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CITIGROUP:
MONTANO LE PERDITE, SERVE ALTRO CASH
04
Marzo 2008 11:32 NEW YORK -
di ANSA
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Il
colosso Usa ha bisogno di un'ulteriore
iniezione di capitale da parte di
investitori esterni per fronteggiare le
perdite sul credito strutturato, che stanno
aumentando. Citigroup ha già ricevuto lo
scorso novembre $7.5 miliardi da Abu Dhabi.
Citigroup ha bisogno di un'ulteriore
iniezione di capitale da parte di
investitori esterni per fronteggiare le
perdite sul credito strutturato, che stanno
aumentando. Lo ha detto - riporta la
Bloomberg - il responsabile di un fondo
d'investimento degli Emirati Arabi, che
potrebbe essere interessato a entrare nel
capitale della banca. "Secondo me ci vorrà
molto più capitale per salvare Citi e altre
istituzioni finanziarie", ha detto Sameer
al-Ansari, responsabile del fondo
d'investimento Dubai International
controllato dallo sceicco Mohammed bin
Rashid al-Maktoum, che guida il Paese.
Citigroup ha già ricevuto lo scorso novembre
7,5 miliardi di dollari da un fondo sovrano
del paese confinante Abu Dhabi, dopo che le
perdite subite su prodotti collegati ai
mutui 'subprime' hanno cancellato quasi metà
del suo valore di borsa, portando alle
dimissioni dell'amministratore delegato
Charles Prince. A gennaio la maggiore banca
statunitense ha detto che altri investitori,
fra cui i governi di Singapore e Kuwait,
erano pronti a entrare nel capitale con 14,5
miliardi di dollari. Secondo uno studio di
Merrill Lynch, Citigroup dovrebbe aver
chiuso il primo trimestre con una perdita di
1,66 dollari per azione a fronte di
svalutazioni per 15 miliardi di dollari
dovute ai 'subprime'.
Citigroup - secondo l'analista Guy
Moszkowski - dovrebbe anche aver perso
ulteriori tre miliardi di dollari dopo la
cancellazione di prestiti per finanziare
acquisizioni e proprietà immobiliari.
Leggere anche CITIGROUP: PER CNBC POSSIBILE
TAGLIO 10% DIPENDENTI
E un'ulteriore tegola su Citigroup, oltre
che sulla rivale Wachovia, rischia di
arrivare sul fronte legale: ai due istituti
- scrive il Wall Street Journal - ha deciso
di fare causa presso la Corte di New York un
piccolo hedge fund della Florida, VCG
Special Opportunities, secondo cui i due
istituti avrebbero richiesto pagamenti
eccessivi per i contratti credit default
swap, con cui ci si assicura dal rischio di
credito.
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MERRILL
LYNCH
CHIUDE ATTIVITA' SUBPRIME E LICENZIA TUTTI
06
Marzo 2008 15:32 NEW YORK -
di REUTERS
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La
banca d'affari americana non erogherà più
mutui a rischio tramite la divisione First
Franklin Financial e per questo taglierà 650
posti di lavoro. Perdite: $10 miliardi nel
quarto trimestre.
Merrill Lynch non erogherà più mutui
subprime tramite la divisione First Franklin
Financial e per questo taglierà 650 posti di
lavoro. Ieri sera la banca d'affari ha
annunciato la chiusura dell'attività sui
prestiti subprime a causa del deterioramento
del mercato dei crediti immobiliari a
rischio. Merrill cercherà di vendere la
controllata di First Franklin, Home Loan
Services, che gestisce conti e riscossioni.
Merrill stima oneri per 60 milioni di
dollari legati all'operazione, di cui circa
la metà nel primo trimestre.
Merrill rilevò First Franklin e buona parte
del suo portafoglio da National City Corp
nel dicembre 2006 per 1,3 miliardi di
dollari. Le difficoltà della società
acquisita hanno contribuito alla perdita da
9,83 miliardi registrata da Merrill nel
quarto trimestre, la peggiore della sua
storia quasi centenaria, a causa di
svalutazioni da circa 16 miliardi di dollari
legati al settore mutui. Ieri sera la banca
d'affari ha annunciato la chiusura
dell'attività sui prestiti subprime a causa
del deterioramento del mercato dei crediti
immobiliari a rischio.
Merrill cercherà di vendere la controllata
di First Franklin, Home Loan Services, che
gestisce conti e riscossioni. Merrill stima
oneri per 60 milioni di dollari legati
all'operazione, di cui circa la metà nel
primo trimestre. Merrill rilevò First
Franklin e buona parte del suo portafoglio
da National City Corp nel dicembre 2006 per
1,3 miliardi di dollari. Le difficoltà della
società acquisita hanno contribuito alla
perdita da 9,83 miliardi registrata da
Merrill nel quarto trimestre, la peggiore
della sua storia quasi centenaria, a causa
di svalutazioni da circa 16 miliardi di
dollari legati al settore mutui.
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USA:
CROLLA L'OCCUPAZIONE, PERDITA DI 63 MILA
POSTI
07
Marzo 2008 14:30 NEW YORK -
di REUTERS
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Gli
Usa sono in piena recessione. Il dato di
febbraio delude le attese degli analisti: la
stima era di 25 mila nuovi posti di lavoro.
Rivisto al ribasso il dato di gennaio. La
Fed in manovra per garantire la crisi di
liquidita'.
A febbraio l'occupazione nel settore non
agricolo negli Stati Uniti e' diminuita di
63 mila unita’. Erano quasi cinque anni che
non si vedeva una contrazione così grave. Il
tasso di disoccupazione e’ pero’ sceso al
4.8% dal 4.9% precedente, le attese erano
per un rialzo del dato al 5%. Il salario
orario e’ cresciuto in linea con le attese,
+0.3%.
Lo ha reso noto il Dipartimento del Lavoro.
Il dato si e' rivelato nettamente peggiore
delle stime degli economisti. Il governo
americano ha precisato, inoltre, che solo
41.000 posti di lavoro sono stati creati a
dicembre, metà degli originari 82.000
annunciati. Le perdite di gennaio e febbraio
costituiscono i primi cali mensili
consecutivi da maggio e giugno 2003. Gli
analisti si aspettavano in media una
crescita di 25.000 posti. Rivisti al ribasso
i numeri di gennaio da -17 mila a -22 mila.
Per chi sia interessato al modo in cui viene
calcolato questo importante dato
macroeconomico: Come leggere i dati sul
mercato del lavoro USA.
parla di questo articolo nel Forum di WSI
Intanto la Federale Reserve ha portato a 50
miliardi di dollari (da 30) il montante
delle operazioni del 10 e 24 marzo, per
rispondere alle maggiori pressioni sulla
liquidità dei mercati finanziari.
L'organismo aggiunge che resta in stretto
contatto con le altre banche centrali sui
timori per la liquidità. Fra le altre misure
annunciate, la Fed aumenterà la taglia delle
sue aggiudicazioni se necessario e lancerà
una serie di operazioni di riacquisto il cui
controvalore dovrebbe attestarsi sui 100
miliardi di dollari.
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Dollaro
torna
verso minimi otto anni contro yen
10
Marzo 2008 08:20
TOKYO -
di REUTERS
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TOKYO (Reuters) - Il dollaro è scivolato
nelle battute asiatiche, tornando in
prossimità dei minimi record contro lo yen,
dopo che i dati sull'occupazione Usa,
sorprendentemente bassi, hanno appesantito i
mercati col timore di una recessione.
Venerdì scorso, il dato sull'occupazione Usa
ha mostrato il più marcato taglio di posti
di lavoro in quasi cinque anni, a -63.000.
Alle 7,40 circa l'euro vale 1,5369/71
dollari dopo il massimo storico della scorsa
settimana a 1,5465; e 156,67/71 yen. Il
dollaro/yen si attesta invece a 101,98/2,00,
al di sopra del minimo degli otto anni di
101,40.
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USA:
SCORTE DI MAGAZZINO ALL’INGROSSO +0.8%
10
Marzo 2008 15:00 NEW YORK -
di ANSA
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Il
dato di gennaio e’ superiore alle previsioni
del mercato. Le stime degli analisti erano
per una crescita dello 0.5%. A dicembre
l’indicatore era risultato in progresso
+1.1%.
Nel mese di gennaio le scorte di magazzino
all'ingrosso hanno registrato un aumento
dello 0.8%.
Il dato e’ stato comunicato dal Dipartimento
del Commercio Usa.
L’indicatore si e’ rivelato superiore alle
attese degli analisti, che avevano previsto
un rialzo dello 0.5%.
A dicembre l’indicatore era risultato in
progresso dell’1.1%.
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PETROLIO:
NUOVO MASSIMO A $108 AL BARILE
10
Marzo 2008 20:11 NEW YORK -
di ANSA
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Nuovo record storico per il prezzo del
petrolio che al New York Stock Exchange vola
a quota $108 al barile.
Il petrolio chiude a quota 107,92 dollari al
barile sul mercato di New York (+2,6%), dopo
aver superato quota 108 dollari,
raggiungendo pochi minuti prima della fine
delle contrattazioni i 108,17 dollari.
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Sabato
15
marzo 2008 |
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Martedì
18
marzo 2008 |
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Martedì
18
marzo 2008 |
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BORSA:
NY SCIVOLA, BEAR STEARNS AFFONDA SU TIMORI
LIQUIDITA'
11
Marzo 2008 00:07 NEW YORK -
di ANSA
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(ANSA) - NEW YORK, 11 MAR - Wall Street apre
la settimana con un'altra seduta all'insegna
delle perdite, indebolita dai timori di
recessione negli Usa e dalle perdite dei
titoli delle materie primi e dei finanziari
che scontano le voci sull'allarme liquidità
di Bear Stearns. Il Dow Jones chiude gli
scambi in territorio negativo e cede l'1,29%
(11.740,15 punti), il Nasdaq perde l'1,95%
(a quota 2.169,34), mentre lo Standard &
Poor's 500 si attesta a 1.273,37 punti
(-1,55%). Freeport-McMoRan Copper&Gold
trascina al ribasso i produttori di materie
prime: il numero due mondiale del rame cede
il 5,92% (a 93,97 dollari) perché il metallo
è in forte calo sui mercati internazionali.
La preoccupazione, infatti, è che le
difficoltà dell'economia statunitense Usa
facciano peggiorare la domanda, già
indebolita dal rallentamento della Cina.
Cedono terreno sui mercati delle materie
prime l'alluminio e lo zinco. Alcoa, pezzo
da novanta fra le blue chip del Dow Jones,
perde il 2,62% (a 35,64 dollari). Anche
Exxon, malgrado il record storico del
petrolio oltre i 108 dollari al barile, è
poco mossa (-0,04% a 82,46 dollari). Sul
fronte finanziario si registra una giornata
all'insegna del profondo rosso per i
maggiori istituti di credito Usa: Bear
Stearns, il secondo maggior sottoscrittore
di bond garantiti da mutui, affonda
dell'11,1% (a 62,3 dollari, dopo aver
toccato un minimo a -14%), segnando il
peggior calo dal crollo di Wall Street del
1987. La più piccola tra le principali
banche d'affari di Wall Street finisce al
centro delle voci secondo cui sarebbe a
rischio liquidità. Alan 'Ace' Greenberg, a
capo del comitato esecutivo dell'istituto,
bolla come "del tutto ridicoli" i rumor ma
non risolleva i corsi dei titoli. Morgan
Stanley (-3,91% a 38,30 dollari) ha seminato
nuovi timori sul settore tagliando di 8,8
miliardi di dollari totali le sue previsioni
sugli utili delle maggiori banche americane.
Non si arresta, in particolare, il declino
delle azioni di Citigroup (-5,83% a 19,69
dollari), Morgan Stanley ha tagliato le
previsioni sull'utile a 2,09 dollari per
azione dai precedenti 2,60, alla luce di un
grave peggioramento delle condizioni del
credito di quest'anno. La stessa Citigroup,
dal canto suo, ha detto di aspettarsi 9
miliardi di ulteriori svalutazioni da parte
delle banche statunitensi nel primo
trimestre 2008, principalmente a causa di
nuove perdite sui prestiti concessi per
finanziare acquisizioni e sui mutui
ipotecari. Il fondo Blackstone riprende
quota e da -4% chiude in rialzo del 2,88% (a
15 dollari): il colosso del private equity
annuncia una trimestrale peggiore delle
attese, dovuta alle difficili condizioni del
mercato e alla svalutazione della
partecipazione nella società di
assicurazioni di bond FGIC. McDonald's è
un'altra delle poche note positive della
seduta (+2,93% a 53,80 dollari) sul buon
andamento delle vendite. (ANSA).
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CAMBI:
ALLARME DALLA PRESIDENZA UE
11
Marzo 2008 16:12 NEW YORK -
di ANSA
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Il
forte apprezzamento della moneta unica "e'
un problema che potrebbe pesare sulla
crescita economica di Eurolandia". Lo
afferma il presidente di turno dell'Ecofin,
lo sloveno Andrej Bajuk.
Di fronte all'ennesimo record dell'euro -
che ha sfiorato quota 1,55 sul dollaro - la
presidenza dell'Ue lancia l'allarme.
Il forte apprezzamento dell'euro - ha detto
il presidente di turno dell'Ecofin, lo
sloveno Andrej Bajuk - 'e' un problema' che
potrebbe pesare sulla crescita economica di
Eurolandia.
'L'apprezzamento continuo dell'euro non e'
un fatto positivo per la crescita economica,
e noi pensiamo che i tassi di cambio
dovrebbero sempre riflettere la realta'
economica'
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USA:
BILANCIA COMMERCIALE MIGLIORE DELLE ATTESE
11
Marzo 2008 13:30 NEW YORK -
di ANSA
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Nel
mese di gennaio il deficit commerciale negli
Stati Uniti e' cresciuto dello 0.6% a $58.2
miliardi. Il consensus era per un valore di
$59 mld.
Nel mese di gennaio il deficit della
bilancia commerciale USA e' cresciuto dello
0.6% rispetto al mese precedente a quota di
$58.2 miliardi.
Il dato e’ stato comunicato dal Dipartimento
del Commercio Usa.
Lo sbilancio si e’ rivelato inferiore alle
stime degli analisti che erano per un valore
di $59 miliardi.
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PETROLIO:
LUNEDI' RIUNIONE SU FIAMMATA PREZZI
12
Marzo 2008 16:33 NEW YORK -
di ANSA
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Il greggio si riporta a ridosso dei $110 al
barile. Incontro d'esperti organizzato
dall'Agenzia Internazionale dell'Energia.
L'Agenzia internazionale dell'energia terrà
una riunione di esperti del settore
petrolifero lunedì prossimo a Parigi sulla
fiammata dei prezzi del greggio che da una
decina di giorni vanno di record in record.
Alla riunione informale parteciperanno
rappresentanti di tutta la filiera
petrolifera, compresi quelli dei mercati
finanziari di quotazione del petrolio.
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MUTUI:
HEDGE FUND BLOCCA RIMBORSI CLIENTELA
12
Marzo 2008 19:10 NEW YORK
-
di ANSA
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Si
tratta di un fondo olandese, GO Capital
Asset Management, che a causa delle attuali
turbolenze sui mercati non riesce a vendere
gli asset ad un prezzo ragionevole.Un hedge
fund olandese, GO Capital Asset Management,
ha temporaneamente bloccato i rimborsi da
parte della clientela come conseguenza della
grave situazione sui mercati finanziari che
in pratica impedisce di prezzare gli asset.
Si tratta del settimo fondo speculativo ad
aver fatto una mossa del genere negli ultimi
tempi; il fondo olandese ha asset per circa
570 milioni di euro e scommette sui rialzi o
sui ribassi dei prezzi. In una lettera
datata ieri 11 marzo il fondatore di GO
Capital Asset Management, Frans van Schaik,
ha spiegato fra l' altro che le attuali
turbolenze sui mercati non permettono alla
società di vendere gli asset ad un prezzo
ragionevole.
Almeno sei hedge fund con asset complessivi
pari a circa 5,4 miliardi di dollari sono
stati costretti ad effettuare vendite
forzate a partire dalla metà dello scorso
mese di febbraio, come conseguenza del
tracollo legato al credito subprime. L'
attività di GO - come spiega Bloomberg - è
focalizzata sulle società quotate sui
mercati borsistici europei. Dalla fine di
febbraio il valore del fondo è sceso del
7,7% dopo essersi posto come obbiettivo una
crescita annua del 15%.(ANSA).
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BEAR STEARNS:
CROLLO A WALL STREET, CHIUDE A -47,3%
14
Marzo 2008 21:35 NEW YORK -
di ANSA
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(ANSA) - NEW YORK, 14 MAR - Bear Stearns
dimezza pressoché il proprio valore a Wall
Street perdendo, in scia al salvataggio
deciso da Jp Morgan e Federal Reserve di New
York, il 47,37%, a 30 dollari. Il titolo,
che ha registrato un minimo a 26,85 dollari
(-52,89%), si è portato ai minimi del 1998.
(ANSA).
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Mercoledì
19
marzo 2008 |
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Venerdì
21
marzo 2008 |
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Martedì
25
marzo 2008 |
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J.
P. MORGAN CHASE
RILEVA BEAR STEARNS
17
Marzo 2008 01:39 NEW YORK -
di ANSA
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J.P. Morgan Chase ha salvato dal crack la
banca d'affari Bear Stearns, fino alla
settimana scorsa quinta degli Stati Uniti,
rilevandola per un valore complessivo di
$236,2 milioni, equivalente a $2 per azione,
cioe' 10 volte meno rispetto a venerdi'
scorso. Si tratta di un prezzo stracciato
considerando che le azioni di Bearn Stearns
alla chiusura di Wall Street venerdì
quotavano $30, un prezzo che rappresentava
gia' -75% rispetto all'inizio dell'anno. Nel
maggio 2007 il titolo (BSC) valeva $157. Una
perdita di valore di molti miliardi di
dollari in pochissimo tempo. Se Bear Stearns
vale $2, gli operatori si chiedono quanto
valgano le altre banche. A New York la
tragica battuta e': $240 milioni di dollari,
la somma pagata da J.P. Morgan Chase per
rilevare BSC, non e' nemmeno il valore del
palazzo Bear Sterns inaugurato 2 anni fa
sulla Fifth Avenue a Manhattan.
Inoltre in parallelo con questo accordo la
Federal Reserve ha concordato di sostenere
con fondi fino ad un massimo di 30 miliardi
di dollari i beni della Bearn Stears con
maggiori problemi di liquidità.
Jp Morgan "sta dietro Bear Stearns", dice il
numero uno James Dimon, che ha chiuso
l'operazione valutando in appena due dollari
unitari (pari a 0,05472 azioni Jp Morgan) i
titoli della più piccola delle principali
banche d'affari di Wall Street, contro i 30
dollari segnati alla chiusura di venerdì e
la capitalizzazione totale di 4 miliardi di
dollari.
La ragione è presto spiegata: nel corso
della conference call il direttore
finanziario, Michael Cavanagh, ipotizza
costi per 6 miliardi di dollari, al lordo
delle tasse, nell'ambito dell'acquisizione
che é basata esclusivamente su uno scambio
azionario. "Clienti e controparti di Bear
Stearns - rileva Dimon nella nota congiunta
sull'operazione - devono sentirsi
rassicurati dal fatto che Jp Morgan ne
garantisce i relativi rischi. Accogliamo con
favore clienti, dipendenti e controparti
presso la nostra banca e siamo lieti di
essere loro partner".
Dimon è stato allertato delle difficoltà di
Bear Stearns soltanto giovedì sera mentre
festeggiava il suo 52/o compleanno e
venerdì, d'intesa con la Fed di New York, ha
annunciato il soccorso con una linea di
credito a 28 giorni per fronteggiare la
carenza di liquidità. Nel fine settimana,
l'accelerazione delle trattative a seguito
del peggioramento dello scenario con la
decisione di varare uno dei grossi
salvataggi della storia finanziaria Usa, con
la creazione di un cordone di protezione
grazie all'ausilio della Fed. Per
scongiurare il fallimento che avrebbe potuto
affondare il sistema finanziario globale, la
banca centrale Usa ha concordato in
parallelo di sostenere con fondi per 30
miliardi di dollari massimi la copertura
degli asset di Bear Stearns con maggiori
problemi di liquidità.
La Fed non si è fermata qui e ha annunciato
provvedimenti d'urgenza per rafforzare la
liquidità sui mercati e promuovere il loro
ordinato funzionamento, condizioni
essenziali per la crescita economica. Prima
il Board ha votato all'unanimità di
autorizzare la Fed di New York a creare
linee di credito, pronte già oggi, per
migliorare la capacità dei principali
operatori di erogare risorse al settore
delle cartolarizzazioni. Poi, la Fed ha
spiegato di aver approvato la richiesta
della Fed di New York di tagliare il tasso
di sconto dal 3,5%, al 3,25%, con effetto
immediato, aumentando la durata massima dei
prestiti da 30 a 90 giorni.
I mercati se da un lato credono che il Fomc,
il Federal Open Market Committee (il Board
di politica monetaria) possa ora approvare
nella riunione di domani un maxi-taglio dei
Fed Funds di 1 percentuale (dal 3 al 2%);
dall'altro, temono che la caduta di Bear
Bearns, con la perdita dell'indipendenza a
85 anni dalla sua fondazione, possa essere
la prima di una lunga serie. Le
preoccupazioni sono in aumento: il numero
uno di Lehman Brothers, Richard Fuld, ha
deciso ad esempio di tornare anzitempo negli
Usa, accorciando un viaggio in India.
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Bear
Stearns:
Conto salato per James Cayne
17
Marzo 2008 16,48 NEW YORK -
di
BlueTG.it
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La
vendita lampo di Bear Stearns a JP Morgan,
chiusa a un prezzo di saldo di due dollari
per azione, rappresenta un vero salasso per
i dipendenti della banca d'affari. Secondo
gli attuali prezzi di Borsa, infatti, le
perdite tra i dipendenti (calcolate sul
prezzo di offerta di Jp Morgan relativamente
a bonus, stock options e partecipazioni
dirette) vede gli asset detenuti dai
dipendenti segnare un saldo negativo di 5,2
miliardi di dollari.
Ma il vero sconfitto di tutta questa lunga
vicenda è il Presidente-padrone della Banca,
Jimmy Cayne, primo azionista singolo dell'isitituto.
Cayne, che da gennaio non è più al timone
della Banca ma ha tenuto la poltrona da
Presidente del Board, è stato ampiamente
criticato dalla stampa americana per avere
condotto la crisi di BS più dal 'green' del
suo Campo di Golf che dall'ufficio al 383 di
Madison Avenue.
Cayne, infatti, dallo scoppio della crisi
(identificabile con febbraio 2007, mese in
cui venne alla luce il buco da 1,6 miliari
di dollari dei due fondi hedge leveraggiati
ndr) avrebbe passato la maggior parte del
tempo a giocare a golf, fumare sigari e
partecipare a tornei di bridge (sua grande
passione). Solo dopo mesi di pressioni, il 9
gennaio scorso, l'ex Ceo ha deciso di
rimettere il mandato ad Alan D. Schwartz.
Oggi il 74enne manager potrà passare molto
più tempo sui campi da Golf, cercando di
'leccarsi' le ferite di una crisi che gli è
costata quasi un miliardo di dollari. Tanto
infatti valeva la quota di Cayne il primo
gennaio 2007, cifra scesa a 486:210.000
dollari il primo gennaio 2008 fino agli
attuali 23 milioni di di oggi (cifre
calcolate moltiplicano i 5.612:922 milioni
di titoli in mano a Cayne con i diversi
valori di Borsa del titolo Bear Stearns).
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BORSA:
E'PANICO,EUROPA BRUCIA 304MLD E SPROFONDA
CON UBS/ANSA
17
Marzo 2008 20:10 NEW YORK -
di ANSA
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TAGLIO FED NON BASTA, CALO 3-4% INDICI
VECCHIO CONTINENTE
(ANSA) - MILANO, 17 MAR - In Europa uno
scossone che porta i titoli ai minimi dal
2005, e anche in Asia i mercati non potevano
reagire peggio al taglio del tasso di sconto
di 25 punti base, ora al 3,25%, annunciato
dalla Federal Reserve Usa con una mossa a
sorpresa a tarda notte che non sembra
servitas. A New York la seduta è impostata
al ribasso anche se il Dow Jones lima in
parte le perdite grazie ai guadagni
superiori al 10% di JPMorgan, pronta a
mettere le mani su Bear Stearns a un prezzo
stracciato che equivale al 90% in meno della
quotazione di Borsa della scorsa settimana.
E' poi un'altra seduta di passione per le
banche, da una parte all'altra
dell'emisfero, con Mitsubishi Ufj Financial
scivolata a Tokyo a livelli che non vedeva
da febbraio 2004 mentre Ubs (-14% a 24,5
franchi) a Zurigo scende ai minimi da nove
anni nonostante i mercati scommettano su un
maxi-taglio da un punto percentuale del
tasso sui Fed Fund alla riunione della Fed
di domani. In Giappone il Nikkei 225 e in
Europa il Dow Jones Stoxx 600 sono
schiacciati ai livelli del 2005. "Questo
mostra l'ampiezza della crisi - commenta un
gestore da Parigi - E' come il gioco del
domino, sembra non avere fine". E forse
anche Abby Joseph Cohen, la mitica analista
nota per le sue previsioni rialziste
sull'andamento della Borsa, non prevedeva
una crisi di queste proporzioni, quando ha
lasciato il posto di responsabile Goldman
Sachs per le stime legate all'andamento
dell'indice S&P 500 a David Kostin.
Quest'ultimo ha messo in conto invece che
l'indice S&P 500 potrebbe scendere del 10% a
1.160 punti prima di risalire la china a
1.380 punti a fine anno. Abby Cohen nella
sua ultima previsione aveva invece scommesso
sull'indice a quota 1.675,0 punti a fine
2008, il che significa un rialzo del 32%
dagli attuali valori. Nel Vecchio Continente
sono andati in fumo circa 304 miliardi di
euro (la capitalizzazione del DJ Stoxx 600 è
scesa a 7.090 miliardi di euro). Da inizio
anno l'indice paneuropeo ha perso il 20,4%
e, in termini di capitalizzazione, significa
che i listini europei hanno bruciato 1.817
miliardi di euro. E' il tonfo più
consistente dal 21 gennaio, il lunedì nero
in cui la sola Europa aveva bruciato 437
miliardi di euro, e della crisi del mercato
dei capitali si intravedeva solo la punta
dell'iceberg. Su tutti e 18 i mercati
nazionali gli indici hanno chiuso in calo
con perdite tra il 3 e il 4 per cento. Gli
investitori sono settati sul 'panic mode',
ironizzano nelle sale operative, mentre
nell'epicentro della bufera si trovano i
titoli finanziari. Deutsche Bank ha perso il
6%, Bnp il 4,7 per cento. Maglia nera per
Siemens (-17%) che ha tagliato di 900
milioni di euro le stime per il trimestre in
corso. Una traccia anche per le altre
società quotate sul DJ SToxx 600 che,
secondo i timori degli analisti, vedranno i
loro utili nel corso dell'anno "crescere
solo del 3,5% contro le stime a fine 2007
che indicavano una crescita dell'11 per
cento". Nella notte, per scongiurare il
fallimento che avrebbe potuto affondare il
sistema finanziario globale, la banca
centrale Usa ha concordato di sostenere con
fondi per 30 miliardi di dollari massimi la
copertura degli asset di Bear Stearns con
maggiori problemi di liquidità, ed ha
annunciato provvedimenti d'urgenza per
rafforzare la liquidità sui mercati e
promuovere il loro ordinato funzionamento,
condizioni essenziali per la crescita
economica. "L'attuale crisi finanziaria
negli Stati Uniti verrà probabilmente
giudicata come la più grave dalla fine della
seconda guerra mondiale". Lo afferma l'ex
presidente della Fed Alan Greenspan, in un
editoriale pubblicato oggi dal Financial
Times. La crisi, aggiunge, "finirà quando i
prezzi delle case si stabilizzeranno e con
essi anche i prezzi dei prodotti finanziari
collegati ai prestiti ipotecari". Di
seguito, gli indici dei titoli guida delle
principali Borse europee. - Londra -3,86% -
Parigi -3,51% - Francoforte -4,10% - Madrid
-2,81% - Milano -3,39% - Amsterdam -3,79% -
Stoccolma -4,07% - Zurigo -5,02% - Dow Jones
-0,56% (in corso) - Nasdaq -2,10% (in
corso). (ANSA).
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MUTUI:
BUSH; FASE DIFFICILE MA BENE FED, TIMORI
LEHMAN /ANSA
17
Marzo 2008 21:39 NEW YORK
-
di ANSA
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DOMANI ALTRO TAGLIO TASSI BERNANKE DOPO
SALVATAGGIO BEAR STEARNS
(di Antonio Fatiguso) (ANSA) - NEW YORK, 17
MAR - Il presidente George W. Bush prova a
rassicurare i mercati e rinnova la fiducia
alla Federal Reserve, all'indomani
dell'annuncio dell'acquisto di Bear Stearns
da parte di Jp Morgan e del taglio d'urgenza
della banca centrale Usa del tasso di sconto
di 25 punti base, al 3,25%. Lehman Brothers,
per altro verso, vacilla pericolosamente
fino a dimezzare il proprio valore di Borsa.
"Stiamo seguendo la situazione da vicino" e
la "situazione é sotto controllo", dice
Bush, che al termine della riunione con i
suoi consiglieri economici più stretti,
ammette che si tratta di "un momento
particolarmente difficile". La Fed ha
reagito "bene e molto in fretta - aggiunge -
e le nostre istituzioni finanziarie sono
forti". Wall Street, da parte sua, reagisce
in modo pesante in avvio (-2%) sull'onda
dello scivolone del settore finanziario che
si porta ai minimi degli ultimi cinque anni,
con Bear Stearns che cade del 90%, intorno
ai 3 dollari, uno in più dei 2 per azione
alla base del salvataggio di Jp Morgan che,
al contrario tocca un massimo a +12,4%. Il
mercato dei capitali reagisce "in maniera
efficiente", rileva ancora Bush, quasi
anticipando il recupero dei listini che
riducono passo dopo passo le perdite fino a
spingere il Dow Jones in territorio
positivo. Anche in scia al finanziamento
straordinario da 30 miliardi di dollari
approvato dalla Fed ed erogato a Bear
Stearns, attraverso Jp Morgan, a copertura
degli asset meno liquidi e del completamento
dell'acquisizione. L'incertezza sui mercati,
tuttavia, sconta ancora i timori sulla
tenuta o meno del credito nonostante le
attese sul taglio da un punto percentuale
(dal 3 al 2%) dei tassi di riferimento, i
Fed Funds, nel corso della riunione di
domani del Fomc, il board monetario della
Fed in programma domani. A dominare,
infatti, è la paura che la banca centrale
usa e gli sforzi del suo presidente Ben
Bernanke, possano mancare l'obiettivo di
prevenire un ulteriore peggioramento delle
perdite nel settore creditizio. Anzi, dopo
il caso Bear Stearns ci si aspetta di vedere
solo quali saranno le prossime banche a
essere vendute a prezzi di saldo. In
settimana, ci saranno le trimestrali dei
colossi di Wall Street, come Goldman Sachs,
Morgan Stanley e Lehman Brothers e le
previsioni sono di cattive notizie su
ulteriori svalutazioni. Proprio Lehman è la
più bersagliata a Wall Street, dopo che il
numero uno Richard Fuld, ha deciso anche di
rientrare domenica negli Usa, accorciando un
viaggio in India. Per il top banker si
tratta di una fase drammatica, simile a
quella vissuta a luglio del 1998 quando
l'istituto era sull'orlo dell'insolvenza.
"Tenni la testa giù e lavorai ancora più
duramente e alla fine si rivelò tutto un
grande errore", ama ancora raccontare Fuld
in merito alla vicenda ricordando che
durante tutto il periodo rifiutò di fare
qualsiasi commento e di fare alcunché nella
"piena consapevolezza" della solidità
dell'istituto. L'economia tuttavia rallenta,
come dimostra la frenata della produzione
industriale di febbraio, e a dare voce alle
paure del mercato è ancora una volta l'ex
presidente della Fed, Alan Greenspan, che ha
definito "l'attuale crisi finanziaria negli
Stati Uniti" come la "più grave dalla fine
della seconda guerra mondiale". Greenspan in
un editoriale sul Financial Times spiega che
la la situazione si risolverà solo "quando i
prezzi delle case si stabilizzeranno e con
essi anche i prezzi dei prodotti finanziari
collegati ai prestiti ipotecari". Segnali
che allo stato mancano a fronte dello
spettro recessione sempre più vicino (se non
già in atto, secondo diversi economisti) per
l'economia Usa. (ANSA).
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Fed:
economia in rallentamento
Martedì 18 Marzo 2008, 19:49 -
di ANSA
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(ANSA) - ROMA, 18 MAR - Annunciando il
taglio di 0,75 punti base del costo del
denaro la Fed sottolinea che ci sono segnali
di ulteriore rallentamento dell'economia. La
manovra della Federal Reserve e' meno
aggressiva del previsto: negli ultimi giorni
gli operatori davano infatti al 94% la
probabilita' di un taglio da un punto
percentuale.
Indici di Wall Street in netto
rallentamento: il Dow Jones guadagna
l'1,58%, lo Standard & Poor's il 2% e il
Nasdaq il 2,48%. L'euro scende a 1,5733
dollari.
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Mutui:
Usa, Bush non esclude nuove azioni se
necessario
18
Marzo 2008 22:14 NEW YORK -
di ANSA
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In
modo da non rovinare a lungo termine
economia Usa
(ANSA) -NEW YORK, 18mar - Il presidente Bush
non ha escluso nuove azioni,se necessario,
per rilanciare l'economia,proprio mentre la
Fed decideva di tagliare i tassi. Bush ha
parlato di nuovi stimoli per l'economia,
oltre a quelli gia' approvati per 168 mld
dollari. Pur confermando il credo liberista
della sua amministrazione, Bush ha indicato
che 'se ci sara' il bisogno di ricorrere a
nuove azioni, lo faremo, ma in maniera da
non rovinare a lungo termine la salute della
nostra economia'.
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MORGAN
STANLEY
VOLA IN BORSA DOPO TRIMESTRALE
19
Marzo 2008 16:05 NEW YORK -
di ANSA
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New York dopo la trimestrale migliore delle
previsioni. Dopo un’ora e mezza circa
dall’inizio delle contrattazioni il titolo
segna un progresso del 6% circa.
La Banca d'affari ha preso in prestito
liquidità dalla Federal Reserve utilizzando
la finestra del tasso di sconto. Lo ha detto
il direttore finanziario Colm Kelleher,
spiegando che il ricorso al finanziamento è
avvenuto "per normali operazioni" e che la
banca vuole "togliere lo stigma" comunemente
associato alle banche che fanno ricorso alla
finestra.
La liquidità della capogruppo - ha precisato
Kelleher - è salita a 71 miliardi di euro da
62 miliardi, e a livello di gruppo, a fine
trimestre, era pari a 124 miliardi di
dollari.
Nel frattempo anche Goldman Sachs ha
confermato di aver fatto ricorso ai prestiti
al tasso del 3,25%, definendo la finestra
della Fed "una buona alternativa".
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VISA:
+35% BOOM IN BORSA ALL' ESORDIO
19
Marzo 2008 15:21 NEW YORK -
di ANSA
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A
Wall Street il titolo è salito di oltre $15,
rispetto ai $44 del prezzo offerto agli
investitori che hanno aderito al
collocamento. E' l'Ipo record della storia
finanziaria Usa.
Visa vola in Borsa a New York nel giorno
dell' esordio al listino dopo il
collocamento: il titolo sale infatti del 35%
a 59,6 dollari. L' IPO (Initial Public
Offering) di Visa ha fruttato 17,9 miliardi,
in quello che ha rappresentato il
collocamento azionario di maggiori
dimensioni negli Stati Uniti, superando
largamente i 10,6 miliardi raccolti da AT&T
Wireless nel 2000. In Borsa il titolo è
salito di oltre 15 dollari, rispetto ai 44
dollari del prezzo offerto agli investitori
che hanno aderito al collocamento. La
maggiore IPO a livello mondiale è quella di
Industrial & Commercial Bank of China, che
raccolse nel 2006 22,0 miliardi di dollari.
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MUTUI:
WALL STREET TAGLIA 34 MILA POSTI
24
Marzo 2008 18:39 NEW YORK -
di ANSA
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Le società di Wall Street, colpite da
perdite e svalutazioni legate alla crisi del
settore ipotecario, hanno tagliato oltre
34.000 posti di lavoro negli ultimi nove
mesi. E' il ridimensionamento più marcato
dai tempi dello scoppio della bolla
Internet.
Le società di Wall Street, colpite da
perdite e svalutazioni legate alla crisi del
settore ipotecario, hanno tagliato oltre
34.000 posti di lavoro negli ultimi nove
mesi. E' il ridimensionamento più marcato
dai tempi dello scoppio della bolla internet
nel 2001, in base ai dati compilati
dall'agenzia Bloomberg.
Allora, furono eliminati 39.800 posti per
poi arrivare a 90.000 esuberi nell'arco dei
due anni successivi, secondo le cifre della
Securities Industry and Financial Markets
Association. Ora, colossi finanziari come
Citigroup, Lehman Brothers e Morgan Stanley
sono fra le banche che hanno annunciato
riduzioni di organico (rispettivamente i
tagli sono di 6.200 unità, 4.990 e 2.940).
Il crollo del mercato dei mutui ipotecari ad
alto rischio negli Usa e la conseguente
crisi del credito hanno determinato perdite
e svalutazioni per almeno 200 miliardi di
dollari fra i maggiori istituti finanziari
del mondo.
Così, il caso Bear Stearns, fino a poco
tempo fa quinta maggiore casa di brokeraggio
Usa, è diventato l'emblema del panico che ha
attanagliato Wall Street appena due
settimane fa, quando la società è stata
costretta a 'subire' una acquisizione di
emergenza caldeggiata dalla Federal Reserve
- che ha messo in campo un finanziamento di
30 miliardi di dollari - in seguito alla
fuga di creditori e clienti. Secondo gli
analisti, le banche dovranno registrare
ulteriori perdite: "Questa crisi è
decisamente peggiore rispetto a quella del
2001 non sappiamo quanto durerà", spiega
all'agenzia Bloomberg Jo Bennett di Battalia
Winston Internazional a New York, che vede
il rischio di oltre 100.000 esuberi nel giro
di pochi anni. Banche a case di brokeraggio
avevano iniziato a ridimensionare gli
organici negli uffici specializzati in
prestiti immobiliari già a luglio scorso,
quando la crescita delle insolvenze nel
segmento del credito subprime ha innescato
un deterioramento dei prezzi dei titoli
collegati a questa tipologia di mutui a
rischio.
Fra luglio e dicembre - sempre secondo i
calcoli dell'agenzia Bloomberg - sono stati
eliminati quasi 17.000 posti di lavoro. Ecco
di seguito una tabella con i tagli
occupazionali annunciati dalle maggiori
banche e società di brokeraggio dall'inizio
del tracollo dei mutui subprime nello scorso
mese di luglio.
Banche ed Esuberi Citigroup 6.200 Lehman
Brothers 4.990 Bank of America 3.650 Morgan
Stanley 2.940 Washington Mutual 2.600
Merrill Lynch 2.220 HSBC 1.650 Bear Stearns
1.550 WestLB 1.530 UBS 1.500 Goldman Sachs
1.500 National City 900 Credit Suisse 820
Royal Bank of Canada 500 Fortis 500 Wells
Fargo 500 Wachovia 443 Deutsche Bank 370
JPMorgan Chase 100 TOTALE 34.463
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Giovedì
27
marzo 2008 |
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Sabato
29
marzo 2008 |
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Domenica
30
marzo 2008 |
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