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09 Ottobre 2008 08:58 MILANO
BORSA: ASIA TIENE DOPO TAGLIO TASSI MA LISTINI INCERTI
di ANSA
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(ANSA) - MILANO, 9 OTT - Si arresta l'emorragia di perdite
sulle borse asiatiche ma il taglio dei tassi operato dalle
banche centrali di mezzo mondo e al quale hanno preso parte
anche Cina, Corea del Sud, Hong Kong e Taiwan non basta a
ridare slancio ai listini. L'Asia si avvia a chiudere la
seduta senza una direzione precisa e con le Borse che
muovono in ordine sparso: Tokyo è scesa ancora (-0,5%) con
Sydney (-1,5%) e Taiwan (-1,4%) mentre Hong Kong (+2,6%) e
Seul (+0,6%) sono salite. In flessione invece gli indici
cinesi con Shanghai che cede lo 0,6%. Accanto al taglio
coordinato di mezzo punto percentuale operato da Fed, Bce e
altre banche centrali, una sforbiciata ai tassi è arrivata
ieri anche dalla China (-27 punti base) e da Hong Kong (-100
punti base). Oggi è stato il turno della Corea e di Taiwan
intervenire per ridurre di un quarto di punto il costo del
denaro. La Banca centrale giapponese ha pompato 20 miliardi
di dollari di liquidità nel sistema. Gli interventi hanno
ridato smalto ai titoli bancari come la cinese Icbc (+6,1%),
la nipponica Mitsubishi Ufj Financial (+6,6%) e la coreana
Woori Finance (+5,7%). Di aiuto è stata anche la
disponibilità del ministro del Tesoro americano, Henry
Paulson, ad investire nelle banche per rafforzarne il
capitale. In controtendenza invece Commonwealth Bank (-6,6%)
costretta a un aumento di capitale da 1,3 miliardi di
dollari per acquistare le attività australiane di Hbos. Bene
anche i tecnologici con Lg Electronics (+5,3%) e Taiwan
Semiconductor Manufactoring (+2,8%). Rimbalzo del 13% per
Nintendo e del 9,8% Mitsubishi, dopo il tonfo di ieri di
Tokyo. La crisi e la ricerca di beni rifugio come l'oro ha
spinto al rialzo i titoli del settore come Newcrest (+15%) e
Lihir (+12%). Di seguito gli indici dei titoli guida delle
principali Borse dell'Asia: - Tokyo -0,50% - Hong Kong
+2,65% - Shanghai -0,59% (IN CORSO) - Taiwan -1,45% - Seul
+0,64% - Sydney -1,53% - Mumbay (CHIUSA) - Singapore +1,31%
(IN CORSO) - Kuala Lumpur +0,21% (IN CORSO) - Bangkok -2,10%
- Giakarta (CHIUSA)(ANSA).
09 Ottobre 2008 10:34 ROMA
BCE: INCERTEZZA STRAORDINARIA, RIPRESA FORSE IN 2009
di ANSA
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(ANSA) - ROMA, 9 OTT - "Le prospettive economiche - si legge
nell'ultimo bollettino - sono soggette a maggiori rischi al
ribasso, connessi principalmente a uno scenario di
perduranti tensioni sui mercati finanziari, con ricadute
sull'economia reale maggiori di quanto previsto
attualmente". "Ulteriori rischi al ribasso - prosegue l'Eurotower
- sono relativi alla possibilità di nuovi rincari nei prezzi
dei beni energetici ed alimentari, agli sviluppi disordinati
degli squilibri globali e alle crescenti pressioni
protezionistiche". Le ultime previsioni degli economisti
della Bce (le 'staff projections', che non sono richiamate
nel bollettino di ottobre), pubblicate il mese scorso e
quasi sicuramente destinate ad essere riviste in peggio,
davano la crescita di Eurolandia ad un tasso compreso fra
l'1,1 e l'1,7% quest'anno, e fra lo 0,6% e l'1,8% il
prossimo. Nel bollettino di ottobre la Bce scrive che "gli
indicatori oggi disponibili segnalano il perdurare della
debolezza nella dinamica di fondo della crescita dell'area
dell'euro nel terzo trimestre".(ANSA).
09 Ottobre 2008 13:29 ROMA
BCE: PRIMA ASTA CON NUOVE REGOLE, COLLOCATI 24,7 MLD CHIESTI
di ANSA
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(ANSA) - ROMA, 9 OTT - La Banca centrale europea ha svolto
la prima asta di rifinanziamento a sei giorni con le nuove
regole introdotte ieri, fornendo alle banche tutta la
liquidità richiesta, pari a 24,682 miliardi di euro, al
nuovo tasso fisso del 3,75%. Le banche richiedenti sono
state 99. A partire dall'asta di oggi, a "collocamento
pieno" e non più marginale, la Bce ha cambiato decisamente
regime: secondo Christoph Rieger, un analista di Dresdner
Kleinworth citato dalla Bloomberg, "l'Eurotower si è decisa
a entrare in battaglia". A partire dalle aste con
regolamento 15 ottobre - aveva annunciato ieri l'istituto -
si procederà con operazioni a tasso fisso e collocamento
illimitato. Sempre ieri la Bce, assieme alla Fed e alle
principali banche centrali mondiali, ha ridotto i tassi di
mezzo punto percentuale. Per Eurolandia il costo del denaro
è così sceso al 3,75% dal 4,25% precedente. L'Eurotower ha
poi annunciato un drastico cambiamento nella gestione della
liquidità: ha infatti dimezzato, portandolo a 100 punti
base, il 'corridoio' individuato dal tasso marginale di
rifinanziamento (quello maggiorato cui le banche posso
attingere in emergenza), ora al 4,25%, e il tasso sulle 'deposit
facility' (quello con cui la Bce remunera le banche che
depositano i fondi eccedenti), ora al 3,25%. (ANSA).
09 Ottobre 2008 16:06
WASHINGTON
CRISI MUTUI:FMI;RISORSE DISPONIBILI PER AIUTARE PAESI MEMBRI
di ANSA
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(ANSA) - WASHINGTON, 9 OTT - "Il Fondo Monetario
internazionale ha risorse disponibili per i Paesi membri
colpiti dalla crisi finanziaria, che ne avessero bisogno",
lo ha affermato il direttore generale de Fondo Dominique
Strauss-Kahn, sottolineando che "l'Fmi non ha usato molti
fondi per prestiti negli ultimi anni". "Le risorse per
sostenere i membri ci sono - ha detto Strauss-Kahn - e
esistono anche procedure speciali per aumentare nel caso i
fondi, ma per ora è una strada che non stiamo considerando".
(ANSA).
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09 Ottobre 2008 17:35
ROMA
CRISI
MUTUI: BCE ATTACCA, A BANCHE
LIQUIDITA' ILLIMITATA/ANSA
(ANSA) - ROMA, 9 OTT
- La crisi dei mutui avrà ripercussioni sull'economia
mondiale e l'incertezza ha raggiunto un livello
"straordinariamente elevato", tanto da mettere in forse - si
legge nel bollettino della Bce - la ripresa che ci si
aspettava per l'anno prossimo in Eurolandia. E all'appello
del commissario Ue agli Affari economici, Joaquin ALmunia, a
mantenere stretto il coordinamento fra banche centrali dopo
il taglio dei tassi di ieri, oggi ha risposto Miguel Angel
Ordonez, membro del consiglio Bce: un nuovo taglio "nel
breve termine sembra irragionevole dato che la mossa di ieri
è importante, ma non escludo nulla". La tempesta finanziaria
ha rotto gli argini e la Banca centrale europea ha dovuto
prenderne atto e cambiare registro: i banchieri dell'Eurotower
sono ormai in assetto difensivo, impegnati nel cuore della
crisi - il mercato della liquidità - per proteggere i
Quindici da una crisi finanziaria senza precedenti.
Proseguono così le misure d'emergenza, con l'iniezione sul
mercato monetario, stamani, di 100 miliardi di dollari di
liquidità, cifra record; e il passaggio, deciso ieri, alle
aste di rifinanziamento a tasso fisso, per fornire al
sistema finanziario, che ha la circolazione bloccata,
quantità illimitate di liquidità. Nel bollettino di ottobre
la banca centrale parla di un' incertezza talmente alta da
mettere in forse i tempi della ripresa. Il calo dei prezzi
del petrolio e la crescita delle economie emergenti
"potrebbero sostenere una graduale ripresa nel corso del
2009", ma l'Eurotower, di fatto, ha smesso di dire che si
aspetta "una graduale ripresa" come aveva fatto un mese fa.
Il terremoto del credito, negli ultimi giorni, ha
definitivamente spostato il suo epicentro dagli Usa
all'Europa e ciò secondo la Bce avrà "ripercussioni sull'
economia mondiale". Il Fondo monetario internazionale, ieri,
ha detto del resto di attendersi per i Quindici una crescita
di appena lo 0,2%, con un buon numero di economie fra cui
l'Italia in prolungata recessione. Recessione che potrebbe
estendersi a tutta Europa, oltre che agli Usa, come oggi ha
ammesso il Commissario europeo agli Affari economici Joaquin
Almunia, preannunciando un peggioramento delle stime
economiche d'autunno di Bruxelles e appellandosi alle banche
centrali che devono "continuare - ha detto - a collaborare
sui tassi d'interesse", per far fronte a quella che è ormai
divenuta "una crisi globale e sistemica". Gli economisti di
BNP Paribas già si aspettano tassi in ulteriore calo fino al
2,5% nel 2009. Intanto l'Eurotower, assieme alla Fed e alle
principali banche centrali mondiali, ieri ha ridotto i tassi
di mezzo punto percentuale (3,75% per Eurolandia). Oggi si è
svolta la prima asta di rifinanziamento a sei giorni con le
nuove regole: tutta la liquidità richiesta dalle banche
(oggi 24,7 miliardi di euro) viene fornita al tasso fisso
del 3,75%. Sempre ieri, poi, la Bce ha deciso un drastico
cambiamento nella gestione della liquidità: ha infatti
dimezzato, portandolo a 100 punti base, il 'corridoio'
individuato dal tasso marginale di rifinanziamento (quello
maggiorato cui le banche posso attingere in caso
d'emergenza), ora al 4,25%, e dal tasso sulle 'deposit
facility' (quello con cui la Bce remunera le banche che
depositano i fondi eccedenti), ora al 3,25%. Un drastico
cambio di registro: secondo Christoph Rieger, un analista di
Dresdner Kleinworth citato dalla Bloomberg, "l'Eurotower si
è decisa a entrare in battaglia". Altri, come Julian Callow
di Barclays capital, parlano di un "giorno storico per la
Bce", che ha deciso di prendere di petto la crisi portando
la sfida al centro del ciclone, il mercato della
liquidità.(ANSA).
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09 Ottobre 2008 18:00
ROMA
CRISI MUTUI:
ISLANDA NEL GORGO,CROLLA ANCHE ULTIMA BANCA/ANSA
MONETA IN CADUTA
LIBERA, BORSA CHIUSA FINO A LUNEDI'
(ANSA) - ROMA, 9 OTT - Crolla anche l'ultima grande banca
islandese, la corona va in caduta libera, le negoziazioni di
borsa e sul mercato valutario vengono bloccate e Reykjavik
finisce davvero sull'orlo della bancarotta. E il presidente,
Olafur Ragnar Grimsson, va in ospedale per problemi cardiaci. Le
autorità del Paese nordico alla fine hanno dovuto gettare la
spugna e compiere l'ennesimo salvataggio, assumendo il controllo
di Kaupthing Bank, il primo istituto della nazione. Neanche
l'intervento della Svezia, che ieri aveva messo a disposizione
un prestito di emergenza da circa cinque miliardi di corone per
sostenere la divisione svedese di Kaupthing, è servito a evitare
il collasso dell'istituto sotto il peso dei debiti. Nel giro di
poche ore si è così completato il 'takeover' del sistema
bancario da parte del governo: Kaupthing era infatti l'unica
grande banca dell'Islanda rimasta indipendente dopo che gli
altri due maggiori istituti, Landsbanki e Glitnir, erano finiti
sotto il controllo dell'Authority finanziaria: "L'autorità
finanziaria islandese, in conformità con i poteri accordatigli
dal parlamento islandese - si legge in una nota ufficiale - ha
preso il controllo di Kaupthing per mantenere la continuità
delle operazioni bancarie commerciali in Islanda". L'Authority
di vigilanza ha garantito integralmente i depositi di Kaupthing
e la regolare operatività della banca, ma intanto sono state
sospese tutte le contrattazioni della Borsa fino a lunedì per le
"eccezionali condizioni" di mercato che si sono venute a creare
dopo l'intervento odierno dello Stato. La moneta islandese è in
caduta libera dopo che la banca centrale ha tentato invano di
ancorarla all'euro e gli scambi sono stati sospesi. Per il
sistema bancario islandese c'é un concreto "rischio di
bancarotta", ha ammesso il primo ministro Geir Haarde. Stando ai
calcoli dell'agenzia Bloomberg, l'Islanda si trova a fare i
conti con un debito pari a 61 miliardi di dollari, una cifra 12
volte superiore al Pil del Paese. Reykjavik starebbe ancora
cercando di ottenere un prestito dalla Russia - si era parlato
di 4 miliardi di euro - e un incontro fra i rispettivi
rappresentanti potrebbe esserci martedì. Contemporaneamente, il
governo potrebbe chiedere aiuto al Fondo Monetario
Internazionale per far fronte alle garanzie sui depositi. Lo ha
fatto capire il primo ministro Haarde, il quale ieri sera ha
puntualizzato riguardo ai prestiti dall'Fmi e dalla Russia che
"l'uno non esclude l'altro", anche se il governo non ha chiesto
all'Fmi "almeno fino a questo punto" un prestito o un programma
economico. Intanto proprio oggi si è avuta notizia che il
presidente islandese Olafur Ragnar Grimsson è stato ricoverato
all'inizio della settimana per problemi cardiaci: lo ha reso
noto un portavoce della presidenza, spiegando che comunque
Grimsson ha ripreso la maggior parte delle sue attività. (ANSA).
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09 Ottobre 2008 21:37
NEW YORK
WALL STREET:
S&P500 -40% DAI MASSIMI DI 1 ANNO FA
Immensi danni e
perdite per l'indice benchmark delle borse americane. Il Dow
Jones Industrials scende sotto quota 9000 punti. Sconforto tra i
gestori di fondi. Non c'e' la minima fiducia su una ripresa.
Segni di "capitolazione"?
Immensi danni e perdite per l'indice benchmark delle borse
americane. L'indice S&P500 e' in calo a venti minuti dalla
chiusura del 5.0%, il che porta la perdita complessiva dal
massimo di un anno fa - esattamente il 9 ottobre 2007 - a -40%.
Il Dow Jones Industrials e' sceso sotto quota 9000 punti, per la
prima volta da agosto 2003.
Gli investitori temono che le recenti misure delle autorità
monetarie e di governo del mondo intero per rafforzare il
mercato del credito non siano abbastanza efficaci per evitare
una recessione globale.
Sconforto tra i gestori di fondi e hedge funds. Non c'e' la
minima fiducia su una ripresa. In deciso ribasso anche il Nasdaq
che perde il 4.50%, sotto i 1.700 punti per la prima volta
dall'agosto 2003. Se il calo di Wall Street accelerasse
nell'ultimo quarto d'ora, come sembra accadere, potrebbero
esserci i segnali di una "capitolazione" imminente, con un
ribasso molto sostanziale anche superiore al 10% in una seduta.
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WALL STREET: TENTA IL RIMBALZO, BUY IN AVVIO
09 Ottobre 2008 15:35 NEW YORK - di
WSI ______________________________________________
Indici in buon progresso in
apertura. IBM riporta un relativo ottimismo tra gli
investitori. Occhio ai titoli finanziari: da oggi non e'
piu' attivo il divieto di 'short selling'. Un anno fa il
record del Dow Jones e dell'S&P500.
I listini azionari hanno aperto in buon rialzo a New York.
Dall’inizio del mese gli indici non hanno mai archiviato la
seduta in territorio positivo, se il rally regge potrebbe
concludersi la striscia negativa che dura ormai da sei
sedute. Esattamente un anno fa sia il Dow Jones che l'S&P500
toccavano il massimo storico rispettivamente di 14164 punti
e 1565.15. Al momento gli indici segnano un calo medio del
35% circa dal top assoluto.
Incoraggianti i segnali giunti dal comparto societario in
mattinata. Il colosso informatico IBM ha diffuso la
trimestrale prima del previsto, riportando un incremento del
20% dei profitti; l’azienda ha anche confermato l’outlook
sull’intero anno fiscale, il titolo sale +3.30% nei minuti
iniziali. Il gigante dell’acciaio ArcelorMittal ha
confermato anch’esso l’outlook sugli utili del terzo
trimestre ed annunciato un incremento dei profitti per la
seconda meta’ dell’anno: +4.80% per l'azione.
Sul fronte macro, il mercato del lavoro ha segnalato un
arresto del trend di crescita delle richieste di sussidio da
parte dei discuppati, nell’ultima settimana l’indicatore e’
risultato in calo, sostanzialmente in linea con le attese
degli economisti. In calendario sono ancora presenti i dati
sulle scorte di magazzino all’ingrosso, per cui e’ stimato
un rialzo dello 0.4%.
Nella giornata di ieri l’azione coordinata delle Banche
Centrali sui tassi d’interesse non e’ stata sufficiente a
limitare la recente ondata di vendite sull’azionario. Gli
strategist di Merrill Lynch ritengono che per riportare la
stabilita’ sui mercati piu’ che manovre di politica
monetaria siano necessarie nuove misure fiscali. "Il Governo
deve ricapitalizzare le banche ad un punto tale da non
lasciare dubbi sull’affidabilita’ oppure offrire garanzie
sulla responsabilita’ dei depositi".
Tra le news societarie, profit warning sono stati emessi
dalle societa’ retail Pier 1 Imports e Stage Stores, la
societa’ petrolifera Chevron offrira’ un aggiornamento
infratrimestrale piu’ tardi in giornata. Il gruppo
assicurativo AIG ha ottenuto un nuovo prestito dalla Federal
Reserve per un ammontare di $37.8 miliardi in cash (oltre
alle decine di miliardi gia' stanziati). Ricordiamo che da
oggi non ha piu’ effetto il divieto di vendita allo scoperto
dei titoli finanziari imposto dalla SEC alcune settimane fa.
Sugli altri mercati, e’ invariato il petrolio: i futures con
consegna novembre sono in rialzo di 5 centesimi a $88.99 al
barile. Sul valutario, l’euro recupera terreno nei confronti
del dollaro a quota 1.3670. In calo l’oro a $888.50 l’oncia
(-$18.00). Arretrano infine i Titoli di Stato Usa: il
rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.772%.
WALL STREET: CRASH SENZA FINE S&P500 -42.0% IN 12 MESI
09 Ottobre 2008 22:06 NEW YORK - di
WSI ______________________________________________
La cataratta dei sell si e' aperta
nell'ultima mezz'ora, per le vendite forzate di hedge funds.
Il Dow Jones in 7 giorni ha perso -17% (2300 punti).
Preoccupazioni per la solvibilita' di GM (-31%). Finanziari
ai minimi di 12 anni.
Settima seduta consecutiva in rosso per gli indici azionari.
Anche oggi le vendite si sono intensificate nell'ultima ora
di scambi, per un'ondata massiccia di sell scatenati da
programmi computerizzati, dovuti a vendite forzate di hedge
funds che devono rispondere alle "margin call".
L'accelerazione e' dovuta alla necessita' di liquidare tutto
quel che c'e' in portafoglio per far fronte ai riscatti dei
clienti che escono dal mercato.
Ha contribuito al crollo di Wall Street anche il taglio del
rating sul credito di General Motors che ha alimentato nuove
tensioni sulla solvibilita’ del colosso auto e, anche in
questo caso, forzato le vendite legate alle 'margin calls'.
Il Dow Jones, ad un certo punto della seduta in progresso di
150 punti, ha chiuso con una perdita del 7.33% a 8579 (sotto
la soglia dei 9000 punti per la prima volta dal 2003),
l’S&P500 ha ceduto il 7.62% a 909, il Nasdaq il 5.47% a
1645. Esattamente un anno fa sia il Dow Jones che l'S&P500
toccavano il massimo storico rispettivamente di 14164 punti
e 1565 punti. Oggi i due indici sono in calo rispettivamente
-39% e -42% dal top assoluto. Il Dow Jones ha perso 2300
punti in 7 giorni, equivalenti a -17% e -20 dall'inizio di
ottobre (un intero "mercato Orso" in poche sedute).
L’accelerazione al ribasso dei listini nell’ultima ora di
contrattazioni si e’ materializzata in parallelo alla
decisione dell’agenzia Standard & Poor’s di inserire in uno
stato di "CreditWatch" con implicazioni negative il rating
sul credito della societa’ automobilistica General Motors,
il cui titolo ha archiviato la sessione con un crollo
giornaliero del 31% ai minimi dal lontano 1950.
L’azione coordinata delle Banche Centrali sui tassi
d’interesse non e’ stata sufficiente a bloccare l’ondata di
vendite sull’azionario che sta continuando a spingere al
ribasso i listini di tutto il mondo. Il piano di salvataggio
da $700 miliardi ha fallito nel tentativo di distendere il
clima in borsa, il Segretario al Tesoro Usa Paulson e’
intervenuto nuovamente affermando che il governo americano
potrebbe iniziare a pompare nuovi investimenti nelle banche
gia’ entro la fine del mese.
Gli strategist di Merrill Lynch ritengono che per riportare
la stabilita’ sui mercati piu’ che manovre di politica
monetaria siano necessarie nuove misure fiscali. "Il governo
deve ricapitalizzare le banche ad un punto tale da non
lasciare dubbi sull’affidabilita’ oppure offrire garanzie
sulla responsabilita’ dei depositi".
La crisi non sta risparmiando alcun comparto, continuano a
soffrire i titoli finanziari, accusano il colpo le societa’
di vendita al dettaglio, sempre piu’ difficile la situazione
per i giganti dell’auto. Oltre a General Motors, a spingersi
con forza al ribasso e' stata anche la rivale Ford (-20%).
Tra i titoli bancari, male Morgan Stanley, in ribasso del
25%; nel comparto assicurativo, tonfo di AIG (-25%)
nonostante il nuovo prestito dalla Federal Reserve per un
ammontare di $37.8 miliardi in cash (oltre alle decine di
miliardi gia' stanziati). Alcuni analisti hanno giustificato
il forte calo giornaliero di questi titoli con la rimozione
del divieto di ‘vendita allo scoperto' imposto alcune
settimane fa dalla SEC per evitare un ‘panic selling’ sui
mercati.
Male le aziende del comparto retail a causa delle deludenti
vendite comparate del mese di settembre, le peggiori dal
2001: lo spider settoriale RTH ha lasciato sul terreno il
5.20%. Tutti i componenti del Dow Jones hanno chiuso i
rosso, persino IBM che in apertura si era spinto in forte
rialzo ha girato in negativo, vittima del vortice delle
vendite finali. A poco sono serviti i numeri incoraggianti
diffusi dall'azienda informatica che hanno segnalato un
incremento del 20% dei profitti nell'ultimo trimestre.
Sul fronte macro, il mercato del lavoro ha segnalato un
arresto del trend di crescita delle richieste di sussidio da
parte dei disoccupati; nell’ultima settimana l’indicatore e’
risultato in calo, sostanzialmente in linea con le attese
degli economisti. In rialzo, oltre le stime, le scorte di
magazzino all’ingrosso.
Sugli altri mercati, in ribasso il petrolio, ai minimi di un
anno: i futures con consegna novembre hanno ceduto $2.36 a
$86.59 al barile. Sul valutario, in flessione l’euro nei
confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a
New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3627. Vendite
anche sull’oro. I futures con consegna dicembre sul metallo
prezioso hanno ceduto $20.00 a $886.50 l’oncia. Negativi
infine i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a
10 anni e’ salito al 3.8340% dal 3.7130% di mercoledi’.
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09 Ottobre 2008 23:35
WASHINGTON
CRISI MUTUI: FMI, RECESSIONE VICINA; NUOVO CROLLO NY /ANSA
di ANSA
DOMANI BUSH PARLA SU ECONOMIA; VISCO,DECRETO ITALIA COMPLETO
(ANSA) - WASHINGTON, 9 OTT - Nuovo crollo a Wall Street che
registra un pesante -7,33% dopo una giornata di passione dei
mercati europei, mentre il Fondo Monetario e l`Unione
Europea lanciano l`allarme: `l'economia mondiale e` ``sull'orlo
della recessione``. L`Europa potrebbe scivolare in
recessione-tecnica gia` a partire dal terzo trimestre 2008.
Intanto il vice direttore della Banca d`Italia Ignazio Visco
rivendica che `` il decreto salva-banche messo a punto dalle
autorita` italiane ``e` uno dei pacchetti piu` completi. E'
fra i piu` bilanciati ed efficaci``. Le previsioni del Fondo
Monetario e di Bruxelles arrivano a poche ore dal G7,
chiamato da piu` parti a cercare di mettere in piedi una
risposta coordinata alla crisi finanziaria. E mentre negli
Usa il Tesoro `valuta attentamente` l'iniezione diretta di
capitali nelle banche che ne hanno bisogno, il presidente
George W. Bush, che domani interverrà sull'economia anche in
seguito al settimo giorno consecutivo di calo di Wall
Street, annuncia che ricevera` i ministri delle Finanze dei
Sette Grandi per analizzare e discutere le turbolenze in
atto e cercare una soluzione. La pressione e l'attesa per la
riunione di venerdi` sono elevati, ma - ammette il direttore
generale del Fondo Monetario Internazionale, Dominique
Strauss-Kahn - trovare una soluzione coordinata non è
facile, soprattutto in Europa. "La situazione e` seria ma
possiamo risolverla se agiamo rapidamente in modo
coordinato`` anche perche` ``siamo sull'orlo di una
recessione globale - afferma Strauss-Kahn -. Molti paesi
avanzati sono fermi a crescita zero``. L'aggravarsi della
crisi finanziaria internazionale nelle ultime settimane
potrebbe far scivolare Eurolandia in una fase di recessione
tecnica a partire dal terzo trimestre di quest'anno. Per
uscire dalla crisi in atto - spiega il direttore generale
del Fmi - ``ci sono quattro condizioni: restituire fiducia
ai mercati; azioni con obiettivi chiari da parte degli
stati, che devono adottare piani organici; risolvere il
problema degli asset in difficolta`; e soprattutto
ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie. Se non si
ricapitalizza non e` possibile uscire dalla crisi``.
``Nessun paese e` immune alla crisi: bisogna quindi andare
al di la` del G7`` per affrontarla e mettere a punto una
soluzione coordinata, ribadisce Strass-Kahn, evidenziando
come ``in passato le consultazioni del G7 sono state molto
utili. E' importante che, anche in questo caso, indichino
una strada da seguire. Ma la crisi in atto coinvolge tutti i
paesi: se i sette Grandi prendessero delle decisioni, lo
farebbero lasciando fuori almeno 60 paesi. E in questa crisi
non e` possibile farlo: tutti devono essere coinvolti nel
processo decisionale``. L'Fmi - sottolinea il direttore
generale - e` pronto ad andare incontro alle esigenze dei
paesi membri che ne avranno bisogno per far fronte alla
crisi finanziaria: l'istituto di Washington ha infatti
riattivato la procedura per concedere prestiti d'urgenza,
creata nel 1995. Il G7 si terra` a Washington domani 10
ottobre. Nel corso della riunione il governatore della Banca
d'Italia Mario Draghi, in qualita` di presidente del
Financial Stability Forum (Fsf), illustrera` i progressi
finora compiuti nei primi dei 100 giorni per l'attuazione
delle "raccomandazioni" fornite dallo stesso Fsf in aprile.
E ``descrivera` - spiegano dal Tesoro americano - cosa in
piu` dovrebbe essere fatto quest'anno e le linee d'azione
per il 2009. A chiedere al G7 un'azione coordinata e` anche
la Banca Mondiale, con il presidente Robert Zoellick che
invita i Sette Grandi a non dimenticare i paesi poveri, al
fine di evitare che da una crisi finanziaria si arrivi a
dover affrontare una crisi umanitaria. Zoellick ha piu`
volte manifestato il proprio dissenso nei confronti del G7
che - a suo avviso - non funziona e dovrebbe essere
sostituito da uno 'steering group'. E la conferma della sua
inadeguatezza sarebbe emersa proprio nel corso della crisi
in atto che è stata una sorta di 'sveglia'' mostrando la
necessità di una collaborazione di raggio piu` ampio, che
dovrebbe comprendere anche Cina, India, Brasile, Sud Africa,
Arabia Saudita e Russia. Proprio quest'ultima e` stata
invitata a partecipare alla cena che seguira` la riunione in
programma venerdi`. I ministri delle Finanze del G7 saranno
ricevuti dal presidente Bush alla Casa Bianca sabato: al
centro dell'incontro ci sarà l'attuale crisi in atto. Sabato
avra` invece luogo il G20, i cui ministri hanno gia`
incontrato i vertici del Financial Stability Forum. Il
Tesoro americano si starebbe muovendo in linea con le
raccomandazioni dell' Fmi: il segretario Henry Pualson sta
``valutando attentamente`` la possibilita1 di iniettare
direttamente capitale nelle banche che ne hanno bisogno,
sfruttando l'autorità concessagli dal piano salva- finanza
approvato dal Congresso. In cambio della ricapitalizzazione,
il Tesoro riceverebbe quote della banche per le quali e`
scesa in soccorso. Il piano potrebbe essere gia` in atto
entro la fine di ottobre. (ANSA).
09 Ottobre 2008 23:38 NEW YORK
GENERAL MOTORS AI MINIMI DI 58 ANNI, AUTO IN CRISI
di WSI
La chiusura a $4,76 (-31.11%) fa di GM una "penny stock", se
non fosse che e' la piu' grande azienda manifatturiera al
mondo, per dipendenti e fatturato. Un potente analista
prevede per il mercato globale dell'auto un "vero e proprio
collasso" nel 2009.
In seguito all’annuncio di un calo delle vendite sul
territorio europeo e a un possibile downgrade da parte di
S&P, il titolo del colosso dell’auto General Motors e’
scivolato ai minimi di quasi 60 anni. Era dal dicembre del
1950 che GM non trattava al di sotto della soglia dei $5.50.
La chiusura a Wall Street, a $4,76 (-31.11%) fa di GM adesso
una penny stock, se non fosse che si tratta della piu'
grande azienda manifatturiera al mondo, per dipendenti e
fatturato.
L’accelerazione al ribasso dei listini nell’ultima ora di
contrattazioni si e’ materializzata in parallelo alla
decisione dell’agenzia Standard & Poor’s di inserire in uno
stato di "CreditWatch" con implicazioni negative il rating
sul credito di General Motors. Si aprono problemi gravi
sulla solvibilita' finanziaria di GM, visto che il pagamento
degli interessi sui 15 miliardi di debito adesso costera'
molto di piu'. Citigroup mercoledi' ha tagliato il rating di
GM e Ford a "sell". Un banchiere di Wall Street, che ha
preferito rimanere nell’anonimato, ha attribuito il calo
giornaliero anche all’eliminazione delle restrizioni nelle
operazioni di ‘short selling’ imposte nei giorni scorsi
dalla Sec per frenare il calo dei titoli maggiormente
esposti alla crisi del credito. GM ci era entrata
soprattutto per via del suo braccio finanziario che opera
nel settore leasing a cui si deve la maggior parte del giro
d'affari dell'azienda.
Un altro motivo del crollo di GM in borsa e' un influente
analista di J.D. Power and Associates e Global Insight ha
abbassato le aspettative per una ripresa e anzi ha lanciato
una previsione che ha scosso il mercato dell'auto. "Mentre
l'industria automobilistuca globale sta chiaramente facendo
i conti con un rallentamento nel 2008, il mercato globale
nel 2009 potrebbe trovarsi di fronte a un vero e proprio
collasso" ha scritto in un comunicato Jeff Schuster,
direttore esecutivo per il settore auto di J.D. Power.
J.D. Power ha tagliato le stime 2008 di vendite di auto
negli Stati Uniti a 13.6 milioni e a 13.2 milioni di unita'
nel 2009. Global Insight ha tagliato le stime 2008 mettendo
in guardia sul fatto che una ripresa a livelli normali
potrebbe non verificarsi prima del 2013.
Negli ultimi nove mesi le vendite di General Motors in
Europa sono diminuite dall’1.9% a 1.6 milioni di veicoli, la
quota di mercato ha registrato un tonfo dal 9.3% ad appena
lo 0.2%. Le vendite complessive di autoveicoli General
Motors sul mercato statunitense a settembre hanno registrato
una contrazione del 15,8% a 284.300 unità. Le vendite di
automobili in particolare sono scese del 9,8% a 118.440
unità. La quota di mercato appannaggio della casa di Detroit
è pari al 27%.
Alla base del trend negativo, oltre alla minaccia
dell’inflazione, c’e la crisi del credito, che sta
deteriorando continuamente la fiducia dei consumatori.
"Siamo di fronte a difficolta’ economiche senza precedenti a
causa della crisi globale" ha affermato Carl-Peter Forster,
presidente di GM Europe.
Lo scorso martedi’ l’azienda aveva annunciato un taglio
della produzione in Europa proprio a causa dei timori sul
rallentamento dell’economia, nonostante i (pochi) segnali
incoraggianti che continuano a giungere dall’area orientale
del continente. Nel secondo trimestre fiscale l’azienda
aveva riportato una perdita di $15.5 miliardi ed annunciato
nuovi piani strategici che prevedevano il taglio dei costi
per circa $10 miliardi.
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