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26 Settembre 2008 00:05 NEW YORK
CASA BIANCA: FALLITOIL SUMMIT, NON C'E' ACCORDO SUL PIANO DI
SALVATAGGIO
di WSI
Caos a Washington, ora trema Wall Street. A opporsi al
maxi-piano sono i repubblicani di destra alla Camera, in rivolta
contro Bush per un salvataggio considerato "socialista" e
pro-ricchi. La reazione dalle borse LIVE.
Segui il flusso di notizie sulle conseguenze del fallito summit
alla Casa Bianca LIVE con la reazione dalle borse
Dalle prime indiscrezioni che trapelano da Washington si puo'
dire che il summit straordinario alla Casa Bianca, convocato
pochi minuti dopo la chiusura di Wall Street (un evento storico
mai accaduto prima) a cui hanno partecipato il presidente Bush e
il suo vice Cheney, i due candidati alla Presidenza, il
democratico Obama e il repubblicano McCain, oltre ai vertici
della Camera e del Senato, il ministro del Tesoro Paulson, il
governatore della Fed Bernanke e molti altri membri delle due
delegazioni repubblicana e democratica alle Commissioni Finanze
di Capitol Hill, e' fallito clamorosamente.
La riunione e' durata circa un'ora, clima pesante e teso, tutti
seduti intorno allo stesso tavolo ovale (vedi foto in alto).
Obiettivo dello storico meeting era trovare un accordo
definitivo, per far davvero passare, con i voti necessari, il
maxi-piano di salvataggio da $700 miliardi su cui si era trovato
un accordo di principio nel pomeriggio.
A opporsi strenuamente sono ancora i repubblicani piu'
conservatori della Camera dei Rappresentanti, in rivolta contro
il presidente del loro stesso partito, George W. Bush, e contro
il suo ministro del Tesoro (ex Ceo di Goldman Sachs) Henry
Paulson. La furia e' montata per quello che viene considerato un
salvataggio bancario/finanziario di stampo "socialista". Il
maxi-piano, dicono i repubblicani di destra, non favorisce il
cittadino medio americano, ma i "soliti sospetti" di Wall
Street, le banche, e tutti coloro che hanno di fatto causato
l'attuale caos finanziario, creditizio e immobiliare di questi
ultimi 18 mesi.
In America non e' come in Italia dove la societa' civile non
conta niente e dove il potere politico spadroneggia impunito
(scegliendo dall'alto i membri del Parlamento con scandalose
liste blindate sulle quali i cittadini non hanno voce in
capitolo); in America decine e decine di migliaia di persone
"normali" (il cowboy del Montana, l'impiegato dell'Idaho etc etc)
in questi giorni caldi hanno telefonato o inviato fax ed email
ai loro rappresentanti, autenticamente eletti a Capitol Hill, ed
espresso il loro "odio" e l'assoluta contrarieta' al piano di
salvataggio "socialista" pro-Wall Street e pro-ricchi presentato
da Bush, un presidente di facciata pro-libero mercato, di fatto
keynesiano puro. I repubblicani di destra hanno sparigliato,
vogliono che il maxi salvataggio di Wall Street da $700 miliardi
non avvenga con denaro dei contribuenti americani, ma con
capitali privati e basta. Insomma, un dramma di dimensioni
epiche.
Il problema maggiore, in termini politici di campagna elettorale
nella corsa alla Casa Bianca, ce l'ha ovviamente adesso il
candidato repubblicano John McCain. Obama e' asolutamente a
favore del piano di salvataggio (invitare un democratico a
spendere denaro pubblico non e' poi cosi' difficile, ironizzano
gli insider di Washington) mentre McCain e' in una posizione
davvero terribile: se avalla il piano di Bush, la base
repubblicana gli si rivolta contro e certamente non lo votera'
il 4 novembre. Ma se McCain boccia il piano, si assumera' tutte
le responsabilita' del crollo a Wall Street, e soprattutto del
congelamento totale del mercato creditizio degli Stati Uniti e
quindi dell'economia americana. Sara' recessione in America e
nel resto del mondo.
La crisi economico-politico-finanziaria degli Stati Uniti si
avvita dunque su se stessa. Per quanto riguarda la borsa, e'
valso anche oggi il sano principio "compra sul rumor, vendi alla
notizia". Anche se molti rialzisti ingenui non avranno fatto in
tempo ad uscire dal mercato e domani sara' troppo tardi. Le
ultime news, a parte accordi sempre possibili alla dodicesima
ora, daranno fiato ai furori apocalittici e violenti dei
ribassisti di mezzo mondo.
26 Settembre 2008 00:21 NEW YORK
CRISI MUTUI: VERTICE, FUMATA NERA, PROSEGUE NEGOZIATO /ANSA
di ANSA
FRONDA DEPUTATI REPUBBLICANI, MCCAIN INDECISO SU DIBATTITO
(di Alessandra Baldini) (ANSA) - NEW YORK, 26 SET - Fumata nera
a Washington al termine di una giornata di grande teatro
politico. Il vertice straordinario con leader di Capitol Hill e
i candidati Barack Obama e John McCain convocato oggi alla Casa
Bianca ha portato le parti "più vicine" ma non ha sigillato
l'auspicata intesa. Se il presidente George W. Bush può ancora
avere il piano di salvataggio del sistema finanziario pronto per
la firma in tempo per la riapertura dei mercati lunedì, se la
deve proprio sudare. La riunione è stata a tratti "tempestosa",
hanno riferito partecipanti all'uscita. John McCain, uscendo, ha
fatto sapere di non aver ancora deciso se tornare a far campagna
e partecipare al dibattito all'Università del Mississippi con
Obama. I leader di Capitol Hill erano andati all'incontro con un
accordo di massima elaborato ieri in una maratona negoziale
durata tutta la notte. Ma si portavano dietro anche la fronda di
molti deputati repubblicani, insoddisfatti del risultato
raggiunto dai vertici e timorosi dei contraccolpi
sull'elettorato che il 4 novembre dovrebbe riconfermarli nel
loro mandato: "Non c'é ancora accordo", ha detto il senatore
dell'Alabama Richard Shelby riecheggiando quanto espresso dal
capo dei repubblicani alla Camera John Bohner. Nella sala delle
riunioni di governo Obama e McCain erano stati fatti sedere agli
estremi del tavolo. Hanno ascoltato le recriminazioni di Bohner,
che il piano come rimesso in sesto nella riunione bipartisan a
Capitol Hill non sarebbe passato alla Camera. Per i deputati
repubblicani il punto dolente dell'intesa erano i fondi pubblici
in aiuto ai pignorati voluti dai democratici. Segno della
gravità della situazione, il vertice di Bush con i candidati non
aveva precedenti nella storia degli Usa cosi come non aveva
quasi precedenti il maxi-piano offerto la scorsa settimana dal
capo del Tesoro Henry Paulson a poche settimane dalle elezioni:
per la prima volta un presidente in carica aveva riunito alla
Casa Bianca con i due rivali della corsa presidenziale, uno dei
quali il 20 gennaio 2009 ne erediterà scrivania e forziere
vuoto. Bush aveva invitato ieri i due rivali nella corsa alla
Casa Bianca a incontrarsi con lui e con i legislatori del
Congresso. Era stato McCain, in deciso svantaggio sul rivale
Obama sul fronte dell'economia, a manovrare tutta la giornata
minacciando di boicottare il dibattito con Obama in programma
domani per tornare a Washington e presentarsi come il salvatore
della patria agli occhi dei contribuenti: Reid gli aveva mandato
a dire che la sua presenza non sarebbe stata né utile né
gradita. Oggi appena arrivato a Washington dopo aver parlato
alla Clinton Global Initiative, la kermesse filantropica di Bill
Clinton, McCain si era chiuso in riunione con Boehner e altri
colleghi tra cui l'indipendente Joe Lieberman. A quel punto i
grossi giochi sul negoziato parevano cosa fatta. Il candidato
repubblicano era poi passato a contattare i repubblicani della
Camera. Era montata la fronda: l'intesa è tornata a marcare il
passo. Ieri, in un drammatico appello alla nazione al termine di
una giornata politica sulle montagne russe, Bush aveva fatto
appello alla nazione e ai parlamentari recalcitranti: senza il
piano le conseguenze sull'economia sarebbero state
apocalittiche. Oggi in apertura della riunione ha ribadito
l'auspicio per un accordo "molto presto". La portavoce della
Casa Bianca Dana Perino al termine della riunione ha detto che
"c'é un chiaro senso di urgenza che bisogna prevenire una
massiccia crisi finanziaria che colpirebbe tutti in America". Ma
la politica in vista delle elezioni ha preso il sopravvento. Le
parti sono uscite più distanti di quando erano entrate. Il
negoziato continua. (ANSA).
26 Settembre 2008 00:38 NEW YORK
CRISI MUTUI: OBAMA, POLITICA PRESIDENZIALE BLOCCA ACCORDO
di ANSA
-
(ANSA) - NEW YORK, 26 SET - Il candidato democratico alla Casa
Bianca Barack Obama ha suggerito che la politica presidenziale
abbia fatto deragliare un accordo che sembrava cosa fatta. Le
parti - ha detto Obama alla Cnn - erano arrivate a un intesa
"quando McCain e io siamo arrivati a Washington. Qualcosa è
successo tra allora e l'inizio della riunione alla Casa Bianca".
(ANSA).
26 Settembre 2008 00:38 NEW YORK
CRISI MUTUI: OBAMA, ALLA FIN FINE CI SARA' ACCORDO
di ANSA
-
(ANSA) - NEW YORK, 26 set - "Alla fin fine ci sarà un accordo,
ma c'é ancora lavoro da svolgere. Bisogna muoversi rapidamente,
ma abbiamo fatto progressi". Lo ha detto il candidato
democratico alla Casa Bianca Barack Obama alla Cnn, al termine
di un vertice con il presidente George W. Bush, il candidato
repubblicano per le presidenziali Usa John McCain e i leader del
Congresso. Il vertice si è chiuso con un nulla di fatto, visto
l'irrigidimento delle posizione dei repubblicani, con i quali i
democratici avevano raggiunto un accordo di massima, secondo
fonti concordanti. (ANSA).
26 Settembre 2008 01:02 NEW YORK
CRISI MUTUI: VERTICE, MCCAIN HA PORTATO PROPOSTE ALTERNATIVE
di ANSA
-
(ANSA) - NEW YORK, 26 SET - Il candidato repubblicano John
McCain ha portato al vertice alla Casa Bianca con i leader del
congresso, il rivale Barack Obama e il presidente George W. Bush
un paio di proposte alternative sorprendendo e mandando su tutte
le furie i democratici presenti. Lo scrive il blogger Marc
Ambinder della rivista Atlantic. Una delle proposte, che
riscuote favori tra i repubblicani della Camera, elimina
temporaneamente alcune tasse sui capital gains e introduce
incentivi fiscali per attirare il settore privato a investire
nel mercato dei titoli 'tossici'. Prima del vertice alla Casa
Bianca i democratici e i repubblicani del Senato erano convinti
di avere in tasca un accordo per cominciare il dibattito in aula
già oggi (venerdì). Dopo la riunione, secondo la Fox, gli umori
a Capitol Hill sono "parecchio amari".(ANSA).
26 Settembre 2008 02:02
WASHINGTON
CRISI MUTUI: NUOVO VERTICE CONGRESSO CON PAULSON E BERNANKE
di ANSA
-
(ANSA) - WASHINGTON, 26 SET - Un nuovo vertice per cercare di
trovare un accordo sul piano per salvare il sistema finanziario
americano ha preso il via a Capitol Hill, sede del Congresso,
alla presenza del ministro del Tesoro Henry Paulson e del
presidente della Fed Ben Bernanke, dopo che un incontro alla
Casa Bianca si è concluso nelle scorse ore con una fumata nera.
Paulson, attraverso un portavoce, ha detto che ci sono "ancora
questioni aperte da risolvere, e siamo impegnati a risolverle"
con i vertici del Congresso. Il ministro del Tesoro e il
presidente della Fed hanno fatto sapere di essere pronti a
lavorare nel corso della notte per una soluzione e per sanare le
differenze di posizione che esistono sul piano da 700 miliardi
di dollari proposto dall'amministrazione Bush, Paulson ha
esortato di nuovo i politici a "fare in fretta" a raggiungere un
accordo e si è detto disponibile a valutare le richieste di
modifiche al piano. (ANSA)
26 Settembre 2008 07:16 NEW YORK
CRISI MUTUI: WAMU FALLISCE,PASSA
A JPMORGAN PER 1,9 MLD/ANSA
di ANSA
AUTORITA' BLOCCANO ATTIVITA'; JPMORGAN, 8 MLD AUMENTO CAPITALE
(ANSA) - NEW YORK, 26 SET - Le autorità americane bloccano
Washington Mutual, annunciandone di fatto il fallimento (il
maggiore della storia americana per una banca) e organizzano il
trasferimento immediato delle sue attività a JPMorgan Chase per
1,9 miliardi di dollari. JPMorgan per portare a termine
l'operazione, mantenendo gli standard di solvibilità, dovrà
ricorrere a un aumento di capitale da 8 miliardi di dollari. La
Fdic in un comunicato spiega comunque che l'operazione non
comprende il debito a carico della holding e del capitale
sociale, con la conseguenza che gli azionisti e i creditori
perderanno tutto ciò che hanno in mano. Prima dell'annuncio
della Fdic, organismo federale di assicurazione dei depositi
bancari, Wamu valeva circa 2,9 miliardi di dollari in Borsa,
nonostante il titolo sia crollato del 90% in un anno. Nel
comunicare la cessazione delle attività di Washington Mutual, la
Fdic, le cui casse sono state messe a dura prova a causa dei 12
fallimenti di banche registrati dall'inizio dell'anno, ha
assicurato che la soluzione adottata non graverà sui
contribuenti. WaMu è la sesta banca statunitense. Nata come
semplice cassa di risparmio, l'istituto ha conosciuto una forte
crescita con la bolla immobiliare che l'ha portata a registrare
una forte esposizione verso i mutui ipotecari. Ma la caduta del
mercato delle case ha reso Washington Mutual una delle
istituzioni finanziarie più fragili: i mercati speculano ormai
da mesi su un suo possibile fallimento. Dalla scorsa settimana,
dopo una lunga resistenza, la banca si è messa alla ricerca di
un possibile acquirente, ma senza successo: l'annuncio di piano
di salvataggio del sistema ha rallentato le trattative avviate,
spingendo i papabili acquirenti alla cautela. Nessuna offerta è
giunta dalle banche che sembravano, secondo la stampa americana,
le più disponibili all'acquisto, e cioé JPMorgan, Citigroup,
Wells Fargo e la spagnola Santander. Nel comunicare
l'acquisizione, JPMorgan ha reso noto che con Wamu si verrà a
creare la maggiore banca americana per l'ammontare di depositi:
complessivamente 900 miliardi di dollari, di cui 188 miliardi
portati da Wamu. JPMorgan, presente soprattutto nel sud-est
degli Stati Uniti, con Wamu vede crescere notevolmente la
propria presenza sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Ma
questo ampliamento costerà a JPMorgan un aumento di capitale da
8 miliardi di dollari, mirato a mantenere gli standard di
solvibilità. (ANSA).
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26 Settembre 2008 09:25
CRISI MUTUI:
BANCHE CENTRALI AUMENTANO LIQUIDITA'
(ANSA-AFP) - FRANCOFORTE, 26
SET - Le banche centrali sono intervenute di nuovo
annunciando la loro disponibilità ad iniettare maggiore
liquidità sui mercati finanziari. Fed, Bce, Banca
d'Inghilterra e Banca Nazionale Svizzera accresceranno le
loro linee di finanziamento attraverso meccanismi di swap.
La sola capacità di intervento della Fed sale così a 290
miliardi di dollari. (ANSA).
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26 Settembre 2008 11:24
MILANO
CRISI MUTUI:
E' CORSA AZIENDE A POLIZZA CONTRO CLASS ACTION
(ANSA) - MILANO, 26 SET - La
crisi dei mercati finanziari con il suo corollario di class
action e cause giudiziarie da parte di azionisti, dipendenti
e consumatori sta provocando nelle aziende una corsa a
stipulare coperture assicurative relative alla
responsabilità civile degli amministratori. E' quanto emerge
da un'indagine della Marsh, la società specializzata nella
gestione e nelle consulenze dei rischi, sulle società che
compongono l'indice della Borsa di Londra Fts250. Secondo la
ricerca mentre due anni fa solo il 10% del campione
acquistava le coperture assicurative per gli amministratori,
oggi la percentuale è schizzata al 50% con un valore di
mercato, a livello mondiale, intorno agli 8 miliardi di
dollari. La Marsh nota come, oltre alla crisi economica,
pesi anche la stretta dei controlli da parte della autorità
di vigilanza che espone i manager a maggiori rischi di
infrazione. Inoltre dopo il boom negli Stati Uniti (+58% di
azioni collettive quest'anno), la class action si sta
diffondendo anche in Europa non restando appannaggio del
solo comparto finanziario ma estendendosi anche a quello
industriale. (ANSA).
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26 Settembre 2008 13:41
BRUXELLES
CRISI MUTUI:
FORTIS; DA GOVERNO BELGIO APPELLO A CALMA
(ANSA) - BRUXELLES, 26 SET -
Appello alla calma e rassicurazione per i clienti di Fortis da
parte del governo del Belgio. In Belgio "nessun cliente sarà
lasciato in difficoltà", hanno detto il premier Yves Leterme e
il ministro delle finanze Didier Reynders il quale ha fatto
appello alla responsabilità degli operatori perché "non
diffondano false informazioni". "Seguiamo giorno per giorno
l'evoluzione della situazione internazionale e le sue
conseguenze in Belgio", ha aggiunto il premier che tuttavia ha
rifiutato di fare commenti sui timori di un fallimento. Premier
e ministro delle finanze hanno riferito al Consiglio sulla
situazione dell'istituto di credito.(ANSA). |
26 Settembre 2008
13:47 NEW YORK
CRISI MUTUI:
SHELBY, REPUBBLICANI INSISTONO PER MODIFICHE
(ANSA) - NEW
YORK, 26 Sep - Il senatore repubblicano Richard Shelby, che ieri
era uscito dal vertice alla Casa Bianca sul piano di salvataggio
del sistema finanziario annunciando che non c'era accordo, ha
insistito oggi in chiedere modifiche prima che il suo partito
possa dare l'imprimatur al voto. Intervistato dalla Cbs Shelby
ha detto che i repubblicani "potrebbero approvare il piano, ma
bisognerà cambiarne la struttura". Nella stessa intervista il
capo della Commissione Finanze della Camera Barney Frank ha
replicato che la colpa del fiasco parlamentare sul piano dipende
dai repubblicani: "Il piano passa se i repubblicani abbandonano
la rivolta contro il presidente Bush e collaborano a
modificarlo". (ANSA).
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26 Settembre 2008
14:08 NEW YORK
CRISI MUTUI:
WSJ; PAULSON IN GINOCCHIO A PELOSI, SALVA PIANO
(ANSA) - NEW
YORK, 26 SET - Henry Paulson in ginocchio davanti a Nancy
Pelosi. Durante la tempestosa riunione alla Casa Bianca in cui
si è arenato il piano di salvataggio del sistema finanziario
proposto dall'amministrazione Bush, il ministro del Tesoro si è
genuflesso davanti alla speaker della Camera Nancy Pelosi
implorando lei e gli altri democratici di non dire niente che
potesse "far saltare" il già difficile accordo. La ricostruzione
è del 'Wall Street Journal'. I rivali nella corsa alla
presidenziale John McCain e Barack Obama avevano lasciato la
Casa Bianca senza fare dichiarazioni dopo un incontro che è
stato descritto dai partecipanti come il più "tempestoso" a loro
memoria. "Il presidente George W. Bush faceva fatica a farsi
sentire. A un certo punto i democratici hanno abbandonato il
tavolo per riunirsi nella vicina Roosevelt Room e Paulson li ha
inseguiti, implorandoli di non far saltare la proposta", ha
scritto il Wall Street Journal. "Non sapevo che fossi
cattolico", avrebbe scherzato la Pelosi in quello che alcuni
partecipanti hanno descritto come uno dei rari momenti della
riunione in cui qualcuno ha sorriso. (ANSA).
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26 Settembre 2008
14:56 ROMA
USA:
PIL 2/O TRIMESTRE RIVISTO, CRESCITA SCENDE A 2,8%
(ANSA) - ROMA, 26
SET - La revisione in peggio di ben mezzo punto percentuale
della crescita trimestre su trimestre, annualizzata, è da
imputarsi alla spesa per consumi, rivista a +1,2% contro il
+1,7% di un mese fa. E i consumi rappresentano la gran parte
dell'economia americana. Peggio del previsto - secondo la
Bloomberg - anche i conti con l'estero. Il deficit commerciale è
stato rivisto al rialzo a 381,3 miliardi di dollari a tasso
annuo, con un contributo alla crescita economica di 2,9 punti
percentuali, rivisto al ribasso dai precedenti 3,1 punti
percentuali ma pur sempre ai massimi dal 1980. L'indice relativo
ai prezzi è stato rivisto a +1,1% da +1,2% precedente, mentre
l'indice 'Pce' è stato alzato a +2,2% dal precedente +2,1%.
(ANSA).
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26 Settembre 2008
16:28 NEW YORK
CRISI MUTUI:
DA ECONOMISTI PETIZIONE ANTI-PIANO, E' VAGO
(ANSA) - NEW
YORK, 26 set - Una petizione contro il piano salva-finanza: a
firmarla sono 200 accademici economisti convinti che il progetto
all'esame del Congresso è troppo vago con effetti di lungo
termine poco chiari. Inoltre "creerebbe degli incentivi
perversi". Organizzata da John Cochrane, professore
dell'Università di Chicago, la petizione riflette soprattutto un
malessere nei confronti dell'amministrazione Bush dovuto
all'eccessiva pressione esercitata sul Congresso per
un'approvazione rapida del piano. Al presidente americano e alla
sua squadra, infatti, viene rimproverata la fretta e, di
conseguenza, il fatto di non lasciare adeguato spazio e tempo a
un dibattito costruttivo su un piano che già solleva
perplessità. I critici nei confronti del progetto Paulson si
dividono principalmente in due aree: da una parte coloro che
ritengono che i fondi pubblici andrebbero destinati a effettuare
iniezioni di capitale direttamente nelle banche. Dall'altra
parte figurano invece coloro che ritengono che i fondi
dovrebbero essere utilizzati per acquistare i mutui individuali,
aiutando così gli americani più direttamente. Il piano Paulson -
osservano alcuni economisti - si colloca quasi esattamente a
metà strada, prevedendo l'acquisto dei debiti 'tossici' con
possibili eventuali benefici sia per le banche sia per le
famiglie. "Sono completamente in disaccordo sul fatto che il
progetto debba essere approvato in settimana. La cosa importante
è che dal Congresso esca un testo giusto", osserva Alan S.
Blinder, professore della Princeton University. "Vorrei sapere
come prevedono che sia l'evoluzione, quale sia la fine della
partita. Ci sono ancora molte domande senza risposta", spiega
invece il premio Nobel Myron Scholes, sottolineando che il
successo del piano è legato al tempo che il governo manterrà gli
asset non liquidi e soprattutto a quanto li rivenderà. Secondo
l'ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale (Fmi),
Simon Jonhson, 700 miliardi di dollari potrebbero non essere
abbastanza per risolvere i problemi dei mercati finanziari. "Può
non essere la decisione decisiva - spiega Jonhson - se non si
risolveranno le cause" della crisi. (ANSA).
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26 Settembre 2008
18:20 ROMA
CRISI MUTUI:
FMI; CARUANA,EUROPA SI PREPARI PEGGIOR SCENARIO
(ANSA) - ROMA, 26
SET - Parlando con i giornalisti a Francoforte, Caruana ha
quindi messo in guardia i governi europei dall'ignorare i rischi
che minacciano il sistema bancario e ha anche esortato a
elaborare un piano di emergenza nell'eventualità di un
peggioramento della crisi finanziaria. "Bisogna essere pronti -
ha detto - e visto come stanno ora le cose c'é sicuramente molto
lavoro da fare". In particolare, Caruana ha focalizzato
l'attenzione sul fatto che siamo di fronte a "un problema
globale che necessita di un approccio globale", riferendosi
indirettamente all'appello fatto la scorsa settimana dal
segretario al Tesoro Usa, Henry Paulson, il quale aveva invitato
le controparti europee a studiare per i propri Paesi programmi
di salvataggio "simili" a quello messo a punto
dall'amministrazione Usa. Dall'inizio dello scorso anno, in base
ai calcoli dell'agenzia Bloomberg, le banche europee hanno
accumulato perdite e svalutazioni per 245 miliardi di dollari,
pari al 45% delle perdite registrate a livello globale. Ma
finora, le autorità delle singole nazioni europee si sono
limitate a indicare che gli Stati Uniti hanno l'esigenza di fare
pulizia e risolvere la crisi, mentre rimane ancora da
individuare una linea comune riguardo a un eventuale salvataggio
di istituzioni finanziarie travolte dalla crisi. Su questo
punto, il direttore del Dipartimento europeo del Fmi, Alessandro
Leipold, ha rilevato che "é importante che i Paesi europei
preparino i loro rispettivi piani di emergenza", in sintonia con
quanto già fatto dagli Stati Uniti. In particolare, Leipold ha
messo l'accento sulla crisi di liquidità e sulle imprese che
fanno assegnamento sui prestiti delle banche per "grandi
importi" di denaro, mentre il quadro regolatorio europeo "non è
impostato adeguatamente" per far fronte ai problemi bancari
transfrontalieri.(ANSA).
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26 Settembre 2008
18:24 NEW YORK
CRISI MUTUI:
WSJ FA 4 SCENARI PER USA, UNO SOLO POSITIVO/ANSA
RECESSIONE,DEFLAZIONE,FUGA DA DOLLARO O SORPRENDENTE RESISTENZA
(ANSA) - NEW YORK, 26 set - Le turbolenze di Wall Street stanno
scuotendo la già debole economia americana e potrebbero colpire
famiglie e imprese in termini di minore accesso ai
finanziamenti. Gli ultimi dati congiunturali dimostrano che la
crisi, ormai, si è estesa all'economia reale, passando "da Wall
Street a Main Street". E per l'economia americana osserva, il
Wall Street Journal, sembrano profilarsi quattro possibili
scenari: la recessione, una fuga dagli asset in dollari, una
deflazione stile giapponese oppure una sorprendete resistenza.
Un'ipotesi quest'ultima che è l'unica positiva tra quelle prese
in considerazione dal quotidiano e che non può essere scartata a
priori, considerato che "dagli inizi degli anni '80, l'economia
Usa - constata il Wsj - ha conosciuto in 26 anni solo due brevi
periodi di recessione, nonostante due guerre in Iraq, gli
attacchi terroristici, la bolla dot.com, l'aumento delle
quotazioni petrolifere e altri choc". RECESSIONE L'economia
americana soffre al momento di due mali: il calo del mercato
immobiliare e il credit crunch. Secondo le stime di Moody'sEconomy.com
fra il 2004 e il 2007 le banche hanno accordato 15 milioni di
mutui a rischio, di cui 10 milioni andranno in default, dando
vita a una spirale recessiva. Il Fondo Monetario Internazionale
(Fmi), che dal 1960 ha studiato 122 recessioni nel mondo,
ritiene che le recessioni più profonde siano quelle legate
proprio alle bolle immobiliari e al credit crunch: l'istituzione
di Washington osserva inoltre che le crisi economiche più
profonde ci mettono più tempo a emergere. Secondo le definizioni
tecniche, un paese è in recessione dopo aver registrato due
trimestri consecutivi di contrazione del pil. Gli Stati Uniti,
quindi, attualmente sono fuori ma le indicazioni congiunturali
sullo stato di salute del mercato del lavoro sembrerebbero
indicare il contrario. DEFLAZIONE STILE GIAPPONESE La crisi del
credito può dar vita a fenomeni deflattivi (diminuzione del
livello generale dei prezzi al di sotto di un livello
fisiologico), spingendo gli Usa in una situazione simile a
quella attraversata dal Giappone, dove fra il 1998 e il 2005 i
prezzi sono scesi del 3,5% costringendo le autorità a tagliare i
tassi a zero ma con scarsi risultati. In uno scenario del
genere, la Fed dovrebbe tagliare radicalmente il costo del
denaro, potrebbe stampare nuova moneta. L'ultima volta che il
presidente della banca centrale americana, Ben Bernanke, ha
espresso le proprie preoccupazioni su una possibile deflazione
negli Usa è stato il 2002. FUGA DAL DOLLARO Uno dei peggiori
scenari che potrebbe profilarsi è quello di una fuga dagli asset
in dollari: la fiducia degli investitori esteri nel mercato
finanziario americano potrebbe diminuire, con il conseguente
calo degli investimenti, soprattutto in titoli del Tesoro. Se
ciò dovesse accadere, il biglietto verde registrerebbe una
rapida caduta, i tassi di interesse salirebbero gelando ancor di
più l'economia. RESISTENZA SORPRENDENTE Due brevi e poco
profonde recessioni in 26 anni, nonostante guerre e attacchi
terroristici: l'economia americana ha superato gravi choc
mostrando un resistenza inattesa. E questo grazie alla rapida
reazione della politica: lo ha fatto - ricorda il Wall Street
Journal - l'ex presidente della Fed Alan Greenspan, ma anche il
successore Bernanke che, rapido nell'intravedere i rischi, ha
quest'anno ridotto repentinamente il costo del denaro dal 3,25%
al 2%. (ANSA).
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26 Settembre 2008 19:01 MILANO
BORSA: EUROPA SCIVOLA CON FORTIS E STALLO PIANO USA /ANSA
di ANSA
BRUCIATI 120 MLD: MALE LE BANCHE, CROLLANO TITOLI MATERIE PRIME
(ANSA) - MILANO, 26 SET - Ritorna un'aria gelida sulle Borse
europee, complici le incertezze sul piano di intervento
straordinario del Tesoro statunitense e la paura degli operatori
di tenersi in pancia titoli ritenuti a rischio durante il fine
settimana. I mercati del Vecchio continente hanno così chiuso in
forte calo, bruciando altri 120 miliardi di capitalizzazione. Il
fallimento di Washington Mutual, il maggiore nel settore del
credito nella storia degli Stati Uniti, non ha aiutato un clima
che da mesi è tanto pesante quanto nervoso. In questo quadro,
Londra ha ceduto più di due punti percentuali e tutte le altre
principali piazze europee hanno perso oltre un punto e mezzo.
Con due eccezioni: Madrid ha contenuto il ribasso sotto il mezzo
punto percentuale, mentre Amsterdam è scivolata del 4% netto a
causa del crollo del titolo Fortis. Il gruppo di
banca-assicurazione, per il quale si teme una crisi di
liquidità, ha infatti chiuso in perdita del 20,92%, aggiungendo
debolezza a tutto il settore del credito (-1,90% l'indice Dj
Stoxx di comparto). La società bancaria dei Lloyds ha ceduto
l'8,14%, Commerzbank il 7,33%, Credit Suisse il 6,61%, Credit
Agricole il 6,13%. In controtendenza hanno chiuso invece Bnp
Paribas (+1,57%) e anche Intesa SanPaolo (+0,35%), grazie
all'ottimismo per la soluzione della trattativa su Alitalia, che
dovrebbe parallelamente sanare la forte esposizione con la banca
italiana del gruppo Air One. Un vero scivolone è stato accusato
dal settore delle materie prime minerarie, che pagano il forte
ribasso dei listini dei prezzi di settore, con vendite massicce
che hanno investito quasi tutti i 'big' del comparto:
Antofagasta ha perso il 6,08%, Rio Tinto il 5,96%, Bhp Billiton
il 4,93%. Deboli anche i settori dell'energia (British gas
-3,37%) e dell'hi tech (Alcatel -4,19%) mentre i titoli
automobilistici si sono mossi in media in modo omogeneo al
mercato, con Volkswagen in crescita finale dell'1,07%. Meglio ha
fatto il settore delle telecomunicazioni (-0,70% la chiusura
dell'indice Dj Stoxx di comparto), soprattutto grazie alla forza
del titolo Telecom Italia, cresciuto di oltre il 2% sulle
ipotesi di ingresso di nuovi soci internazionali. Di seguito la
chiusura delle principali Borse del Vecchio continente: - Londra
-2,09% - Parigi -1,50% - Francoforte -1,77% - Madrid -0,44% -
Milano -1,52% - Amsterdam -4,00% - Stoccolma -1,85% - Zurigo
-1,87% (ANSA).
26 Settembre 2008 21:30 NEW YORK
CRISI MUTUI: CLIENTI WAMU PREOCCUPATI PER SORTE RISPARMI
di ANSA
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(ANSA) - NEW YORK, 26 set - La pioggia battente che scende su
New York non ferma i correntisti di Washington Mutual,
preoccupati per le sorti dei loro risparmi. Andati a dormire
tranquilli, si sono svegliati con la loro banca passata di mano,
dopo che la Fdic (organismo federale di assicurazione dei
depositi) ne ha ordinato il blocco, cedendo a JPMorgan le sue
attività bancarie per 1,9 miliardi di dollari. Per gli azionisti
e per i possessori di obbligazioni Wamu il risveglio é stato
ancora più da incubo: la transazione orchestrata dalle autorità,
infatti, li lascia a bocca asciutta, con i loro investimenti che
ormai non hanno più valore. Un flusso continuo di clienti
nervosi si è recato nelle varie filiali Wamu per verificare i
propri conti. La Fdic copre tutti i depositanti che non hanno
più di 100.000 dollari. E l'acquisizione da parte di JPMorgan
non dovrebbe cambiare molto nei servizi offerti ai clienti. Ma
il fatto che una banca grande come Washington Mutual vada ad
aggiungersi alla lista già lunga di colosso di Wall Street
caduti negli ultimi mesi, ha un elevato impatto psicologico. "La
prima domanda che mi sono posta questa mattina, una volta
appresa la notizia, è stata che fine avevano fatto i miei
risparmi", afferma una cliente Wamu lasciando la propria filiale
al centro di Manhattan. "Volevo depositare dei soldi: allo
sportello mi hanno rassicurato dicendomi che non c'erano
problemi. Tutto questo è completamente folle". (ANSA).
26 Settembre 2008 21:38 NEW YORK
CRISI MUTUI:FALLIMENTI AUMENTANO,WAMU 13MA BANCA 2008/SCHEDA
di ANSA
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(ANSA) - NEW YORK, 26 set - Si allunga la lista delle
istituzioni finanziaria costrette a gettare la spugna: con il
fallimento di Washington Mutual, il maggiore di un banca nella
storia degli Usa, salgono a 13 (Lehman Brothers è esclusa
essendo una banca di investimento) quelle fallite dall'inizio
del 2008, dopo un 2005 e 2006 di calma piatta e un 2007 con sole
tre istituzioni finite sotto la tutela della Fdic, organismo
federale di assicurazione dei depositi. Ecco di seguito l'elenco
delle banche fallite dall'inizio dell'anno. 1) Washington Mutual
2) IndyMac 3) First National of Nevada 4) ANB Financial 5)
Silver State Bank 6) Integrity Bank 7) Columbian Bank and Trust
8) First Priority Bank 9) First Heritage Bank 10) Ameribank 11)
Douglass National Bank 12) First Integrity Bank 13) Hume Bank.
(ANSA).
26 Settembre 2008 15:40 NEW YORK
BUSH: ABBIAMO UN GROSSO PROBLEMA, AGIAMO SUBITO
di WSI
Intervento lampo del presidente Usa, 2 minuti in Tv: "Stiamo
lavorando al piano con il Congresso. Il piano e' grande, perche'
abbiamo un grosso problema. Ma nonostante le differenze,
l'intenzione di risolverlo, c'e'. Come americani, ce la faremo".
Una manciata di minuti dopo l'apertura (negativa ma non da
panico) di Wall Street, dalla West Wing della Casa Bianca, il
presidente degli Stati Uniti George W. Bush e' apparso di fronte
alle telecamere in diretta, per leggere una dichiarazione non
piu' lunga di 2 minuti, in tono colloquiale e per niente
presidenziale.
"Stiamo lavorando al piano con il Congresso, e un lavoro duro.
Di questo piano abbiamo bisogno, il piano e' grande perche'
abbiamo un grosso problema. E bisogna che agiamo presto per
risolverlo. Ma nonostante le differenze, e le opinioni diverse
su alcune questioni, l'intenzione di approvare il piano, c'e'.
Come americani abbiano lavorato altre volte insieme, e superato
grandi difficolta'. Anche questa volta ce la faremo. Non c'e'
disaccordo sul fatto che dobbiamo fare qualcosa. Il processo
legislativo a volte non e' piacevole ("not very pretty", le
testuali parole), ma faremo fronte alla sfida, repubblicani e
democratici, lavoreremo insieme per trovare una soluzione e
approvare il piano", ha detto Bush.
Leggere anche:
CASA BIANCA: FALLITO IL SUMMIT, NON C'E' ACCORDO SUL PIANO DI
SALVATAGGIO
E' la prima dichiarazione su economia e borsa mai fatta, a
mercati aperti, da un presidente degli Stati Uniti. Per inciso,
Bush e' il presidente Usa con il piu' basso tasso di
approvazione degli ultimi 50 anni. Wall Street, che aveva aperto
con gli indici in netto ribasso (nei primi minuti di
contrattazione sui minimi S&P500 perdeva -1.65%, Nasdaq -2.3%)
ha mostrato segni di ripresa subito dopo l'intervento di Bush in
Tv.
26 Settembre 2008 17:07 NEW YORK
CRISI: 200 ECONOMISTI USA BOCCIANO IL PIANO
di WSI - ANSA
Ecco il documento contro il progetto salva-Wall Street firmato
da alcuni dei migliori accademici e professori di economia e
finanza degli Stati Uniti. Critici divisi in due scuole di
pensiero, sul salvataggio Paulson.
Una petizione contro il piano salva-finanza: a firmarla sono 200
accademici economisti convinti che il progetto all'esame del
Congresso è troppo vago con effetti di lungo termine poco
chiari. Inoltre "creerebbe degli incentivi perversi".
LEGGI LA PETIZIONE CON LA LISTA DI TUTTI I FIRMATARI
Organizzata da John Cochrane, professore dell'Università di
Chicago, la petizione riflette soprattutto un malessere nei
confronti dell'amministrazione Bush dovuto all'eccessiva
pressione esercitata sul Congresso per un'approvazione rapida
del piano. Al presidente americano e alla sua squadra, infatti,
viene rimproverata la fretta e, di conseguenza, il fatto di non
lasciare adeguato spazio e tempo a un dibattito costruttivo su
un piano che già solleva perplessità.
I critici nei confronti del progetto Paulson si dividono
principalmente in due aree: da una parte coloro che ritengono
che i fondi pubblici andrebbero destinati a effettuare iniezioni
di capitale direttamente nelle banche. Dall'altra parte figurano
invece coloro che ritengono che i fondi dovrebbero essere
utilizzati per acquistare i mutui individuali, aiutando così gli
americani più direttamente.
Il piano Paulson - osservano alcuni economisti - si colloca
quasi esattamente a metà strada, prevedendo l'acquisto dei
debiti 'tossici' con possibili eventuali benefici sia per le
banche sia per le famiglie. "Sono completamente in disaccordo
sul fatto che il progetto debba essere approvato in settimana.
La cosa importante è che dal Congresso esca un testo giusto",
osserva Alan S. Blinder, professore della Princeton University.
"Vorrei sapere come prevedono che sia l'evoluzione, quale sia la
fine della partita. Ci sono ancora molte domande senza
risposta", spiega invece il premio Nobel Myron Scholes,
sottolineando che il successo del piano è legato al tempo che il
governo manterrà gli asset non liquidi e soprattutto a quanto li
rivenderà. Secondo l'ex capo economista del Fondo Monetario
Internazionale (Fmi), Simon Jonhson, 700 miliardi di dollari
potrebbero non essere abbastanza per risolvere i problemi dei
mercati finanziari. "Può non essere la decisione decisiva -
spiega Jonhson - se non si risolveranno le cause" della crisi.
Nella lista dei firmatari della petizione anti-piano di
salvataggio, numerosi accademici italiani: Alberto Bisin,
Michele Boldrini, Enrico Moretti, Andrea Moro, Fabrizio Perri,
Adriano Rampini, Paola Sapienza, Pietro Veronesi, Luigi Zingales.
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WALL
STREET:
IN RECUPERO CON COLPO DI RENI FINALE
26 Settembre 2008 22:07 NEW YORK - di
WSI ______________________________________________
Gli indici azionari americani hanno
archiviato la seduta contrastati e lontani dai peggiori
livelli giornalieri toccati subito dopo l’apertura. Il Dow
Jones, in ribasso intraday di oltre 125 punti, ha cambiato
marcia a meta’ giornata per poi chiudere in progresso
dell’1.10% a 11143. L’S&P500 ha guadagnato lo 0.35% a 1213,
il Nasdaq e’ arretrato dello 0.15% a 2183, appesantito dalla
brutta trimestrale di Research In Motion (vedi sotto). Il
Composite aveva aperto agli scambi in ribasso di oltre il
2%. Gli acquisti sull’azionario sono ripresi proprio sul
finale di seduta, grazie ad un crescente ottimismo
sull’approvazione del piano di salvataggio e sulle voci di
un possibile takeover di Wachovia da parte di Citigroup.
Il fallimento del summit alla Casa Bianca sull’approvazione
del piano di salvataggio ha inevitabilmente risvegliato i
timori degli investitori sul mercato finanziario e sul
futuro delle banche d’affari. E’ ripreso il dibatitto per il
raggiungimento di un accordo, da Washington trapela che sono
stati effettuati progressi rispetto a giovedi’ sera, ma
l’accordo definitivo non c’e’ ancora. Stando alle
ultimissime indiscrezioni la firma potrebbe giungere nel
weekend o al massimo entro lunedi’.
Il presidente Bush e’ intervenuto nuovamente in diretta
televisiva per calmare i mercati e informare gli americani
sulla continuazione delle trattative, assicurando il
raggiungimento di un accordo il prima possibile.
"Prevale ovviamente un atteggiamento attendista tra gli
operatori" ha affermato Hugh Johnson, presidente di Johnson
Illington Advisors. "I volumi di scambi sono bassi, gli
operatori sono avversi ad accollarsi maggiori rischi, gli
investitori di lungo-termine preferiscono starsene fuori".
Intanto la crisi continua a stravolgere il panorama
finanziario. Ad uscire di scena (dopo il fallimento di
Lehman la scorsa settimana) e’ il gruppo Washington Mutual (WM)
la maggiore cassa di risparmio Usa, le cui operazioni
saranno rilevate da JP Morgan Chase per un corrispettivo di
$1.9 miliardi. Si tratta del piu’ grosso fallimento bancario
nella storia degli Stati Uniti. Preoccupati sulle sorti dei
propri risparmi, negli ultimi 10 giorni i clienti di WaMu
hanno ritirato in massa depositi per un valore superiore ai
$16 miliardi. Nella seduta di giovedi’ l'azione aveva chiuso
a quota $1.69, ora vale poco piu’ di 15 centesimi (-90%), un
anno fa valeva $35.
Il fallimento di WaMu ha fatto da pretesto per innescare
un’ondata di vendite sulle banche piccole e regionali, messe
in ginocchio dal congelamento del mercato del credito, dalla
crisi di liquidita', ed incapaci di venirne fuori. Wachovia
ha lasciato sul terreno il 27% circa, National City ha
ceduto il 25%, in forte calo anche Downey Financial (-42%).
"WaMu e’ l’esempio lampante che il detto ‘troppo grosso per
fallire" non e’ piu’ valido" ha dichiarato all’agenzia
Bloomberg Stan Smith, professore della University of Central
Florida. "Wachovia in particolare e’ in alto nella lista
delle possibili banche a rischio fallimento". Ma proprio sul
finale della seduta a Wall Street, il New York Times ha dato
nell'edizione online la notizia secondo cui, data la
gravita' della situazione, il management di Wachovia avrebbe
avviato le trattative con il colosso bancario Citigroup per
la possibile vendita dell’intero gruppo. Wachovia, che e'
tra le prime cinque banche commerciali americane, secondo
alcuni rumors circolati a Manhattan ha iniziato colloqui
anche con altri possibili acquirenti, tra cui la spagnola
Banco Santander e Wells Fargo.
Leggere anche:
CRISI MUTUI: COME E' CAMBIATO PANORAMA FINANZA USA / SCHEDA
Negli altri settori, il comparto tecnologico ha accusato la
cattiva trimestrale di Research In Motion, la societa’
produttrice del BlackBerry. I deboli risultarti fiscali e la
riduzione dell’outlook per il prossimo trimestre hanno
causato un crollo del 27% del titolo. A risentirne
direttamente, tra gli altri, sono stati i titoli delle
dirette concorrenti Apple (-2.7) e Nokia (-3.1%).
Negativi i dati giunti dal fronte macroeconomico. Nel
secondo trimestre e' stata registrata un'inattesa revisione
al ribasso del Pil che ha deluso le stime degli analisti.
Preoccupanti soprattutto i segnali di rallentamento della
spesa delle famiglie americane e dei ridotti investimenti
aziendali, due chiare conseguenze della crisi del credito,
ancora irrisolta. Rivista al ribasso anche la fiducia dei
consumatori, attestatasi a livelli inferiori al consensus.
Sugli altri mercati, in calo il petrolio: i futures con
consegna novembre hanno perso $1.13 a $106.89 al barile. Sul
valutario, poco mosso l’euro nei confronti del dollaro. Nel
tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due
valute e’ di 1.4616. In recupero l’oro. I futures con
consegna dicembre sul metallo prezioso hanno guadagnato
$6.50 a $888.50 l’oncia. In rialzo i Titoli di Stato Usa: il
rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.8270%.
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Fonte -
WallStreetItalia |
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26 Settembre 2008 22:43 NEW YORK
CRISI MUTUI:
COME E' CAMBIATO PANORAMA FINANZA
USA / SCHEDA
(ANSA) - NEW YORK, 26 set - La
crisi che affligge gli Stati Uniti da ormai 13 mesi ha portato,
dall'inizio del 2008 profondi cambiamenti nel panorama bancario
e finanziario americano, fra salvataggi, fallimenti e
acquisizioni. Ecco di seguito le maggiori trasformazioni: -
COUNTRYWIDE FINANCIAL: Colosso del credito ipotecario, è il
primo grande nome a soccombere alla crisi. L'11 gennaio 2008
Bank of America, per 2,5 miliardi di dollari, la compra. - BEAR
STEARNS: La più piccola delle banche d'affari statunitensi resta
vittima di una crisi di fiducia e, minacciata dalla mancanza di
liquidità, è salvata in extremis da JPMorgan di concerto con la
Fed. Per JPMorgan le condizioni di acquisto risultano
decisamente favorevoli, grazie a 29 miliardi di dollari
stanziati dalla banca centrale americana. - FANNIE MAE E FREDDIE
MAC: Schiacciati dalle perdite vengono salvati in due tempi
dalle autorità Il 13 luglio viene prima approvato un piano che
prevede un aumento temporaneo della linea di credito del Tesoro
e l'accesso agli strumenti di di finanziamento della Fed. Queste
misure non si rivelano però sufficienti e il 7 settembre il
Tesoro le nazionalizza, commissariandole. - LEHMAN BROTHERS: Una
crisi di fiducia costringe Lehman Brothers a cercarsi un
acquirente. Ma il no del Tesoro e della Fed a mettere in atto
un'azione simile a quella condotta in marzo con Bear Stearns fa
fuggire i potenziali investitori e la banca d'affari è
costretta, il 15 settembre, a portare i libri in tribunale e
dichiarare fallimento. Il gruppo viene smantellato e le attività
americane e inglesi vengono acquistate da barclays, mentre
quelle europee e dell'Asia-Pacifico finiscono nelle mani di
Nomura. - MERRILL LYNCH: La prestigioso banca d'affari perde la
propria indipendenza il 15 settembre, acquistata da Bank of
America per 50 miliardi di dollari. - AIG: Il gigante americano
dell'assicurazione è salvato il 16 settembre dalla Fed, che le
accorda un prestito da 85 miliardi di dollari, ricevendo in
cambio il 79,9% del capitale. - GOLDMAN SACHS-MORGAN STANLEY: Le
uniche du banche d'affari sopravvissute come indipendenti alla
crisi chiedono e ottengono, il 21 settembre, il cambio di status
a banche commerciali. Un cambiamento che consente loro di
accedere ai prestiti della finestra di tasso di sconto della
Fed, ma che le sottopone a un controllo più stretto. Goldman
Sachs ottiene un finanziamento da 5 miliardi di dollari dal
miliardario Warren Buffet, e raccoglie ulteriori 5 miliardi
tramite il collocamento di titoli. Morgan Stabnley annuncia di
essere in trattative con la Mitsubishi-UFJ che potrebbe, tramite
un aumento di capitale riservato, aumentare la propria quota. -
WASHINGTON MUTUAL: La sesta banca americana e la prima cassa di
risparmio del paese fallisce: la Fdci ne blocca l'attività e
cede i depositi e altri asset a JPMorgan per 1,9 miliardi di
dollari.(ANSA).
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