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PARTE  1

INDICE CRONOLOGICO

PARTE  2

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Sessione   Dow J. S&P 500 Nasdaq C.
         

Mer. 02 Gen. 2008

Ws: SCIVOLONE su timori per economia. Tonfo per Intel....

-1,67% -1,44% -1,61%

Gio. 03 Gen. 2008

Ws: SFUMA IL RIMBALZO, GM e Intel in difficoltà al Dow....

0,10% 0 -0,27%

Ven. 04 Gen. 2008

Ws: DATI USA AFFONDANO I MERCATI, EUROPA BRUCIA 160 MLD

-1,96% -2,46% -3,77%
         

Mar. 08 Gen. 2008

WS: PESSIMA CHIUSURA, QUALCUNO GETTA LA SPUGNA

-1,86% -1,84% -2,36%

Gio. 10 Gen. 2008

WS: COLPO DI SCENA BERNANKE-COUNTRYWIDE

0,92% 0,79% 0,56%

Ven. 11 Gen. 2008

WS: SELL SENZA FINE, RECORD NEGATIVO DAL 1991

-1,92% -1,36% -1,95%
         

Mar. 15 Gen. 2008

WS: DURO COLPO, NUOVI SEGNALI DI RECESSIONE

-2,17% -2,49% -2,45%

Gio. 17 Gen. 2008

WS: DOW -300, MERCATO IN MANO AI RIBASSISTI

-2,46% -2,91% -1,99%

Ven. 18 Gen. 2008

WS: ANCORA GIU', NON CONVINCE IL PIANO BUSH

-0,49% -0,6% -0,29%
         

Mar. 22 Gen. 2008

WS: IN CALO MA IN RECUPERO DAI MINIMI

-1,06% -1,11% -2,04%

Mer. 23 Gen. 2008

WS: COLPO DI SCENA CON IMPRESSIONANTE RALLY

2,5% 2,14% 1,05%
         

Lun. 28 Gen. 2008

WS: RALLY IN ATTESA DELLA FED

1,45% 1,76% 1,02%

Mer. 30 Gen. 2008

WS: ILLUSIONE RALLY, POI GIU'

-0,30% -0,48% -0,38%

Gio. 31 Gen. 2008

WS: RITROVA LA STRADA DEI RIALZI E VA IN RALLY

1,67% 1,68% 1,74%
         

In questa rassegna, sono inseriti in ordine cronologico, i commenti di chiusura di tutte le sedute della borsa di Wall Street, aventi rilevanza tecnico/strategica

 

 

 

  Giovedì 03 gennaio 2008   Mercoledì 16 gennaio 2008   Mercoledì 23 gennaio 2008  
       
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Data Titolo
   

08 Gennaio 2008 14:11 ROMA

MERRILL LYNCH: LA RECESSIONE IN AMERICA E' GIA' INIZIATA

08 Gennaio 2008 16:36 NEW YORK

CITIGROUP: PERDITE PIU' GRAVI DEL PREVISTO

08 Gennaio 2008, 19:57 ROMA

Mutui: Countrywide Smentisce Bancarotta

10 Gennaio 2008, 18:59 NEW YORK

Fed: Bernanke, Scenario Economia Usa Peggiorato In 2008

11 Gennaio 2008 10:40 NEW YORK

MERRILL LYNCH: POSSIBILI SVALUTAZIONI PER $15 MLD

11 Gennaio 2008 17:36 NEW YORK

ORO AL NUOVO MASSIMO STORICO A $900 L'ONCIA

11 Gennaio 2008 21:17 NEW YORK

Mutui: Crisi Subprime Contagia Carte Credito, Giu' Amex

11 Gennaio 2008 23:58 NEW YORK

CITIGROUP: WSJ, ALWALEED E CINESE CDB PRONTI A INVESTIRE

   

17 Gennaio 2008 18:29 NEW YORK

Mutui: Bernanke, Perdite Subprime Non Oltre 500 Mld Dlr

18 Gennaio 2008 8:00 NEW YORK

Bernanke: il Congresso agisca subito

21 Gennaio 2008 06:49 PECHINO

CINA: BANK OF CHINA, FORTI PERDITE PER SUBPRIME

21 Gennaio 2008 15:06 NEW YORK

SOROS: E' LA CRISI PIU' GRAVE DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

21 Gennaio 2008, 20:42 MILANO

Borsa: Roubini, In Usa Sara' Recessione Piu' Dura Da 20 Anni

22 Gennaio 2008 11:59 ROMA

Borsa: futures Usa in calo, il maggiore dall'11/9

23 Gennaio 2008, 20:15 NEW YORK

Fed: Merrill Lynch, Dovra' Tagliare Tassi All'1%

29 Gennaio 2008 17:07 WASHINGTON

Fmi taglia stime crescita mondiale 2008, ammonisce su rischi

30 Gennaio 2008 14:30 NEW YORK

USA: PIL QUARTO TRIMESTRE CROLLA A +0.6% DA +4.9%

   

MACRO USA consuntivo mensile (EXCEL)

Rassegna in ordine cronologico, news aventi rilevanza strategica a breve, medio e lungo termine

 

 

 

 

 

WALL STREET: SCIVOLONE su timori per economia. Tonfo per Intel, bene Amazon e Yahoo

Mercoledì 2 Gennaio 2008, 22:53 - di Trendonline
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Pessimo avvio del nuovo anno per la piazza azionaria americana che dopo essersi congedata dal 2007 con una flessione, ha salutato il 2008 con un ribasso ancora più accentuato. Gli indici hanno cercato nelle prime battute di spingersi in territorio positivo, fallendo però subito dopo nel loro tentativo, in seguito alla diffusione di alcuni dati macro.
 
La spesa per le costruzioni a novembre ha registrato un inatteso recupero, mostrando una variazione positiva dello 0,1% in confronto alla flessione dello 0,2% messa in conto dalla comunità finanziaria. Cattive notizie sono arrivate invece dall'indice ISM manifatturiero che a dicembre è sceso a 47,7 punti, ben al di sotto dei 50,5 previsti. Ricordiamo che una flessione al di sotto dei 50 punti indica un deterioramento dell'attività manifatturiera e questo ha di fatto confermato le difficoltà e le incertezza in cui versa l'economia a stelle e strisce. Indicati in questa direzione sono arrivate anche dai verbali dell'ultima riunione della Fed, da cui è emerso che i banchieri centrali si attendono quest'anno uno sviluppo economico al di sotto delle stime precedentemente comunicate. I membri del Board si sono così dichiarati pronti ad ulteriori allentamenti della politica monetaria, nel caso in cui l'outlook sulla crescita e sull'inflazione dovessero peggiorare.
A ciò si sono aggiunte anche alcune cattive notizie arrivate dal mondo societario, con la bocciatura di diversi titoli da parte delle banche d'affari. A rendere ancor più cupo l'umore degli investitori ci ha pensato il nuovo record del prezzo del petrolio, arrivato a testare nell'intraday la soglia psicologica dei 100 dollari.
Questo mix di fattori spiega le negativa reazione dei listini, che si sono presentati al suono della campanella tutti in forte calo. Il Dow Jones e l'S&P500 hanno lasciato sul parterre rispettivamente l'1,67% e l'1,44%, mentre il Nasdaq Composite (NASDAQ: notizie) ha ceduto l'1,61% a 2.609,63 punti, dopo aver segnato un minimo a 2.597 e un massimo a 2.661 punti.
 
Tra i titoli del Dow Jones (notizie) , solo Pfizer (NYSE: PFE - notizie) è riuscito ad evitare le vendite chiudendo in rialzo dello 0,79%, ma si è difeso anche Exxon Mobil (NYSE: XOM - notizie) che mostra un frazionale calo dello 0,19%, nonostante il rally del prezzo del greggio.
In difficoltà i finanziari con Citigroup (NYSE: C - notizie) in rosso dell'1,77%, preceduto da American Express (NYSE: AXP - notizie) che è sceso dell'1,92%, ma è ancora più pesante il bilancio di JP Morgan e di AIG che hanno ceduto il 3,34% e il 3,43%.
Segno meno per IBM (NYSE: IBM - notizie) che ha lasciato sul parterre il 3,06%, dopo aver annunciato l'acquisizione dell'israeliana Xiv, senza tuttavia comunicare per ora i termini finanziari della stessa. In fondo al listino troviamo Intel (NASDAQ: INTC - notizie) con una perdita del 4,91%, sulla scia della bocciatura di Bank of America che ha ridotto la raccomandazione sul titolo da “buy” a “neutral”.
 
Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, in controtendenza Amazon.com (NASDAQ: AMZN - notizie) che porta a casa un rialzo del 3,9%, beneficiando della promozione di Citigroup. La banca d'affari ha rivisto al rialzo il rating da “hold” a “buy” con un prezzo obiettivo fissato a 119 dollari, vedendo un'interessante occasione d'acquisto nella recente correzione del titolo.
Bene anche Yahoo (NASDAQ: YHOO - notizie) che sale dell'1,98%, grazie alla mossa di ThinkEquity che suggerisce ora di comprare, sull'onda del miglioramento dei fondamentali del gruppo.
Riescono a limitare i danni Dell (NASDAQ: DELL - notizie) e Google (NASDAQ: GOOG - notizie) che scendono dello 0,49% e dello 0,91%, preceduti da Apple (NASDAQ: AAPL - notizie) che arretra dell'1,64%. Ancor più pesante Qualcomm (NASDAQ: QCOM - notizie) che chiude in rosso del 2,44% dopo la decisione di un tribunale che ha inibito la vendita di chip che violano il brevetto della rivale Broadcom (NASDAQ: BRCM - notizie) .

 

 

 

 

 

WALL STREET: SFUMA IL RIMBALZO, GM e Intel in difficoltà al Dow. Denaro su Oracle

Giovedì 3 Gennaio 2008, 22:33 - di Trendonline
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Giornata senza particolari scossoni per la piazza azionaria americana che dopo il forte arretramento della vigilia non è riuscita comunque nell'intento di mettere a segno l'atteso rimbalzo. I listini infatti hanno cercato a più riprese di spingersi in avanti, ma non sono riusciti ad evitare una chiusura contrastata.
 
Nelle prime battute un certo ottimismo è stato diffuso dagli aggiornamenti macro arrivati ancor prima dell'avvio degli scambi. Le indicazioni dell'ADP (Parigi: FR0010340141 - notizie) sull'occupazione nel settore privato ha evidenziato una crescita di 40mila unità, quasi in linea con le previsioni. Notizie ancora più incoraggianti sono arrivate dalle richieste di sussidi di disoccupazione che nell'ultima settimana del 2007 hanno evidenziato un calo maggiore delle attese. Questo lascia ben sperare anche per i dati sul lavoro di dicembre che saranno diffusi nella giornata di domani e che appaiono di rilievo anche per le prossime mosse di politica monetaria da parte della Fed.
Un input positivo è giunto anche dagli ordini alle fabbriche che a novembre sono aumentati dell'1,5%, superando la scommessa del mercato che puntava ad un incremento dell'1,2%. Questo però non è bastato ad offrire un grande sostegno ai listini che non sono riusciti a confermare le buone intenzione palesate in avvio di seduta. Nella seconda parte della sessione si è avuto un progressivo indebolimento, guidato soprattutto dalle vendite che anno colpito il settore high-tech e in particolare quello dei semiconduttori, con l'indice Soxx in calo di quasi un punto e mezzo.
Non ha evitato le vendite così anche il Nasdaq Composite (NASDAQ: notizie) che al suono della campanella viene fotografato a 2.602,68 punti, con un calo dello 0,27%, dopo aver segnato un massimo a 2.624 e un minimo a 2.592 punti. Si è spinto leggermente in avanti il Dow Jones (notizie) che ha chiuso in frazionale progresso dello 0,1%, mentre si è fermato esattamente sulla parità l'S&P500.
 
Tra i titoli del Dow Jones, in maglia rosa United Tech (NYSE: UTX - notizie) che ha chiuso in progresso dell'1,52%, ma è riuscita a fare bene anche Pfizer (NYSE: PFE - notizie) che ha continuato a guadagnare terreno con una salita dell'1,13%. Segno meno invece per la farmaceutica Merck (MERK.JK - notizie) che ha segnato un calo dello 0,33%, dopo aver annunciato il pagamento di 702 milioni di dollari alla svizzera Addex per la licenza di un farmaco.
In crescita dello 0,44% Exxon Mobil (NYSE: XOM - notizie) nonostante il ritracciamento dei prezzi del petrolio dal record dei 100 dollari. Contrastati i finanziari con Citigroup (NYSE: C - notizie) in crescita dello 0,28%, diversamente da American Express (NYSE: AXP - notizie) e da JP Morgan che mostrano una flessione dell'1,35% e dello 0,35%.
Ancora vendite per Intel (NASDAQ: INTC - notizie) che dopo il forte calo della vigilia ha ceduto quest'oggi il 2,68%, pagando ancora pegno per la bocciatura arrivata ieri da Bank of America. Pesante anche il bilancio di General Motors (NYSE: GM - notizie) , arretrato del 2,01%, complice la flessione del 5,2% delle vendite registrata a dicembre negli Usa.
 
Al New York Stock Exchange, brillante rialzo per Monsanto che ha messo a segno un rally di oltre otto punti, grazie all'ottima trimestrale che ha battuto le attese del mercato sia sul fronte degli utili che del fatturato, unitamente ad un outlook altrettanto positivo per l'intero 2008.
 
Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, in evidenza Celgene (NASDAQ: CELG - notizie) e Oracle che hanno guadagnato rispettivamente il 7,67% e il 2,76%. Non si ferma l'ascesa di Yahoo (NASDAQ: YHOO - notizie) avanzata oggi dello 0,51%, mentre si è accontentata di un lieve rialzo dello 0,05% Apple (NASDAQ: AAPL - notizie) , nonostante le positive indicazioni di alcuni brokers.
In lieve calo Google (NASDAQ: GOOG - notizie) che ha ceduto lo 0,13%, mentre alcune prese di profitto hanno interessato Amazon.com (NASDAQ: AMZN - notizie) che dopo il buon progresso di ieri è sceso dell'1,08%. Tra le perdite più significative segnaliamo quella di Dell (NASDAQ: DELL - notizie) , in rosso del 2,79% e quella di Starbucks (NASDAQ: SBUX - notizie) , in flessione del 3,16%.

 

 

 

 

 

WALL STREET: DATI USA AFFONDANO I MERCATI, EUROPA BRUCIA 160 MLD

04 Gennaio 2008 20:33 MILANO - di WSI - ANSA
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Venerdì nero per le Borse internazionali affondate ancora dal caro-petrolio e soprattutto dai timori sull'economia americana, rinnovati questa volta dal dato sull'andamento decisamente deludente dell'occupazione. Solo in Europa sono andati bruciati oltre 160 miliardi di euro di capitalizzazione, con perdite nell'ordine dell'1,94% per l'indice paneuropeo Dj Stoxx 600. Un fuoco incrociato di vendite si è scatenato poi un po' ovunque sui titoli dell'auto, affondati dai dati fiacchi sulle vendite registrate negli Usa dai principali gruppi internazionali, e una revisione al ribasso delle vendite attese nel 2008, sempre negli Usa, da parte di un colosso come Toyota.
Bush: nonostante qualche preoccupazione per il rallentamento della crescita economica, 'i mercati finanziari sono forti e solidi'. Il presidente ha esposto la sua posizione dopo aver incontrato il presidente della Federal Reserve, Bernanke, e il segretario al Tesoro, Paulson. Il tasso di disoccupazione Usa risulta salito al 5%, mentre i nuovi posti di lavoro sono stati stimati in soli 18mila, al di sotto delle previsioni che avevano ipotizzato 70mila nuovi posti di lavoro. Ma gli indici sono andati in profondo rosso alla borsa di New York dopo le parole del presidente, secondo cui "non possiamo dare per scontata la crescita economica".
"I dati confermano i timori che stiamo per cadere in un periodo di recessione", ha detto Boris Schlossberg di DailyFX.com. "La Fed dovrà continuare ad abbassare i tassi per far fronte a questo rallentamento dell'economia e ci saranno conseguenze negative anche per il dollaro". Il mercato sconta insomma uno scenario in cui la Federal Reserve molto probabilmente sara' costretta a tagliare di 50 punti base i feds funds questo mese. La giornata nervosa dei mercati borsistici era iniziata nel mattino con Tokyo, rientrata con un calo del 4,03% alla prima seduta del 2008 dopo i festeggiamenti per l'anno nuovo, a nuovi minimi da 17 mesi e sotto anche l'importante soglia psicologica dei 15mila punti, in un mix di fattori in cui ha pesato ancora una volta anche il 'mini-dollaro', mentre la difficile congiuntura internazionale non aiuta a rassicurare i mercati. Le altre piazze finanziarie asiatiche erano parse un po' più fiduciose (+2,35% Hong Kong) e anche l'Europa nel mattino aveva tentato di lasciarsi alle spalle i timori per il record visto in sul petrolio, giunto oltre i 100 dollari al barile.
I listini del Vecchio Continente si sono però portati rapidamente in calo nel primo pomeriggio con il dato deludente sulla disoccupazione americana, per poi peggiorare quando anche Wall Street è partita in negativo. La disoccupazione è risultata negli Stati Uniti pari al 5% a dicembre al di sopra delle attese che puntavano su un tasso del 4,8%. Decisamente deludente anche il dato dei 18 mila posti di lavoro creati, rispetto alle stime degli economisti che si attendevano 70mila nuovi occupati. Il timore, dopo la crisi immobiliare e creditizia, è che l'occupazione abbia un contraccolpo negativo sui consumi.
Sono dunque aumentate le attese che nell'incontro del 30 gennaio la Fed intervenga con un nuovo taglio al costo del denaro, ma il possibile alleggerimento delle politiche creditizie non è bastato a riportare il buon umore sui mercati. Nel comparto dell'auto (-5,64% l'indice Dj Stoxx di settore), Renault ha lasciato il 7,6%, dopo che la controllata Nissan aveva segnato una frenata del 9,19% nel mattino a Tokyo, quando anche Toyota aveva chiuso in calo del 4,3%. Ma nel Vecchio Continente sono andati male tutti i grandi titoli del settore, con Daimler in frenata del 6% e Fiat del 6,96%.
Le vendite non hanno però risparmiato un colosso della siderurgia come ArcelorMittal (-3,6%). Mentre Ericsson, che genera oltre il 9% delle vendite negli Usa, ha terminato in frenata del 4,3%. Tra i pochi spunti positivi nel Vecchio Continente, il balzo del 2,8% visto ad Amsterdam sui titoli di Royal Kpn, l'ex monopolista olandese che secondo alcuni rumor non confermati potrebbe essere oggetto di un'offerta pubblica da parte di Telefonica (-0,6%). Poco dopo la chiusura dei mercati europei il quadro a Wall Street vedeva vendite soprattutto sui titoli più ciclici, con ancora una volta gli automobilistici colpiti dalle vendite. General Motors viaggiava in calo del 3% e Ford del 4,50%, ai minimi di 22 anni dopo essere stata superata da Toyota nella vendita di automobili sul mercato degli Stati Uniti nel corso del 2007. Puniti anche i produttori di beni collegati alla casa (-2,5% Home Depot; -6,75% Bed, Bath & Beyond), o i costruttori di microprocessori (-2,6% Hewlett-Packard). Sul Nasdaq, Intel perde il 6,7%, complice anche un peggior giudizio da parte degli analisti di JpMorgan Chase, travolgendo in una spirale ribassista la maggior parte delle azioni del settore informatico Nella tabella l'andamento degli indici di riferimento dei principali mercati. - Tokyo -4,03% - Londra -2,02% - Parigi -1,79% - Francoforte -1,26% - Milano -1,61% - Madrid -1,71% - Amsterdam -1,59% - Stoccolma -3,42% - Zurigo -2,72% - Dow Jones -1,49% (alle 19 circa) - S&P 500 -2,37% (alle 21 circa) - Nasdaq -3,80% (alle 21 circa).
 

 

 

 

MERRILL LYNCH: LA RECESSIONE IN AMERICA E' GIA' INIZIATA 

08 Gennaio 2008 14:11 ROMA - di ANSA
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La recessione degli Stati Uniti, la prima degli ultimi 16 anni, non è più un'ipotesi, ma è già iniziata. A dirlo, gelando gli operatori finanziari che si domandano se ci sarà recessione e quanto durerà, è addirittura Merrill Lynch. Il capo-economista per il Nord America della banca d'investimenti, David Rosenberg, è convinto che il peggioramento del mercato del lavoro, oltre al calo delle vendite al dettaglio, segnalano che il motore economico statunitense, da sempre basato sui consumi, sia appena entrato nel suo primo mese di recessione.
"In base alle nostre analisi, questa (la recessione, ndr) non è nemmeno più una previsione ma una realtà", dice Rosenberg, un economista ben noto a Wall Street, il cui quadro per le prospettive economiche statunitensi é peggiore rispetto a quanto ipotizzato da altri istituti e dalla Casa Bianca. Il presidente George Bush, la scorsa settimana, ha tuttavia detto che "non possiamo dare per scontata la crescita", facendo ipotizzare che una recessione - tecnicamente due trimestri di fila con contrazione del prodotto interno lordo - sia nelle cose.
A sostegno della sua analisi Rosenberg cita un bel po' di dati negativi, fra cui i principali indicatori usati dal National Bureau of Economic Research (Nebr) come termometro per lo stato di salute dell'economia: e cioé la disoccupazione (in particolare la gelata sul mercato del lavoro della scorsa settimana con il tasso dei senza lavoro balzato al 5%), i redditi personali reali, la produzione industriale e le vendite al dettaglio. Tutti e quattro gli indici - dice secondo quanto riporta il quotidiano inglese Telegraph - "sembrano aver segnato un picco attorno a novembre e dicembre, suggerendo in maniera convincente che siamo effettivamente entrati nel primo mese di recessione".

 

 

 

CITIGROUP: PERDITE PIU' GRAVI DEL PREVISTO

08 Gennaio 2008 16:36 NEW YORK - di ANSA
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Da uno studio di Merrill Lynch emerge che il colosso finanziario potrebbe riportare altri $16 miliardi in svalutazioni. Quasi raddoppiata la...
Citigroup potrebbe registrare una perdita maggiore del previsto, a causa di svalutazioni per ben 16 miliardi di dollari nel quarto trimestre.
Un analista di Merrill Lynch ipotizza una perdita di 1,43 dlr per azione nel 4/o trimestre, quasi raddoppiata rispetto al rosso stimato in 73 centesimi.
Le svalutazioni di asset legati ai mutui Usa da parte di Bear Stearns e Lehman suggeriscono anche per la prima banca Usa un probabile 'forte peggioramento nel valore dei titoli sottostanti'.

 

 

 

Mutui: Countrywide Smentisce Bancarotta

Martedì 8 Gennaio 2008, 19:57 ROMA - di ANSA
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(ANSA) - ROMA, 8 GEN - Countrywide Financial, il colosso dei prestiti immobiliari statunitense oggi oggetto di forti vendite alla borsa di New York, ha ufficialmente smentito di essere prossimo a finire in bancarotta, definendo queste ipotesi pura speculazione. La precisazione ha fatto riprendere un po' di terreno al titolo, che in ogni caso arretra del 12% a 6,73 dollari dopo essere sceso in precedenza fino a 5,76.
Il comunicato di Countrywide ha permesso agli indici di Borsa di risalire la corrente, tornando in territorio positivo.
(ANSA).
 

 

 

 

WALL STREET: PESSIMA CHIUSURA, QUALCUNO GETTA LA SPUGNA

08 Gennaio 2008 22:05 NEW YORK - di WSI
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Pessima chiusura a New York, con accelerazione delle vendite sul finale, dopo che i commenti del colosso telecom AT&T (vedi sotto) hanno provocato un avvitamento a spirale degli indici, sulla sostanziale debolezza del comparto finanziario e dei perduranti segni di crisi del mercato immobiliare. I listini hanno chiuso in netto ribasso dopo aver iniziato la sessione con un tono positivo e aver oscillato per tutta la seduta. Il Dow Jones ha ceduto l'1.86% a 12589, l’S&P500 ha perso l'1.84% a 1390, il Nasdaq, che ad un certo punto della seduta guadagnava piu’ dell’1%, ha subito una perdita del 2.36% a 2440 estendendo la serie negativa ad 8 sessioni consecutive.
Ad impensierire gli operatori e’ stata la notizia secondo cui la societa’ di mutui ipotecari Countrywide Financial (CFC), negli scorsi mesi finita nel ciclone della crisi subprime, avrebbe falsificato alcuni documenti relativi ad un pignoramento di un immobile nello stato della Pennsylvania come prova da utilizzare in un contenzioso legale. Il titolo e' crollato -25% trascinando in rosso l'intero comparto finanziario, nonostante la smentita formale di Countrywide alle voci che per tutta la seduta si sono rincorse in borsa in merito al fatto che il gruppo sia sull’orlo della bancarotta.
Tra le blue chip, American Express (AXP), Citigroup (C) e JP Morgan (JPM) hanno riportato perdite giornaliere vicine al 3%, la banca d’affari Bear Stearns (BSC) ha lasciato sul terreno oltre 5 punti percentuali nonostante l’annuncio, inizialmente ben accolto dagli investitori, sulle dimissioni di James Cayne da amministratore delegato.
A contribuire al sentiment negativo e' stato il deludente dato sulle vendite di case con contratti in corso, sceso in misura maggiore delle previsioni nel mese di novembre. Note preoccupanti sono emerse anche dalla brutta trimestrale di KB Home (KBH): l’azienda ha riportato una perdita di $772 milioni e annunciato un difficile periodo per l’intera industria nel 2008.
Come si diceva, a deprimere i listini nell’ultima ora di scambi e’ stato soprattutto l’annuncio del colosso telecom AT&T (T) relativo ad un rallentamento dei business della telefonia e della banda larga. Il titolo e’ arrivato a perdere piu’ dell’8%, mentre nello stesso comparto Verizon (VZ) ha accusato il colpo arretrando di circa il 5%.
"Il mercato era gia' in una posizione di debolezza ed e' stramazzato sul finale sull'ondata di cattive notizie" commenta Phillip Roth, chief technical market analyst di Miller Tabak. "E' gia' un mercato orso, e molto probabilmente reagira' piu' alle notizie negative che a quelle positive. Anche se si va verso condizioni di ipervenduto, non ci sono segnali che i sell siano finiti". L'apertura di mercoledi' mattina sara' certamente problematica.
Gli operatori continuano a interrogarsi sulle prossime mosse della Federal Reserve ora che la minaccia della recessione e’ reale. A fine mese Bernake & Co. avranno un duro compito da risolvere, soprattutto con l’inflazione che non sembra dare segnali di cedimento. Probabilmente si assistera’ ad un nuovo taglio del costo del denaro (ora al 4.25%). Per Bill Gross di Pimpco il target sui fed funds arrivera’ al 3% entro la meta’ del 2008.
Sugli altri mercati, in buon recupero il greggio. In seguito al brusco calo (circa $3) della sessione precedente, i futures con consegna febbraio hanno chiuso con un rialzo giornaliero di $1.24 a $96.33 al barile dopo essersi spinti ad un massimo intraday di $97.50. Sul valutario, l’euro ha recuperato terreno nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4712. In forte progresso l’oro. I futures con consegna febbraio, balzati ad un nuovo massimo storico di $883.70, hanno chiuso in progresso di $18.30 a $880.30 all’oncia . In leggero calo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.8420% dal 3.8390% di lunedi’.

 

 

 

 

CIAMBELLE DI SALVATAGGIO: BANK OF AMERICA COMPRA COUNTRYWIDE?

10 Gennaio 2008 20:24 NEW YORK - di ANSA
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Il Rumors sul floor del Nyse circola con insistenza: Bank of America e' in trattative per rilevare Countrywide, il disastrato colosso dei mutui immobiliari. Il titolo Countrywide, penalizzato con un crollo che ha fatto scendere il prezzo in pochi mesi da $40 a $4, in seguito a ricorrenti voci di bancarotta per la drammatica crisi dei subprime, e' in rialzo di circa al New York Stock Exchange +50% ed era arrivato a salire anche +60%.
L'indiscrezione ha risollevato l'intero settore finanziario e ha fatto ritornare i buy a Wall Street, anche dopo che sui listini Usa era totalmente svanito l'effetto Bernanke. Quel che viene fatto notare nelle sale trading di alcune banche d'affari e' che il rumor non e' confermato ne' da Bank of America ne' da Countrywide. Sembra che la fonte (anonima) sia a Washington. Il che potrebbe essere un'ulteriore conferma di come certi poteri forti stiano facendo di tutto per non far avvitare su stesso il mercato azionario.

 

 

 

Fed: Bernanke, Scenario Economia Usa Peggiorato In 2008

Giovedì 10 Gennaio 2008, 18:59 - di ANSA
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(ANSA) - NEW YORK, 10 GEN - Lo scenario dell'economia Usa è peggiorato per quanto riguarda il 2008.
Lo afferma il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, aggiungendo di vedere "elementi critici" nel settore dei prestiti e di essere contrariato dal dato sull'occupazione di dicembre che, qualora proseguisse il suo andamento negativo, avrebbe inevitabilmente un impatto sui consumi. (ANSA).
 

 

 

 

WALL STREET: COLPO DI SCENA BERNANKE-COUNTRYWIDE

10 Gennaio 2008 22:05 NEW YORK - di WSI
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Dopo aver trattato in rosso nella prima parte della giornata, a causa delle brutte notizie giunte dai settori retail e finanziario, i listini azionari americani hanno girato in positivo nelle ore finali della seduta, archiviando la sessione in rialzo. A riportare gli acquisti sui mercati sono stati i commenti del presidente della Federal Reserve, Ben Bernake, secondo cui la Banca Centrale sarebbe pronta ad attuare nuove azioni di politica monetaria (aprendo le porte ad un nuovo taglio dei tassi d'interesse) e l’annuncio del possibile acquisto del colosso dei mutui ipotecari Countrywide Financial (CFC) da parte di Bank of America. Il Dow Jones e’ avanzato dello 0.92% a 12853, l’S&P500 dello 0.79% a 1420, il Nasdaq ha guadagnato +0.56% a 2488.
Nel corso di un incontro in un albergo di Washington con uomini di affari, borsa e finanza, dopo il suo discorso ufficiale con testo preparato, Ben Bernanke si e' sottoposto a una straordinaria sessione domande e risposte con il pubblico. Il che la dice lunga sulla volonta' di rassicurare il mercato finanziario, grazie alla massima trasparenza e comunicazione da parte della Federal Reserve. Al gran capo della Fed e' stato anche chiesto molto esplicitamente se pensa ci sara' una recessione in America. "No", ha risposto, "in questo momento alla Fed prevediamo un rallentamento, ma non una recessione, anche se di questi fenomeni di solito ci si accorge 6 mesi dopo che sono cominciati". "Tuttavia - ha continuato - potrebbero essere necessarie nuove misure per permettere all'economia di evitare il rischio di una recessione". "Dobbiamo essere eccezionalmente in allerta per rispondere nel modo piu' rapido possibile, ove sia necessario, con sostanziali nuove azioni di politica monetaria", ha concluso.
Nel meeting del FOMC della Fed fissato per il prossimo 30 gennaio si assistera’ con molte probabilita’ ad un nuovo abbassamento del costo del denaro; gli operatori si interrogano ora sull’entita’ del taglio, non e’ da escludere infatti una riduzione di 50 punti base per permettere all’economia di assorbire meglio la debolezza del mercato immobiliare e i duri colpi del "credit crunch".
Ad intensificare gli acquisti sui mercati e’ stato anche l’annuncio sulle trattative tra la banca d’affari Bank of America (BAC) e il disastrato colosso dei mutui immobiliari Countrywide (CFC) su cui proprio pochi giorni fa erano iniziate a circolare voci di bancarotta. La notizia ha avuto l’effetto di trascinare al rialzo l’intero settore e i comparti a questo connessi, come l’immobiliare e il finanziario; il KBW Mortgage Finance Index e’ schizzato +5.8% subito dopo la diffusione della news.
L’interesse di Bank of America per CFC ha fornito agli investitori la fiducia necessaria per affrontare con maggiore determinazione e serenita’ il difficile momento creatosi nel comparto sulla scia della crisi del credito scoppiata la scorsa estate. Il titolo, arrivato a segnare un rialzo intraday di oltre il 70%, ha chiuso la seduta in progresso del 50% circa.
Anche oggi quindi a caratterizzare il trading e’ stata la volatilita’. I listini avevano iniziato la seduta in netto ribasso pressati dal profit warning del gruppo finanziario Capital One Financial (COF), uno dei leader nel settore carte di credito, e dalle deludenti vendite comparate riportate dalle aziende retail nel mese dello shopping natalizio.
"L’allarme di Capital One lascia pensare che le famiglie americane, oltre ai problemi con la casa, abbiano iniziato ad avere difficolta’ anche con le carte di credito" hanno commentato alcuni analisti, tanto da temperare il relativo ottimismo sulla possibile iniezione di nuovo capitale nei colossi Merrill Lynch (MER) e Citigroup (C) da parte di governi stranieri.
Non hanno avuto un rilevante impatto i dati macro diffusi in giornata. Note positive sono emerse dal comparto del lavoro con le nuove richieste per sussidi di disoccupazione risultate in calo la scorsa settimana. In rialzo, in misura inferiore delle attese, le scorte di magazzino all'ingrosso.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico ancora in forte calo il greggio. I futures con consegna febbraio hanno chiuso con un ribasso giornaliero di $1.96 a $93.71 al barile. Sul valutario, l’euro ha recuperato terreno rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4805. In forte progresso l’oro. I futures con consegna febbraio, balzati ad un nuovo record di $897.00, hanno chiuso vicino ai massimi, in progresso di $11.90 a $893.60 all’oncia. In calo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.8870% dal 3.7910% di mercoledi’.

 

 

 

 

MERRILL LYNCH: POSSIBILI SVALUTAZIONI PER $15 MLD

11 Gennaio 2008 10:40 NEW YORK - di ANSA
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Molto peggio delle stime, per la crisi dei mutui immobiliari. Il colosso mondiale nelle attivita' di intermediazione titoli starebbe cercando di raccogliere capitali per 4 miliardi da investitori in Usa, Asia e Medio Oriente.
Merrill Lynch potrebbe svalutare 15 miliardi di dollari in seguito alla crisi dei mutui immobiliari. Lo scrive il New York Times, segnalando che la cifra sarebbe il doppio di quanto originariamente atteso e decisamente superiore anche ai 12 miliardi di dollari attesi dagli analisti. Il colosso mondiale nelle attivita' di intermediazioni titoli starebbe cercando di raccogliere capitali per 4 miliardi di dollari da investitori in Usa, Asia e Medio Oriente.

 

 

 

ORO AL NUOVO MASSIMO STORICO A $900 L'ONCIA

11 Gennaio 2008 17:36 NEW YORK - di ANSA
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Gli acquisti del metallo giallo sono stati favoriti dalla prospettiva di nuovi tagli dei tassi d' interesse negli Usa. Il mercato sconta infatti al 100% un ribasso di mezzo punto percentuale dei Fed Funds il 30 gennaio prossimo.
L'oro ha toccato quota 900 dollari l'oncia al Comex di New York, segnando un nuovo record storico. Gli acquisti di oro sono stati favoriti dalla prospettiva di nuovi tagli dei tassi d' interesse negli Usa. Il mercato sconta infatti al 100% un ribasso di mezzo punto percentuale dei Fed Funds il 30 gennaio prossimo. Anche l'argento sempre a New York e' salito al nuovo massimo di sempre a 16,415 dollari.
 

 

 

 

WALL STREET: SELL SENZA FINE, RECORD NEGATIVO DAL 1991

11 Gennaio 2008 22:02 NEW YORK - di WSI
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Wall Street si e’ spinta nuovamente al ribasso nell’ultima sessione della settimana a causa dei rinnovati timori sull’industria del credito la cui crisi sembra ancora lontana dall’essere risolta. Il Dow Jones ha lasciato sul terreno l'1.92% a 12606, l’S&P500 l'1.36% a 1401, il Nasdaq ha ceduto l'1.95% a 2439. Il listino tecnologico ha chiuso in ribasso in 9 delle ultime 11 sedute registrando una performance negativa dell’8% dall’inizio dell’anno e del 14% dai massimi di ottobre. Per i listini Usa si tratta della terza chiusura settimanale consecutiva in rosso; era dalla scorsa estate che non si assisteva ad una sequela negativa di tali dimensioni. Come prime due settimane dell'anno, i listini non erano mai stati tanto negativi dal 1991.
Non ha retto dunque l’entusiasmo originato nella seduta precedente dalle parole del presidente della Fed, Ben Bernanke, sulla continuazione di una politica accomodante da parte della Banca Centrale, e dall’acquisto del disastrato colosso dei mutui immobiliari Countrywide (CFC) da parte di Bank of America (BAC).
La settimana prossima vedra’ la comunicazione dei rapporti trimestrali delle maggiori banche d’affari; gli ultimi dati indicano pero’ che la forte esposizione sul rischioso business dei mutui subprime potrebbe continuare a pesare sui risultati delle banche e finanziarie coinvolte. Un rapporto diffuso in mattinata evidenzia come la banca d’affari Merrill Lynch (MER) potrebbe riportare perdite superiori al previsto nell’ultimo trimestre, fino a $15 miliardi. Anche il colosso del credito Citigroup potrebbe riportare svalutazioni superiori alle stime: si parla di un valore vicino ai $16 miliardi (contro le stime di $11 mld).
La notizia segue l’altrettanto allarmante annuncio del big delle carte di credito American Express (AXP), costretta a rivedere al ribasso le stime sui profitti trimestrali a causa del crescente tasso d’insolvenza sul ripagamento del debito dei propri clienti. Il titolo AXP ha ceduto piu’ del 10%, registrando il maggiore calo giornaliero di quasi 7 anni (17 settembre 2001, giorno di riapertura della borsa di New York dopo gli attacchi alle Torri Gemelle), trascinando al ribasso anche Mastercard (MA), arretrato della stessa percentuale. Giovedi’ nello stesso comparto delle carte di credito era stata Capital One (COF) a tagliare l’outlook sugli utili.
A mettere maggiore pressione ai listini e’ stato anche il profit warning della societa’ di oggetti preziosi Tiffany & Co. (TIF), le cui vendite comparate nel mese di dicembre sono arretrate del 2%, soprendendo gli analisti che avevano invece previsto una crescita. "Sia American Express che Tiffany hanno una forte esposizione sui consumatori. Quella di oggi e’ una chiara indicazione di un rallentamento della spesa delle famiglie americane e dell’indebolimento generale dell’economia" ha affermato Sam Rahman, equity manager di Baring Asset Management.
All’interno del Dow Jones, i maggiori ribassi sono stati registrati, oltre che dal gia’ citato AXP, da McDonald’s (MCD), 3M Company (MMM) e Procter & Gamble (PG). Sono riusciti a chiudere in positivo Citigroup (C), supportato dalle voci di un’iniezione di nuovo capitale, Alcoa (AA), Altria (MO) e Merck (MRK).
Tra gli altri titoli, in calo RF Micro Devices (RFMD) dopo che il fornitore di Motorola (MOT) e Nokia (NOK) ha emesso un profit warning citando una ridotta domanda dai Paesi asiatici. In netto calo anche Juniper Networks a causa delle dimissioni del COO, passato al gruppo esecutivo di Microsoft (MSFT).
Per cio’ che riguarda i dati macro (che in tale contesto continuano a ricevere un’attenzione ridotta rispetto al solito), nel mese di novembre il deficit della bilancia commerciale Usa si e’ allargato del 9.3%, deludendo le attese degli analisti; i prezzi import sono risultati invariati a dicembre.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico ancora in calo il greggio. I futures con consegna febbraio hanno chiuso con un ribasso giornaliero di $1.02 a $92.90 al barile. Sul valutario, l’euro ha chiuso in lieve calo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4775. In forte progresso l’oro che durante le contrattazioni ha toccato un nuovo record storico di $900 l'oncia. I futures con consegna febbraio hanno chiuso in progresso di $4.10 a $897.70 all’oncia. In rialzo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.81% dal 3.8870% di giovedi’.

 

 

 

 

Mutui: Crisi Subprime Contagia Carte Credito, Giu' Amex

Venerdì 11 Gennaio 2008, 21:17 - di ANSA
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(ANSA) - NEW YORK, 11 GEN - La crisi finanziaria degli Usa, partita dal crollo dei mutui subprime, contagia il remunerativo e strategico settore delle carte di credito e manda a picco in Borsa, l'operatore più prestigioso, American Express.
Bank of America salva da una possibile bancarotta Countrywide Financial, comprando il colosso dei mutui californiano per 4 miliardi di dollari, mentre rumor di mercato danno in arrivo una analoga operazione di Jp Morgan Chase verso Washington Mutual, altro gruppo finanziario in crisi per le pesanti esposizioni verso i mutui ad alto rischio.
Citigroup e Merrill Lynch si avviano a iscrivere in bilancio accantonamenti miliardari in vista della diffusione dei dati del quarto trimestre 2007 che saranno diffusi la prossima settimana, rispettivamente il 15 e il 17 gennaio. Le svalutazioni per Citi sono stimate a quota 16 miliardi di dollari, in base alle proiezioni degli analisti di Bear Stearns, seguendo di poche ore le indicazioni apparse sul New York Times su interventi più o meno della stessa entità attesi da Merrill Lynch.
American Express crolla a Wall Street di oltre il 10% (a 43,8 dollari) e affonda il Dow Jones, dopo gli accantonamenti per 275 milioni di dollari segnati nell'ultimo trimestre a copertura di eventuali insolvenze. Il gruppo è "prudente sullo scenario del 2008" e segnala pure il rallentamento della spesa dei titolari di carte di credito a dicembre e l'aumento delle insolvenze, a partire da California e Florida dove le turbolenze del mercato immobiliare sono più evidenti.
Appena giovedì Capital One, il primo operatore indipendente di carte di credito negli Usa, ha tagliato del 20% le stime di utili per l'anno passato a causa dell'aumento dei crediti in sofferenza iscrivendo a riserva circa 1,9 miliardi a copertura di potenziali perdite.
Bank of America indossa i passi del 'cavaliere bianco' e raggiunge l'accordo per acquistare Countrywide Financial, leader statunitense dei mutui, attraverso un'offerta di scambio di azioni che valuta il gruppo fondato e guidato da Angelo Mozilo quattro miliardi di dollari. Per il manager italo-americano, figlio di un macellaio del Bronx, c'é un assegno da oltre 100 milioni di dollari a titolo di buonuscita. Il prezzo pattuito della transazione include uno sconto dell'8% sui valori dei titoli Countrywide (-14% oggi in Borsa) precedente l'annuncio, a conferma che la crisi dei muti porta alla vera e propria svendita di asset considerati a rischio. "Abbiamo la forza per sostenere l'operazione", commenta soddisfatto Kenneth Lewis, numero uno di Bank of America che diventa ora il primo operatore dei mutui del Paese.
I saldi d'inizio anno, legati al tonfo subprime, potrebbero vedere a breve protagonista Jp Morgan Chase che rumor vorrebbero prossima all'acquisizione di Washington Mutual, altro colosso inciampato sui prestiti ad alto rischio. La terza banca Usa è già intervenuta per Northern Rock, la banca britannica salvata dal crac dalla Banca d'Inghilterra con un prestito d'emergenza da 25 miliardi di sterline, acquistando crediti ipotecari per 4,3 miliardi di dollari. L'obiettivo è estinguere le risorse ricevute a settembre dalla Old Lady, l'istituto centrale inglese. (ANSA).

 

 

 

CITIGROUP: WSJ, ALWALEED E CINESE CDB PRONTI A INVESTIRE

Venerdì 11 Gennaio 2008, 23:58 - di ANSA
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(ANSA) - NEW YORK, 12 GEN - Il principe saudita Alwaleed in soccorso di Citigroup per un'iniezione di nuova liquidità, come fece nel 1991, diventando primo socio individuale della banca che allora si chiamava Citicorp con quasi il 5% del capitale. Alwaleed, scrive il Wall Street Journal nella sua edizione online, non è l'unico a scendere in campo malgrado non sia chiaro ancora l'importo del suo impegno, perché c'é pure la China Development Bank, pronta a versare nelle casse di Citigroup, messe a dura prova dalle perdite dei mutui subprime, qualcosa come 2 miliardi di dollari sottoscrivendo un prestito convertibile. Appena lo scorso mese, Alwaleed è stato scalzato nell'azionariato dalla holding di Abu Dabhi che per 7,5 milairdi ha comparto il 4,9% del capitale. L'istituto cinese è uno dei tre principali gruppi bancari di Pechino e, appena lo scorso 31 dicembre, ha ricevuto 20 miliardi di dollari dal fondo sovrano China Investment Corp per favorire la sua trasformazione in banca commerciale. Citigroup, secondo le fonti raccolte dal quotidiano, punta a mettere insieme nuove risorse per 8-10 miliardi di dollari e si avvia ad essere così la terza banca americana a ricevere in breve tempo il soccorso cinese, dopo i 5 miliardi di China Investment Corp a favore di Morgan Stanley e il miliardo di Citic Securities in Bear Stearns. (ANSA).
 

 

 

 

 

WALL STREET: DURO COLPO, NUOVI SEGNALI DI RECESSIONE

15 Gennaio 2008 22:05 NEW YORK - di WSI
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L'inatteso calo delle vendite al dettaglio e le perdite record riportate da Citigroup spingono i listini ai minimi di 10 mesi con perdite giornaliere superiori al 2%.
Nuova ondata di vendite sull’azionario americano. Dopo la breve parentesi positiva di lunedi’, a Wall Street sono tornate a prevalere con forza le vendite innescate dai deludenti aggiornamenti macroeconomici e dalle pessime notizie che continuano a giungere dal fronte finanziario. Il Dow Jones ha perso il 2.17% a 12501, l’S&P500 il 2.49% a 1380, il Nasdaq ha ceduto il 2.45% a 2417. Si tratta del peggior inizio dell’anno dal 1978, nelle prime tre settimane sono stati bruciati ben $800 miliardi.
Ad occupare la scena in giornata sono state ancora una volta le banche d’affari: sotto i riflettori il colosso Citigroup (C) che ha riportato una perdita trimestrale di $9.8 miliardi (la prima della storia) su svalutazioni di $22 miliardi legate al business dei mutui subprime e altri investimenti ad alto rischio. La banca ha anche annunciato un taglio del 40% del dividendo e la riduzione di 4200 posti di lavoro.
A poco e’ servita la notizia sull’iniezione di nuovo capitale ($14 miliardi) da parte dei governi di Singapore e del Kuwait. L’azione e’ arretrata di oltre il 7.00%. Merrill Lynch diffondera’ i risultati trimestrali il prossimo giovedi’; anch’essa ha ottenuto nuovi capitali da parte di alcuni fondi asiatici per un totale di $6.6 miliardi. La situazione nel comparto del credito resta critica: da una ricerca effettuata dall’agenzia Bloomberg, le societa’ finanziarie dell’S&P500 riporteranno nell’ultimo trimestre un calo dei profitti del 69% rispetto allo scorso anno. Preoccupa il tasso d’insolvenza dei consumatori, ora alle prese con nuovi problemi legati al business delle carte di credito.
Sul fronte economico, note relativamente positive sono emerse in riferimento alla dinamica inflazionistica, con i prezzi alla produzione scesi dello 0.1% a dicembre, ma l’inatteso calo delle vendite al dettaglio (-0.4%) lascia molti dubbi sulla spesa delle famiglie americane. Inoltre l’attivita’ manifatturiera nell’area di New York ha subito un’ulteriore contrazione.
Sono dati che gli economisti prendono come pre-avvisaglie della recessione in arrivo negli Stati Uniti. L’ex capo della Fed, Alan Greenspan, in un’intervista rilasciata al Wall Street Journal, ha dichiarato che l’economia statunitense potrebbe presto entrare in un periodo di recessione: la frenata dell’attivita’ manifatturiera e il balzo del tasso di disoccupazione sono "chiari segnali" di rallentamento economico.
Tra gli operatori hanno iniziato a circolare con insistenza voci di un possibile atteggiamento particolarmente aggressivo della Banca Centrale in materia di politica monetaria. I futures sui fed funds indicano una probabilita’ del 34% di assistere ad un taglio di 75 punti base nel meeting di fine mese. Prima dell’11 gennaio tale ipotesi non raccoglieva alcun consenso.
Nel comparto hi-tech, grande attenzione e’ stata polarizzata dalla conferenza di Steve Jobs durante il MacWorld a San Francisco, dove sono state presentate le ultime novita’ di Apple. Il nuovissimo ed ultraleggero computer portatile (MacBook Air) e il lancio di un nuovo servizio video su iTunes non hanno pero’ particolarmente entusiasmato gli investitori, affossando il titolo di quasi 6 punti percentuali.
Forti vendite hanno colpito anche l’azienda leader nei semiconduttori grafici Nvidia (NVDA) dopo un downgrade di Deutsche Bank. Attesa ora la trimestrale del colosso dei chip Intel (INTC) che verra’ diffusa subito dopo la chiusura delle borse.
Nel settore biotech ha sofferto Genentech (DNA) dopo aver annunciato un aumento del 6% dei profitti, ma espresso alcuni timori sulla crescita delle vendite. Tra i titoli telecom, il gigante finlandese della telefonia mobile Nokia (NOK) ha comunicato un taglio di 2300 posti di lavoro in Germania; l’azione e’ arretrata dell’1.30% circa.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio ha ripreso a spingersi al ribasso. I futures con consegna febbraio hanno chiuso con una perdita giornaliera di $2.30 a $91.90 al barile.
Sul valutario, dopo essersi spinto vicino ai massimi assoluti, a quota $1.4921, l’euro ha ritracciato nel cosro della seduta chiudendo in lieve calo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4826. In lieve flessione, dopo una stringa possitiva di sei giornate, l’oro. I futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno chiuso in calo di 90 centesimi a $902.50 all’oncia. In buon rialzo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.70% dal 3.79% di lunedi’.

 

 

 

 

USA: CROLLO DEI NUOVI CANTIERI EDILI, -14.21% A DICEMBRE

17 Gennaio 2008 14:30 NEW YORK - di ANSA
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Il dato e' di 1.006 milioni, nettamente inferiore alle stime degli analisti. Ancora in flessione (-8%) le licenze di costruzione (un indicatore di attivita’ futura), ai minimi di 16 anni.
Nel mese di dicembre i nuovi cantieri edili negli Stati Uniti sono diminuiti del 14.21% ad un valore annualizzato e destagionalizzato di 1.006 milioni di unita’, in netto calo rispetto alle attese degli analisti che erano per un valore di 1.150 milioni. Si tratta del minimo livello degli ultimi 16 anni, per l'esattezza dal livello di 996000 nel maggio 1991.
Lo ha annunciato il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti.
A conferma della pesantissima recessione nel settore immobiliare, e' stato comuicato anche in forte calo il numero delle licenze di costruzione (-25%), un indicatore di attivita’ futura sull'apertura dei cantieri, attestatesi a 1.068 milioni (stime 1.140 milioni), peggior livello dal 1993.

 

 

Mutui: Bernanke, Perdite Subprime Non Oltre 500 Mld Dlr

Giovedì 17 Gennaio 2008, 18:29 - di ANSA
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(ANSA) - NEW YORK, 17 GEN - Le perdite causate dai mutui subprime, spiega Bernanke ai componenti della Commissione Bilancio della Camera, potrebbero attestarsi ad alcuni multipli di 100 miliardi di dollari ma non oltre quota 500 miliardi.
Poco prima durante l'audizione, il numero uno della Fed aveva stimato in 100 miliardi di dollari, in base al quadro attuale, le perdite generate dal crollo dei mutui ad alto rischio.
"Nel comparto subprime - spiega ora Bernanke - ci sono qualcosa come 5 milioni di mutui del valore complessivo di mille miliardi di dollari. Mi pare un'esagerazione considerare che tutti i finanziamenti vadano in pignoramento, mentre è allo stato attendibile una cifra di 100 miliardi di dollari".(ANSA).

 

 

Petrolio: le vendite non si fermano. Il quadro macro Usa preoccupa il mercato

Giovedì 17 Gennaio 2008, 21:03 - di ANSA
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Seduta a due facce quella odierna per i prezzi del petrolio che dopo le flessioni delle ultime due giornate, hanno cercato inizialmente di riguadagnare terreno, senza riuscire però nel loro intento. In mattinata le quotazioni hanno ripreso la via del rialzo, tanto da arrivare a spingersi poco al di sopra dei 92 dollari al barile. Secondo gli operatori questo movimento è stato dettato da ragioni puramente tecniche, da ricondurre alla chiusura di posizioni short, avvenuta con la discesa del crude oil al di sotto dei 90 dollari al barile.
Nel pomeriggio però le vendite sono tornate a fare capolino, proprio in coincidenza con il peggioramento dei listini azionari americani ed europei. Anche sul mercato dell'oro nero sono state avvertite le preoccupazioni dettate dai pessimi dati macro Usa, che hanno denunciato un quadro congiunturale sempre più fosco.
Ha avuto inizio così una discesa che ha spinto i prezzi fino all'area degli 89,5 dollari, dove però sono ritornati alcuni acquisti che hanno portato il future con scadenza febbraio a chiudere le contrattazioni a quota 90,13 dollari, senza evitare comunque una conclusione in rosso dello 0,8%.
 

 

 

 

WALL STREET: DOW -300, MERCATO IN MANO AI RIBASSISTI

17 Gennaio 2008 22:05 NEW YORK - di WSI
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Pesanti vendite a New York sui timori di un ingresso dell'economia in fase di recessione. Listini diretti verso un mercato "orso": DJIA e S&P500 -14% dai massimi di ottobre, Nasdaq -17% dal top.
Anche oggi i listini si sono spinti pesantemente al ribasso pressati dal pessimo dato sull’attivita’ manifatturiera dell’area di Philadelphia e dai poco incoraggianti commenti di Bernanke sull’economia. Il Dow Jones ha e’ arretrato del 2.46% a 12159, l’S&P500 del 2.91% a 1333, il Nasdaq ha perso l'1.99% a 2346. Gli ultimi dati macro hanno rafforzato le ipotesi di una manovra di politica monetaria aggressiva da parte della Fed ma le preoccupazioni su un ingresso degli Stati Uniti in una fase di recessione restano elevate.
I principali indici azionari sembrano indirizzati verso una condizione di mercato "orso" che corrisponde ad un brusco calo di almento il 20% dai massimi. Sia il Dow Jones che l’S&P500 hanno ceduto il 14% dal top dello scorso 9 ottobre, il Nasdaq ha ritracciato di quasi il 17% dai massimi di diversi anni toccati il 31 ottobre. "Il mercato e’ chiaramente guidato da una sensazione di paura e dall’evidente rischio del rallentamento economico, senza escludere una fase di recessione all’orizzonte" ha affermato Dean Gulis, managing director di Loomis Sayles & Co. in Michigan.
Gli acquisti iniziali, originati dal buon dato sul mercato del lavoro, hanno ben presto lasciato spazio alle forti vendite subito dopo la comunicazione dell’indicatore Philadelphia Fed che ha segnalato una contrazione dell’attivita’ manifatturiera nel mese di gennaio a -20.9 punti, registrando il peggiore calo di oltre sei anni; pessimo e’ stato anche l’aggiornamento sul settore immobiliare che ha mostrato un crollo dei nuovi cantieri edili, deludendo le attese.
Non ha offerto alcun supporto ai mercati l’intervento del presidente della Fed, Ben Bernanke, al Congresso. Il capo della Fed ha confermato un deterioramento dell'outlook economico e la "fragile" situazione del comparto finanziario. Bernake ha affermato che le pedite legate al business dei muti subprime potrebbero continuare a crescere nei prossimi mesi e che lo stimolo fiscale da $100 miliardi proposto dalla Camera potrebbe essere "significativo". Gli operatori continuano a credere in una manovra aggressiva da parte della Fed: e’ ampiamente atteso un taglio del costo del denaro di 50 punti base nell meeting del 30 gennaio; c’e’ chi ha avanzato l’ipotesi di un intervento della Banca Centrale a mercati aperti prima della fine del mese nel caso di un ulteriore scivolone dei listini.
Non c'e' ancora pace per il comparto bancario. La banca d’affari Merrill Lynch (MER) ha riportato una perdita di $9.8 miliardi (piu’ del doppio delle stime) a causa delle forti svalutazioni ($11.5 mld) legate al business dei mutui subprime. Il titolo ha lasciato sul terreno circa il 10%. Segnali poco incoraggianti sono emersi anche dal gruppo Bank of New York Mellon (BK) che ha registrato un calo del 68% dei profitti sempre a causa della forte esposizione su investimenti ad alto rischio.
Tra i titoli del Dow Jones, l’unico in grado di chiudere in territorio positivo e’ stato General Motors (GM) dopo una incoraggiante presentazione offerta agli analisti. Tra gli altri titoli, in lieve flessione IBM (IBM) che rilascera’ dopo la chiusura i dettagli sulla performance trimestrale dopo aver annunciato buoni risultati preliminari. Tra i titoli hi-tech e’ riuscito a chiudere in rialzo eBay (EBAY) grazie all’upgrade di Bear Stearns. Forti vendite invece sul gruppo chimico Monsanto (MON) dopo che UBS ha consigliato ai clienti di vendere l’azione.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio ha continuato a spingersi al ribasso. I futures con consegna febbraio hanno ceduto $0.71 a $90.13 al barile. Sulvalutario, invariato l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4657. Ancora vendite sull’oro. I futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno chiuso in calo di $1.50 a $880.50 all’oncia. In buon progresso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.64% dal 3.7120% di mercoledi’.

 

 

 

 

 

Bernanke: il Congresso agisca subito 

Venerdì 18 Gennaio 2008, 8:00 - di ANSA
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Da Il Sole 24 Ore: Il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha lanciato ieri in Congresso un allarme. Secondo il numero uno della Fed occorre agire subito con aggressive e rapide azioni straordinarie a sostegno dell'economia. E se Bernanke incoraggia a introdurre misure di stimolo fiscale nel momento in cui l'inflazione potrebbe esplodere, vuol dire che l'economia americana sta molto peggio di quello che sembra. E i mercati azionari hanno reagito di conseguenza. Tutti gli indici hanno cominciato a muoversi in ribasso avvicinandosi al territorio controllato dall'orso. Oggi la Casa Bianca presenterà un pacchetto di stimoli fiscali fra i 100 e i 150 miliardi di dollari. 
 

 

 

 

WALL STREET: ANCORA GIU', NON CONVINCE IL PIANO BUSH

18 Gennaio 2008 22:15 NEW YORK - di WSI
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I listini hanno chiuso ancora una volta in negativo pressati dalla delusione per le misurie straordinarie annunciate dal presidente Usa e dai timori di un ingresso in fase di recessione. Peggior settimana degli ultimi 5 anni.
La seduta di borsa a New York si e’ chiusa ancora una volta in rosso. Dopo aver aperto in buon rialzo i listini hanno ceduto interamente i guadagni iniziali pressati dal disappunto degli operatori per le misure di emergenza annunciate dal presidente Bush, dalla debolezza del comparto finanziario e da alcuni dati macro poco incoraggianti. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.49% a 12099, l’S&P500 dello 0.60% a 1318, il Nasdaq ha ceduto lo 0.29% a 2340. E' stata la peggiore settimana degli ultimi 5 anni: l'indice industriale e quello tecnologico hanno lasciato sul terreno 4 punti percentuali, l'S&P500 ha registrato una perdita del 5.4%.
Dal pacchetto di misure straordinare presentato dal presidente Usa per stimolare l’economia non sono emersi dettagli che non fossero gia’ attesi dagli operatori. Bush ha definito il piano come "la priorita’ economica piu’ importante del momento". Il pacchetto dovrebbe avere un valore pari all’1% del Prodotto Interno Lordo ed offrire rimborsi fiscali ai consumatori e alle aziende per circa $145 miliardi. Dal discorso del presidente Usa e’ emerso che nonostante restino alcune minacce per l’economia, le aspettative della Casa Bianca sono per una continuazione della crescita.
Evidente la delusione degli operatori che hanno giudicato il programma non sufficiente a rilanciare l’attivita’ economica a stelle e strisce. Le nuove misure potrebbero offrire un relativo supporto nel breve periodo ma i problemi che sembrano affliggere l’economia americana in questo momento potrebbero estendersi sul lungo termine. Gli investitori restano preoccupati sull’ingresso in una possibile fase di recessione. Gli ultimi dati continuano ad indicare un deterioramento delle condizioni dei mercati, il tasso di disoccupazione e' balzato del 5%, l’attivita’ manifatturiera sta registrando una crescita negativa. Anche il Superindice di dicembre diffuso in mattinata ha mostrato un nuovo calo (il terzo consecutivo), oltre le attese degli analisti.
L’alta volatilita’, in parte originata anche dalla scadenza delle options, continua cosi’ ad evidenziare la forte incertezza degli investitori sulla direzione economica.
A risollevare lo spirito a Wall Street prima dell’apertura erano state la trimestrale della conglomerata industriale General Electric (GE) e l’outlook favorevole offerto dal colosso informatico IBM. I listini continuano a spingersi al ribasso nonostante i grafici tecnici suggeriscano che il comparto azionario si trova nella piu’ evidente condizione di ipervenduto degli ultimi 6 anni.
Forti Sell hanno interessato anche oggi il comparto finanziario ed in particolare le societa' "bond insurer" dopo essere state oggetto di un downgade da parte degli analisti di Bank of America (BAC). MBIA (MBI) e' arretrato del 7%, Security Capital (SCA) ha ceduto oltre il 9%.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio ha riguadagnato terreno. I futures con consegna febbraio sono avanzati di $0.44 a $90.57 al barile. Sul valutario, in lieve calo l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi' a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4614. Ancora vendite sull’oro. I futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno chiuso in rialzo di $1.10 a $881.60 all’oncia. In ribasso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.6480% dal 3.64% di giovedi'.

 

 

 

 

CINA: BANK OF CHINA, FORTI PERDITE PER SUBPRIME

21 Gennaio 2008 06:49 PECHINO - di ANSA
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(ANSA) - PECHINO, 21 GEN - La Bank of China, una delle quattro grandi banche pubbliche della Cina, annuncerà in aprile delle perdite astronomiche a causa della sua esposizione nei subprime, i mutui facili travolti da una crisi negli Stati Uniti. Lo scrive oggi il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, citando fonti bancarie cinesi. La Bank of China ha annunciato lo scorso agosto di avere investimenti per 9,65 miliardi di dollari nei subprime, che nei mesi seguenti sono tagliati e ridotti a 7,95 miliardi. Nei primi tre trimestri del 2007, la Bank of China ha annunciato profitti per 45,47 miliardi di dollari, con una crescita del 40 per cento rispetto all' anno precedente. Secondo il South China Morning Post, "anche se il governo cinese ha mantenuto un atteggiamento calmo verso l' esposizione delle banche nei sub-prime, i massimi leader hanno espresso privatamente la loro preoccupazione" per la la situazione e avrebbero sottolineato la necessità di "maggiori controlli" sugli investimenti finanziari all' estero. (ANAS).

 

 

Futures Usa in pesante calo su timori recessione

21 Gennaio 2008 14:19 - di REUTERS
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NEW YORK (Reuters) - I futures sugli indici azionari Usa viaggiano in pesante ribasso, lasciando presagire un forte calo all'apertura di Wall Street domani. Oggi la borsa statunitense è chiusa per il Martin Luther King Jr. Day. I timori di una recessione negli Usa stanno avendo la meglio sui mercati di tutto il mondo e una pesante ondata di vendite oggi si è abbattuta sulle piazze asiatiche ed europee. Intorno alle 17,00 italiane il futures sullo S&P 500 cede 55 punti (oltre il 4%), ben al di sotto del fair value, una formula matematica che valuta i prezzi tenendo conto di tassi di interesse, dividendi e tempo che manca alla scadenza del contratto. Il derivato sul Dow Jones arretra di 470 punti (-3,9%) e quello sul Nasdaq 100 di 71 punti (-3,8%).

 

 

SOROS: E' LA CRISI PIU' GRAVE DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

21 Gennaio 2008 15:06 NEW YORK - di ANSA
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La crisi finanziaria in atto e' la piu' grave dalla II guerra mondiale. Il finanziere George Soros afferma che gli Usa sono minacciati dalla recessione e che anche l'Europa rischia di finire in una fase di contrazione del ciclo economico.
 
 
La crisi finanziaria in atto e' la piu' grave dalla II guerra mondiale. A sostenerlo e' George Soros in un'intervista. Soros afferma che gli Usa sono minacciati dalla recessione e che anche l'Europa rischia di finire in una fase di contrazione del ciclo economico. Soros ha aggiunto di non attendersi risultati significativi dal piano di stimolo da 150 miliardi di dollari annunciato dall'amministrazione Bush.
 

 

 

Borsa: Roubini, In Usa Sara' Recessione Piu' Dura Da 20 Anni 

Lunedì 21 Gennaio 2008, 20:42 - di ANSA
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(ANSA) - MILANO, 21 GEN - La recessione negli Stati Uniti "durerà per l'intero 2008" e anche se "non sarà come quella del '29, sara' la più difficile degli ultimi vent'anni". E' così che l'economista Nouriel Roubini spiega il lunedì nero sulle Borse internazionali. "I mercati oggi sono andati giù perché stanno riflettendo sul fatto che a questo punto una recessione negli Usa è inevitabile", ha detto a dibattito con l'economista Francesco Giavazzi, organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera, 'Sopravviveranno i mercati al
 2008?''.
 
"Se guardiamo al mercato immobiliare, alle vendite al dettaglio, alla disoccupazione, tutto indica che la recessione negli Stati Uniti non sarà lieve ma severa", ha spiegato Roubini. Ciò avrà inevitabilmente un impatto anche sulle altre economie: "Non prevedo una recessione globale ma un forte rallentamento", ha spiegato quindi l'economista, che è stato tra i consiglieri economici della Casa Bianca nel 1998 e del Tesoro nel 1999. Secondo Roubini la Federal Reserve, dopo aver già tagliato i tassi dell'1% negli ultimi mesi, "li porterà sotto il 3% entro l'anno" dal 4,25% attuale, ma come le misure fiscali annunciate da Bush, "non possono evitare una recessione, ma solo limitarne gli effetti". Rispetto alla crisi finanziaria del 2001, inoltre, "sul mercato non ci sono solo problemi di liquidità, ma di insolvenza". Il quadro è quindi più fosco e per gli Usa l'attesa è di "quattro trimestri di recessione".
Di certo la crisi attuale ci ricorda che "la supervisione e la vigilanza del sistema finanziario sono stati insufficienti" e ora è difficile capire esattamente i limiti della crisi attuale: "I meccanismi finanziari attuali sono così complessi - ha detto Roubini - , così esoterici che non riusciamo a capirne i meccanismi esatti. Dovremo spendere un po' di tempo per capirli altrimenti ci troveremo come ad avere a che fare con una scatola nera". (ANSA).

 

 

 

Borsa: futures Usa in calo, il maggiore dall'11/9

22 Gennaio 2008 11:59 ROMA - di ANSA
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In Europa S&P cede 62,30 punti, Dow Jones -529, Nasdaq -90
(ANSA) - ROMA, 22 GEN - I futures sugli indici di borsa di New York sono in netto calo: l'S&P 500 potrebbe segnare oggi il peggior scivolone dall'11 settembre 2001. Negli scambi sui mercati europei, i futures sullo S&P 500 cedono 62,30 punti (pari al 4,7%) a 1.263,30 punti. I derivati sul Dow Jones lasciano sul terreno 529 punti a 11.566, mentre i derivati sul Nasdaq cedono 90 punti a quota 1.759. Sul fronte dei titoli, Exxon Mobil, tra gli altri, cede sei dollari a 79,09 dollari a Francoforte. Il settore petrolifero guida il ribasso delle materie prime, come l'oro, con Barrick Gold che cede in Europa 3,48 dollari a quota 43,25. Ancora sotto forte pressioni i titoli bancari: Bank of America, in attesa della trimestrale, perde 2,38 dollari a 33,59 dollari, Goldman Sachs cede 9,32 dollari a 177,89 e Merrill Lynch cede 3,77 dollari a 48,10. Il mercato attende anche i risultati trimestrali di Johnson & Johnson (prima dell'apertura di borsa) e Apple (dopo la chiusura). (ANSA)

 

 

 

WALL STREET: IN CALO MA IN RECUPERO DAI MINIMI

22 Gennaio 2008 22:05 NEW YORK - di WSI
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Nuovi colpi di scena alla borsa di New York. La manovra straordinaria della Fed argina le forti perdite iniziali ma non basta a ridare fiducia agli operatori. Dow Jones sotto i 12000 punti per la prima volta dal 2006.
I listini americani hanno chiuso in ribasso per la quinta sessione consecutiva, segnando la piu’ lunga serie negativa degli ultimi 11 mesi, pressati ancora una volta dai timori di un ingresso dell’economia in una fase di recessione. A Wall Street hanno continuato a prevalere le vendite nonostante la manovra straordinaria (la prima dal settembre 2001) della Fed di abbassare il costo del denaro di 75 punti base al 3.50%, utile comunque ad arginare l’ondata di vendite materializzatasi in avvio. A fine giornata il Dow Jones, che perdeva oltre 400 punti nei minuti iniziali, ha chiuso con un ribasso dell'1.06% a 11971, l’S&P500 ha ceduto l'1.11% a 1310, il Nasdaq (in partenza in ribasso del 5%) il 2.04% a 2292.
Per limitare il ‘panic selling’ che aveva investito le borse mondiali ad inizio settimana (con cali compresi tra il 5% e il 7% da Londra a Sidney), la Banca Centrale americana con un’azione d'emergenza senza precedenti negli ultimi 7 anni, ha ridotto a mercati aperti i tassi sui fed funds dello 0.75%, abbassandoli dal 4.25% al 3.50%. Si tratta del piu' forte taglio dei tassi da parte della Fed degli ultimi 25 anni, l'ultimo di questa portata risale infatti all'agosto 1982. La decisione conferma quanto gravi siano gli sbilanci e disequilibri sul mercato finanziario americano, per via della crisi creditizia innescata dal calo immobiliare e dai mutui subprime.
Il recente sell-off sull’azionario ha spinto i listini verso una condizione di mercato "orso", evidente nel forte ritracciamento dai massimi dello scorso anno, con il Dow Jones e l’S&P500 in ribasso del 16% dal top di ottobre, e il Nasdaq giu’ del 19%. Per fornire maggiore fiducia agli investitori e ai consumatori, la Fed potrebbe proseguire la politica monetaria di tipo accomodante nel tentativo di evitare la recessione. I futures sui fed funds indicano una possibilita’ del 74% di assistere ad un ulteriore taglio del tasso interbancario di 50 punti base nell’incontro del 30 gennaio.
"C'erano pochi dubbi sul fatto che la Fed non avrebbe aspettato fino al meeting della prossima settimana, se non fosse stato per le condizioni dei mercati azionari" commenta Ian Shepherdson, chief economist di High Frequency Economics. "Questa mossa non riaggiusta tutto in un attimo, anzi. L'economia Usa deve ancora fronteggiare la recessione, ma almeno adesso sappiamo che la Fed l'ha capito".
Seppur sono stati evidenziati dei parallelismi tra il recente movimento dell’azionario e il crash del 1987, il Dow Jones Industrial dovrebbe arretrare di ancora 2700 punti per uguagliare il calo percentuale di allora. Alcuni analisti stanno comunque consigliando di incrementare l’esposizione sull’azionario poiche’ alle attuali condizioni il mercato appare in una chiara condizione di ipervenduto nonostante la minaccia della recessione.
Sul fronte societario, a livello settoriale a riportare le maggiori perdite sono stati i comparti delle utilities, farmaceutico e tecnologico. Hanno guidato la strada dei rialzi i settori immobiliare e finanziario, aiutati proprio dalla decisione della Fed. Tra i singoli titoli, Bank of America (BAC) e’ riuscita ad avanzare di oltre il 3% nonostante la brutta trimestrale che ha mostrato un crollo del 97% dei profitti. Stesso dicasi per Wachovia (WB) che ha riportato un calo del 98% degli utili nell’ultimo trimestre a causa delle forti svalutazioni dovute all’esposizione sul business dei mutui subprime. Hanno terminato in forte progresso anche le due note societa’ "bond insurer" MBIA (MBI) e Ambac Financial (ABK) dopo che quest’ultima ha annunciato la revisione di nuovi piani strategici.
Bene anche i titoli retail grazie all’upgrade sull’intero comparto emesso dagli analisti di Bernstein; Home Depot (HD) e Lowe’s (LOW), i due colossi americani di articoli per la casa, sono balzati di oltre 6 punti percentuali. Nel comparto hi-tech, grande attenzione sulla trimestrale del gigante informatico Apple, che verra’ diffusa subito dopo la chiusura delle borse.
Nel comparto energetico in calo Exxon Mobil (XOM) sulla debolezza mostrata dal petrolio. La minaccia della recessione sta continuando a pesare sulle quotazioni dell’oro nero, oggi scese ai minimi di sei settimane. I futures con consegna febbraio sono arretrati di $0.72 a $89.85 al barile. Sul valutario, in buon recupero l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4615. In progresso l’oro. I futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno chiuso in rialzo di $8.60 a $890.30 all’oncia. In forte progresso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4840% dal 3.6480% di venerdi’.

 

 

 

 

Mutui: Soc Gen Sotto Pressione, Si Teme Per Sua Esposizione

Mercoledì 23 Gennaio 2008, 16:19 - di ANSA
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(ANSA) - PARIGI, 23 GEN - La Societé Generale è nuovamente sotto pressione oggi alla borsa parigina con gli investitoti preoccupati della possibile ampiezza della sua esposizione alla crisi dei 'subprime'. Nel primo pomeriggio i suoi titoli perdevano il 5,33% a 78,10 euro portando così al 18% il calo registrato in una settimana.
I mercati vorrebbero maggiori chiarimenti da parte della banca guidata da Daniel Bouton che secondo il settimanale satirico 'Le Canard Enchaine' sarebbe quella più a rischio in Francia. "Secondo le ultime notizie, è la Societé Generale che sarebbe la più colpita in quanto avrebbe commesso l'errore di assicurare la maggior parte dei suoi crediti a rischio con un solo istituto americano, oggi in piena crisi". (ANSA).

 

 

Fed: Merrill Lynch, Dovra' Tagliare Tassi All'1%

Mercoledì 23 Gennaio 2008, 20:15 - di ANSA
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(ANSA) - ROMA, 23 GEN - La Federal Reserve dovrà tagliare il costo del denaro all'1%, ai livelli del giugno 2004, mentre l'economia statunitense sarà in recessione nei primi tre trimestri dell'anno in corso. E' il parere espresso oggi da David Rosenberg, capoeconomista di Merrill Lynch per il NordAmerica, secondo cui "la seria natura dell'attuale deflazione sul mercato immobiliare e la situazione di 'credit crunch' rende necessaria una politica monetaria particolarmente aggressiva".
Nello scorso dicembre lo stesso Rosenberg aveva predetto che gli Usa sarebbero entrati in recessione per la prima volta da sei anni a questa parte.(ANSA).
 

 

 

 

WALL STREET: COLPO DI SCENA CON IMPRESSIONANTE RALLY

23 Gennaio 2008 22:01 NEW YORK - di WSI
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Ancora volatilita' a New York. Il Dow Jones recupera 300 punti dai minimi e si spinge di altri 300 al rialzo. Leadership dai settori finanziario ed immobiliare. Operatori divisi pero' sulla direzione dell'economia.
Seduta estremamente volatile per gli indici americani, capaci di recuperare dalla forte debolezza iniziale e terminare la seduta in positivo grazie al colpo di reni delle ultime ore. Il Dow Jones, che perdeva oltre 300 punti ad un certo momento della sessione, ha chiuso con un progresso del 2.50% a 12272, l’S&P500 del 2.16% a 2318, il Nasdaq, inizialmente pressato dalle brutte trimestrali di Apple (AAPL) e Motorola (MOT), ha guadagnato l'1.05% a 2316.
"La volatilita’ e’ diventata un elemento costante sui mercati azionari e lo sara’ finche’ gli investitori non inizieranno ad avere un quandro piu’ chiaro sulla direzione economica" ha affermato Alan Lancz, direttore della banca d’investimento LanczGlobal. Negli ultimi 14 giorni di contrattazioni solo in due sedute si sono registrati movimenti del Dow Jones inferiori a tre cifre.
A spingere al rialzo gli indici sono stati gli acquisti effettuati sul finale dagli investitori alla ricerca delle opportunita’ create dal recente sell-off, che in molti casi ha originato una condizione di ipervenduto, ideale per l’inserimento di determinati titoli in portafoglio. A guidare il recupero sono stati i comparti bancario e immobiliare (REIT compresi), che hanno iniziato a beneficiare della manovra straordinaria di politica monetaria effettuata dalla Fed nella giornata di ieri, relativa alla riduzione del costo del denaro di 75 punti base al 3.5%.
Tra i singoli titoli, Citigroup(C), JPMorgan (JPM) e Bank of America (BAC), le piu’ grosse banche americane, tra martedi’ e mercoledi’ hanno registrato il miglior rally degli ultimi tre mesi; Centex (CTX) e DR Horton (DHI) nel comparto delle costruzioni si sono spinti al rialzo ad un tasso che non si vedeva da quasi due mesi. Da notare che Bear Stearns (BSC) in mattinata aveva emesso un upgrade a "Overweight" da "Underweight" proprio sul comparto bancario a larga capitalizzazione evidenziando come nei periodi di forti ribassi dei tassi queste societa’ hanno tendenzialemente sovraperformato il mercato.
C’e’ gia’ pero’ chi ha definito il rally giornaliero come il classico "rimbalzo del gatto morto" sostenendo che ne’ la politica monetaria accomodante della Fed tanto meno il pacchetto di stimolo fiscale presentato da Bush permetteranno all’economia Usa di evitare la recessione (che secondo la maggior parte degli operatori e' gia' cominciata, anche se non rilevata statisticamente).
A spingere in forte ribasso gli indici in avvio, oltre al solito tam-tam su recessione e tassi d’interesse, era stata anche la deludente trimestrale diffusa dal colosso informatico Apple (AAPL) responsabile dei massicci Sell sull’intero comparto tecnologico. La societa’ di Cupertino ha diffuso un outlook peggiore delle stime per i prossimi mesi e riportato vendite inferiori al consensus. L’azione ha chiuso con un ribasso dell’11%.
Tra le altre societa’ hi-tech, in evidente difficolta’ anche Google (GOOG) (arrivato a testare il livello psicologico dei $550) e Microsoft (MSFT). Motorola (MOT) ha riportato un calo dell’84% dei profitti e annunciato un outlook inferiore alle attese: il titolo ha lasciato sul terreno piu’ del 18%. Subito dopo la chiusura delle borse sara’ il colosso delle aste online eBay (EBAY) a diffondere la trimestrale.
Il rischio-recessione sta comunque influenzando in pieno i mercati mondiali. Forti perdite sono state riportate sulle princiapli piazze europee. Gli strategist delle maggiori banche d’affari Usa stanno rivedendo al ribasso tutte le stime sulla crescita del Pil americano e sui target degli indici azionari. Tobias Levkovich, chief equity strategist di Citigroup (C) ha ridotto le stime sul 2008 per l’S&P500 del 7.5%. Anche le banche d’affari Merrill Lynch (MER) e UBS hanno rivisto al ribasso le previsioni sulla crescita dell’azionario e dell'economia.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico ancora in ribasso il petrolio. I futures con consegna febbraio sono arretrati di $2.22 a $86.99 al barile. Sul valutario, in stabile l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi' a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4631. In ribasso l’oro. I futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno chiuso in ribasso di $7.20 a $883.10 all’oncia. In progresso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4260% dal 3.4840% di martedi'.

 

 

 

 

 

WALL STREET: RALLY IN ATTESA DELLA FED

28 Gennaio 2008 22:05 NEW YORK - di WSI
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Dopo aver iniziato la sessione in rosso, i listini americani hanno ritrovato la strada dei rialzi ed hanno chiuso la sessione in territorio positivo. Il Dow Jones ha guadagnato l'1.45% a 12384, l’S&P500 l'1.75 % a 1353, il Nasdaq ha chiuso in rialzo dell'1.02% a 2349. A riportare gli acquisti sull’azionario sono state le rafforzate speranze di un proseguimento della politica monetria di tipo accomodante da parte della Fed.
Gia' domani la Banca Centrale si riunira’ nuovamente a Washington, il comunicato ufficiale che accompagnera’ la decisione sui tassi sara’ diffuso nel primo pomeriggio di New York del prossimo mercoledi’. I futures sui fed funds indicano un taglio del 50% del costo del denaro (dall’attuale 3.5%); appena 8 giorni fa Bernanke & Co erano intervenuti sul mercato con una manovra straordinaria che ha abbassato il tasso interbancario di 75 punti base.
A rapporzare l’ipotesi di un ulteriore abbassamento del costo del denaro e’ stato il deludente dato giunto in mattinata dal comparto immobiliare. L’aggiornamento, che inizialmente aveva depresso i listini per l’evidente, continua debolezza del comparto, ha mostrato una nuova contrazione delle vendite di case nuove a dicembre, ai minimi livelli degli ultimi 13 anni.
Non sono pero’ mancate alcune critiche al rialzo giornaliero. Alfred Goldman, chief market strategist di A.G. Edwards ha messo in evidenza come "nel caso di un taglio ai tassi inferiore del previsto o inesistente, il mercato potrebbe manifestare una certa delusione; in caso contrario, la reazione potrebbe essere ugualmente negativa poiche’ evidenzierebbe uno scenario economico in pericolo".
Le operazioni di trading continueranno a mostrare con molte probabilita’ una forte volatilita’ nei prossimi giorni. In serata e’ atteso l’intervento del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, sull’annuale discorso relativo allo "Stato dell’Unione", mercoledi’ sara’ la volta delle Fed, venerdi’ sara’ diffuso l’importante rapporto sull’occupazione che offrira’ maggiori segnali sul mercato del lavoro.
Sul fronte societario, il colosso fast food McDonald’s (MCD) ha comunicato una trimestrale migliore delle attese, ma il titolo e’ arretrato a causa del rallentamento registrato sulle vendite comparate in America. Subito dopo la chiusura delle borse ad occupare la scena sara’ nuovamente il comparto finanziario con la trimestrale di American Express (AXP), recentemente in forte calo a causa dei guai che le famiglie americane stanno riscontrando nel business delle carte di credito.
Tra le notizie di mergers & acquisitions, il BlackStone Group ha confermato l’interesse per Alliance Data (ADS) ma ha sottolineato che la proposta di acquisto da $6.4 miliardi potrebbe essere a rischio per via delle regolamentazioni ‘esagerate’ richieste dalle autorita’ competenti sul takeover. In trattative i due mercati di futures sulle commodities: il CME Group potrebbe rilevare il Nymex attraverso un’operazione ‘cash e stock’ del valore di $11.07 miliardi.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico in leggero progresso il petrolio. I futures con consegna marzo sono avanzati di $0.280 a $90.99 al barile. Sul valutario, in recupero l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4770. Ad un nuovo record ($929.50) l’oro. I futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno chiuso con un guadagno intraday di $16.40 a $927.10 all’oncia. In leggero ribasso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.5860% dal 3.5840% di venerdi’.

 

 

 

 

Borsa Usa brucia brevemente guadagni su rumour perdite JP Morgan

29 Gennaio 2008 16:56 - di REUTERS
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NEW YORK (Reuters) - L'azionario statunitense si affaccia temporaneamente in territorio negativo, appesantito dai rumour di mercato che parlano di perdite legate ai derivati per la banca JP Morgan. L'isituto non ha voluto commentare le voci. In un seduta caratterizzata dall'alta volatilità, nelle prime battute i listini si muovevano in cauto rialzo, sostenuti dalle attese di una nuova riduzione dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nel meeting di domani. Ad alimentare l'ottimismo degli operatori anche il report sugli ordini di beni durevoli, che ha mostrato a dicembre un aumento superiore alle previsioni degli analisti, alleviando i timori legati alla crescita economica. Intorno alle 16 prima il Nasdaq e in seguito Dow ed S&P hanno virato in rosso. Quindici minuti più tardi il paniere delle blue chip si è riportato in territorio positivo a 12.430,55, in progresso dello 0,38%. Alla stessa ora l'indice allargato Standard & Poor's 500 avanza dello 0,31% a 1.358,22 punti. L'indice si è mosso in un range compreso tra 1350,19 e 1363,14 punti. Si mantiene sotto i livelli di ieri l'indice composto Nasdaq, che segna un calo dello 0,22% a 2.345,15 punti. Lettera diffusa sin dall'apertura su Countrywide Financial (-4,54%). L'erogatore di mutui numero uno in Usa ha annunciato una perdita netta di 422 milioni di dollari nel quarto trimestre, a causa di un aumento dei casi di morosità.

 

 

 

Fmi taglia stime crescita mondiale 2008, ammonisce su rischi

29 Gennaio 2008 17:07 - di REUTERS
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WASHINGTON (Reuters) - Il Fondo monetario internazionale ha ridotto le proprie stime sulla crescita mondiale nel 2008 a 4,1% da 4,4% della proiezione di ottobre scorso per tenere conto della crisi sui mercati del credito. L'attività economica, avverte l'Fmi, potrebbe rallentare ulteriormente. Più in dettaglio il Fondo ha tagliato a 1,6% da 2,1% la stima sulla crescita della zona euro e a 1,5% da 1,9% quella relativa agli Stati Uniti. Per quanto riguarda il Giappone la stima sul Pil passa a 1,5% da 1,9% mentre quella sulla Cina resta invariata al 10%. In un aggiornamento del World Economic Outlook il Fondo ammonisce che la situazione dei mercati finanziari è peggiorata e probabilmente rimarrà instabile per qualche tempo.

 

 

30 MLD DLR A BANCHE, MA TASSI IN NETTO CALO

29 Gennaio 2008 18:08 ROMA - di ANSA
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(ANSA) - ROMA, 29 GEN - La Federal Reserve ha collocato 30 miliardi di dollari di liquidità in un'asta straordinaria 'Taf' (Term Auction Facility). Il tasso dell'asta, che ha durata di 28 giorni, è tuttavia risultato pari al 3,123%, livello più basso da quando la Fed ha iniziato ha iniettare liquidità fra le banche statunitensi lo scorso dicembre per aiutarle a superare gli scossoni del mercato creditizio. A fare domanda per i fondi messi in asta sono stati 52 istituti, che hanno chiesto complessivamente 37,5 miliardi di dollari. (ANSA).
 

 

 

USA: PIL QUARTO TRIMESTRE CROLLA A +0.6% DA +4.9%

30 Gennaio 2008 14:30 NEW YORK - di ANSA
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Frenata fortissima della crescita economica americana, preavviso della recessione in arrivo. Si tratta dell'aumento piu' fiacco degli ultimi 5 anni. Gli investimenti sul comparto immobiliare sono al minimo degli ultimi 26 anni.
Il Prodotto Interno Lordo Usa - un dato che rappresenta il valore totale di tutti i beni e servizi prodotti e venduti nel Paese - nel quarto trimestre del 2007 ha registrato un aumento dello 0.6%. Si tratta del piu’ contenuto aumento degli ultimi 5 anni.
Lo ha comunicato il Dipartimento del Commercio Usa.
L’indicatore, che rappresenta il dato preliminare, si e’ rivelato inferiore alle stime degli economisti che si attendevano un avanzamento dell’1.2%. Il dato finale del terzo trimestre si era attestato a +4.9%.
Nel periodo ottobre-dicembre sono rallentati la spesa e gli investimenti aziendali; gli investimenti sul comparto immobiliare sono calati al tasso piu’ marcato degli ultimi 26 anni. Anche le esportazioni sono cresciute ad un tasso piu’ contenuto.
Nell'intero 2007 il Pil e’ cresciuto ad un tasso del 2.2%, nell’anno precedente la crescita era stata pari a +2.9%.
L’indice "core" dei prezzi al consumo e’ cresciuto al 2.6%, in linea con le attese. I consumi personali sono avanzati del 2%, al di sotto delle attese pari a +2.6%.

 

 

 

WALL STREET: ILLUSIONE RALLY, POI GIU'

30 Gennaio 2008 22:06 NEW YORK - di WSI
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Dopo aver trattato poco sotto la linea di parita’ nella prima parte della giornata, i listini americani si sono spinti in forte rialzo subito dopo la comunicazione della decisione della Federal Reserve sui tassi d’interesse, per poi cedere interamente i guadagni sul finale e chiudere in rosso. Il Dow Jones, arrivato a segnare un rialzo di oltre 200 punti nell’ultima ora, e’ arretrato dello 0.30% a 12442, l’S&P500 dello 0.48% a 1355, il Nasdaq ha ceduto lo 0.38% a 2349. Gli operatori hanno apprezzato la decisione della Fed ma sembrano necessitare di ulteriori segnali incoraggianti dal fronte economico.
Il FOMC, il braccio operativo della Fed, ha abbassato di mezzo punto percentuale, al 3%, il costo del denaro ad appena una settimana di distanza dalla manovra straordinaria con cui aveva operato un taglio dello 0.75%. Preoccupata del rallentamento economico (confermato proprio in giornata dal dato sul Prodotto Interno Lordo del quarto trimestre 2007) la Banca Centrale ha preferito proseguire sulla linea della politica accomodante per ridare fiducia ai consumatori e alle aziende, alla luce della continua debolezza dei comparti immobiliare e finanziario.
La maggior parte degli operatori sperava in un’operazione di tali dimensioni. Cio’ dimostra la volonta’ dei governatori di evitare l’ingresso dell’economia in una fase di recessione. "Ci hanno dato quello che volevamo, ora possiamo tirare un sospiro di sollievo" ha dichiarato Bruce McCain, capo del gruppo di investment strategy di Key Private Bank, che ha aggiunto: "Ora ci sono buone possibilita’ di continuazione del rally se il sentiment continuera’ a rimanere ottimista".
Ma il sentiment ci ha messo purtroppo ben poco a cambiare rotta. "La mossa della Fed era attesa e va bene cosi’. Ma abbiamo bisogno di segnali piu’ forti dal fronte macro, come quelli diffusi ieri sugli ordini di beni durevoli, per essere sicuri che l’economia non e’ poi messa cosi’ male come si pensa" ha dichiarato Scott Wren, equity strategist di A.G. Edwards & Sons.
Il taglio odierno e’ il quinto della serie iniziata lo scorso settembre, subito dopo che lo scoppio della crisi del credito legata ai mutui subprime aveva iniziato a mettere in ginocchio le grosse banche d’affari e deprimere ulteriormente le aziende del settore immobiliare. Anche il tasso di sconto (ovvero il tasso applicato dalla Fed stessa nei prestiti verso le banche) e’ stato ridotto dello 0.50% al 3.5%.
Ma alcuni rischi rimangono, cosi’ come si legge nel documento ufficiale che ha accompagnato la decisione della Fed. E l’evidenza sta negli ultimi dati giunti dal fronte macro che hanno mostrato il piu’ contenuto avanzamento del Pil americano degli ultimi 5 anni. Il dato preliminare sul Prodotto Interno Lordo del quarto trimestre e’ cresciuto dello 0.6%, esattamente la meta’ delle attese e in netto calo rispetto al periodo precedente (+4.9%) sollevando non poche preoccupazioni tra gli operatori sul corso dell’economia nei prossimi mesi.
Alcuni segnali incoraggianti sono emersi dal rapporto sull’occupazione nel settore privato che ha mostrato una crescita dei posti di lavoro significativamente maggiore delle attese (grande attenzione ora sull’importante rapporto di venerdi’, piu’ accurato e credibile).
Sul fronte societario, hanno riportato trimestrali migliori delle attese il colosso farmaceutico Merck (MRK) e il gigante aerospaziale Boeing (BA). Numeri in linea con le previsioni per la societa’ alimentare specializzata in cereali Kellogg (K). Male invece il colosso media online Yahoo! (YHOO) che nell’after hour di ieri sera ha riportato un calo dei profitti e dei ricavi, annunciato un outlook non incoraggiante per il 2008 e comunicato il taglio di 1000 posti di lavoro. Profitti in calo anche per la societa’ alimentare Kraft (KFT).
Sugli altri mercati, nel comparto energetico in lieve rialzo il petrolio. I futures con consegna marzo sono avanzati di $0.11 a $91.75 al barile. Sul valutario, in progresso l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4879. In calo l’oro. I futures con consegna aprile sul metallo prezioso hanno chiuso con una perdita di $4.50 a $926.30 all’oncia. Giu’ infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.7330% dal 3.6580% di martedi’.

 

 

 

 

 

WALL STREET: RITROVA LA STRADA DEI RIALZI E VA IN RALLY

31 Gennaio 2008 22:04 NEW YORK - di WSI
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Listini in rally grazie alle rassicurazioni offerte dalle societa' "bond insurer". Ma gennaio resta un mese da dimenticare: peggiore performance dal 1990 per l'S&P500, per il Nasdaq e' la piu' brutta in assoluto.
Dopo l’avvio in netto calo, gli indici americani hanno invertito rotta, chiudendo la sessione in forte rialzo. Il Dow Jones, arrivato a segnare una perdita intraday di 190 punti nei minuti iniziali, ha guadagnato l'1.67% a 12649, l’S&P500 l’1.66% a 1378, il Nasdaq e’ avanzato dell'1.74% a 2389. A riportare gli acquisti sui mercati sono state le rassicurazioni fornite dalla societa’ "bond insurer" MBIA (MBI) durante la conference call post-trimestrale. Ma gennaio resta un mese da dimenticare: l'indice industriale ha registrato una performance negativa del 4.9%, -6.3% per l'S&P500, -9.1% per il Nasdaq (peggiore performance assoluta nel mese di gennaio).
Il CEO della principale societa' americana di assicurazione delle emissioni obbligazionarie si e' detto fiducioso sulla conferma del rating di qualita’ "AAA" del credito, giudicando inoltre esagerata la reazione degli investitori agli ultimi sviluppi economici, troppo propensi ad enfatizzare i rischi che corre l'economia, e il comparto finanziario in particolare, in questo periodo.
Il titolo e' schizzato +10% dopo l'annuncio (+6.30% alla chiusura), nonostante le perdite di $2.3 miliardi riportate nell'ultimo trimestre che avevano trascinato al ribasso i listini in avvio di seduta. L’eventuale riduzione dei rating sul debito delle societa’ "bond insurer", inficierebbe notevolemente sui prodotti offerti innescando una nuova ondata di svalutazioni per numerose istituzioni finanziarie.
L’agenzia Fitch ha gia’ operato un downgrade sul rating di Ambac Financial Group (ABK), Security Capital Assurance (SCA) e Financial Guaranty Insurance. Moody's Investors Service e Standard & Poor's sono attualmente impegnate nella revisione dei rating delle citate societa’.
Ad affossare i listini in avvio era stato il pessimo dato sul mercato del lavoro che aveva mostrato un balzo delle nuove richieste di sussidio da parte dei disoccupati ai massimi livelli degli ultimi tre mesi, ad un tasso che non si vedeva da oltre due anni. Il dato ha sollevato serie preoccupazioni sulla dinamica dell’occupazione, in vista dell’importante rapporto di gennaio che verra’ diffuso nella giornata di venerdi’. Nessuna sorpresa invece dai dati relativi al reddito personale e alle spese al consumo, attestatisi a livelli leggermente superiori al consensus.
Il rally giornaliero ha visto salire in prima linea i titoli dei settori finanziario e immobiliare, maggiormente sensibili allo scenario dei tassi d’interesse, probabilmente anche grazie alle manovre di ricorperura dei ribassisti. Citigroup (C) ha chiuso con un progresso del 2.25%, Morgan Stanley (MS) ha guadagnato l’1.93%.
A spingersi fortemente al rialzo e' stato anche l'intero comparto retail, guidato dal colosso degli articoli per la casa Home Depot (HD), grazie ai commenti della banca d'affari Deutsche Bank secondo cui il calo dei tassi d'interesse permettera' alle famiglie americane di allocare maggiore denaro ai consumi. In forte recupero il colosso retail online Amazon (AMZN), in grado di recuperare ben 14 punti percentuali dopo la pubblicazione della trimestrale che aveva mostrato una contrazione dei margini operativi. Subito dopo la chiusura delle borse sara’ il colosso Google (GOOG) a diffondere i numeri fiscali.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico in calo il petrolio. I futures con consegna marzo sono arretrati di $0.58 a $91.75 al barile, dopo essere scivolato ad un minimo intraday di $89.58.. Sul valutario, stabile l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4870. In lieve progresso l’oro. I futures con consegna aprile sul metallo prezioso hanno chiuso in rialzo di $1.70 a $928.00 all’oncia. Giu’ infine i Titoli di Stato. Il forte recupero sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.6390% dal 3.7330% di mercoledi’

 

 

 

 
 

   

 

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