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Sessione |
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Dow J. |
S&P 500 |
Nasdaq C. |
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Lun. 03 Dic.
2007 |
WS: SI CHIUDE IL
RALLY, NON BASTA PAULSON |
-0,43% |
-0,59% |
-0,9% |
Mar. 04 Dic. 2007
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WS: SPINTA AL
RIBASSO DAI FINANZIARI |
-0,49% |
-0,65% |
-0,66% |
Mer. 05 Dic. 2007
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WS: SOLIDO RIALZO,
ECONOMIA FORTE |
1,48% |
1,52% |
1,78% |
Gio. 06 Dic. 2007
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WS: IN RALLY,
ESALTA IL PIANO SUBPRIME |
1,30% |
1,5% |
1,6% |
Lun. 10 Dic.
2007 |
WS: AVANZA, OCCHI
PUNTATI SULLA FED |
0,74% |
0,75% |
0,47% |
Mar. 11 Dic. 2007
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WS: ONDATA DI
SELL, DELUDE LA FED |
-2,14% |
-2,53% |
-2,45% |
Mer. 12 Dic. 2007
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WS: FORTI SBALZI E
VOLATILITA' ALLE STELLE |
0,31% |
0,61% |
0,71% |
Ven. 14 Dic. 2007
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WS: IN ROSSO,
PEGGIORA SUL FINALE |
-1,33% |
-1,37% |
-1,23% |
Lun. 17 Dic. 2007
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WS: FORTI SELL,
INDICI AI MINIMI DI DUE SETTIMANE |
-1,29% |
-1,5% |
-2,32% |
Ven. 21 Dic. 2007 |
WS: si regala un
rally prima del week-end. |
1,55% |
1,67% |
1,94% |
Gio. 27 Dic. 2007 |
WS: CLOSE TUTTO IN
DISCESA SU ATTENTATO BHUTTO E RIALZO
PETROLIO |
-1,42% |
-1,43% |
-1,75% |
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In questa rassegna, sono inseriti in
ordine cronologico, i commenti di chiusura di tutte le sedute
della borsa di Wall Street, aventi rilevanza
tecnico/strategica |
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Sabato
01
dicembre
2007 |
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Sabato
01
dicembre
2007 |
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Domenica
02
dicembre 2007 |
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Mutui: MOZILO (COUNTRYWIDE), CRISI
IMMOBILIARE ANDRA' AVANTI
03
Dicembre 2007 23:14 NEW YORK - di
ANSA
(ANSA) -
NEW YORK, 3 DIC - La crisi del mercato immobiliare andrà
ancora avanti a causa della mancanza di liquidità nel settore
dei mutui e del calo dei prezzi delle case. E' quanto afferma
Angelo Mozilo, numero uno di Countrywide Financial, il primo
operatore di prestiti ipotecari degli Usa, aggiungendo di
apprezzare e condividere gli sforzi del segretario al Tesoro
Henry Paulson a sostegno dei mutuatari che rischiano di
perdere le abitazioni a causa della crisi dei subprime.
Mozilo, intervenuto a un convegno sul settore immobiliare al
quale ha preso parte anche Paulson, spiega che Fannie Mae e
Freddie Mac, le due agenzie semigovernative che erogano
prestiti a tassi agevolati, potrebbero avere un ruolo più
attivo nella soluzione della crisi fornendo più liquidità al
mercato dei mutui. "Anche per questa via - rileva - si potrà
battere la totale perdita di fiducia nel mercato dei mutui,
mettendo fine a un ciclo terribile che rimanda alla Grande
Depressione".(ANSA).
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Mutui:
Paulson, Spero Piano Aiuti
Pronto In Pochi Giorni
Lunedì 3
Dicembre 2007, 22:41, di
ANSA
(ANSA) -
NEW YORK, 3 DIC - Il segretario al Tesoro Usa, Henry Paulson,
spera che nel giro di pochi giorni possa essere pronto il
piano di aiuti ai titolari di mutui in difficoltà con il
pagamento delle rate a causa della crisi dei comparto
subprime. "Sono ottimista, annunceremo già qualcosa prima
della fine della settimana", riferisce lo stesso Paulson in
un'intervista a Bloomberg Television.
(ANSA). |
FEDERAL RESERVE: TAGLIARE DI MEZZO
PUNTO
03
Dicembre 2007 16:59 NEW YORK, di
ANSA
'La Fed
dovrebbe ridurre i tassi dello 0.50'. Lo ha detto il premio
Nobel Robert Mundell a margine dei 'Nobels Colloquia' a
Trieste. Mundell ha sottolineato che 'se la Fed tagliera'
i tassi di mezzo punto sarebbe un errore per la Bce non fare
la stessa cosa. Altrimenti - ha aggiunto - vi sarebbe un
forte rialzo del valore dell'euro rispetto al dollaro con
tutte le conseguenze negative per le economie
europee'.
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Mutui: Dalla Florida al Montana, gli
Stati americani si svegliano immersi nei SIV
Lunedì 3
Dicembre 2007, , di John Christian
Falkenberg - Macromonitor
Negli USA è pratica
normale costituire fondi, simili ai fondi comuni, per fornire
un servizio di tesoreria, ossia parcheggiare la liquidità
degli enti locali e delle varie autorità autonome che
gestiscono servizi pubblici: contee, distretti scolastici,
agenzie statali e lo stato stesso (inteso come ente
territoriale); ne esistono un centinaio, gestiti a livello
statale o di contea. Di norma, tali fondi investono in titoli
di Stato ed attività a breve scadenza, in modo da essere
sempre pronti a versare le somme necessarie al normale
funzionamento degli enti che vi investono, normalmente al
momento di riscuotere le imposte, riscattando poi gradualmente
le quote del fondo mano a mano che si rendono necessari
pagamenti in contanti: per gli stipendi mensili degli
insegnanti, ad esempio, o per lavori di
manutenzione. Giovedì scorso, lo Stato della Florida ha
dovuto sospendere invece il libero prelievo dal proprio fondo
a breve termine: le amministrazioni locali avevano riscattato
in poche settimane 10 dei 28 miliardi gestiti fondo.
L’autorità di gestione del fondo ha dovuto ammettere di aver
vlautato ogni possibile opzione, inclusa una liquidazione
volontaria. Venerdì è stato il turno del Montana: colpiti
dalle notizie sulla Florida, gli enti locali hanno provato a
riscattare in un solo giorno circa il 10% del fondo, mentre i
gestori di altri fondi a livello statale si sono affrettati a
rendere pubblici i propri investimenti, per dimostrare
l’assenza di strumenti opachi e poco chiari. La morale? Per
un socialista, sarebbe semplice affermare che sarebbe
necessario regolamentare , punire, nazionalizzare in un
meravilgioso conto di Tesoreria nazionale - dimenticandosi
come i funzioniari nazionali non siano di solito molto
migliori di quelli locali: l’Ufficio Italiano Cambi, guardiano
delle italiche transazioni in divisa, era un investitore in
LTCM. Per un liberale dotato del bene della ragione, è
sufficiente notare come i problemi di un solo fondo stiano già
portando all’introduzione di correttivi spontanei persino in
un “mercato” tutto di enti pubblici e statali: magigor
etrasparena e drastiche correzioni nei portafogli
d’investimento, correzioni che ridurranno drasticamente i
problemi nel futuro.
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Wall
Street: SI CHIUDE IL RALLY, NON BASTA
PAULSON
03 Dicembre 2007 22:05 -
di WSI ______________________________________________
Listini in rosso
nonostante le parole rassicuranti del Segretario del Tesoro
Usa sulla crisi dei mutui. Comparto manifatturiero in calo,
preoccupa l'outlook economico. Dopo aver trattato sulla
linea di parita’ quasi per l’intera seduta i listini americani
si sono spinti in territorio negativo nell’ultima ore di
scambi chiudendo la seduta in rosso. Il Dow Jones ha perso lo
0.43% a 13314, l’S&P500 lo 0.59% a 1472, il Nasdaq e’
arretrato dello 0.90% a 2637. Non sono bastate le
dichiarazioni del Segretario del Tesoro Usa Paulson sulla
crisi del comparto immobiliare per permettere ai listini di
estendere il recente rally. Restano infatti alcune
preoccupazioni sull’outlook economico e sulle societa’ del
comparto finanziario. Paulson ha confermato l’impegno del
governo su un piano di rifinanziamento dei prestiti
immobiliari a tasso variabile che hanno messo in ginocchio
moltissime famiglie americane ed innescato la crisi del
credito. Tuttavia, le prospettive sull’andamento dell’economia
restano incerte. Il comparto manifatturiero ha mostrato il
quinto calo consecutivo nel mese di novembre, con l’indice ISM
sceso a 50.8 punti. “La lettura superiore ai 50 punti
(espansione dell’attivita’) e’ da considerarsi positiva, ma e’
evidente la fase di rallentamento del comparto” ha affermato
Owen Fitzpatrick, capo dell’equity group di Deutsche Bank.
Il presidente della Federal Reserve di Boston, Rosengren,
ha inoltre annunciato una crescita economica “ben al di sotto
del potenziale” nei prossimi due trimestri ed espresso serie
preoccupazioni sulla crisi dei mutui subprime, evidenziando
come i pignoramenti potrebbero continuare a crescre nel breve
periodo. Le dichiarazioni seguono i commenti della scorsa
settimana da parte di importanti membri Fed (Bernanke e Kohn)
su un possibile, ulteriore taglio ai tassi d’interesse nel
meeting del Fomc del prossimo 11 dicembre. Il rallentamento
economico in atto, innescato dalla debolezza del comparto
immobiliare e dalla piu’ recente crisi del credito, potrebbe
spingere i governatori della Banca Centrale Usa ad operare un
abbassamento dei fed funds (che al momento sono al 4.5%) nel
tentativo di rilanciare l’attivita’ produttiva Usa. Per
Joe Battipaglia, market strategist di Stifel Nicolaus,
indipendentemente dalle mosse della Fed, l’economia e’
posizionata ad entrare in un periodo negativo, ancora non
riflesso nell’attuale valutazione del mercato, che potrebbe
addirittura subire un deprezzamento del 15% sul rischio di una
possibile recessione. A livello societario, riflettori
puntati sulle operazioni di mergers & aquisitions
all’interno del settore tecnologico. La conglomerata francese
Vivendi ha annunciato nel weekend la fusione del proprio
business dei videogames con il colosso americano Activision
(ATVI). La nuova societa’ avra’ il nome di Activision
Blizzard. Il titolo, che aveva gia’ guadagnato parecchio nelle
ultime due settimane grazie alle forti vendite riportate
all’inizio del periodo festivo, e’ schizzato +26% nel
preborsa, per poi chiudere con un rialzo del 13%. In
controtendenza il gruppo di brokeraggio online E*Trade (ETFC)
a causa del downgrade a Sell di Bank of America che ha anche
tagliato le stime sul prezzo obiettivo da $9 a $2. L’azione si
e’ deprezzata del 10%. Tra i titoli del Dow Jones, i
maggiori rialzi sono stati realizzati da McDonald’s (MCD), Du
Pont (DD), Honeywell (HON) e Intel (INTC). A guidare la strada
dei ribassi e’ stat General Motors (GM) che ha riportato un
calo delle vendite dell’11% nel mese di novembre contro le
stime di -3.6%. Forti vendite anche sulla conglomerata
industriale General Electric (GE). Sugli altri mercati,
nel comparto energetico, il petrolio ha guadagnato terreno
nonostante le speculazioni di un aumento della produzione
giornaliera da parte dell’Opec. I futures con consegna gennaio
sono avanzati di $0.60 a quota $89.37 al barile. Sul
valutario, l’euro ha recuperato terreno nei confronti del
dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio
tra le due valute e’ di 1.4631. L’oro e' avanzato di $5.60 a
$794.70 all’oncia. In ribasso i Titoli di Stato. Il rendimento
sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.9850% dal 3.9720% di
venerdi’.

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LA COHEN INSISTE E SI GIOCA LA
CARRIERA
04
Dicembre 2007 14:35 NEW YORK - di
ANSA
La
strategist di Goldman Sachs continua ad alzare la posta, con
una nuova previsione che vede l'indice Standard & Poor's
500 entro la fine del 2008 a quota 1675, cioe' +14% rispetto
alla chiusura di ieri. Abby Joseph Cohen, Chief Investment
Strategist di Goldman Sachs insiste e continua ad alzare la
posta e il rischio di rovinarsi la carriera, con una nuova
previsione che vede l'indice Standard & Poor's 500 entro
la fine del 2008 a quota 1675, cioe' +14% rispetto alla
chiusura di ieri, stando a quel che scrive l'agenzia
Bloomberg. "Il mercato azionario Usa offrira' guadagni
moderati ma sovraperformera' in modo clamoroso ("dramatically
outperform") i bonds in un orizzonte di 12 mesi", la Cohen ha
scritto oggi in un rapporto dall'ufficio Goldman Sachs di New
York. "Una recessione sara' probabilmente evitata, grazie alla
forza dell'export e delle spese in conto capitale da parte
delle aziende private e pubbliche, e grazie anche a una
Federal Reserve vigile e flessibile". Qualche giorno fa la
Cohen aveva diffuso la sua previsione per il 2007: lo S&P
500 terminera' l'anno a quota 1600, ha detto l'11 novembre
scorso. Il che implica un rialzo di + 8.7% dai livelli attuali
entro il 31 dicembre. Il benchmark delle azioni quotate a Wall
Street quest'anno e' in crescita di appena +3.8%, per via
della tripla crisi bancaria, creditizia, immobiliare.
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J.P. MORGAN CHASE TAGLIA LE STIME AI COLOSSI
DEL CREDITO USA
04
Dicembre 2007 15:58, di
ANSA
JP Morgan
Chase ha tagliato le stime sugli utili dei colossi del credito
negli Usa per l'impatto della crisi dei mutui subprime. Gli
analisti di JP Morgan prevedono ulteriori svalutazioni in
aggiunta al ridimensionamento delle operazioni di fusione e
acquisizione. JP Morgan ha abbassato le stime sull'utile per
azione 2008 di Goldman Sachs a 22,57 dollari (da 23,50), di
Morgan Stanley a 6,35 (da 7,05), per Merrill Lynch a 7,82 (da
8,05) e per Lehman Brothers a 7,03 (da
7,35).
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Wall
Street PRESSATA DALLA CRISI DEL
CREDITO
04 Dicembre 2007 18:07 - di
WSI ______________________________________________
I downgrade e le previsioni di
nuove svalutazioni per i colosso bancari americani risvegliano
i timori sull'industria del credito. Deludono gli
aggiornamenti di Merk e Nokia. I listini americani hanno
terminato la seduta ancora una volta in rosso a causa dei
timori sull’indutria del credito e sulle possibili conseguenze
che potra’ avere sulla spesa dei consumatori e sull’economia
piu’ in generale. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.49% a
13248, l’S&P500 dello 0.65% a 1462, il Nasdaq ha perso lo
0.66% a 2619. Ad innescare le vendite sull’azionario gia’
dal preborsa era stato un downgrade emesso su alcune grosse
banche americane dal broker Punk Ziegel. Gli analisti del
gruppo finanziario hanno rivisto al ribasso il giudizio su
Bear Stearns (BSC), Goldman Sachs (GS) e Lehman Brothers (LEH)
a Sell da Market Perform, citando la recente crisi del credito
che potrebbe comportare significativi cambiamenti nelle
strategie di business e negli investimenti. I titoli hanno
perso rispettivamente 4.63%, 4.51% e 2.79%. A mettere
maggiore pressione all’intero comparto sono state anche le
previsioni degli analisti di JP Morgan relative a nuove,
ulteriori svalutazioni nel quarto trimestre per le banche
d’affari Goldman Sachs (GS), Morgan Stanley (MS), Merrill
Lynch (MER) e Lehman Brothers (LEH). Ad influire sul
trading giornaliero sono state anche le dichiarazioni giunte
dal Dipartimento del Tesoro Usa per cui il processo di
ricostruzione della fiducia degli investitori sui mercati
finanziari sara’ “lungo e lento”. Restano intatti i dubbi
sull’outlook economico: ieri il comparto manifatturiero ha
mostrato il quinto calo consecutivo, il mercato immobiliare
non offre ancora alcun segnale di ripresa. Come se non
bastasse, gli stategists di Goldman Sachs (GS) hanno infine
tagliato le stime sulla crescita degli utili per le societa’
facenti parte dell’indice S&P500 per gli anni 2007 e 2008.

|
USA: I
PROFITTI CROLLANO WALL STREET RESISTE
05
Dicembre 2007 - di Giuseppe Turani -
La Repubblica
Per alcuni la recessione in America nel
2008 è inevitabile. Per altri c´è ancora qualche possibilità
di scansarla. Ma, intanto, nel terzo trimestre dell´anno gli
utili delle aziende sono scesi del 25 per cento rispetto a un
anno prima e nel quarto trimestre il calo (sempre rispetto a
un anno prima) scenderà del 30 per cento. Gli esperti di
Goldman Sachs ritengono che, date queste premesse, una
recessione 2008 (o a fine 2007) sia veramente difficile da
evitare. Secondo alcuni già il quarto trimestre 2007 potrebbe
essere a crescita zero o addirittura negativa. La Borsa,
invece, resiste. Non cede di fronte a questo autentico crollo
dei profitti. La spiegazione è da ricercare nell´attesa di
altri sostanziosi aiuti da parte della Federal Reserve. Si
pensa, in particolare, a un taglio di 50 basis point già a
dicembre. E poi a altri due tagli da 25 basis point all´inizio
del 2008 in modo da sostenere l´economia.
|
FT:
«TITOLI DI STATO A RISCHIO NELL'EUROZONA»
05 Dicembre 2007,
22:41,
di
Finanza&Mercati
La crisi
dei mutui subprime nei prossimi mesi, e in particolare a
gennaio, potrebbe danneggiare anche il mercato dei titoli del
debito pubblico europeo. A lanciare l’allarme è il Financial
Times, secondo il quale «un’ondata di illiquidità ha colpito i
bond governativi e rischia ora di danneggiare la capacità di
alcuni governi di raggiungere gli obiettivi di finanziamento
dei prossimi mesi». Secondo il Ft, la crisi dei mutui subprime
Usa sta contagiando settori finora restati immuni, «inclusi
quelli tradizionalmente sicuri degli eurobond governativi. E
la situazione potrebbe farsi più problematica per quei governi
dell’eurozona e per quella fascia di emittenti regionali, tra
cui agenzie sovrannazionali o semi-governative, che
tradizionalmente emettono una grossa fette di obbligazioni sul
debito all’inizio dell’anno». In particolare, un analista
di Société Générale stima che i Paesi europei emetteranno il
prossimo anno circa 570 miliardi di euro di bond, di cui circa
70 miliardi a gennaio. Intanto ieri, il secondario italiano ha
registrato un rialzo concentrato sulla parte intermedia della
curva, con una buona performance del decennale per via di
«riposizionamenti di portafoglio». In particolare, il
differenziale di riferimento fra i tassi dei decennali Usa e
tedesco ha mostrato un ampiamento rivelando una migliore
performance dei titoli del Tesoro Usa.
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Wall
Street SOLIDO RIALZO, ECONOMIA
FORTE
05 Dicembre 2007 22:05
- di WSI ______________________________________________
La seduta di borsa di Wall Street
si e' chiusa con gli indici in forte rialzo. Il Dow Jones ha
guadagnato l’1.48% a 13444, l’S&P500 l’1.52% a 1485, il
Nasdaq e’ avanzato dell’1.78% a 2666.36. Gli ultimi dati
macroeconomici hanno evidenziato un buon momento dell’economia
americana, allontanando temporaneamente la minaccia di una
possibile recessione, senza intaccare le possibilita’ di un
taglio al costo del denaro da parte della Fed. Nel mese di
novembre l’occupazione nel settore privato americano e’
cresciuta ad un livello nettamente superiore alle attese, la
produttivita’ del terzo trimestre e’ schizzata +6.3% (maggiore
tasso degli ultimi quattro anni) battendo le stime del
mercato. Il forte abbassamento del costo unitario del lavoro
(-2.0% contro lo 0.2% della lettura preliminare) ha allentato
le pressioni sulla Fed, preoccupata su una possibile
accelerazione della dinamica inflazionistica. Gli ordini alle
fabbriche sono saliti in misura maggiore delle attese; e’
risultato inferiore alle stime il dato sul comparto dei
servizi che ha comunque mostrato un’espansione dell’attivita’.
“L’occupazione rappresenta l’elemento piu’ significativo
sulla spesa dei consumatori” ha affermato Doug Peta, market
strategist di J&W Seligman a New York. "E’ il principale
indicatore dello stato di salute dell’economia ed e’
particolarmente responsabile dell’ingresso in una fase di
recessione o meno”. Grande attenzione e' rivolta ora ai numeri
del prossimo venerdi’ per cui e’ stato stimato un aumento di
70 mila posti di lavoro nel settore non agricolo. A
livello societario, riflettori puntati ancora una volta sul
comparto dei mutui immobiliari. Il colosso governativo Fannie
Mae (FNM) ha comunicato un taglio del dividendo trimestrale ed
annunciato un abbassamento medio dei prezzi delle case negli
Usa compreso tra il 4% e il 5%. Forti vendite sul titolo MBIA
dopo che la societa’ di rating Moody’s ha emesso un rapporto
sulle possibili, ulteriori svalutazioni che l’azienda potrebbe
riportare nei prossimi mesi. Tra i titoli del Dow Jones a
guidare i rialzi e' stato il colosso assicurativo American
International Group (AIG), dopo che il CEO ha rassicurato gli
operatori sulla condizione finanziaria e sull’esposizione
della societa’ sul business dei mutui subprime. Molto bene
anche Intel (INTC) forte dell'upgrade ricevuto prima
dell'apertura grazie alle robuste previsioni di vendita per il
prossimo anno. Nel comparto energetico, dopo essere
schizzato sopra i $90 al barile, in seguito alla decisione
dell'Opec di lasciare invariata la produzione giornaliera, il
greggio ha chiuso in calo nonostante il peggiore calo delle
scorte degli ultimi due anni (-8 milioni). I futures con
consegna gennaio sono arretrati di $0.83 a quota $87.49 al
barile. Sul valutario, l’euro ha ceduto terreno rispetto
al dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi' a New York il
cambio tra le due valute e’ di 1.4610. L’oro ha ritracciato di
$3.90 rispetto alla chiusura di ieri chiudendo a $803.70
all’oncia. In calo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul
Treasury a 10 anni e’ salito al 3.910% dal 3.8890% di
martedi'.

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Giovedì
06
dicembre 2007 |
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Giovedì
06
dicembre 2007 |
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Mercoledì
12
dicembre 2007 |
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Usa,
Bush offre rifinanziamento mutui per impedire
recessione
Giovedì 6
Dicembre 2007, 19:52 WASHINGTON - di Reuters
Il
presidente Usa George W. Bush ha oggi presentato nuove misure
per aiutare i proprietari di case che stanno affrontando
bruschi rialzi nel pagamento dei mutui, uno sforzo per
impedire che la crisi del settore immobiliare Usa determini
una recessione per tutta l'economia. "Un motivo di fiducia
è che il calo nel settore immobiliare avviene su fondamentali
solidi in altre aree, inclusi una bassa inflazione, un sano
mercato del lavoro, esportazioni ai massimi storici" ha detto
Bush dopo una riunione del gruppo che ha messo a punto il
piano. Il piano prevede il rifinanziamento di debiti
esistenti e il congelamento dei tassi d'interesse per cinque
anni.
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Mutui:
PIGNORAMENTI RECORD IN TERZO
TRIMESTRE
06
Dicembre 2007 17:08 NEW YORK, di
ANSA
Il dato
tocca un nuovo record nel periodo luglio-settembre, segnando
un rialzo dello 0.78%, oltre al +0.65% riportato nei tre mesi
precedenti. In preoccupante incremento anche... I
pignoramenti di case toccano un nuovo record nel trimestre
luglio-settembre, segnando un rialzo dello 0,78%, oltre al
+0,65% riportato nei tre mesi precedenti. Lo rende noto la
Mortgage Bankers Association (Mba), l'associazione che
riunisce gli operatori Usa che erogano prestiti ipotecari, a
conferma delle gravi turbolenze che stanno interessando il
comparto immobiliare americano. In preoccupante incremento
anche il fenomeno dei ritardi dei pagamenti delle rate dei
mutui oltre i 30 giorni: +5,59%, il livello più alto dal 1986,
maggiore del +5,12% registrato appena nel trimestre
precedente.
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Wall
Street IN RALLY, ESALTA IL PIANO
SUBPRIME
06 Dicembre 2007 21:51 - di
WSI ______________________________________________
Listini in forte rialzo dopo la
presentazione del programma studiato dalla Casa Bianca per
contenere l'impatto della crisi dei mutui. Contrastati i dati
retail, greggio sopra i $90 al barile. Dopo l’incertezza
iniziale i listini americani hanno imboccato la strada dei
rialzi estendendo il forte rally della seduta precedente. Il
Dow Jones ha guadagnato l'1.30% a 13619, l'S&P500 l'1.50%
a 1507, il Nasdaq e’ avanzato dell'1.60% a 2709. A permettere
ai listini di avanzare e’ stato il piano di emergenza sui
mutui annunciato dalla Casa Bianca e le speranze di un nuovo
taglio al costo del denaro da parte della Fed. Intervenuto
da Washington il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush,
ha annunciato il piano di emergenza, gia’ descritto
sommariamente nei giorni scorsi dal Segretario del Tesoro Usa,
Henry Paulson, relativo al congelamento dei tassi variabili
sui mutui ipotecari, mirato a limitare il numero dei
pignoramenti delle abitazioni. Il programma permettera’ ad
oltre un milione di famiglie americane di rifinanziarie il
proprio mutuo o godere di tassi piu’ vantaggiosi in modo tale
da poter continuare a ripagare il debito senza incorrere nel
rischio di perdere le proprie abitazioni. La crisi
subprime ha messo in ginocchio molti consumatori americani e
causato una seria crisi per le banche ed altre istituzioni
finanziarie. Nel terzo trimestre il numero di pignoramenti e’
cresciuto ad un livello record mai registrato prima d’ora. Gli
operatori a Wall Street hanno ben accolto il piano della Casa
Bianca, nella speranza che il comparto immobiliare, motore
dell’economia, possa presto superare il difficile momento che
ormai lo caratterizza da tempo. L’unico dato sulla
congiuntura americana ha mostrato un calo delle richieste di
sussidio da parte dei disoccupati durante la scorsa settimana;
relative preoccupazioni sono state sollevate dalla media
mobile a quattro settimane, schizzata ai maggiori livelli
degli ultimi due anni. L’aggiornamento ha seguito il buon dato
diffuso mercoledi’ sul settore privato e precede l’importante
rapporto occupazionale che verra’ diffuso nella giornata di
venerdi’ per cui e’ stata stimata la creazione di 70 mila
nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo. A livello
societario, a benenficiare particolarmente della ciambella di
salvatagio offerta dal governo Usa sono state le societa’
maggiormente esposte alla crisi dei mutui, come le banche e le
compagnie assicurative. I maggiori rialzi all’interno del Dow
Jones sono stati realizzati infatti da American International
Group (AIG), American Express (AXP) e JP Morgan (JPM).
Particolare attenzione e’ stata riposta anche sul comparto
retail in occasione della comuncazione delle vendite comparate
(relative ai negozi con almeno un anno di attivita’ alle
spalle) delle principali societa’ di vendita al dettaglio.
Wal-Mart (WMT), Macy’s (M) e CostCo Wholesale (COST) hanno
battuto le attese degli analisti. Delusione invece dal colosso
Target (TGT) che ha annunciato un volume di vendite inferiore
alle previsioni per il mese di dicembre. Il titolo ha perso
piu’ del 7%. Il colosso delle costruzioni edilizie Toll
Brothers (TOL) nell’ultimo trimestre ha riportato una perdita
inferiore alle stime. Il colosso biotech Genentech (DNA) e’
riuscito a recuperare le perdite iniziali originate dal
giudizio negativo emesso dalla FDA sull’utilizzo dell’Avastin
nei soggetti affetti da cancro al seno. La casa farmaceutica
Eli Lilly (LLY) ha stimato profitti in crescita del 14% per
l’intero 2008, oltre le attese degli economisti. Nel
comparto energetico, in forte progresso il petrolio. I futures
con consegna gennaio sono avanzati di $2.74 a quota $90.23 al
barile. Sul valutario, l’euro ha ceduto terreno rispetto al
dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi' a New York il
cambio tra le due valute e’ di 1.4610. L’oro ha guadagnato
$3.40 rispetto chiudendo a $807.10 all’oncia. In calo infine i
Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’
salito al 3.9980% dal 3.910% di mercoledi’.

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Usa,
Contro la crisi varato il Superfondo
10
Dicembre 2007 - di
MiaEconomia
Chi rompe, paga.
questo il ragionamento che sta alla base delle operazioni che
le grandi banche a stelle e strisce stanno ponendo in essere
in questi ultimi mesi del 2007, consapevoli che alla base
delle crisi del mercato del credito c'è la poca fiducia che
loro hanno messo in circolazione. Per questo motivo, dopo
il congelamento delle rate sui mutui, arriva il 'SuperSiv':
Bank of America, Citigroup e JPMorgan hanno finalmente trovato
la quadratura del cerchio sull'atteso maxi-fondo di
salvataggio, visto come ancora di salvezza per evitare il
potenziale crollo dei veicoli d'investimento nella finanza
strutturata che hanno portato sull'orlo del baratro diversi
istituti di credito e fondi speculativi. Con il maxi-fondo le
tre banche puntano a raccogliere da 75 a 100 miliardi di
dollari, in parte provenienti dalle loro stesse casse, in
parte dalle sottoscrizioni delle altre banche che vorranno
aderire all'iniziativa. A sostenerle non c'é soltanto la
potenza di fuoco finanziaria delle tre maggiori banche
statunitensi. C'é anche l'appoggio del segretario del Tesoro
americano Hank Paulson, che vuole scongiurare l'impatto
distruttivo della potenziale bancarotta di una banca, e che
assieme al presidente George Bush ha appena annunciato il
congelamento delle rate sui mutui, per evitare una valanga di
pignoramenti. E a gestire il SuperSiv, che ha il nome
tecnico di 'Master Liquidity Enhancement Conduit' (M-LEC),
sarà BlackRock, garanzia di credibilità ed esperienza nella
gestione dei rischi. Da lunedì mattina inizierà il giro di
incontri per raccogliere il massimo possibile di adesioni (e
quindi soldi) dagli altri istituti che, a livello globale,
vorranno partecipare. Bank of America e soci vogliono arginare
la corsa al ribasso del valore degli attivi dei SIV (Special
Investment Vehicle), facendoli acquistare da parte del
'SuperSiv' per sostenerne i prezzi. I SIV, finiti
all'epicentro della crisi de mutui, lucrano su un principio
ben noto: prendere in prestito soldi a breve termine, e
reinvestirli a lungo. Hanno cioé investito miliardi di dollari
in titoli garantiti da mutui ad alto rischio come i
'subprime', e per finanziarsi si sono indebitati emettendo
debito a breve termine chiamato 'commercial paper'. Da
quando è esplosa la crisi dei mutui, però, la scarsità di
liquidità che ha colpito i mercati ha lasciato i 'SIV' a
secco, costringendoli a svendere i titoli in cui hanno
investito, unico modo per ripagare i propri debiti la cui
scadenza a breve è diventata una tagliola. Una corsa al
ribasso dei prezzi dagli effetti potenzialmente disastrosi.
Ma il successo del piano non è garantito. Secondo il
Financial Times "il progetto è cattivo quasi come i problemi
che intende risolvere". Perché il maxi-fondo "potrà soltanto
comprare titoli ad elevato rating (non quelli garantiti da
subprime)", senza riuscire ad evitare una svendita di quelli
più rischiosi. E perché - scrive il quotidiano della City
- "il 'rischio sistemico per le banche' non c'é, visto che la
maggior parte di queste attività sono nelle mani degli hedge
fund, non delle banche".
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Wall
Street AVANZA, OCCHI PUNTATI SULLA
FED
10 Dicembre 2007 22:03
- di WSI ______________________________________________
Avvio di settimana in discreto
rialzo per gli indici americani spinti dalle previsioni di un
ulteriore taglio ai tassi d’interesse da parte della Federal
Reserve. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.74% a 13726,
l’S&P500 lo 0.75% a 1516, il Nasdaq e’ avanzato dello
0.47% a 2718. Gli operatori sono fiduciosi su una
continuazione della politica accomodante della Fed e prevedono
un taglio dei fed funds di almeno un quarto di punto
percentuale (al momento i tassi a breve sono al 4.5%). Negli
ultimi due incontri i tassi hanno subito un abbassamento
complessivo dello 0.75% nel tentativo di permettere ai mercati
finanziari di recuperare dalla debolezza originata dalla crisi
del credito e del settore immobiliare. C’e’ ancora una forte
incertezza sull’entita’ del taglio e sul gap che verra’
lasciato tra fed funds e discount rate (ovvero il tasso
applicato alle banche nei prestiti concessi direttamente dalla
Banca Centrale). A beneficiare di tali previsioni sono
state in primo luogo le societa’ finanziarie, negli ultimi
mesi sotto particolari pressioni a causa del "credit crunch".
La banca d’affari svizzera UBS (UBS) ha comunicato
svalutazioni di $10 miliardi che potrebbero originare la prima
perdita trimestrale della banca in cinque anni. Il titolo e’
riuscito comunque a guadagnare terreno grazie al massiccio
investimento d’emergenza da parte del governo di Singapore per
far fronte alle recenti perdite. La societa’ di servizi
finanziari MBIA (MBI) ha ottenuto un investimento del valore
di $1 miliardo da parte del gruppo di private equity Warburg
Pincus. Il titolo, le cui contrattazioni erano state sospese
in attesa della notizia, e’ schizzato al rialzo guadagnando
piu’ del 10%. Anche Citigroup (C) si e’ spinta in alto dopo
l’annuncio di un meeting in cui verranno selezionati i
candidati per il ruolo di CEO. Nei giorni scorsi la banca
aveva ottenuto un investimento di $7.5 miliardi da parte del
governo di Abu Dhabi. Acquisti anche su JP Morgan (JPM),
avanzato del 3% circa, e Bank of America (BAC +2.5%).
L’unico dato macro presente in calendario ha mostrato un
aumento dello 0.6% delle vendite di case con contratti in
corso, sorprendendo gli economisti che avevano invece previsto
una flessione dell'1%. Si tratta del secondo incremento
consecutivo, ma su base annuale l’indicatore e’ in netto calo.
Tra le altre notizie societarie, in evidenza le operazioni
di mergers & acquisitions. MGI Pharma (MOGN) ha raggiunto
un accordo per cui verra’ acquisita dalla giapponese Eisai
(ESALY) per $3.9 miliardi ($41 per azione, pari ad un premium
del 21% rispetto al prezzo di chiusura di venerdi’). Il gruppo
di private equity Blackstone (BX) ha smentito le voci di una
possibile offerta di takeover sul colosso minerario Rio Tinto
(RTP). Nel comparto energetico, in ribasso il petrolio. I
futures con consegna gennaio sono arretrati di $0.42 a quota
$87.86 al barile. Sul valutario, l’euro ha guadagnato terreno
sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il
cambio tra le due valute e’ di 1.4711. L’oro ha guadagnato
$13.30 chiudendo a $813.50 all’oncia. In calo infine i Titoli
di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al
4.15%.

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TASSI USA: LA FED LI ABBASSA DELLO 0.25%
11 Dicembre 2007
20:16 NEW YORK
-
di WSI
La Banca Centrale
americana ha abbassato il tasso sui fed funds di 25 punti base
al 4.25%. Si tratta del terzo taglio consecutivo in meno di
tre mesi. Rivisto al ribasso dello 0.25% anche il tasso di
sconto (4.75%). Come atteso dal mercato, il Federal Open
Market Committee, il braccio operativo della Federal Reserve,
ha tagliato il costo del denaro degli Stati Uniti di 1/4 di
punto percentuale, cioe' 0.25%. Il target sui fed funds scende
dunque al 4.25%. Si tratta del terzo taglio consecutivo in
poco piu’ di due mesi e mezzo. Nella riunione dello scorso 18
settembre Ben Bernanke e gli altri nove governatori riuniti
avevano abbassato i fed funds di 50 punti base, al 4.75%;
l’operazione e’ stata ripetuta (con un taglio dello 0.25%)
nell’incontro del 31 ottobre. In un'operazione collegata,
il Comitato dei Governatori (Board of Governors) ha anche
approvato all'unanimita' un abbassamento di 25 punti base del
tasso di sconto al 4.75%. Per i lettori di Wall Street
Italia ecco la traduzione in italiano del documento ufficiale
della Federal Reserve: Il Federal Open Market Committee ha
deciso oggi di abbassare il target sui fed funds di 25 punti
base al 4.25%. Le ultime informazioni suggeriscono che la
crescita economica sta rallentando, come conseguenza
dell’intensificazione della correzione del comparto
immobiliare e di alcune pressioni sulla spesa dei consumatori
e sui business aziendali. Inoltre, le tensioni sui mercati
finanziari sono cresciute nelle ultime settimane. La decisione
odierna, in combinazione con le precedenti azioni di politica
monetaria, dovrebbe promuovere una crescita moderata nel
tempo. Le letture sull’inflazione "core" hanno mostrato
modesti miglioramenti quest’anno, ma gli elevati prezzi
energetici e delle commodities, tra gli altri fattori,
potrebbero originare nuove pressioni sull’inflazione. In tale
contesto, il Comitato ritiene che rimangano alcuni rischi
inflazionistici, e continuera’ a monitorare attentamente i
relativi sviluppi. I recenti sviluppi, incluso il
deterioramento delle condizioni del mercato finanziario, hanno
incrementato l'incertezza sulle prospettive economiche ed
inflazionistiche. Il Comitato continuera’ a monitorare gli
effetti finanziari e di altri fattor sulle prospettive
economiche ed agira’ come necessario per garantire la
stabilita’ dei prezzi e una crescita economica sostenibile.
A votare a favore dell’azione di politica monetaria del
FOMC sono stati: Ben S. Bernanke, Chairman; Timothy F.
Geithner, Vice Chairman; Charles L. Evans; Thomas M. Hoeing;
Donald Kohn; Randall S. Kroszner; Frederic S. Mishkin; William
Poole;; e Kevin M. Warsh. A votare contro e’ stato Eric
Rosengren che avrebbe preferito un taglio di 50 punti base
delo federal funds rate in questo incontro. In
un'operazione collegata, il Comitato dei Governatori (Board of
Governors) ha approvato all'unanimita' un abbassamento di 25
punti base del tasso di sconto al 4.75%. Nel prendere questa
decisione, il comitato ha approvato le richieste formulate dai
Comitati dei Direttori (Boards of Directors) della Federal
Reserve Bank di New York, Philadelphia, Cleveland, Richmond,
Atlanta Chicago e St. Louis. Ed ecco il testo originale
del documento che accompagna la decisione della Federal
Reserve di tagliare il tasso interbancario al 4.25%: The
Federal Open Market Committee decided today to lower its
target for the federal funds rate 25 basis points to 4-1/4
percent. Incoming information suggests that economic
growth is slowing, reflecting the intensification of the
housing correction and some softening in business and consumer
spending. Moreover, strains in financial markets have
increased in recent weeks. Today’s action, combined with the
policy actions taken earlier, should help promote moderate
growth over time. Readings on core inflation have improved
modestly this year, but elevated energy and commodity prices,
among other factors, may put upward pressure on inflation. In
this context, the Committee judges that some inflation risks
remain, and it will continue to monitor inflation developments
carefully. Recent developments, including the
deterioration in financial market conditions, have increased
the uncertainty surrounding the outlook for economic growth
and inflation. The Committee will continue to assess the
effects of financial and other developments on economic
prospects and will act as needed to foster price stability and
sustainable economic growth. Voting for the FOMC monetary
policy action were: Ben S. Bernanke, Chairman; Timothy F.
Geithner, Vice Chairman; Charles L. Evans; Thomas M. Hoenig;
Donald L. Kohn; Randall S. Kroszner; Frederic S. Mishkin;
William Poole; and Kevin M. Warsh. Voting against was Eric S.
Rosengren, who preferred to lower the target for the federal
funds rate by 50 basis points at this meeting. In a
related action, the Board of Governors unanimously approved a
25-basis-point decrease in the discount rate to 4-3/4 percent.
In taking this action, the Board approved the requests
submitted by the Boards of Directors of the Federal Reserve
Banks of New York, Philadelphia, Cleveland, Richmond, Atlanta,
Chicago, and St. Louis.
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Wall
Street ONDATA DI SELL, DELUDE LA
FED
11 Dicembre 2007 22:02
- di WSI ______________________________________________
I listini azionari americani hanno
archiviato la seduta in forte ribasso. L’accelerazione in
territorio negativo si e’ materializzata subito dopo la
decisione della Federal Reserve di tagliare i tassi
d’interesse di un quarto di punto percentuale. Il Dow Jones,
che guadagnava 40 punti prima della decisione, e’ arrivato a
perdere oltre 300 punti durante le contrattazioni chiudendo la
seduta a quota 13432 con una perdita giornaliera del 2.14%;
l’S&P500 ha ceduto il 2.53% a 1477, il Nasdaq il 2.45% a
2652. Il FOMC, il braccio operativo della Federal Reserve
riunitosi a Washington sotto la presidenza di Ben Bernanke, ha
optato per una continuazione della politica monetaria di tipo
"accomodante" attuando un abbassamento del costo del denaro
dello 0.25% al 4.25%, per evitare che il calo del mercato
immobiliare, il rallentamento della spesa al consumo e i piu'
rigidi standard bancari dovuti alla crisi subprime affossino
la crescita economica americana, ormai al suo sesto anno di
espansione. La Banca Centrale ha anche rivisto al ribasso
della stessa misura (al 4.75%) il "discount rate", ovvero il
tasso applicato alle banche sui prestiti ottenuti direttamente
dalla Fed. La decisione ha provocato una forte delusione
tra gli operatori che, a causa del deterioramento
dell’industria del credito e della continua debolezza del
comparto immobiliare, speravano in un atteggiamento piu’
aggressivo da parte dei governatori Fed, e in un taglio di 50
punti base (almeno sul tasso di sconto). Pur riconoscendo
tali problemi, Bernanke & C. hanno ripreso ad enfatizzare
il pericolo dell’inflazione sulla scia dei forti aumenti del
petrolio e delle commodities, lasciando comunque aperte le
porte a possibili, ulteriori azioni di politica monetaria
qualora la situazione economia continuasse a peggiorare.
La decisione della Fed ha fatto seguito alle cattive
notizie gia’ emerse dal comparto finanziario nelle prime ore
della giornata. Dopo le note incoraggianti dei giorni scorsi
relative all’iniezione di nuovi capitali su Citigroup (C), UBS
(UBS) e MBIA (MBI), a sollevare nuove preoccupazioni e’ stato
il colosso dei mutui ipotecari Washington Mutual (WM) che ha
annunciato una riduzione del dividendo trimestrale e il taglio
di 3000 posti di lavoro a causa delle previsioni di ulteriori
svalutazioni nell’arco del prossimo anno. Il titolo e’
arrivato piu’ del 12%. Tutti i componenti finanziari del Dow
Jones (American Express (AXP), Citigroup (C), JP Morgan (JPM))
hanno chiuso in forte ribasso, con perdite medie vicine a -5%.
Gli unici titoli del Dow Jones in grado di chiudere in
territorio positivo sono stati McDonald's (MCD) e AT&T
(T), quest'ultimo salito del 4% grazie all'annunciato piano di
buyback (400 milioni di azioni) e all'aumento del dividendo
trimestrale. Tra i titoli tecnologici, si e' distinto in
positivo il colosso dei chip per la telefonia mobile Texas
Instruments (TXN) che ha previsto una domanda per i nuovi
dispositivi superiore alle previsioni e rivisto al rialzo, di
conseguenza, le stime sugli utili e sui ricavi trimestrali.
Nel comparto energetico, in netto recupero il petrolio. I
futures con consegna gennaio sono avanzati di $2.16 a quota
$90.02 al barile. Sul valutario, l’euro ha ceduto terreno sul
dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi' a New York il cambio
tra le due valute e’ di 1.4655. L’oro ha guadagnato $3.60
chiudendo a $817.10 all’oncia. In forte progresso infine i
Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso
al 3.99% dal 4.15% di lunedi'.

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Giovedì
13
dicembre
2007 |
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Martedì
18
dicembre 2007 |
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Martedì
18
dicembre 2007 |
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Wall
Street FORTI SBALZI E VOLATILITA' ALLE
STELLE
12 Dicembre 2007 22:07
- di WSI ______________________________________________
Dopo il forte rally iniziale i
listini americani hanno ridotto i guadagni nell’ultima ora di
scambi archiviando la seduta in modesto rialzo. Il Dow Jones
ha guadagnato lo lo 0.31% a 13474, l’S&P500 lo 0.61% a
1486, il Nasdaq e’ avanzato dello 0.71% a 2671. Non ha retto
fino a fondo l’entusiasmo degli operatori originato dal piano
di emergenza annunciato dalla Fed in coordinamento con le
altre maggiori banche centrali per risolvere il dramma della
crisi di liquidita'. Al culmine del rialzo intraday il Nasdaq
aveva toccato un livello di +2.2%, in parallelo al rialzo di
Dow Jones Industrials e S&P500. Con una manovra
coordinata con altre Banche Centrali (si tratta del piu'
massiccio intervento a livello mondiale dopo gli attacchi
terorristici dell'11 settembre 2001) la Fed iniettera' nuovo
denaro nel sistema economico (prevista l'offerta di $40
miliardi attravero 4 diverse "Term Auction Facility" che
inizieranno gia' in questa settimana) e cerchera' di
ristabilire un certo equilibrio sul mercato valutario. Tali
misure straordinarie "promuoveranno un’efficiente
distribuzione della liquidita’ nel momento in cui i mercati
interbancari entreranno in una fase di particolare stress" ha
annunciato la Fed. Favorevoli i commenti iniziali degli
operatori che pero’, dopo un’attenta analisi, hanno iniziato
ad interrogarsi sul reale impatto dell’operazione e sulla
gravita’ della situazione finanziaria, probabilmente
sottovalutata fino a questo momento. "Non c’e’ ancora
alcuna certezza sull’outlook economico e restano evidenti i
rischi di recessione" ha affermato Steven Goldman, chief
market strategist di Weeden & Co. "La Fed e le altre
Banche Centrali hanno fornito notizie positive in mattinata,
ma l’ambiente non e’ fondamentalmente cambiato, il peggio per
il sistema finanziario potrebbe non essere ancora passato". La
decisione della Federal Reserve di abbassare il costo del
denaro solo di ¼ di punto percentuale nella seduta precedente
aveva provocato un'evidente delusione in molti operatori a
Wall Street che speravano in un ribasso di 50 punti base dei
fed funds. Con gli operatori impegnati a metabolizzare le
notizie giunte dalla Fed, gli aggiornamenti macro sono passati
in secondo piano. Va comunque segnalato che nel mese di
ottobre il deficit della bilancia commerciale si e’ allargato
a $57.8 miliardi, oltre le attese degli analisti; i prezzi
alle importazioni hanno registrato il piu’ sostenuto
incremento degli ultimi 17 anni. A livello societario, e’
apparso particolarmente sofferente l’intero comparto
finanziario dopo i commenti negativi emessi da Morgan Stanley
su Citigroup e il taglio di rating di Merrill Lynch su Bank of
America (BAC), JP Morgan (JPM) e Wachovia (WB). Vendite anche
sul colosso aerospaziale Boeing (BA) a causa del downgrade
emesso dagli analisti di Morgan Stanley. In controtendenza la
conglomerata industriale General Electric (GE) che ha
annunciato un incremento del dividendo e un nuovo piano di
riacquisto di azioni proprie. Nel comparto energetico, in
forte progresso il petrolio. I futures con consegna gennaio
sono schizzati di $4.37 a quota $94.39 al barile. Sul
valutario, l’euro ha recuperato terreno nei confronti del
dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il
cambio tra le due valute e’ di 1.4705. L’oro ha guadagnato
$1.70 chiudendo a $818.80 all’oncia. In calo infine i Titoli
di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al
4.07% dal 3.99% di martedi’.

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La mossa delle Banche Centrali
14
Dicembre 2007 - di MiaEconomia
Non si era mai visto,
o meglio, non si vedeva dal post 11 settembre, ma allora
c'era stato un fattore esterno e non prevedibile a rendere
necessario l'intervento. Ora è diverso. Tanto diverso da
obbligare La Federal Reserve a muove d'urgenza contro il
rischio 'credit cruch' causato dalla crisi dei mutui
subprime, e la Fed prva a farlo attraverso un piano
straordinario di liquidità da pompare sui mercati d'intesa
con le grandi banche centrali mondiali, Bce in testa. A
sorpresa l'istituto guidato da Ben Bernanke annuncia la più
grande manovra di cooperazione internazionale dagli
attentati terroristici dell'11 Settembre 2001, coinvolgendo
oltre alla Banca centrale europea, la Banca d'Inghilterra,
la Bank of Canada e la Swiss National Bank. La Fed
spiega in una nota di aver definito un nuovo programma
d'aste di finanziamenti temporanei (temporary auction
facility, Taf) da iniziali 40 miliardi di dollari per
rendere disponibili risorse a favore degli istituti di
credito, oltre ad aver autorizzato un regime temporaneo di
reciprocità valutaria (linee di swap), della durata massima
di sei mesi, con Bce e Banca nazionale svizzera,
dell'ammontare, rispettivamente di 20 e 4 miliardi di
dollari. In altri termini, lo scopo non è aumentare la
liquidità netta in circolazione, ma finanziare di fatto le
banche più a lungo termine in base al 'term funding market'
(con prestiti ad esempio di un mese), piuttosto che sul
pronti contro termine. "Il fatto che l'azione sia
coordinata significa che c'é l'unità degli sforzi per
dichiarare guerra al problema", nota Fred Goodwin,
strategist di Lehman Brothers. Malgrado il taglio dei tassi
di riferimento da parte delle banche centrali di tutto il
mondo, esclusa la Bce, la liquidità sui mercati non si è
normalizzata al punto che i tassi interbancari (primi tra
tutti quelli negli Usa) sono spesso tornati sopra i
benchmark. "C'é la possibilità che l'azione annunciata
dalla Fed, rinforzata dal coordinamento globale, possa
contenere il contagio e ammorbidire i tassi interbancari su
scala mondiale, non solo negli Usa", rileva Ian Morris
analista di Hsbc. La Fed si riserva di effettuare
iniziative aggiuntive nei prossimi mesi in funzione
dell'evoluzione dei mercati, mentre l'esperienza acquisita
quanto al piano di finanziamento del credito sarà utile per
valutare la potenziale utilità degli strumenti di politica
monetaria della Federal Reserve, con la creazione di una
struttura permanente per le aste.
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Wall
Street IN ROSSO, PEGGIORA SUL
FINALE
14 Dicembre 2007 22:05
- di WSI ______________________________________________
La seduta di borsa a Wall Street si
e’ chiusa con gli indici in territorio negativo. Il Dow Jones
ha perso l'1.33% a 13338, l’S&P500 l'1.37% a 1467, il
Nasdaq ha chiuso con una perdita dell'1.23% a 2635. Su base
settimanale le perdite sono rispettivamente di -2.1% (DJIA),
-2.4% (SPX) e -2.6% (Composite). Ad spingere al ribasso
gli indici e’ stato il rilascio dell’aggiornamento sui prezzi
al consumo (CPI), a novembre avanzati dello 0.8%, in misura
maggiore delle attese degli analisti, a causa del forte
incremento dei prezzi petroliferi, ma anche degli articoli di
abbigliamento, dei prodotti farmaceutici e dei biglietti
aerei. Anche la versione "core" del dato si e’ attestata a
livelli superiori alle stime, portando il tasso annuale al
2.3%, oltre il tetto massimo fissato dalla Fed. Il dato ha
peggiorato ulteriormente la percezione del mercato sulla
ripresa dell'inflazione negli Stati Uniti, dopo che nella
seduta precedente il governo Usa averva annunciato che i
prezzi alla produzione erano saliti del 3.2%, segnando il
maggiore incremento degli ultimi 34 anni, che ha messo in
discussione la politica monetaria della Federal Reserve.
L’aumento dei prezzi continua a rimanere un problema per
la Banca Centrale Usa, cosi’ come esplicitamente espresso
nell’ultimo comunicato ufficiale che ha accompagnato la
recente decisione di abbassare il costo del denaro al 4.25%. I
futures sui fed funds scontano ora una probabilita’ inferiore
di assistere ad un nuovo taglio al costo del denaro nel mese
di gennaio. In settimana la Fed ha cercato di distendere
il clima teso sui mercati finanziari attraverso l’abbassamento
del costo del denaro e un’azione coordinata a livello globale
con le altre Banche Centrali relativa all’iniezione di nuova
liquidita’ nel sistema economico. Gli operatori restano
scettici sulla risoluzione della crisi del credito nel breve
termine, le grosse banche d’affari continuano a riportare
svalutazioni e la fiducia degli investitori e’ in continuo
deterioramento. Il colosso Citigroup (C) ha annunciato che
riportera’ nell’attuale bilancio una somma pari a $49 miliardi
miliardi investita nel rischioso segmento dei SIV (Structured
Investment Vehicle) finiti anche questi nel ciclone del
"credit crunch". L’agenzia Moody’s ha tagliato il rating sul
debito dell’azienda in previsione di ulteriori perdite. Il
titolo, che perdeva il 2% in avvio, e’ riuscito a ridurre le
perdite solo grazie ai commenti di alcuni analisti circa la
volonta’ della banca di fare maggiore chiarezza sulla propria
condizione finanziaria. Gli unici titoli del Dow Jones in
grado di chiudere in territorio positivo sono stati Microsoft
(MSFT) e Walt Disney (DIS), quest'ultimo forte dell'upgrade
ricevuto dagli analisti di UBS. Sugli altri mercati, nel
comparto energetico, ancora in ribasso il petrolio. I futures
con consegna gennaio sono arretrati di $0.98 a quota $91.27 al
barile. Sul valutario, l’euro ha continuato a perdere terreno
nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a
New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4422. In calo
l’oro. I futures con consegna febbraio sono arretrati di $6.00
a $798.00 all’oncia. In netto ribasso infine i Titoli di
Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ avanzato al
4.2320% dal 4.17% di giovedi’.

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Mutui:
Paulson, Crisi Colpira' Economia Usa Su Breve
Periodo
Lunedì 17
Dicembre 2007, 22:10 - di
ANSA
(ANSA) -
NEW YORK, 17 DIC - "Ad ogni modo, l'economia continuerà a
crescere e i suoi fondamentali saranno ancora buoni", aggiunge
Paulson, parlando a Orlando, in Florida. "I posti di lavoro
- prosegue - continuano a crescere, sostenendo la spesa delle
famiglie e i bilanci delle società rimangano in salute e la
crescita internazionale sostiene le esportazioni
americane". L'ex numero uno di Goldman Sachs vede anche
con favore l'acquisto di prestiti jumbo, oltre i 417mila
dollari, da parte delle agenzie semipubbliche Fannie Mae e
Freddie Mac. "Un innalzamento momentaneo dei limite imposti
alle agenzie servirebbe ad allentare le pressioni sul
mercato", spiega Paulson, per il quale "i parlamentari del
Congresso con i quali ho parlato, mi hanno opposto resistenze
sempre più flebili su questo punto". Fannie Mae e Freddie
Mac posseggono o garantiscono circa il 40% degli 11.500
miliardi di dollari che rappresentano il mercato immobiliare
americano, ora nella sua peggiore crisi degli ultimi 16 anni.
(ANSA).
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Mutui:
Bush; Basi Economia Buone, Ma
Ci Sono Nubi
Lunedì 17 Dicembre 2007, 22:14, di ANSA
(ANSA) -
NEW YORK, 17 DIC - L'economia americana poggia su basi
positive malgrado le turbolenze della crisi dei mutui, ma ci
sono nubi "da tempesta" all'orizzonte. Lo ha detto il
presidente George W. Bush, ribadendo di ritenere l'economia
"abbastanza buona" pur rilevando che "ci sono alcune nubi da
tempesta e preoccupazioni". Parlando a un incontro del
Rotary Club di Fredericksburg, in Virginia, Bush ha anche
detto che "se fossi un investitore, guarderei agli elementi
fondamentali dell'economia di questo Paese, che sono forti".
(ANSA).
|
Wall
Street FORTI SELL, INDICI AI MINIMI DI DUE
SETTIMANE
17 Dicembre 2007 22:05
- di WSI ______________________________________________
Avvio di settimana in rosso per gli
indici azionari americani. I forti timori sullo stato
dell’economia e i dubbi sulle decisioni di politica monetaria
da parte della Fed hanno riportato le vendite sul comparto
azionario, spingendo i listini in ribasso ai minimi di due
settimane. A soffrire maggiormente e’ stato il comparto
tecnologico con il Nasdaq in calo -2.32% a 2574; il Dow Jones
e’ arretrato dell'1.29% a 13167, l’S&P500 dell'1.50% a
1445. Le preoccupazioni relative ad un rallentamento della
crescita economica e l'ennesimo allarme lanciato dall'ex
presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, su una
probabile recessione Usa in uno scenario di stagflazione
(aumento dei prezzi in parrallelo ad un raffreddamento della
crescita economica), hanno avuto l’effetto di spingere i sell
sull'azionario. Gli operatori vedono piu' lontana l'ipotesi di
una nuova correzione al ribasso del tasso sui Fed Fund a
gennaio e i futures sui tassi indicano ora che le probabilita'
sono diminuite dal 100% all'80%. Anche il presidente degli
Stati Uniti, George W. Bush, intervenuto da Fredericksburg
(Virginia), ha confermato che l’economia a stelle e strisce
necessitera’ ancora del tempo prima di assorbire pienamento
l’impatto delle crisi del credito e del mercato immobiliare. I
dati macro diffusi in mattinata non hanno fatto altro che
confermare i dubbi degli operatori. L’Empire State Index, che
monitora l’andamento dell’attivita’ economica nell’area di New
York, a dicembre e’ crollato a 10.3 punti dai 27.4 del mese
precedente, a livelli inferiori delle attese segli analisti,
mentre l’aggiornamento sulla fiducia dei costruttori si e’
attestato a 19 punti, minimo levello degli ultimi 22 anni.
Restano poi grandi incertezze sull’efficacia del piano
d’emergenza annunciato dalla Federal Reserve in accordo con le
principali Banche Centrali mondiali per risolvere il problema
della liquidita’. Oggi si e’ svolta la prima delle quattro
aste organizzate dalla Fed, relativa all’offerta di $20
miliardi (i risultati saranno diffusi mercoledi' prossimo).
Per gli analisti di JP Morgan si tratta senza dubbio di un
programma apprezzabile, "ma probabilmente non sufficiente a
consentire un rimbalzo degli asset maggiormente a rischio. E’
fondamentale che nei prossimi giorni venga fatta chiarezza sul
comparto finanziario per evitare una recessione". Martedi’
la banca d’affari Goldman Sachs (GS) riportera’ i risultati
trimestrali, mercoledi’ sara’ la volta di Morgan Stanley (MS),
giovedi’ tocchera’ a Bear Stearns (BSC). Il rischio di
assistere a nuove, ulteriori svalutazioni legate al "credit
crunch" e’ ancora alto. L’agenzia Moody’s ha annunciato
inoltre un possibile taglio del rating sul credito di molte
istituzioni colpite negli ultimi mesi dal "credit crunch"; la
Banca d’affari Citigroup (C) ha rivisto al ribasso il giudizio
su una lunga lista di gruppi bancari. Un fattore di
preoccupazione in giornata e’ stato costituito anche dalle
deboli vendite retail registrate nell’arco del weekend.
Complici le temperature polari che hanno colpito vaste aree
degli Stati Uniti, i consumatori americani hanno speso meno
dello scorso anno nell’ultimo fine settimana; purtroppo anche
gli acquisti online sono risultati in calo. Il fatto evidenzia
come la crisi del credito abbia iniziato a produrre effetti
negativi anche sugli altri settori, diversi da quello
finanziario. Bank of America ha rivisto al ribasso le stime
sulle vendite al dettaglio, da +2% a +1.8%; le chance per un
rally di fine anno sono sempre minori (con buon pace di Abby
Cohen). Neanche le recenti operazioni di fusioni ed
acquisizioni societarie (solitamente un segnale di forza per
le borse), hanno limitato le forti vendite sull’azionario. Nel
dettaglio, Ingersoll-Rand (IR) ha avanzato una proposta di
acquisto sulla societa’ fornitrice di sistemi di aria
condizionata Trane (TT) del valore di $10.1 miliardi. Nel
settore petrolifero National Oilwell Varco (NOV) ha affermato
che rilevera’ Grant Prideco (GRP) per $7.5 miliardi. Sugli
altri mercati, nel comparto energetico, ancora in ribasso il
petrolio. I futures con consegna gennaio sono arretrati di
$0.64 a quota $90.63 al barile. Sul valutario, l’euro ha
continuato a cedere terreno nei confronti del dollaro. Nel
tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il cambio tra le due
valute e’ di 1.4392. In lieve progresso l’oro. I futures con
consegna febbraio sono avanzati di $1.30 a $799.30 all’oncia.
In netto ribasso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul
Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.1930% dal 4.2320% di
venerdi’.

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Wall
Street si regala un rally prima del week-end.
Acquisti su tecnologici e finanziari
Venerdì 21 Dicembre 2007,
22:40 - Di
Alberto Susic - Trend on Line ______________________________________________
A novembre i redditi personali sono
cresciuti ma leggermente meno delle attese, mentre le spese al
consumo hanno segnato un incremento più che doppio rispetto a
quello previsto. Ad incoraggiare gli investitori è stata anche
l'indicazione della fiducia Michigan che a sorpresa è salita a
dicembre, dopo il tonfo fatto registrare nelle due rilevazioni
preliminari. Gli acquirenti sono stati invogliati allo
shopping anche dal positivo outlook del comparto high-tech,
sulla scia dei risultati societario presentati da alcuni
grandi gruppi dell'economia a stelle e strisce. Qualche
segnale di distensione si è avuto ance per il settore
finanziario, dopo la buona notizia riguardante Merrill Lynch
(NYSE: MER - notizie) . Secondo indiscrezioni di stampa la
banca d'affari sarebbe in trattative con un fondo di
investimento di Singapore, per un'iniezione di liquidità da
ben 5 miliardi di dollari. Questo mix di fattori ha così
riportato il buonumore tra gli investitori che hanno messo da
parte le preoccupazioni degli ultimi giorni, tornando a fare
acquisti in maniera copiosa. Al suono della campanella è molto
positivo il bilancio dei listini, con Il Dow Jones e
l'S&P500 in salita dell'1,55% e dell'1,67%. In pole
position anche quest'oggi troviamo il Nasdaq Composite
(NASDAQ: notizie) , cresciuto dell'1,94%, a 2.691,99 punti,
sui massimi di giornata, dopo aver segnato un minimo a
2.671,59 punti.
Tra i titoli del Dow Jones (notizie) ,
spicca il rialzo di AT&T (NYSE: T - notizie) che è ha
guadagnato il 3,03%, ma tornano al centro degli acquisti anche
i finanziari. AIG ha chiuso in salita del 2,8%, seguito da
American Express (NYSE: AXP - notizie) e Jp Morgan entrambi in
ascesa dell'1,8%, riuscendo a fare meglio di Citigroup (NYSE:
C - notizie) che è avanzato dell'1,17%. Il rally dei
prezzi del petrolio ha spinto in avanti Exxon Mobil (NYSE: XOM
- notizie) che progredisce di quasi il 2% e recupera posizioni
McDonald's che sale del 2,11%, ripianando le perdite della
vigilia.
Sul tabellone elettronico del Nasdaq
Composite, scoppiettante Research in Motion che ha messo a
segno un progresso del 10,88%. Il gruppo ha festeggiato
l'ottima trimestrale diffusa ieri dopo la chiusura dei
listini, accompagnata peraltro da un outlook altrettanto
robusto. Quanto è bastato per indurre Bear Stearns (NYSE: BSC
- notizie) a migliorare il suo giudizio sul titolo, con una
raccomandazione salita da “peer perform” ad “outperform”.
Tra i big si segnalano Apple (NASDAQ: AAPL - notizie) ed
eBay, in crescita del 3,58% e del 2,79%, ma salgono ancora
Qualcomm (NASDAQ: QCOM - notizie) e Intel (NASDAQ: INTC -
notizie) di oltre due punti, insieme a Yhaoo e Google (NASDAQ:
GOOG - notizie) che se ne vanno al week-end con un guadagno
dell'1,58% e dell'1,01%.
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