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WALL
STREET:
CONTRASTATA, MA CHE RECUPERO!
04
Marzo 2008 22:05 NEW YORK -
di
WSI
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Grazie al colpo di reni finale, il Dow
Jones, arrivato a perdere oltre 200 punti,
chiude a -0.37%, il Nasdaq recupera da -1.7%
e gira in positivo. Ma la situazione resta
incerta.
La seduta di borsa si e’ chiusa con gli
indici contrastati e in netto recupero
rispetto ai minimi giornalieri. Spinti al
ribasso dagli ultimi commenti di alcuni
esponenti della Federal Reserve (tra cui il
presidente Bernanke) e dai timori
sull’economia, i listini sono arrivati a
segnare perdite superiori al punto
percentuale nell’arco della seduta per poi
recuperare terreno nell’ultima ora di
scambi. Il Dow Jones (in ribasso di oltre
200 punti a meta’ giornata) ha chiuso con un
calo dell 0.37% a 12213, l’S&P500 ha ceduto
lo 0.34% a 1326, il Nasdaq ha guadagnato lo
0.07% a 2260.
A permettere agli indici di arginare le
perdite sono stati alcuni commenti espressi
sul canale finanziario CNBC Usa relativi al
piano di salvataggio sulla societa’
assicuratrice di bond, Ambac Financial (ABK),
in "buon progresso", e le dichiarazioni del
CEO del colosso network Cisco Sytems(CSCO),
che si e’ detto "maggiormente fiducioso"
sull’outlook di lungo termine.
La situazione sui mercati resta comunque
incerta e le dichiarazioni dei governatori
della Fed confermano le difficili condizioni
che stanno caratterizzando l’economia piu’
potende del mondo. Intervenuto in una
conferenza ad Orlando, Florida, il capo
della Banca Centrale, Ben Bernanke, ha
affermato che i pignoramenti e le insolvenze
sul ripagamento dei mutui da parte delle
famiglie americane continueranno nei
prossimi mesi e che la disparita’ tra
domanda ed offerta avra’ l’effetto di
trascinare ulteriormente al ribasso i prezzi
degli immobili negli Stati Uniti. Inoltre il
chairman della Federal Reserve ha detto che
"le banche statunitensi dovrebbero svalutare
ulteriormente i mutui ipotecari su
abitazioni il cui prezzo e’ diminuito, così
da aiutare chi ha contratto un prestito ad
evitare il pignoramento".
Gli operatori hanno reagito male
all’annuncio e continuano a sperare in un
proseguimento della politica accomodante da
parte della Federal Reserve per permettere
all’economia di difendersi dalla minaccia
della recessione e ripartire. Il governatore
Mishkin ha affermato di intravedere "un
significativo rischio al ribasso" per la
crescita economica, accompagnato da un
incremento della disoccupazione nei prossimi
mesi. Il presidente della Fed del distretto
di Dallas, Fisher, ha infine evidenziato
come l’attuale dinamica inflazionistica non
sia da ritenersi incoraggiante (alimentando
nuove paure sul fenomeno della
stagflazione): non e’ infatti detto che
l’indebolimento dell’attivita’ economica si
traduca in un raffreddamento dei prezzi.
A causa della forte contrazione del settore
manifatturiero a cui si e’ assistito di
recente e ad altri segnali preoccupanti
sull’economia a stelle e strisce, gli
operatori ritengono che il prossimo 18 marzo
la Fed possa attuare un ulteriore
abbassamento del costo del denaro pari a 75
punti base. I futures sui fed funds scontano
una probabilita’ del 74% che cio’ accada,
per cui un taglio di 50 punti e' una
certezza.
Quest’anno la Banca Centrale ha operato due
riduzioni del costo del denaro che hanno
portato i tassi a breve all’attuale 3.0%.
Saranno di rilevante importanza i numeri che
verranno diffusi il prossimo venerdi’ sul
rapporto occupazionale. Un aumento della
disoccupazione potrebbe creare panico tra
gli investitori poiche’ rappresenterebbe
un’ulteriore conferma dell’ingresso in
recessione per l’economia americana.
L’indice S&P500 e’ in calo -9% dall’inizio
dell’anno ed ha ceduto il 16% dai massimi
registrati ad ottobre. La stagione degli
utili non e’ stata particolarmente
esaltante, ma si e’ rivelata probabilmente
migliore di quanto avevano stimato gli
analisti. I profit warning lanciati dalle
aziende per i prossimi mesi, tuttavia,
rappresentano senz’altro un campanello
d’allarme per il comparto societario. Nell’after
hour di lunedi’ sera, la catena retail
specializzata nella vendite di libri, Barnes
& Noble (BKS), ha annunciato che il 2008
potrebbe rivelarsi un anno "particolarmente"
difficile.
Nel comparto hi-tech, altro warning dal
colosso dei chip Intel (INTC), costretto a
ridurre le stime sui margini lordi per via
di un inatteso abbassamento dei prezzi delle
memorie flash di tipo NAND, superiore al
previsto. In ribasso l’intero gruppo dei
titoli finanziari, depresso dalla debole
performance di Citigroup (C) scivolato a sua
volta ai minimi di nove anni. Merrill Lynch
(MER) ha tagliato le stime sui risultati
fiscali della banca d’affari, Wachovia ha
invece ridotto l’outlook per le banche
d’investimento Bear Stearns (BSC), Goldman
Sachs (GS), Lehman (LEH), e Morgan Stanley (MS).
Sugli altri mercati, nel comparto energetico
il petrolio ha chiuso in netto ribasso
allontanandosi dai recenti massimi. I
futures con consegna aprile hanno archiviato
la sessione a quota $99.52 al barile, in
calo di $2.93. Sul valutario, euro stabile
nei confronti del dollaro. Nel tardo
pomeriggio di martedi’ a New York il cambio
tra le due valute e’ di 1.5207. Vendite
sull’oro. I futures con consegna aprile sul
metallo prezioso hanno chiuso in ribasso di
$17.90 a $966.30 all’oncia. In calo infine i
Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury
a 10 anni e’ salito al 3.5790% dal 3.53%.
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Fonte -
WallStreetItalia.com |
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WALL
STREET:
NUOVO SELL-OFF, E' ANCORA CRISI DEL CREDITO
06
Marzo 2008 22:09 NEW YORK -
di
WSI
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A
causa dei rinnovati timori sul mercato del
credito e degli ultimi, ancora deludenti,
dati sul comparto immobiliare, gli indici
americani hanno chiuso la seduta di borsa in
forte ribasso (quinta sessione negativa
delle ultime 6). Il Dow Jones ha ceduto
l'1.75% a 12040, l’S&P500 il 2.20% a 1304,
il Nasdaq e' arretrato -2.30% a 2220. I dati
sul comparto del lavoro, seppur migliori
delle attese, non sono riusciti a contenere
le perdite, mentre sembra intensificarsi il
nervosismo in vista dell’importante rapporto
sull’occupazione che verra’ diffuso nelle
prime ore di venerdi’.
La principale preoccupazione degli
investitori riguarda la continua debolezza
del comparto finanziario e il pericolo che
questa dilaghi su altri settori. Ad
alimentare le paure sulla crisi del credito
(scoppiata la scorsa estate e ancora lontana
dall’essere risolta) sono state le ultime
notizie comunicate dalle societa’
finanziarie Thornburg Mortgage e Carlyle
Group i cui creditori stanno insistendo sul
ripagamento dei prestiti attraverso la
ricostituzione dei "margin calls". Le
difficolta’ riscontrate dai gruppi nel
ripagamento dei rispettivi debiti hanno
originato speculazioni sul possibile
fallimento delle societa’.
A cio’ va aggiunto l’ultimo rapporto della
Mortgage Bankers Association che ha
evidenziato un balzo delle insolvenze sul
ripagamento dei mutui ai massimi storici e
un’impennata dei pignoramenti. I tassi a
lungo termine continuano a viaggiare su
livelli ancora elevati, rendendo
maggiormente onerosi i prestiti immobiliari.
Il collasso dei mutui subprime ha gia’
causato svalutazioni per almeno $181
miliardi, costringendo le banche a rivedere
gli standard per la concessione di prestiti
alle famiglie americane. Le vendite di case
con contratti in corso sono risultate
invariate a gennaio, ma in calo di quasi il
20% rispetto allo scorso anno.
"La situazione sembra ormai essere fuori
controllo. Si prospettano tempi dolorosi,
non so se il mercato ha pienamento prezzato
le conseguenze delle elevate perdite e di
cosa e quanto ci vorra’ per recuperare" ha
commentato David Baker del gruppo North
American Management. "L’opinione piu’
diffusa e’ che ormai gli Stati Uniti sono in
recessione. I numeri di domani
sull’occupazione saranno cruciali" ha
affermato Mike Lenhoff, chief strategist di
Brewin Dolphin. Probabilmente il mercato
restera’ volatile fino alla seconda meta’
dell’anno: durante il periodo estivo
dovrebbe emergere un quadro ben preciso
sulle perdite delle banche legate alla crisi
del credito, mentre i tassi viaggeranno su
livelli molto piu’ bassi.
Il piu’ volte annunicato piano di
salvataggio sulla societa’ assicuratrice di
bond, Ambac Financial (ABK), ha fallito nel
tentativo di ridare fiducia agli
investitori, che hanno giudicato la proposta
sulla vendite di azioni non sufficiente a
garantire il massimo rating sul credito. Il
titolo, crollato -20% nella seduta di
mercoledi’, ha continuato a perdere terreno
chiudendo con un ribasso giornaliero del
13%. Citigroup (C), Goldman Sachs (GS),
Lehman Brothers (LEH) e Morgan Stanley (MS)
hanno perso mediamente il 4%, Merrill Lynch
(MER) e' arretrata -7%.
Tutti i titoli componenti del Dow Jones
hanno chiuso in rosso, fatta eccezione per
il colosso retail Wal-Mart (WMT) che ha
battuto le attese degli analisti sulle
vendite comparate di febbraio.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico
il petrolio ha chiuso ancora in rialzo. I
futures con consegna aprile hanno archiviato
la sessione a quota $105.47 al barile, in
progresso di $0.95. Sul valutario, l’euro
aggiorna il record sul dollaro. Nel tardo
pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio
tra le due valute e’ di 1.5391. L’oro ha
ritracciato dai recenti massimi. I futures
con consegna aprile sul metallo prezioso
hanno chiuso in calo di $14.20 a $974.30
all’oncia. In rialzo infine i Titoli di
Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni
e’ sceso al 3.6220% dal 3.69% di mercoledi’.
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Fonte -
WallStreetItalia.com |
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WALL
STREET:
INDICI AI MINIMI DI UN ANNO E MEZZO
07
Marzo 2008 22:09 NEW YORK -
di WSI - ANSA
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Ancora una seduta nel segno della
volatilita’ a New York. Gli indici azionari
si sono sono mossi in un trading range
superiore ai due punti percentuali, capaci
di recuperare dopo il debole avvio,
riprendere la strada dei ribassi e sul
finale rimbalzare dai minimi. Il Dow Jones,
scivolato al di sotto della soglia dei 12000
punti, ha perso l’1.22% a 11893, l'S&P500 lo
0.84% a 1293, il Nasdaq lo 0.36% a 2212. Non
fosse stato per il weekend probabilmente si
sarebbe potuto assistere ad un sell-off di
maggiori dimensioni a causa delle pessime
notizie giunte dal fronte macro che hanno
confermato l’ingresso dell’economia
americana in recessione.
A fare da volano alle vendite e' stato il
pessimo dato sull’occupazione del mese di
febbraio che ha evidenziato la perdita di 63
mila posti di lavoro, sorprendendo gli
analisti che invece avevano stimato la
creazione di 25 mila posti. Si tratta del
secondo calo consecutivo, il dato di gennaio
e’ stato rivisto al ribasso da -17 mila
unita’ a -22 mila. Erano quasi cinque anni
che non si vedeva una contrazione cosi’
grave.
"Si tratta senza dubbio di brutte notizie.
La situazione potrebbe aggravarsi qualora si
materializzasse un brusco rallentamento
della spesa dei consumatori: a quel punto la
situazione sarebbe allarmante" ha affermato
Ed Peters, capo degli investimenti di
PanAgora Asset Management di Boston.
Dubbi sui numeri degli economisti erano
stati gia’ sollevati dal calo di occupati
nel settore privato, comunicato nei giorni
scorsi. E’ un chiaro segnale di come la
crisi del credito e la debolezza del mercato
immobiliare abbiano iniziato a produrre
effetti negativi su vasta scala anche
sull'economia reale, spingendo di fatto gli
Stati Unitti in una fase di recessione.
I futures sui fed funds danno ormai per
scontato un taglio di 75 punti base nel
meeting della Banca Centrale il prossimo 18
marzo, addirittura si e’ iniziata a prezzare
(20-25%) anche la possibilita’ di un taglio
pari ad un punto percentuale netto, il che
porterebbe il costo del denaro dal 3%
attuale al 2%.
Il calo dei listini e’ avvenuto nonostante
la comunicazione della Federal Reserve
sull’incremento dei fondi da destinare alle
istituzioni finanziarie nelle aste per
garantire la liquidita'. Il fatto aveva
offerto inizialmente un relativo sollievo al
gruppo delle societa’ finanziarie, ma
l’allarme di Thornburg Mortgage (TMA) sulla
perdita di $427 milioni ha risvegliato i
timori sul "credit crunch". Forti pressioni
si sono notate su Washington Mutual (WM), in
calo di oltre il 9% in seguito alla
diffusione di un rapporto sull’incremento di
capitale e Countrywide Financial (CFC).
Tra i titoli del Dow Jones, in forte calo il
gigante dell’alluminio Alcoa (AA) sulla scia
del taglio del rating da parte degli
analisti di Friedman Billings che hanno
citato alcune preoccupazioni su un possibile
calo dei prezzi delle commodities. In rosso
anche il colosso aerospaziale Boeing (BA)
sulle voci di un probabile slittamento della
fornitura dei nuovi modelli 787 Dreamliner.
Vendite evidenti anche sul colosso bancario
Citigroup (C).
Sugli altri mercati, nel comparto
energetico, nuovo record intraday del
petrolio di $106.54. I futures con consegna
aprile hanno poi ritracciato chiudendo in
calo di $0.32 a $105.15 al barile. Sul
valutario, l’euro si spinge ad nuovo massimo
assoluto nei confronti del dollaro di
$1.5461 ma poi fa dietrofront. Nel tardo
pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio
tra le due valute e’ di 1.5350. L’oro e’
arretrato di $2.90 a $974.20 all’oncia. In
forte recupero i Titoli di Stato. Il
rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso
al 3.5410% dal 3.6220% di giovedi’.
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Fonte -
WallStreetItalia.com |
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WALL
STREET:
PESANTI VENDITE CON CRISI FINANZIARIA
10
Marzo 2008 21:10 NEW YORK -
di
WSI ______________________________________________
Listini in ribasso sulla piazza di New York,
dove le vendite si sono intensificate in
seguito alla circolazione di alcuni rumors
negativi sul comparto finanziario. Il Dow
Jones ha ceduto l'1.29% a 11740, l’S&P500
l'1.55% a 1273, il Nasdaq e’ arretrato
-1.95% a 2169. I listini hanno cosi’ chiuso
in ribasso per la terza sessione
consecutiva, l'S&P500 e' scivolato ad un
nuovo minimo di 19 mesi. McDonald's e'
risultato essere il miglior titolo del Dow
Jones, le famiglie mangiano sempre piu' fast
food a buon mercato, per la recessione.
A guidare la strada dei ribassi e’ stato
ancora una volta il comparto finanziario,
pressato da una serie di notizie negative
che non fanno altro che appesantire il clima
originato dalla crisi del credito. Bear
Stearns (BSC) ha visto il titolo scivolare
ai minimi di 5 anni dopo che l’agenzia di
rating Moody’s ha tagliato il giudizio su
alcuni asset della banca d’affari, tra cui
quelli connessi ai prestiti immobiliari
forniti alle famiglie con problemi di
credito. Il gruppo di private equity
Blackstone (BX) ha riportato una perdita
trimestrale di $170 milioni nel quarto
trimestre, sempre a causa (ovviamente) del "credit
crunch".
Va segnalato poi il ribasso del 14% di
Countrywide Financial (CFC) sulla notizia
pubblicata dal New York Times secondo cui
l'Fbi avrebbe iniziato un'indagine
sull'istituto finanziario. Non sorprende che
l’intero gruppo delle grosse banche
d'investimento (Lehman, Goldman Sachs,
Merrill Lynch e Morgan Stanley) si sia mosso
al ribasso, appensatito anche dai commenti
negativi espressi da Citigroup.
L’ultima ondata di vendite sull’azionario
che ha spinto gli indici ai minimi di oltre
un anno e mezzo ha sollevato alcune
speculazioni tra gli operatori su un
possibile intervento della Federal Reserve a
mercati aperti, prima dell’incontro fissato
per il prossimo 18 marzo. Gli stessi
analisti di Goldman Sachs hanno scritto in
una nota che non e' da escludere una manovra
straordinaria della Fed: stimati tassi al 2%
entro la fine del prossimo mese.
Dopo il crollo dell’occupazione annunciato
venerdi’ scorso, che ha di fatto confermato
l’ingresso dell’economia Usa in recessione,
"non sembrano esserci gli elementi per
assistere ad un rally dei listini nei
prossimi giorni" ha affermato David Jones,
capo analista di IG Index. E’ possibile
dunque continuare ad assistere a movimenti
laterali ad alta volatilita' dei mercati
anche nei prossimi giorni.
A contribuire al calo dei listini e’ stata
anche l’impennata dei prezzi energetici, con
il petrolio balzato ad un nuovo massimo
storico oltre la soglia dei $108. I futures
con consegna aprile si sono spinti ad un
massimo intraday di $107.18 per poi chiudere
a quota $107.90, in rialzo di $2.75.
Tra i singoli titoli, il colosso fast food
McDonald’s (MCD) ha comunicato vendite
comparate nel mese di febbraio che hanno
battuto le attese degli analisti. Il titolo
e’ avanzato del 2.45% risultato il miglior
componente dell’indice industriale. In calo
le conglomerate industriali United
Technologies (UTX) e 3M (MMM), considerate
cartine di tornasole dell'economia,
penalizzate dalla serie negativa di dati
macro, tra cui il calo nell'occupazione
comunicato venerdi’ scorso. Nel comparto
tecnologico, alcune pressioni stanno
colpendo il colosso Internet Google (GOOG),
gia’ in forte perdita negli ultimi mesi: il
settimanale finanziario Barron’s ha scritto
che il titolo potrebbe deprezzarsi di un
ulteriore 20% dagli attuali livelli.
L’azione ha lasciato sul terreno il 4.5%.
Il gigante dei chip per la telefonia mobile
Texas Instruments (TXN) rilascera’ un
aggiornamento infratrimestrale subito dopo
la chisuura delle borse. Con la fiducia dei
consumatori scivolata ai minimi di 16 anni,
sarebbe interessante vedere numeri migliori
delle attese da parte di questa societa’,
purtroppo sono pochi quelli che si attendono
una sorpresa al rialzo dato il rallentamento
economico che sta interessando molti
settori.
Sugli altri mercati, sul valutario, poco
variato l’euro. Nel tardo pomeriggio di
lunedi’ a New York il cambio tra le due
valute e’ di 1.5349. L’oro e’ arretrato di
$2.40 a $971.80 all’oncia. In buon progresso
i Titoli di Stato. Il rendimento sul
Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4380%.
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Fonte -
WallStreetItalia.com |
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WALL
STREET:
EUFORICA, MIGLIOR SEDUTA DI 5 ANNI
11
Marzo 2008 21:10 NEW YORK -
di
WSI ______________________________________________
Seduta euforica sulla piazza di New York. I
listini azionari americani si sono spinti in
forte rialzo registrando la migliore prova
giornaliera degli ultimi cinque anni grazie
all’annuncio della Federal Reserve relativo
all’iniezione di nuova liquidita’ nel
sistema finanziario. A fare da effetto
volano sono state anche le ricoperture degli
short. Il Dow Jones ha guadagnato il 3.55% a
12156, l’S&P500 il 3.71% a 1320, il Nasdaq
il 3.98% a 2255. Gli indici hanno cosi'
segnato la migliore performance intraday dal
marzo 2003. Non si poteva concludere meglio
la serie negativa che durava da tre sedute.
Il rally dei listini ha avuto inizio gia’
nel preborsa subito dopo che la Fed ha
annunciato che offrira’ $200 miliardi in
Titoli di Stato attraverso aste che si
svolgeranno su base settimanale. Il nuovo
strumento annunciato dalla Banca Centrale
americana, il TSLF (Term Securities Lending
Facility) prevede che come garanzie gli
intermediari che hanno accesso alle aste
possano offrire anche titoli legati ai
prestiti immobiliari, recentemente finiti
nel ciclone della crisi del credito.
Si tratta di un nuovo sforzo da parte dei
governatori della Banca Centrale nel
tentativo di risolvere la crisi della
liquidita' creatasi sulla scia del "credit
crunch" e della crisi legata ai mutui
subprime che continuano a creare problemi
sia alle istituzioni finanziarie che alle
famiglie americane, nonostante il taglio al
costo del denaro apportato negli ultimi
mesi.
"La mossa della Fed e’ da giudicare senza
dubbio in modo positivo. Hanno (i membri
Fed, ndr) finalmente iniziato a mettere
l’olio ai motori del credito, lubrificando
il meccanismo del comparto finanziario" ha
commentato Kevin Cronin, capo degli
investimenti di Putnam. "Cio’ ha finalmente
creato una valida opportunita’ d’ingresso:
dal punto di vista della valutazione, quella
attuale e’ senz’altro una situazione molto
attraente" ha aggiunto David Spika di
Westwood Holdings Group. E gli operatori
sono infatti rientrati con forza
sull’azionario, trascurando i bond, i cui
rendimenti sono schizzati immediatamente al
rialzo. Lo yield sul decennale e’ passato
dal 3.44% di lunedi' al 3.59%.
Ad offrire supporto ai listini sono stati
anche i recenti commenti delle grosse banche
d'affari. Gli analisti ritengono che
l’azionario possa ora entrare in una fase di
recupero dopo lo scivolone degli ultimi mesi
che ha spinto gli indici ai minimi di un
anno e mezzo. "In 9 delle ultime 10 fasi di
rallentamento economico, i listini hanno
toccato il punto di "bottom" con 3-4 mesi di
anticipo rispetto alla fine della
recessione" fanno notare gli strategist di
JP Morgan (JPM). "Ci aspettiamo un rimbalzo
del comparto azionario che possa durare per
i prossimi 12-18 mesi" hanno aggiunto quelli
della banca svizzera Credit Suisse (CS) che
hanno anche fissato per l’indice S&P500 un
target di 1350 punti per la fine del 2008 e
di 1450 per il 2009. "Abbiamo ormai alle
spalle piu’ della meta’ delle svalutazioni a
carico delle banche d’affari" ha concluso
Credit Suisse.
Nessuna sorpresa dunque dal rally effettuato
dal gruppo delle societa’ finanziarie e da
quelle specializzate nel comparto dei mutui.
Il colosso bancario Citigroup (C), che ha
tra l’altro garantito l’iniezione di nuovi
capitali ($1 miliardo) in sei diversi fondi
di bond municipali, e’ avanzato del 7.50%;
bene anche JP Morgan (JPM), Goldman Sachs (GS)
Morgan Stanley (MS) e Merrill Lynch (MER).
In evidenza le due societa' semi governative
di mutui ipotecari Freddie Mac (FRE) e
Fannie Mae (FNM), e Countrywide Financial
(CFC). Forti acquisti anche su Washington
Mutual (WM), spinto ulteriormente al rialzo
dalle voci di una possibile iniezione di
capitali probabilmente da parte di Goldman o
dall’investitore miliardario Warren Buffett.
Tra le grosse aziende che non sono riuscite
a partecipare al rimbalzo del mercato si
dinstinguono Bear Stearns (BSC) su cui
gravano le voci di ulteriori perdite, il
colosso dei chip per la telefonia mobile
Texas Instruments (TXN) e la societa’ di
piani assicurativi Wellpoint (WLP), entrambi
per il taglio dell’outlook sui prossimi
risultati fiscali.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico
il petrolio ha chiuso in rialzo dopo essersi
spinto ad un nuovo record assoluto di
$109.72 nella sessione ‘overnight’. I
futures con consegna aprile hanno guadagnato
85 centesimi a quota $108.75. Sul valutario,
l’euro arriva a sfiorare la soglia di $1.55,
poi ritraccia fino a $1.5316, in ribasso
rispetto a lunedi’. A supportare il
biglietto verde la decisione della Fed e la
conseguente diminuzione delle possibilita'
di un taglio di 75 punti base al costo del
denaro nel meeting della prossima settimana.
L’oro infine e’ avanzato di $4.20 a $976.00
all’oncia.
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Fonte -
WallStreetItalia.com |
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WALL
STREET:
VOLATILE, SI BLOCCA IL RALLY
12
Marzo 2008 21:05 NEW YORK -
di
WSI ______________________________________________
Seduta contraddistinta da un’elevata
volatilita’ a New York. Gli indici non sono
riusciti a continuare il forte rally della
seduta precedente (il migliore di 5 anni),
pressati da alcune preoccupazioni
sull’efficacia della manovra straordinaria
annunciata dalla Fed e dalla nuova impennata
dei prezzi energetici. Alcune (scontate)
prese di profitto hanno infine contribuito
al calo giornaliero dei listini. Il Dow
Jones ha ceduto lo 0.38% a 12110, l’S&P500
lo 0.90% a 1308, il Nasdaq e’ arretrato
dello 0.53% a 2243.
Gli analisti restano divisi sulla futura
direzione dei listini: per alcuni e’ giunta
l’ora di un rimbalzo degli indici,
supportato dall’affievolimento delle
tensioni sul mercato del credito proprio
sulla scia delle decisioni della Banca
Centrale; altri restano scettici su una
risoluzione nel breve periodo della crisi e
giudicano insufficiente anche l’ultima,
importante mossa di Bernanke, intesa invece
come un campanello d’allarme su ulteriori
svalutazioni delle banche d’affari e delle
societa’ di mutui.
Negativo il parere di Peter Dixon,
economista di Commerzbank, che afferma "non
ci sono abbastanza notizie positive per
sostenere un significativo rimbalzo degli
indici; nei prossimi giorni potrebbero
emergere nuovi segnali negativi dal comparto
finanziario". "C’e' ancora grande
incertezza: i numerosi tentativi della Fed
sull’incremento di liquidita’ nel sistema
bancario sono preoccupanti" ha aggiunto John
O'Donoghue, capo della divisione equities di
Cowen & Co.
A pressare i listini e’ stato anche il balzo
dei prezzi energetici, con il petrolio
arrivato a segnare un nuovo record oltre i
$110 al barile. Dopo aver ritracciato sulla
scia dei dati sulle scorte settimanali,
nettamente superiori alle attese, i futures
con consegna aprile hanno ripreso a salire
chiudendo la seduta in progresso di $1.17 a
$109.92.
A livello societario, il gruppo dei titoli
che hanno rivestito la leadership nella
sessione precedente ha ceduto parte dei
guadagni. Lo spider finanziario (XLF) ha
chiuso in calo dell’1.35%; vendite anche
sulle due societa’ semigovernative di mutui
ipotecari Fannie Mae (FNM) e Freddie Mac (FRE)
dopo essere schizzate piu’ del 10% nella
seduta di martedi’. Il CEO di quest'ultima
ha lanciato un nuovo allarme sul comparto
immobiliare affermando che si tratta "della
peggiore situazione degli ultimi 100 anni".
A soffrire e' stato anche il gruppo delle
societa’ assicurative: dopo il warning di
WellPoint (WLP), in mattinata e’ arrivato
anche l’alert della rivale Humana (HUM).
Sugli altri comparti, nel settore hi-tech,
luci puntate sulla societa’ sviluppatrice di
videogames Take Two (TTWO), recentemente
finita nel mirino del colosso Electronic
Arts (ERTS), grazie al migliormaneto dell’outlook
sui risultati trimestrali. Il gigante delle
macchine da costruzione Caterpillar (CAT) ha
confermato le stime sugli utili relativi
all’intero anno fiscale 2008, risultando
cosi’ il miglior componente dell’indice
industriale.
Sugli altri mercati, sul valutario, l’euro
varca la soglia di 1.55, ad un nuovo record
sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di
mercoledi’ a New York il cambio tra le due
valute e’ di 1.5563. In rialzo l’oro. I
futures con consegna aprile sul metallo
prezioso hanno chiuso in progresso di $4.70
a $980.70 all’oncia. In buon progresso
infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul
Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4830% dal
3.5960% di martedi’.
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WALL
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IN POSITIVO, STREPITOSO RECUPERO
13
Marzo 2008 21:08 NEW YORK
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di
WSI ______________________________________________
Il
Dow Jones, arrivato a segnare una perdita di
236 punti in avvio, ha chiuso in rialzo
dello 0.29%, +0.88% per il Nasdaq. L'agenzia
di rating S&P: la fine della crisi del
credito e' vicina. Tripletta di record: oro
($1000), euro ($1.56) e petrolio.
Dopo aver apeto la giornata in forte calo, i
listini azionari americani hanno invertito
rotta chiudendo la sessione in territorio
positivo. Il Dow Jones, arrivato a segnare
una perdita intraday 236 punti, e’ avanzato
dello 0.29% a 12145, l’S&P500 dello 0.51% a
1315, il Nasdaq ha guadagnato lo 0.88% a
2263. La reazione del comparto azionario si
e’ materializzata subito dopo l’annuncio
dell’agenzia di rating Standard & Poor’s,
secondo cui la crisi legata ai mutui
subprime e’ ormai vicina alla fine per la
maggior parte delle grosse banche d’affari.
Le svalutazioni potrebbero ammontare fino a
$285 miliardi a livello globale, ma per le
istituzioni finanziarie che hanno gia’
riportato i risultati fiscali dello scorso
anno, il peggio dovrebbe essere ormai alle
spalle. La notizia ha ridato fiducia agli
investitori, da tempo preoccupati circa le
conseguenze del "credit crunch" sul sistema
economico. Forti rialzi sono stati
realizzati dalle agenzie di mutui ipotecari
Fannie Mae (FNM) e Freddie Mac (FRE) salite
rispettivamente +9.20% e +7.30%.
Ad intensificare i timori proprio sul
settore bancario prima dell’apertura era
stata la notizia relativa al collasso di un
fondo gestito dal Carlyle Group per cui sono
state stimate perdite di circa $16 miliardi
in caso di liquidazione per il mancato
raggiungimento di un accordo con i
creditori. Segnali negativi erano emersi fin
dalle prime ore anche dal fronte
macroeconomico, con le vendite al dettaglio
in ribasso dello 0.6% nell’ultimo mese,
sorprendendo gli analisti (che avevano
invece stimato un rialzo dello 0.2%) e
preoccupando gli investitori sul rischio
recessione.
Il nuovo record dell’oro, per la prima volta
oltre la soglia dei $1000 l’oncia, ha
innescato un rally all’interno del comparto
minerario, guidato da Newmont Mining (NEM),
il secondo maggiore produttore di metallo
prezioso, riportatosi ai massimi da gennaio.
Barrick Gold (ABX), la societa’ leader del
settore, e’ avanzato di oltre il 4%. Gli
operatori hanno incrementato gli acquisti
sull’oro, bene rifugio per eccellenza, in
cerca di protezione contro l’ulteriore
scivolone del dollaro.
Sul valutario, il biglietto verde e’ sceso
al di sotto dei 100 yen per la prima volta
in 12 anni e incrementato lo svantaggio
rispetto all’euro a quota 1.56. "Il
greenback sembra essere in caduta libera. Le
esportazioni continuano a crescere, ma a
risentirne sono le famiglie americane, gia’
piegate dalla crisi del credito e dagli
incrementi della benzina" ha dichiarato Paul
Mendelsohn, capo degli investimenti di
Windham Financial.
A tal proposito, non sembra aiutare il nuovo
rialzo del petrolio, portatosi ad un nuovo
record storico di $111 nell’arco delle
contrattazioni. I futures con consegna
aprile sull’oro nero hanno poi chiuso in
progresso di 26 centesimi a $110.18 al
barile. Nel comparto obbligazionario,
infine, in ribasso i Titoli di Stato. Il
rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito
al 3.5340% dal 3.4830% di mercoledi'.
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WALL
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ALTA TENSIONE, DURO COLPO BEAR STEARNS
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Marzo 2008 21:10 NEW YORK -
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Un’altra giornata pesante per l’azionario
americano, pressato dal nuovo allarme giunto
dal settore finanziario. I listini sono
arrivati a segnare una perdita superiore ai
tre punti percetuali nell’arco della seduta,
per poi recuperare terreno nell’ultima ora,
probabilmente grazie all’intervento delle
mani forte che hanno evitato il brusco
sell-off in vista del weekend. Il Dow Jones
ha ceduto l'1.60% a 11951, l’S&P500 il 2.08%
a 1288, il Nasdaq e’ arretrato del 2.26% a
2212. L'eventuale chiusura ai minimi
giornalieri, in un clima di forte
incertezza, avrebbe potuto innescare un
panic selling alla riapertura dei mercati
dopo la pausa per il fine settimana.
La tensione resta comunque alta sui mercati
dopo l’allarme lanciato da Bear Stearns (BSC)
sulle posizioni di liquidita’. La banca
d'affari ha dovuto far ricorso ad un
finanziamento d'emergenza da parte di JP
Morgan Chase e della Federal Reserve Bank di
New York, a causa "di un significativo
deterioramento della liquidita’ negli ultimi
giorni" confermando le voci circolate di
recente. Il titolo, portatosi sotto la
soglia dei $50 per la prima volta dal 2001
e’ arrivato a dimezzarsi in valore, per poi
archiviare la seduta con un ribasso del 47%.
"Il problema principale ora riguarda i
clienti della banca, se questa sara’ in
grado di vedersi confermata la fiducia"
afferma Bruce Foerster, presidente di South
Beach Capital Markets. "Altre banche sono
gia’ incappate in questo tipo di problema,
alcune ce l’hanno fatta, altre sono fallite.
Spero che Bear possa superare la crisi".
"Non penso lasceranno andare giu' Bear.
Sarebbe devastante per il mercato in questo
particolare momento" ha aggiunto
l'economista Charles Gueisst. Meno ottimista
Charles Peabody, analista di Portales
Partners LLC: "L'unica salvezza sta
nell'unione con qualche altro istituo. Non
penso abbiano le basi per uscire da soli da
questo disastro".
Non va dimenticato che la crisi subprime
ebbe inizio l'anno scorso proprio con il
collasso di due fondi particolarmente
esposti ai mutui ad alto rischio gestiti
dalla stessa banca. L'annuncio di Bear e'
dunque una vera e propria doccia fredda in
un mercato altamente volatile,
particolarmente attento ai possibili crac
finanziari sulla scia del "credit crunch"
che ha gia' messo in ginocchio numerose
istituzioni finanziarie.
Naturale la reazione particolarmente
negativa degli investitori, la cui fiducia
e' stata messa a dura prova, soprattutto
dopo le smentite giunte nei giorni scorsi
dagli stessi vertici del gruppo sui rumors
di problemi legati alle posizioni di
liquidita'. Il comparto finanziario ha
inevitabilmente segnato la strada dei
ribassi, lo spider XLF ha chiuso in calo del
4%. Si teme ora un effetto domino sulle
altre grosse banche d'affari: Citigroup (C)
ha lasciato sul terreno il 6%, Lehman
Brothers (LEH) e' arretrato -14%, in calo
del 5% Goldman Sachs (GS), Merrill Lynch (MER)
e Morgan Stanley (MS).
L’allarme ha avuto l’effetto di oscurare
senza riguardo i buoni dati macroeconomici
rilasciati in mattinata che hanno
evidenziato una dinamica dei prezzi al
consumo migliore delle attese e un livello
della fiducia dei consumatori in calo ma
superiore al consensus. Il CPI e’ risultato
piatto nel mese di febbraio sia nella
versione standard che in quella "core"; le
attese degli analisti erano rispettivamente
per un rialzo dello 0.3% e dello 0.2%.
Il fatto ha incrementato le possibilita’ di
un atteggiamento maggiormente aggressivo
della Fed in ambito di tassi d’interesse. Il
mercato continua a scontare un’elevata
probabilita’ che nel meeting del prossimo
martedi’ la Banca Centrale operera’ un
taglio di 75 punti base del costo denaro,
riducendo i fed funds al 2.25% dall’attuale
3%.
Sugli altri mercati, in lieve calo il
petrolio. I futures con consegna aprile
sull’oro nero hanno chiuso in ribasso di 23
centesimi a $110.10 al barile. Sul
valutario, l’euro ha sfiorato la soglia di
1.57 nei confronti del dollaro. Nel tardo
pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio
tra le due valute e’ di 1.5668. In rialzo
l’oro a $1000 l’oncia. Salgono infine i
Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury
a 10 anni e’ sceso al 3.4210 dal 3.5340% di
giovedi’.
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WALL
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EVITA IL CRASH, SOSTEGNO DALLE MANI FORTI
17
Marzo 2008 21:05 NEW YORK -
di
WSI ______________________________________________
Seduta nervosa e volatile a Wall Street,
conclusasi con gli indici contrastati. I
listini azionari sono riusciti a reggere
nonostante le premesse del preborsa avessero
lasciato pensare ad un tracollo del comparto
azionario per via della crisi del credito
che sta continuando a mettere in ginocchio
le istituzioni finanziarie. Il Dow Jones,
arrivato a segnare una perdita di circa 200
punti in avvio, e’ riuscito a chiudere in
territorio positivo, in progresso dello
0.18% a 11972; l’S&P500 ha ceduto lo 0.89% a
1276, il Nasdaq e’ arretrato –1.60% a 2167.
I piu' forti ribassi si sono registrati nel
settore bancario/finanziario in seguito alla
notizia del takeover di emergenza di Bear
Stearns (BSC) da parte della banca d’affari
JP Morgan Chase (JPM) per un prezzo di
appena $2 per azione.
Bear Stearns, quinta banca d’investimento di
Wall Street, con oltre 80 anni di attivita’
alle spalle, ha raggiunto un accordo con JP
Morgan, durante il weekend, per essere
rilevata per un controvalore di $236
milioni, una cifra irrisoria se si pensa che
solo nel mese di gennaio la capitalizzazione
di mercato dell’azienda superava i $20
miliardi. Il titolo, gia’ deprezzatosi di
circa la meta’ nella seduta di venerdi’, in
giornata ha ceduto un ulteriore -84%
chiudendo la sessione a $4.79, lasciando
spazio ad una possibile revisione al rialzo
della proposta di JP Morgan.
L’operazione ha scosso gli operatori, la cui
fiducia e’ crollata subito dopo l’annuncio
soprattutto in seguito alle rassicurazioni
offerte dai vertici della stessa banca sulle
posizioni di liquidita’ ad appena due giorni
dall’accordo. "Si tratta assolutamente di
una crisi della fiducia degli investitori
oltre che di quella di liquidita’. Non
voglio utilizzare il termine "panico", ma di
certo c’e’ che la situazione non e’ bella.
Nessuno si fida di nessuno oramai", afferma
Roland Hirschmueller, trader del gruppo
tedesco Baader. E si vocifera sull’avvio di
una 'class action' contro la banca per
"dichiarazioni false e devianti" sul titolo.
A cedere terreno sono state ovviamente le
grandi banche d'affari Usa tra cui Lehman
Brothers (arrivata a perde oltre il 30% ma
poi in rcupero sul finale, su rumors circa
il livello di liquidita' del gruppo),
Goldman Sachs (GS), Merrill Lynch (MER)
tornate ai minimi del 2003 e inoltre le
banche commerciali come Citigroup (C) e
Wachovia (WB), che hanno perso fino al 10%,
riducendo poi le perdite sul finale.
Positiva J.P. Morgan Chase (JPM), giudicata
molto solida per aver potuto acquisire BSC.
In rosso anche le societa' di mutui
immobiliari: Fannie Mae (FNM), Freddie Mac (FRE)
e Countrywide (CFC) hanno segnato perdite
superiori ai 10 punti percentuali. Sul
fronte dei broker online, E*Trade ha ceduto
oltre -10.0%, perdite di circa il 5.0% per
TD Ameritrade (AMTD) e Charles Schwab (SCHW).
In forte calo anche i gruppi di brokeraggio
su futures e options: MF Global (MF) ha
chiuso la sessione con una perdita ‘monstre’
pari a -60%.
"Con molte probabilita’ assisteremo
all’uscita di scena di altre istituzioni
finanziarie nei prossimi giorni. I
salvataggi di Bank of America su Contrywide
e di JP Morgan su Bear non saranno gli
unici" dichiara Joe Battipaglia, capo degli
investimenti di Ryan Beck. Per l’ex capo
della Fed, Alan Greenspan, quella attuale e’
la peggiore crisi dal dopoguerra.
Per cercare di mantenere la stabilita’
all’interno del sistema finanziario la
Federal Reserve ha tagliato a sorpresa il
tasso di sconto al 3.25%, ad un solo giorno
di distanza dalla tanto attesa riunione sui
tassi, in calendario per la giornata di
martedi’. Gli operatori si attendono ora una
riduzione secca di un punto percentuale sui
tassi a breve; i futures sui fed funds
indicano una possibilita’ del 74% che cio’
accada. La Banca Centrale ha inoltre
garantito nuovi prestiti di emergenza ad una
serie di banche d’affari e ai primary
dealer, un’operazione che non accadeva dagli
anni ’30, ai tempi della Grande Depressione.
Nessun tipo di supporto e’ giunto inoltre
dai dati macro diffusi in mattinata. Pessimi
gli ultimi aggiornamenti dal settore
manifatturiero che hanno evidenziato un
crollo dell’attivita’ nell'area di New York
a -22.2 punti nel mese di marzo, nettamente
peggiore rispetto alle attese degli
economisti. In calo, oltre le stime, anche
il dato sulla produzione industriale, scesa
dello 0.5% a febbraio. Crisi finanziaria in
un contesto di recessione: una situazione
critica che sta spingendo gli investitori
fuori dall’azionario, in fuga verso beni
meno rischiosi come oro e bond.
La crisi dei mercati finanziari Usa portato
il rendimento del titolo di Stato Usa a
scadenza tre mesi ai minimi da ben 50 anni.
Siamo allo 0,652%. Nuovo ribasso degli 'yield',
appunto i rendimenti, a valere sui Treasury
a due e dieci anni. Nel primo caso, il
rendimento si e' abbassato all'1,24%, ai
minimi dal luglio 2003. Quanto ai decennali,
lo yield e' sceso al 3,3%. Il mercato da'
per scontato - al 74% di probabilita' - un
taglio di un punto percentuale dei Fed Funds
domani.
Il metallo prezioso e' arrivato ad un nuovo
record di $1033.90 all’oncia; ha poi
archiviato la seduta in progresso di $3.10 a
$1002.60 l’oncia. In rally i Titoli di
Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni
e’ sceso al 3.3140% dal 3.4210% di venerdi’.
I rendimenti sui bond con scadenza tre mesi
sono crollati ai minimi di 50 anni.
Nel comparto energetico, in ribasso il
petrolio, pressato dai nuovi segnali di
recessione. I futures con consegna aprile
hanno chiuso con un ribasso giornaliero di
$4.53 a $105.68 al barile. Sul valutario,
l’euro in rialzo rispetto al dollaro,
scambiato a 1.5742 nel tardo pomeriggio di
New York, dopo aver toccato in nottata un
nuovo top assoluto sopra quota 1.59.
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WALL
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POTENTE RALLY GUIDATO DAI FINANZIARI
18
Marzo 2008 21:10 NEW YORK -
di
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Seduta in rally per gli indici americani,
spinti dalle buone notizie giunte dal
comparto finanziario e dalla decisione della
Federal Reserve di abbassare i tassi
d’interesse al 2.25%. Il Dow Jones e’
avanzato del 3.51% a 12392, l’S&P500 del
4.24% a 1330, il tecnologico Nasdaq ha
guadagnato il 4.19% a 2268. Si tratta del
quarto maggiore rialzo giornaliero di
sempre, era dall'ottobre del 2002 che non si
assisteva ad una performance intraday di
tale portata.
A fare da volano agli acquisti gia’ nel
preborsa sono state le trimestrali delle
banche d’affari Goldman Sachs (GS) e Lehman
Brothers (LEH) risultate entrambe migliori
delle attese degli analisti. I titoli sono
avanzati rispettivamente del 16% (maggior
rialzo intraday degli ultimi sette anni) e
del 41% (maggior rialzo giornaliero
assoluto). I numeri delle due banche hanno
rassicurato gli operatori sulla stabilita’
del sistema bancario, all’indomani della
vendita ‘shock’ di Bear Stearns (BSC) a JP
Morgan (JPM) ad un prezzo irrisorio di
appena $236 milioni a causa di problemi di
liquidita’.
Gli operatori hanno anche trovato conforto
nell’ultima manovra della Federal Reserve,
relativa ad un abbassamento del costo del
denaro (il sesto consecutivo da settembre)
di ¾ di punto percentuale al 2.25%, un
ulteriore chiaro tentativo della Banca
Centrale di rilanciare la sofferente
economia americana e risolvere
definitivamente la crisi del credito.
Considerate le critiche condizioni del
mercato, gran parte degli operatori sperava
in un atteggiamento maggiormente aggressivo
dei governatori del Fomc. Dopo l’esitazione
iniziale, che ha causato un breve
ritracciamento dei listini dai massimi, si
e’ assistito ad una seconda ondata di Buy
che ha permesso ai listini di estendere il
rally.
"Sembra che finiremo la settimana con le
grosse banche d’affari ancora in piena
attivita’ e siamo contenti di questo. Non
eravamo certi di poter dire cio’ lunedi’
mattina (in seguito all’annuncio Bear
Stearns, ndr)" ha dichiarato Doug Peta,
market strategist di J&W Seligman & Co.
"Probabilmente il ciclo non si e’ ancora
concluso ma di certo molte delle notizie
negative e soprattutto gran parte del
rischio sono gia’ prezzate nell’attuale
valutazione delle azioni" ha aggiunto Nigel
Dally, analista di Morgan Stanley.
Naturale dunque che dopo i cali degli ultimi
giorni a guidare il rally sia stato proprio
il settore finanziario: lo spider XLF e’
salito del 7%, Citigoup (C) (miglior titolo
del Dow Jones) e’ avanzato dell'11%, +8% per
Bank of America (BAC), Morgan Stanley (MS) e
Merrill Lynch (MER) sono salite
rispettivamente del 17% e del 13%.
L’euforia innescata dalle trimestrali e
dalla decisione della Fed ha fatto passare
in secondo piano i contrastati numeri sulla
congiuntura Usa diffusi in giornata. I
prezzi alla produzione sono cresciuti in
linea con le attese nel mese di febbraio, ma
la versione "core" del dato e’ risultata in
progresso oltre le stime. Nel settore
immobiliare, in calo i nuovi cantieri edili
ma ad un livello migliore del consensus,
hanno invece deluso le attese i numeri sulle
licenze di costruzione.
Sugli altri mercati, nel comparto
energetico, ancora in rialzo il petrolio. I
futures con consegna aprile hanno chiuso in
progresso di $3.74 a $109.42 al barile. Sul
valutario, l’euro ha ritracciato nei
confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio
di martedi’ a New York il cambio tra le due
valute e’ di 1.5636. L’oro ha chiuso in
leggero rialzo. I contratti futures con
consegna aprile sul metallo prezioso sono
avanzati di $1.70 a $1004.30 l’oncia. In
netto calo i Titoli di Stato. Il rendimento
sul Treasury a 10 anni si e’ portato al
3.4510% dal 3.3140% di lunedi’.
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GIU', SCATTANO LE PRESE DI BENEFICIO
19
Marzo 2008 21:10 NEW YORK -
di
WSI ______________________________________________
Dimezzati i guadagni realizzati con il super
rally di martedi'. Non basta la buona
trimestrale di Morgan Stanley, resta
l'incertezza sul comparto bancario. In forte
calo anche oro e petrolio. Accoglienza
euforica per Visa.
All’indomani del potente rally, il piu’
forte degli ultimi 5 anni, gli operatori
hanno preferito intascare parte dei recenti
profitti, in attesa di nuovi, importanti
segnali sul settore finanziario e
sull’economia piu’ in generale. Il Dow Jones
ha ceduto il 2.36% a 12099, l’S&P500 il
2.43% a 1298, il Nasdaq e’ arretrato del
2.57% a 2209.
La seduta odierna, priva di aggiornamenti
macro, ha permesso agli investitori di
metabolizzare le ultime notizie giunte dal
settore bancario. Dopo le buone trimestrali
di Goldman Sachs (GS) e Lehman Brothers (LEH),
in mattinata anche la banca d’affari Morgan
Stanley (MS), ha riportato utili migliori
delle attese (EPS di 42 centesimi superiore
al consensus). Il fatto ha parzialmente
allentato le tensioni sul comparto poiche’
ha rassicurato gli operatori sulla
stabilita’ della societa’ e sulle posizioni
di liquidita’, al contrario di quanto
accaduto per Bear Stearns (BSC), crollata
nei giorni scorsi dopo aver raggiunto
l’accordo sulla vendita a JP Morgan (JPM)
per appena $2 ad azione.
"Il rally di martedi’ dei listini e’ stato
sorprendente. Dopo tutto i fondamentali
restano negativi, c’e’ ancora forte
incertezza sul sistema bancario nonostante
gli ultimi aggiornamenti offerti da Goldman
a Lehman", ha affermato David Jones,
strategist di IG Index. "I tagli Fed hanno
sempre fornito una spinta nel brevissimo
termine, non sappiamo ancora se avranno
effetto sul lungo".
"Nessuno vuole fare la prima mossa. C'e'
chiaramente ancora paura tra gli
investitori. L'incertezza e' ai massimi
livelli, non si sa come muoversi" ha
dichiarato George Shipp, CIO di Scott &
Stringfellow, evidenziando come le mosse
della Fed e del governo per stimolare
l'economia e stabilizzare i mercati non
hanno ancora prodotto alcun effetto.
L’ultimo taglio ai tassi d’interesse,
operato martedi’ dalla Banca Centrale, ha
portato il costo del denaro al 2.25%. La
serie di tagli, iniziata a settembre, subito
dopo la crisi subprime, non sembra ancora
aver ristabilito la fiducia negli
investitori, mentre l’economia continua a
soffrire, pressata oltre che dal "credit
crunch" anche dalla pesante debolezza del
comparto immobiliare.
A distinguersi in positivo sono state le due
agenzie semigorvernative dei mutui ipotecari
Fannie Mae (FNM) e Freddie Mac (FRE), i cui
titoli sono avanzati rispettivamente
dell'11% e del 14%. L’Office of Federal
Housing Enterprise Oversight (OFHEO) ha
approvato la richiesta delle due aziende
sull’acquisto di un numero maggiore di mutui
immobiliari. L'operazione dovrebbe garantire
una liquidita’ immediata nel settore dei
mutui per almeno $200 miliardi. Gia' nei
giorni scorsi gli organi di controllo
avevano rimosso le restrizioni sulle
dimensioni del portafoglio delle due
societa' alzando di fatto il tetto massimo
agli investimenti.
Sempre tra i titoli finanziari, riflettori
accesi sul colosso delle carte di credito
Visa (V) che dopo aver prezzato l’Ipo a $44
per azione ha aperto agli scambi a quota
$59, per poi chiudere a $56.50, realizzando
una performance giornaliera pari a +33%. E’
interessante notare come il titolo della
rivale Mastercard (MA) sia in rialzo di
oltre il 400% dal giorno del debutto in
borsa.
Sugli altri mercati, in forte calo il
petrolio. I futures con consegna aprile
hanno chiuso con un ribasso giornaliero di
$4.94 a $104.48 al barile. Sul valutario,
euro in leggero calo nei confronti del
dollaro. Nel tardo pomeriggio di merocledi'
a New York il cambio tra le due valute e’ di
1.5616. Ondata di vendite sull’oro. I
futures con consegna aprile sul metallo
prezioso hanno chiuso in ribasso di $59.00 a
$945.30 all’oncia. Ijn rialzo i Titoli di
Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni
e’ sceso al 3.3620% dal 3.451% di martedi'.
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WALL
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IN FORTE RALLY PRIMA DEL BREAK PASQUALE
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Marzo 2008 21:05 NEW YORK -
di
WSI ______________________________________________
Riprendono gli acquisti sull'azionario. Gli
indici mettono a segno la migliore
performance settimanale di oltre un mese e
mezzo. Supporto dal Philly Fed, volano i
titoli finanziari.
Dopo la parentesi negativa di mercoledi’, i
listini azionari americani sono tornati a
guadagnare terreno spinti dal dato sull’attivita’
manifatturiera risultato migliore delle
attese. Il Dow Jones ha guadagnato il 2.16%
a 12361, l’S%P500 il 2.39% a 1329, l’indice
Nasdaq e’ avanzato del 2.18% a 2258. Le
performance settimanali sono rispettivamente
di +3.5%, +3.3% e +2.1%. A permettere ai
listini di guadagnare terreno e’ stato anche
il nuovo tonfo delle commodities, che ha
migliorato le speranze degli operatori su
una ripresa della spesa dei consumatori,
alla luce di un raffreddamento dei prezzi
energetici e dei generi alimentari.
Gli acquisti si sono intensificati
sull’azionario subito dopo la pubblicazione
dell’indice Philadelphia Fed, il cui effetto
e’ stato intensificato dai rumors circolati
prima della pubblicazione. Il dato,
attestatosi a quota -17.4 punti, e’
risultato leggermente migliore delle attese,
ma soprattutto di gran lunga superiore al
valore di -33 punti suggerito da alcune voci
in mattinata, sempre piu’ insisitenti tra
gli operatori a pochi minuti dall'annuncio.
Il fatto ha permesso ai listini di liberarsi
cosi’ della debolezza iniziale originata
dalle notizie poco confortanti emerse nel
preborsa, relative al comparto del lavoro e
agli utili societari. E’ risultato peggiore
delle attese l’aggiornamento
sull’occupazione, con le nuove richieste di
sussidio da parte dei disoccupati cresciute
a 378 mila unita’ (massimo degli ultimi due
mesi), ben oltre le attese. Inoltre, il
Superindice, l’indicatore che fornisce una
previsione sull'attivita' economica
americana per i prossimi mesi, e’ risultato
in calo per il quinto mese consecutivo.
Sul fronte aziendale, in chiaroscuro la
trimestrale di FedEx (FDX), il corriere
internazionale considerato un po’ la cartina
di tornasole dell’economia. La societa’ ha
riportato un calo degli utili (comunque a
livelli migliori del previsto) e rivisto al
ribasso i risultati per il prossimo
trimestre, avvertendo che nel 2009 si
potrebbe assistere ad un proseguimento del
trend ribassista.
"Si va verso la pausa pasquale in un clima
un po’ piu’ disteso", ha dichiarato
l’economista di Commerzbank, Peter Dixon.
"Tuttavia l’incertezza sull’outlook
economico resta: conclusa la crisi del
credito inizieremo a fare i conti con gli
utili aziendali. Prevedo rischi al ribasso
per almeno altri tre mesi".
La settimana si era aperta con la notizia
shock della (s)vendita di Bear Stearns (BSC)
a JP Morgan (JPM) ad un prezzo di appena $2
per azione a causa di problemi legati alla
liquidita’ della banca per investimenti
effettuati su comparti ad alto rischio. A
contenere i timori su un possibile tracollo
del sistema finanziario e’ stata, nel giorno
seguente, l’ultima manovra della Fed sui
tassi d’interesse, abbassati di 75 punti
base all’attuale 2.25%.
L’annuncio di nuove aste per garantire la
liquidita’ nel sistema, e la recente
adozione di nuove regole sulle garanzie per
avere accesso a queste (la prima, di $75
miliardi, e’ prevista per il prossimo 22
marzo), hanno permesso ai titoli del
comparto di recuperare gran parte del
terreno ceduto negli ultmi giorni. Oggi si
sono distinti in positivo i forti rialzi
delle due agenzie semigovernative di mutui
Freddie Mac (FRE) e Fannie Mae (FNM), bene
anche Citigroup (C) (miglior componente del
Dow Jones), JP Morgan (JPM) e Goldman Sachs
(GS). Lo spider settoriale (XLF) ha
realizzato un guadagno intraday superiore al
7%.
La giornata e' stata caratterizzata anche
dal forte recupero del dollaro nei confronti
delle principali valute. Il biglietto verde
ha recuperato l'1.4% rispetto all'euro,
realizzando il miglior rialzo giornaliero di
quasi 4 anni. Nel tardo pomeriggio di
giovedi' a New York il cambio tra le due
monete e' di 1.5416. Il rialzo del greenback
ha avuto l'effetto di deprimere
ulteriormente le quotazioni delle
commodities, dove si e' verificata una nuova
ondata di vendite. I futures con consegna
maggio sul petrolio si sono portati sotto la
soglia dei $100 per poi limitare le perdite
a -0.7% a $101.84 al barile. L’oro, dopo
aver perso $59 nella seduta di mercoledi' ha
ritracciato di ulteriori $25.30 a $920.00
all’oncia. In rialzo infine i Titoli di
Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni
e’ sceso al 3.3280%.
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Fonte -
WallStreetItalia.com |
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WALL
STREET:
POTENTI BUY, VOLA BEAR STEARNS
24
Marzo 2008 21:05 NEW YORK -
di
WSI ______________________________________________
I
listini estendono il rally della scorsa
settimana, Nasdaq +3.04%. Gli investitori
applaudono la nuova offerta di JP Morgan per
Bear Stearns, il titolo schizza +90%.
Approvato il merger XM-Sirius. Bene il
comparto delle case.
Al rientro dalla pausa per le vacanze
pasquali, i listini hanno continuato a
spingersi con forza al rialzo, estendendo il
rally delle scorsa settimana. Il Dow Jones
ha guadagnato l'1.52 a 12548, l’S&P500
l'1.53% a 1349, il Nasdaq ha chiuso in
progresso dello 3.04% a 2326. A permettere
ai listini di allungare il passo sono state
le notizie incoraggianti giunte dal settore
finanziario e dal fronte macro. Il calo dei
prezzi delle commodities ha inoltre
allentato parzialmente le tensioni sul forte
aumento dei prezzi.
La banca d’affari JP Morgan (JPM) ha
raggiunto un accordo con Bear Stearns (BSC)
per rilevare la societa’ ad un prezzo di $10
per azione, sensibilmente maggiore
dell’offerta iniziale di soli $2/share
avanzata due settimane fa, subito dopo
l’annuncio dell’azienda sulla grave
situazione di liquidita’. Il titolo BSC e’
schizzato di oltre il 90% sulla notizia,
chiudendo a quota $11.35.
L'operazione implica un valore di $1.19
miliardi per la societa', ancora una
frazione della valutazione che aveva prima
del collasso nonostante la migliorata
offerta. A partecipare alla transazione e'
anche la Federal Reserve Bank di New York
che garantira' un prestito da $30 miliardi
per lo svolgimento delle regolari
operazioni. Il fatto ha avuto l'effetto di
trainare al rialzo l'intero comparto
finaniario: lo Spider XLF ha chiuso con un
rialzo dell’1.5%, +3.8% per Citigroup (C),
risultato il miglior componente del Dow
Jones, bene anche Merrill Lynch (MER) e Bank
of America (BAC).
Alcuni segnali positivi sono emersi anche
dal settore immobiliare, con le vendite di
case esistenti cresciute del 2.9% a
febbraio. Un rialzo del tutto inatteso dagli
analisti, che avevano previsto un'ulteriore
contrazione del dato.
Nel comparto hi-tech, in evidenza il "via
libera" fornito dalle autorita’ americane
dell’antitrust al merger delle due radio
satellitari XM Satellite Radio (XMSR) e
Sirius Satellite Radio (SIRI). I due titoli
sono saliti rispettivamente del 16% e del
9%.
Sugli altri mercati, nel comparto
energetico, in calo il petrolio. I futures
con consegna maggio hanno chiuso in ribasso
di $0.98 a $100.86 al barile. Sul valutario,
stabile l’euro nei confronti del dollaro.
Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York
il cambio tra le due valute e’ di 1.5436.
L’oro ha chiuso in leggera flessione. I
contratti futures con consegna aprile sul
metallo prezioso sono arretrati di $1.30 a
$918.70 l’oncia. In netto calo i Titoli di
Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni
si e’ portato al 3.5220% dal 3.3280% di
giovedi’.
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Fonte -
WallStreetItalia.com |
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WALL
STREET:
AVANZA, MA TRIMESTRE DA DIMENTICARE
31
Marzo 2008 22:15 NEW YORK -
di
WSI ______________________________________________
Indici positivi grazie al dato macro
migliore delle attese e al nuovo programma
sulla regolamentazione del sistema
finanziario presentato da Paulson. Brutta
performance trimestrale pero': Nasdaq -14%
da inizio anno. Petrolio in forte calo.
Gli indici americani hanno iniziato la
settimana col segno positivo. Gli operatori
hanno applaudito il programma presentato dal
Segretario del Tesoro Usa Paulson, relativo
alla rivisitazione della regolamentazione
del sistema finanziario, e gradito
l’aggiornamento sul comparto manifatturiero,
risultato migliore delle attese. Il Dow
Jones ha guadagnato lo 0.38% a 12262,
l’S&P500 lo 0.57% a 1322, il Nasdaq e’
avanzato dello 0.79% a 2279. L'indice S&P500
ha chiuso il mese di marzo con un ribasso
dello 0.5%: si tratta del quinto calo
consecutivo su base mensile, un evento che
non accadeva dal 1990. Pessima la
performance trimestrale (la peggiore
dall'estate del 2002): -7.5% per l'indice
industriale, -9.9% per l'S&P500, Nasdaq in
calo -14.1%.
Intervenuto da Washington, Henry "Hank"
Paulson ha proposto un’espansione dei poteri
della Federal Reserce mirata alla
prevenzione di una nuova crisi finanziaria.
Una mossa senza dubbio importante,
probabilmente la piu’ significativa dai
tempi della "Grande Depressione" che
permettera’ una supervisione dell’intero
sistema piu’ specifica e accurata rispetto a
quella attuale.
I cambiamenti nella regolamentazione
finanziaria "potrebbero realmente rivelarsi
positivi per i mercati" ha affermato Peter
Sorrentino, portfolio manager di Huntington
Asset Management. "Potrebbero ripristinare
la fiducia tra gli investitori, riportandoli
a puntare sull’azionario"
Alcuni segnali di ripresa sono emersi anche
dal fronte macro. Nel mese di marzo il
Chicago PMI, un importante indicatore sull’attivita’
manifatturiera considerato precursore
dell’indice generale ISM, ha segnato un
progresso a 48.2 punti dopo essere crollato
nel mese precedente. Seppur inferiore ai 50
punti (contrazione!) il dato si e’ rivelato
migliore delle aspettative che erano per un
rialzo a 46. Il fatto ha ridato agli
operatori una certa fiducia sul rilancio
dell’economia, a seguito delle manovre
effettuate nei mesi scorsi sia dal governo
che dalla Fed.
Molti operatori restano comunque scettici
sul recente movimento dei listini, alcuni
analisti evidenziano come, nonostante il
rimbalzo, il trend di lungo periodo resti
negativo. La preoccupazione principale degli
investitori continua a riguardare la
condizione economica generale e i rischi che
il rallentamento comporta sulla spesa dei
consumatori e, di riflesso, sugli utili
aziendali.
Data ormai per certa la fase di recessione
che sta caratterizzando l’economia a stelkle
e strisce, gli operatori si domandano sulla
durata di questa e sui tempi di recupero in
un contesto che non sembra ancora stabile,
con il mercato immobiliare debole e il
comparto finanziario sempre piu’ volatile.
Oggi comunque i titoli delle grosse banche
d’affari hanno messo a segno discreti rialzi
guidati dal piano comunicato da Paulson.
Citigroup (C) ha anche beneficiato della
creazione di una divisione della banca per
il business delle carte di credito, una
mossa mirata ad invertire il calo dei
profitti nella principale sezione
generatrice di ricavi della banca.
Giu’ l’intero comparto farmaceutico,
appesantito da Schering-Plough (SGP) in calo
del 26% a seguito dei commenti negativi
espressi dal New England Journal of Medicine
riguardo l’utilizzo della medicina
anti-colesterolo Vytorin, sviluppata in
partnership con Merck (MRK) il cui titolo
cede a sua volta il 14%. Bene invece
AstraZeneca, forte dell’ultimo studio sul
Crestol (un altro farmaco contro il
colesterolo) che ha fornito risultati
incoraggianti.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico
in forte calo il petrolio. I futures con
consegna maggio hanno chiuso a quota $101.58
al barile, in ribasso di $4.04. Sul
valutario, euro in lieve flessione nei
confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio
di lunedi’ a New York il cambio tra le due
valute e’ di 1.5772. In netto calo l’oro. I
futures con consegna giugno sul metallo
prezioso hanno ceduto $15.00 a $921.50
l’oncia. In rialzo infine i Titoli di Stato.
Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’
sceso al 3.43200% dal 3.4660% di venerdi’.
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