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Sessione |
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Dow J. |
S&P 500 |
Nasdaq C. |
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Mer. 02 Gen. 2008 |
Ws:
SCIVOLONE su timori per economia. Tonfo per Intel.... |
-1,67% |
-1,44% |
-1,61% |
Gio. 03 Gen. 2008 |
Ws: SFUMA
IL RIMBALZO, GM e Intel in difficoltà al Dow.... |
0,10% |
0 |
-0,27% |
Ven. 04 Gen. 2008 |
Ws: DATI
USA AFFONDANO I MERCATI, EUROPA BRUCIA 160
MLD |
-1,96% |
-2,46% |
-3,77% |
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Mar. 08
Gen. 2008 |
WS:
PESSIMA CHIUSURA, QUALCUNO GETTA LA
SPUGNA |
-1,86% |
-1,84% |
-2,36% |
Gio. 10 Gen. 2008 |
WS: COLPO DI SCENA
BERNANKE-COUNTRYWIDE |
0,92% |
0,79% |
0,56% |
Ven. 11 Gen. 2008 |
WS: SELL SENZA FINE, RECORD NEGATIVO DAL
1991 |
-1,92% |
-1,36% |
-1,95% |
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Mar. 15 Gen. 2008 |
WS: DURO COLPO, NUOVI SEGNALI DI
RECESSIONE |
-2,17% |
-2,49% |
-2,45% |
Gio. 17 Gen. 2008 |
WS: DOW -300, MERCATO IN MANO AI
RIBASSISTI |
-2,46% |
-2,91% |
-1,99% |
Ven. 18 Gen. 2008 |
WS: ANCORA GIU', NON CONVINCE IL PIANO
BUSH |
-0,49% |
-0,6% |
-0,29% |
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Mar. 22 Gen. 2008 |
WS: IN CALO MA IN RECUPERO DAI MINIMI |
-1,06% |
-1,11% |
-2,04% |
Mer. 23 Gen. 2008 |
WS: COLPO DI SCENA CON IMPRESSIONANTE
RALLY |
2,5% |
2,14% |
1,05% |
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Lun. 28 Gen. 2008 |
WS: RALLY IN ATTESA DELLA FED |
1,45% |
1,76% |
1,02% |
Mer. 30 Gen. 2008 |
WS: ILLUSIONE RALLY, POI GIU' |
-0,30% |
-0,48% |
-0,38% |
Gio. 31 Gen. 2008 |
WS: RITROVA LA STRADA DEI RIALZI E VA IN
RALLY |
1,67% |
1,68% |
1,74% |
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In questa rassegna, sono inseriti in
ordine cronologico, i commenti di chiusura di tutte le sedute
della borsa di Wall Street, aventi rilevanza
tecnico/strategica |
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Giovedì
03 gennaio
2008 |
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Mercoledì
16 gennaio
2008 |
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Mercoledì
23 gennaio
2008 |
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Data |
Titolo |
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08 Gennaio
2008 14:11 ROMA |
MERRILL LYNCH: LA RECESSIONE IN
AMERICA E' GIA' INIZIATA |
08 Gennaio
2008 16:36 NEW YORK |
CITIGROUP: PERDITE PIU' GRAVI DEL
PREVISTO |
08 Gennaio
2008, 19:57 ROMA |
Mutui: Countrywide Smentisce
Bancarotta |
10 Gennaio
2008, 18:59 NEW YORK |
Fed: Bernanke, Scenario Economia
Usa Peggiorato In 2008 |
11 Gennaio
2008 10:40 NEW YORK |
MERRILL LYNCH: POSSIBILI
SVALUTAZIONI PER $15 MLD |
11 Gennaio
2008 17:36 NEW YORK |
ORO AL NUOVO MASSIMO STORICO A
$900 L'ONCIA |
11 Gennaio
2008 21:17 NEW YORK |
Mutui: Crisi Subprime Contagia
Carte Credito, Giu' Amex |
11 Gennaio
2008 23:58 NEW YORK |
CITIGROUP: WSJ, ALWALEED E CINESE
CDB PRONTI A INVESTIRE |
|
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17 Gennaio
2008 18:29 NEW YORK |
Mutui: Bernanke, Perdite Subprime
Non Oltre 500 Mld Dlr |
18 Gennaio
2008 8:00 NEW YORK |
Bernanke: il Congresso agisca
subito |
21 Gennaio
2008 06:49 PECHINO |
CINA: BANK OF CHINA, FORTI PERDITE
PER SUBPRIME |
21 Gennaio
2008 15:06 NEW YORK |
SOROS: E' LA CRISI PIU' GRAVE
DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE |
21 Gennaio
2008, 20:42 MILANO |
Borsa: Roubini, In Usa Sara'
Recessione Piu' Dura Da 20 Anni |
22 Gennaio
2008 11:59 ROMA |
Borsa: futures Usa in calo, il
maggiore dall'11/9 |
23 Gennaio
2008, 20:15 NEW YORK |
Fed: Merrill Lynch, Dovra'
Tagliare Tassi All'1% |
29 Gennaio
2008 17:07 WASHINGTON |
Fmi taglia stime crescita mondiale
2008, ammonisce su rischi |
30 Gennaio
2008 14:30 NEW YORK |
USA: PIL QUARTO TRIMESTRE CROLLA A
+0.6% DA +4.9% |
|
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MACRO USA
consuntivo mensile (EXCEL) |
Rassegna in
ordine
cronologico, news aventi rilevanza strategica a breve,
medio e lungo
termine |
WALL STREET: SCIVOLONE
su timori per economia. Tonfo per Intel, bene Amazon e
Yahoo
Mercoledì
2 Gennaio 2008, 22:53 - di Trendonline ______________________________________________
Pessimo
avvio del nuovo anno per la piazza azionaria americana che
dopo essersi congedata dal 2007 con una flessione, ha salutato
il 2008 con un ribasso ancora più accentuato. Gli indici hanno
cercato nelle prime battute di spingersi in territorio
positivo, fallendo però subito dopo nel loro tentativo, in
seguito alla diffusione di alcuni dati macro. La
spesa per le costruzioni a novembre ha registrato un inatteso
recupero, mostrando una variazione positiva dello 0,1% in
confronto alla flessione dello 0,2% messa in conto dalla
comunità finanziaria. Cattive notizie sono arrivate invece
dall'indice ISM manifatturiero che a dicembre è sceso a 47,7
punti, ben al di sotto dei 50,5 previsti. Ricordiamo che una
flessione al di sotto dei 50 punti indica un deterioramento
dell'attività manifatturiera e questo ha di fatto confermato
le difficoltà e le incertezza in cui versa l'economia a stelle
e strisce. Indicati in questa direzione sono arrivate anche
dai verbali dell'ultima riunione della Fed, da cui è emerso
che i banchieri centrali si attendono quest'anno uno sviluppo
economico al di sotto delle stime precedentemente comunicate.
I membri del Board si sono così dichiarati pronti ad ulteriori
allentamenti della politica monetaria, nel caso in cui
l'outlook sulla crescita e sull'inflazione dovessero
peggiorare. A ciò si sono aggiunte anche alcune cattive
notizie arrivate dal mondo societario, con la bocciatura di
diversi titoli da parte delle banche d'affari. A rendere ancor
più cupo l'umore degli investitori ci ha pensato il nuovo
record del prezzo del petrolio, arrivato a testare
nell'intraday la soglia psicologica dei 100 dollari.
Questo mix di fattori spiega le negativa reazione dei
listini, che si sono presentati al suono della campanella
tutti in forte calo. Il Dow Jones e l'S&P500 hanno
lasciato sul parterre rispettivamente l'1,67% e l'1,44%,
mentre il Nasdaq Composite (NASDAQ: notizie) ha ceduto l'1,61%
a 2.609,63 punti, dopo aver segnato un minimo a 2.597 e un
massimo a 2.661 punti. Tra i titoli del Dow
Jones (notizie) , solo Pfizer (NYSE: PFE - notizie) è riuscito
ad evitare le vendite chiudendo in rialzo dello 0,79%, ma si è
difeso anche Exxon Mobil (NYSE: XOM - notizie) che mostra un
frazionale calo dello 0,19%, nonostante il rally del prezzo
del greggio. In difficoltà i finanziari con Citigroup
(NYSE: C - notizie) in rosso dell'1,77%, preceduto da American
Express (NYSE: AXP - notizie) che è sceso dell'1,92%, ma è
ancora più pesante il bilancio di JP Morgan e di AIG che hanno
ceduto il 3,34% e il 3,43%. Segno meno per IBM (NYSE: IBM
- notizie) che ha lasciato sul parterre il 3,06%, dopo aver
annunciato l'acquisizione dell'israeliana Xiv, senza tuttavia
comunicare per ora i termini finanziari della stessa. In fondo
al listino troviamo Intel (NASDAQ: INTC - notizie) con una
perdita del 4,91%, sulla scia della bocciatura di Bank of
America che ha ridotto la raccomandazione sul titolo da “buy”
a “neutral”. Sul tabellone elettronico del Nasdaq
Composite, in controtendenza Amazon.com (NASDAQ: AMZN -
notizie) che porta a casa un rialzo del 3,9%, beneficiando
della promozione di Citigroup. La banca d'affari ha rivisto al
rialzo il rating da “hold” a “buy” con un prezzo obiettivo
fissato a 119 dollari, vedendo un'interessante occasione
d'acquisto nella recente correzione del titolo. Bene anche
Yahoo (NASDAQ: YHOO - notizie) che sale dell'1,98%, grazie
alla mossa di ThinkEquity che suggerisce ora di comprare,
sull'onda del miglioramento dei fondamentali del gruppo.
Riescono a limitare i danni Dell (NASDAQ: DELL - notizie)
e Google (NASDAQ: GOOG - notizie) che scendono dello 0,49% e
dello 0,91%, preceduti da Apple (NASDAQ: AAPL - notizie) che
arretra dell'1,64%. Ancor più pesante Qualcomm (NASDAQ: QCOM -
notizie) che chiude in rosso del 2,44% dopo la decisione di un
tribunale che ha inibito la vendita di chip che violano il
brevetto della rivale Broadcom (NASDAQ: BRCM - notizie)
.
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WALL STREET: SFUMA IL
RIMBALZO, GM e Intel in difficoltà al Dow. Denaro su
Oracle
Giovedì 3
Gennaio 2008, 22:33 - di Trendonline ______________________________________________
Giornata
senza particolari scossoni per la piazza azionaria americana
che dopo il forte arretramento della vigilia non è riuscita
comunque nell'intento di mettere a segno l'atteso rimbalzo. I
listini infatti hanno cercato a più riprese di spingersi in
avanti, ma non sono riusciti ad evitare una chiusura
contrastata. Nelle prime battute un certo
ottimismo è stato diffuso dagli aggiornamenti macro arrivati
ancor prima dell'avvio degli scambi. Le indicazioni dell'ADP
(Parigi: FR0010340141 - notizie) sull'occupazione nel settore
privato ha evidenziato una crescita di 40mila unità, quasi in
linea con le previsioni. Notizie ancora più incoraggianti sono
arrivate dalle richieste di sussidi di disoccupazione che
nell'ultima settimana del 2007 hanno evidenziato un calo
maggiore delle attese. Questo lascia ben sperare anche per i
dati sul lavoro di dicembre che saranno diffusi nella giornata
di domani e che appaiono di rilievo anche per le prossime
mosse di politica monetaria da parte della Fed. Un input
positivo è giunto anche dagli ordini alle fabbriche che a
novembre sono aumentati dell'1,5%, superando la scommessa del
mercato che puntava ad un incremento dell'1,2%. Questo però
non è bastato ad offrire un grande sostegno ai listini che non
sono riusciti a confermare le buone intenzione palesate in
avvio di seduta. Nella seconda parte della sessione si è avuto
un progressivo indebolimento, guidato soprattutto dalle
vendite che anno colpito il settore high-tech e in particolare
quello dei semiconduttori, con l'indice Soxx in calo di quasi
un punto e mezzo. Non ha evitato le vendite così anche il
Nasdaq Composite (NASDAQ: notizie) che al suono della
campanella viene fotografato a 2.602,68 punti, con un calo
dello 0,27%, dopo aver segnato un massimo a 2.624 e un minimo
a 2.592 punti. Si è spinto leggermente in avanti il Dow Jones
(notizie) che ha chiuso in frazionale progresso dello 0,1%,
mentre si è fermato esattamente sulla parità l'S&P500.
Tra i titoli del Dow Jones, in maglia rosa
United Tech (NYSE: UTX - notizie) che ha chiuso in progresso
dell'1,52%, ma è riuscita a fare bene anche Pfizer (NYSE: PFE
- notizie) che ha continuato a guadagnare terreno con una
salita dell'1,13%. Segno meno invece per la farmaceutica Merck
(MERK.JK - notizie) che ha segnato un calo dello 0,33%, dopo
aver annunciato il pagamento di 702 milioni di dollari alla
svizzera Addex per la licenza di un farmaco. In crescita
dello 0,44% Exxon Mobil (NYSE: XOM - notizie) nonostante il
ritracciamento dei prezzi del petrolio dal record dei 100
dollari. Contrastati i finanziari con Citigroup (NYSE: C -
notizie) in crescita dello 0,28%, diversamente da American
Express (NYSE: AXP - notizie) e da JP Morgan che mostrano una
flessione dell'1,35% e dello 0,35%. Ancora vendite per
Intel (NASDAQ: INTC - notizie) che dopo il forte calo della
vigilia ha ceduto quest'oggi il 2,68%, pagando ancora pegno
per la bocciatura arrivata ieri da Bank of America. Pesante
anche il bilancio di General Motors (NYSE: GM - notizie) ,
arretrato del 2,01%, complice la flessione del 5,2% delle
vendite registrata a dicembre negli Usa. Al New
York Stock Exchange, brillante rialzo per Monsanto che ha
messo a segno un rally di oltre otto punti, grazie all'ottima
trimestrale che ha battuto le attese del mercato sia sul
fronte degli utili che del fatturato, unitamente ad un outlook
altrettanto positivo per l'intero 2008. Sul
tabellone elettronico del Nasdaq Composite, in evidenza
Celgene (NASDAQ: CELG - notizie) e Oracle che hanno guadagnato
rispettivamente il 7,67% e il 2,76%. Non si ferma l'ascesa di
Yahoo (NASDAQ: YHOO - notizie) avanzata oggi dello 0,51%,
mentre si è accontentata di un lieve rialzo dello 0,05% Apple
(NASDAQ: AAPL - notizie) , nonostante le positive indicazioni
di alcuni brokers. In lieve calo Google (NASDAQ: GOOG -
notizie) che ha ceduto lo 0,13%, mentre alcune prese di
profitto hanno interessato Amazon.com (NASDAQ: AMZN - notizie)
che dopo il buon progresso di ieri è sceso dell'1,08%. Tra le
perdite più significative segnaliamo quella di Dell (NASDAQ:
DELL - notizie) , in rosso del 2,79% e quella di Starbucks
(NASDAQ: SBUX - notizie) , in flessione del 3,16%.
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WALL STREET: DATI USA
AFFONDANO I MERCATI, EUROPA BRUCIA 160 MLD
04 Gennaio 2008 20:33
MILANO - di WSI - ANSA ______________________________________________
Venerdì nero per le
Borse internazionali affondate ancora dal caro-petrolio e
soprattutto dai timori sull'economia americana, rinnovati
questa volta dal dato sull'andamento decisamente deludente
dell'occupazione. Solo in Europa sono andati bruciati oltre
160 miliardi di euro di capitalizzazione, con perdite
nell'ordine dell'1,94% per l'indice paneuropeo Dj Stoxx 600.
Un fuoco incrociato di vendite si è scatenato poi un po'
ovunque sui titoli dell'auto, affondati dai dati fiacchi sulle
vendite registrate negli Usa dai principali gruppi
internazionali, e una revisione al ribasso delle vendite
attese nel 2008, sempre negli Usa, da parte di un colosso come
Toyota. Bush: nonostante qualche preoccupazione per il
rallentamento della crescita economica, 'i mercati finanziari
sono forti e solidi'. Il presidente ha esposto la sua
posizione dopo aver incontrato il presidente della Federal
Reserve, Bernanke, e il segretario al Tesoro, Paulson. Il
tasso di disoccupazione Usa risulta salito al 5%, mentre i
nuovi posti di lavoro sono stati stimati in soli 18mila, al di
sotto delle previsioni che avevano ipotizzato 70mila nuovi
posti di lavoro. Ma gli indici sono andati in profondo rosso
alla borsa di New York dopo le parole del presidente, secondo
cui "non possiamo dare per scontata la crescita economica".
"I dati confermano i timori che stiamo per cadere in un
periodo di recessione", ha detto Boris Schlossberg di
DailyFX.com. "La Fed dovrà continuare ad abbassare i tassi per
far fronte a questo rallentamento dell'economia e ci saranno
conseguenze negative anche per il dollaro". Il mercato sconta
insomma uno scenario in cui la Federal Reserve molto
probabilmente sara' costretta a tagliare di 50 punti base i
feds funds questo mese. La giornata nervosa dei mercati
borsistici era iniziata nel mattino con Tokyo, rientrata con
un calo del 4,03% alla prima seduta del 2008 dopo i
festeggiamenti per l'anno nuovo, a nuovi minimi da 17 mesi e
sotto anche l'importante soglia psicologica dei 15mila punti,
in un mix di fattori in cui ha pesato ancora una volta anche
il 'mini-dollaro', mentre la difficile congiuntura
internazionale non aiuta a rassicurare i mercati. Le altre
piazze finanziarie asiatiche erano parse un po' più fiduciose
(+2,35% Hong Kong) e anche l'Europa nel mattino aveva tentato
di lasciarsi alle spalle i timori per il record visto in sul
petrolio, giunto oltre i 100 dollari al barile. I listini
del Vecchio Continente si sono però portati rapidamente in
calo nel primo pomeriggio con il dato deludente sulla
disoccupazione americana, per poi peggiorare quando anche Wall
Street è partita in negativo. La disoccupazione è risultata
negli Stati Uniti pari al 5% a dicembre al di sopra delle
attese che puntavano su un tasso del 4,8%. Decisamente
deludente anche il dato dei 18 mila posti di lavoro creati,
rispetto alle stime degli economisti che si attendevano 70mila
nuovi occupati. Il timore, dopo la crisi immobiliare e
creditizia, è che l'occupazione abbia un contraccolpo negativo
sui consumi. Sono dunque aumentate le attese che
nell'incontro del 30 gennaio la Fed intervenga con un nuovo
taglio al costo del denaro, ma il possibile alleggerimento
delle politiche creditizie non è bastato a riportare il buon
umore sui mercati. Nel comparto dell'auto (-5,64% l'indice Dj
Stoxx di settore), Renault ha lasciato il 7,6%, dopo che la
controllata Nissan aveva segnato una frenata del 9,19% nel
mattino a Tokyo, quando anche Toyota aveva chiuso in calo del
4,3%. Ma nel Vecchio Continente sono andati male tutti i
grandi titoli del settore, con Daimler in frenata del 6% e
Fiat del 6,96%. Le vendite non hanno però risparmiato un
colosso della siderurgia come ArcelorMittal (-3,6%). Mentre
Ericsson, che genera oltre il 9% delle vendite negli Usa, ha
terminato in frenata del 4,3%. Tra i pochi spunti positivi nel
Vecchio Continente, il balzo del 2,8% visto ad Amsterdam sui
titoli di Royal Kpn, l'ex monopolista olandese che secondo
alcuni rumor non confermati potrebbe essere oggetto di
un'offerta pubblica da parte di Telefonica (-0,6%). Poco dopo
la chiusura dei mercati europei il quadro a Wall Street vedeva
vendite soprattutto sui titoli più ciclici, con ancora una
volta gli automobilistici colpiti dalle vendite. General
Motors viaggiava in calo del 3% e Ford del 4,50%, ai minimi di
22 anni dopo essere stata superata da Toyota nella vendita di
automobili sul mercato degli Stati Uniti nel corso del 2007.
Puniti anche i produttori di beni collegati alla casa (-2,5%
Home Depot; -6,75% Bed, Bath & Beyond), o i costruttori di
microprocessori (-2,6% Hewlett-Packard). Sul Nasdaq, Intel
perde il 6,7%, complice anche un peggior giudizio da parte
degli analisti di JpMorgan Chase, travolgendo in una spirale
ribassista la maggior parte delle azioni del settore
informatico Nella tabella l'andamento degli indici di
riferimento dei principali mercati. - Tokyo -4,03% - Londra
-2,02% - Parigi -1,79% - Francoforte -1,26% - Milano -1,61% -
Madrid -1,71% - Amsterdam -1,59% - Stoccolma -3,42% - Zurigo
-2,72% - Dow Jones -1,49% (alle 19 circa) - S&P 500 -2,37%
(alle 21 circa) - Nasdaq -3,80% (alle 21
circa).
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MERRILL LYNCH: LA RECESSIONE IN AMERICA E' GIA'
INIZIATA
08
Gennaio 2008 14:11 ROMA - di
ANSA ______________________________________________
La
recessione degli Stati Uniti, la prima degli ultimi 16 anni,
non è più un'ipotesi, ma è già iniziata. A dirlo, gelando gli
operatori finanziari che si domandano se ci sarà recessione e
quanto durerà, è addirittura Merrill Lynch. Il capo-economista
per il Nord America della banca d'investimenti, David
Rosenberg, è convinto che il peggioramento del mercato del
lavoro, oltre al calo delle vendite al dettaglio, segnalano
che il motore economico statunitense, da sempre basato sui
consumi, sia appena entrato nel suo primo mese di recessione.
"In base alle nostre analisi, questa (la recessione, ndr)
non è nemmeno più una previsione ma una realtà", dice
Rosenberg, un economista ben noto a Wall Street, il cui quadro
per le prospettive economiche statunitensi é peggiore rispetto
a quanto ipotizzato da altri istituti e dalla Casa Bianca. Il
presidente George Bush, la scorsa settimana, ha tuttavia detto
che "non possiamo dare per scontata la crescita", facendo
ipotizzare che una recessione - tecnicamente due trimestri di
fila con contrazione del prodotto interno lordo - sia nelle
cose. A sostegno della sua analisi Rosenberg cita un bel
po' di dati negativi, fra cui i principali indicatori usati
dal National Bureau of Economic Research (Nebr) come
termometro per lo stato di salute dell'economia: e cioé la
disoccupazione (in particolare la gelata sul mercato del
lavoro della scorsa settimana con il tasso dei senza lavoro
balzato al 5%), i redditi personali reali, la produzione
industriale e le vendite al dettaglio. Tutti e quattro gli
indici - dice secondo quanto riporta il quotidiano inglese
Telegraph - "sembrano aver segnato un picco attorno a novembre
e dicembre, suggerendo in maniera convincente che siamo
effettivamente entrati nel primo mese di recessione".
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CITIGROUP:
PERDITE PIU' GRAVI DEL
PREVISTO
08
Gennaio 2008 16:36 NEW YORK - di
ANSA ______________________________________________
Da uno
studio di Merrill Lynch emerge che il colosso finanziario
potrebbe riportare altri $16 miliardi in svalutazioni. Quasi
raddoppiata la... Citigroup potrebbe registrare una perdita
maggiore del previsto, a causa di svalutazioni per ben 16
miliardi di dollari nel quarto trimestre. Un analista di
Merrill Lynch ipotizza una perdita di 1,43 dlr per azione nel
4/o trimestre, quasi raddoppiata rispetto al rosso stimato in
73 centesimi. Le svalutazioni di asset legati ai mutui Usa
da parte di Bear Stearns e Lehman suggeriscono anche per la
prima banca Usa un probabile 'forte peggioramento nel valore
dei titoli sottostanti'.
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Mutui: Countrywide Smentisce
Bancarotta
Martedì 8
Gennaio 2008, 19:57 ROMA - di
ANSA ______________________________________________
(ANSA) -
ROMA, 8 GEN - Countrywide Financial, il colosso dei prestiti
immobiliari statunitense oggi oggetto di forti vendite alla
borsa di New York, ha ufficialmente smentito di essere
prossimo a finire in bancarotta, definendo queste ipotesi pura
speculazione. La precisazione ha fatto riprendere un po' di
terreno al titolo, che in ogni caso arretra del 12% a 6,73
dollari dopo essere sceso in precedenza fino a 5,76. Il
comunicato di Countrywide ha permesso agli indici di Borsa di
risalire la corrente, tornando in territorio
positivo. (ANSA).
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WALL STREET: PESSIMA CHIUSURA, QUALCUNO GETTA LA
SPUGNA
08
Gennaio 2008 22:05 NEW YORK -
di WSI ______________________________________________
Pessima
chiusura a New York, con accelerazione delle vendite sul
finale, dopo che i commenti del colosso telecom AT&T (vedi
sotto) hanno provocato un avvitamento a spirale degli indici,
sulla sostanziale debolezza del comparto finanziario e dei
perduranti segni di crisi del mercato immobiliare. I listini
hanno chiuso in netto ribasso dopo aver iniziato la sessione
con un tono positivo e aver oscillato per tutta la seduta. Il
Dow Jones ha ceduto l'1.86% a 12589, l’S&P500 ha perso
l'1.84% a 1390, il Nasdaq, che ad un certo punto della seduta
guadagnava piu’ dell’1%, ha subito una perdita del 2.36% a
2440 estendendo la serie negativa ad 8 sessioni consecutive.
Ad impensierire gli operatori e’ stata la notizia secondo
cui la societa’ di mutui ipotecari Countrywide Financial
(CFC), negli scorsi mesi finita nel ciclone della crisi
subprime, avrebbe falsificato alcuni documenti relativi ad un
pignoramento di un immobile nello stato della Pennsylvania
come prova da utilizzare in un contenzioso legale. Il titolo
e' crollato -25% trascinando in rosso l'intero comparto
finanziario, nonostante la smentita formale di Countrywide
alle voci che per tutta la seduta si sono rincorse in borsa in
merito al fatto che il gruppo sia sull’orlo della bancarotta.
Tra le blue chip, American Express (AXP), Citigroup (C) e
JP Morgan (JPM) hanno riportato perdite giornaliere vicine al
3%, la banca d’affari Bear Stearns (BSC) ha lasciato sul
terreno oltre 5 punti percentuali nonostante l’annuncio,
inizialmente ben accolto dagli investitori, sulle dimissioni
di James Cayne da amministratore delegato. A contribuire
al sentiment negativo e' stato il deludente dato sulle vendite
di case con contratti in corso, sceso in misura maggiore delle
previsioni nel mese di novembre. Note preoccupanti sono emerse
anche dalla brutta trimestrale di KB Home (KBH): l’azienda ha
riportato una perdita di $772 milioni e annunciato un
difficile periodo per l’intera industria nel 2008. Come si
diceva, a deprimere i listini nell’ultima ora di scambi e’
stato soprattutto l’annuncio del colosso telecom AT&T (T)
relativo ad un rallentamento dei business della telefonia e
della banda larga. Il titolo e’ arrivato a perdere piu’
dell’8%, mentre nello stesso comparto Verizon (VZ) ha accusato
il colpo arretrando di circa il 5%. "Il mercato era gia'
in una posizione di debolezza ed e' stramazzato sul finale
sull'ondata di cattive notizie" commenta Phillip Roth, chief
technical market analyst di Miller Tabak. "E' gia' un mercato
orso, e molto probabilmente reagira' piu' alle notizie
negative che a quelle positive. Anche se si va verso
condizioni di ipervenduto, non ci sono segnali che i sell
siano finiti". L'apertura di mercoledi' mattina sara'
certamente problematica. Gli operatori continuano a
interrogarsi sulle prossime mosse della Federal Reserve ora
che la minaccia della recessione e’ reale. A fine mese Bernake
& Co. avranno un duro compito da risolvere, soprattutto
con l’inflazione che non sembra dare segnali di cedimento.
Probabilmente si assistera’ ad un nuovo taglio del costo del
denaro (ora al 4.25%). Per Bill Gross di Pimpco il target sui
fed funds arrivera’ al 3% entro la meta’ del 2008. Sugli
altri mercati, in buon recupero il greggio. In seguito al
brusco calo (circa $3) della sessione precedente, i futures
con consegna febbraio hanno chiuso con un rialzo giornaliero
di $1.24 a $96.33 al barile dopo essersi spinti ad un massimo
intraday di $97.50. Sul valutario, l’euro ha recuperato
terreno nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di
martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4712.
In forte progresso l’oro. I futures con consegna febbraio,
balzati ad un nuovo massimo storico di $883.70, hanno chiuso
in progresso di $18.30 a $880.30 all’oncia . In leggero calo
infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni
e’ salito al 3.8420% dal 3.8390% di lunedi’.
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CIAMBELLE
DI SALVATAGGIO:
BANK OF AMERICA COMPRA COUNTRYWIDE?
10
Gennaio 2008 20:24 NEW YORK - di
ANSA ______________________________________________
Il Rumors
sul floor del Nyse circola con insistenza: Bank of America e'
in trattative per rilevare Countrywide, il disastrato colosso
dei mutui immobiliari. Il titolo Countrywide, penalizzato con
un crollo che ha fatto scendere il prezzo in pochi mesi da $40
a $4, in seguito a ricorrenti voci di bancarotta per la
drammatica crisi dei subprime, e' in rialzo di circa al New
York Stock Exchange +50% ed era arrivato a salire anche +60%.
L'indiscrezione ha risollevato l'intero settore
finanziario e ha fatto ritornare i buy a Wall Street, anche
dopo che sui listini Usa era totalmente svanito l'effetto
Bernanke. Quel che viene fatto notare nelle sale trading di
alcune banche d'affari e' che il rumor non e' confermato ne'
da Bank of America ne' da Countrywide. Sembra che la fonte
(anonima) sia a Washington. Il che potrebbe essere
un'ulteriore conferma di come certi poteri forti stiano
facendo di tutto per non far avvitare su stesso il mercato
azionario.
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Fed: Bernanke, Scenario Economia Usa
Peggiorato In 2008
Giovedì
10 Gennaio 2008, 18:59 - di
ANSA ______________________________________________
(ANSA) -
NEW YORK, 10 GEN - Lo scenario dell'economia Usa è peggiorato
per quanto riguarda il 2008. Lo afferma il presidente della
Federal Reserve, Ben Bernanke, aggiungendo di vedere "elementi
critici" nel settore dei prestiti e di essere contrariato dal
dato sull'occupazione di dicembre che, qualora proseguisse il
suo andamento negativo, avrebbe inevitabilmente un impatto sui
consumi. (ANSA).
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WALL STREET: COLPO DI SCENA
BERNANKE-COUNTRYWIDE
10
Gennaio 2008 22:05 NEW YORK -
di WSI ______________________________________________
Dopo aver
trattato in rosso nella prima parte della giornata, a causa
delle brutte notizie giunte dai settori retail e finanziario,
i listini azionari americani hanno girato in positivo nelle
ore finali della seduta, archiviando la sessione in rialzo. A
riportare gli acquisti sui mercati sono stati i commenti del
presidente della Federal Reserve, Ben Bernake, secondo cui la
Banca Centrale sarebbe pronta ad attuare nuove azioni di
politica monetaria (aprendo le porte ad un nuovo taglio dei
tassi d'interesse) e l’annuncio del possibile acquisto del
colosso dei mutui ipotecari Countrywide Financial (CFC) da
parte di Bank of America. Il Dow Jones e’ avanzato dello 0.92%
a 12853, l’S&P500 dello 0.79% a 1420, il Nasdaq ha
guadagnato +0.56% a 2488. Nel corso di un incontro in un
albergo di Washington con uomini di affari, borsa e finanza,
dopo il suo discorso ufficiale con testo preparato, Ben
Bernanke si e' sottoposto a una straordinaria sessione domande
e risposte con il pubblico. Il che la dice lunga sulla
volonta' di rassicurare il mercato finanziario, grazie alla
massima trasparenza e comunicazione da parte della Federal
Reserve. Al gran capo della Fed e' stato anche chiesto molto
esplicitamente se pensa ci sara' una recessione in America.
"No", ha risposto, "in questo momento alla Fed prevediamo un
rallentamento, ma non una recessione, anche se di questi
fenomeni di solito ci si accorge 6 mesi dopo che sono
cominciati". "Tuttavia - ha continuato - potrebbero essere
necessarie nuove misure per permettere all'economia di evitare
il rischio di una recessione". "Dobbiamo essere
eccezionalmente in allerta per rispondere nel modo piu' rapido
possibile, ove sia necessario, con sostanziali nuove azioni di
politica monetaria", ha concluso. Nel meeting del FOMC
della Fed fissato per il prossimo 30 gennaio si assistera’ con
molte probabilita’ ad un nuovo abbassamento del costo del
denaro; gli operatori si interrogano ora sull’entita’ del
taglio, non e’ da escludere infatti una riduzione di 50 punti
base per permettere all’economia di assorbire meglio la
debolezza del mercato immobiliare e i duri colpi del "credit
crunch". Ad intensificare gli acquisti sui mercati e’
stato anche l’annuncio sulle trattative tra la banca d’affari
Bank of America (BAC) e il disastrato colosso dei mutui
immobiliari Countrywide (CFC) su cui proprio pochi giorni fa
erano iniziate a circolare voci di bancarotta. La notizia ha
avuto l’effetto di trascinare al rialzo l’intero settore e i
comparti a questo connessi, come l’immobiliare e il
finanziario; il KBW Mortgage Finance Index e’ schizzato +5.8%
subito dopo la diffusione della news. L’interesse di Bank
of America per CFC ha fornito agli investitori la fiducia
necessaria per affrontare con maggiore determinazione e
serenita’ il difficile momento creatosi nel comparto sulla
scia della crisi del credito scoppiata la scorsa estate. Il
titolo, arrivato a segnare un rialzo intraday di oltre il 70%,
ha chiuso la seduta in progresso del 50% circa. Anche oggi
quindi a caratterizzare il trading e’ stata la volatilita’. I
listini avevano iniziato la seduta in netto ribasso pressati
dal profit warning del gruppo finanziario Capital One
Financial (COF), uno dei leader nel settore carte di credito,
e dalle deludenti vendite comparate riportate dalle aziende
retail nel mese dello shopping natalizio. "L’allarme di
Capital One lascia pensare che le famiglie americane, oltre ai
problemi con la casa, abbiano iniziato ad avere difficolta’
anche con le carte di credito" hanno commentato alcuni
analisti, tanto da temperare il relativo ottimismo sulla
possibile iniezione di nuovo capitale nei colossi Merrill
Lynch (MER) e Citigroup (C) da parte di governi stranieri.
Non hanno avuto un rilevante impatto i dati macro diffusi
in giornata. Note positive sono emerse dal comparto del lavoro
con le nuove richieste per sussidi di disoccupazione risultate
in calo la scorsa settimana. In rialzo, in misura inferiore
delle attese, le scorte di magazzino all'ingrosso. Sugli
altri mercati, nel comparto energetico ancora in forte calo il
greggio. I futures con consegna febbraio hanno chiuso con un
ribasso giornaliero di $1.96 a $93.71 al barile. Sul
valutario, l’euro ha recuperato terreno rispetto al dollaro.
Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le
due valute e’ di 1.4805. In forte progresso l’oro. I futures
con consegna febbraio, balzati ad un nuovo record di $897.00,
hanno chiuso vicino ai massimi, in progresso di $11.90 a
$893.60 all’oncia. In calo infine i Titoli di Stato. Il
rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.8870% dal
3.7910% di mercoledi’.
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MERRILL
LYNCH: POSSIBILI
SVALUTAZIONI PER $15 MLD
11
Gennaio 2008 10:40 NEW YORK - di
ANSA ______________________________________________
Molto
peggio delle stime, per la crisi dei mutui immobiliari. Il
colosso mondiale nelle attivita' di intermediazione titoli
starebbe cercando di raccogliere capitali per 4 miliardi da
investitori in Usa, Asia e Medio Oriente. Merrill Lynch
potrebbe svalutare 15 miliardi di dollari in seguito alla
crisi dei mutui immobiliari. Lo scrive il New York Times,
segnalando che la cifra sarebbe il doppio di quanto
originariamente atteso e decisamente superiore anche ai 12
miliardi di dollari attesi dagli analisti. Il colosso mondiale
nelle attivita' di intermediazioni titoli starebbe cercando di
raccogliere capitali per 4 miliardi di dollari da investitori
in Usa, Asia e Medio Oriente.
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ORO AL NUOVO MASSIMO STORICO A $900
L'ONCIA
11
Gennaio 2008 17:36 NEW YORK - di
ANSA ______________________________________________
Gli
acquisti del metallo giallo sono stati favoriti dalla
prospettiva di nuovi tagli dei tassi d' interesse negli Usa.
Il mercato sconta infatti al 100% un ribasso di mezzo punto
percentuale dei Fed Funds il 30 gennaio prossimo. L'oro ha
toccato quota 900 dollari l'oncia al Comex di New York,
segnando un nuovo record storico. Gli acquisti di oro sono
stati favoriti dalla prospettiva di nuovi tagli dei tassi d'
interesse negli Usa. Il mercato sconta infatti al 100% un
ribasso di mezzo punto percentuale dei Fed Funds il 30 gennaio
prossimo. Anche l'argento sempre a New York e' salito al nuovo
massimo di sempre a 16,415 dollari.
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WALL STREET: SELL SENZA FINE,
RECORD NEGATIVO DAL 1991
11
Gennaio 2008 22:02 NEW YORK -
di WSI ______________________________________________
Wall
Street si e’ spinta nuovamente al ribasso nell’ultima sessione
della settimana a causa dei rinnovati timori sull’industria
del credito la cui crisi sembra ancora lontana dall’essere
risolta. Il Dow Jones ha lasciato sul terreno l'1.92% a 12606,
l’S&P500 l'1.36% a 1401, il Nasdaq ha ceduto l'1.95% a
2439. Il listino tecnologico ha chiuso in ribasso in 9 delle
ultime 11 sedute registrando una performance negativa dell’8%
dall’inizio dell’anno e del 14% dai massimi di ottobre. Per i
listini Usa si tratta della terza chiusura settimanale
consecutiva in rosso; era dalla scorsa estate che non si
assisteva ad una sequela negativa di tali dimensioni. Come
prime due settimane dell'anno, i listini non erano mai stati
tanto negativi dal 1991. Non ha retto dunque l’entusiasmo
originato nella seduta precedente dalle parole del presidente
della Fed, Ben Bernanke, sulla continuazione di una politica
accomodante da parte della Banca Centrale, e dall’acquisto del
disastrato colosso dei mutui immobiliari Countrywide (CFC) da
parte di Bank of America (BAC). La settimana prossima
vedra’ la comunicazione dei rapporti trimestrali delle
maggiori banche d’affari; gli ultimi dati indicano pero’ che
la forte esposizione sul rischioso business dei mutui subprime
potrebbe continuare a pesare sui risultati delle banche e
finanziarie coinvolte. Un rapporto diffuso in mattinata
evidenzia come la banca d’affari Merrill Lynch (MER) potrebbe
riportare perdite superiori al previsto nell’ultimo trimestre,
fino a $15 miliardi. Anche il colosso del credito Citigroup
potrebbe riportare svalutazioni superiori alle stime: si parla
di un valore vicino ai $16 miliardi (contro le stime di $11
mld). La notizia segue l’altrettanto allarmante annuncio
del big delle carte di credito American Express (AXP),
costretta a rivedere al ribasso le stime sui profitti
trimestrali a causa del crescente tasso d’insolvenza sul
ripagamento del debito dei propri clienti. Il titolo AXP ha
ceduto piu’ del 10%, registrando il maggiore calo giornaliero
di quasi 7 anni (17 settembre 2001, giorno di riapertura della
borsa di New York dopo gli attacchi alle Torri Gemelle),
trascinando al ribasso anche Mastercard (MA), arretrato della
stessa percentuale. Giovedi’ nello stesso comparto delle carte
di credito era stata Capital One (COF) a tagliare l’outlook
sugli utili. A mettere maggiore pressione ai listini e’
stato anche il profit warning della societa’ di oggetti
preziosi Tiffany & Co. (TIF), le cui vendite comparate nel
mese di dicembre sono arretrate del 2%, soprendendo gli
analisti che avevano invece previsto una crescita. "Sia
American Express che Tiffany hanno una forte esposizione sui
consumatori. Quella di oggi e’ una chiara indicazione di un
rallentamento della spesa delle famiglie americane e
dell’indebolimento generale dell’economia" ha affermato Sam
Rahman, equity manager di Baring Asset Management.
All’interno del Dow Jones, i maggiori ribassi sono stati
registrati, oltre che dal gia’ citato AXP, da McDonald’s
(MCD), 3M Company (MMM) e Procter & Gamble (PG). Sono
riusciti a chiudere in positivo Citigroup (C), supportato
dalle voci di un’iniezione di nuovo capitale, Alcoa (AA),
Altria (MO) e Merck (MRK). Tra gli altri titoli, in calo
RF Micro Devices (RFMD) dopo che il fornitore di Motorola
(MOT) e Nokia (NOK) ha emesso un profit warning citando una
ridotta domanda dai Paesi asiatici. In netto calo anche
Juniper Networks a causa delle dimissioni del COO, passato al
gruppo esecutivo di Microsoft (MSFT). Per cio’ che
riguarda i dati macro (che in tale contesto continuano a
ricevere un’attenzione ridotta rispetto al solito), nel mese
di novembre il deficit della bilancia commerciale Usa si e’
allargato del 9.3%, deludendo le attese degli analisti; i
prezzi import sono risultati invariati a dicembre. Sugli
altri mercati, nel comparto energetico ancora in calo il
greggio. I futures con consegna febbraio hanno chiuso con un
ribasso giornaliero di $1.02 a $92.90 al barile. Sul
valutario, l’euro ha chiuso in lieve calo nei confronti del
dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio
tra le due valute e’ di 1.4775. In forte progresso l’oro che
durante le contrattazioni ha toccato un nuovo record storico
di $900 l'oncia. I futures con consegna febbraio hanno chiuso
in progresso di $4.10 a $897.70 all’oncia. In rialzo infine i
Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso
al 3.81% dal 3.8870% di giovedi’.
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Mutui:
Crisi Subprime Contagia Carte Credito, Giu' Amex
Venerdì
11 Gennaio 2008, 21:17 - di
ANSA ______________________________________________
(ANSA) -
NEW YORK, 11 GEN - La crisi finanziaria degli Usa, partita dal
crollo dei mutui subprime, contagia il remunerativo e
strategico settore delle carte di credito e manda a picco in
Borsa, l'operatore più prestigioso, American Express. Bank
of America salva da una possibile bancarotta Countrywide
Financial, comprando il colosso dei mutui californiano per 4
miliardi di dollari, mentre rumor di mercato danno in arrivo
una analoga operazione di Jp Morgan Chase verso Washington
Mutual, altro gruppo finanziario in crisi per le pesanti
esposizioni verso i mutui ad alto rischio. Citigroup e
Merrill Lynch si avviano a iscrivere in bilancio
accantonamenti miliardari in vista della diffusione dei dati
del quarto trimestre 2007 che saranno diffusi la prossima
settimana, rispettivamente il 15 e il 17 gennaio. Le
svalutazioni per Citi sono stimate a quota 16 miliardi di
dollari, in base alle proiezioni degli analisti di Bear
Stearns, seguendo di poche ore le indicazioni apparse sul New
York Times su interventi più o meno della stessa entità attesi
da Merrill Lynch. American Express crolla a Wall Street di
oltre il 10% (a 43,8 dollari) e affonda il Dow Jones, dopo gli
accantonamenti per 275 milioni di dollari segnati nell'ultimo
trimestre a copertura di eventuali insolvenze. Il gruppo è
"prudente sullo scenario del 2008" e segnala pure il
rallentamento della spesa dei titolari di carte di credito a
dicembre e l'aumento delle insolvenze, a partire da California
e Florida dove le turbolenze del mercato immobiliare sono più
evidenti. Appena giovedì Capital One, il primo operatore
indipendente di carte di credito negli Usa, ha tagliato del
20% le stime di utili per l'anno passato a causa dell'aumento
dei crediti in sofferenza iscrivendo a riserva circa 1,9
miliardi a copertura di potenziali perdite. Bank of America
indossa i passi del 'cavaliere bianco' e raggiunge l'accordo
per acquistare Countrywide Financial, leader statunitense dei
mutui, attraverso un'offerta di scambio di azioni che valuta
il gruppo fondato e guidato da Angelo Mozilo quattro miliardi
di dollari. Per il manager italo-americano, figlio di un
macellaio del Bronx, c'é un assegno da oltre 100 milioni di
dollari a titolo di buonuscita. Il prezzo pattuito della
transazione include uno sconto dell'8% sui valori dei titoli
Countrywide (-14% oggi in Borsa) precedente l'annuncio, a
conferma che la crisi dei muti porta alla vera e propria
svendita di asset considerati a rischio. "Abbiamo la forza per
sostenere l'operazione", commenta soddisfatto Kenneth Lewis,
numero uno di Bank of America che diventa ora il primo
operatore dei mutui del Paese. I saldi d'inizio anno,
legati al tonfo subprime, potrebbero vedere a breve
protagonista Jp Morgan Chase che rumor vorrebbero prossima
all'acquisizione di Washington Mutual, altro colosso
inciampato sui prestiti ad alto rischio. La terza banca Usa è
già intervenuta per Northern Rock, la banca britannica salvata
dal crac dalla Banca d'Inghilterra con un prestito d'emergenza
da 25 miliardi di sterline, acquistando crediti ipotecari per
4,3 miliardi di dollari. L'obiettivo è estinguere le risorse
ricevute a settembre dalla Old Lady, l'istituto centrale
inglese. (ANSA).
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CITIGROUP: WSJ, ALWALEED E CINESE CDB
PRONTI A INVESTIRE
Venerdì
11 Gennaio 2008, 23:58 - di
ANSA ____________________________________
(ANSA) -
NEW YORK, 12 GEN - Il principe saudita Alwaleed in soccorso di
Citigroup per un'iniezione di nuova liquidità, come fece nel
1991, diventando primo socio individuale della banca che
allora si chiamava Citicorp con quasi il 5% del capitale.
Alwaleed, scrive il Wall Street Journal nella sua edizione
online, non è l'unico a scendere in campo malgrado non sia
chiaro ancora l'importo del suo impegno, perché c'é pure la
China Development Bank, pronta a versare nelle casse di
Citigroup, messe a dura prova dalle perdite dei mutui
subprime, qualcosa come 2 miliardi di dollari sottoscrivendo
un prestito convertibile. Appena lo scorso mese, Alwaleed è
stato scalzato nell'azionariato dalla holding di Abu Dabhi che
per 7,5 milairdi ha comparto il 4,9% del capitale. L'istituto
cinese è uno dei tre principali gruppi bancari di Pechino e,
appena lo scorso 31 dicembre, ha ricevuto 20 miliardi di
dollari dal fondo sovrano China Investment Corp per favorire
la sua trasformazione in banca commerciale. Citigroup, secondo
le fonti raccolte dal quotidiano, punta a mettere insieme
nuove risorse per 8-10 miliardi di dollari e si avvia ad
essere così la terza banca americana a ricevere in breve tempo
il soccorso cinese, dopo i 5 miliardi di China Investment Corp
a favore di Morgan Stanley e il miliardo di Citic Securities
in Bear Stearns. (ANSA).
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WALL STREET: DURO COLPO, NUOVI
SEGNALI DI RECESSIONE
15
Gennaio 2008 22:05 NEW YORK -
di WSI ______________________________________________
L'inatteso calo delle vendite al dettaglio e le perdite
record riportate da Citigroup spingono i listini ai minimi di
10 mesi con perdite giornaliere superiori al 2%. Nuova
ondata di vendite sull’azionario americano. Dopo la breve
parentesi positiva di lunedi’, a Wall Street sono tornate a
prevalere con forza le vendite innescate dai deludenti
aggiornamenti macroeconomici e dalle pessime notizie che
continuano a giungere dal fronte finanziario. Il Dow Jones ha
perso il 2.17% a 12501, l’S&P500 il 2.49% a 1380, il
Nasdaq ha ceduto il 2.45% a 2417. Si tratta del peggior inizio
dell’anno dal 1978, nelle prime tre settimane sono stati
bruciati ben $800 miliardi. Ad occupare la scena in
giornata sono state ancora una volta le banche d’affari: sotto
i riflettori il colosso Citigroup (C) che ha riportato una
perdita trimestrale di $9.8 miliardi (la prima della storia)
su svalutazioni di $22 miliardi legate al business dei mutui
subprime e altri investimenti ad alto rischio. La banca ha
anche annunciato un taglio del 40% del dividendo e la
riduzione di 4200 posti di lavoro. A poco e’ servita la
notizia sull’iniezione di nuovo capitale ($14 miliardi) da
parte dei governi di Singapore e del Kuwait. L’azione e’
arretrata di oltre il 7.00%. Merrill Lynch diffondera’ i
risultati trimestrali il prossimo giovedi’; anch’essa ha
ottenuto nuovi capitali da parte di alcuni fondi asiatici per
un totale di $6.6 miliardi. La situazione nel comparto del
credito resta critica: da una ricerca effettuata dall’agenzia
Bloomberg, le societa’ finanziarie dell’S&P500
riporteranno nell’ultimo trimestre un calo dei profitti del
69% rispetto allo scorso anno. Preoccupa il tasso d’insolvenza
dei consumatori, ora alle prese con nuovi problemi legati al
business delle carte di credito. Sul fronte economico,
note relativamente positive sono emerse in riferimento alla
dinamica inflazionistica, con i prezzi alla produzione scesi
dello 0.1% a dicembre, ma l’inatteso calo delle vendite al
dettaglio (-0.4%) lascia molti dubbi sulla spesa delle
famiglie americane. Inoltre l’attivita’ manifatturiera
nell’area di New York ha subito un’ulteriore contrazione.
Sono dati che gli economisti prendono come pre-avvisaglie
della recessione in arrivo negli Stati Uniti. L’ex capo della
Fed, Alan Greenspan, in un’intervista rilasciata al Wall
Street Journal, ha dichiarato che l’economia statunitense
potrebbe presto entrare in un periodo di recessione: la
frenata dell’attivita’ manifatturiera e il balzo del tasso di
disoccupazione sono "chiari segnali" di rallentamento
economico. Tra gli operatori hanno iniziato a circolare
con insistenza voci di un possibile atteggiamento
particolarmente aggressivo della Banca Centrale in materia di
politica monetaria. I futures sui fed funds indicano una
probabilita’ del 34% di assistere ad un taglio di 75 punti
base nel meeting di fine mese. Prima dell’11 gennaio tale
ipotesi non raccoglieva alcun consenso. Nel comparto
hi-tech, grande attenzione e’ stata polarizzata dalla
conferenza di Steve Jobs durante il MacWorld a San Francisco,
dove sono state presentate le ultime novita’ di Apple. Il
nuovissimo ed ultraleggero computer portatile (MacBook Air) e
il lancio di un nuovo servizio video su iTunes non hanno pero’
particolarmente entusiasmato gli investitori, affossando il
titolo di quasi 6 punti percentuali. Forti vendite hanno
colpito anche l’azienda leader nei semiconduttori grafici
Nvidia (NVDA) dopo un downgrade di Deutsche Bank. Attesa ora
la trimestrale del colosso dei chip Intel (INTC) che verra’
diffusa subito dopo la chiusura delle borse. Nel settore
biotech ha sofferto Genentech (DNA) dopo aver annunciato un
aumento del 6% dei profitti, ma espresso alcuni timori sulla
crescita delle vendite. Tra i titoli telecom, il gigante
finlandese della telefonia mobile Nokia (NOK) ha comunicato un
taglio di 2300 posti di lavoro in Germania; l’azione e’
arretrata dell’1.30% circa. Sugli altri mercati, nel
comparto energetico il petrolio ha ripreso a spingersi al
ribasso. I futures con consegna febbraio hanno chiuso con una
perdita giornaliera di $2.30 a $91.90 al barile. Sul
valutario, dopo essersi spinto vicino ai massimi assoluti, a
quota $1.4921, l’euro ha ritracciato nel cosro della seduta
chiudendo in lieve calo nei confronti del dollaro. Nel tardo
pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute
e’ di 1.4826. In lieve flessione, dopo una stringa possitiva
di sei giornate, l’oro. I futures con consegna febbraio sul
metallo prezioso hanno chiuso in calo di 90 centesimi a
$902.50 all’oncia. In buon rialzo infine i Titoli di Stato. Il
rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.70% dal 3.79%
di lunedi’.
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USA:
CROLLO DEI NUOVI CANTIERI EDILI, -14.21% A DICEMBRE
17
Gennaio 2008 14:30 NEW YORK - di
ANSA _______________
Il dato
e' di 1.006 milioni, nettamente inferiore alle stime degli
analisti. Ancora in flessione (-8%) le licenze di costruzione
(un indicatore di attivita’ futura), ai minimi di 16
anni. Nel mese di dicembre i nuovi cantieri edili negli
Stati Uniti sono diminuiti del 14.21% ad un valore
annualizzato e destagionalizzato di 1.006 milioni di unita’,
in netto calo rispetto alle attese degli analisti che erano
per un valore di 1.150 milioni. Si tratta del minimo livello
degli ultimi 16 anni, per l'esattezza dal livello di 996000
nel maggio 1991. Lo ha annunciato il Dipartimento del
Commercio degli Stati Uniti. A conferma della pesantissima
recessione nel settore immobiliare, e' stato comuicato anche
in forte calo il numero delle licenze di costruzione (-25%),
un indicatore di attivita’ futura sull'apertura dei cantieri,
attestatesi a 1.068 milioni (stime 1.140 milioni), peggior
livello dal 1993.
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Mutui:
Bernanke, Perdite Subprime Non Oltre 500 Mld Dlr
Giovedì
17 Gennaio 2008, 18:29 - di
ANSA _____________________
(ANSA) -
NEW YORK, 17 GEN - Le perdite causate dai mutui subprime,
spiega Bernanke ai componenti della Commissione Bilancio della
Camera, potrebbero attestarsi ad alcuni multipli di 100
miliardi di dollari ma non oltre quota 500 miliardi. Poco
prima durante l'audizione, il numero uno della Fed aveva
stimato in 100 miliardi di dollari, in base al quadro attuale,
le perdite generate dal crollo dei mutui ad alto
rischio. "Nel comparto subprime - spiega ora Bernanke - ci
sono qualcosa come 5 milioni di mutui del valore complessivo
di mille miliardi di dollari. Mi pare un'esagerazione
considerare che tutti i finanziamenti vadano in pignoramento,
mentre è allo stato attendibile una cifra di 100 miliardi di
dollari".(ANSA).
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Petrolio: le vendite non si fermano.
Il quadro macro Usa preoccupa il mercato
Giovedì
17 Gennaio 2008, 21:03 - di
ANSA _____________________________________
Seduta a
due facce quella odierna per i prezzi del petrolio che dopo le
flessioni delle ultime due giornate, hanno cercato
inizialmente di riguadagnare terreno, senza riuscire però nel
loro intento. In mattinata le quotazioni hanno ripreso la via
del rialzo, tanto da arrivare a spingersi poco al di sopra dei
92 dollari al barile. Secondo gli operatori questo movimento è
stato dettato da ragioni puramente tecniche, da ricondurre
alla chiusura di posizioni short, avvenuta con la discesa del
crude oil al di sotto dei 90 dollari al barile. Nel
pomeriggio però le vendite sono tornate a fare capolino,
proprio in coincidenza con il peggioramento dei listini
azionari americani ed europei. Anche sul mercato dell'oro nero
sono state avvertite le preoccupazioni dettate dai pessimi
dati macro Usa, che hanno denunciato un quadro congiunturale
sempre più fosco. Ha avuto inizio così una discesa che ha
spinto i prezzi fino all'area degli 89,5 dollari, dove però
sono ritornati alcuni acquisti che hanno portato il future con
scadenza febbraio a chiudere le contrattazioni a quota 90,13
dollari, senza evitare comunque una conclusione in rosso dello
0,8%.
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WALL STREET: DOW -300, MERCATO IN
MANO AI RIBASSISTI
17
Gennaio 2008 22:05 NEW YORK -
di WSI ______________________________________________
Pesanti
vendite a New York sui timori di un ingresso dell'economia in
fase di recessione. Listini diretti verso un mercato "orso":
DJIA e S&P500 -14% dai massimi di ottobre, Nasdaq -17% dal
top. Anche oggi i listini si sono spinti pesantemente al
ribasso pressati dal pessimo dato sull’attivita’
manifatturiera dell’area di Philadelphia e dai poco
incoraggianti commenti di Bernanke sull’economia. Il Dow Jones
ha e’ arretrato del 2.46% a 12159, l’S&P500 del 2.91% a
1333, il Nasdaq ha perso l'1.99% a 2346. Gli ultimi dati macro
hanno rafforzato le ipotesi di una manovra di politica
monetaria aggressiva da parte della Fed ma le preoccupazioni
su un ingresso degli Stati Uniti in una fase di recessione
restano elevate. I principali indici azionari sembrano
indirizzati verso una condizione di mercato "orso" che
corrisponde ad un brusco calo di almento il 20% dai massimi.
Sia il Dow Jones che l’S&P500 hanno ceduto il 14% dal top
dello scorso 9 ottobre, il Nasdaq ha ritracciato di quasi il
17% dai massimi di diversi anni toccati il 31 ottobre. "Il
mercato e’ chiaramente guidato da una sensazione di paura e
dall’evidente rischio del rallentamento economico, senza
escludere una fase di recessione all’orizzonte" ha affermato
Dean Gulis, managing director di Loomis Sayles & Co. in
Michigan. Gli acquisti iniziali, originati dal buon dato
sul mercato del lavoro, hanno ben presto lasciato spazio alle
forti vendite subito dopo la comunicazione dell’indicatore
Philadelphia Fed che ha segnalato una contrazione
dell’attivita’ manifatturiera nel mese di gennaio a -20.9
punti, registrando il peggiore calo di oltre sei anni; pessimo
e’ stato anche l’aggiornamento sul settore immobiliare che ha
mostrato un crollo dei nuovi cantieri edili, deludendo le
attese. Non ha offerto alcun supporto ai mercati
l’intervento del presidente della Fed, Ben Bernanke, al
Congresso. Il capo della Fed ha confermato un deterioramento
dell'outlook economico e la "fragile" situazione del comparto
finanziario. Bernake ha affermato che le pedite legate al
business dei muti subprime potrebbero continuare a crescere
nei prossimi mesi e che lo stimolo fiscale da $100 miliardi
proposto dalla Camera potrebbe essere "significativo". Gli
operatori continuano a credere in una manovra aggressiva da
parte della Fed: e’ ampiamente atteso un taglio del costo del
denaro di 50 punti base nell meeting del 30 gennaio; c’e’ chi
ha avanzato l’ipotesi di un intervento della Banca Centrale a
mercati aperti prima della fine del mese nel caso di un
ulteriore scivolone dei listini. Non c'e' ancora pace per
il comparto bancario. La banca d’affari Merrill Lynch (MER) ha
riportato una perdita di $9.8 miliardi (piu’ del doppio delle
stime) a causa delle forti svalutazioni ($11.5 mld) legate al
business dei mutui subprime. Il titolo ha lasciato sul terreno
circa il 10%. Segnali poco incoraggianti sono emersi anche dal
gruppo Bank of New York Mellon (BK) che ha registrato un calo
del 68% dei profitti sempre a causa della forte esposizione su
investimenti ad alto rischio. Tra i titoli del Dow Jones,
l’unico in grado di chiudere in territorio positivo e’ stato
General Motors (GM) dopo una incoraggiante presentazione
offerta agli analisti. Tra gli altri titoli, in lieve
flessione IBM (IBM) che rilascera’ dopo la chiusura i dettagli
sulla performance trimestrale dopo aver annunciato buoni
risultati preliminari. Tra i titoli hi-tech e’ riuscito a
chiudere in rialzo eBay (EBAY) grazie all’upgrade di Bear
Stearns. Forti vendite invece sul gruppo chimico Monsanto
(MON) dopo che UBS ha consigliato ai clienti di vendere
l’azione. Sugli altri mercati, nel comparto energetico il
petrolio ha continuato a spingersi al ribasso. I futures con
consegna febbraio hanno ceduto $0.71 a $90.13 al barile.
Sulvalutario, invariato l’euro nei confronti del dollaro. Nel
tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due
valute e’ di 1.4657. Ancora vendite sull’oro. I futures con
consegna febbraio sul metallo prezioso hanno chiuso in calo di
$1.50 a $880.50 all’oncia. In buon progresso infine i Titoli
di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al
3.64% dal 3.7120% di mercoledi’.
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Bernanke: il Congresso agisca subito
Venerdì
18 Gennaio 2008, 8:00 - di
ANSA ______________________________________________
Da Il
Sole 24 Ore: Il presidente della Federal Reserve, Ben
Bernanke, ha lanciato ieri in Congresso un allarme. Secondo il
numero uno della Fed occorre agire subito con aggressive e
rapide azioni straordinarie a sostegno dell'economia. E se
Bernanke incoraggia a introdurre misure di stimolo fiscale nel
momento in cui l'inflazione potrebbe esplodere, vuol dire che
l'economia americana sta molto peggio di quello che sembra. E
i mercati azionari hanno reagito di conseguenza. Tutti gli
indici hanno cominciato a muoversi in ribasso avvicinandosi al
territorio controllato dall'orso. Oggi la Casa Bianca
presenterà un pacchetto di stimoli fiscali fra i 100 e i 150
miliardi di dollari.
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WALL STREET: ANCORA GIU', NON
CONVINCE IL PIANO BUSH
18
Gennaio 2008 22:15 NEW YORK -
di WSI ______________________________________________
I listini
hanno chiuso ancora una volta in negativo pressati dalla
delusione per le misurie straordinarie annunciate dal
presidente Usa e dai timori di un ingresso in fase di
recessione. Peggior settimana degli ultimi 5 anni. La
seduta di borsa a New York si e’ chiusa ancora una volta in
rosso. Dopo aver aperto in buon rialzo i listini hanno ceduto
interamente i guadagni iniziali pressati dal disappunto degli
operatori per le misure di emergenza annunciate dal presidente
Bush, dalla debolezza del comparto finanziario e da alcuni
dati macro poco incoraggianti. Il Dow Jones e’ arretrato dello
0.49% a 12099, l’S&P500 dello 0.60% a 1318, il Nasdaq ha
ceduto lo 0.29% a 2340. E' stata la peggiore settimana degli
ultimi 5 anni: l'indice industriale e quello tecnologico hanno
lasciato sul terreno 4 punti percentuali, l'S&P500 ha
registrato una perdita del 5.4%. Dal pacchetto di misure
straordinare presentato dal presidente Usa per stimolare
l’economia non sono emersi dettagli che non fossero gia’
attesi dagli operatori. Bush ha definito il piano come "la
priorita’ economica piu’ importante del momento". Il pacchetto
dovrebbe avere un valore pari all’1% del Prodotto Interno
Lordo ed offrire rimborsi fiscali ai consumatori e alle
aziende per circa $145 miliardi. Dal discorso del presidente
Usa e’ emerso che nonostante restino alcune minacce per
l’economia, le aspettative della Casa Bianca sono per una
continuazione della crescita. Evidente la delusione degli
operatori che hanno giudicato il programma non sufficiente a
rilanciare l’attivita’ economica a stelle e strisce. Le nuove
misure potrebbero offrire un relativo supporto nel breve
periodo ma i problemi che sembrano affliggere l’economia
americana in questo momento potrebbero estendersi sul lungo
termine. Gli investitori restano preoccupati sull’ingresso in
una possibile fase di recessione. Gli ultimi dati continuano
ad indicare un deterioramento delle condizioni dei mercati, il
tasso di disoccupazione e' balzato del 5%, l’attivita’
manifatturiera sta registrando una crescita negativa. Anche il
Superindice di dicembre diffuso in mattinata ha mostrato un
nuovo calo (il terzo consecutivo), oltre le attese degli
analisti. L’alta volatilita’, in parte originata anche
dalla scadenza delle options, continua cosi’ ad evidenziare la
forte incertezza degli investitori sulla direzione economica.
A risollevare lo spirito a Wall Street prima dell’apertura
erano state la trimestrale della conglomerata industriale
General Electric (GE) e l’outlook favorevole offerto dal
colosso informatico IBM. I listini continuano a spingersi al
ribasso nonostante i grafici tecnici suggeriscano che il
comparto azionario si trova nella piu’ evidente condizione di
ipervenduto degli ultimi 6 anni. Forti Sell hanno
interessato anche oggi il comparto finanziario ed in
particolare le societa' "bond insurer" dopo essere state
oggetto di un downgade da parte degli analisti di Bank of
America (BAC). MBIA (MBI) e' arretrato del 7%, Security
Capital (SCA) ha ceduto oltre il 9%. Sugli altri mercati,
nel comparto energetico il petrolio ha riguadagnato terreno. I
futures con consegna febbraio sono avanzati di $0.44 a $90.57
al barile. Sul valutario, in lieve calo l’euro nei confronti
del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi' a New York il
cambio tra le due valute e’ di 1.4614. Ancora vendite
sull’oro. I futures con consegna febbraio sul metallo prezioso
hanno chiuso in rialzo di $1.10 a $881.60 all’oncia. In
ribasso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a
10 anni e’ salito al 3.6480% dal 3.64% di
giovedi'.
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CINA:
BANK OF CHINA, FORTI PERDITE PER SUBPRIME
21
Gennaio 2008 06:49 PECHINO - di
ANSA _______________
(ANSA) -
PECHINO, 21 GEN - La Bank of China, una delle quattro grandi
banche pubbliche della Cina, annuncerà in aprile delle perdite
astronomiche a causa della sua esposizione nei subprime, i
mutui facili travolti da una crisi negli Stati Uniti. Lo
scrive oggi il quotidiano di Hong Kong South China Morning
Post, citando fonti bancarie cinesi. La Bank of China ha
annunciato lo scorso agosto di avere investimenti per 9,65
miliardi di dollari nei subprime, che nei mesi seguenti sono
tagliati e ridotti a 7,95 miliardi. Nei primi tre trimestri
del 2007, la Bank of China ha annunciato profitti per 45,47
miliardi di dollari, con una crescita del 40 per cento
rispetto all' anno precedente. Secondo il South China Morning
Post, "anche se il governo cinese ha mantenuto un
atteggiamento calmo verso l' esposizione delle banche nei
sub-prime, i massimi leader hanno espresso privatamente la
loro preoccupazione" per la la situazione e avrebbero
sottolineato la necessità di "maggiori controlli" sugli
investimenti finanziari all' estero. (ANAS).
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Futures
Usa in pesante
calo su timori recessione
21
Gennaio 2008 14:19 - di
REUTERS _____________________
NEW YORK
(Reuters) - I futures sugli indici azionari Usa viaggiano in
pesante ribasso, lasciando presagire un forte calo
all'apertura di Wall Street domani. Oggi la borsa statunitense
è chiusa per il Martin Luther King Jr. Day. I timori di una
recessione negli Usa stanno avendo la meglio sui mercati di
tutto il mondo e una pesante ondata di vendite oggi si è
abbattuta sulle piazze asiatiche ed europee. Intorno alle
17,00 italiane il futures sullo S&P 500 cede 55 punti
(oltre il 4%), ben al di sotto del fair value, una formula
matematica che valuta i prezzi tenendo conto di tassi di
interesse, dividendi e tempo che manca alla scadenza del
contratto. Il derivato sul Dow Jones arretra di 470 punti
(-3,9%) e quello sul Nasdaq 100 di 71 punti (-3,8%).
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SOROS: E' LA CRISI PIU' GRAVE DALLA
SECONDA GUERRA MONDIALE
21
Gennaio 2008 15:06 NEW YORK - di
ANSA _____________________________________
La crisi
finanziaria in atto e' la piu' grave dalla II guerra mondiale.
Il finanziere George Soros afferma che gli Usa sono minacciati
dalla recessione e che anche l'Europa rischia di finire in una
fase di contrazione del ciclo
economico. La crisi finanziaria in atto
e' la piu' grave dalla II guerra mondiale. A sostenerlo e'
George Soros in un'intervista. Soros afferma che gli Usa sono
minacciati dalla recessione e che anche l'Europa rischia di
finire in una fase di contrazione del ciclo economico. Soros
ha aggiunto di non attendersi risultati significativi dal
piano di stimolo da 150 miliardi di dollari annunciato
dall'amministrazione Bush.
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Borsa: Roubini, In Usa Sara'
Recessione Piu' Dura Da 20 Anni
Lunedì 21
Gennaio 2008, 20:42 - di
ANSA ______________________________________________
(ANSA) -
MILANO, 21 GEN - La recessione negli Stati Uniti "durerà per
l'intero 2008" e anche se "non sarà come quella del '29, sara'
la più difficile degli ultimi vent'anni". E' così che
l'economista Nouriel Roubini spiega il lunedì nero sulle Borse
internazionali. "I mercati oggi sono andati giù perché stanno
riflettendo sul fatto che a questo punto una recessione negli
Usa è inevitabile", ha detto a dibattito con l'economista
Francesco Giavazzi, organizzato dalla Fondazione Corriere
della Sera, 'Sopravviveranno i mercati
al 2008?''. "Se guardiamo al mercato
immobiliare, alle vendite al dettaglio, alla disoccupazione,
tutto indica che la recessione negli Stati Uniti non sarà
lieve ma severa", ha spiegato Roubini. Ciò avrà
inevitabilmente un impatto anche sulle altre economie: "Non
prevedo una recessione globale ma un forte rallentamento", ha
spiegato quindi l'economista, che è stato tra i consiglieri
economici della Casa Bianca nel 1998 e del Tesoro nel 1999.
Secondo Roubini la Federal Reserve, dopo aver già tagliato i
tassi dell'1% negli ultimi mesi, "li porterà sotto il 3% entro
l'anno" dal 4,25% attuale, ma come le misure fiscali
annunciate da Bush, "non possono evitare una recessione, ma
solo limitarne gli effetti". Rispetto alla crisi finanziaria
del 2001, inoltre, "sul mercato non ci sono solo problemi di
liquidità, ma di insolvenza". Il quadro è quindi più fosco e
per gli Usa l'attesa è di "quattro trimestri di
recessione". Di certo la crisi attuale ci ricorda che "la
supervisione e la vigilanza del sistema finanziario sono stati
insufficienti" e ora è difficile capire esattamente i limiti
della crisi attuale: "I meccanismi finanziari attuali sono
così complessi - ha detto Roubini - , così esoterici che non
riusciamo a capirne i meccanismi esatti. Dovremo spendere un
po' di tempo per capirli altrimenti ci troveremo come ad avere
a che fare con una scatola nera". (ANSA).
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Borsa:
futures Usa in calo, il maggiore dall'11/9
22
Gennaio 2008 11:59 ROMA - di
ANSA ____________________________________
In Europa
S&P cede 62,30 punti, Dow Jones -529, Nasdaq -90 (ANSA)
- ROMA, 22 GEN - I futures sugli indici di borsa di New York
sono in netto calo: l'S&P 500 potrebbe segnare oggi il
peggior scivolone dall'11 settembre 2001. Negli scambi sui
mercati europei, i futures sullo S&P 500 cedono 62,30
punti (pari al 4,7%) a 1.263,30 punti. I derivati sul Dow
Jones lasciano sul terreno 529 punti a 11.566, mentre i
derivati sul Nasdaq cedono 90 punti a quota 1.759. Sul fronte
dei titoli, Exxon Mobil, tra gli altri, cede sei dollari a
79,09 dollari a Francoforte. Il settore petrolifero guida il
ribasso delle materie prime, come l'oro, con Barrick Gold che
cede in Europa 3,48 dollari a quota 43,25. Ancora sotto forte
pressioni i titoli bancari: Bank of America, in attesa della
trimestrale, perde 2,38 dollari a 33,59 dollari, Goldman Sachs
cede 9,32 dollari a 177,89 e Merrill Lynch cede 3,77 dollari a
48,10. Il mercato attende anche i risultati trimestrali di
Johnson & Johnson (prima dell'apertura di borsa) e Apple
(dopo la chiusura). (ANSA)
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WALL STREET: IN CALO MA IN
RECUPERO DAI MINIMI
22
Gennaio 2008 22:05 NEW YORK -
di WSI ______________________________________________
Nuovi
colpi di scena alla borsa di New York. La manovra
straordinaria della Fed argina le forti perdite iniziali ma
non basta a ridare fiducia agli operatori. Dow Jones sotto i
12000 punti per la prima volta dal 2006. I listini
americani hanno chiuso in ribasso per la quinta sessione
consecutiva, segnando la piu’ lunga serie negativa degli
ultimi 11 mesi, pressati ancora una volta dai timori di un
ingresso dell’economia in una fase di recessione. A Wall
Street hanno continuato a prevalere le vendite nonostante la
manovra straordinaria (la prima dal settembre 2001) della Fed
di abbassare il costo del denaro di 75 punti base al 3.50%,
utile comunque ad arginare l’ondata di vendite
materializzatasi in avvio. A fine giornata il Dow Jones, che
perdeva oltre 400 punti nei minuti iniziali, ha chiuso con un
ribasso dell'1.06% a 11971, l’S&P500 ha ceduto l'1.11% a
1310, il Nasdaq (in partenza in ribasso del 5%) il 2.04% a
2292. Per limitare il ‘panic selling’ che aveva investito
le borse mondiali ad inizio settimana (con cali compresi tra
il 5% e il 7% da Londra a Sidney), la Banca Centrale americana
con un’azione d'emergenza senza precedenti negli ultimi 7
anni, ha ridotto a mercati aperti i tassi sui fed funds dello
0.75%, abbassandoli dal 4.25% al 3.50%. Si tratta del piu'
forte taglio dei tassi da parte della Fed degli ultimi 25
anni, l'ultimo di questa portata risale infatti all'agosto
1982. La decisione conferma quanto gravi siano gli sbilanci e
disequilibri sul mercato finanziario americano, per via della
crisi creditizia innescata dal calo immobiliare e dai mutui
subprime. Il recente sell-off sull’azionario ha spinto i
listini verso una condizione di mercato "orso", evidente nel
forte ritracciamento dai massimi dello scorso anno, con il Dow
Jones e l’S&P500 in ribasso del 16% dal top di ottobre, e
il Nasdaq giu’ del 19%. Per fornire maggiore fiducia agli
investitori e ai consumatori, la Fed potrebbe proseguire la
politica monetaria di tipo accomodante nel tentativo di
evitare la recessione. I futures sui fed funds indicano una
possibilita’ del 74% di assistere ad un ulteriore taglio del
tasso interbancario di 50 punti base nell’incontro del 30
gennaio. "C'erano pochi dubbi sul fatto che la Fed non
avrebbe aspettato fino al meeting della prossima settimana, se
non fosse stato per le condizioni dei mercati azionari"
commenta Ian Shepherdson, chief economist di High Frequency
Economics. "Questa mossa non riaggiusta tutto in un attimo,
anzi. L'economia Usa deve ancora fronteggiare la recessione,
ma almeno adesso sappiamo che la Fed l'ha capito". Seppur
sono stati evidenziati dei parallelismi tra il recente
movimento dell’azionario e il crash del 1987, il Dow Jones
Industrial dovrebbe arretrare di ancora 2700 punti per
uguagliare il calo percentuale di allora. Alcuni analisti
stanno comunque consigliando di incrementare l’esposizione
sull’azionario poiche’ alle attuali condizioni il mercato
appare in una chiara condizione di ipervenduto nonostante la
minaccia della recessione. Sul fronte societario, a
livello settoriale a riportare le maggiori perdite sono stati
i comparti delle utilities, farmaceutico e tecnologico. Hanno
guidato la strada dei rialzi i settori immobiliare e
finanziario, aiutati proprio dalla decisione della Fed. Tra i
singoli titoli, Bank of America (BAC) e’ riuscita ad avanzare
di oltre il 3% nonostante la brutta trimestrale che ha
mostrato un crollo del 97% dei profitti. Stesso dicasi per
Wachovia (WB) che ha riportato un calo del 98% degli utili
nell’ultimo trimestre a causa delle forti svalutazioni dovute
all’esposizione sul business dei mutui subprime. Hanno
terminato in forte progresso anche le due note societa’ "bond
insurer" MBIA (MBI) e Ambac Financial (ABK) dopo che
quest’ultima ha annunciato la revisione di nuovi piani
strategici. Bene anche i titoli retail grazie all’upgrade
sull’intero comparto emesso dagli analisti di Bernstein; Home
Depot (HD) e Lowe’s (LOW), i due colossi americani di articoli
per la casa, sono balzati di oltre 6 punti percentuali. Nel
comparto hi-tech, grande attenzione sulla trimestrale del
gigante informatico Apple, che verra’ diffusa subito dopo la
chiusura delle borse. Nel comparto energetico in calo
Exxon Mobil (XOM) sulla debolezza mostrata dal petrolio. La
minaccia della recessione sta continuando a pesare sulle
quotazioni dell’oro nero, oggi scese ai minimi di sei
settimane. I futures con consegna febbraio sono arretrati di
$0.72 a $89.85 al barile. Sul valutario, in buon recupero
l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di
martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4615.
In progresso l’oro. I futures con consegna febbraio sul
metallo prezioso hanno chiuso in rialzo di $8.60 a $890.30
all’oncia. In forte progresso infine i Titoli di Stato. Il
rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4840% dal
3.6480% di venerdi’.
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Mutui:
Soc Gen Sotto Pressione, Si Teme Per Sua
Esposizione
Mercoledì
23 Gennaio 2008, 16:19 - di
ANSA ______________________________________________
(ANSA) -
PARIGI, 23 GEN - La Societé Generale è nuovamente sotto
pressione oggi alla borsa parigina con gli investitoti
preoccupati della possibile ampiezza della sua esposizione
alla crisi dei 'subprime'. Nel primo pomeriggio i suoi titoli
perdevano il 5,33% a 78,10 euro portando così al 18% il calo
registrato in una settimana. I mercati vorrebbero maggiori
chiarimenti da parte della banca guidata da Daniel Bouton che
secondo il settimanale satirico 'Le Canard Enchaine' sarebbe
quella più a rischio in Francia. "Secondo le ultime notizie, è
la Societé Generale che sarebbe la più colpita in quanto
avrebbe commesso l'errore di assicurare la maggior parte dei
suoi crediti a rischio con un solo istituto americano, oggi in
piena crisi". (ANSA).
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Fed: Merrill Lynch, Dovra' Tagliare Tassi
All'1%
Mercoledì
23 Gennaio 2008, 20:15 - di
ANSA __________________________________________
(ANSA) -
ROMA, 23 GEN - La Federal Reserve dovrà tagliare il costo del
denaro all'1%, ai livelli del giugno 2004, mentre l'economia
statunitense sarà in recessione nei primi tre trimestri
dell'anno in corso. E' il parere espresso oggi da David
Rosenberg, capoeconomista di Merrill Lynch per il NordAmerica,
secondo cui "la seria natura dell'attuale deflazione sul
mercato immobiliare e la situazione di 'credit crunch' rende
necessaria una politica monetaria particolarmente
aggressiva". Nello scorso dicembre lo stesso Rosenberg
aveva predetto che gli Usa sarebbero entrati in recessione per
la prima volta da sei anni a questa
parte.(ANSA).
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WALL STREET: COLPO DI SCENA CON
IMPRESSIONANTE RALLY
23
Gennaio 2008 22:01 NEW YORK -
di WSI ______________________________________________
Ancora
volatilita' a New York. Il Dow Jones recupera 300 punti dai
minimi e si spinge di altri 300 al rialzo. Leadership dai
settori finanziario ed immobiliare. Operatori divisi pero'
sulla direzione dell'economia. Seduta estremamente volatile
per gli indici americani, capaci di recuperare dalla forte
debolezza iniziale e terminare la seduta in positivo grazie al
colpo di reni delle ultime ore. Il Dow Jones, che perdeva
oltre 300 punti ad un certo momento della sessione, ha chiuso
con un progresso del 2.50% a 12272, l’S&P500 del 2.16% a
2318, il Nasdaq, inizialmente pressato dalle brutte
trimestrali di Apple (AAPL) e Motorola (MOT), ha guadagnato
l'1.05% a 2316. "La volatilita’ e’ diventata un elemento
costante sui mercati azionari e lo sara’ finche’ gli
investitori non inizieranno ad avere un quandro piu’ chiaro
sulla direzione economica" ha affermato Alan Lancz, direttore
della banca d’investimento LanczGlobal. Negli ultimi 14 giorni
di contrattazioni solo in due sedute si sono registrati
movimenti del Dow Jones inferiori a tre cifre. A spingere
al rialzo gli indici sono stati gli acquisti effettuati sul
finale dagli investitori alla ricerca delle opportunita’
create dal recente sell-off, che in molti casi ha originato
una condizione di ipervenduto, ideale per l’inserimento di
determinati titoli in portafoglio. A guidare il recupero sono
stati i comparti bancario e immobiliare (REIT compresi), che
hanno iniziato a beneficiare della manovra straordinaria di
politica monetaria effettuata dalla Fed nella giornata di
ieri, relativa alla riduzione del costo del denaro di 75 punti
base al 3.5%. Tra i singoli titoli, Citigroup(C), JPMorgan
(JPM) e Bank of America (BAC), le piu’ grosse banche
americane, tra martedi’ e mercoledi’ hanno registrato il
miglior rally degli ultimi tre mesi; Centex (CTX) e DR Horton
(DHI) nel comparto delle costruzioni si sono spinti al rialzo
ad un tasso che non si vedeva da quasi due mesi. Da notare che
Bear Stearns (BSC) in mattinata aveva emesso un upgrade a
"Overweight" da "Underweight" proprio sul comparto bancario a
larga capitalizzazione evidenziando come nei periodi di forti
ribassi dei tassi queste societa’ hanno tendenzialemente
sovraperformato il mercato. C’e’ gia’ pero’ chi ha
definito il rally giornaliero come il classico "rimbalzo del
gatto morto" sostenendo che ne’ la politica monetaria
accomodante della Fed tanto meno il pacchetto di stimolo
fiscale presentato da Bush permetteranno all’economia Usa di
evitare la recessione (che secondo la maggior parte degli
operatori e' gia' cominciata, anche se non rilevata
statisticamente). A spingere in forte ribasso gli indici
in avvio, oltre al solito tam-tam su recessione e tassi
d’interesse, era stata anche la deludente trimestrale diffusa
dal colosso informatico Apple (AAPL) responsabile dei massicci
Sell sull’intero comparto tecnologico. La societa’ di
Cupertino ha diffuso un outlook peggiore delle stime per i
prossimi mesi e riportato vendite inferiori al consensus.
L’azione ha chiuso con un ribasso dell’11%. Tra le altre
societa’ hi-tech, in evidente difficolta’ anche Google (GOOG)
(arrivato a testare il livello psicologico dei $550) e
Microsoft (MSFT). Motorola (MOT) ha riportato un calo dell’84%
dei profitti e annunciato un outlook inferiore alle attese: il
titolo ha lasciato sul terreno piu’ del 18%. Subito dopo la
chiusura delle borse sara’ il colosso delle aste online eBay
(EBAY) a diffondere la trimestrale. Il rischio-recessione
sta comunque influenzando in pieno i mercati mondiali. Forti
perdite sono state riportate sulle princiapli piazze europee.
Gli strategist delle maggiori banche d’affari Usa stanno
rivedendo al ribasso tutte le stime sulla crescita del Pil
americano e sui target degli indici azionari. Tobias
Levkovich, chief equity strategist di Citigroup (C) ha ridotto
le stime sul 2008 per l’S&P500 del 7.5%. Anche le banche
d’affari Merrill Lynch (MER) e UBS hanno rivisto al ribasso le
previsioni sulla crescita dell’azionario e dell'economia.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico ancora in
ribasso il petrolio. I futures con consegna febbraio sono
arretrati di $2.22 a $86.99 al barile. Sul valutario, in
stabile l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio
di mercoledi' a New York il cambio tra le due valute e’ di
1.4631. In ribasso l’oro. I futures con consegna febbraio sul
metallo prezioso hanno chiuso in ribasso di $7.20 a $883.10
all’oncia. In progresso infine i Titoli di Stato. Il
rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4260% dal
3.4840% di martedi'.
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WALL STREET: RALLY IN ATTESA DELLA
FED
28
Gennaio 2008 22:05 NEW YORK -
di WSI ______________________________________________
Dopo aver
iniziato la sessione in rosso, i listini americani hanno
ritrovato la strada dei rialzi ed hanno chiuso la sessione in
territorio positivo. Il Dow Jones ha guadagnato l'1.45% a
12384, l’S&P500 l'1.75 % a 1353, il Nasdaq ha chiuso in
rialzo dell'1.02% a 2349. A riportare gli acquisti
sull’azionario sono state le rafforzate speranze di un
proseguimento della politica monetria di tipo accomodante da
parte della Fed. Gia' domani la Banca Centrale si riunira’
nuovamente a Washington, il comunicato ufficiale che
accompagnera’ la decisione sui tassi sara’ diffuso nel primo
pomeriggio di New York del prossimo mercoledi’. I futures sui
fed funds indicano un taglio del 50% del costo del denaro
(dall’attuale 3.5%); appena 8 giorni fa Bernanke & Co
erano intervenuti sul mercato con una manovra straordinaria
che ha abbassato il tasso interbancario di 75 punti base.
A rapporzare l’ipotesi di un ulteriore abbassamento del
costo del denaro e’ stato il deludente dato giunto in
mattinata dal comparto immobiliare. L’aggiornamento, che
inizialmente aveva depresso i listini per l’evidente, continua
debolezza del comparto, ha mostrato una nuova contrazione
delle vendite di case nuove a dicembre, ai minimi livelli
degli ultimi 13 anni. Non sono pero’ mancate alcune
critiche al rialzo giornaliero. Alfred Goldman, chief market
strategist di A.G. Edwards ha messo in evidenza come "nel caso
di un taglio ai tassi inferiore del previsto o inesistente, il
mercato potrebbe manifestare una certa delusione; in caso
contrario, la reazione potrebbe essere ugualmente negativa
poiche’ evidenzierebbe uno scenario economico in pericolo".
Le operazioni di trading continueranno a mostrare con
molte probabilita’ una forte volatilita’ nei prossimi giorni.
In serata e’ atteso l’intervento del presidente degli Stati
Uniti, George W. Bush, sull’annuale discorso relativo allo
"Stato dell’Unione", mercoledi’ sara’ la volta delle Fed,
venerdi’ sara’ diffuso l’importante rapporto sull’occupazione
che offrira’ maggiori segnali sul mercato del lavoro. Sul
fronte societario, il colosso fast food McDonald’s (MCD) ha
comunicato una trimestrale migliore delle attese, ma il titolo
e’ arretrato a causa del rallentamento registrato sulle
vendite comparate in America. Subito dopo la chiusura delle
borse ad occupare la scena sara’ nuovamente il comparto
finanziario con la trimestrale di American Express (AXP),
recentemente in forte calo a causa dei guai che le famiglie
americane stanno riscontrando nel business delle carte di
credito. Tra le notizie di mergers & acquisitions, il
BlackStone Group ha confermato l’interesse per Alliance Data
(ADS) ma ha sottolineato che la proposta di acquisto da $6.4
miliardi potrebbe essere a rischio per via delle
regolamentazioni ‘esagerate’ richieste dalle autorita’
competenti sul takeover. In trattative i due mercati di
futures sulle commodities: il CME Group potrebbe rilevare il
Nymex attraverso un’operazione ‘cash e stock’ del valore di
$11.07 miliardi. Sugli altri mercati, nel comparto
energetico in leggero progresso il petrolio. I futures con
consegna marzo sono avanzati di $0.280 a $90.99 al barile. Sul
valutario, in recupero l’euro nei confronti del dollaro. Nel
tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il cambio tra le due
valute e’ di 1.4770. Ad un nuovo record ($929.50) l’oro. I
futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno
chiuso con un guadagno intraday di $16.40 a $927.10 all’oncia.
In leggero ribasso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul
Treasury a 10 anni e’ salito al 3.5860% dal 3.5840% di
venerdi’.
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Borsa
Usa brucia
brevemente guadagni su rumour perdite JP Morgan
29
Gennaio 2008 16:56 - di
REUTERS ___________________
NEW YORK
(Reuters) - L'azionario statunitense si affaccia
temporaneamente in territorio negativo, appesantito dai rumour
di mercato che parlano di perdite legate ai derivati per la
banca JP Morgan. L'isituto non ha voluto commentare le voci.
In un seduta caratterizzata dall'alta volatilità, nelle prime
battute i listini si muovevano in cauto rialzo, sostenuti
dalle attese di una nuova riduzione dei tassi di interesse da
parte della Federal Reserve nel meeting di domani. Ad
alimentare l'ottimismo degli operatori anche il report sugli
ordini di beni durevoli, che ha mostrato a dicembre un aumento
superiore alle previsioni degli analisti, alleviando i timori
legati alla crescita economica. Intorno alle 16 prima il
Nasdaq e in seguito Dow ed S&P hanno virato in rosso.
Quindici minuti più tardi il paniere delle blue chip si è
riportato in territorio positivo a 12.430,55, in progresso
dello 0,38%. Alla stessa ora l'indice allargato Standard &
Poor's 500 avanza dello 0,31% a 1.358,22 punti. L'indice si è
mosso in un range compreso tra 1350,19 e 1363,14 punti. Si
mantiene sotto i livelli di ieri l'indice composto Nasdaq, che
segna un calo dello 0,22% a 2.345,15 punti. Lettera diffusa
sin dall'apertura su Countrywide Financial (-4,54%).
L'erogatore di mutui numero uno in Usa ha annunciato una
perdita netta di 422 milioni di dollari nel quarto trimestre,
a causa di un aumento dei casi di morosità.
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Fmi
taglia stime crescita mondiale 2008, ammonisce su
rischi
29
Gennaio 2008 17:07 - di
REUTERS _____________________
WASHINGTON (Reuters) - Il Fondo monetario
internazionale ha ridotto le proprie stime sulla crescita
mondiale nel 2008 a 4,1% da 4,4% della proiezione di ottobre
scorso per tenere conto della crisi sui mercati del credito.
L'attività economica, avverte l'Fmi, potrebbe rallentare
ulteriormente. Più in dettaglio il Fondo ha tagliato a 1,6% da
2,1% la stima sulla crescita della zona euro e a 1,5% da 1,9%
quella relativa agli Stati Uniti. Per quanto riguarda il
Giappone la stima sul Pil passa a 1,5% da 1,9% mentre quella
sulla Cina resta invariata al 10%. In un aggiornamento del
World Economic Outlook il Fondo ammonisce che la situazione
dei mercati finanziari è peggiorata e probabilmente rimarrà
instabile per qualche tempo.
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30 MLD DLR A
BANCHE, MA TASSI
IN NETTO CALO
29
Gennaio 2008 18:08 ROMA - di
ANSA ___________________(ANSA) - ROMA, 29 GEN - La
Federal Reserve ha collocato 30 miliardi di dollari di
liquidità in un'asta straordinaria 'Taf' (Term Auction
Facility). Il tasso dell'asta, che ha durata di 28 giorni, è
tuttavia risultato pari al 3,123%, livello più basso da quando
la Fed ha iniziato ha iniettare liquidità fra le banche
statunitensi lo scorso dicembre per aiutarle a superare gli
scossoni del mercato creditizio. A fare domanda per i fondi
messi in asta sono stati 52 istituti, che hanno chiesto
complessivamente 37,5 miliardi di dollari.
(ANSA).
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USA: PIL
QUARTO TRIMESTRE CROLLA A +0.6% DA +4.9%
30
Gennaio 2008 14:30 NEW YORK - di
ANSA _______________________________________
Frenata
fortissima della crescita economica americana, preavviso della
recessione in arrivo. Si tratta dell'aumento piu' fiacco degli
ultimi 5 anni. Gli investimenti sul comparto immobiliare sono
al minimo degli ultimi 26 anni. Il Prodotto Interno Lordo
Usa - un dato che rappresenta il valore totale di tutti i beni
e servizi prodotti e venduti nel Paese - nel quarto trimestre
del 2007 ha registrato un aumento dello 0.6%. Si tratta del
piu’ contenuto aumento degli ultimi 5 anni. Lo ha
comunicato il Dipartimento del Commercio Usa.
L’indicatore, che rappresenta il dato preliminare, si e’
rivelato inferiore alle stime degli economisti che si
attendevano un avanzamento dell’1.2%. Il dato finale del terzo
trimestre si era attestato a +4.9%. Nel periodo
ottobre-dicembre sono rallentati la spesa e gli investimenti
aziendali; gli investimenti sul comparto immobiliare sono
calati al tasso piu’ marcato degli ultimi 26 anni. Anche le
esportazioni sono cresciute ad un tasso piu’ contenuto.
Nell'intero 2007 il Pil e’ cresciuto ad un tasso del 2.2%,
nell’anno precedente la crescita era stata pari a +2.9%.
L’indice "core" dei prezzi al consumo e’ cresciuto al
2.6%, in linea con le attese. I consumi personali sono
avanzati del 2%, al di sotto delle attese pari a
+2.6%.
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WALL STREET: ILLUSIONE RALLY, POI
GIU'
30 Gennaio 2008 22:06 NEW
YORK - di
WSI ______________________________________________
Dopo aver
trattato poco sotto la linea di parita’ nella prima parte
della giornata, i listini americani si sono spinti in forte
rialzo subito dopo la comunicazione della decisione della
Federal Reserve sui tassi d’interesse, per poi cedere
interamente i guadagni sul finale e chiudere in rosso. Il Dow
Jones, arrivato a segnare un rialzo di oltre 200 punti
nell’ultima ora, e’ arretrato dello 0.30% a 12442,
l’S&P500 dello 0.48% a 1355, il Nasdaq ha ceduto lo 0.38%
a 2349. Gli operatori hanno apprezzato la decisione della Fed
ma sembrano necessitare di ulteriori segnali incoraggianti dal
fronte economico. Il FOMC, il braccio operativo della Fed,
ha abbassato di mezzo punto percentuale, al 3%, il costo del
denaro ad appena una settimana di distanza dalla manovra
straordinaria con cui aveva operato un taglio dello 0.75%.
Preoccupata del rallentamento economico (confermato proprio in
giornata dal dato sul Prodotto Interno Lordo del quarto
trimestre 2007) la Banca Centrale ha preferito proseguire
sulla linea della politica accomodante per ridare fiducia ai
consumatori e alle aziende, alla luce della continua debolezza
dei comparti immobiliare e finanziario. La maggior parte
degli operatori sperava in un’operazione di tali dimensioni.
Cio’ dimostra la volonta’ dei governatori di evitare
l’ingresso dell’economia in una fase di recessione. "Ci hanno
dato quello che volevamo, ora possiamo tirare un sospiro di
sollievo" ha dichiarato Bruce McCain, capo del gruppo di
investment strategy di Key Private Bank, che ha aggiunto: "Ora
ci sono buone possibilita’ di continuazione del rally se il
sentiment continuera’ a rimanere ottimista". Ma il
sentiment ci ha messo purtroppo ben poco a cambiare rotta. "La
mossa della Fed era attesa e va bene cosi’. Ma abbiamo bisogno
di segnali piu’ forti dal fronte macro, come quelli diffusi
ieri sugli ordini di beni durevoli, per essere sicuri che
l’economia non e’ poi messa cosi’ male come si pensa" ha
dichiarato Scott Wren, equity strategist di A.G. Edwards &
Sons. Il taglio odierno e’ il quinto della serie iniziata
lo scorso settembre, subito dopo che lo scoppio della crisi
del credito legata ai mutui subprime aveva iniziato a mettere
in ginocchio le grosse banche d’affari e deprimere
ulteriormente le aziende del settore immobiliare. Anche il
tasso di sconto (ovvero il tasso applicato dalla Fed stessa
nei prestiti verso le banche) e’ stato ridotto dello 0.50% al
3.5%. Ma alcuni rischi rimangono, cosi’ come si legge nel
documento ufficiale che ha accompagnato la decisione della
Fed. E l’evidenza sta negli ultimi dati giunti dal fronte
macro che hanno mostrato il piu’ contenuto avanzamento del Pil
americano degli ultimi 5 anni. Il dato preliminare sul
Prodotto Interno Lordo del quarto trimestre e’ cresciuto dello
0.6%, esattamente la meta’ delle attese e in netto calo
rispetto al periodo precedente (+4.9%) sollevando non poche
preoccupazioni tra gli operatori sul corso dell’economia nei
prossimi mesi. Alcuni segnali incoraggianti sono emersi
dal rapporto sull’occupazione nel settore privato che ha
mostrato una crescita dei posti di lavoro significativamente
maggiore delle attese (grande attenzione ora sull’importante
rapporto di venerdi’, piu’ accurato e credibile). Sul
fronte societario, hanno riportato trimestrali migliori delle
attese il colosso farmaceutico Merck (MRK) e il gigante
aerospaziale Boeing (BA). Numeri in linea con le previsioni
per la societa’ alimentare specializzata in cereali Kellogg
(K). Male invece il colosso media online Yahoo! (YHOO) che
nell’after hour di ieri sera ha riportato un calo dei profitti
e dei ricavi, annunciato un outlook non incoraggiante per il
2008 e comunicato il taglio di 1000 posti di lavoro. Profitti
in calo anche per la societa’ alimentare Kraft (KFT).
Sugli altri mercati, nel comparto energetico in lieve
rialzo il petrolio. I futures con consegna marzo sono avanzati
di $0.11 a $91.75 al barile. Sul valutario, in progresso
l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di
mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di
1.4879. In calo l’oro. I futures con consegna aprile sul
metallo prezioso hanno chiuso con una perdita di $4.50 a
$926.30 all’oncia. Giu’ infine i Titoli di Stato. Il
rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.7330% dal
3.6580% di martedi’.
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WALL STREET: RITROVA
LA STRADA DEI RIALZI E VA IN RALLY
31 Gennaio 2008 22:04 NEW
YORK - di
WSI ______________________________________________
Listini
in rally grazie alle rassicurazioni offerte dalle societa'
"bond insurer". Ma gennaio resta un mese da dimenticare:
peggiore performance dal 1990 per l'S&P500, per il Nasdaq
e' la piu' brutta in assoluto. Dopo l’avvio in netto calo,
gli indici americani hanno invertito rotta, chiudendo la
sessione in forte rialzo. Il Dow Jones, arrivato a segnare una
perdita intraday di 190 punti nei minuti iniziali, ha
guadagnato l'1.67% a 12649, l’S&P500 l’1.66% a 1378, il
Nasdaq e’ avanzato dell'1.74% a 2389. A riportare gli acquisti
sui mercati sono state le rassicurazioni fornite dalla
societa’ "bond insurer" MBIA (MBI) durante la conference call
post-trimestrale. Ma gennaio resta un mese da dimenticare:
l'indice industriale ha registrato una performance negativa
del 4.9%, -6.3% per l'S&P500, -9.1% per il Nasdaq
(peggiore performance assoluta nel mese di gennaio). Il
CEO della principale societa' americana di assicurazione delle
emissioni obbligazionarie si e' detto fiducioso sulla conferma
del rating di qualita’ "AAA" del credito, giudicando inoltre
esagerata la reazione degli investitori agli ultimi sviluppi
economici, troppo propensi ad enfatizzare i rischi che corre
l'economia, e il comparto finanziario in particolare, in
questo periodo. Il titolo e' schizzato +10% dopo
l'annuncio (+6.30% alla chiusura), nonostante le perdite di
$2.3 miliardi riportate nell'ultimo trimestre che avevano
trascinato al ribasso i listini in avvio di seduta.
L’eventuale riduzione dei rating sul debito delle societa’
"bond insurer", inficierebbe notevolemente sui prodotti
offerti innescando una nuova ondata di svalutazioni per
numerose istituzioni finanziarie. L’agenzia Fitch ha gia’
operato un downgrade sul rating di Ambac Financial Group
(ABK), Security Capital Assurance (SCA) e Financial Guaranty
Insurance. Moody's Investors Service e Standard & Poor's
sono attualmente impegnate nella revisione dei rating delle
citate societa’. Ad affossare i listini in avvio era stato
il pessimo dato sul mercato del lavoro che aveva mostrato un
balzo delle nuove richieste di sussidio da parte dei
disoccupati ai massimi livelli degli ultimi tre mesi, ad un
tasso che non si vedeva da oltre due anni. Il dato ha
sollevato serie preoccupazioni sulla dinamica
dell’occupazione, in vista dell’importante rapporto di gennaio
che verra’ diffuso nella giornata di venerdi’. Nessuna
sorpresa invece dai dati relativi al reddito personale e alle
spese al consumo, attestatisi a livelli leggermente superiori
al consensus. Il rally giornaliero ha visto salire in
prima linea i titoli dei settori finanziario e immobiliare,
maggiormente sensibili allo scenario dei tassi d’interesse,
probabilmente anche grazie alle manovre di ricorperura dei
ribassisti. Citigroup (C) ha chiuso con un progresso del
2.25%, Morgan Stanley (MS) ha guadagnato l’1.93%. A
spingersi fortemente al rialzo e' stato anche l'intero
comparto retail, guidato dal colosso degli articoli per la
casa Home Depot (HD), grazie ai commenti della banca d'affari
Deutsche Bank secondo cui il calo dei tassi d'interesse
permettera' alle famiglie americane di allocare maggiore
denaro ai consumi. In forte recupero il colosso retail online
Amazon (AMZN), in grado di recuperare ben 14 punti percentuali
dopo la pubblicazione della trimestrale che aveva mostrato una
contrazione dei margini operativi. Subito dopo la chiusura
delle borse sara’ il colosso Google (GOOG) a diffondere i
numeri fiscali. Sugli altri mercati, nel comparto
energetico in calo il petrolio. I futures con consegna marzo
sono arretrati di $0.58 a $91.75 al barile, dopo essere
scivolato ad un minimo intraday di $89.58.. Sul valutario,
stabile l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio
di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di
1.4870. In lieve progresso l’oro. I futures con consegna
aprile sul metallo prezioso hanno chiuso in rialzo di $1.70 a
$928.00 all’oncia. Giu’ infine i Titoli di Stato. Il forte
recupero sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.6390% dal
3.7330% di mercoledi’
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