati e in netto recupero rispetto ai minimi giornalieri. Spinti al ribasso dagli ultimi commenti di alcuni esponenti della Federal Reserve (tra cui il presidente Bernanke) e dai timori sull’economia, i listini sono arrivati a segnare perdite superiori al punto percentuale nell’arco della seduta per poi recuperare terreno nell’ultima ora di scambi. Il Dow Jones (in ribasso di oltre 200 punti a meta’ giornata) ha chiuso con un calo dell 0.37% a 12213, l’S&P500 ha ceduto lo 0.34% a 1326, il Nasdaq ha guadagnato lo 0.07% a 2260.
A permettere agli indici di arginare le perdite sono stati alcuni commenti espressi sul canale finanziario CNBC Usa relativi al piano di salvataggio sulla societa’ assicuratrice di bond, Ambac Financial (ABK), in "buon progresso", e le dichiarazioni del CEO del colosso network Cisco Sytems(CSCO), che si e’ detto "maggiormente fiducioso" sull’outlook di lungo termine.
La situazione sui mercati resta comunque incerta e le dichiarazioni dei governatori della Fed confermano le difficili condizioni che stanno caratterizzando l’economia piu’ potende del mondo. Intervenuto in una conferenza ad Orlando, Florida, il capo della Banca Centrale, Ben Bernanke, ha affermato che i pignoramenti e le insolvenze sul ripagamento dei mutui da parte delle famiglie americane continueranno nei prossimi mesi e che la disparita’ tra domanda ed offerta avra’ l’effetto di trascinare ulteriormente al ribasso i prezzi degli immobili negli Stati Uniti. Inoltre il chairman della Federal Reserve ha detto che "le banche statunitensi dovrebbero svalutare ulteriormente i mutui ipotecari su abitazioni il cui prezzo e’ diminuito, così da aiutare chi ha contratto un prestito ad evitare il pignoramento".
Gli operatori hanno reagito male all’annuncio e continuano a sperare in un proseguimento della politica accomodante da parte della Federal Reserve per permettere all’economia di difendersi dalla minaccia della recessione e ripartire. Il governatore Mishkin ha affermato di intravedere "un significativo rischio al ribasso" per la crescita economica, accompagnato da un incremento della disoccupazione nei prossimi mesi. Il presidente della Fed del distretto di Dallas, Fisher, ha infine evidenziato come l’attuale dinamica inflazionistica non sia da ritenersi incoraggiante (alimentando nuove paure sul fenomeno della stagflazione): non e’ infatti detto che l’indebolimento dell’attivita’ economica si traduca in un raffreddamento dei prezzi.
A causa della forte contrazione del settore manifatturiero a cui si e’ assistito di recente e ad altri segnali preoccupanti sull’economia a stelle e strisce, gli operatori ritengono che il prossimo 18 marzo la Fed possa attuare un ulteriore abbassamento del costo del denaro pari a 75 punti base. I futures sui fed funds scontano una probabilita’ del 74% che cio’ accada, per cui un taglio di 50 punti e' una certezza.
Quest’anno la Banca Centrale ha operato due riduzioni del costo del denaro che hanno portato i tassi a breve all’attuale 3.0%. Saranno di rilevante importanza i numeri che verranno diffusi il prossimo venerdi’ sul rapporto occupazionale. Un aumento della disoccupazione potrebbe creare panico tra gli investitori poiche’ rappresenterebbe un’ulteriore conferma dell’ingresso in recessione per l’economia americana.
L’indice S&P500 e’ in calo -9% dall’inizio dell’anno ed ha ceduto il 16% dai massimi registrati ad ottobre. La stagione degli utili non e’ stata particolarmente esaltante, ma si e’ rivelata probabilmente migliore di quanto avevano stimato gli analisti. I profit warning lanciati dalle aziende per i prossimi mesi, tuttavia, rappresentano senz’altro un campanello d’allarme per il comparto societario. Nell’after hour di lunedi’ sera, la catena retail specializzata nella vendite di libri, Barnes & Noble (BKS), ha annunciato che il 2008 potrebbe rivelarsi un anno "particolarmente" difficile.
Nel comparto hi-tech, altro warning dal colosso dei chip Intel (INTC), costretto a ridurre le stime sui margini lordi per via di un inatteso abbassamento dei prezzi delle memorie flash di tipo NAND, superiore al previsto. In ribasso l’intero gruppo dei titoli finanziari, depresso dalla debole performance di Citigroup (C) scivolato a sua volta ai minimi di nove anni. Merrill Lynch (MER) ha tagliato le stime sui risultati fiscali della banca d’affari, Wachovia ha invece ridotto l’outlook per le banche d’investimento Bear Stearns (BSC), Goldman Sachs (GS), Lehman (LEH), e Morgan Stanley (MS).
Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio ha chiuso in netto ribasso allontanandosi dai recenti massimi. I futures con consegna aprile hanno archiviato la sessione a quota $99.52 al barile, in calo di $2.93. Sul valutario, euro stabile nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5207. Vendite sull’oro. I futures con consegna aprile sul metallo prezioso hanno chiuso in ribasso di $17.90 a $966.30 all’oncia. In calo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.5790% dal 3.53%.

 

Fonte - WallStreetItalia.com

 

 

 

 

WALL STREET: NUOVO SELL-OFF, E' ANCORA CRISI DEL CREDITO

06 Marzo 2008 22:09 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

A causa dei rinnovati timori sul mercato del credito e degli ultimi, ancora deludenti, dati sul comparto immobiliare, gli indici americani hanno chiuso la seduta di borsa in forte ribasso (quinta sessione negativa delle ultime 6). Il Dow Jones ha ceduto l'1.75% a 12040, l’S&P500 il 2.20% a 1304, il Nasdaq e' arretrato -2.30% a 2220. I dati sul comparto del lavoro, seppur migliori delle attese, non sono riusciti a contenere le perdite, mentre sembra intensificarsi il nervosismo in vista dell’importante rapporto sull’occupazione che verra’ diffuso nelle prime ore di venerdi’.
La principale preoccupazione degli investitori riguarda la continua debolezza del comparto finanziario e il pericolo che questa dilaghi su altri settori. Ad alimentare le paure sulla crisi del credito (scoppiata la scorsa estate e ancora lontana dall’essere risolta) sono state le ultime notizie comunicate dalle societa’ finanziarie Thornburg Mortgage e Carlyle Group i cui creditori stanno insistendo sul ripagamento dei prestiti attraverso la ricostituzione dei "margin calls". Le difficolta’ riscontrate dai gruppi nel ripagamento dei rispettivi debiti hanno originato speculazioni sul possibile fallimento delle societa’.
A cio’ va aggiunto l’ultimo rapporto della Mortgage Bankers Association che ha evidenziato un balzo delle insolvenze sul ripagamento dei mutui ai massimi storici e un’impennata dei pignoramenti. I tassi a lungo termine continuano a viaggiare su livelli ancora elevati, rendendo maggiormente onerosi i prestiti immobiliari. Il collasso dei mutui subprime ha gia’ causato svalutazioni per almeno $181 miliardi, costringendo le banche a rivedere gli standard per la concessione di prestiti alle famiglie americane. Le vendite di case con contratti in corso sono risultate invariate a gennaio, ma in calo di quasi il 20% rispetto allo scorso anno.
"La situazione sembra ormai essere fuori controllo. Si prospettano tempi dolorosi, non so se il mercato ha pienamento prezzato le conseguenze delle elevate perdite e di cosa e quanto ci vorra’ per recuperare" ha commentato David Baker del gruppo North American Management. "L’opinione piu’ diffusa e’ che ormai gli Stati Uniti sono in recessione. I numeri di domani sull’occupazione saranno cruciali" ha affermato Mike Lenhoff, chief strategist di Brewin Dolphin. Probabilmente il mercato restera’ volatile fino alla seconda meta’ dell’anno: durante il periodo estivo dovrebbe emergere un quadro ben preciso sulle perdite delle banche legate alla crisi del credito, mentre i tassi viaggeranno su livelli molto piu’ bassi.
Il piu’ volte annunicato piano di salvataggio sulla societa’ assicuratrice di bond, Ambac Financial (ABK), ha fallito nel tentativo di ridare fiducia agli investitori, che hanno giudicato la proposta sulla vendite di azioni non sufficiente a garantire il massimo rating sul credito. Il titolo, crollato -20% nella seduta di mercoledi’, ha continuato a perdere terreno chiudendo con un ribasso giornaliero del 13%. Citigroup (C), Goldman Sachs (GS), Lehman Brothers (LEH) e Morgan Stanley (MS) hanno perso mediamente il 4%, Merrill Lynch (MER) e' arretrata -7%.
Tutti i titoli componenti del Dow Jones hanno chiuso in rosso, fatta eccezione per il colosso retail Wal-Mart (WMT) che ha battuto le attese degli analisti sulle vendite comparate di febbraio.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio ha chiuso ancora in rialzo. I futures con consegna aprile hanno archiviato la sessione a quota $105.47 al barile, in progresso di $0.95. Sul valutario, l’euro aggiorna il record sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5391. L’oro ha ritracciato dai recenti massimi. I futures con consegna aprile sul metallo prezioso hanno chiuso in calo di $14.20 a $974.30 all’oncia. In rialzo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.6220% dal 3.69% di mercoledi’.

 

Fonte - WallStreetItalia.com

 

 

 

 

 

WALL STREET: INDICI AI MINIMI DI UN ANNO E MEZZO

07 Marzo 2008 22:09 NEW YORK - di WSI - ANSA
______________________________________________

Ancora una seduta nel segno della volatilita’ a New York. Gli indici azionari si sono sono mossi in un trading range superiore ai due punti percentuali, capaci di recuperare dopo il debole avvio, riprendere la strada dei ribassi e sul finale rimbalzare dai minimi. Il Dow Jones, scivolato al di sotto della soglia dei 12000 punti, ha perso l’1.22% a 11893, l'S&P500 lo 0.84% a 1293, il Nasdaq lo 0.36% a 2212. Non fosse stato per il weekend probabilmente si sarebbe potuto assistere ad un sell-off di maggiori dimensioni a causa delle pessime notizie giunte dal fronte macro che hanno confermato l’ingresso dell’economia americana in recessione.
A fare da volano alle vendite e' stato il pessimo dato sull’occupazione del mese di febbraio che ha evidenziato la perdita di 63 mila posti di lavoro, sorprendendo gli analisti che invece avevano stimato la creazione di 25 mila posti. Si tratta del secondo calo consecutivo, il dato di gennaio e’ stato rivisto al ribasso da -17 mila unita’ a -22 mila. Erano quasi cinque anni che non si vedeva una contrazione cosi’ grave.
"Si tratta senza dubbio di brutte notizie. La situazione potrebbe aggravarsi qualora si materializzasse un brusco rallentamento della spesa dei consumatori: a quel punto la situazione sarebbe allarmante" ha affermato Ed Peters, capo degli investimenti di PanAgora Asset Management di Boston.
Dubbi sui numeri degli economisti erano stati gia’ sollevati dal calo di occupati nel settore privato, comunicato nei giorni scorsi. E’ un chiaro segnale di come la crisi del credito e la debolezza del mercato immobiliare abbiano iniziato a produrre effetti negativi su vasta scala anche sull'economia reale, spingendo di fatto gli Stati Unitti in una fase di recessione.
I futures sui fed funds danno ormai per scontato un taglio di 75 punti base nel meeting della Banca Centrale il prossimo 18 marzo, addirittura si e’ iniziata a prezzare (20-25%) anche la possibilita’ di un taglio pari ad un punto percentuale netto, il che porterebbe il costo del denaro dal 3% attuale al 2%.
Il calo dei listini e’ avvenuto nonostante la comunicazione della Federal Reserve sull’incremento dei fondi da destinare alle istituzioni finanziarie nelle aste per garantire la liquidita'. Il fatto aveva offerto inizialmente un relativo sollievo al gruppo delle societa’ finanziarie, ma l’allarme di Thornburg Mortgage (TMA) sulla perdita di $427 milioni ha risvegliato i timori sul "credit crunch". Forti pressioni si sono notate su Washington Mutual (WM), in calo di oltre il 9% in seguito alla diffusione di un rapporto sull’incremento di capitale e Countrywide Financial (CFC).
Tra i titoli del Dow Jones, in forte calo il gigante dell’alluminio Alcoa (AA) sulla scia del taglio del rating da parte degli analisti di Friedman Billings che hanno citato alcune preoccupazioni su un possibile calo dei prezzi delle commodities. In rosso anche il colosso aerospaziale Boeing (BA) sulle voci di un probabile slittamento della fornitura dei nuovi modelli 787 Dreamliner. Vendite evidenti anche sul colosso bancario Citigroup (C).
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, nuovo record intraday del petrolio di $106.54. I futures con consegna aprile hanno poi ritracciato chiudendo in calo di $0.32 a $105.15 al barile. Sul valutario, l’euro si spinge ad nuovo massimo assoluto nei confronti del dollaro di $1.5461 ma poi fa dietrofront. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5350. L’oro e’ arretrato di $2.90 a $974.20 all’oncia. In forte recupero i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.5410% dal 3.6220% di giovedi’.

 

Fonte - WallStreetItalia.com

 

 

 

 

WALL STREET: PESANTI VENDITE CON CRISI FINANZIARIA

10 Marzo 2008 21:10 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

Listini in ribasso sulla piazza di New York, dove le vendite si sono intensificate in seguito alla circolazione di alcuni rumors negativi sul comparto finanziario. Il Dow Jones ha ceduto l'1.29% a 11740, l’S&P500 l'1.55% a 1273, il Nasdaq e’ arretrato -1.95% a 2169. I listini hanno cosi’ chiuso in ribasso per la terza sessione consecutiva, l'S&P500 e' scivolato ad un nuovo minimo di 19 mesi. McDonald's e' risultato essere il miglior titolo del Dow Jones, le famiglie mangiano sempre piu' fast food a buon mercato, per la recessione.
A guidare la strada dei ribassi e’ stato ancora una volta il comparto finanziario, pressato da una serie di notizie negative che non fanno altro che appesantire il clima originato dalla crisi del credito. Bear Stearns (BSC) ha visto il titolo scivolare ai minimi di 5 anni dopo che l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato il giudizio su alcuni asset della banca d’affari, tra cui quelli connessi ai prestiti immobiliari forniti alle famiglie con problemi di credito. Il gruppo di private equity Blackstone (BX) ha riportato una perdita trimestrale di $170 milioni nel quarto trimestre, sempre a causa (ovviamente) del "credit crunch".
Va segnalato poi il ribasso del 14% di Countrywide Financial (CFC) sulla notizia pubblicata dal New York Times secondo cui l'Fbi avrebbe iniziato un'indagine sull'istituto finanziario. Non sorprende che l’intero gruppo delle grosse banche d'investimento (Lehman, Goldman Sachs, Merrill Lynch e Morgan Stanley) si sia mosso al ribasso, appensatito anche dai commenti negativi espressi da Citigroup.
L’ultima ondata di vendite sull’azionario che ha spinto gli indici ai minimi di oltre un anno e mezzo ha sollevato alcune speculazioni tra gli operatori su un possibile intervento della Federal Reserve a mercati aperti, prima dell’incontro fissato per il prossimo 18 marzo. Gli stessi analisti di Goldman Sachs hanno scritto in una nota che non e' da escludere una manovra straordinaria della Fed: stimati tassi al 2% entro la fine del prossimo mese.
Dopo il crollo dell’occupazione annunciato venerdi’ scorso, che ha di fatto confermato l’ingresso dell’economia Usa in recessione, "non sembrano esserci gli elementi per assistere ad un rally dei listini nei prossimi giorni" ha affermato David Jones, capo analista di IG Index. E’ possibile dunque continuare ad assistere a movimenti laterali ad alta volatilita' dei mercati anche nei prossimi giorni.
A contribuire al calo dei listini e’ stata anche l’impennata dei prezzi energetici, con il petrolio balzato ad un nuovo massimo storico oltre la soglia dei $108. I futures con consegna aprile si sono spinti ad un massimo intraday di $107.18 per poi chiudere a quota $107.90, in rialzo di $2.75.
Tra i singoli titoli, il colosso fast food McDonald’s (MCD) ha comunicato vendite comparate nel mese di febbraio che hanno battuto le attese degli analisti. Il titolo e’ avanzato del 2.45% risultato il miglior componente dell’indice industriale. In calo le conglomerate industriali United Technologies (UTX) e 3M (MMM), considerate cartine di tornasole dell'economia, penalizzate dalla serie negativa di dati macro, tra cui il calo nell'occupazione comunicato venerdi’ scorso. Nel comparto tecnologico, alcune pressioni stanno colpendo il colosso Internet Google (GOOG), gia’ in forte perdita negli ultimi mesi: il settimanale finanziario Barron’s ha scritto che il titolo potrebbe deprezzarsi di un ulteriore 20% dagli attuali livelli. L’azione ha lasciato sul terreno il 4.5%.
Il gigante dei chip per la telefonia mobile Texas Instruments (TXN) rilascera’ un aggiornamento infratrimestrale subito dopo la chisuura delle borse. Con la fiducia dei consumatori scivolata ai minimi di 16 anni, sarebbe interessante vedere numeri migliori delle attese da parte di questa societa’, purtroppo sono pochi quelli che si attendono una sorpresa al rialzo dato il rallentamento economico che sta interessando molti settori.
Sugli altri mercati, sul valutario, poco variato l’euro. Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5349. L’oro e’ arretrato di $2.40 a $971.80 all’oncia. In buon progresso i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4380%.

 

Fonte - WallStreetItalia.com

 

 

 

 

WALL STREET: EUFORICA, MIGLIOR SEDUTA DI 5 ANNI

11 Marzo 2008 21:10 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

Seduta euforica sulla piazza di New York. I listini azionari americani si sono spinti in forte rialzo registrando la migliore prova giornaliera degli ultimi cinque anni grazie all’annuncio della Federal Reserve relativo all’iniezione di nuova liquidita’ nel sistema finanziario. A fare da effetto volano sono state anche le ricoperture degli short. Il Dow Jones ha guadagnato il 3.55% a 12156, l’S&P500 il 3.71% a 1320, il Nasdaq il 3.98% a 2255. Gli indici hanno cosi' segnato la migliore performance intraday dal marzo 2003. Non si poteva concludere meglio la serie negativa che durava da tre sedute.
Il rally dei listini ha avuto inizio gia’ nel preborsa subito dopo che la Fed ha annunciato che offrira’ $200 miliardi in Titoli di Stato attraverso aste che si svolgeranno su base settimanale. Il nuovo strumento annunciato dalla Banca Centrale americana, il TSLF (Term Securities Lending Facility) prevede che come garanzie gli intermediari che hanno accesso alle aste possano offrire anche titoli legati ai prestiti immobiliari, recentemente finiti nel ciclone della crisi del credito.
Si tratta di un nuovo sforzo da parte dei governatori della Banca Centrale nel tentativo di risolvere la crisi della liquidita' creatasi sulla scia del "credit crunch" e della crisi legata ai mutui subprime che continuano a creare problemi sia alle istituzioni finanziarie che alle famiglie americane, nonostante il taglio al costo del denaro apportato negli ultimi mesi.
"La mossa della Fed e’ da giudicare senza dubbio in modo positivo. Hanno (i membri Fed, ndr) finalmente iniziato a mettere l’olio ai motori del credito, lubrificando il meccanismo del comparto finanziario" ha commentato Kevin Cronin, capo degli investimenti di Putnam. "Cio’ ha finalmente creato una valida opportunita’ d’ingresso: dal punto di vista della valutazione, quella attuale e’ senz’altro una situazione molto attraente" ha aggiunto David Spika di Westwood Holdings Group. E gli operatori sono infatti rientrati con forza sull’azionario, trascurando i bond, i cui rendimenti sono schizzati immediatamente al rialzo. Lo yield sul decennale e’ passato dal 3.44% di lunedi' al 3.59%.
Ad offrire supporto ai listini sono stati anche i recenti commenti delle grosse banche d'affari. Gli analisti ritengono che l’azionario possa ora entrare in una fase di recupero dopo lo scivolone degli ultimi mesi che ha spinto gli indici ai minimi di un anno e mezzo. "In 9 delle ultime 10 fasi di rallentamento economico, i listini hanno toccato il punto di "bottom" con 3-4 mesi di anticipo rispetto alla fine della recessione" fanno notare gli strategist di JP Morgan (JPM). "Ci aspettiamo un rimbalzo del comparto azionario che possa durare per i prossimi 12-18 mesi" hanno aggiunto quelli della banca svizzera Credit Suisse (CS) che hanno anche fissato per l’indice S&P500 un target di 1350 punti per la fine del 2008 e di 1450 per il 2009. "Abbiamo ormai alle spalle piu’ della meta’ delle svalutazioni a carico delle banche d’affari" ha concluso Credit Suisse.
Nessuna sorpresa dunque dal rally effettuato dal gruppo delle societa’ finanziarie e da quelle specializzate nel comparto dei mutui. Il colosso bancario Citigroup (C), che ha tra l’altro garantito l’iniezione di nuovi capitali ($1 miliardo) in sei diversi fondi di bond municipali, e’ avanzato del 7.50%; bene anche JP Morgan (JPM), Goldman Sachs (GS) Morgan Stanley (MS) e Merrill Lynch (MER). In evidenza le due societa' semi governative di mutui ipotecari Freddie Mac (FRE) e Fannie Mae (FNM), e Countrywide Financial (CFC). Forti acquisti anche su Washington Mutual (WM), spinto ulteriormente al rialzo dalle voci di una possibile iniezione di capitali probabilmente da parte di Goldman o dall’investitore miliardario Warren Buffett.
Tra le grosse aziende che non sono riuscite a partecipare al rimbalzo del mercato si dinstinguono Bear Stearns (BSC) su cui gravano le voci di ulteriori perdite, il colosso dei chip per la telefonia mobile Texas Instruments (TXN) e la societa’ di piani assicurativi Wellpoint (WLP), entrambi per il taglio dell’outlook sui prossimi risultati fiscali.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio ha chiuso in rialzo dopo essersi spinto ad un nuovo record assoluto di $109.72 nella sessione ‘overnight’. I futures con consegna aprile hanno guadagnato 85 centesimi a quota $108.75. Sul valutario, l’euro arriva a sfiorare la soglia di $1.55, poi ritraccia fino a $1.5316, in ribasso rispetto a lunedi’. A supportare il biglietto verde la decisione della Fed e la conseguente diminuzione delle possibilita' di un taglio di 75 punti base al costo del denaro nel meeting della prossima settimana. L’oro infine e’ avanzato di $4.20 a $976.00 all’oncia.

 

Fonte - WallStreetItalia.com

 

 

 

 

WALL STREET: VOLATILE, SI BLOCCA IL RALLY

12 Marzo 2008 21:05 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

Seduta contraddistinta da un’elevata volatilita’ a New York. Gli indici non sono riusciti a continuare il forte rally della seduta precedente (il migliore di 5 anni), pressati da alcune preoccupazioni sull’efficacia della manovra straordinaria annunciata dalla Fed e dalla nuova impennata dei prezzi energetici. Alcune (scontate) prese di profitto hanno infine contribuito al calo giornaliero dei listini. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.38% a 12110, l’S&P500 lo 0.90% a 1308, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.53% a 2243.
Gli analisti restano divisi sulla futura direzione dei listini: per alcuni e’ giunta l’ora di un rimbalzo degli indici, supportato dall’affievolimento delle tensioni sul mercato del credito proprio sulla scia delle decisioni della Banca Centrale; altri restano scettici su una risoluzione nel breve periodo della crisi e giudicano insufficiente anche l’ultima, importante mossa di Bernanke, intesa invece come un campanello d’allarme su ulteriori svalutazioni delle banche d’affari e delle societa’ di mutui.
Negativo il parere di Peter Dixon, economista di Commerzbank, che afferma "non ci sono abbastanza notizie positive per sostenere un significativo rimbalzo degli indici; nei prossimi giorni potrebbero emergere nuovi segnali negativi dal comparto finanziario". "C’e' ancora grande incertezza: i numerosi tentativi della Fed sull’incremento di liquidita’ nel sistema bancario sono preoccupanti" ha aggiunto John O'Donoghue, capo della divisione equities di Cowen & Co.
A pressare i listini e’ stato anche il balzo dei prezzi energetici, con il petrolio arrivato a segnare un nuovo record oltre i $110 al barile. Dopo aver ritracciato sulla scia dei dati sulle scorte settimanali, nettamente superiori alle attese, i futures con consegna aprile hanno ripreso a salire chiudendo la seduta in progresso di $1.17 a $109.92.
A livello societario, il gruppo dei titoli che hanno rivestito la leadership nella sessione precedente ha ceduto parte dei guadagni. Lo spider finanziario (XLF) ha chiuso in calo dell’1.35%; vendite anche sulle due societa’ semigovernative di mutui ipotecari Fannie Mae (FNM) e Freddie Mac (FRE) dopo essere schizzate piu’ del 10% nella seduta di martedi’. Il CEO di quest'ultima ha lanciato un nuovo allarme sul comparto immobiliare affermando che si tratta "della peggiore situazione degli ultimi 100 anni". A soffrire e' stato anche il gruppo delle societa’ assicurative: dopo il warning di WellPoint (WLP), in mattinata e’ arrivato anche l’alert della rivale Humana (HUM).
Sugli altri comparti, nel settore hi-tech, luci puntate sulla societa’ sviluppatrice di videogames Take Two (TTWO), recentemente finita nel mirino del colosso Electronic Arts (ERTS), grazie al migliormaneto dell’outlook sui risultati trimestrali. Il gigante delle macchine da costruzione Caterpillar (CAT) ha confermato le stime sugli utili relativi all’intero anno fiscale 2008, risultando cosi’ il miglior componente dell’indice industriale.
Sugli altri mercati, sul valutario, l’euro varca la soglia di 1.55, ad un nuovo record sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5563. In rialzo l’oro. I futures con consegna aprile sul metallo prezioso hanno chiuso in progresso di $4.70 a $980.70 all’oncia. In buon progresso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4830% dal 3.5960% di martedi’.

 

Fonte - WallStreetItalia.com

 

 

 

 

WALL STREET: IN POSITIVO, STREPITOSO RECUPERO

13 Marzo 2008 21:08 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

Il Dow Jones, arrivato a segnare una perdita di 236 punti in avvio, ha chiuso in rialzo dello 0.29%, +0.88% per il Nasdaq. L'agenzia di rating S&P: la fine della crisi del credito e' vicina. Tripletta di record: oro ($1000), euro ($1.56) e petrolio.
Dopo aver apeto la giornata in forte calo, i listini azionari americani hanno invertito rotta chiudendo la sessione in territorio positivo. Il Dow Jones, arrivato a segnare una perdita intraday 236 punti, e’ avanzato dello 0.29% a 12145, l’S&P500 dello 0.51% a 1315, il Nasdaq ha guadagnato lo 0.88% a 2263. La reazione del comparto azionario si e’ materializzata subito dopo l’annuncio dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, secondo cui la crisi legata ai mutui subprime e’ ormai vicina alla fine per la maggior parte delle grosse banche d’affari.
Le svalutazioni potrebbero ammontare fino a $285 miliardi a livello globale, ma per le istituzioni finanziarie che hanno gia’ riportato i risultati fiscali dello scorso anno, il peggio dovrebbe essere ormai alle spalle. La notizia ha ridato fiducia agli investitori, da tempo preoccupati circa le conseguenze del "credit crunch" sul sistema economico. Forti rialzi sono stati realizzati dalle agenzie di mutui ipotecari Fannie Mae (FNM) e Freddie Mac (FRE) salite rispettivamente +9.20% e +7.30%.
Ad intensificare i timori proprio sul settore bancario prima dell’apertura era stata la notizia relativa al collasso di un fondo gestito dal Carlyle Group per cui sono state stimate perdite di circa $16 miliardi in caso di liquidazione per il mancato raggiungimento di un accordo con i creditori. Segnali negativi erano emersi fin dalle prime ore anche dal fronte macroeconomico, con le vendite al dettaglio in ribasso dello 0.6% nell’ultimo mese, sorprendendo gli analisti (che avevano invece stimato un rialzo dello 0.2%) e preoccupando gli investitori sul rischio recessione.
Il nuovo record dell’oro, per la prima volta oltre la soglia dei $1000 l’oncia, ha innescato un rally all’interno del comparto minerario, guidato da Newmont Mining (NEM), il secondo maggiore produttore di metallo prezioso, riportatosi ai massimi da gennaio. Barrick Gold (ABX), la societa’ leader del settore, e’ avanzato di oltre il 4%. Gli operatori hanno incrementato gli acquisti sull’oro, bene rifugio per eccellenza, in cerca di protezione contro l’ulteriore scivolone del dollaro.
Sul valutario, il biglietto verde e’ sceso al di sotto dei 100 yen per la prima volta in 12 anni e incrementato lo svantaggio rispetto all’euro a quota 1.56. "Il greenback sembra essere in caduta libera. Le esportazioni continuano a crescere, ma a risentirne sono le famiglie americane, gia’ piegate dalla crisi del credito e dagli incrementi della benzina" ha dichiarato Paul Mendelsohn, capo degli investimenti di Windham Financial.
A tal proposito, non sembra aiutare il nuovo rialzo del petrolio, portatosi ad un nuovo record storico di $111 nell’arco delle contrattazioni. I futures con consegna aprile sull’oro nero hanno poi chiuso in progresso di 26 centesimi a $110.18 al barile. Nel comparto obbligazionario, infine, in ribasso i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.5340% dal 3.4830% di mercoledi'
.

 

Fonte - WallStreetItalia.com

 

 

 

 

WALL STREET: ALTA TENSIONE, DURO COLPO BEAR STEARNS

14 Marzo 2008 21:10 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

Un’altra giornata pesante per l’azionario americano, pressato dal nuovo allarme giunto dal settore finanziario. I listini sono arrivati a segnare una perdita superiore ai tre punti percetuali nell’arco della seduta, per poi recuperare terreno nell’ultima ora, probabilmente grazie all’intervento delle mani forte che hanno evitato il brusco sell-off in vista del weekend. Il Dow Jones ha ceduto l'1.60% a 11951, l’S&P500 il 2.08% a 1288, il Nasdaq e’ arretrato del 2.26% a 2212. L'eventuale chiusura ai minimi giornalieri, in un clima di forte incertezza, avrebbe potuto innescare un panic selling alla riapertura dei mercati dopo la pausa per il fine settimana.
La tensione resta comunque alta sui mercati dopo l’allarme lanciato da Bear Stearns (BSC) sulle posizioni di liquidita’. La banca d'affari ha dovuto far ricorso ad un finanziamento d'emergenza da parte di JP Morgan Chase e della Federal Reserve Bank di New York, a causa "di un significativo deterioramento della liquidita’ negli ultimi giorni" confermando le voci circolate di recente. Il titolo, portatosi sotto la soglia dei $50 per la prima volta dal 2001 e’ arrivato a dimezzarsi in valore, per poi archiviare la seduta con un ribasso del 47%.
"Il problema principale ora riguarda i clienti della banca, se questa sara’ in grado di vedersi confermata la fiducia" afferma Bruce Foerster, presidente di South Beach Capital Markets. "Altre banche sono gia’ incappate in questo tipo di problema, alcune ce l’hanno fatta, altre sono fallite. Spero che Bear possa superare la crisi". "Non penso lasceranno andare giu' Bear. Sarebbe devastante per il mercato in questo particolare momento" ha aggiunto l'economista Charles Gueisst. Meno ottimista Charles Peabody, analista di Portales Partners LLC: "L'unica salvezza sta nell'unione con qualche altro istituo. Non penso abbiano le basi per uscire da soli da questo disastro".
Non va dimenticato che la crisi subprime ebbe inizio l'anno scorso proprio con il collasso di due fondi particolarmente esposti ai mutui ad alto rischio gestiti dalla stessa banca. L'annuncio di Bear e' dunque una vera e propria doccia fredda in un mercato altamente volatile, particolarmente attento ai possibili crac finanziari sulla scia del "credit crunch" che ha gia' messo in ginocchio numerose istituzioni finanziarie.
Naturale la reazione particolarmente negativa degli investitori, la cui fiducia e' stata messa a dura prova, soprattutto dopo le smentite giunte nei giorni scorsi dagli stessi vertici del gruppo sui rumors di problemi legati alle posizioni di liquidita'. Il comparto finanziario ha inevitabilmente segnato la strada dei ribassi, lo spider XLF ha chiuso in calo del 4%. Si teme ora un effetto domino sulle altre grosse banche d'affari: Citigroup (C) ha lasciato sul terreno il 6%, Lehman Brothers (LEH) e' arretrato -14%, in calo del 5% Goldman Sachs (GS), Merrill Lynch (MER) e Morgan Stanley (MS).
L’allarme ha avuto l’effetto di oscurare senza riguardo i buoni dati macroeconomici rilasciati in mattinata che hanno evidenziato una dinamica dei prezzi al consumo migliore delle attese e un livello della fiducia dei consumatori in calo ma superiore al consensus. Il CPI e’ risultato piatto nel mese di febbraio sia nella versione standard che in quella "core"; le attese degli analisti erano rispettivamente per un rialzo dello 0.3% e dello 0.2%.
Il fatto ha incrementato le possibilita’ di un atteggiamento maggiormente aggressivo della Fed in ambito di tassi d’interesse. Il mercato continua a scontare un’elevata probabilita’ che nel meeting del prossimo martedi’ la Banca Centrale operera’ un taglio di 75 punti base del costo denaro, riducendo i fed funds al 2.25% dall’attuale 3%.
Sugli altri mercati, in lieve calo il petrolio. I futures con consegna aprile sull’oro nero hanno chiuso in ribasso di 23 centesimi a $110.10 al barile. Sul valutario, l’euro ha sfiorato la soglia di 1.57 nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5668. In rialzo l’oro a $1000 l’oncia. Salgono infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4210 dal 3.5340% di giovedi’.

 

Fonte - WallStreetItalia.com

 

 

 

 

WALL STREET: EVITA IL CRASH, SOSTEGNO DALLE MANI FORTI

17 Marzo 2008 21:05 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

Seduta nervosa e volatile a Wall Street, conclusasi con gli indici contrastati. I listini azionari sono riusciti a reggere nonostante le premesse del preborsa avessero lasciato pensare ad un tracollo del comparto azionario per via della crisi del credito che sta continuando a mettere in ginocchio le istituzioni finanziarie. Il Dow Jones, arrivato a segnare una perdita di circa 200 punti in avvio, e’ riuscito a chiudere in territorio positivo, in progresso dello 0.18% a 11972; l’S&P500 ha ceduto lo 0.89% a 1276, il Nasdaq e’ arretrato –1.60% a 2167. I piu' forti ribassi si sono registrati nel settore bancario/finanziario in seguito alla notizia del takeover di emergenza di Bear Stearns (BSC) da parte della banca d’affari JP Morgan Chase (JPM) per un prezzo di appena $2 per azione.
Bear Stearns, quinta banca d’investimento di Wall Street, con oltre 80 anni di attivita’ alle spalle, ha raggiunto un accordo con JP Morgan, durante il weekend, per essere rilevata per un controvalore di $236 milioni, una cifra irrisoria se si pensa che solo nel mese di gennaio la capitalizzazione di mercato dell’azienda superava i $20 miliardi. Il titolo, gia’ deprezzatosi di circa la meta’ nella seduta di venerdi’, in giornata ha ceduto un ulteriore -84% chiudendo la sessione a $4.79, lasciando spazio ad una possibile revisione al rialzo della proposta di JP Morgan.
L’operazione ha scosso gli operatori, la cui fiducia e’ crollata subito dopo l’annuncio soprattutto in seguito alle rassicurazioni offerte dai vertici della stessa banca sulle posizioni di liquidita’ ad appena due giorni dall’accordo. "Si tratta assolutamente di una crisi della fiducia degli investitori oltre che di quella di liquidita’. Non voglio utilizzare il termine "panico", ma di certo c’e’ che la situazione non e’ bella. Nessuno si fida di nessuno oramai", afferma Roland Hirschmueller, trader del gruppo tedesco Baader. E si vocifera sull’avvio di una 'class action' contro la banca per "dichiarazioni false e devianti" sul titolo.
A cedere terreno sono state ovviamente le grandi banche d'affari Usa tra cui Lehman Brothers (arrivata a perde oltre il 30% ma poi in rcupero sul finale, su rumors circa il livello di liquidita' del gruppo), Goldman Sachs (GS), Merrill Lynch (MER) tornate ai minimi del 2003 e inoltre le banche commerciali come Citigroup (C) e Wachovia (WB), che hanno perso fino al 10%, riducendo poi le perdite sul finale. Positiva J.P. Morgan Chase (JPM), giudicata molto solida per aver potuto acquisire BSC.
In rosso anche le societa' di mutui immobiliari: Fannie Mae (FNM), Freddie Mac (FRE) e Countrywide (CFC) hanno segnato perdite superiori ai 10 punti percentuali. Sul fronte dei broker online, E*Trade ha ceduto oltre -10.0%, perdite di circa il 5.0% per TD Ameritrade (AMTD) e Charles Schwab (SCHW). In forte calo anche i gruppi di brokeraggio su futures e options: MF Global (MF) ha chiuso la sessione con una perdita ‘monstre’ pari a -60%.
"Con molte probabilita’ assisteremo all’uscita di scena di altre istituzioni finanziarie nei prossimi giorni. I salvataggi di Bank of America su Contrywide e di JP Morgan su Bear non saranno gli unici" dichiara Joe Battipaglia, capo degli investimenti di Ryan Beck. Per l’ex capo della Fed, Alan Greenspan, quella attuale e’ la peggiore crisi dal dopoguerra.
Per cercare di mantenere la stabilita’ all’interno del sistema finanziario la Federal Reserve ha tagliato a sorpresa il tasso di sconto al 3.25%, ad un solo giorno di distanza dalla tanto attesa riunione sui tassi, in calendario per la giornata di martedi’. Gli operatori si attendono ora una riduzione secca di un punto percentuale sui tassi a breve; i futures sui fed funds indicano una possibilita’ del 74% che cio’ accada. La Banca Centrale ha inoltre garantito nuovi prestiti di emergenza ad una serie di banche d’affari e ai primary dealer, un’operazione che non accadeva dagli anni ’30, ai tempi della Grande Depressione.
Nessun tipo di supporto e’ giunto inoltre dai dati macro diffusi in mattinata. Pessimi gli ultimi aggiornamenti dal settore manifatturiero che hanno evidenziato un crollo dell’attivita’ nell'area di New York a -22.2 punti nel mese di marzo, nettamente peggiore rispetto alle attese degli economisti. In calo, oltre le stime, anche il dato sulla produzione industriale, scesa dello 0.5% a febbraio. Crisi finanziaria in un contesto di recessione: una situazione critica che sta spingendo gli investitori fuori dall’azionario, in fuga verso beni meno rischiosi come oro e bond.
La crisi dei mercati finanziari Usa portato il rendimento del titolo di Stato Usa a scadenza tre mesi ai minimi da ben 50 anni. Siamo allo 0,652%. Nuovo ribasso degli 'yield', appunto i rendimenti, a valere sui Treasury a due e dieci anni. Nel primo caso, il rendimento si e' abbassato all'1,24%, ai minimi dal luglio 2003. Quanto ai decennali, lo yield e' sceso al 3,3%. Il mercato da' per scontato - al 74% di probabilita' - un taglio di un punto percentuale dei Fed Funds domani.
Il metallo prezioso e' arrivato ad un nuovo record di $1033.90 all’oncia; ha poi archiviato la seduta in progresso di $3.10 a $1002.60 l’oncia. In rally i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.3140% dal 3.4210% di venerdi’. I rendimenti sui bond con scadenza tre mesi sono crollati ai minimi di 50 anni.
Nel comparto energetico, in ribasso il petrolio, pressato dai nuovi segnali di recessione. I futures con consegna aprile hanno chiuso con un ribasso giornaliero di $4.53 a $105.68 al barile. Sul valutario, l’euro in rialzo rispetto al dollaro, scambiato a 1.5742 nel tardo pomeriggio di New York, dopo aver toccato in nottata un nuovo top assoluto sopra quota 1.59.

 

Fonte - WallStreetItalia.com

 

 

 

 

 

WALL STREET: POTENTE RALLY GUIDATO DAI FINANZIARI

18 Marzo 2008 21:10 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

Seduta in rally per gli indici americani, spinti dalle buone notizie giunte dal comparto finanziario e dalla decisione della Federal Reserve di abbassare i tassi d’interesse al 2.25%. Il Dow Jones e’ avanzato del 3.51% a 12392, l’S&P500 del 4.24% a 1330, il tecnologico Nasdaq ha guadagnato il 4.19% a 2268. Si tratta del quarto maggiore rialzo giornaliero di sempre, era dall'ottobre del 2002 che non si assisteva ad una performance intraday di tale portata.
A fare da volano agli acquisti gia’ nel preborsa sono state le trimestrali delle banche d’affari Goldman Sachs (GS) e Lehman Brothers (LEH) risultate entrambe migliori delle attese degli analisti. I titoli sono avanzati rispettivamente del 16% (maggior rialzo intraday degli ultimi sette anni) e del 41% (maggior rialzo giornaliero assoluto). I numeri delle due banche hanno rassicurato gli operatori sulla stabilita’ del sistema bancario, all’indomani della vendita ‘shock’ di Bear Stearns (BSC) a JP Morgan (JPM) ad un prezzo irrisorio di appena $236 milioni a causa di problemi di liquidita’.
Gli operatori hanno anche trovato conforto nell’ultima manovra della Federal Reserve, relativa ad un abbassamento del costo del denaro (il sesto consecutivo da settembre) di ¾ di punto percentuale al 2.25%, un ulteriore chiaro tentativo della Banca Centrale di rilanciare la sofferente economia americana e risolvere definitivamente la crisi del credito.
Considerate le critiche condizioni del mercato, gran parte degli operatori sperava in un atteggiamento maggiormente aggressivo dei governatori del Fomc. Dopo l’esitazione iniziale, che ha causato un breve ritracciamento dei listini dai massimi, si e’ assistito ad una seconda ondata di Buy che ha permesso ai listini di estendere il rally.
"Sembra che finiremo la settimana con le grosse banche d’affari ancora in piena attivita’ e siamo contenti di questo. Non eravamo certi di poter dire cio’ lunedi’ mattina (in seguito all’annuncio Bear Stearns, ndr)" ha dichiarato Doug Peta, market strategist di J&W Seligman & Co. "Probabilmente il ciclo non si e’ ancora concluso ma di certo molte delle notizie negative e soprattutto gran parte del rischio sono gia’ prezzate nell’attuale valutazione delle azioni" ha aggiunto Nigel Dally, analista di Morgan Stanley.
Naturale dunque che dopo i cali degli ultimi giorni a guidare il rally sia stato proprio il settore finanziario: lo spider XLF e’ salito del 7%, Citigoup (C) (miglior titolo del Dow Jones) e’ avanzato dell'11%, +8% per Bank of America (BAC), Morgan Stanley (MS) e Merrill Lynch (MER) sono salite rispettivamente del 17% e del 13%.
L’euforia innescata dalle trimestrali e dalla decisione della Fed ha fatto passare in secondo piano i contrastati numeri sulla congiuntura Usa diffusi in giornata. I prezzi alla produzione sono cresciuti in linea con le attese nel mese di febbraio, ma la versione "core" del dato e’ risultata in progresso oltre le stime. Nel settore immobiliare, in calo i nuovi cantieri edili ma ad un livello migliore del consensus, hanno invece deluso le attese i numeri sulle licenze di costruzione.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, ancora in rialzo il petrolio. I futures con consegna aprile hanno chiuso in progresso di $3.74 a $109.42 al barile. Sul valutario, l’euro ha ritracciato nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5636. L’oro ha chiuso in leggero rialzo. I contratti futures con consegna aprile sul metallo prezioso sono avanzati di $1.70 a $1004.30 l’oncia. In netto calo i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni si e’ portato al 3.4510% dal 3.3140% di lunedi’.

 

Fonte - WallStreetItalia.com

 

 

 

 

WALL STREET: GIU', SCATTANO LE PRESE DI BENEFICIO

19 Marzo 2008 21:10 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

Dimezzati i guadagni realizzati con il super rally di martedi'. Non basta la buona trimestrale di Morgan Stanley, resta l'incertezza sul comparto bancario. In forte calo anche oro e petrolio. Accoglienza euforica per Visa.
All’indomani del potente rally, il piu’ forte degli ultimi 5 anni, gli operatori hanno preferito intascare parte dei recenti profitti, in attesa di nuovi, importanti segnali sul settore finanziario e sull’economia piu’ in generale. Il Dow Jones ha ceduto il 2.36% a 12099, l’S&P500 il 2.43% a 1298, il Nasdaq e’ arretrato del 2.57% a 2209.
La seduta odierna, priva di aggiornamenti macro, ha permesso agli investitori di metabolizzare le ultime notizie giunte dal settore bancario. Dopo le buone trimestrali di Goldman Sachs (GS) e Lehman Brothers (LEH), in mattinata anche la banca d’affari Morgan Stanley (MS), ha riportato utili migliori delle attese (EPS di 42 centesimi superiore al consensus). Il fatto ha parzialmente allentato le tensioni sul comparto poiche’ ha rassicurato gli operatori sulla stabilita’ della societa’ e sulle posizioni di liquidita’, al contrario di quanto accaduto per Bear Stearns (BSC), crollata nei giorni scorsi dopo aver raggiunto l’accordo sulla vendita a JP Morgan (JPM) per appena $2 ad azione.
"Il rally di martedi’ dei listini e’ stato sorprendente. Dopo tutto i fondamentali restano negativi, c’e’ ancora forte incertezza sul sistema bancario nonostante gli ultimi aggiornamenti offerti da Goldman a Lehman", ha affermato David Jones, strategist di IG Index. "I tagli Fed hanno sempre fornito una spinta nel brevissimo termine, non sappiamo ancora se avranno effetto sul lungo".
"Nessuno vuole fare la prima mossa. C'e' chiaramente ancora paura tra gli investitori. L'incertezza e' ai massimi livelli, non si sa come muoversi" ha dichiarato George Shipp, CIO di Scott & Stringfellow, evidenziando come le mosse della Fed e del governo per stimolare l'economia e stabilizzare i mercati non hanno ancora prodotto alcun effetto.
L’ultimo taglio ai tassi d’interesse, operato martedi’ dalla Banca Centrale, ha portato il costo del denaro al 2.25%. La serie di tagli, iniziata a settembre, subito dopo la crisi subprime, non sembra ancora aver ristabilito la fiducia negli investitori, mentre l’economia continua a soffrire, pressata oltre che dal "credit crunch" anche dalla pesante debolezza del comparto immobiliare.
A distinguersi in positivo sono state le due agenzie semigorvernative dei mutui ipotecari Fannie Mae (FNM) e Freddie Mac (FRE), i cui titoli sono avanzati rispettivamente dell'11% e del 14%. L’Office of Federal Housing Enterprise Oversight (OFHEO) ha approvato la richiesta delle due aziende sull’acquisto di un numero maggiore di mutui immobiliari. L'operazione dovrebbe garantire una liquidita’ immediata nel settore dei mutui per almeno $200 miliardi. Gia' nei giorni scorsi gli organi di controllo avevano rimosso le restrizioni sulle dimensioni del portafoglio delle due societa' alzando di fatto il tetto massimo agli investimenti.
Sempre tra i titoli finanziari, riflettori accesi sul colosso delle carte di credito Visa (V) che dopo aver prezzato l’Ipo a $44 per azione ha aperto agli scambi a quota $59, per poi chiudere a $56.50, realizzando una performance giornaliera pari a +33%. E’ interessante notare come il titolo della rivale Mastercard (MA) sia in rialzo di oltre il 400% dal giorno del debutto in borsa.
Sugli altri mercati, in forte calo il petrolio. I futures con consegna aprile hanno chiuso con un ribasso giornaliero di $4.94 a $104.48 al barile. Sul valutario, euro in leggero calo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di merocledi' a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5616. Ondata di vendite sull’oro. I futures con consegna aprile sul metallo prezioso hanno chiuso in ribasso di $59.00 a $945.30 all’oncia. Ijn rialzo i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.3620% dal 3.451% di martedi'.

 

Fonte - WallStreetItalia.com

 

 

 

 

WALL STREET: IN FORTE RALLY PRIMA DEL BREAK PASQUALE

20 Marzo 2008 21:05 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

Riprendono gli acquisti sull'azionario. Gli indici mettono a segno la migliore performance settimanale di oltre un mese e mezzo. Supporto dal Philly Fed, volano i titoli finanziari.
Dopo la parentesi negativa di mercoledi’, i listini azionari americani sono tornati a guadagnare terreno spinti dal dato sull’attivita’ manifatturiera risultato migliore delle attese. Il Dow Jones ha guadagnato il 2.16% a 12361, l’S%P500 il 2.39% a 1329, l’indice Nasdaq e’ avanzato del 2.18% a 2258. Le performance settimanali sono rispettivamente di +3.5%, +3.3% e +2.1%. A permettere ai listini di guadagnare terreno e’ stato anche il nuovo tonfo delle commodities, che ha migliorato le speranze degli operatori su una ripresa della spesa dei consumatori, alla luce di un raffreddamento dei prezzi energetici e dei generi alimentari.
Gli acquisti si sono intensificati sull’azionario subito dopo la pubblicazione dell’indice Philadelphia Fed, il cui effetto e’ stato intensificato dai rumors circolati prima della pubblicazione. Il dato, attestatosi a quota -17.4 punti, e’ risultato leggermente migliore delle attese, ma soprattutto di gran lunga superiore al valore di -33 punti suggerito da alcune voci in mattinata, sempre piu’ insisitenti tra gli operatori a pochi minuti dall'annuncio.
Il fatto ha permesso ai listini di liberarsi cosi’ della debolezza iniziale originata dalle notizie poco confortanti emerse nel preborsa, relative al comparto del lavoro e agli utili societari. E’ risultato peggiore delle attese l’aggiornamento sull’occupazione, con le nuove richieste di sussidio da parte dei disoccupati cresciute a 378 mila unita’ (massimo degli ultimi due mesi), ben oltre le attese. Inoltre, il Superindice, l’indicatore che fornisce una previsione sull'attivita' economica americana per i prossimi mesi, e’ risultato in calo per il quinto mese consecutivo.
Sul fronte aziendale, in chiaroscuro la trimestrale di FedEx (FDX), il corriere internazionale considerato un po’ la cartina di tornasole dell’economia. La societa’ ha riportato un calo degli utili (comunque a livelli migliori del previsto) e rivisto al ribasso i risultati per il prossimo trimestre, avvertendo che nel 2009 si potrebbe assistere ad un proseguimento del trend ribassista.
"Si va verso la pausa pasquale in un clima un po’ piu’ disteso", ha dichiarato l’economista di Commerzbank, Peter Dixon. "Tuttavia l’incertezza sull’outlook economico resta: conclusa la crisi del credito inizieremo a fare i conti con gli utili aziendali. Prevedo rischi al ribasso per almeno altri tre mesi".
La settimana si era aperta con la notizia shock della (s)vendita di Bear Stearns (BSC) a JP Morgan (JPM) ad un prezzo di appena $2 per azione a causa di problemi legati alla liquidita’ della banca per investimenti effettuati su comparti ad alto rischio. A contenere i timori su un possibile tracollo del sistema finanziario e’ stata, nel giorno seguente, l’ultima manovra della Fed sui tassi d’interesse, abbassati di 75 punti base all’attuale 2.25%.
L’annuncio di nuove aste per garantire la liquidita’ nel sistema, e la recente adozione di nuove regole sulle garanzie per avere accesso a queste (la prima, di $75 miliardi, e’ prevista per il prossimo 22 marzo), hanno permesso ai titoli del comparto di recuperare gran parte del terreno ceduto negli ultmi giorni. Oggi si sono distinti in positivo i forti rialzi delle due agenzie semigovernative di mutui Freddie Mac (FRE) e Fannie Mae (FNM), bene anche Citigroup (C) (miglior componente del Dow Jones), JP Morgan (JPM) e Goldman Sachs (GS). Lo spider settoriale (XLF) ha realizzato un guadagno intraday superiore al 7%.
La giornata e' stata caratterizzata anche dal forte recupero del dollaro nei confronti delle principali valute. Il biglietto verde ha recuperato l'1.4% rispetto all'euro, realizzando il miglior rialzo giornaliero di quasi 4 anni. Nel tardo pomeriggio di giovedi' a New York il cambio tra le due monete e' di 1.5416. Il rialzo del greenback ha avuto l'effetto di deprimere ulteriormente le quotazioni delle commodities, dove si e' verificata una nuova ondata di vendite. I futures con consegna maggio sul petrolio si sono portati sotto la soglia dei $100 per poi limitare le perdite a -0.7% a $101.84 al barile. L’oro, dopo aver perso $59 nella seduta di mercoledi' ha ritracciato di ulteriori $25.30 a $920.00 all’oncia. In rialzo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.3280%.

 

Fonte - WallStreetItalia.com

 

 

 

 

WALL STREET: POTENTI BUY, VOLA BEAR STEARNS

24 Marzo 2008 21:05 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

I listini estendono il rally della scorsa settimana, Nasdaq +3.04%. Gli investitori applaudono la nuova offerta di JP Morgan per Bear Stearns, il titolo schizza +90%. Approvato il merger XM-Sirius. Bene il comparto delle case.
Al rientro dalla pausa per le vacanze pasquali, i listini hanno continuato a spingersi con forza al rialzo, estendendo il rally delle scorsa settimana. Il Dow Jones ha guadagnato l'1.52 a 12548, l’S&P500 l'1.53% a 1349, il Nasdaq ha chiuso in progresso dello 3.04% a 2326. A permettere ai listini di allungare il passo sono state le notizie incoraggianti giunte dal settore finanziario e dal fronte macro. Il calo dei prezzi delle commodities ha inoltre allentato parzialmente le tensioni sul forte aumento dei prezzi.
La banca d’affari JP Morgan (JPM) ha raggiunto un accordo con Bear Stearns (BSC) per rilevare la societa’ ad un prezzo di $10 per azione, sensibilmente maggiore dell’offerta iniziale di soli $2/share avanzata due settimane fa, subito dopo l’annuncio dell’azienda sulla grave situazione di liquidita’. Il titolo BSC e’ schizzato di oltre il 90% sulla notizia, chiudendo a quota $11.35.
L'operazione implica un valore di $1.19 miliardi per la societa', ancora una frazione della valutazione che aveva prima del collasso nonostante la migliorata offerta. A partecipare alla transazione e' anche la Federal Reserve Bank di New York che garantira' un prestito da $30 miliardi per lo svolgimento delle regolari operazioni. Il fatto ha avuto l'effetto di trainare al rialzo l'intero comparto finaniario: lo Spider XLF ha chiuso con un rialzo dell’1.5%, +3.8% per Citigroup (C), risultato il miglior componente del Dow Jones, bene anche Merrill Lynch (MER) e Bank of America (BAC).
Alcuni segnali positivi sono emersi anche dal settore immobiliare, con le vendite di case esistenti cresciute del 2.9% a febbraio. Un rialzo del tutto inatteso dagli analisti, che avevano previsto un'ulteriore contrazione del dato.
Nel comparto hi-tech, in evidenza il "via libera" fornito dalle autorita’ americane dell’antitrust al merger delle due radio satellitari XM Satellite Radio (XMSR) e Sirius Satellite Radio (SIRI). I due titoli sono saliti rispettivamente del 16% e del 9%.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, in calo il petrolio. I futures con consegna maggio hanno chiuso in ribasso di $0.98 a $100.86 al barile. Sul valutario, stabile l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5436. L’oro ha chiuso in leggera flessione. I contratti futures con consegna aprile sul metallo prezioso sono arretrati di $1.30 a $918.70 l’oncia. In netto calo i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni si e’ portato al 3.5220% dal 3.3280% di giovedi’.

 

Fonte - WallStreetItalia.com


 

 

 

 

WALL STREET: AVANZA, MA TRIMESTRE DA DIMENTICARE

31 Marzo 2008 22:15 NEW YORK - di WSI
______________________________________________

Indici positivi grazie al dato macro migliore delle attese e al nuovo programma sulla regolamentazione del sistema finanziario presentato da Paulson. Brutta performance trimestrale pero': Nasdaq -14% da inizio anno. Petrolio in forte calo.
Gli indici americani hanno iniziato la settimana col segno positivo. Gli operatori hanno applaudito il programma presentato dal Segretario del Tesoro Usa Paulson, relativo alla rivisitazione della regolamentazione del sistema finanziario, e gradito l’aggiornamento sul comparto manifatturiero, risultato migliore delle attese. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.38% a 12262, l’S&P500 lo 0.57% a 1322, il Nasdaq e’ avanzato dello 0.79% a 2279. L'indice S&P500 ha chiuso il mese di marzo con un ribasso dello 0.5%: si tratta del quinto calo consecutivo su base mensile, un evento che non accadeva dal 1990. Pessima la performance trimestrale (la peggiore dall'estate del 2002): -7.5% per l'indice industriale, -9.9% per l'S&P500, Nasdaq in calo -14.1%.
Intervenuto da Washington, Henry "Hank" Paulson ha proposto un’espansione dei poteri della Federal Reserce mirata alla prevenzione di una nuova crisi finanziaria. Una mossa senza dubbio importante, probabilmente la piu’ significativa dai tempi della "Grande Depressione" che permettera’ una supervisione dell’intero sistema piu’ specifica e accurata rispetto a quella attuale.
I cambiamenti nella regolamentazione finanziaria "potrebbero realmente rivelarsi positivi per i mercati" ha affermato Peter Sorrentino, portfolio manager di Huntington Asset Management. "Potrebbero ripristinare la fiducia tra gli investitori, riportandoli a puntare sull’azionario"
Alcuni segnali di ripresa sono emersi anche dal fronte macro. Nel mese di marzo il Chicago PMI, un importante indicatore sull’attivita’ manifatturiera considerato precursore dell’indice generale ISM, ha segnato un progresso a 48.2 punti dopo essere crollato nel mese precedente. Seppur inferiore ai 50 punti (contrazione!) il dato si e’ rivelato migliore delle aspettative che erano per un rialzo a 46. Il fatto ha ridato agli operatori una certa fiducia sul rilancio dell’economia, a seguito delle manovre effettuate nei mesi scorsi sia dal governo che dalla Fed.
Molti operatori restano comunque scettici sul recente movimento dei listini, alcuni analisti evidenziano come, nonostante il rimbalzo, il trend di lungo periodo resti negativo. La preoccupazione principale degli investitori continua a riguardare la condizione economica generale e i rischi che il rallentamento comporta sulla spesa dei consumatori e, di riflesso, sugli utili aziendali.
Data ormai per certa la fase di recessione che sta caratterizzando l’economia a stelkle e strisce, gli operatori si domandano sulla durata di questa e sui tempi di recupero in un contesto che non sembra ancora stabile, con il mercato immobiliare debole e il comparto finanziario sempre piu’ volatile.
Oggi comunque i titoli delle grosse banche d’affari hanno messo a segno discreti rialzi guidati dal piano comunicato da Paulson. Citigroup (C) ha anche beneficiato della creazione di una divisione della banca per il business delle carte di credito, una mossa mirata ad invertire il calo dei profitti nella principale sezione generatrice di ricavi della banca.
Giu’ l’intero comparto farmaceutico, appesantito da Schering-Plough (SGP) in calo del 26% a seguito dei commenti negativi espressi dal New England Journal of Medicine riguardo l’utilizzo della medicina anti-colesterolo Vytorin, sviluppata in partnership con Merck (MRK) il cui titolo cede a sua volta il 14%. Bene invece AstraZeneca, forte dell’ultimo studio sul Crestol (un altro farmaco contro il colesterolo) che ha fornito risultati incoraggianti.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico in forte calo il petrolio. I futures con consegna maggio hanno chiuso a quota $101.58 al barile, in ribasso di $4.04. Sul valutario, euro in lieve flessione nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5772. In netto calo l’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso hanno ceduto $15.00 a $921.50 l’oncia. In rialzo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.43200% dal 3.4660% di venerdi’.

 

 
 

 

 
 

     

 

PARTE  1

PARTE  CRONOLOGICA